Le fave all’aglio fresco
Che quella di oggi non sia una ricetta l’avete capito già dal titolo. Ma questo non è un blog con pretese di insegnare qualcosa a qualcuno: è una cucina vera, nella quale bollono pentole e borbottano coperchi mentre la vita tutt’attorno scorre secondo ritmi suoi.
Capita così – ebbene sì… di nuovo! – che sbuffi di calce e di farina si alzino al cielo in vorticose danze parallele, separati non più solo da un esile telo di plastica bensì da un muro vero. Quelle stanze che ben conoscete non si rassegnano ancora a diventare un pezzo di casa: se ne stanno lì per conto loro e sembrano persino soddisfatte quando una nuova calamità para-edile si abbatte su di me senza pietà.
L’ultima – in ordine di tempo – si presenta ogni mattina armata di secchi e di pennelli: dovrebbe essere un imbianchino. In realtà è un bizzarro signore un po’ balbuziente, nato falegname, cresciuto fabbro, emigrato cartongessista e ritornato a casa con l’autoqualifica di pittore. Che nella sua personale graduatoria dev’essere una sorta di onorificenza, un titolo che dà diritto a combinarne di tutti i colori… possibilmente sbagliati.
Il primo giorno, l’ho informato sui tranelli del cantiere. “I muri sono di tufo, non li prenda a martellate. Le porte non hanno ancora maniglie, quindi hanno il blocco: stia attento a non chiuderle. E le latte di vernice vecchie sono identiche a quelle nuove: mi chiami prima di usarle”
Due ore dopo, il ritmo cadenzato della frusta a mano (facevo meringhe) ha iniziato a giungermi alternato a uno strano sillabare.
“Si-iis-signoraaa! Si-iis-signoraaa!”
Il mio presentimento è divenuto certezza quando mi sono resa conto che il cantiere era deserto: e con una porta chiusa.
“Ma come ha fatto a rinchiudersi lì dentro?!?”
“Conoscendola, non volevo fare polvere col trapano! Ma vedrà: adesso esco!”
Si era chiuso in un guardaroba di poco più di un metro quadro, senza luce, pieno di polvere di tufo e senza alcuna apertura ad eccezione di un passaggio per cavi elettrici. Non volendo che chiamassi i pompieri (“quelli arrivano e ci rompono la porta…”), ha preteso che a venire in suo soccorso fosse il muratore che sta lavorando al piano di sopra. Il quale si è fatto dare una chiave, l’ha infilata nella toppa e l’ha girata nel senso contrario a quello che ogni evidenza avrebbe suggerito: chiudendolo dentro definitivamente a due mandate.
“Ma… l’ha chiuso dentro a chiave?!?”
“Signora, cosa pretende? Ci abbiamo provato… Comunque adesso la serratura è bloccata. E io devo andare a pranzo.” E ha girato i tacchi.
Così (sempre perché al solo udire “pompieri” quello sbraitava a più non posso) sono diventata mio malgrado la protagonista del piano B.
“Si-iis-signora, io adesso faccio un buco, lei mi passa la chiave e la maniglia e io mi libero”
“Ma è un muro di sessanta centimetri! Per sforacchiare questo tufo lei mi muore soffocato!”
“Vrrruuuom! Vrrruuuom!”
La risposta è arrivata direttamente dal trapano: e non c’è stato verso di zittirlo fin tanto che la punta non ha fatto capolino all’altezza dei miei piedi.
Mentre un fungo atomico color giallo paglierino si spandeva per la stanza, mi sforzavo di seguire le sue indicazioni: dovevo appiccicare la maniglia alla punta (bollente) del trapano con il nastro adesivo, e lui l’avrebbe tirata dentro. Ma il passaggio era sempre troppo stretto, quando infilavo il braccio in quell’anfratto per porgergli ogni genere di utensile. Così il buco è diventato una voragine: ma ci è voluto ugualmente un fabbro per riuscire a liberarlo (dopo pranzo, però, perché in questo posto le tradizioni le rispettano…) E’ uscito fuori polveroso che pareva uno yeti: potevo protestare per una giacca blu divenuta color sabbia e delle ballerine di velluto da buttare?
I due giorni successivi li abbiamo passati a spostare bidoni di vernice da casa al colorificio: una volta ha sbagliato il codice, un’altra ha confuso le latte, un’altra ancora ha fatto modificare il colore giusto e ne ha riportati indietro due sbagliati (il bianco era diventato giallo canarino). In tutto questo andirivieni ha perso due volte le chiavi del furgone e ha lasciato dal ferramenta la mia mazzetta di colori, per cui non abbiamo più un campione.
In compenso, deve aver deciso che il titolo di pittore gli va ormai stretto e si avvia ad intraprendere una carriera da mercante d’arte. Ieri mi osservava mentre scrivevo sui muri codici e colori nel tentativo di prevenire una catastrofe cromatica.
“Si-iis-signora, ma lei se ne intende di pittura?”
“Quel tanto che serve a sapere che la calce si dà a pennellate incrociate” ho risposto, pensando si riferisse al tema della giornata.
Mi sbagliavo: un minuto dopo mi stava offrendo nientepopodimeno che… la Gioconda! Di proprietà di una sua anziana zia.
“Originale, eh? Del Settecento. Una delle cinque copie al mondo fatte da Leonardo…”
Ho faticato non poco a mantenere un contegno.
“Temo di non potermela permettere…” ho farfugliato.
Dopodiché – per evitargli una faida ereditaria con il parentado – gli ho consigliato una specie di antiquario nei paraggi, uno che rifila patacche dorate con la stessa faccia tosta con la quale si oppone ad ogni intervento di manutenzione del condominio.
E adesso, in attesa che le mie stanze si rassegnino a trasformarsi in una casa, sbircio le sue vetrine: non è escluso che vi compaia prima o poi una Gioconda del Settecento… Nel caso, spero solo che ciò accada quando le mie stanze saranno finalmente dipinte: non da Leonardo, ma possibilmente del colore giusto…
E se vi state chiedendo cosa c’entrino le fave con tutta questa storia di vernici, di tufo e di pittori (compreso il famoso da Vinci delle cinque Gioconde), sappiate che sono semplicemente l’unica cosa che ho potuto cucinare negli ultimi due giorni…
Saluti e baci (a colori),
S.
LE FAVE ALL’AGLIO FRESCO
INGREDIENTI
fave fresche: 300 gr (già sbucciate)
aglio fresco: un paio di spicchi
bicarbonato: 1 cucchiaino
pane (adatto alle bruschette, cioè senza troppi buchi)
olio extra-vergine di oliva
sale
pepe
Mettete sul fuoco una pentola capiente con abbondante acqua leggermente salata (regolatevi come per la pasta). Quando l’acqua bolle, versateci le fave, uno spicchio d’aglio fresco senza buccia e un cucchiaino di bicarbonato (serve ad ammorbidire la pellicina esterna e a mantenerle verdi).
Fate bollire le fave finché non sono tenere, ma non disfatte (vuol dire che dovete cuocerle un po’ meno di quelle della foto…), poi scolatele.
Conditele subito con un filo d’olio del migliore che avete e mangiatele tiepide, accompagnandole a una bruschetta: che sapete tutti come si fa… A meno che non siate dei giovani ragazzi, di quelli alle prime armi in cucina anche quando si tratta di ricette scapigliate. Nel qual caso, come si fa una bruschetta basic ve lo spiego subito.
Tagliate a fette del pane di quello con una mollica che non sembri un groviera e che abbia una crosta degna di tale nome (tipo un toscano, un pugliese di semola o simili), tostatelo nel tostapane o sulla grata del forno senza farlo rinsecchire (dev’essere croccante fuori e tenero dentro, come le ragazze a cui vale la pena fare il filo…), strofinatelo con uno spicchio d’aglio sbucciato (senza esagerare…), conditelo con un filo d’olio, sale, pepe e mangiatelo caldo. E’ buonissimo così, senza null’altro, ma con le fave di cui sopra acquista un caratterino garbatamente ruspante. Esattamente come le ragazze da sposare…
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Non pensate che…
… questa sia solo una ricetta d’emergenza. Le fave con l’aglio fresco sono uno di quei nobilissimi, semplicissimi piatti della tradizione che andrebbero praticati con maggiore convinzione. Perché sono buonissime: anche se le cuocete un filo di troppo e ve ne ritrovate qualcuna spappolata…
La ricetta delle fave all’aglio novello
Viene dalla casa del mio amico buongustaio, una delle persone più generose, ospitali e divertenti che questa terra mi abbia fatto conoscere. Cucina sontuosi ragù di barracuda che sono buonissimi anche quando si scopre che il barracuda era in realtà un luccio. Ha una dotazione di acciughe alle cipolle da sdilinquirsi al solo ricordo, ma pare che la ricetta sia un assoluto mistero. Costretto dalla professione alla più rigorosa serietà, non disdegna nel tempo libero attività creative di vario genere tra le quali – cosa che gli è valsa ai miei occhi un punteggio altissimo – pedalare con la macchina da cucire per riparare vele e cucirsi costumi (fantastico, no?). Gli brillano gli occhi davanti a un’anatra di Capodanno ben fatta e condivide con me la passione per un intruglio di norcineria che chiamano “testa in cassetta”, servito in certe cantine col vino nuovo.
E’ stato da lui che ho assaggiato la prima volta queste fave (assieme a innumerevoli altre cose, com’è nella tradizione della casa): e non me ne sono più dimenticata.
Ingredienti: aglio • bicarbonato • fave • olio extravergine • pane • pepe
Che buone le fave!!Complimenti per il piatto e la fotografia!
Adoro i piatti della tradizione!
che delizia le fave, mi fanno impazzire…devo provarle anche così!
Che a questo falegname, fabbro, cartongessista, pittore e intenditore d’arte tu alla fine hai anche imparato a voler bene è un dato di fatto, perchè a certe figure cialtrone non è possibile non affezionarsi.
Non paternalismo sia chiaro, perchè certi personaggi sono anche portatori sani di disagi&impicci e quindi una volta messi a distanza di sicurezza, lontani da ogni possibilità di nuocere hanno una loro minimale insita poesia a loro stessi sconosciuta.
Magari mi sbaglio ma qualche volta, dopo certo un bel pò di “sgrunt” personali, ho imboccato derive simili per analoghi interlocutori.
Adesso scappo non prima di aver apprezzato un certo elegante minimalismo in cucina…laddove non è sempre necessario fare i fuochi d’artificio per stupirsi e stupire.
PS
Posso fare mia la definizione “dev’essere croccante fuori e tenero dentro, come le ragazze a cui vale la pena fare il filo…”…cito il copyright ovviamente….la trovo una ottima definizione! 😛 eheheheheheeh
Sempre un piacere leggerti!io le cucino così e poi ci aggiungo un po’ di mentuccia,fantastiche!!
Buona giornata!!
elisa
ho sempre pensato di essere una comica vivente in quanto ad artigiani perchè le cose più tremende capitano sempre a me, però adesso devo ammettere che a te non ti batte nessuno. Baci.
I manicaretti di Annaré: Sì: che buone le fave! Anche se io ho sempre preferito quelle piccoline e tenerelle, da magiare crude. E solo da poco ho preso ad apprezzare quelle grandi, che sto imparando a cucinare in vari modi. Questo è semplicissimo, velocissimo… e merita la ricerca di una testa d’aglio fresco! A presto
La cucina di Esme: Piatti della tradizione? Assolutamente da rivalutare… Vorrei sapere quanti bambini sono abituati a mangiare le fave cotte, per esempio… Ciao!
raffy: Fave, piselli, asparagi, fagiolini, piattoni: tutte le sfumature del verde di primavera mi piacciono in cucina. E le fave cucinate così, soprattutto se ormai un po’ grossette e poco piacevoli da mangiare crude, vale la pena di provarle. A presto!
oddio come ti capisco! io ne sto uscendo quasi vittoriosa….
ma ho dimenticato di far fare all’elettricista le tracce porta cavi tv/stereo/videogiochi. Non sottovalutare la cosa. E mai, MAI, credere che abbiano capito cosa tu gli hai detto o cosa cerchi, nn è cosi!
questo tipo è la fine del mondo! passami il numero, dovesse servirmi un vero artigiano d’altri tempi!!!
bellissimo post, mi hai fatto ridere e venir fame! mai mangiate le fave all’aglio fresco, ma devono essere una goduria!!! fave buone, aglio buono, pane buono… non vedo come non potrebbero essere favolose!!!
ho scoperto da poco le fave…sono veramente deliziose!! bellissima ricetta e bellissima foto, complimenti!! a presto, Clara
Semplici, veloci e gustose. Per di più primaverili.
E’ tempo di fave anche sul mio blog.
Marco di Una cucina per Chiama
In un primo momento ho pensato: “Certo che li cerca proprio col lanternino!”, poi mi sono venuti in mente tutti gli esemplari che hanno circolato in casa mia durante la ristrutturazione…
Io le fave con cipollotto crudo e tonno.
Considerando che sono sommersa dalle fave e che sia io che mia mamma siamo appena tornate e non avevamo pensato niente per oggi a pranzo credo che andrò a mettere l’acqua sul fuoco! Marta
Sabrine cara,
la mia nonna, moglie di un ingegnere edile con la passione per le ristrutturazioni, che in media ogni cinque anni le trasformava la casa in un cantiere, soleva (e suole) dire: se vuoi augurare il male a qualcuno, auguragli di fare i lavori in casa. Quanto a questo pittore meraviglioso ed esilarante, credo che se fosse andato in giro per il mondo negli anni ’30, avrebbe fatto fortuna a Hollywood rubando la scena a tutti e cinque i fratelli Marx. Ben altra cosa, mi rendo conto, trovarselo per casa a combinar guai.
La ricetta delle fave poi mi ha conquistata, e inutile dire che ti invidio da morire l’amico buongustaio.
La proposta di acquisto della casa è stata accettata,fra un po’anche a me toccheranno i lavori di ristrutturazione:sono felice e spaventata allo stesso tempo..
La passione delle fave fresche mi è venuta da qualche anno ovvero da quando ho capito che per apprezzarle basta una cottura velocissima e condimenti semplici.L’amico buongustaio è una vera fortuna.
Gabriella
oh, Sabrine, a parte il fatto che le fave stufate (senza doppi sensi) sono tanto buone quanto semplici e che l’aglio fresco non l’ho ancora mai provato…
posso dirti che anche io sono di nuovo circondata da un cm di polvere finissima, opera del muratore, che si aggrappa ai capelli e al naso (non il muratore, eh?!?) e che nonostante le finestre aperte, e l’aspirapolvere acceso, si trova così bene in casa che non se ne vuole andare!!
(Per fortuna, però, ho traslocato dalla mamma!!)
un abbraccio solidale!
Mio marito (allora fidanzato) ed io pensavamo di avere problemi con la lingua italiana quando abbiamo sistemato la casa visto che, fornita da parte nostra la spiegazione di quello che avremmo voluto ed ottenuto un vigoroso segno di assenso da parte del muratore/piastrellista/falegname, ci ritrovavamo alla sera con un muretto di un’altezza che non era quella concordata, le piastrelle posate secondo altri criteri, le porte di un legno diverso da quello scelto. A volte la risposta dell’artigiano era “Per la vostra casa stanno meglio così…”, altre volte ci siamo seriamente interrogati sulle nostre capacità di spiegarci. Vedo che capita anche a te e mi consolo….
Ah, succede anche quando cerco di spiegare alla parrucchiera come tagliarmi i capelli…: forse qualche problema ce l’ho!
Claudette
Gambetto: “Certe figure cialtrone…”: me ne ricordo un paio, proprio nella tua città, che non ho mai smesso di amare in cuor mio. Questi portatori di “poesia minimale” (stupenda immagine…) tirano fuori tutto il paternalismo che c’è in me (compreso quello sbagliato). Quanto ai fuochi d’artificio (che dato il tuo dna conosci assai meglio di me), vanno dosati con misura: anche in cucina. E mica tutti i giorni c’è una ricetta strabiliante a disposizione! O la voglia di prepararla… E io in questo periodo i fuochi d’artificio devo farli in altri ambiti.
Infine: caro Mario, non riesco a lasciarti più commenti, perché? Che persino Google sia geloso della nostra amicizia di penna e di fornelli? Ci tenevo a dirtelo, per non dare l’impressione di essere una che sparisce al volo, non solo dalle piazze romane…
PS: diritti accordati: e senza royalties!
bucciadilimone: Vero: le fave con la mentuccia le conosco anch’io, e infatti immaginavo che queste fossero quasi uguali. Invece l’aglio fresco nell’acqua di cottura aggiunge un certo non so che… che fa la differenza! Parliamo di sfumature, ovviamente… Ciao!
Tesoro tu racconti tutti in un modo cosi piacevole…ma immagino l’incazzatura del momento….certo che li trovi tutti tu hahaha… queste fave sono buonissime nella loro semplicità!!!
che bello rileggerti! sei sempre tra lavori e polvere, che pazienza 🙂
ma quella della Gioconda è troppo bella…
Le fave così semplici e saporite sembrano il massimo, le gusterò con il mio pane di lievito madre (new entry in casa!).
bacioni
Francesca
Uno di quei piatti che vanno assaporati!
baci
certo che è testardo il falegname/pittore! cmq sia meglio prenderla con filosofia 🙂
le fave le adoro!
buon we a colori
Cielo, ho le lacrime dal ridere…grazie!!!
Nella mia cucina ci sono già aglio fresco e le splendide fave dell’orto sociale (da cui io con altre 12 famiglia ricaviamo i meravigliosi frutti del nostro duro lavoro di contadini inesperti)! Io aggiungo un po’ di guanciale e un punta di peperoncino… una delizia, ode alla semplicità. Certo la mia cucina è moooolto più tranquilla della tua!!!! Un piacere passare da qui!
Lara Bianchini: Non è che sia un primato di cui vada così fiera… Ma chissà perché, finisco sempre per affezionarmi a certi personaggi! Che siano le fave a darmi alla testa?
Serena verdepomodoro: Vedo che siamo alle prese con gli stessi, identici problemi! E personaggi… Consoliamoci con le fave all’aglio fresco.
donatella: Questo tipo è in realtà un bravissimo artigiano, dalle mani d’oro… se non fosse che ha la testa per aria! Quanto alla non-ricetta di oggi, ne hai inteso perfettamente lo spirito: fave buone, aglio buono, pane buono… e non servono frozoli! A presto
Clara: Ma davvero non mangiavi le fave cotte prima? Beh, vedi di recuperare il tempo perduto: e dotati di una testa d’aglio novello!
Chiara e Marco: Fave? Semplici e velocissime: se hai chi te le sbuccia… e qui c’è una verduraia che è un tesoro!
barbara ivani: Ecco, grazie, non farmi sentire l’unica con gente del genere in giro per casa… E adesso provo le fave con cipollotto crudo (ma non è un po’ fortino?) e tonno. A presto!
La Cucina Spontanea: Marta, che fortuna! Avere delle fave fresche a disposizione… ti invidio un po’
Benedetta: Tua nonna è una saggia donna (che doveva amare moltissimo suo marito). Quanto al mio pittore esilarante, temo che se gli paventassi la possibilità di una carriera hollywoodiana ci crederebbe: e ci si getterebbe a capofitto, trascurando le mie stanze. Tutto sommato, per ora lo preferisco qui: lui, i suoi pasticci e pure la Gioconda! E… se provi le fave, faccelo sapere! Il mio amico buongustaio (che legge ma non commenta) penso che ne sarebbe felice…
gabriella: Innanzitutto: congratulazioni! Una casa è un progetto importante. Comprendo la tua felicità, e pure il tuo spavento: me nella vita le cose si fanno quando c’è da farle, mica prima. Perciò ce la farai e quando sarà tutto a posto ti guarderai indietro e ti dirai: “Ma come ho fatto?” Quanto alle fave fresche, concordo con te: cottura veloce (e la mia non era proprio perfetta, ma posso dirti che erano comunque buonissime) e condimenti semplici. Come insegna il mio amico buongustaio…
Gaia: Cara Gaia, l’aglio fresco è un ingrediente quasi magico: detto da una che per l’aglio non impazzisce. E’ intenso ma non puzza come quello secco, si sente ma non dà fastidio: ovviamente in dosi adeguate… Quanto al muratore – con corollario di polvere – hai tutta la mia solidarietà. Ci vorranno settimane perché tutta la polvere se ne vada (io ho oramai imparato che il cantiere va tenuto in ordine e pulito ogni sera, altrimenti la polvere resta sui muri e te la ritrovi dappertutto alla prima finestra aperta…). Infine: viva le mamme antipolvere! Un abbraccio
No, le tue ballerine di velluto blu, no! Spero tu possa recuperarle… Ho riso così tanto che quasi dimenticavo quanto sarai stata preoccupata a pensare a una persona chiusa dentro il tuo sgabuzzino.
Adoro le fave, le mangiamo in tanti modi e ci aggiungerò anche questo.
Buona notte
(il tuo amico cucitore mi fa impazzire…)
Claudette: Constato – con un certo sollievo – che abbiamo in comune l’assoluta incomunicabilità con muratori e parrucchieri! Categorie affollate di tipi originali, che spesso si percepiscono come artisti, e anche un po’ come analisti, essendo convinti di poter interpretare i nostri desideri meglio di noi. Non c’è verso di arginarli: li si può al massimo contenere un po’, e per il resto assecondarli incrociando le dita in attesa dell’esito finale… Un abbraccio! E un piatto di fave fresche…
dolci a… gogo!!!: Più che altro ero… sconcertata! E davvero senza parole. Molto meglio le fave.
Acquolina: La pazienza te la devi far venire per forza, in certe situazioni. Gioconda compresa… Quanto alle fave, sono davvero molto lusingata dal fatto che le accompagnerai ad un pane “serio” (io l’adozione del lievito madre non l’ho ancora presa in considerazione, ma ammiro molto chi riesce a prendersene cura…). Un caro saluto e… congratulazioni per la new entry!
Manuela e Silvia: E allora… assaporiamole, queste fave all’aglio novello! Ciao ragazze!
Gio: Sempre prenderla con filosofia: e che altro potrei fare? Mi consolo con le fave, dato che qui c’è una meravigliosa verduraia che me le fa trovare sbucciate, se gliele ordino per tempo… Buon fine settimana anche a te: magari color verde fave…
vaniglialamponi: A me le lacrime vengono dalla gran polvere. Ma sapere che tutto questo può contribuire a spargere in giro un po’ di buonumore mi consola. In parte, però…
L’acqua ‘dorosa: Questo tuo nickname con l’apostrofo davanti mi ricorda sempre certe amate colline. E sapere dell’orto sociale e del vostro lavoro di contadini inesperti e appassionati, mi emoziona. Sono cresciuta in una casa con un grande orto in fondo al giardino: conosco il lusso – quello vero – delle verdure raccolte e mangiate, delle arrampicate sugli alberi da frutto, e pure delle fave fresche. Che finivano in pentola proprio con un po’ di guanciale e un pizzico di peperoncino… Un caro saluto (con molta invidia – sana – per il tuo lavoro di ortolana part-time)
Isafragola: Le mie ballerine di velluto azzurro Cina sono adesso di una polverosa tonalità che definirei “divano del Settecento”: una roba tipo la Gioconda, insomma. Ma certo, in ginocchio tra polvere e calcinacci, di tutto potevo preoccuparmi fuorché del mio abbigliamento! Che doveva essere sicuramente fuori standard, dato che questo è un posto dove tutti sono sempre inappuntabili. Quanto alle fave, ti penserò la prossima volta che le butterò in pentola. Buona notte
(il mio amico cucitore farà un sorriso soddisfatto quando ti leggerà…)
PS: ti devo una risposta a proposito del crumble di fragole, ma dovrei rifarlo per esserne certa. Hai avuto qualche problema con la ricetta?
Cara Sabrine, ieri sera durante quel saluto fugace (ero insieme a Sergio, Laura, Andrea e la piccola Giorgia), non ho avuto modo di farti i complimenti per il tuo blog. Lo trovo talmente carino, divertente e rilassante (si, rilassante, come la lettura di un buon libro!) che su “Mail” del mio Macbook fa capolino, tra i collegamenti RSS, il romantico ed evocativo nome che gli hai voluto dare. Non posso inoltre esimermi dal complimentarmi per le fotografie che graziosamente accompagnano ricette e racconti, direi degne di una blasonata rivista di cucina.
Qualche ora fa, controllando la posta, un numero “1” mi ha avvisato dell’arrivo di una tua nuova ricetta e…. parbleu! avrei potuto metterla in pratica di lì a pochi minuti. Venerdì mi hanno regalato una bella busta di fave fresche ma non avevo ancora trovato il tempo per cucinarle. Così, armata di guanti salva manicure, mi sono ritrovata a sbucciare i verdi baccelli (nessuna verduraia in mio aiuto, purtroppo!).
Adesso la cucina profuma di aglio e favette e, se chiudo gli occhi, vedo la mia nonna mentre le preparava nella cucina della sua casa di campagna.
Ti mando un abbraccio e….al prossimo bel ricordo!
Sto giusto giusto pulendo quintali di fave…
la prova che per mangiare bene non servono ore e ore dietro ai fornelli! meglio passarle dietro ad un muro di tufo!! ohi che santa donna!!!!
Daniela Falchi: Grazie! Mi stupisco sempre di quanto ampi siano i confini di questa blog-cucina. E di come si possa comunicare per interposto schermo. Ma guarda che qui di blasonato non c’è proprio niente! Solo semplicissime fave all’aglio fresco… Cucinate senza guanti salva-manicure (santa verduraia!). Sapere che sono finite pure in casa tua, per giunta in compagnia di un bel ricordo, mi fa piacere. A presto!
Strawberryblonde: Fave a quintali? Allora spero che almeno un mezzo chiletto ne finisca con aglio fresco e un filo d’olio! Sopra una bruschetta. Ciao!
Valeria: Ma certo che per mangiare bene non servono ore e ore davanti ai fornelli! E soprattutto: non c’è bisogno di essere dei cuochi esperti… Insomma: più fave per tutti. All’aglio fresco… A presto!
E invece hai insegnato qualcosa a me! Io non so mai come cucinarle le fave…
…in ogni caso una bella parete giallo canarino non la vedrei così male: solare, allegra, divertente!
Ripensaci: hai visto mai che da un pasticciaccio venga fuori una soluzione impensata?!
Deliziosa la ricetta, che conosco e amo.
La testa in cassetta era il piatto che mio nonno adorava: mai un Natale senza!
I tuoi racconti edil-catastrofici sono bellissimi! E così veri: sto sistemando il bagnetto (davvero piccolissimo) di un piccolo appartamento accanto al mio… pare l’edificazione del Taj Mahal… e non c’è nulla che vada per il verso giusto 🙁
Baci
Adoro le fave!
io di solito faccio una torta salata con fave e spinaci, viene buonissima. condisco tutto con un buon olio e il risultato è delizioso!
il mio preferito è il Laudemio!
sara
Per la stanchezza (data l’ora) non riesco a leggere tutto il post al momento..ma tornerò 🙂
Intanto mi viene l’acquolina per il piatto di fave protagonista..meglio sonnecchiare prima che mi assalgano le voglie °___°
Piacere di averti ritrovata*
Premesso che le fave preferisco mangiarle crude, magari accompagnate con pane e olio e una bella fettina di pecorino…
Ho sotto mano una mega busta di fave da sbucciare e di sicuro mi toccherà cuocerne gran parte. Proverò a farle come suggerisci tu ^_^
Per la casa… il mio più grande “in bocca la lupo”, perchè so per esperienza che fare lavori in casa mentre ci si sta ad abitare è tremendo.
Uff, ma perchè dalle mie parti è così difficile trovarle le fave? 🙁
Complimenti per le buone ricette e per il blog, io mi sono aggiunta con piacere tra i tuoi sostenitori se ti và passa da me
ciaoo e buon pomeriggio
Caspita, e io che pensavo che a me ne succedessero di tutti i colori! Potrebbe servirti il piccolo portafortuna che ti ho lasciato sul mio blog. Se ti fa piacere puoi partecipare al gioco, altrimenti sarei comunque felice che tu potessi leggere l’augurio che ho scritto, perchè ti apprezzo molto. Ciao. A presto. Francesca
Divertente , anche se per te un pò di meno, la storia che racconti nel post.
Ottime le fave, semplici semplici.
Anche io ultimamente ho fatto due ricette nel mio blog.
Se ti và passa a trovarmi nella mia Itaca, sarebbe un onore averti come ospite.A presto.
I tuoi racconti mi prendono per una manica e mi tiran dentro, ed io ci resto imprigionata come il tuo carpentiere balbuziente, ed un po’ tonto se posso dire. Un vero spasso. Sai usare le parole in modo incantevole. Non vedo l’ora di leggere la prossima puntata di questa odissea nel cantiere. E’ come guardare un film, ma piu bello! Ti abbraccio forte, Pat
ciao Sabrine,
ti presento la mia amica Paola, grade cuoca, che mi ha chiesto aiuto per debuttare nel web. Ci è venuta una idea particolare, speriamo che ti piaccia.
semplicemente meravigliosa 🙂
dai che è quasi ora di ricominciare. Da quello che ho visto su FB mi sembra che sia giunto il momento.
p..s ma la Gioconda che fine ha fatto?
hugs
Questa ricetta è perfetta per tutte le fare che ho nel mio meraviglioso orto sinergico .
Questa ricetta è perfetta per tutte le fare che ho nel mio meraviglioso orto sinergico .
complimenti…il tuo blog è delizioso!!
ti seguo volentieri…
passa da me se vuoi!!!!!
francesca trupia
http://livornoinpink.blogspot.com
Ciao, son capitata qui per puro caso e mi rendo conto che oggi…son proprio 3 anni del tuo blog! Complimenti e tanti auguri, proverò di sicuro qualche ricetta e penso che ripasserò spesso da qui 🙂