Zuppa fredda di yogurt, menta e cetrioli
Viva e vegeta: non è che fosse così scontato, date le circostanze. Che – come spesso accade a queste mie scriteriate latitudini – sono circostanze assai poco definite. Apparterrebbero – per questioni puramente stagionali – al genere “vacanze”, ma datosi che il teatro in cui si rappresentano è per metà una casa e per metà ancora un po’ un cantiere, andrebbero a pieno diritto classificate come “lavoro”.
Ora, il lavoro – per sua intima natura – sarebbe qualche cosa che uno fa essendoci un altro che lo retribuisce: ma vi assicuro che non si è trattato del mio caso. Non ho incassato un centesimo.
Per la verità, se solo gli operai si fossero regolarmente presentati sarei stata ben felice di pagare il conto e limitarmi all’organizzazione (ormai mi riconoscono perfino come capomastro e non si sentono più in imbarazzo per il fatto che sono una signora), ma qui le logiche dell’economia di mercato sono come un orso polare abbronzato a Ferragosto: un nonsense.
Mi spiego. Poniamo che abbiate preso un aereo (anzi due, se avete perso il volo per colpa di un tassista) per arrivare alla data convenuta, che abbiate noleggiato una costosa scala aerea per il montaggio di certe persiane, che non vi siate nemmeno potuti fare una doccia perché l’amministratore si è dimenticato di pagare la bolletta e hanno staccato l’acqua al palazzo (solo qui, lo so, ed è la seconda volta in tre mesi…), e che nonostante ciò siate sull’attenti alle otto di mattina pronti a ricevere i montatori. Che succede? Ve lo dico io.
Uno ha dimenticato il trapano e le viti. Il secondo è fuori uso perché ha il cane moribondo e la fidanzata si premura di dettargli un bollettino veterinario ogni mezz’ora al cellulare, mentre lui è sospeso a venti metri da terra. Il terzo, che dovrebbe interagire con il primo ma non può farlo finché non arriva l’occorrente, se ne va dopo due ore perché ha due vitelli da arrostire per l’indomani (del resto è un’autentica emergenza: la festa dei muratori del suo paese).
Capirete come dopo una prima puntata di siffatto tenore, la sottoscritta abbia deciso di procedere con mezzi propri. Dopo essersi premurata che le persiane fossero al loro posto, naturalmente.
Sono iniziate così settimane di intensa attività, durante le quali la premiata ditta “d’Aubergine & d’Aubergine” ha definitivamente cambiato faccia a queste stanze. E non v’illuda quel cognome ripetuto: di Madame ce n’è una sola, solo che all’occorrenza può trasformarsi nel suo doppio, passando dagli utensili di cucina a quelli di tutt’altro genere.
Essere a un passo dalla fine e non riuscire a vedere il risultato stava diventando frustrante. E poi il Piccolo Principe aveva iniziato a chiamarmi “Cheope” – avete presente? quello della piramide costata vent’anni di lavori – e questo era davvero insopportabile (uno si sforza di trasferire ai propri figli un po’ di sano umorismo e si ritrova a fare i conti con cose del genere…).
E allora, a ritmi da navigato cottimista, ho marciato dritta verso l’obiettivo. Armata di pennelli, martello e cacciavite, ordinatamente disposti su uno strofinaccio da cucina come i ferri del chirurgo in sala operatoria, ho combattuto la mia guerra contro le finiture lasciate a metà: e ho avuto ragione del nemico.
Metri e metri di zoccolature dipinte sul muro (ormai le traccio a mano libera, Monsieur d’Aubergine mi chiama “Giotto”, il che suona un po’ come una presa in giro ma è sempre meglio di “Cheope”…), innumerevoli ritocchi a calce (ho imparato a frullarla come fosse l’impasto di una torta: il colore riprende vita e la pennellata è indistinguibile dal resto), dieci porte e relativi stipiti spennellati ripetutamente come polli prima di finire in forno finché non sono venuti del colore giusto (che non è quello dell’arrosto, ma un grigio con dentro un po’ di verde, d’ocra e di violetto che fa da sfondo a certe maniglie provenienti dagli smantellamenti brussellesi del mio fornitore Hamed).
Sono state faticose, solitarie, fantastiche giornate di lavori manuali, capaci di liberare la testa persino al più appassionato frequentatore di psico-consulenti. Poca spiaggia, solo una torta di quelle che i bambini mi chiedono appena mi vedono arrivare, e Monsieur d’Aubergine un po’ arrabbiato (“Mi chiederanno se ci stiamo separando, visto che arrivo tutti i giorni da solo…” “E tu lascia che pettegolino un po’. Così poi si chiederanno come abbiamo fatto a riconciliarci!”). Ho faticato a spiegargli che non c’erano molte alternative – qui, ad agosto – se volevamo finalmente dichiarare aperta anche questa casa.
Perché a volte, nella vita, la soluzione sta nel lasciare che strade apparentemente lontanissime s’incontrino: come la via per le vacanze e quella del lavoro. O i miei percorsi, che si snodano altalenanti a suon di curve e dislivelli senza preavviso, e i suoi, che si distendono con infallibile regolarità.
Così è successo anche per questa crema di cetrioli: un divertissement che potete spacciare per un primo (se invitate le amiche a dieta) o un cicchetto da sorbire come entrée. E’ una di quelle cose per le quali non dovete nemmeno accendere i fornelli, e che potete preparare il giorno prima se siete impegnati a disegnare zoccolature a mano libera a colpi di pennello. Funziona persino da aperitivo, se ci infilate una cannuccia, intanto che mostrate con orgoglio all’altra metà degli adulti di casa vostra, di ritorno dal mare, come avete impiegato la giornata.
“E questo che colore è?” chiede Monsieur d’Aubergine ammirando la zoccolatura ancora fresca.
“Un mix che ho fatto io: ho mescolato un taupe e un gris souris…”
“Un’arca di Noè di roditori… Ma a te non facevano impressione i topi?”
“Certo, ma avresti una definizione alternativa?”
“Hmm… pigeon?”
“Ma se mi fanno impressione anche i piccioni!” dico scacciandone un paio dai miei gelsomini mentre gli metto in mano il suo bicchiere.
Lo osservo alzare sospettoso il sopracciglio: “E’ un frullato?”
“Zuppa di cetrioli e menta.”
Esplora con la cannuccia in superficie. “E questi?”
“Fiori di cetriolo…”
“… Li hai fatti tu?!?”
“Non penserai che esistano in natura. Sono come il colore della zoccolatura: una mia invenzione.”
“Però… sembrano pastiglie croccanti… Dài, domani vienitene al mare…”
Guardo il sole che tramonta e non ho dubbi: non ci saranno altri lavori creativi a tenermi lontana da quell’acqua color smeraldo. Ma potrebbe anche essere turchese. O grigio-verde con sfumature d’argento, come le foglie della lavanda e dell’ulivo.
In ogni caso gelida e trasparente come i cubetti di ghiaccio che ho dimenticato in frigo…
Post scriptum
L’idea che questa zuppa di yogurt e cetrioli dovesse essere servita quanto più ghiacciata possibile ha continuato a frullarmi in testa (dopo tutto questo frullare, ci sta…) fino a che, presa da irrefrenabile impulso polare, ne ho rovesciata un po’ in uno stampo per ghiaccioli. Beh, sappiatelo: si può fare. Per i neofiti del genere, l’autrice precisa che il pentolino era pieno d’acqua fredda, il sistema migliore per estrarre ghiaccioli dallo stampo con una silhouette degna di Vogue. Giusto perché nessuno pensi che vanno cotti a bagnomaria…
ZUPPA FREDDA DI YOGURT, MENTA E CETRIOLI
INGREDIENTI
cetrioli: 3 grandi
scalogni: 2 medi o 3 piccoli
aglio: 1 spicchio (che non sia vecchio, per carità…)
menta fresca: 3/4 di una vaschetta (o 3-4 cucchiai di foglie spezzettate)
yogurt greco: 300 gr (intero, il migliore che trovate)
sale
pepe nero macinato fresco
olio extra-vergine di oliva
Sciacquate i cetrioli, eliminate le estremità e privateli della buccia cercando di toglierne uno strato sottile (altrimenti vi potete scordare quel delizioso colore verdolino che la menta da sola non garantisce…). Tagliateli in quattro spicchi nel senso della lunghezza, privateli dei semi e fateli a cubetti.
Mondate l’aglio e gli scalogni e tagliate anche questi a cubetti (gli scalogni, per l’aglio regolatevi). Sciacquate le foglie di menta, strizzatele e strappatele grossolanamente con le mani.
Mettete nel bicchierone del minipimer aglio, scalogni e cetrioli, aggiungete un paio di cucchiai di yogurt e iniziate a lavorare. Vi sembrerà impossibile, all’inizio, riuscirci senza aggiungere liquidi, ma abbiate fede: appena i cetrioli iniziano a disfarsi di liquido ce ne sarà più che abbastanza.
Lavorate per almeno un paio di minuti e poi aggiungete la menta ben strizzata e continuate l’opera. Aggiungete il resto dello yogurt solo alla fine, aggiustate di sale e aspettate qualche minuto prima di decidere se ne serve altro (il sale nei composti freddi è infido e ingannatore: sembra sempre poco e quando smettete di aggiungerne è già troppo…).
A questo punto avete davanti a voi due strade (come quasi sempre nella vita), ed entrambe sono tranquillamente percorribili (il che nella vita raramente avviene).
Piano A (riservato ad occasioni “da signorina”): passate la crema al colino (uno di quelli a maglie fini non quello del bollito…) aiutandovi con un cucchiaio. Ci metterete un po’, ma il risultato sarà una crema fine come quella della foto.
Piano B (se avete fretta, o un fidanzato di quelli che non si accorgerebbero della differenza): evitate di sporcare colino e cucchiaio e passate oltre.
Mettete la crema in frigorifero per qualche ora (sigillandola bene perché non prenda l’odore di quel melone un po’ andato che non riuscite a rifilare a nessuno). Al momento di servirla irroratela con un filo d’olio buono e aggiungete un po’ di pepe macinato al momento.
Se avete un residuo pezzetto di cetriolo utilizzatelo per decorare la zuppa. Opzioni disponibili: 2.
Se avete optato per il piano B, tagliatelo a dadini: andrà benissimo.
Se invece siete alle prese con il piano A, e magari sta arrivando quell’insopportabile fidanzata del vostro amico che prendereste volentieri a calci sotto il tavolo (lei, non il vostro amico…), scegliete la strategia “mettete dei fiori nei vostri cannoni”: affettate sottilmente il cetriolo, recuperate uno stampino per biscotti e datevi da fare. I fiori disseminati sulla zuppa mettono di buonumore chiunque (anche voi, mentre li fate). Il che rende questa soluzione adattabile anche al piano B.
Del resto, nella vita, anche le strade più distanti finiscono a volte per intrecciarsi…
POSTILLE
Dosi
Quelle indicate sono per 2 persone se la mangiate come primo, o per 6 se la servite come entrée.
Materie prime
Non ci sarebbe bisogno di ripeterlo, ma tant’è: i piatti semplici hanno bisogno d materie prime eccellenti. Altrimenti, meglio ripiegare su qualcos’altro. Nel caso di specie sono necessari cetrioli freschissimi e profumati (lievemente profumati… di cetriolo), scalogni e aglio in giovane età (l’aglio vecchio è insopportabile!), menta tosta e frizzante (niente foglie ammosciate). Quanto allo yogurt, cercate di evitare quelle vaschette che paiono piene di stucco per muro: possono andar bene al massimo per i miei ritocchi alle pareti…
Ingredienti: aglio • cetrioli • menta • olio extravergine • pepe • scalogni • yogurt e yogurt greco
Sei stupenda Sabine…adesso mi passi da food blogger a esperta restauratrice-muratore-imbianchino…che mito!!!!Cara però devi promettermelo, alla fine voglio vedere nei dettagli tutti i lavori finiti, non sai che curiosità che mi hai messo in questi anni!!!!
Tesoro qui a Napoli fa ancora caldissimo pensa che questa mattina ci sono 32° quindi una zuppa cosi fresca e gustosa ci sta una favola davvero!!Un bacione grande cara Cheope in arte Giotto:D!!!
P.s. L’altro giorno ho postato una ricetta presa dal tuo pdf sul manuale di nonna papera ed ho invitato tutte a scaricare il pdf..un successo:D!!
Dolci a gogo: Cara Imma, le strade della vita si incrociano spesso, e non sempre a sproposito! Il lungo capitolo “Lavori para-edili” è quasi giunto al termine e davvero non ne vedevo l’ora…
La zuppa di cetriolo, menta e yogurt – un classico della cucina indiana – pare fatta apposta per conciliare gli opposti: mestoli e pennello, insomma. E questo perché a farla ci vuole pochissimo! E a finirsela pure.
Un caro saluto
P.S.: ho appena commentato il tuo post con ricetta tratta dal pdf del Manuale di Nonna Papera, grazie ancora per la citazione!
Pensavo che l’estate fosse finita ma il caldo e l’umido stanno facendoci tornare indietro di 2 mesi. Peccato che le ferie siano già passate però. Il tuo post casca a fagiolo perché ci restituisce la freschezza del buon cibo, semplice e dai colori estivi. Mi cimenterò nella sua preparazione (data anche la facilità di preparazione) sabato pomeriggio, quando offrirò un aperitivo per gli amici, in occasione del rientro in città. Grazie Sabrine, anche per la tua gradevolissima scrittura. Paolo
Paolo: Caro Paolo, innanzitutto benvenuto in questa piccola cucina (che oggi – non chiedermi perché – vede svolgersi le consuete chiacchiere attorno alla ricetta nella stanza Facebook di FRAGOLE A MERENDA). La zuppa di cetrioli, come il gazpacho, è una di quelle ricette che andrebbero provate se non altro perché non ci costringono ad accendere i fornelli. E se all’ultimo momento i commensali crescono di numero, basta servirla in un bicchiere e trasformarla in… aperitivo! E’ di una semplicità a prova di principiante, ma consentimi un’unica avvertenza: occhio all’aglio! Dev’essere freschissimo. E dosato con parsimonia… A presto!
che zuppa meravigliosa!!!!
Ale: La zuppa di yogurt con menta e cetrioli è innanzitutto una zuppa facilissima da fare. Se poi ti piace il genere “Indian style” (dato che sono queste le origini della ricetta), ami la menta e non temi un po’ d’aglio… è da provare! Buon fine settimana e a presto
Eccomi puntuale! Se arrivo di corsa dopo due settimane di tua assenza, figurati con due post ravvicinati. Leggerti è un po’ come abbandonarsi ai sogni, mi sa che tu sei un personaggio inventato dalla fantasia di uno scrittore, una specie di Zia Mame però raffinata, solare e pure caparbia. Proprio non ce la faccio a fermarmi alla ricetta e ci scommetto che se pubblicassi la ricetta per mischiare la vernice, rischirei di servire anche quella agli ospiti. Troppi complimenti?
🙂 Firmato: una food-stalker 🙂
La creatività d’altronde si esprime a tutto tondo quando c’è e tu ne hai data un’ampia dimostrazione!
La zuppa? Semplicemente intrigante, fresca, un belvedere che risolleva il morale.
Bacioni e buon fine settimana
Sabrina&Luca
Chi fa da sè fa per tre, dice il proverbio e tu l’hai applicato alla lettera, cara Sabrine.
Per quanto riguarda la ricetta, in questo momento gli unici ingredienti disponibili tra quelli richiesti sono l’aglio fresco (dell’orto di mia suocera) e le foglie di menta (delle mie coltivazioni sul balcone); posso sperare che settembre si mantenga così ancora un po’ altrimenti rinvio l’esperimento alla prossima estate, che magari sarà un po’ meno frammentata di questa, con un po’ più di tempo da trascorrere in cucina con le mani in movimento e con la testa libera…
Claudette
Roberta – Il senso del gusto: Torna a girarmi la testa: e non solo per i complimenti di una deliziosa food-stalker. E’ che oggi le chiacchiere attorno alla ricetta si sono sviluppate prevalentemente nella dépendance FB di questa mia cucina e non so più dove sono (il che accomuna questa mia vita internettiana a quella al di qua dello schermo del pc…).
Tornando a noi – dovunque siamo – no, non sono un personaggio inventato. Anzi, adesso che mi ci fai pensare, un anno dopo aver aperto il blog ricevetti una mail da una foodblogger “importante”: mi diceva, non proprio soavemente, che aveva la certezza che io non esistessi ma fossi – per l’appunto – un’invenzione. Anzi “un’operazione di marketing studiata a tavolino”… Ci abbiamo riso moltissimo in famiglia e ancora adesso, quando qualcuno mi dice che sono un po’ rompiscatole (e lo sono…), gli ricordo che sbaglia a prendersela con me, che per l’appunto… non esisto!
Perciò grazie per il commento affettuoso (che, ti assicuro, non ha davvero nulla a che vedere con quella mail decisamente acidina…).
E’ che io sono una che crede al valore della quotidianità, di quei piccoli istanti che messi in fila compongono il film di una vita. E non c’è sceneggiatura migliore della vita vera…
Un caro abbraccio e a presto
Luca and Sabrina: La creatività mi è necessaria, credo come potente antidoto alla noia. E poi io sono una che non sa stare con le mani in mano, non solo in cucina. La zuppa di cetrioli e yogurt? Una piacevolissima scoperta! Veloce, estivissima, facilissima. E pure in versione ghiacciolo… Ciao ragazzi!
Claudette: Cara Claudette, non sono tipo da starmene con le mani in mano se so di poter servire a qualcosa. Non mi agito più di tanto in situazioni che so di non poter cambiare, ma se c’è una possibilità che il mio intervento possa dare un contributo beh… non mi risparmio! E poi i lavori manuali sono un fenomenale svuotatesta, fanno dormire benissimo anche con il caldo insopportabile, e ci fanno stare con i piedi per terra. La zuppa di cetrioli è stata d’aiuto, in molti sensi: si preparava in un attimo, possibilmente in anticipo, e ci faceva sentire bene (non siamo di quelli che indietreggiano davanti a uno spicchio d’aglio…). Ti dirò: in versione ghiacciolo diventa una spiritosaggine che con un pezzetto di formaggio non sta affatto male…
Ti auguro un buon settembre con la testa libera, dopo la tua estate “frammentata”: con o senza zuppa di cetrioli. E ti invidio enormemente il lusso (un vero lusso…) dell’aglio fresco preso da un orto amico. Come sempre grazie, e a presto!
Cara Sabrine,
toccasana per l’allegria come al solito! Anch’io adoro i lavori manuali, anche se non sono ai tuoi livelli. Mi rilassano e mi danno una grande sensazione di autoefficacia. Col tupi non me li posso ancora permettere como voglio io, ma ci tornerò. Questa zuppa potrebbe essere causa di divorzio, ma la proverò certamente prima o poi quando mi servirà un buon pranzetto in solitudine.
L’umorismo del pargolo è sulla buona strada di quello del tuo Piccolo Principe…
he he he “giotto è meglio di cheope” saranno le persiane migliori che siano state messe sù, smack
It looks great. Thank you for sharing
L’aria che si respira nei tuoi post è incantevole. Immagino che l’aggettivo possa sembrare fuori luogo, soprattutto dopo tanto spennellare e martellare, ma ti assicuro che leggerti è davvero quel piacere che mi concedo quando ho bisogno di una pausa, di una boccata d’aria. Come posso dire? E’ un po’ come il sapore deciso del cetriolo e rinfrescante della menta.
Isafragola: Cara Isa, non conoscendo altro antidoto efficace contro questo genere di calamità, mi sforzo di ricorrere all’ironia e alla sensazione di “autoefficacia”, come dici tu. Qualcosa a metà strada tra l’homo faber e Gandhi che filava… I lavori manuali ci riportano a quella stanchezza fisica che ormai è parte della quotidianità di pochi, alle nostre latitudini. E danno un senso anche a certe generose spaghettate, o fette di crostata, che altrimenti ci farebbero sentire un po’ in colpa… Confido nella tua prudenza: nessuna zuppa di cetrioli e yogurt – pur proveniente da cucina amica – è meritevole di trasformarsi in causa di divorzio! Quanto all’ironia che si trasmette ai figli, sappilo: è un boomerang. E non manca un colpo… Un caro saluto e a presto!
Gunther: Ho qualche dubbio sul fatto che siano le persiane migliori (hanno ancora qualche problemuccio…), ma nessuna esitazione circa il fatto che esser definita Giotto sia assai meglio di Cheope! La verità è che non vedo l’ora di tornare alla mia routine, anche – ma non solo – in cucina. La zuppa di cetrioli e yogurt è stata di aiuto, non lo nascondo, ma la voglia di cucinare seriamente e a pieno ritmo imporrebbe almeno una pagnotta… non se al cetriolo… A presto!
(restaurants vouchers) In genere le pubblicità le cancello, ma l’idea di una serata superscontata in un privé a Knightsbridge, con tanto di burlesque tra una portata libanese e l’altra… mi chiedo come ci siano arrivati, alla mia zuppa di cetrioli…
clara – ladri di ricette: Posto che mi fa molto piacere sentirmi dire che questa piccola cucina induce buonumore, mi vedo costretta a rivelarti che il tono lieve dei miei post è la reazione più spontanea a quegli accadimenti quotidiani che normalmente si classificano come “piccoli incidenti domestici”, “accidenti karmici indesiderati” o addirittura sfighe (lo so, il termine non è di quelli tremendamente chic, ma penso renda…). Siccome, per tutta una serie di irrinunciabili (per me irrinunciabili…) circostanze, me ne capitano parecchie, a un certo punto ho deciso che non valeva la pena prendersela più di tanto: assecondo gli eventi, se non riesco a cambiarne il corso. Limito i danni e poi… possibilmente cerco il lato comico di ogni situazione! E mi stupisco sempre di come le cose vadana davvero solo guardate con gli occhi giusti… Tutto ciò detto: un grandissimo grazie! E,
naturalmente, a presto…
Eccomi da te, Sabrine. Che dire, sei una piacevolissima scoperta. Sono arrivata alla fine del tuo post con un sorriso sulle labbra. Credimi! Conosco le avventure e le disavventure dei lavori in corso.
Non amo molto i cetrioli… che non profumano di cetrioli!^^ (Ti confesso che dal fruttivendolo, compro le verdure e la frutta solo dopo averle annusate!)
A presto, Ada. 🙂
Ciao e benvenuta tra i miei lettori fissi. Complimenti per il blog!
A presto
Cinzia
Complimenti per questo fantastico blog, sei bravissima!
Michela
Ma che meraviglia il tuo blog, carissima Sabrine!!!
E te lo dice una che, a differenza di te, ama la tecnologia e ogni tipo di elettrodomestico alla moda…
Mi farebbe molto piacere che diventassimo amiche e che, magari, ci seguissimo a vicenda: se ti fa piacere, ti aspetto sul mio http://www.paneperituoidenti.it.
Un bacione.
Valeria
Bellissimo racconto! Ora anch’io voglio veder le foto.
I cetrioli mi piacciono in tutte le salse, ma così non li ho mai assaggiati, magari provo.
Grazie di essere passata da me, mi ha fatto davvero piacere.
Ciao cara, il tuo blog è davvero carino! Se hai tempo, passa da me per partecipare al Link Party “Back to Autumn” su Fragola e Cannella
Ti aspetto con gioia!
Nina
welcome to my blog I am pleased that you are here and wish you much fun
your blog is so wonderful
♥doris
Grande post, devo provare!
La cucina è anche la mia passione nei tuoi articoli si può anche vedere! Saluti
Sugar: Anche tu annusi prima di comprare?!? Lo dirò a mia madre: si vergognava di me, in giro per negozi quand’ero ragazzina, perché annusavo persino i capi d’abbigliamento! Adesso mi limito ai profumi e alle cose commestibili: dandomi un tono da esperta… E cerco appena posso di trovare il tempo per fare una torta… o una crema di cetrioli e yogurt alla menta. Ciao Ada, a presto!
cinzia corbetta: Grazie e a presto!
Michela Sassi: Mi piacciono le ragazze che cucinano. E che hanno sogni. E che li coltivano. E mi faceva piacere darti il benvenuto in questa divertente, affollata food-blogosfera! A presto!
Paneperituoidenti: Cara Valeria, l’idea di una dentista che addenta pancakes non poteva non divertirmi! E poi mi piace sempre l’insospettabile lato b delle persone. Voglio dire: uno si aspetta che un’odontoiatra sia talmente ossessionata dalle fauci altrui da rifuggire, nel suo tempo libero, qualunque hobby abbia vagamente a che fare con la masticazione… Benvenuta in questa piccola cucina, dove gli utensili high-tech scarseggiano per scelta. Ma dove ci si diverte tanto. A presto!
cucinalà Laura: Credo che alla fine, dopo aver inflitto agli amici di FRAGOLE A MERENDA tanti post al sapore di calce e di vernice, le foto di questa casa arriveranno… Ma ci vorrà ancora un po’. Per i cetrioli, invece, non c’è problema: si trovano in tutte le stagioni. Anche se questa zuppa con yogurt e menta è decisamente estiva (soprattutto se in forma di ghiacciolo…). A presto!
Ciao Sigrid, come sempre è bellissimo leggerti. Ti scrivo per comunicarti che ti ho nominata per il Versatile Blogger Award, non potevo non farlo 🙂
Nel caso accettassi ecco qui il mio post dove è spiegato meglio il tutto http://menteecuoreincucina.wordpress.com/2013/09/10/nessuna-ricetta-ma-una-piccola-soddisfazione-versatile-blogger-award/
Spero ti faccia piacere!!!
A presto spero e ancora complimenti per la tutto!
Mi sono fatta delle matte risate. Perché le tue disavventure di padrona di casa che vorrebbe riuscire ad accogliere ospiti prima o poi, mi hanno ricordato quanto sudore, fatica e parolacce ho lasciato nella mia prima casa di giovane sposa. Una casa toscana vecchia, con totale mancanza di isolamento termico, polare in inverno e fresca d’estate. Dove io e mio marito abbiamo fatto praticamente tutto, dagli imbianchini ai falegnami. Ma una guerra sola non siamo riusciti a vincere: quella con il camino, che non tirava. E per 4 anni ho vissuto puzzando di cenere come Cenerentola.
Delizioso il “mangiaebevi” di cetriolo e menta…ma alla fine, qualche meritatissimo tuffo te lo sei fatto? Un abbraccio, Pat
Nina: Ti ringrazio per il commento gentile e per l’invito! Il tempo a disposizione per il blog lo strappo a fatica alla mia vita al di qua dello schermo del pc, per cui non mi è facile partecipare a queste iniziative. A presto!
Villa Lieblich: Thank you Doris. I like your photographs, so much… Ciao!
Ristoranti a Cracovia: La blogosfera è davvero un mondo senza confini… Ciao!
Martina: Perbacco, queste sì che son soddisfazioni! Ricevere un commento in cui mi si chiama “Sigrid” è come essere un valletto e sentirsi chiamare “Sua Maestà”… Spero non se ne abbia a male la Sigrid-cavoletto… In ogni caso molte grazie per l’invito (che, leggo, è rivolto proprio a FRAGOLE A MERENDA). E per il tuo lapsus che mi ha fatto fare un inatteso (e immeritato) avanzamento di carriera. A presto!
Patty: Due giovani sposi in una vecchia casa in Toscana, esposti alle intemperie e al loro amore: ma questa è un’immagine da romanzo! Compresi pennelli, viti, martello… e pure quel camino bizzoso (toscano) che ti regalava il profumo di Cenerentola. Il mangiaebevi alla menta, yogurt e cetrioli ci sarebbe quasi stato bene – forse persino con cannuccia unica – d’estate.
Quanto a me, mare pochino pochino… ma molto bello. senza tuffi, però: mi fanno venire l’otite. A presto!
io e te abbiamo una teglia di strani muffins che ci aspetta…
(tanto credo che presto arriverà il tempo mondalità forno= ON)
Bellissimo il blog e le ricette che risultano a mio modo di vedere molto sfiziose . La tua passione si vede nei tuoi piatti . TI va di condividerla insieme ? Passa da me http://soulinthefood.blogspot.it/
non ti leggo quanto vorrei perché la vita non è abbastanza lunga, ma quando lo faccio non mi pento mai…. Ma quanto mi piace quel che scrivi e come, addirittura mi oscuri i piatti che tra l’altro meriterebbero attenzione. Grazie, sto ancora ridendo. L’umorismo del figlio poi mi fa impazzire.
SABRINE … infatti non puoi sapere … Sai quelle cose che fai e un secondo dopo ti rendi conto di aver commesso un’enorme figura di M!!! Sarei voluta sprofondare (però subito dopo ti ho messo un commento di scuse su facebook), telefonarti e dire nooooooooo non volevo!!!
Pazienza, spero tu abbia capito che il riferimento era solo pensato per te! Nella speranza di averti quanto meno strappato un sorriso (della seria quarta ‘sta idiota!!!) a presto 🙂
Martina
conscia di non essere una cuoca appassionata, devo dire che adoro e mi diletto nelle preparazioni articolare delle montature dei piatti.
mi piace personalizzare ed inventare, anzi pardon.. improvvisare!
Mi prendi! , nel senso di incantarmi, sara’ la vivacita’ dei tuoi racconti .. degni di essere dei veri e propri best seller.
buona serata Sabrine!
Pillow: Eccome!… non penserai mica che me la sia dimenticata, quella tua idea! Ma il mio forno è attualmente in modalità “DEAD”: nel senso che è defunto. Presa da tutt’altre faccende (un’orda di guastatori mi ha smontato tutti i termosifoni di ghisa vecchi di più di cento anni…) non sono ancora riuscita ad ordinarne uno nuovo: che spero riuscirà ad infilarsi con precisione millimetrica nell’esiguo pertugio riservato al precedente. Insomma: sappi che non ti ho dimenticata… Riprenderemo il discorso non appena l’attuale forno sarà in modalità “BURIED”, e il nuovo in quella “ON”. Non vedo l’ora. Un caro saluto!
Vincenzo Nasti: Mi fa piacere che ogni tanto ci sia una voce maschile, in questa mia cucina: grazie Vincenzo! A presto
post letto tutto di un fiato, fra risate ed ammirazione.
stiamo ristrutturando casa nuova e non sai quanto ti comprenda…..
grazie per essere passtata da me, è stato un vero piacere trovarti, anche perchè così ho avuto modo di approdare nel tuo bel mondo….
p.s.:anch’io sto allevando una serpe in seno… 🙂
buona domenica!
Lara Bianchini: Con tutta la roba che c’è sul web ci vorrebbero altre due vite per leggersi tutto! Ma io dico che per fortuna c’è anche la vita vera, quella che ci tiene affaccendati e lontani dallo schermo del pc. Poi però, quando la vita vera della mia cucina finisce per attraversare lo schermo trasportata dalle parole, mi chiedo se non sia limitante parlare di “cucina virtuale”: perché tutti gli amici di FRAGOLE A MERENDA mi pare di conoscerli davvero… Ecco, questo per me è il senso di un blog di cucina e dello scambio di ricette: stare – e far stare – bene. Strappare sorrisi a giornate grigie, perché la vita – quella vera – è una collana di istanti piccoli come perline di vetro. Capaci di luccicare. Un caro abbraccio
Martina: Mi hai strappato ben più di un sorriso, e pensieri di grande simpatia. E poi, che sarà mai! E in ogni caso l’associazione non era mica sfavorevole… Un caro saluto e a presto!
Laura: Cara Laura, mi piacerebbe tanto vedere una delle tue “articolate montature”. Nel caso di cui sopra, non è che di articolato ci fosse molto: giusto qualche fiore di cetriolo, di quelli non dati in natura, per rendere la zuppa di yogurt – e la vita – più divertente… E forse sarà per questo che quello che succede nella mia cucina appare un po’ “vivace”: io temo la noia più di un flagello biblico! Grazie per le tue belle parole e a presto!
Monica: Anche tu alle prese con una ristrutturazione?!? Hai tutta la mia solidarietà! In-con-di-zio-na-ta. Se ti può consolare, nel mio caso si è trattato anche di un restauro, che comporta di avere a che fare con materiali d’altri tempi (hai presente cosa vuol dire spalmare la cera pura d’api piastrella per piastrella? ecco, cose del genere…). La cucina – anche se solo con ricette veloci e poco impegnative – era una parentesi per risollevarmi lo spirito. Fiori di cetriolo nella zuppa compresi… Saluti alla piccola serpe di mammà. A presto!
Buongiorno Sabrine, mi piacerebbe provare la ricetta ma temo sempre che i cetrioli siano amari. C’è un modo per evitarlo? Grazie se troverai il tempo di rispondermi, a presto!
Ciao e complimenti…una domanda, credi sia possibile sostituire lo yogurt greco con quello di soia per avere una versione vegan?
Grazie..Marco
Ciao Marco, non sono un’esperta di alimenti vegan (anche se ogni tanto mi cimento…) ma non vedo proprio alcun problema a sostituire lo yogurt greco con quello di soia! Lo yogurt greco offre il vantaggio di essere molto compatto, ma questa è in fondo una zuppa e dunque anche uno yogurt un po’ più liquido funzionerà! (anzi, se dovessi optare per l’opzione A – passaggio al colino, ti renderà le cose più semplici…)
Farei invece un po’ di attenzione ai sapori: se lo yogurt di soia è come il latte di soia, forse ha quel saporino leggermente “vegetale”, un po’ farinoso… che è buonissimo, ma magari ti richiede qualche aggiustamento. Curiosa di sapere quale sarà il risultato, ti ringrazio molto per la partecipazione alla vita di questa piccola cucina. Un caro saluto!