Vellutata di carote e mele al forno
Le prime avvisaglie si sono manifestate al mio ritorno a casa: camminavo per la stanza e mi pareva che le pareti si muovessero, quasi oscillassero al mio passaggio.
Sulle prime ho pensato alla stanchezza: ero reduce da dieci ore in aeroporto per un guasto all’aereo. E per vincere la noia le avevo impiegate informandomi su ogni possibilità di risarcimento in casi del genere (ormai so a memoria la carta dei diritti dei passeggeri, il numero dell’ENAC, e un paio di indirizzi web di società aeroportuali).
La mattina dopo, quando entrando e uscendo di corsa ho riavvertito la stessa sensazione, ho pensato ad Agostino. “Vuoi vedere che mi devo rassegnare all’esistenza di un fantasma?” mi son detta tra me e me mentre scendevo di corsa le scale. Poi la giornata è filata via e me ne sono dimenticata.
Finché ieri ho deciso che il momento tanto atteso era arrivato: ho aperto i primi nove scatoloni. E ho avuto la certezza di non avere le traveggole. Due ore dopo, presa in un vortice di pensieri gonfi di grigio come le nuvole di un temporale, ero al telefono col falegname. “Si è seduta, signora…”, è stata la sua diagnosi via cavo. E ho chinato la testa come se chicchi di grandine scrosciassero dal soffitto.
Voi lo sapevate che anche le librerie si siedono? Io no… e per favore non ditemi che la notizia vi lascia indifferenti: abbiate almeno riguardo del mio profondo sconforto. Perché oggi sono una povera signora piegata dall’accanirsi del fato avverso e con un tasso di ottimismo in caduta libera.
Quell’impiastro di libreria fatta costruire apposta perché l’altra non c’è stato verso di farla entrare in casa. Quella che si era ristretta come un maglione contrifugato per cui hanno dovuto rifarle le ante. Quella che mi sono pitturata, carteggiata e incerata con le mie manine da lavoratore edile. Beh, proprio quella libreria lì: adesso si permette di vacillare sotto il peso dei miei libri! Per l’esattezza, la casa è talmente vecchia (ooops!… “antica”… fa più fine) e tutta storta che, nonostante me l’avessero montata a perfezione, dopo un mese si è adeguata al pavimento: e si è storta pure lei. Pende in avanti di tre dita dal muro, e siccome le vecchie case sono elastiche quando cammino lei lievemente ondeggia: si inchina al mio passaggio… E poi ditemi se questa non è una presa per il… naso (un certo aplomb ci vuole, anche in frangenti travagliati).
Perciò oggi il ramo para-edile della premiata ditta “d’Aubergine – Cucina con Traslochi” è chiuso: a malincuore ho sospeso l’apertura degli scatoloni, che mi piaceva così tanto. Perché riprendere in mano i propri libri uno a uno è un po’ come rileggerli tutti: riaffiorano nozioni, ricordi e nessi logici. La mente vaga senza sforzo tra una materia e l’altra, lucida e leggera. E nonostante i mesi passati a sniffare trementina, la sensazione di riscoprire (quasi) intatti i miei neuroni è una piacevole, rassicurante certezza.
Adesso mi sento come se avessi un muro nella testa, che mi divide il cervello in due: una metà effervescente, su questioni di Economia, Diritto, Storia delle Religioni, Antropologia & Femminismo; e una metà addormentata, perché ancora orfana delle sezioni Storia, Politica, Letteratura, Filosofia. E Giardinaggio. Solo la sezione Cucina fa bella mostra di sé sugli scaffali della credenza, già da settimane: con tutta evidenza, anche i libri sanno essere terribilmente sfacciati…
Perciò questo è un post che non avrei voluto (dovuto?) scrivere: perché ognuno ha i suoi problemi e non è che leggere online quelli degli altri sia uno sport propriamente rilassante. E perché detesto le persone lamentose, anche quando a lamentarmi sono io. Poi però mi sono detta che un blog deve in fondo riflettere una vita, in tutte le sue sfaccettature. E una vita non è mai tutta rosa: per esempio, la mia oggi è grigio ardesia con sfumature di arancione carota. Lo so, è un accostamento un po’ azzardato: ma come potrei riequilibrare lo sconforto per quella mia dispettosa libreria se non ricorrendo a una delle mie vellutate “da signorina”? Perciò il ramo culinario della premiata ditta non ha alcuna intenzione di incrociare le braccia: anche se si tratta di tirar fuori pentole e mestoli per una sciocchezzuola a base di carote e mele (ve lo confesso, persino un po’ vecchiotte…).
Oggi va così. Ma verrà il giorno – presto, me lo sento – in cui potrò gridare al mondo “E’ nata una cucina!”. E fa niente se non ci sarà il mondo ad ascoltarmi: io sarò felice lo stesso. Vorrà dire che avrò tutti i miei libri in ordine, e anche l’altra metà del cervello in piena effervescenza. Che dal mio forno non usciranno solo pagnotte e biscotti, ma sarò tornata a cucinare verdure. Che avrò tempo di sdraiarmi sul divano, anche solo cinque minuti la sera. Che avrò deposto i pennelli e potremo finalmente tornare a parlare d’altro, io e voi.
E che la mia testardaggine nel portare avanti questa dissennata avventura di tastiera e di fornelli – questa mia doppia vita da foodblogger – avrà avuto la meglio su tutto. Su ogni sorta di accidente karmico capace di scatenarsi tra le mura domestiche. E su tutti i luoghi comuni che vorrebbero per le signore passatempi di ben altro genere.
Saluti e baci,
S.
VELLUTATA DI CAROTE E MELE AL FORNO
INGREDIENTI
carote: 500 gr
mele: 2 (sceglietele dolci)
patate: 2 piccole
porro: 1 (solo la parte bianca)
zucchero di canna: 2 cucchiai
olio extra vergine di oliva: 2 cucchiai
brodo di pollo: 1/2 litro (o, in alternativa, del granulare vegetale)
sale
pepe (oppure cumino, o curry)
Accendete il forno a 180-200° e rivestite una pirofila di carta forno.
Mondate le verdure, sbucciate le mele, lavate e asciugate tutto e mettetelo a pezzi non troppo grandi nella pirofila.
Salate appena, cospargete con lo zucchero di canna e irrorate con un paio di cucchiai d’olio.
Cuocete in forno caldo per circa tre quarti d’ora, o finché le verdure non sono tenere e dal colore lievemente ambrato. Mescolatele spesso e fate attenzione a non bruciacchiarle (se vedete che si asciugano troppo e il rischio carbonizzazione è in agguato, aggiungete qualche cucchiaio d’acqua).
Quando saranno tenere toglietele dal forno, mettetele in una pentola con il brodo di pollo (o con dell’acqua nella quale avete sciolto il granulare vegetale) e portate a bollore. Fate andare per una decina di minuti, perché il brodo prenda un po’ del sapore di verdure, poi frullate tutto con il minipimer e aggiustate di sale.
A questo punto vi si aprono tre strade, tutte ugualmente interessanti: la via del pepe (se avete voglia di una vellutata “briosa”), quella del cumino (se amate il profumo della tradizione), e quella del curry (se volete osare con un tocco di esotismo). Io ho optato per la prima, con l’ausilio di un filo d’olio crudo e una spolverata di pecorino dolce. Ma vi assicuro che vale la pena di tentare anche le altre… Infine: una fetta di pane buono appena tostato ci vuole: quale che sia la via che avete scelto di percorrere.
Ingredienti: brodo di pollo • carote • mele • olio extravergine • patate • pepe • porri • zucchero di canna
dai,ogni tanto lo sfogo ci sta’,la stessa cucina e’una valvola di sfogo no?
baci
Mirtilla: La cucina è una meravigliosa valvola di sfogo… Ciao Mirtilla!
Eh non tutti i giorni possono essere belli, pieni e positivi..ma tutto passa..anche il cattivo umore e le sfortune..se cosi’ si puo’ dire :))
Tu non demordere e vedrai che alla fine l’avrai vinta su tutto quanto ^_^
Baciii
🙂 su dai! il giorno in cui deporrai le armi, ti volterai indietro e ti mancheranno anche queste rocambolesche avventure 🙂
un abbraccio sabry
Mary: Mia cara Mary, fossero tutte queste le sfortune della vita! Anche per esperienza diretta, so che questi sono solo dei piccoli incidenti di percorso… e niente più. Resta il fatto che non vedo l’ora di riavere una vita normale: vellutate di verdure incluse. Grazie per il commento affettuoso e a presto!
Babs: Come va, globetrotter? Ogni volta che vado in autostrada sulla A14 mi giro dalla parte della ferrovia: chissà che non ti veda dietro un finestrino, diretta a Bologna… In attesa di un’esistenza meno rocambolesca, ti saluto. Ciao Babs
Buona! Niente di meglio della cucina per sfogarsi con grandi soddisfazioni!
Ma come la tua libreria deferente non ti piace???:o) tranquilla io son tre anni che ho paura di una mattonella della cucina…la colla tende a staccarsi, l’hanno già riattaccata due volte ed è proprio sopra i fuochi e il forno…ogni volta tremo se ci penso, un mattonella così potrebbe uccidermi, in realtà mi vuole bene e sta ferma lì a guardare che faccia tutto bene!
A me piace leggerti, mi sembra di leggere dei racconti 🙂
E’ dura avere una casa a metà e dentro gli scatoloni pero’ ha un’altro fascino.
Ottima zupppa, metterebbe il sorriso a tutti! 🙂
Condordo pienamente con questa zuppa …e ti diro’ anche di piu’ che io ne faccio una versione con la zucca (quella con buccia verde) al profumo di curry
mi piace tanto venirti a leggere anche quando ti lamenti. ma… non è che la biblioteca si è “seduta” per mangiare?
a casa tua mi sa che è possibile..
ciao!
Che bella ricetta!!!
noooo!!!Povera!!!Le tue disavventure ormai sono famose… la libreria è sudata, amata e in piccolissima parte anche odiata, ormai…ma son sicura che quando finirà di dar problemi sarà la libreria più bella del mondo ^.^
magari puoi mettere qualche robusta corda a far da tirante dal muro…o forse è meglio di no…e se poi si storcesse anche lui!? ;PPP
Beh, direi che la vellutata è molto meglio che un tiramisù…e l’effetto sul morale praticamente uguale! 🙂
un tocco di arancio e di allegria in una giornata neraneranera!!!
Sei di una simpatia contagiosa, unica, anche quando in apparenza ti lamenti in verità trasmetti sempre sensazioni positive! E quegli scatoloni da sistemare in un certo senso ci rincuorano perchè forse ognuno di noi ha in casa il suo scatolone a cui dare un’ubicazione, nel nostro caso ci pare che i lavori da fare non finiscano mai!
La tua vellutata ti dico subito che fino a qualche mese fa se l’avessi vista l’avrei ricucinata all’istante perchè adoro le carote, ma da quando sono incinta stranamente e non so perchè non riesco a mangiare carote e la cosa è buffa perchè le ho sempre amate, ma alla follia, anche semplicemente bollite e condite con olio e sale. Sicura di tornare ad apprezzarle mi sono salvata la ricetta!
Bacioni da Sabrina&Luca
Ciao e complimenti per il blog,
La tua vellutate e fantasica da provarfe assolutamente.
E poi sono d’accordo con te, il blog visto che inteoria è personale è giusto che faccia anche da sfogo… Baci
Attendo sempre di leggere i tuoi post 🙂
Quando ho letto “Signora si e’ seduta..” non so perche’ ho letto anche un punto interrogativo a seguire; e ho pensato “Madonna, che brutta notizia sta per darle??”.
Invece era un’asserzione 🙁
Dovrai vuotare la libreria e calzarla adeguatamente, riprovare a metterci i libri, osservare come si comporta, etc. etc. Non chiamare ulteriori falegnami, te la caverai benissimo, signora fai-da-te 🙂
Anche per me pepe brioso nella vellutata!!
CIAO
La libreria si è seduta? Allora è così che si dice in gergo falegnameresco! Perchè pure io sto in una casa vecchia (pardon, antica)e le mie librerie (ma un po’ anche gli armadi) stanno seduti. Però non ondeggiano per fortuna (o forse sono io che non me ne accorgo?!?). Comunque nel dubbio la tua vellutata me la faccio lo stesso: carote, mele…una meraviglia. Perchè la vellutata quando ce vò…ce vò! E poi stavolta gli ingredienti ce li ho tutti!!!
Bacioni
Anna
Da una donna che ha vissuto – a volte sembra – la vita a traslocare (c’è solo mia suocera, con i suoi 5 traslochi intercontinentali, che mi batte!), e che di case ‘antiche’ sa tutto: tutta la mia simpatia! Ma non ti preoccupare – di solito un po’ di riflessione e un approccio pragmatico risolvono quasi tutti i problemi. Auguri.
No, sinceramente non sapevo che le librerie si sedessero e sono abbastanza scossa, perché anch’io ho recentemente restaurato la mia e se tale pigrizia da parte dei mobili è la naturale conseguenza di un intervento artigianale mi sa che devo preoccuparmi anch’io. Nel caso, non credo che riuscirei a tirare fuori una vellutata, nemmeno con le mele vecchiotte, quindi onore al tuo coraggio!!!
Ecco tesoor anche questa…dai su su che ci siamo noi a consolarti certo che questa libreiria pero è davvero bella dispettosa….ci consoliamo con questa deliziosa vellutata e aspettimao un grido che arrivi fin qui”La casa è pronta”!!!!!!Baci imma
Sabrine…..che dire….potrei suggerirti di fissare al muro la libreria nella parte alta, e spessorarla a contatto col pavimento in modo da impedire che si sieda di nuovo!!! potrebbe funzionare, parola di architetto!!!
bacioni
squisita, delicatissima… complimenti tesoro!
Ciao ! Ma come io mi ti immaginavo sul divano a leggere sganocchiando biscottini… Mi dispiace tanto ! Ti verrei ad aiutare ma credo di essere troppo lontana, a volte lavorare in due può spaventare fantasmi e librerie ! Baci
Quando ci passa sono gran rogne, lo so. Ma ci riempiono la vita anche loro, no? E mio marito dice sempre che finche’ possiamo raccontarle, vuol dire che non sono abbastanza terribili 🙂
Tutta la mia vicinanza, Sabrine, ho cercato di sdrammatizzare ma so cosa vuol dire. Coraggio, hai tutte le armi, e soprattutto lo spirito, per venirne fuori.
E mille grazie per una ricetta esattamente nelle mie corde: e chi aveva mai fatto una vellutata…al forno??? Ciao!
lerocherhotel: Giusto: sfogarsi in cucina. E che altro potrei fare con un frigo mezzo vuoto e tanta stanchezza addosso se non mettermi a cucinare una vellutata di verdure? Magra soddisfazione: in tutti i sensi, visto che questa sarebbe perfino una ricetta light… Ciao!
Lia: Mi consolo: la storia della tua mattonella in cucina è quantomeno inquietante… e se finisse nel pentolone del bollito di Natale? Quanto alla mia libreria, più che deferente la trovo fastidiosamente irriconoscente: dopo tutto quello che ho fatto per lei… Molto meglio carote e mele, abbracciate in una bella vellutata. In ogni caso grazie per la solidarietà. A presto!
kristel: … e invece leggi quel che succede in casa mia! Che è una casa a metà, esattamente come la mia testa: con una parte nascosta negli scatoloni. Comunque la vellutata di verdure al forno si è rivelata un eccellente antidoto alla tristezza. Ciao!
MammaDona: Carote e zucca sono un mix irresistibile, anche in formato vellutata. E anch’io sono una fan di quella con la buccia verde (l’altra la trovo troppo acquosa…). Il curry? E’ una scoperta che si perde nella notte dei tempi: precisamente di quelli giovanili, in quel del Regno Unito… e che, scopro ora, mi unisce anche te. Indipendentemente dalla mia vellutata…
Eleonora: Ecco, a questo non ci avevo pensato… una libreria che si siede per mangiare mi mancava! E in ogni caso, le rifilerei degli avanzi malconci: non si merita altro, dopo tutte le cure che le ho riservato. Dopotutto, anche a casa mia ci sono avanzi malconci… vellutate di verdure a parte (quelle non avanzano mai…). Ciao!
Arianna: Felice che la mia crema di carote e mele al forno ti piaccia…
UnaZebrApois: Ogni tanto temo che il mio foodblog possa trasformarsi in un traslocoblog: è un rischio che avverto… La libreria sarebbe tra i principali responsabili di un simile cambiamento di rotta. Se si limitasse a comportarsi da libreria “normale”, cioè a fare il suo lavoro di contenitore di libri, non sarebbe tutto più semplice? Pare che nessuna corda al mondo basterebbe a reggerla, dato che è alta più di tre metri: mi staccherebbe pure il muro (che è vecchio… oops!… antico). Pare le metteranno delle zeppe. Ti terrò informata. Intanto grazie: aiuta, come la crema di verdure al forno…
Luca and Sabrina: Sapere che il mio pensiero positivo è contagioso mi fa piacere: soprattutto se contagia una futura mamma! Io ricordo che non riuscivo a mangiare le arance, che adoro, perciò capisco benissimo il tuo problema. Vedrai, tornerai a mangiare tutto come prima. Anzi, avrai in più il tuo bambino: da mangiare di baci… Un saluto e tantissimi auguri, allora. Quanti? Diciamo uno scatolone…
Sognando Dolcezze: Grazie, mi fa piacere che la mia vellutata di carote e mele al forno sia nelle tue corde. Quanto al blog, il limite tra lo sfogo “pubblicabile” e quello da tenere per sé è sempre molto labile: perché ognuno ha i suoi problemi. E perché in fondo… magari i problemi fossero tutti qui! A presto
CorradoT: Caro Corrado, la tua partecipazione mi commuove: sapere che quel punto interrogativo ti avrebbe preoccupato, mi aiuta a sopportare il peso della mia libreria (che, ti dirò, è ragguardevole…). Quanto al da farsi, i falegnami li ho già chiamati: metteranno delle zeppe per sollevare il lato “seduto” della signora (che pur di darmi noia non si è manco presa il disturbo di sedersi tutta intera…). Sto già spostando i libri sul tavolo da pranzo: e spero che non crolli. Incrocia le dita anche per me. Grazie e saluti alla signora. A presto!
Anna: Ebbene sì: si è seduta. Il linguaggio falegnamesco è un gergo misterioso, non sempre comprensibile: perché io per sedermi mi piego, mentre la libreria è rimasta tutta d’un pezzo, ma ondeggia in avanti. Pare che faccia così la spiritosa perché è molto alta… una stangona di libreria che cerca di mettersi in mostra, ecco cos’è. Molto meglio la vellutata di carote e mele al forno: una signorina che sa come comportarsi. Buona, affidabile, confortevole… Insomma: ciao! E fammi sapere se la fai…
La vellutata è delicatamente carezzevole e in questa giornata di pioggia novembrina,sicuramente fuori stagione,il tuo racconto così ben dettagliato e semplicemente incantevole mi fa compagnia come se per qualche istante io fossi entrata nella tua cucina e tu seduta alla sedia,accanto alla libreria pendente,con il viso poggiato nella mano mentre la osservi….e mentre Agostino sornione,osserva te!
Passano questi giorni…passano!
Ciao ciao
Milù
Hai ragione: il blog è uno spaccato di vita e riflette i nostri umori. Quindi ci sta tutto questo post! Hai fatto bene… e chissà che scrivere non abbia fatto passare un caldo seppur flebile raggio di sole attraverso il tuo grigiume!
PS: la velluatate è geniale e la DEVO provare assolutamente!
Beh,
non essere troppo sconsolata, hai creato un bell’arancione portafortuna e carico di energia!
Tra l’altro, secondo me, le ultime pagnotte e biscotti erano comunque ottime (provati per credere)!
un caro abbraccio!
ps. e non credere che quando poi sarai tornata al tuo passatempo, il mondo non sarà lì ad ascoltarti!
😉
Cara Sabrina,
che piacere che sei passata. Ti ringrazio tanto. Mi ha fatto ridere il tuo post, con la libreria seduta che ha richiamato immediatamente nella mia testa le immagini bellissime dei personaggi di Belle e la Bestia versione Disney: mobili animati, vasellame parlante,insomma l’anima che vive in ogni oggetto come nei tuoi libri. Non devi dispiacerti, sicuramente risolverai, ma il fatto che i tuoi mobili si inchinino a tanta vita è un’ immagine bellissima. La tua vellutata sorprendente mi ci vorrebbe per riprendermi dal pranzo del primo maggio. Mi sono operata ad un dente e devo mangiare brodini come i vecchietti. Questa la gradirei volentieri. Ti abbraccio, Pat
Però tutto sommato la libreria che si inchina al tuo passaggio non è così male… Visto che i gentlemen non esistono più ci pensano le librerie! 😉
Consolati sabrine, io sto cercando casa in Ticino e pare di chiedere la luna…
Ti abbraccio,
Carolina
caspita!!! con la libreria non ne va una giusta.. ma vedrai che sistemerai anche quello ^_^ molto bella la tua ricetta 🙂
Siento que hayas tenido un mal día.
La receta fantástica, seguro que te ha ayudado a superarlo.
besos
questa mi è nuova: una vellutata al forno! la devo provare assolutamente, complimenti!
Originale, è un sapore troppo meraviglioso per lasciarselo scappare. Un abbraccio Angela
Sabrine….come ti capisco..io sono finita in un residence, le mie cose sono in un’ufficio, le valigie da un’altra parte i miei libri …all’80% in Italia…arghhhhhhh. Peró qui posso farmi la zuppa dato che ho solo una pentola…..Baci
fai bene a sfogarti, l’importante è che poi tutto si sistema!
buonissima questa vellutata, non l’ho mai provata con le mele! un bacione
oddio che disdetta, ho fatto 3 traslochi in 4 anni credimi hai tutto il mio appoggio morale, so che vuol dire… sfogato con un bell’impasto, lo puoi tirare e strapazzare, vedrai quanto ti sentirai meglio e ti gusterai una buona pizza!
Ogni volta che ti leggo hai la capacità di catturare la mia attenzione…come un buon libro, non ti stacchi più perchè vuoi vedere come va a finire! 😉
…comunque tutto si sistema… 😉 un bacione!
uhm….non sapevo potesse accadere. ne ho imparata una nuova. porta pazienza, anche io sto terminando dei lavori in casa ed è un tormento!!!! ma prima o poi tutto si aggiusta.
Un abbraccio
ognuno di sicuro ha i suoi problemi ma una libreria che ondeggia penso proprio di no… non saprei cosa dire.. penso che sarei disperata anch’io.. ogni volta che qualcosa in casa si rompe (e purtroppo succede più spesso di quelloo che vorrei)… vado in crisi.. un abcio
E invece ti sbagli Sabrine, da te c’è sempre da imparare…sia per quel che riguarda la cucina sia per il restyling immobliare. Mica sapevo che le librerie si potessero “sedere” ^__^ però il famoso falegname magari poteva anche dirtelo prima che probabilmente ci sarebbe stato questo piccolo problemino.
ma no ma no, non disperare Sabrine, basta calzarla!
trova un falegname fidato (…) e chiedigli se te la calza, con una mezza giornata di lavoro ti fa una zeppa invisibile che si incastra sotto la libreria e segue il pavimento e la tua libreria torna aderente alla parete (sarebbe sempre meglio fissarla alla parete in alto per motivi di sicurezza, in un punto nascosto, con un paio di viti opportune)
Chiara, lettrice appassionata del tuo blog, foodblogger pressoche’ defunta e interior designer a Londra (solo per dire che il consiglio e’ dato cum grano salis, non che importi molto cosa faccio della mia vita)
saluti e baci
ma non ci credo…che beffa! caspita mi dispiace, hai fatto bene a sfogarti con noi sul tuo blog, è la nostra vita e non si è 365 giorni all’anno sorridenti, non amo le facciate, è bella la naturalezza delle persone. Come te, sembra poco, ma sii felice per come sei 🙂
a casa mia ho i pavimenti e le pareti storte, che fatica sistemare i battiscopa alti. ma da te le avventure non finiscono mai 😀
per fortuna che ti consoli con le zuppe…. un bacio
Francesca
E’ sempre bello leggerti e mi dispiace per la tua libreria, eri così contenta nel precedente post! Tranquilla manda via questo grigio, tornerà ad abbracciare saldamente il tuo muro di casa. Confortante la tua zuppa! :)))
lamentati pure… eri così felice della tua libreria!!! zuppa ottima e, a dirtela tutta, non saprei che strada scegliere!
sei troppo simpatica! per fortuna che la prendi con spirito, io ci uscirei di testa!
complimenti ovviamente per la ricetta!! 🙂
buon weekend 😉
I tuoi post sono sempre un piacere, le tue ricette una garanzia. Capisco che provi, anche se, come al solito, racconti con arguzia ed eleganza e non ti compiangi. Anche qui, il trasloco risale a sette anni fa, sembrava di essere sul cantiere del Taj Mahal…non si finiva mai e c’era sempre qualcosa che prendeva vita, indipendente da calcoli e progetti, e partiva motu proprio…ho ancora il braghettone di una porta inclinato a ponente: vorrà godersi il tramonto! Mi sono arresa! Il consiglio di Chiara, però, mi sembra ottimo!
Un abbraccio
alex di food 4 thought: Anche tu un’esperta di traslochi? A me mancano, però, quelli intercontinentali… vedrò di provvedere prima della pensione. Quanto invece alle case “antiche”, so bene che richiedono pazienza e passione senza limiti. Altrimenti come potrei tranquillamente passare dai libri alle vellutate di verdura? Apprezzo la solidarietà, grazie!
Onde99: Così sei passata dalla cucina allo studio? Stessa tecnica? Ormai sono curiosa: perché c’è un filo che lega le nostre due case… o forse più d’uno. Quanto al coraggio, come ben sai viene fuori quando serve: carote e mele vecchiotte sono meri strumenti… Un abbraccio
dolci a… gogo!!!: Libreria molto, molto dispettosa. Ma appoggio degli amici sempre molto gradito. Presto in arrivo urla di gaudio fin sotto ‘o Vesuvio. Ciao!
maetta: Cara amica architetta, se ti dicessi che era quanto avevo chiesto al momento del montaggio mi credi? E vuoi sapere la risposta? “Ma signora, con tutti i libri starà ferma da sè!” Invece era proprio quel che serviva: da manuale (manuale da architetti, da falegnami e pure da signore…). Però grazie di cuore per la partecipazione professionalmente attiva: ho molto gradito, davvero. Un bacio al piccolo Ottavio. A presto!
raffy: In effetti: vellutata di carote e mele buona. La cottira al forno la rende più “aromatica”… Ciao!
natalia: Ma che divano e divano… magari! Però, che bello il conforto degli amici di penna… mi fa tanto piacere. Grazie! Nemmeno una ciotola della mia crema di carote e mele al forno ti posso offrire, a distanza… Un caro saluto e a presto!
arabafelice: Eccome se le rogne riempiono la vita! Io non saprei come farne a meno, ormai… E concordo con tuo marito: i problemi sono altri. Però, se riuscissi a sdraiarmi sul divano con un libro, non mi dispiacerebbe… In ogni caso grazie, di tutto cuore!
PS: forse dove sei tu, le mele e le carote basterebbe metterle al sole?
è capitato anche a me ma non in maniera tanto vistosa e sono riuscito a sistemarla con uno spessore di cartone sotto i piedi 🙂
ottima la vellutata, ottima consolazione!
buon we
Vediamola in positivo> se non si fosse seduta la tua libreria non ci avresti regalato questa bella ricetta che finir’ presto fra le fauci del tupi. Comunque far; qualche scongiuro affinch[ Agostino ti lasci in pace. Incrocio le dita.
Ho ripensato ad una vecchia credenza che avevamo quando ero bambina e che, per i numerosi traslochi avvenuti per il lavoro di mio padre, una notte ha ceduto con gran fragore e spavento per tutto il condominio. I servizi buoni e un bel vaso di cristallo andati in polvere e quasi ci andava anche il cuore!
Sono contenta averti ritrovata e inserisco il link nel mio rollblog, mi piace molto leggere quello che scrivi e trovo interessanti le tue proposte gastronomiche, non voglio “riperderti”!
A presto!
Hai ragione: le fragole sono di Arborea. Conosci?
Ciao….piacere di conoscerti……si sono in questo ”mondo virtuale” da pochi mesi……Complimenti per il tuo blog…..e’ uno dei miei preferiti….lo seguo spesso…
ti salutero’ con molto piacere il Subasio………
A presto….buon fine settimana….
Quando si sistema una casa non è proprio mai finita! Ma se funziona la cucina, almeno ci si può distrarre a cucinare delizie, ottimo l’abbinamento carote mele, da provare. Un bacione.
Lovely as usual!
Ma che bel blog! complimenti!
Baci Baci
PS: mi dispiace ma i posti per essere mia suocera sono già stati occupati tutti! 🙂 se si libera il posto ti farò un fischio! 🙂
giuro che se vedessi la mia libreria sedersi avrei un coccolone. se poi decidesse di sedersi su di me avrei anche uno schiacciamento delle costole.
😀
sei troppo forte (e la vellutata troppo interessante! mi sa che la provo ma con le bucce!)
Immaginavo che ci avessi già pensato anche tu!!! potrei suggerirti di cooptare tuo marito per far fare a lui ciò che i falegnami rifiutano 😉
il mio è appassionato di bricolage (nel senso che in casa coi lavoretti maschili si arrangia a fare un po’ di tutto!) vedi mai che pure il tuo….
un abbraccio cara mia, e non crucciarti se riesci a passare poco: di sicuro io non mi dimentico di te!
deve essere ottimaaaa
E’ vero nelle case, sopratutto quelle “vecchie” succedono cose anche così……ma prova ad immaginarti cosa succederebbe con una libreria come la tua, in una casa….nuova!!!!!!Saresti, credo, al piano di sotto……!!!Prendila con allegria e…… appuntellala!!!!!!!!!Grazie per la visita deny
Hai ragione è un diario a tutti gli effetti!!! Coraggio,dita incrociate!!!
Ciao Sabrine, che piacere che sei passata a trovarmi…io ti seguo da molto! a presto, patrizia
E vero : una vita non è mai tutta rosa… E sono d’accordo con te :
la cucina è una meravigliosa valvola di sfogo 🙂
Mi piace vellutate di verdure al forno! Io preparo la zucca allo stesso modo – una vera delizia!
Saluti e baci Sandrine!