La vellutata d’aglio
Presi il libro, mi allungai sul divano e affondai la testa tra i cuscini di velluto. Sarebbero stati dieci minuti tutti per me, i primi da settimane a quell’ora inusitata. Una pausa d’ozio mentre tutti lavorano è un piccolo lusso, ne ero perfettamente consapevole. Per questo avevo deciso di godermelo appieno: senza traccia di sensi di colpa.
Bisognerebbe sempre diffidare della perfezione, e quella situazione vi si avvicinava pericolosamente: era un Eden domestico da manuale. Se solo non mi fossi lasciata inghiottire da un romanzo, avrei dovuto sospettare che dietro quell’immagine paradisiaca c’era il diabolico inganno dell’apparenza. Perché nessuno può starsene impunemente sdraiato in compagnia di un libro con la pretesa di fermarsi, mentre il mondo continua a girare…
E infatti il mondo decise di ricordarmi che esisteva – e che marciava a tutta velocità – battendo un colpo.
Ad essere precisi fu un boato, seguito dal sussulto dell’intera stanza: compresi l’ignaro divano, il libro tentatore e la colpevole sottoscritta. In quel tumulto di muri e di emozioni pensai che la gru a un isolato di distanza avesse perso l’equilibrio, in uno dei suoi spericolati volteggi, e si fosse abbattuta sul palazzo.
Sbuffi di nerofumo uscivano dal soffitto a cassettone frammisti a minuscoli frammenti. Da sotto il libro mi chiedevo se mi sarebbe crollato addosso pure il tetto. Non accadde: c’è una misura per tutto nella vita, e dieci minuti d’ozio non potevano meritare una punizione biblica.
Ma tant’è, il mio salone pareva uscito da un terremoto e io sembravo uno di quegli adolescenti che si tirano sacchetti di farina per festeggiare la fine della scuola. Sbirciai fuori dalla finestra: la gru era al suo posto, danzava minacciosa e lieve sopra i tetti.
Fu quando mi affacciai sulle scale che li vidi comparire.
“Ay ay señora! … Ay ay! …” cantilenavano, agitando le mani ai lati della testa mentre scendevano dal solaio impolverati appena più di me.
Continuarono con i loro “Ay ay!” per quattro piani, quei tre operai peruviani, e fu solo nel segreto della portineria che confessarono: avevano lasciato cadere un pesante macchinario sul pavimento del solaio, che essendo vecchio di qualche secolo è interamente di legno. E che visto da sopra è – per l’appunto – un pavimento, e visto da sotto è invece un soffitto: quello di casa nostra. Questione di prospettive…
La portinaia ascoltò il resoconto con espressione grave. Poi sporse la testa fuori dalla guardiola, alzò gli occhi al cielo e a mani giunte esclamò: “Pooverine!” (fa così tutte le volte che succede qualcosa in casa mia – spesso, devo ammettere… – e si ostina a chiamarmi al plurale).
“Mi fa la cortesia di avvertire lei l’amministrazione?”
“Ma io gliel’ho ddett’ che lei all’urde deve andare… E comunque, si metta una treccia d’aglio: di-sin-fet-ta!”
“… l’aglio?”
“Eccerto! Questa non è più solo roba di quel fantasma della cantina…”
“Chi Agostino? Ma quello è un fantasma gentile, ormai gli vogliamo pure bene…”
“Signora, lei magari non ci crede ma queste so’ cose serie: stre-ghe! E guardi che non è la prima lei ad avercele in casa: pure al secondo piano ci stanno…” e alzò il mento incrociando le braccia.
“Ah…”
E’ passato un mese, e né streghe né stregoni Incas si sono appalesati all’orizzonte. Solo due imbianchini soggiornano da tre giorni in casa nostra. Sono di là, armati di silicone e di pennelli per sigillare il soffitto del salone: continuava a sbuffare polvere vecchia di secoli sui miei poveri divani.
Agostino è stato prontamente scagionato: un sopralluogo dei tecnici ha stabilito che nessun fantasma sarebbe in grado di sollevare da solo un macchinario simile. Per certe cose servono almeno tre valorosi andini… Ay ay!
Così a casa nostra sta tornando la quiete, quel ritmo ordinato al quale dovrebbe svolgersi la vita domestica. Che magari non sarà sempre un paradiso, ma nessun dio può volere che sia un inferno quotidiano di accidenti karmici para-edili.
Il nostro amico ectoplasma ha ripreso a scorrazzare per le stanze. Nessuno di noi può onestamente dire di averlo mai incontrato di persona – non sarebbe un fantasma che si rispetti – ma è ormai entrato nel lessico familiare: tutte le volte che non abbiamo voglia di indagare sulle vere cause di un fenomeno diciamo “Sarà stato Agostino…”. Lo so, non è quel che si definisce un approccio scientifico, ma ci serve a non prendercela troppo per certi inconvenienti casalinghi.
Quanto alle streghe, abbiamo deciso che non ci crederemo mai, nemmeno per far gli spiritosi: ci stanno antipatiche, le lasciamo alla signora del secondo piano. Il nobile Agostino non sarà mai sfrattato da una banda di volgari fattucchiere. E anche se non ho appeso trecce d’aglio alle finestre (non potrei mai rinunciare al mio pot pourri preferito…), sono corsa ai ripari a modo mio. Una “disinfettatina”, sotto forma di effluvio proveniente dalla cucina, l’ho data: si chiama vellutata la mia profilassi anti-strega.
La ricetta è di Judy, che è inglese ma vive in Francia: è stata per anni (la ricetta, non la mia amica) un foglietto spiegazzato in fondo al mio archivio-teiera di latta. L’avevo assaggiata da lei, ma non l’avevo mai preparata in casa mia: mi è sembrato che questa fosse l’occasione. Ridevo a più non posso mentre tagliavo tutto quell’aglio. E a voi posso dirlo: stavo nuovamente per cedere all’inganno delle apparenze. Colpa dei pregiudizi.
La verità è che questa vellutata… profuma! Dico sul serio: un profumino delicato, tutt’altro che pungente. Secondo Judy è tutto merito del burro, che a poco a poco addolcisce l’aglio e gli scalogni. Alloro e salvia servono a creare il bouquet – come dice lei – e la patata la rende setosa. Il latte la ammorbidisce, il tuorlo d’uovo la rende cremosa, e il pepe le regala un po’ di twist.
Non c’è bisogno d’altro, se non di una bella fetta di pane scuro, possibilmente tostato, con un po’ di burro salato. E di un bel bicchiere di vino rosso. E di commensali che apprezzino ricette coraggiose. E che non s’impressionino per i fantasmi, né – eventualmente – per delle streghe…
Perché… beh… ecco, ci sarebbe un’altra cosa che ho da dirvi. Questa storia dell’aglio è un altro inganno: non funziona. Almeno in versione vellutata. E per favore non chiedetemi come faccio ad esserne sicura. Mi toccherebbe confessarvi che si è rotto il forno, il telefono è improvvisamente ammutolito, e oggi ho persino bruciato una presina.
Ma, oltre la finestra, il blu cobalto della notte sta sfumando sui tetti in un’alba di luce gelida e rosa: sarà in ogni caso una bellissima mattina…
Saluti e baci (stregati),
S.
LA VELLUTATA D’AGLIO
INGREDIENTI
aglio: 10 spicchi (da una bella testa che non sia d’importazione…)
scalogni: 2 di media grandezza
carote: 1
patate: 1 grande o 2 medie
alloro: 2 o 3 belle foglie (fresche e che profumino)
salvia: 4 o 5 foglie (sempre belle e profumate)
burro: 1 cucchiaio
latte intero: 300-400 ml
granulare vegetale (suvvia, non è una parolaccia…)
uova: 2 freschissime (solo il tuorlo)
pepe nero macinato fresco
Sbucciate l’aglio, sciacquatelo per eliminare anche le pellicine sottili, tagliate gli spicchi a metà e privateli del filamento verde se ce l’hanno. Sbucciate gli scalogni e tagliateli a cubetti.
Mettete una cucchiaiata di burro in una pentola a bordi alti e fatelo andare con l’aglio e gli scalogni, mescolando con un cucchiaio di legno finché non l’hanno assorbito tutto (non fateli colorire: l’aglio bruciacchiato è cattivissimo…).
Nel frattempo pelate le patate e la carota, lavatele e tagliatele rispettivamente a cubetti e a rondelle. Sciacquate le foglie di alloro e di salvia.
Quando l’aglio e gli scalogni avranno assorbito tutto il burro e vedete che rischiano di attaccarsi gettate nella pentola patate, carota, salvia e alloro. Continuate a mescolare di tanto in tanto (avete qualche minutino di autonomia grazie a quel po’ d’acqua che si portano addosso): il segreto di questa zuppa sta nel far rosolare le verdure in pochissimo grasso il più a lungo possibile, senza farle attaccare né scurire, perciò resistete alla tentazione di innaffiarle subito con il liquido.
Quando capite che non avete più alternative, aggiungete 1 litro d’acqua con un po’ di granulare (non esagerate, siete sempre in tempo ad aggiustare il tiro), mettete il coperchio e lasciate sobbollire a fuoco dolce per circa 20 minuti.
Trascorsi i quali, allungate il tutto con il latte e fate cuocere ancora (sempre con il coperchio) per 5 minuti.
Eliminate salvia e alloro, e passate tutto il resto al minipimer finché non diventa una finissima vellutata.
Sgusciate le uova, tenete da parte gli albumi e sbattete i tuorli con una generosa macinata di pepe. Allungateli con qualche cucchiaiata di vellutata (fatelo molto gradatamente, sennò vi ritrovate con dei grumi di frittata…) e poi rovesciateli nella pentola mescolando velocemente (vale quanto detto alla parentesi precedente).
Servite la vellutata con una fetta di pane scuro. Se siete come me, ci spalmerete sopra un po’ di burro salato, e mentre siete lì a farvi ipnotizzare dal quel delizioso profumo rifletterete su come basti davvero poco per sentirsi in pace con il mondo. Anche se piovono calcinacci sulle vostre letture..
La soupe d’ail…
E’ una ricetta molto francese, piuttosto diffusa in Provenza. Bighellonando in rete ne ho scoperte varie versioni, tutte molto simili, le più famose delle quali sono state diffuse da due americani: Julia Child e Richard Olney (potere della rete?). Nella maggior parte dei casi si utilizza della panna al posto del latte, e credo che in questo caso i tuorli siano superflui, perché immagino che la zuppa debba essere già densa di suo. Judy non ne voleva sapere di metterci un qualche tipo di formaggio, e io ho voluto provarla a modo suo, per il gusto di capire quanto l’aglio fosse pungente. Sappiate che non lo è affatto, ma poiché che il bello della cucina è sperimentare in libertà fate come vi pare.
Aglio: secco ma non vecchio, e da orti garantiti
Diffidate di quello d’oscura provenienza. Dovreste farlo sempre, ma tanto più in un caso del genere. Inoltre non fatevi venire in mente di usare la zuppa per far fuori quell’aglio vecchiotto che giace in fondo al cassetto del frigo. Qui vi serve una bella testa d’aglio con spicchi bianchi e succosi. Tagliateli a metà e se vedete che hanno l’anima verde… strappategliela (il che, detto così, sembra un sortilegio stregonesco, ma funziona).
Piuttosto: grazie ai commenti di Angela e Isa (che ringrazio) mi sono accorta che c’è bisogno di un’ulteriore spiegazione: l’aglio da utilizzare per questa vellutata è quello secco (come quello delle foto, giusto per capirci), che si trova tutto l’anno. Ma fate in modo che non sia vecchio e atrofizzato! Cioè, dovete tagliare gli spicchi a metà e vedere che c’è un po’ di succo che li fa luccicare…
L’aglio fresco è invece quello che si trova solo a inizio estate, con lo stelo verde ancora attaccato: non è necessario per questa ricetta (ma se qualcuno in primavera ci provasse, ce lo faccia sapere).
Accidenti karmici di natura domestica
Ormai mi vergogno persino a raccontarveli, ma dovrei inventarmi un’altra vita per evitare che finiscano nei post. E siccome mi ostino a considerare “Fragole a merenda” come un pezzo della mia cucina vera, dovrei inventarmi pure un altro blog. Perciò, se mi siete amici, siate comprensivi: e per favore spiegate a mia madre che non me le vado a cercare con il lanternino…
Ingredienti: aglio • alloro • burro-burro salato • carote • latte • patate • pepe • salvia • scalogni • uova
Mamma mia che bello questo post! Disavventure a parte, c’è un’atmosfera meravigliosa attorno a queste foto, c’è il profumo di questa vellutata insolita, c’è il fascino di quegli oggetti che odorano di tempo, quella sedia, il tavolo consumato, la posata d’argento, la pentola in rame!
Sono in estasi!!
il ppst è davvero magnifico…ma, quanto alla vellutata…potrei morire…io sono allergica all’aglio!
tu e solo tu potevi risultare elegante parlando di accidenti e di una intera testa di aglio.
non smettere mai…
(fine settimana di forno, prevedo: amici in giro, quindi sono sola. temperature autunnali. pioggia.
e vai di plaid, Einaudi, muffins e ciambelloni, e brodo di pollo da congelare per l’inverno. Mi piacciono le domeniche scoiattolo – ad incamerare per la stagione fredda)
Prima volta che entro nel tuo blog….bellissimo!!!
Ahh Finalmente qualcuno che trova questo coraggio!! Sono ormai diventata bravissima nel preparare la Soupe a l’oignon e spesso ho pensato ” e se fosse d’aglio??” e tutti “Orrore!”. Finalmente leggo la tua ricetta e giuro giuretto che la faccio. Aspetto di trovare l’aglio fresco e la faccio!! A proposito cara.. qual è la stagione dell’aglio fresco? So che l’unico che si trova in giro tt l’anno è quello cinese mentre l’autoctono ha dei tempi ben precisi… già che son qui, ti chiedo! Un bacione grande e soprattutto un plauso sincero al tuo talento di cuoca scrittrice!
Angela
Tesoro sapevo della zuppa di cipolle ma quella all`aglio mi mancava, del resto l`aglio quando cuoce per molto si addolcisce quindi ci credo che sia deliziosa e accidenti in casa tua non c` é pace:-D!!!! Mi raccomando mai più relax:-D!!! Un bacioneeeeeeee,
Imma
Cooking Elena: Grazie! Ma non vorrei deluderti rivelando che dietro questo post c’è solo una normalissima, autentica cucina… Niente oggetti di scena perché qui non ci possiamo spacciare per dei professionisti (non ci crederebbe nessuno), niente scenografie ardite né ricette da cuochi blasonati. Solo cose divertenti, di quelle che servono a mangiare bene ma senza troppo impegno. E molta ironia, per aiutare le giornate storte a prendere il verso giusto. Ecco, non so se l’estasi ti sarà svanita dopo queste rivelazioni… Un saluto! All’aglio…
Aria: Vuoi dirmi che ho fatto una vellutata d’aglio per tenere lontane delle presunte streghe e ottengo l’effetto di sterminare presenze amiche in questa mia cucina?!? Questa si chiama “eterogenesi dei fini”, e proprio non ci voleva… che ci sia uno stregonesco malefico zampino pure qui? Prometto di riequilibrare profumi e sapori nei prossimi post… resisti!
Pillow: “Domeniche scoiattolo”: deliziosa definizione, te la copierò (citando la fonte). Einaudi è una presenza amica, da una certa mattina di qualche mese fa: mica solo fantasmi e streghe, su questa distesa di tetti… Quanto alla mia domenica, spero sia di quelle trascorse a “incamerare per l’inverno”… magari non brodo di pollo (un rito, qui da noi), mi accontenterei di un po’ di sano relax (libri senza calcinacci sarebbe già abbastanza). In attesa di un paio di tappezzieri, e relativa fornitura, attesi per lunedì. Ma questa è un’altra storia. E chissà che non diventi un altro post… Un carissimo abbraccio. E buona domenica affacciata alla finestra sull’albero…
Foto straordinarie Sabrine e racconto che sarebbe bello leggere su carta stampata. Davvero piacevole seguirti: le piccole “disgrazie” della vita devono essere vissute con ironia e senza rassegnazione. E credo che la ricetta vincente del tuo blog stia nella capacità di “catturare” sempre i colori e le parole giuste.
Buon week end.
Paolo
Paola Latini: Allora benvenuta! Certo che per arrivare in questa cucina hai scelto un giorno dal profumo ardito: una vellutata d’aglio non è roba da tutti e da tutti i giorni. Nemmeno qui… A presto!
L’Atelier di Pilàf: Cara Angela, un po’ di coraggio ci vuole, nella vita: mica solo in cucina… Certo l’aglio spaventa molti (mica solo le streghe!) e a ragione: quando è soffritto malamente lo trovo insopportabile e infatti io ne uso pochino, preferendogli quando possibile lo scalogno (da prima che lo scrivesse Cracco…). Quanto alla ricetta della vellutata, non serve l’aglio fresco: cioè quello che si trova solo all’inizio dell’estate e che si vende con gli steli verdi ancora attaccati). Qui ti serve l’aglio secco, proprio quello che vedi nelle foto, che si trova sempre: anche italiano. Perciò studiati bene le etichette (purtroppo quello di importazione è infestante…). E se invece di quello italiano, ne trovassi uno francese… beh, è sempre un signor aglio! Se non altro per senso della tradizione… Buona vellutata!
Dolci a gogo: L’aglio diventa cremoso, in questa zuppa. E sa molto meno d’aglio di quanto si possa immaginare. Quanto alla tentazione del divano, credo che mi asterrò ancora per un po’. O meglio: verificherò che non ci siano operai sulla mia testa prima di aprire libro… A presto Imma!
Paolo: Lusingata dal tuo auspicio editoriale, confermo che non c’è antidoto migliore dell’ironia ai piccoli accidenti karmici tra le mura domestiche. E mi chiedo: ma tu una vellutata d’aglio la assaggeresti? Perdona l’ardire, ma mi interessa l’opinione di un signor lettore… Grazie e a presto!
Io un viaggettino a Lourdes, fossi in te, lo farei, anche solo per il gusto di passare in Provenza a goderti una soup d’ail. Non tanto per toglierti dai piedi Agostino, ma per far diventare afona la tua portinaia…
Dalla ricetta non ho capito bene se serve l’aglio fresco inteso come quello nuovo che si trova in primavera o fresco nel senso che dev’essere una bella testa verace.
In fondo al frigo di casa mia l’aglio non lo mettiamo più, complice una domenica passata a casa del maritozzo ancora single a disinnescare una bomba chimica nel suo frigo con litri di aceto!
Mai cremina d’aglio fu più bella, sexy e desiderabile. No no, io non ho pregiudizi. Vengo dalla terra dei vampiri, dove l’aglio te lo mettono anche nel caffè e nel caramello!!! 😀
Non mi sarebbe mai, mai venuto in mente di farne una vellutata e si che la fantasia non mi manca.
Un bacione grande
L’aglio in casa mia, ahimè, entra poco per via del poco gradimento da parte dell’augusto consorte.
Eppure, se tu dici che questa zuppa profuma quasi quasi ci provo…al limite avrò solo conferma di essere sposata mio malgrado ad un vampiro 🙂
Sempre piacevolissimo leggerti, cara Sabrine.
Interessante questa crema, non l’avevo mai sentita, mi incuriosisce molto!
Bellissimo post, mi hai ricordato le atmosfere di Isabel Allende 🙂
La zuppa all’aglio non mi fa affatto inorridire. Anzi, anche se non l’ho mai mangiata! Poi se sortisce anche un effetto di-sin-fet-tan-te , è meglio ancora!
Sabrine, per il tuo bene, prima di concederti un po’ di relax, fai qualche scongiuro? 🙂
Scherzi a parte, è sempre bello leggerti. Baci, Ada
Ottimo! Grazie mille della spiegazione! Ti farò sapere.
Mi è venuto in mente ora che non ti ho mai scritto di aver provato la tua ricetta di torta di mele “di zio Ettore” ma non mi è riuscita bene. Troppo crudo l’impasto, dovrò un pò modificarla, comunque grazie a te imparo un sacco di cose!
Angela
Isafragola: Cara Isa, persino mia madre ieri mi ha detto che non è possibile che queste cose capitino tutte a me: da tre anni, complici un trasloco e un complicato restauro a centinaia di chilometri di distanza, non faccio che vivere tra calce e muratori… Noi ci siamo quasi abituati, anche se non ho smesso di vagheggiare la tranquillità domestica di un tempo. Che dire: passerà… e quando guarderemo a quel che è stato spero che ci scappi da ridere! Magari anche grazie a queste cronache sul blog.
Quanto alla portinaia, ci vorrebbe una Lourdes al contrario per portarcela com’è e riportarla indietro afona! Credo che dalla sua guardiola si sia persino appassionata a tutto questo nostro andirivieni di operai, fantasmi e streghe.
Infine: aglio. Grazie per la precisazione: credevo di esser stata chiara ma scrivere di notte non aiuta. L’aglio che serve per la vellutata è quello secco, che si trova in ogni stagione (e che è quello che si vede nelle foto), e non quello fresco che si trova solo a inizio estate, e che ha lunghi steli verdi. Ma anche l’aglio secco non dev’essere… atrofizzato! Insomma, quando si tagliano gli spicchi a metà devono risultare umidi e non asciutti. E adesso vado a scriverlo per bene nella nota. Come sempre grazie di cuore per la tua partecipazione. A presto!
Miss Becky: Io trovo tutte le creme di verdure sexyssime… se non altro per la consistenza vellutata. questa d’aglio ha in più l’elemento della sorpresa: al primo assaggio nessuno capiva cosa fosse: alcuni l’hanno scambiata per una crema di funghi. Mi chiedo se sia il caso, la prossima volta, di mettergli un po’ d’aglio nel caffé… Un caro saluto, da estendere anche ai conterranei vampiri
Ciao SABRINE (d’orain avanti ho decisso che ti scriverò sempre così … :)) stavo giusto pensando “ma come mai non scrive”? E poi sei apparsa come per magia … forse allora qualcosa di magico esiste davvero?! Adoro l’aglio (quello buono come sottoliei tu), da buona ligure, e questa ricetta mi affascina molto. Ma (sepre a causa allergie) provassi a farla senza latticini, magari uso latte di soja o brodo vegetale? Dici che verrebbe un abominio?
In ogni caso complimenti come sempre per le parole e le foto, sublimi!
Un abbraccio Martina
Araba Felice: Non vorrei mai essere responsabile di effluvi d’aglio non graditi tra le dune… anche se i miei commensali hanno scambiato la vellutata d’aglio per una crema di funghi! Giusto per farti capire il sapore… Poi certo: l’aglio è aglio. Ti deve piacere l’idea. E qualche effetto collaterale, decisamente poco marcato se si seguono le dovute procedure. Un carissimo saluto Stefania, a presto!
RocknGiu: Caspiterina! Il confronto mi onora… ma non so se nel libro della Allende ci sia una ricetta di zuppa d’aglio, non me ne ricordo. Quanto alla vellutata di Judy, l’aglio è delicatamente presente: si sentono anche i profumi delle aromatiche. Qualora dalla curiosità dovessi passare a fatti più concreti, mi raccomando: faccelo sapere! Buon weekend!
Sugar: Bene, vuol dire che non sei di quelli con i preconcetti in cucina! La vellutata d’aglio è sana, buona, e sicuramente particolare, anche se mi rendo conto che non si può certo offrire in ogni occasione… io però a tavola preferisco sempre circondarmi di gente aperta e curiosa. Quanto al potere di-sin-fet-tan-te della vellutata, non garantisco: almeno da quanto sta succedendo ancora in casa mia! Quel che è invece certo, è che farò io un sopralluogo preventivo la prossima volta che mi concederò un po’ di relax… A presto Ada!
L’Atelier di Pilàf: Grazie a te per avere sollevato la questione aglio fresco/secco (peraltro citata anche da Isafragola: evidentemente non mi sono spiegata bene, scusatemi).
Quanto alla Torta di mele dello Zio Ettore, il problema che hai avuto tu lo hanno riscontrato anche altri lettori: dipende da quanto succo rilasciano le mele che si usano. Io ho trascritto la ricetta così come la lettrice me l’ha inviata (e come io l’ho provata, senza problemi). ma certo se il liquido rilasciato dalle mele è troppo, il problema di una cottura poco efficace al centro si può presentare. Mi dispiace, perché è una torta sana e buonissima (e molti lettori continuano a rifarla con successo). Penso che appena avrò a disposizione un forno nuovo – streghe permettendo… – mi cimenterò: stavolta con un misurino per il liquido. Grazie per l’osservazione: ci tengo sempre ad avere dei feedback da chi prova ricette di FRAGOLE A MERENDA. E se posso, mi fa piacere dare una mano a risolvere eventuali criticità. Un abbraccio!
Martina: Cara Martina, apprezzo il tuo spirito: quello scambio di nomi mi aveva davvero divertito! Grazie per quello che scrivi: fa piacere sapere che c’è chi aspetta i post, che posso scrivere la notte quando tutto è tranquillo intorno a me (e di questo passo, chissà cosa succederà le prossime notti…). Mi chiedi se questo genere di magia esiste? Io credo di sì, ma non si tratta di magia in senso stregonesco (io sono per formazione una cultrice della razionalità). Credo si tratti di una forma di comunicazione, qualcosa che lega le persone anche a distanza, pure se non si sono mai incontrate. Posto che a forza di leggere e rispondere ai commenti mi pare di conoscervi tutti quanti, uno a uno… Conosco l’amore dei liguri per l’aglio (e pure gli ortaggi e le erbe di Liguria) perciò credo che questa vellutata ti piacerà. Fai attenzione a rosolare bene e a fuoco dolce le verdure prima di aggiungere il liquido: l’effetto”aglio lesso” è da scongiurare almeno quanto quello “aglio fritto”! Anche se i provenzali hanno una ricetta d’aglio bollito a disposizione, ma è roba un tantino più forte di questa. Quanto alla sostituzione dei latticini (latte o panna che siano) credo che un latte di soya o di riso possa andare bene. Scegline uno non zuccherato, e dal sapore neutro: deve solo stemperare il profumo e il sapore dell’aglio. Nessun abominio all’orizzonte, perciò: facci sapere! Un caro abbraccio
Cara Sabrine, raccogliendo il guanto di sfida, mia moglie è stata da me sfidata a preparare la vellutata (non so con quali risultati) secondo la tua ricetta. Ti racconterò.
Paolo
Paolo: Oddio!… signora moglie di Paolo, la prego mi perdoni. E’ che con gli uomini bisogna sempre fare attenzione: basta un niente per farli sentire “sfidati” (ne so qualcosa, mi creda…). Perciò non me ne voglia se suo marito le farà preparare questa vellutata d’aglio. Anzi, se posso permettermi, le consiglierei di sfidarlo a sua volta: gli chieda di mettersi lui ai fornelli, di pelare i 10 spicchi d’aglio e gli scalogni, di usare il minipimer senza ridurre i muri della cucina a una tela astratta. E di imburrarle anche la fetta di pane.
Ecco, magari lo gratifichi accendendo una candela e stappando lei un buon vino.
In fondo se lo merita: perché ci vuole del coraggio a sfidare una signora con una vellutata d’aglio!
La prego di non considerarmi responsabile degli effetti, quali che siano: questa è una cucina vera, ma ci piace non prenderci troppo sul serio.
Ha tutta la mia solidarietà,
Sabrine
Letto il tuo post in pausa pranzo, mi domandavo dove tu fossi andata a trovare l’aglio fresco (e non di oscura provenienza)in questa stagione; sono tornata stasera ed ecco svelato il mistero… Io l’aglio fresco d.o.c. ce l’ho, ma di dimensioni mignon: per fare uno spicchio di aglio normale ce ne vogliono almeno tre di quelli dell’orto di mia suocera.
Ricalibrerò le tue dosi e , visto che le vellutate e le creme di verdura sono molto apprezzate in famiglia(“passato di verdura” invece mette tristezza), credo che questa tua ricetta sarà sperimentata a breve, magari confrontandola anche con quella di una carissima amica di mia madre, che, parecchi anni fa, dopo aver a lungo decantato una “sopa de ajo” di origine spagnola, l’ha preparata una sera a casa dei miei. Io ero già sposata e, quindi, fuori casa e non ho partecipato nè alla preparazione nè alla degustazione del piatto che, però, i miei avevano molto apprezzato, proprio per il profumo e il sapore inaspettatamente delicato. Ricordo che mia madre aveva parlato di aglio a profusione e di tuorli d’uovo; cercherò la ricetta tra i suoi appunti e poi ti farò sapere.
A presto,
Claudette
una punizione biblica si potrebbe abbattete su di me!! colpa dei minimo 20 minuti nei quali mi sono fermata !! mentre il mondo fuoori si fa sentite semore piu!!! una parola avanti e due indietro! per assaporarti tutta come quelle zuppe tanto buone che non vorresti finire tanto velocemente da quanto son buone!! che vuoi non sapro’mai fare una vellutata figuriamoci poi d’aglio.. non per pregiudizio !ma per pigrizia di sperimentazione.. Ma son di buona forchetta ! e ancor meglio di cucchiaio sai! tanto da non aver fretta di finire!! buon we … mia adorata!
Laura
ciao,bello veramente il tuo blog….brava…
Volevo segnalarti anche il mio blog http://barmanike.blogspot.it/
Ho appena creato questo blog per far conoscere e amare alla gente il mondo del bere sano…
Spero in una tua visita e collaborazione…Ah,quando passi da me lasciami un commento dandomi dei consigli su dove posso migliorare il blog tanto da farlo crescere sempre di più…Grazie in anticipo
A presto
Ciao
Barman Nike
http://barmanike.blogspot.it/
Quando si dice “comfort food”… 🙂
ristoranti roma http://restaau.it/Search/City/ristoranti-roma.html
Ci sono periodacci dove tutto sembra non aver verso…sarebbe bello poter dare la colpa a streghe e fantasmi ( almeno il tutto acquisterebbe un’aria di mistero…), ma invece è tutta un’altra storia…Come ti ho scritto su fb, adoro questa vellutata e per fortuna anche mio marito. dagli ingredienti sembra proprio lei…spero prorpio sia così…a presto e controllati :-))
Inutile che ti scriva che è sempre bello leggerti e scoprire che ancora una volta il tuo karma ti porta verso lavori edili 🙂
La zuppa di aglio mi lascia perplessa, non ne digerisco uno spicchio e non oso pensare un’intera testa! Ma magari, cuocendo il risultato è diverso… che dici?
Bacioni
questa vellutata mi incuriosisce molto, ma solo perché mi fido molto di te: l’idea di mangiarmi 10 spicchi d’aglio tutti insieme mi mette una certa ansia. però se lo dici tu, che è delicata…
p.s. poi vengo a dirti cosa ne viene fuori, ok?
Claudette: Se non ci fossero gli amici affezionati di questa mia cucina… questa dell’aglio fresco/secco mi sarebbe proprio sfuggita! E’ che anche l’aglio secco deve avere una sua freschezza (e lo so che è un bisticcio di parole), e il messaggio che volevo lanciare è: niente aglio vecchio e rinsecchito in questa zuppa!
Ciò detto, adesso sono molto curiosa di scoprire la tua “sopa” (so che esiste una zuppa d’aglio spagnola, ma me la ricordo fredda e senza uova…), perciò spero proprio che la trovi, tra quelle pagine di appunti che ti devono essere care per davvero. Mi fa sempre un gran piacere che ci sia anche tu, in questa cucina: grazie…
aglio è senza mezzi termini o si ama o si odia
ma questa cosa sembra un convento non finisce mai :-)))) che ridere la portinaia
Ciao, Sabrine. Mi incantano i tuoi post e questo più di altri! Non tanto per fantasmi, streghe e vicissitudini durante un riposino pomeridiano quanto per la ricetta. Non ho paura di usare l’aglio in cucina. Anzi mi piace l’Aglio, lo adoro, lo amo. Son più di quarantanni che lo amo…
E non posso che preparargli con tanto amore questa tua vellutata.
Alla prossima ricetta. Donatella
Troppo bello leggere il tuo post e visto che al posto del libro leggo tra le mani, ho un cellulare ma mi sto rilassando mentre tutti lavorano, spero di non ricevere nessuna punizione divina!
Bellissime immagine e zuppa deliziosa.
Alice
ma non finiranno mai i lavori a casa tua? 🙂
mio marito pensa già a dare una rinfrescata e io non ne ho molta voglia (ma i battiscopa di legno sono venuti benissimo).
Proprio la scorsa estate ho mangiato una zuppa casalinga all’aglio in Austria, ero dubbiosa all’inizio ma in effetti era delicatissima e molto buona, non ho chiesto la ricetta perché non parlo tedesco, ora posso provare la tua, grazie mille 🙂
Francesca
Cara Sabrine, oltre al piacere della lettura dei tuoi racconti, rimango sempre colpita da come tu riesca a nobilitare ingredienti così semplici, e ad insegnarci come ottenere sempre risultati strepitosi! Volevo segnalarti che non riesco a vedere tutte le tue ricette nell”Indice delle Ricette’ che hai indicato in alto a destra della pagina… ma riesco a consultarle in modo veloce ugualmente, accedo tramite l’etichetta. Grazie, ciao ciao Maddalena.
Ma perché scopro questo blog solo ora? Sei tra i miei contatti facebokkiani e non ho mai proseguito oltre!! Ho letto affascinata il tuo post e….. chi ti molla più! Ricorderò di averti scoperta su una vellutata da togliere il fiato!! ^_^ (Non è una battuta…. ahahahahahah)
Un abbraccio, bravissima. Erica, alias Cuocherellona
evviva l’aglio, ed evviva pure le streghe!
Ottima e gustosa questa ricetta… la proverò!
Un saluto
Barbara
hei ragazzi!! Fantastica ricetta e grande atmosfera! Il dettaglio della posata d’argento mi ha emozionato 🙂
Ho sperimentato la ricetta e ho aggiunto anche un pochino di zucca a cubetti al posto della carota e il risultato era molto gradevole!!!
mentre gustavamo la vellutata di Zucca e Aglio abbiamo ascoltato questa canzone
Fantastico!!!
Meravigliosa Sabrine, che farei senza i tuoi magici racconti!!! un abbraccio, Barbara
Meraviglioso;un saluto da Lisa.
Tutte le mie congratulazioni e il mio coraggio per circa il risultato incredibile di questo sito che sembra interessante e ricco di informazioni .
Devo proprio provarla questa ricetta. L’idea del suo profumo mi stuzzica assai, la sto pregustando, poi col pane nero magari fatto da poco, ancora tiepido col burro spalmato che si fonde lentamente..
Un complimento anche per le fotografie ,soprattutto per quelle di apertura e chiusura.
Flavio
Mi congratulo con voi per tutto il lavoro che fate e per tutte le conoscenze che hai!
Grazie anche per il vostro incoraggiamento.
voyance gratuite par mail
voyance gratuite par email
E’ un po’ tardi, ho scoperto questo blog tramite Lisa Verrastro, che non ringrazierò mai abbastanza……. E’ stupendo , semplice chiaro, innovativo non so questo commento se è scritto nel posto giusto , io ho conosciuto questo blog stasera 17 ottobre 2014 e ti faccio tanti complimenti . A rileggerti presto….. domani, buona notte Lina
What’s up, I check your blog daily. Your story-telling style is witty, keep it up!
Sono a meta della ricetta, il profumo è paradisiaco!! E no, non allontana le streghe 😉