Ultim’ora! Scoperta dopo 40 anni la vera identità di Nonna Papera
“C’è un libro che mi è rimasto nel cuore e che più di ogni altro ha influenzato il mio modo di stare in cucina. Se oggi ancora mi diverto all’idea di mettermi ai fornelli, lo devo ai lunghi pomeriggi trascorsi a sognare sulle sue pagine, a osservare ogni dettaglio delle sue illustrazioni, a leggere digressioni storiche che non ho mai più dimenticato….”
Iniziava così – poco più di due anni fa – il post che avrebbe cambiato per sempre il mio modo di guardare a quel libro tanto amato da bambina, e tuttora presente sullo scaffale della mia cucina. Il Manuale di Nonna Papera, con le sue pagine costellate di ditate color cioccolato, da allora non è più solo un reperto della mia infanzia: si è trasformato – senza che quasi me ne accorgessi – in una tessera di quel variegato puzzle che è la mia vita adulta.
Tutto cominciò per caso quando, dopo aver controllato per l’ennesima volta le dosi dei bigné a pagina 131, mi accorsi che quel libro straordinario stava per compiere quarant’anni. Avevo aperto questo blog da pochi mesi e pensai che la cosa più naturale per festeggiarlo fosse organizzare una raccolta di ricette, tratte dalla prima edizione del 1970.
Non immaginavo che si sarebbe scatenata una caccia al manuale perduto, che ci sarebbe stata un’impennata dei prezzi su Ebay, e che soffitte, biblioteche e mercatini sarebbero stati battuti a tappeto da quanti volevano a tutti i costi recuperarne una copia. Un successo del tutto inatteso, ma che dava la misura di quanto quel libro fosse stato capace di scavare nel cuore di molti, contribuendo alla formazione di un “immaginario culinario” comune a un’intera generazione di bambini.
Le notti passate a fotografare e spedire pagine a quanti di voi non riuscivano a recuperare la loro ricetta del cuore si trasformarono in un’involontaria occasione di studio: mi accorsi così che quello non era solo un libro di ricette per bambini, ma un manuale di cucina serio, costruito in maniera tanto intelligente da poter essere fruibile a vari livelli e fasce d’età: “anche” dai bambini. Un libro per grandi e per piccoli, come quelli di Salgari e di Verne…
Le mie conclusioni si sarebbero fermate qui se qualche mese dopo non avessi ricevuto una mail da una giornalista americana, la quale – alle prese con la stesura di un libro sui dolci italiani – aveva trovato la pagina della raccolta in cima ai risultati di Google e mi chiedeva cosa significasse l’espressione “pare la torta di Nonna Papera”. E’ stato grazie e Francine Segan che ho scoperto che Elvira Coot (anche le nonne hanno un nome…) non cucina, negli States. Sissignori: la nonna con la torta sempre fumante sul davanzale esiste nell’immaginario dei bambini di casa nostra. Per quelli d’oltreoceano la tipica nonna che cucina è… una nonna italiana!
Così ho ripreso in mano il Manuale con occhi finalmente “da grande”, e mi sono resa conto che non c’era traccia di una qualsiasi delle tipiche ricette americane che piacciono ai più piccoli: niente cookies, pancakes, cupcakes. Ma soprattutto: niente apple pie! E se mancava proprio quella torta lì – quella che nella mia infanzia avevo sognato ad occhi aperti e che nelle pasticcerie non esisteva – non restava che un’unica possibilità: che quelle ricette fossero essenzialmente e squisitamente (non solo in senso metaforico…) italiane. E allora mi sono messa in testa di scoprire da dove provenissero. Volevo sapere chi c’era dietro quel manuale di cucina senza neanche la foto di una ricetta e che pure era stato capace di iniziare all’arte culinaria dei bambini, imponendo loro un esercizio di astrazione che oggi sarebbe impensabile persino per degli esperti appassionati.
Così M.me d’Aubergine si è trasformata in Topolino: si è messa ad indagare. Decine di mail e di telefonate, molte persone gentili e disponibili: ma neppure uno straccio di indizio sull’identità di chi aveva scelto le ricette.
“E’ passato troppo tempo” mi dicevano. Disney e Mondadori avevano intrapreso percorsi diversi, e nessuno che avesse lavorato più di quarant’anni prima poteva essere ancora al suo posto. Mario Gentilini (il leggendario direttore di Topolino) e Giovan Battista Carpi (che del Manuale era stato l’illustratore) erano scomparsi da tempo. Elisa Penna (che figurava come autrice dei testi) se n’era andata pochi mesi prima. Ho rintracciato persino un paio di ex-dipendenti in pensione dagli elenchi telefonici, ma nulla da fare: la memoria di quell’impresa pareva svanita.
Ma c’è una cosa che ho imparato fin da bambina – forse anche grazie alle mie letture disneyane – ed è che nei sogni bisogna crederci: perché può anche capitare che si avverino… Nessuna energia profusa nell’intento di coltivare un desiderio è vana: ci sono messaggi in bottiglia che immaginiamo sepolti in fondo al mare e che invece un giorno arrivano a destinazione. Il mio messaggio nella bottiglia era quel post al quale in tanti avete dato un seguito, che ha continuato ad essere il primo della lista quando si cerca “Manuale di Nonna Papera” su Google. E’ stata la “corrente Internet” a portarlo a destinazione, un anno e mezzo dopo…
Lessi la mail e feci un balzo sulla sedia.
“Gentile Sabrine,
non posseggo un blog e non so come intervenire, ma sono capitata per caso sulle sue pagine dedicate a Nonna Papera: nel lontano 1970 sono stata fra gli autori del mitico testo e in particolare la mia ricetta della torta di carote inizia da lì la sua storia di successi. Nel frattempo ho imparato a cucinare (cosa non facile) e ho cominciato a scrivere di tutt’altro: ma il Manuale resta il mio primo e insuperato volume, per cui mi unisco con entusiasmo ai festeggiamenti.
Cordialissimi saluti,
Luisa Ribolzi”
Qualche minuto più tardi (lo confesso, persino una tosta come M.me d’Aubergine è rimasta di sasso…) stavo già rispondendo.
“Gentile Luisa,
le mani corrono tremanti sulla tastiera per l’emozione. Non credevo ai miei occhi, eppure in cuor mio lo sapevo: ce l’avrei fatta – prima o poi – a scoprire di chi erano le ricette del Manuale di Nonna Papera!
Da più di un anno sto cercando di risalire agli autori. Ho promesso ai miei lettori che ce l’avrei messa tutta per capire chi ci fosse dietro quel libro: e grazie a te forse ci posso riuscire.
Sono la foodblogger più riservata del web, ma vorrei tanto poterti incontrare per raccogliere i tasselli che mi mancano. Ne uscirebbe fuori una storia che in molti aspettano da tempo, anche solo per dire “grazie” a chi ha saputo farli sognare. Sarebbe un regalo bellissimo, per me e per tutti quegli ex-bambini che hanno iniziato a cucinare con ricette come la tua.
Spero tu possa accettare,
Sabrine”
Qualche giorno dopo, emozionata come una scolaretta, correvo alla velocità della luce per non arrivare in ritardo all’appuntamento: erano passati parecchi anni dall’ultima volta che avevo impastato quei biscotti, e non avevo calcolato bene i tempi. La scelta del nastro, poi, era stata impegnativa: come può esserlo quella del pastello giusto per iniziare un disegno sulla prima pagina di un quaderno nuovo. In borsa avevo la cartelletta delle mie ricerche e un vezzoso pacchettino con un’etichetta di cartone scritta in corsivo: “Biscotti al Vallo, pagina 90”. Glielo consegnai non senza un certo imbarazzo: non era scontato che fosse anche lei in vena di regressioni infantili… D’altronde Luisa è quanto di più lontano si possa immaginare dallo stereotipo della signora zuccherosa tutta torte e bigné.
Nella sua vita professionale ha sfornato lavori scientifici, più che crostate: ha una carriera da ordinario di Sociologia alle spalle, e un incarico attuale all’Agenzia di valutazione del sistema universitario.
“Ma non ho mai dimenticato quel mio primo lavoro in Mondadori” mi ha raccontato davanti a un panino, sedute al bar del quartiere. E a giudicare da come le brillavano gli occhi, c’era da crederle. “Mi ero appena laureata e risposi a un’inserzione: cercavano dei collaboratori per la stesura dell’Enciclopedia Disney. Il Manuale di Nonna Papera venne subito dopo, sulla scia del grande successo avuto da quello delle Giovani Marmotte.”
Lei parla e a me viene in mente che quelli erano gli anni in cui il Dolce Forno Harbert era in cima alla lista dei desideri delle bambine (oltre che sulla quarta di copertina di ogni Topolino). Mia madre sosteneva che non servisse a nulla, dato che in casa nostra di forni ce n’erano ben tre (e tutti veri), ma io invidiavo moltissimo una mia compagna di classe che arrivava a scuola con delle tartellette sghimbesce e mezzo bruciacchiate, con le quali si impiastricciava il fiocco del grembiule rimediando immancabilmente una nota.
“Quando arrivai io – che ero la più giovane del gruppo – Elisa Penna aveva già tracciato la struttura del Manuale secondo il percorso storico che fu una delle chiavi del suo successo. Buona parte delle ricette c’era già, e penso che a sceglierle fosse stata proprio lei. A me chiesero di selezionare quelle che mancavano e di semplificare le altre, perché dei bambini di 10-12 anni potessero trovarle invitanti”.
Luisa poteva attingere allo sterminato archivio della Mondadori. “Ma in alcuni casi scelsi ricette che provenivano da cucine più fidate: “Il bel piatto di Carlomagno”, per esempio, era la torta di carote che mangiavo quand’ero in vacanza in montagna. Altre provenivano da libri di mia madre…”
Mi racconta così che, pur vivendo da sola, non era una cuoca provetta: lei, in cucina, semplicemente se la cavava. In un’epoca in cui foodblogs e foodies erano ancora di là da venire – e il cibo non era ancora diventato un’ossessione planetaria – bastava presentare ai bambini delle ricette semplici e fattibili (magari con l’aiuto di un adulto). “Ma non era sufficiente individuare ricette alla loro portata. Molte storie e illustrazioni c’erano già, perciò cercavo la chiave per inserirle in un determinato contesto, inventando nomi di fantasia”. Me la immagino mentre pensa quei titoli sui quali tantissimi bambini (il Manuale vendette 300mila copie) avrebbero fantasticato: il “Budino di Ulisse”, il “Pasticcio Cleopatra”, la “Merenda di Linneo”. La “Torta Beniamino” con la storia del parafulmine di Franklin… Scopro che erano sue anche le note finali dedicate agli “accorgimenti”: serissime nozioni di cucina, d’igiene e di casalingo buonsenso, che si raccomandava ai bambini di leggere prima di mettersi all’opera. Imparai da quelle pagine a pulire un forno con un limone tagliato a metà, a setacciare sempre il lievito, a infarinare l’uvetta per non farla sprofondare sul fondo della torta e… persino a fare una ciambella senza uno stampo con il buco! Solo con l’accorgimento n. 40 avevo qualche difficoltà: raccomandava di rimettere perfettamente a posto la cucina prima di procedere all’assaggio…
“Un paio d’anni dopo tornai all’Università e alla sociologia: era quella la mia strada. Ma scrivere per un pubblico di bambini è stata una grande scuola: se uno riesce a farsi capire dai più piccoli, può farsi capire anche da studenti e professori… Il Manuale? E’ stata una cosa bella che ho fatto da giovane. E poi, come dico ai miei colleghi, ho pur sempre venduto trecentomila copie! Il che non è che capiti tanto facilmente nel nostro ambiente…”
La vita di Luisa rientrò così in binari a lei più congeniali. Ma certi frammenti di quella nonnapaperesca identità – che per qualche tempo era stata anche la sua – non l’avrebbero mai più abbandonata. All’occhio attento di un’ex-bambina disneyana (una con tutte le carte in regola, compresa la tessera del Club di Topolino) certi dettagli assumono valore di inequivocabili prove: la scelta di non sposarsi, il non avere figli ma nipoti, la chioma color meringa vaporosa, e poi quel paio di lenti rotonde poggiate sul naso.
L’ho salutata con la certezza che non ci saremmo più riviste. “Grazie ancora per i biscotti!” mi ha sorriso. E io ho ripreso a correre per la città.
Sarebbe finita qui, o almeno avrebbe dovuto, secondo i miei programmi. In fondo Nonna Papera l’avevo trovata: mi sarei messa all’opera per realizzare il pdf e avrei pubblicato il post finale non appena fosse stato pronto. Vi avevo promesso che sareste stati i primi a sapere della mia scoperta, e ho mantenuto la parola: non ho svelato il segreto neppure in diretta tivù. Ma le settimane passavano e, per un motivo o per l’altro, l’impresa pdf scivolava immancabilmente in fondo alla lista delle cose da fare: come se ci fosse un qualche insondabile impedimento, qualcosa di irrisolto. Un’ultima tessera del puzzle ancora mancante…
La trovai, quella tessera, il giorno in cui fu il telefono a squillare: chiamavano da una redazione, una di quelle solitamente dedite a tutt’altro che a storie appiccicose di zucchero e di burro.
“Ho letto sul suo blog la storia del Manuale di Nonna Papera: ma davvero ha scoperto chi era? Perché ci piacerebbe raccontarlo anche ai nostri lettori…”
Allora ci sono tornata da Luisa: stavolta in compagnia. E quella con me non era Paperina col fiocco rosa in testa, inviata del Papersera: era una giornalista vera.
E anche se con tutte queste storie di libri, di torte e di pennuti ogni tanto mi sentivo come a Paperopoli, noi eravamo invece in una grande città: molto meno colorata, ma con un paio di cose in comune con quell’immaginario mondo di paperi a fumetti.
La prima è una signora con il sorriso severo ma gentile, un paio di occhiali rotondi sul naso e una meravigiosa bianchissima chioma (non di piume, però…). Non va in giro in trattore, di torte ne fa poche perché gliele portano gli amici, ma adesso sa cucinare bene, adora il cioccolato e impazzisce per i marrons glacés. E anche se di nome fa Luisa e non Elvira, a me piace pensarla come Nonna Papera, avendo nel curriculum – insieme a una dotta serie di pubblicazioni – anche quel Manuale dai magici poteri, capace di risvegliare lo spirito del cuoco-bambino persino nel più arido cuore di incallito renitente alla cucina.
La seconda è un grande quotidiano, di quelli che non pensereste mai possano interessarsi a certe storie vintage di bambini diventati ormai grandi, ma che non hanno rinunciato a sognare. E non chiedetemi come abbiamo fatto – io e tutti voi che avete giocato con me – ad arrivare fino a quella redazione: ve l’ho detto che non bisogna mai dare per persa una bottiglia affidata alla corrente…
Per tutti questi accadimenti – e per quell’indispensabile tocco di magia che esiste sempre, se solo si è capaci di coglierlo – l’incredibile storia del piccolo blog, del Manuale perduto e della Nonna Papera ritrovata oggi potete leggerla anche sul Corriere della Sera…
Saluti e baci,
S.
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BISCOTTI AL VALLO (pag. 90)
Che cosa occorre:
gr 250 di farina; gr 12 di lievito in polvere (una bustina piccola); 2 cucchiai di zucchero; 2 uova; gr 160 di burro; latte e sale
Come si procede:
setacciate insieme la farina, il lievito, lo zucchero e un cucchiaino di sale. Mettete il tutto in una terrina, aggiungete prima il burro sbriciolato e poi le uova sbattute intere con due cucchiai di latte. Impastate per bene il tutto e poi stendete la pasta sul tavolo fino a uno spessore di un centimetro circa, e tagliatela a dischi (si può usare un grosso bicchiere) che dividerete in quattro spicchi. Spennellate ogni spicchio con un po’ di latte, e cospargetelo di zucchero. Cuocete in foro caldo per 25 minuti, e servite i biscotti al Vallo caldi, con burro e miele o burro e marmellata.
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I miei Biscotti al Vallo…
… non erano tagliati a spicchi, né cosparsi di zucchero. Ma voi, al posto mio, avreste rischiato di arrivare in ritardo a un appuntamento con Nonna Papera?
Le foto di Luisa Ribolzi:
In bianco e nero (1970), con le sue nipoti… che non si chiamano né Emy, né Ely, né Evy
A colori (oggi), ritratta da un collega a Seoul
Per chi si fosse perso le puntate precedenti della Nonna Papera Story
– Le ricette di Nonna Papera: 40 anni dopo (25 gennaio 2010)
– I bigné di Nonna Papera (27 gennaio 2011)
– La storia incredibile del Manuale di Nonna Papera e delle sue ricette (tv2000, dicembre 2011)
E infine un grazie…
… a tutti quelli che si sono cimentati nella propria cucina con una ricetta del Manuale. Senza la vostra partecipazione, il vostro trascinante entusiasmo e la vostra disponibilità, nulla di tutto questo sarebbe potuto accadere. Siete stati dei compagni di gioco magnifici e dei preziosi, indimenticabili compagni di viaggio.
Grazie anche a tutti i lettori che, pur non aveno un blog, mi hanno scritto per raccontarmi i loro ricordi d’infanzia (con o senza Manuale di Nonna Papera…)
… e un pdf in arrivo
Mi vergogno a confessarvelo ma… non l’ho ancora terminato! E’ che tutta questa storia doveva essere pubblicata tra una settimana. Peccato che i grandi giornali abbiano i loro tempi, e i loro cambi di programma, e non è certo un piccolo blog – pur dotato di spiccato senso magico – a poter imporre le sue date a piacimento.
Perciò facciamo che io m’impegno per finire a breve e poi ve lo comunico? … Ssss ..ssì? … Lo sapevo! Ero certa di poter contare su di voi…
A grande richiesta…
… eccovi la foto (bruttarella, ma accontentatevi…) dell’articolo apparso sabato 21 aprile sul Corriere della Sera. Mi rendo conto che questo post sta diventando così lungo che si potrebbe ormai arrotolare, ma che ci volete fare? Questa storia è diventata … inarrestabile! (23.4.2012)
Sai cosa penso? Che è bello sapere che a questo mondo esiste ancora un pizzico di magia pronto a saltar fuori quando meno te lo aspetti fra il grigiore e la routine.
E’ bello avere questa speranza :o)
che storia Sabrine! tantissimi complimenti per aver rispolverato tutto questo e averlo condiviso con noi!a volte il destino…..
Che bella storia!! me la sto leggendo a letto con il caffè e una fetta di torta…la colazione del sabato!! Degna di Nonna Papera! Aspetto conx ansia il PDF, perchè invece io il manuale non l’ho mai avuto, e meglio tardi che mai, qualche ricetta voglio provarla adesso!! Grazie Sabrine, un pò di magia fa bene a questo mondo!
La mia copia del “Manuale di Nonna Papera” è stata dimenticata nella sala d’attesa dell’ambulatorio del medico e-ovviamente -mai più ritrovata (nè mi è stato ricomprato il “Manuale”). Avevo però imparato a memoria i “Panetti Maya” che si erano (già allora) trasfomati, entrando nella nostra cucina di casa,perchè aggiungevo – su indicazione paterna – un paio di “ombrelli” di fiori di sambuco, freschi o secchi a seconda della stagione:i “Panetti Maya” si trasformavano così in lombardissimi piccoli “pan meini”….(la mia prima torta, il mio primo post). Adesso vado a comprare il Corriere. Grazie per questo tuffo nella mia infanzia!
Claudette
Sabine sei un mito!!Stamattina il primo pensiero quando ho acceso il pc è stato cercare il tuo post ed eccomi qui..Ho letto tutto di un fiato la storia e adesso so che sognare non è mai una cosa vana anzi quando lo vuoi con tutta te stessa i sogni anche quelli piu complicati possono avverarsi ed eccoci qui con la storia di questa dolcissima e tosta Nonna Papara che con il suo manuale ha fatto sognare tutte noie e grazie a te per la tenacia la grinata e la forza che ti ha spinta nel regalare un sogno a tutte noi che sa tanto di infanzia e di momenti ormai lontani ma che restano nel cuore…
Ma stò pdf adesso lo devi fareeeeeeeee:-)!!!Un mega bacione e grazie ancora per il sogno,
Imma
Cara Sabrine, questa bellissima ricerca e’ degna di una avventura disneyana. Io non conosco questo manuale -ahimè- forse perché troppo giovane o forse perché non vivevo in Italia – ma ho sentito il tuo entusiasmo, ho provato il tuo brivido, ho vissuto l’incontro con questo
”mito’ e la tua avventura e’ diventata una fiaba per noi lettrici.
Non aggiungo altro perché esco ora a comprare il corriere della riserva e mi riservo di tornare qui, a lasciare un altro pensiero.
Si, perché chi non ma hai sognato che il proprio messaggio nella bottiglia trovasse un epilogo degno di fiaba?
Con affetto,
Vaty
Sabrine sei fantastica,come pure il sottofondo di tutti i tuoi post!Ti mando un grosso bacio e…vorrei dirti che il mio Manuale è praticamente nelle stesse condizioni del tuo,compresa la mancanza del pezzo “laterale” (scusa ma non mi sovviene il termine esatto) della copertina!
A presto e…vado a comprare il Corriere!!
Rita
Ecco, aspettavo trepidante da tempo e oggi finalmente so tutto! Te l’ho detto, questa storia mi ha appassionata più della prima stagione di Lost, ma la differenza sta nel finale, tutt’altro che deludente. Il consorte, che è deputato all’acquisto dei quotidiani, non è ancora tornato… ma io già pregusto il momento in cui avrò il Corriere fra le mani. Brava Sabrine, mi hai fatto sognare (e una volta magari ti racconterò la rocambolesca storia storia del mio Manuale di Nonna Papera)
Bellissima storia, mi sono rivista da bambina quando sognavo di poter rubare come Ciccio la torta messa a raffreddare su quel davanzale tra vasi di fiori. Credo che chi come noi leggeva e divorava i fumetti Disney un posto nel cuore avranno sempre le torte di Nonna Papera. Per me ci aggiungo anche il fascino della casa di Paperino, da piccola sognavo una casa cosi, con il tappeto tondo vicino alla tv e le poltrone morbidose, credo anzi che la casa dei miei sogni fosse proprio quella…..
Wow…sono rimasta senza fiato perchè ho letto tutto il post trattenendolo…sono rimasta completamente affascinata…io purtroppo non l’ho mai avuto il manuale di Nonna Papera ma è rimasto sempre nei miei desideri…grazie per aver condiviso questa bellissima avventura con tutti noi…un bacione!
Cari amici di penna e di fornelli, perdonate le occhiaie ma sono reduce da una nottata… indimenticabile! Alle due e mezza Blogger ha inghiottito questo post. L’ho ricostruito pezzo per pezzo, terminando quando il cielo era di nuovo azzurro e cinguettavano gli uccelli. Nessun concentrato di caffeina avrebbe funzionato più del pensiero di deludervi. Volevo solo che lo sapeste… (Dettagli nel prossimo post)
Ritroviamoci in Cucina: Il grigiore e la routine? Credo siano un brutto paio di occhiali che spesso ci dimentichiamo di togliere… Guardare la vita senza troppi filtri e pregiudizi è il miglior antidoto alla noia: e apre le porte a certe magie…
Aria: Sì: che storia… posso dirlo tranquillamente, perché non è dipeso tutto e solo da me. E’ bastato il ricordo del Manuale a risvegliare una generazione intera di ex-piccoli cuochi. A riprova del fatto che un bel libro letto da bambini resta nostro per sempre…
franci e vale: Caspitina… abbiamo persino gente in pigiama stamattina! Mi piace questo clima rilassato, da gente che si vuole bene e fa di tutto per sentirsi a casa propria come un re. Voglio dire: la vera magia bisogna un po’ inventarsela ogni giorno, anche nelle piccole cose. Che smettono di essere banali se solo le facciamo con più cura… Come la tua colazione del sabato, insomma!
claudette: Comprendo il senso di perdita. Ma potresti provare a pensare a quell’evento come a un involontario – ma generoso – gesto di bookcrossing! Qualche altro bambino l’avrà pur trovato, quel tuo Manuale dimenticato… Mi chiedo: ma la lombardissima variante dei “Panetti Maya” agli ombrelli di sambuco, l’avevi appuntata da qualche parte? Perché – mai dire mai… – magari scopriamo il possessore di quella copia, con la glossa al sambuco a pagina 98…
c’ho i broccoli, o, per rimanere in tema, la pelle d’oca (o di papero, fai tu!).
Ti ho scoperta troppo tardi come sai, ma ieri sera mi sono riletta a ritroso i post legati a Nonna Papera, sognando ad occhi aperti.
Io non avevo il manuale di Nonna Papera, a me era toccato in eredità quello delle Giovani Marmotte di mio babbo, ma quanto agognavo il manualetto delle ricette!
a vedere la foto della signora Luisa ho pensato subito anche io che assomiglia alla mia idea di Nonna Papera!
Bello bello bello!
Ma che bella storia! E’ proprio vero a volte i sogni si avverano…E tutta questa storia sa di magia e di zucchero filato…nonricordo se il manuale di nonna papera ce l’avveo…di sicuro avevo quello delle giovani marmotte e io il dolce forno Harbet ce l’avevo! E’ da lì che ho cominciato a pastrocchiare..;) E infatti l’ho scritto nell’about del mio blog! Che bei ricordi! Grazie del post…Martina
Una storia da lasciare senza parole. Peraltro non ti conoscevo e mi sto andando a rileggere tutto l’arretrato. Complimenti e grazie per questo post e questa scoperta
Veru
Una meraviglia questa storia ho i brividi addosso, ti faccio i miei complimenti per essere riuscita a svelare un sogno….un’abbraccio!
dolci a… gogo!!! Mi permetto di correggerti: il vero mito è quel Manuale (e anche chi l’ha scritto). La capacità di far sognare dei bambini è una dote che sprigiona i suoi benefici nel tempo… E chissà che non sia in grado di produrre nche un certo, tanto agognato pdf… (in mancanza del quale, però, si possono comunque consultare tutte le ricette dei partecipanti disponibili qui)…
Vaty Sei sicuramente troppo giovane, mia cara Vatinee, per certi ricordi. Ma ti assicuro che il Manuale di Nonna Papera, un po’ come l’Artusi, è uno di quei libri di cucina che non invecchiano mai. Perciò se sei curiosa e ti va di sperimentare un po’ di tradizionali ricette italiane, puoi sempre attingere a quelle pubblicate dai partecipanti alla raccolta, che trovi nella pagina indicata giusto qui sopra. Certo, quando sarà disponibile un decente pdf che una certa Madame dovrebbe pubblicare…
ritat Davvero anche la tua copia del Manuale è tutta una ditata?!? La mia sembra il percorso di Pollicino: tracce evidenti nei punti di più intenso passaggio. La pagina del Salame Vichingo, per esempio, deve averne viste delle belle… Quanto al “pezzo laterale”, che a me verrebbe da chiamare dorsetto, ogni tanto penso di andare a farmelo rilegare: poi però ho paura che mi faccia l’effetto di quelle signore che incontro dopo una seduta di botox e non le riconosco più: e opto per tenermelo così com’è. Pieno di strappi e… bellissimo
Benedetta Signori, non so se ve ne siete accorti ma abbiamo una sceneggiatrice, qui! Perciò il suo parere sulla trama di questa nostra storia vale almeno doppio (nessuno se la prenda…). Ma poiché, a quanto pare, quella del Manuale di Nonna Papera è una “never ending story” adesso aspettiamo la sua, di puntata… rocambolesca, mi raccomando!
elisabetta: La casa di Paperino… Sarebbe di gran moda, adesso, con tutti quei colori fluorescenti, le poltrone cicciotte e le lampade ani ’50… roba da strage di clic su Pinterest! Certo, la torta di Nonna Papera era da incorniciare: un po’ come la numero uno di Paperone. Con la differenza che una ricetta è un talismano che si può portare per sempre con sé… e condividere.
Volevo solo ringraziarti per tutto questo lavoro di ricostruzione, perché negli anni ’70 ero una bambina che faceva i capricci per il manuale delle Giovani Marmotte e di Nonna Papera e per il Dolce Forno. Invano.
Be’, ora ci vorrebbe una ristampa della prima edizione. Che dici: un’altra magia ci sta?
Cara Sabrine,
iniziare la giornata con una storia così è bellissimo! Mette addosso una ventata di positività, di gioia e di entusiasmo che sono rari da trovare. Leggendone nel tuo blog oggi ma anche nei mesi passati mi è venuta voglia di sfogliare il Manuale che – ahimè – non ho mai posseduto o letto (mia zia aveva solo quello delle Giovani Marmotte da farmi divorare!).
Grazie per averci dimostrato che certe cose belle si concretizzano, basta avere la pazienza di aspettarle e continuare sempre a pensare che arriveranno.
un bacione
Claudia
Mary: Non vorrei sentirmi responsabile di qualche mancamento da carenza d’ossigeno… Mentre per il Manuale di Nonna Papera posso darti una mano: hai a disposizione un’intera pagina di ricette o-ri-gi-na-li (perché la rete è piena di ricette farloche…). Che poi sarebbero quelle postate dai partecipanti al contest. La trovi al link della raccolta (indicato qui sopra e pure a fondo pagina). In attesa del mio pdf (oggi avete deciso di farmi sentire in colpa, vero? …)
Juls: Cara Giulia, il bello del Manuale di Nonna Papera è che gli si vuol bene anche se non lo si possiede. Voglio dire che le ricette viaggiano, cambiano, si arricchiscono nel tempo, e poi magari tornano da dov’erano venute: e noi le accompagnamo, perché nessuna ricetta potrebbe mai viaggiare – e vivere – senza qualcuno che la pratichi. E’ per questo che mi piace la cucina: mi apre al mondo in maniera assolutamente trasversale. Mi permette – almeno così penso – di capire. Per questo a volte capita anche a me che i broccoli passino dalla pentola… alla pelle!
Trattoria da Martina: Posso dirti? Secondo me non ce l’avevi, il Manuale. Altrimenti te ne ricorderesti di sicuro! Come del Dolce Forno e di quello delle Giovani Marmotte… Però puoi sempre ovviare cimentandoti con le ricette della raccolta: testate e garantite!
veru: In effetti non mi è stato facile trovarle, le parole, per raccontare quest’avventura partita dalla mia cucina e finita fin dentro le pagine del Corriere… Ma se le parole vanno e vengono, il ricordo di questa incredibile e divertentissima vicenda credo che sarà sempre con me.
patriziamiceli: Ragazze, però questa epidemia di brividi comincia a risultarmi sospetta… Io sono qua che mi sdilinquisco all’idea e magari… ma non è che voi abitate tutte al Polo Nord?!? Scherzi a parte: cosa può provocare la pelle d’oca più di una storia di paperi?
Barbara OcaGattoLetto: Felice che questo mio modesto lavoro di ricostruzione (che – non finirò mai di dirlo – non sarebbe stato possibile senza gli stimoli ricevuti da altri) ti abbia in qualche modo risarcito per la mancanza del mitico Manuale. Certo, io ce l’avevo e me lo porto dietro ancora. Però ho nettissimi ricordi anche di cose che non sono mai riuscita a possedere: e i ricordi di un desiderio possono essere altrettanto intensi e “potenti”, nel senso che ci portano a fare in età adulta delle cose impensabili. (ragionamento che risulta un po’ fumoso, e me ne scuso. Ma lo spazio è quello che è, e le ore di sonno pure…) Quanto alla ristampa della prima edizione, è stupefacente che non ci abbiano pensato: penso che un sacco di gente se la comprerebbe volentieri. Il Manuale ebbe tante edizioni successive, ma molto “edulcorate”, e con una struttura che non era comparabile a quella originale concepita da Elisa Penna. Il bello di quel primo Manuale erano le illustrazioni e i racconti di Storia (Storia vera, da libri di scuola…) che introducevano le ricette. Indimenticabile.
La Femme du Chef: Mi fa sempre piacere quando qualcuno mi scrive che inizia bene la giornata leggendo questo blog. L’idea che possa fungere da antidepressivo naturale mi lusinga… Il Manuale? So che si trova in tante biblioteche, potresti provare a cercarlo. Anche se per le ricette (non tutte, ma una buona selezione) hai a disposizione la pagina con i post dei partecipanti al contest! (tra i link nelle note a fondo pagina).
Non ho parole. Grazie. 🙂
Laura
PS: il mio Manuale fa ancora bella mostra di sè nella mia libreria.
Zia Laura: Quindi il tuo Manuale è come il mio! Al posto d’onore, tra i libri di cucina: sempre a portata di mano…
oh Sabrine sei fantastica, mi hai riportato indietro con la mente a quando leggevo topolino con avidità,a nonna Papera, le sue torte di mele e Ciccio.
La frase sui sogni è favolosa, così come il tuo racconto!
Un abbraccio Sabrine e grazie per questo meraviglioso racconto!
Sonia
Grazie del bellissimo viaggio! 🙂
Posso dirti che mi hai emozionata? Io quel manuale non l’ho mai avuto, nè il dolce forno: ho avuto una maglieria di Barbie che faceva solo tubi! Però quando ancora non avevo un blog (blog è un parolone per definire il mio!) avevo letto di questa tua iniziativa e mi aveva molto colpita. Ed oggi ritrovo il tuo blog e leggo di una storia così magica… è meraviglioso saper coltivare la magia! 🙂
“Pezzo laterale” …ehm ,o più correttamente “dorsetto” ;-))
Sabrine hai colto esattamente e spiegato benissimo,come sempre d’altronde,il vero motivo per cui anch’io ho spesso tentennato davanti alla tentazione di rimetterlo “in ordine”.Ma ora che ho visto il tuo credo proprio che abbandonerò del tutto l’idea dell'”intervento chirurgico” ,se non a fronte di cedimenti strutturali più importanti.
Un bacio e …scappo a leggere il Corriere che ho appena acquistato.
Rita
E’ quasi commovente. La tua è davvero un’avventura di quelle che si leggono solo sui libri, dove si ammirano eroine che non si perdono d’animo e che riescono ad arrivare fin dove vogliono. Sono contenta che tu, proprio tu, ce l’abbia fatta! Forse hai ragione a dire che il segreto del tuo successo (perchè non d’altro si tratta) è legato alla voglia di mettersi alla prova, di divertirsi in cucina proprio come si faceva da bambini. Con quel pizzico di umiltà, di fantasia e di magia che solo loro hanno. la voglia di sfornare torte un po’ bruciacchiate, ciambelle senza buco, e tanti altri errori che aiutano a crescere. Tu ora sei cresciuta, ma non hai perso la voglia di fare come un tempo… Ecco, se io fossi riuscita al posto tu nell’impresa, ora mi dispiacerebbe soltanto che sia tutto finito… D’altra parte, esperienze come queste si godono anche tra le fatiche, e si dice di godersele finchè ci sono. Ma sono contenta comunque, perchè so che ti addormenterai con il sorriso sulle labbra, che sei riuscita ad incontrare quello che ormai era chiaramente da tempo il tuo grande idolo! Ora, possiamo ribattezzarti “Nonna Papera due, rigorosamente italiana”? Ti abbraccio fortissimo, ti ringrazio per questa tenera, tenerissima storia, e volo a comprare il corriere! M
sonia: I sogni: bisogna averne, se non altro per avere una meta verso cui tendere. Poi ci si può arivare oppure no, ma coltivare un sogno è già un valore in sé.
Antonella: Ma questa è una gita di gruppo! Un po’ come a scuola… ma senza professori! (anzi, per la verità una almeno ce n’è, in questa pagina: Luisa…)
Valentina: Ma sai che quel marchingegno per fare i tubi di maglia ce lo aveva pure mia sorella? Ma era un’altra di quelle cose che mia madre detestava. Anche perché ci aveva insegnato a lavorare a maglia fin da piccoli. Persino mio fratello produceva interi gomitoli di catenella all’uncinetto… Però non cucinava.
ritat: Ormai il mio Manuale ha mezza copertina staccata (mio figli lo adorava fin da piccolo…) ed è deliziosamente scolorito. Quale tela di legatoria, per quanto bella, potrebbe mai competere con la patina del tempo? So già che non mi piacerebbe… Buona lettura!
Una storia fantastica, magica…le cose accadono quando si desiderano sinceramente!
bravissima!!
e.
Ciao ti volevo invitare a partecipare al contest “Il dolce della vita”
http://dolciricette.blogspot.it/2012/04/il-dolce-della-vita-contest.html
Ti aspetto!!
Sono rimasta completamente incantata nel leggere questa storia.
Sono stata incantata dalla passione, dall’impegno e dalla magia che hai saputo trasmettere e che, a parer mio, fanno di te una bella persona adulta con un genuino cuore bambino – dote tanto rara quanto preziosa -!
E poi mi hai fatto ricordare anche il Dolce Forno Harbert: anche io l’ho desiderato senza successo…
Ah dimenticavo: il tuo blog è bellissimo! Cercherò di tornare più spesso, Binotto permettendo 🙂
A presto!
🙂
pips: Convinta che gli eroismi veri siano quelli compiuti in sordina, nel quotidiano esercizio di equilibrismo che i nostri impegni ci impongono, rifletto ancora una volta sul fatto che la vita – a saperla guardare – è sempre la migliore delle scenegggiature da film. Purché sia vita autentica… Mettersi alla prova, come tu dici, è condizione essenziale per evitare la noia, la tristezza di vivere, e quell’insopportabile abitudine al lamento che prende sempre più piede. Ogni obiettivo richiede impegno: ma gli impegni si possono anche assolvere con leggerezza (nel senso di disposizione d’animo lieve, non di irresponsabilità…) e con un sorriso. Se poi in tutto questo si riesce a trovare un po’ di senso d’avventura condito da un pizzico d’ironia, beh… il gioco è fatto! Proprio come in cucina: sforzarsi di trovare gli ingredienti migliori, quelli meno raffinati e artificiali, e dosarli con divertimento. Non è poi così complicato…
bucciadilimone: Proprio una storia fantastica… soprattutto perché è tutta vera!
Dolci ricette: Signorina, va bene farsi pubblicità, ma… magari la prossima volta con un po’ più di garbo, ok?
ArteMamma: Passione e impegno mi piacciono molto: cerco di praticarli, almeno. La magia penso ne sia diretta conseguenza: uno fa il massimo perché le cose avvengano, fa tutto quel che è nelle sue possibilità: poi, accada quel che deve… e spesso sono cose belle. Il cuore da bambino? Mi sforzo di tenerlo al riparo dalle tempeste… Un bacio al Binotto (che spero sia il tuo bambino, e non un fidanzato! Nel qual caso mi ritiro porgendo le mie scuse… a te e al povero Binotto)
Ma che bella storia! Mi sono incantata a leggerla! é vero, solo quando ci si crede veramente i sogni poi si avverano!
Grazie!
MAGNIFICO questo tuffo nel passato …che diventa realtà!!! I° manuale di Nonna Papera 1970 (con annotazioni a matita delle modifiche che qui e là ho fatto nel tempo ad alcune ricette), tessera del Club di Topolino e un quadernino in cui ho conservato pagine di creatività dei numeri di Topolino di quando ero ragazzina! GRAZIE 1000 per l’emozione ricevuta dopo questo post e per la tua “magia”!!!
Che storia!! Brava! 🙂
Bello sapere che ogni tanto i sogni si avverano!
🙂
che bella storia!!!! grazie per aver scovato Nonna Papera, mi hai fatto tornare bambina!!!! un bacio
Binotto è il mio bambino: l’unico che può disporre del mio tempo. Ad un fidanzato non lo permetterei…
🙂
Cara Sabrine, sei stata davvero grande! stamattina alle 7 ero in giro con il mio cane e in edicola ho chiesto il corriere della sera, certa che avrei trovato lì quello che avevi con tanta magia promesso avremmo trovato! e infatti YUPPPPPPPY! Complimenti per la bravura, la tenacia e la simpatia che trapela sempre dai tuoi post. E’ la prima volta che ti lascio un messaggio, io non ho un blog ma ti seguo da tanto e aspetto sempre con impazienza i tuoi spettacolari racconti. un abbraccio! antonella
Non ti ho seguito tutto il tempo ma ricordo di aver letto uno dei primi post sul libro, anzi ricordo che ho deciso di aprire il blog proprio nel periodo del tuo contest, io non ho mai visto questo libro pur essendo del ’69 ma è bello poter leggere una storia che sia a lieto fine ogni tanto. Mi hai fatto commuovere.
Complimenti per la tenacia.
oggi ero in gita e al primo autogril ho comprato il Corriere (che sintonia, eh?), non sai che gioia vedere l’articolo e questa bellissima storia! le onde del web a volte fanno delle vere magie, oltretutto la torta di carote di Carlo Magno è la mia preferita e quella che ho riprodotto per il tuo contest. Grazie per averci fatto conoscere questa sorridente e tostissima signora! un bacione!
Francesca
tutti i miei complimenti per la serietà, l’ostinazione e la riuscita che stanno dietro a questo post. Bellissima idea (anche se quelle ricette non mi entusiasmavano più di tanto).
Questa storia è talmente tenera e dolce che… mi ha commossa! C’è da dire che sono di lacrima facile ma resto sempre piacevolmente colpita quando un sogno si realizza davvero. Sei stata brava e tenace ad insistere, a non abbandonare mai il progetto 🙂
Brava, Sabrine!!
Sabrine, che bella storia a lieto fine che mi ha riportato indietro nel tempo non parlo dei tempi del manuale (visto che non ce l’ho mai avuto) ma del nostro rapporto epistolare, delle tue mail notturne e a volte doppie per inviarmi le ricette, e dei primi mesi di vita del mio blog, grazie davvero! e comunque a me la signora un po’ nonnna papera la sembra davvero!
Che storia stupenda 🙂 A volte penso che le cose più belle che ci capitano crescano da sole, come di moto proprio e diventino molto più grandi di quello che riusciremmo a fare solo con la nostra volontà. Grazie Sabrine!
Si, una favola dei nostri giorni 🙂
Ma se non ci fossi stata tu…..
BRAVA
…lo ammetto…
solitamente i post così lunghi non li affronto, perché so già che poi nn sto attenta fino alla fine… sono un disastro!
però Nonna Papera un occhio di riguardo lo merita, ragion per cui mi ci sono dedicata con fervore crescente ad ogni piccolo attimo scintilloso che regalavi con il tuo racconto… in un mondo sterile come il nostro, fa proprio piacere vedere che i piccoli grandi sogni di un’amante di mattarello & company diventano realtà, proprio grazie al blog poi!
beh, a parte specificare che Emy, Ely ed Evy erano le nipotine di Paperina, non di Nonna Papera, fantastico tutto!
Ciao, Sabrine. Ho letto l’articolo ieri mattina, mentre sorseggiavo il primo caffe’ della giornata. Mi sono detta: ohibo’, ma quella signora somiglia davvero a Nonna Papera! Sono felice per te.
Un abbraccio
eugenia
Renza: E il bello di questo sogno è che era un sogno di tantissima gente!
Silvia – Tocco di Lillà: Vuoi dirmi che il tuo Manuale ha persino le glosse a margine? Beh… da una con tessera del Club di Topolino dovevo aspettarmelo! Certe cose si prendevano seriamente… Ed erano davvero magiche.
Irma: Con una protagonista come Nonna Papera, poteva essere una storia diversa?
Laura Bissoli: La prima ad essere tornata un po’ bambina sono stata io: serate trascorse a scattare foto alle pagine del Manuale per inviare ricette a chi non ce le aveva… e con l’occasione, me le rileggevo! E tornavo indietro nel tempo…
ArteMamma: Mi tranquillizzi… e con l’occasione mando un altro bacio a Binotto!
Antonella (anonimo): Cara Antonella, ti ho immaginata a spasso con il cane, nel silenzio della strada di un sabato mattina. Ti ho vista all’edicola e poi mentre sfogliavi quel giornale. E anche se non ti conosco, ti ho sentita vicina: parte di questa mia cucina sempre piena di gente in cui c’è poco spazio per le facce e molto per quel che si ha da dire. Io credo che sia questa l’essenza di un blog. Perciò grazie, per questo messaggio e per le tue sortite da non blogger tra queste mie ricette. Un abbraccio!
gloria cuce’: Non hai mai visto il Manuale di Nonna Papera?!? Nemmeno una copiettina di una zia, di una cugina appassionata di frittelle di mele, di un’amica… va be’, facciamo così: quando finalmente riuscirò a pubblicare il pdf, vieni a scaricartelo. Di copie del Manuale ne vedrai parecchie! E tutte in compagnia di divertenti ricette.
Acquolina: Dunque ti abbiamo fatto compagnia in gita con questa buffa storia di Nonna Papera? Fantastico! Onde del web e onde di simpatia, che arrivano lontano… e s’infilano nelle cucine amiche, prendendo forma di torta di carote. E tutto grazie a quella tostissima ragazza che è Luisa…
Pellegrina: Ostinazione: questa davvero sì, ce n’è voluta tanta… Ma è stato un bell’eseercizio di volontà, servito per tenersi in forma (e mica solo i muscoli si allenano!)
hetschaap: In effetti qualche momento di cedimento c’è stato: ogni tanto mi chiedevo chi me lo facesse fare… Ma la curiosità era tanta, perché intravedevo tra le pagine di quel libro un disegno colto e intelligente… non mi sbagliavo. In ogni caso, non volevo mollare perché mi piaceva troppo l’idea di riuscire a raccontarvi, prima o poi, chi era Nonna Papera!
Patrizia: Grazie!
k@tia: Mi hai fatto sorridere: al ricordo delle mie mail notturne! A volte mi si incrociavano gli occhi, le pagine e… le foto! Perché spesso non ne inviavo solo una… mi mettevo nei panni di chi il Manuale non l’aveva avuto e perciò non lo conosceva: e volevo che potesse scegliere… Quanto alla nostra cara Luisa, la somiglianza con Nonna Papera… è innegabile!
isafragola: Cara Isa, questa è davvero una storia stupenda. Ed è cresciuta proprio come dici tu: da sola, e più grande di quanto potessi fare io con la mia volontà… che però c’è voluta, così come tutto l’impegno e la passione di tanti di voi nel cucinare e postare ricette del Manuale. Che – e se ci penso mi emoziono – adesso esiste praticamente in due versioni: quella originale e quella cucinata da tutti noi. Ma permettimi di aggiungere che questa è una storia stupenda anche perché costellata di miccole magie accessorie, fino all’ultimo: grazie di cuore per il pensiero del pdf dell’articolo, che spero di essere in grado di rendere disponibile qui.
CorradoT: Un signore che pronuncia la parola “favola”!?! Complimenti! E grazie… anche se la signora veramente indispensabile in tutta questa storia era Luisa. E ancora prima di lei Nonna Papera: quella su carta, però…
patalica: Lo so, il post era troppo lungo: ma era uno di quei casi in cui sintetizzare avrebbe significato perdere delle informazioni, e io non volevo farlo.. Per Luisa, innanzitutto. E poi perché la storia del Manuale di Nonna Papera non è mia, ma di tutti e ho pensato che valeva la pena di lanciare un messaggio finale completo di ogni dettaglio nella nuova bottiglia affidata alla corrente Internet. Quanto alle nipotine… se sono nipoti di Paperina, che a sua volta è nipote di Nonna Papera, non sarebbero anche nipoti sue? Ma la genealogia dei paperi mi sfugge adesso, per cui: alzo le mani! Ciao e grazie!
la belle auberge: Davvero la somiglianza di Luisa con Nonna Papera è incredibile: e anche la sua vita ha in fondo degli aspetti nonnapapereschi… O forse siamo noi, con il nostro desiderio di rendere reali i sogni infantili, a vederla così. Resta il fatto che, oltre ad essere veramente l’autrice di parte del Manuale, è una Nonna Papera molto, ma molto credibile…
Storia dall’epilogo disneyano. A questo punto non mi meraviglierei se la redazione di Topolino facesse sua il tuo percorso convertendolo in striscie di fumetti “fumanti” di stampa. Quasi quasi scrivo alla redazione del giornalino, magari lo facciamo in tanti e Sabrine insieme all’autrice del manuale avranno anche il loro corrispettivo disegnato. Non sarebbe male. Qualcuno potrebbe dire che ho letto troppi fumetti…eppure sei qui a dimostrare che un avanzo di magia della nostra infanzia lo portiamo sempre con noi e che quando meno ce lo aspettiamo ci sorprende a ridarci quel sorriso da ragazzini che “avevamo” un pò tralasciato. I complimenti sono per aver creduto e per averci “cucinato” un piccolo grande sogno. Mi viene in mente un certo Dickens ma non voglio divagare oltre.
Grazie, da un lettore accanito degli almanacchi disney 🙂
Una favola, in perfetto stile Sabrine.M.me posso dirti una cosa?Uno dei più bei insegnamenti è quello di on darsi mai per vinti che, prima o poi, quello in cui crediamo arriva!
Che gioia, ti abbraccio forte 🙂
Sara
bellissime parole e meraviglioso post, pieno di emozioni e forte sensazioni, ero certa di tutto ciò e che dire sei sempre sulla cresta dell’onda… brava Aubergine… bacio
La storia che ci hai raccontato è davvero bella, emozionante e magica. Anche io avevo il manuale di Nonna Papera (anche se in un’edizione successiva) e coinvolgevo mia mamma nel preparare quelle ricette le cui illastrazioni mi facevano sognare. Anche io desideravo il dolce forno e non l’ho mai avuto e leggevo avidamente Topolino nell’ora successiva al momento in cui l’avevo comprato. Ci hai fatto tornare indietro nel tempo, riassaporare emozioni e ricordi messi forse un po’ troppo da parte. Credo che sia questo uno dei motivi del successo della tua iniziativa. Mi spiace di aver scoperto tutto quanto solo ora. Ma meglio tardi che mai. Complimenti per la perseveranza che hai utilizzato per seguire questo piccolo e magico sogno e soprattutto perchè non hai mai abbandonato il tuo proposito. E’ difficile credere nei sogni, soprattutto quando non si avverano le belle fantasie che avevamo da bambine, ma storie come questa aiutano a ritrovare l’entusiasmo per rimboccarsi le maniche e rincorrere la felicità giorno per giorno senza demoralizzarsi di fronte alle difficoltà. Grazie.
la storia è bellissima, e il mio dramma è che non ritrovo più il mio Manuale di Nonna Papera…Urge una ricognizione in soffitta dagli anziani (più di me) genitori!
Se mi sono emozionata io solo a leggere il post e a vedere le immagini di Luisa/nonna papera… Figurati tu ad incontrarla… Grazie… Per la raccolta… Per l’impegno, per la curiositá e la tenacia… Per aver incotrato per tutti i noi Luisa e per averlo condiviso! … E pure per il pdf che verrà! 😉
Che meravigliosa storia! Quando la realtà supera la fantasia!
Un abbraccione!
Lo sai che ho il groppone in gola? E che mi viene di piangere? Perché una parte bambina di me è ancora impigliata tra le pagine di quel manuale, e seduta per terra con la schiena appoggiata al muro della cameretta accanto alla pila di Topolino usati che mi portava mio pà la sera, tornando dal lavoro. Io ho imparato a leggere su topolino e sognato di provare le ricette di Nonna Papera nel Dolce Forno (ebbene si, l’ho sognato fino a che non l’hanno tolto dalla produzione). Sono di quella generazione che ha fatto del Manuale delle Giovani marmotte una filosofia di vita, che ha costruito il “rifugio anti zio” (nel mio caso anti babbo), e che tutt’ora tifa per Paperino forever. Il tuo post mi ha stritolato le budella di nostalgia e mi ha fatto sentire felice, come se un pezzo di quella vita lontana fosse stato riportato indietro dalla macchina del tempo attraverso questa signora gentile che si è palesata timidamente e che ti/ci ha regalato quest’emozione immensa. Sono felice di leggere storie come questa e non so spiegare perché. O forse lo so ma l’emozione mi toglie le parole. Grazie Sabine, ho perso l’articolo del Corriere ma spero che magari tu possa linkarlo o inserirlo nel meraviglioso pdf che tutti aspettiamo.
Grazie di cuore. Pat
Sabrine cara……eccomi qua!!!
ora sono assolutamente di corsa e non riesco a leggere il post….ma mi sono emozionata già a partire dl titolo, perchè i biscotti al vallo sono quelli che avevamo realizzato per la raccolta io e Ottavio!!!! Grazie Sabrine!!! a domani per la lettura dettagliata!!! Un bacio MARA
Sabrine sei mitica, quella foto è fantastica e questi biscotti favolosi <3
Cara Sabrine anche questa volta la tua storia mi ha conquistato, un peccato per me non aver partecipato al contest, ma all’epoca non ero ancora in blogger
ho ancora i vari manuali delle giovani marmotte, devo chiedere a mia sorella se conserva quello di nonna papera in soffitta
un abbraccio
Complimenti per aver creduto in un sogno e aver dimostrato che può dicventare realtà !
di cuore
loredana
ottimo blog sulla cucina
Complimenti, sei stata bravissima! Mi ha colpito soprattutto lo spirito che ti ha spinto a cercare la verità, quella passione infantile che supera qualsiasi interesse di ribalta che, meritevolmente, hai ottenuto.
Ti auguro una buona giornata, se vuoi, passa a trovarmi.
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Cara Sabrine, sei davvero formidabile!
Io non ho mai avuto il manuale di Nonna Papera… mio fratello più grande di me era quello che si imponeva e quindi a casa c’erano solo manuali delle Giovani Marmotte… forse è per questo che la salvaguardia dell’ambiente è entrata nel mio cuore più della cucina, per la quale, diciamocelo, sono abbastanza negata! 😉
Grazie comunque del bellissimo racconto. Dev’essere stata un’esperienza indimenticabile!
Sono davvero ammirata, per la tua perseveranza e la tua convinzione di credere nei sogni! Ti assicuro che leggevo con i brividi e la pelle d’oca, è stato come tornare bambina, ancheise io il manuale di nonna papera non lo avevo (come Danda, avevo un fratello più grande che aveva i tre manuali, e per noi femminucce niente, mi sono rifatta dai dodici anni comprando libri e riviste autonomamente), e lo leggevo a casa delle mie cuginette.
Il fatto di aver scoperto poi di avere lo stesso nome di nonna Papera mi rende questo articolo ancora più sentito 🙂
Complimenti ancora, e grazie per questi 10 minuti di favola, ora mi tocca tornare alla realtà 🙂
Elvira
ma sei stata incredibilmente in gamba!! che storia fantastica, l’ho letta tutta d’un fiato 🙂
il manuale di nonna papera ce l’ho anch’io; me l’avevano comprato per farmi stare buona, perché rubavo sempre il manuale delle giovani marmotte a mio fratello! quanto ci ho sognato su… il mio primo salame al cioccolato è “targato” nonna papera!!!
brava, brava e ancora brava!
Cara Sabrine, leggo solo ora il tuo post e, manco dirlo, mi hai proiettato lontano, fatto sognare e ritornare giovane mamma alle prese con una bambina che voleva giocare con le pentole e i fornelli… ma di questo ti ho già fatto partecipe.
Ho letto il tuo post al volo: che brava sei stata e che brava e bella la tua/nostra nonna Papera!
Un unico rammarico: sabato non ero a casa; un fine settimana piuttosto deludente mi ha lasciato anche l’amarezza di non poter acquistare il Corriere e leggere anche lì il successo delle tue ricerche. Ho allertato mia cognata e spero di poterlo fare domani.
Ancora un GRAZIE grande, grande, grande Sabrine. Donatella
Questa storia é una vera fiaba ! vedo che non ero la sola a desiderare il manuale e il dolce forno : mai avuti , solo quello delle giovani marmotte poiché unica femmina tra 3 fratelli maschi, ma la passione era li e covava ….mi son decisa dopo mezzo secolo . Ora ho tutti i forni possibili a disposizione ma sogno ancora il “magico forno” ! Grazie Sabine.
Grazie! Dopo tanti anni e diversi traslochi ho ritrovato il “mio manuale”….. E’ stato come ritornar bambina per un po’.
Cara Sabrine, sapere che Nonna Papera esiste e che ha il viso di quella simpatica Signora è una bellissima sorpresa. Sono anch’io della generazione che ha sognato settimana dopo settimana il Dolce Forno e non l’ha mai ricevuto. Ma il Manuale sì quello l’avevo e lo leggevo e rileggevo. Ora ne ho recuperato una copia che ha conquistato il suo posto d’onore in cucina. Nicole
Mi sono emozionata a leggerti…davvero compliemnti e complimenti alla nonna papera ritrovata! io quel manulale lo ricordo solo per per la copertina..ma quanto vorrei averlo 🙂
leggerti è sempre un’ emozione, forte a tal punto che spesso non riesco a commentare perchè qualsiasi parola rimpicciolirebbe quello che vorrei dire.
senza magia la vita è solo un grande spavento, scriveva Milena Agus in uno dei suoi libri.
nonna papera è la magia, è la forza di guardare la vita con gli stessi occhi ma da un angolo diverso, di tenere le stesse scarpe ma di cambiare strada, o percorrere la stessa strada con un paio di scarpe nuove..
Che ricordi, quel manuale con la copertina scarabbocchiata da mio fratello ( sgrunt!). Ne ero gelosissima, per una bambina come me rappresentava un pò la chiave d’accesso al mondo dei grandi, quando mia madre me lo permetteva potevo finalmente pasticciare e usare il forno di casa ( inutile dire che il desideratissimo dolceforno non l’ho mai avuto).
Grazie Sabrine, mi hai regalato ricordi e emozioni.
P.S: caspita che detective che sei!
Topilinik e Super Pippo ti fanno un baffo, cara Sabrine.
Chapeau al tuo lavoro certosino e paziente, cercare Nonna Papera non è da tutti.
Ma trovarla, da nessuno 😉
Storia incredibile…un film! Complimenti!!!! E bravissima, davvero.
che bella storia!!!sembra una favola!! io non ho mai visto il libro perchè non vivevo in italia ma tu lo hai descritto cosi bene che mi è sembrato di viverlo anch’io …brava Sabrine, mi rilasso a leggere il tuo blog :)e
grazie che dividi con noi
Mi stavo per commuovere a leggere. Ho 21 anni, da piccola leggevo regolarmente Topolino e tutta questa storia mi ha toccato il cuore.
ecco, arrivo tardi, ma ci sono anche io, che ho seguito tutte le puntate con trepidazione (quella stessa maturata da noi navigate lettrici di topolino), che non vedo l’ora di stampare e rilegare il tuo prezioso lavoro, così da poterlo sfogliare tante volte e vedere le pagine sempre più gonfie e curvate e strofinarle col pollice per togliere gli schizzi…
l’ho letto tutto in un fiato, una bella storia di un libro che ha fatto sognare una generazione, complimenti
Questa storia mi ha fatto sognare… in una fresca giornata di primavera
Questa storia mi ha fatto sognare… in una fresca giornata di primavera
Hello! I do not know italian, I can read one or other word, I wish I knew…I will translate your post. I am a Brazilian living in USA and I have the same book in Portuguese! I got it when I was a little girl in Brazil. I still have it! :)Thank you very much for posting.
Hugs from California,
Ana Paula.
Cara Sabrine, questa storia è stupenda, leggerla mi ha emozionata tanto, visto che anche io sono una sfegatata fan di quel libro verdolino che sfoglio da quando avevo pochi anni e mi segue nei miei traslochi e trasferimenti 🙂 Anche io, tempo fa, ho pubblicato una ricetta tratta dal mitico manuale:
http://www.letempsdescerises.it/main/2011/11/torta-elisabetta-il-dolce-di-nonna-papera/
Camy
Ho “scovato” il tuo blog da fb..curiosa come una scimmia sono venuta a vedere e..resto incantata dalle foto meravigliose, i preparati e…le storie che non tramontano mai!Ti seguo 😉 A presto!!
Hai fatto un lavoro stupendo!
Mi sono letta il post tutto di un fiato, io che avevo il manuale di nonna Papera e l’ho perso negli innumerevoli traslochi che ho fatto da ragazzina 🙁
Ricordo anche io il dolce forno, quando lo chiesi a mia mamma la risposta fu:
“Figuriamoci se ti compro quel coso che sarà pure pericoloso!” ahahahahahah!
…Però Luisa… assomiglia un pochino a Nonna Papera eh!
Troppo simpatica!
mi sono commossa e sono tornata bambina, purtroppo il “mio” manuale è andato perso ma è impresso nella mia memoria perchè quelle ricette le facevo con chi adesso non c’è più…Grazie per aver scovato “Nonna Papera” …è proprio così come la immaginavo
incredibile!
davvero un finale insospettabile,
degno del miglior giallo!
complimentissimi alla signora Luisa per la fantasia e la bravura e a te per la tenacia di inseguire un sogno,
degna solo di un bimbo!
cosa che considero meravigliosa….
Giuliana
che storia dolcissima..in tutti i sensi!! Complimenti davvero ce l’ho anch’io il libro di nonna papera 🙂 !!
___
http://thetraveleater.com
Cara Sabrine, son capitata per caso sul tuo blog e mi son persa in questo bellissimo post e nei ricordi.
Ho 54 anni ma conservo ancora il “vecchio” manuale di nonna papera, ha la copertina rotta, ditate varie in tutte le pagine ed anche qualche scarabocchio, ma che bei ricordi!!!!
Che bella storia che hai raccontato e complimenti per come scrivi!
Un saluto Giò
è una storia bellissima, un’agnitio perfetta, che emozione dev’essere stata!
ma se si volesse leggere l’articolo che sono curiosa come una scimmia ma sono arrivata tardi?
mannaggia che rabbia!
Wow che scoperta.. e che bello il manuale di nonna papera!! Mi ricordo che una volta ce l’avevo anche io.. chissà che fine ha fatto mannaggia, mi piacerebbe ritovarlo!!! Se ti va passa dal mio blog c’è un premio per te 🙂 a presto!!!
Che bello ritornare indietro di 40 anni, il mio manuale è andato perso desidererei tanto una copia ma purtroppo è impossibile, a meno che tu non riesca a convincere la casa editrice a ristamparlo. penso che in molte lo compreremmo. baci baci roberta
Io il mio Manuale l’ho ritrovato in questi giorni… e mi vergogno a dirlo, non ne ho mai sperimentata una ricetta. Ma conto di farlo già a partire da questa settimana!
Grazie ^^
Ciao Sabrine,
è la prima volta che commento pur seguendoti da molto tempo (sempre in silenzio, finchè non ho aperto anch’io un mio blog). Io sono tra quelle che ti ringraziano per avermi fatto conoscere il manuale di nonna papera, e questa storia mi ha molto colpita.
Se vuoi dare un’occhiata al mio ultimo post, parlo della tua ricerca, dei tuoi risultati, di come sono arrivata a te… e di una torta.
http://cremaepanna.blogspot.it/2012/05/torta-monna-lisa-ovvero-torta-al-limone.html
Spero che ti faccia piacere passare da me.
Un abbraccio. Stefania.
Che dire a volte non servono le parole, ma in questo caso si.
Confesso di aver pianto dall’inizio alla fine del tuo post.
Non sai quanti ricordi sono tornati alla mente leggendo le tue parole.
Hai aperto un cassetto nella mia memoria di bambina. Dopo il manuale delle giovani marmotte ( che era considerato da maschi ) sulla mia libreria faceva sfoggio di sé il manuale di nonna papera. Ricordo ancora come convinsi mio zio a comprarlo ” zio questo manuale é da femmina ” . Il dolce forno poi chi non l’ha sognato .A me come scusa mi avevano detto che era pericoloso e non adatto ai bambini. Sei stata grande in questa impresa, sicuramente non facile. Ti ammiro tantissimo sopratutto per il messaggio forte e chiaro che hai dato ” credere ai sogni ” . Certo che tu e nonna papera siete proprio una bella coppia . Un grande abbraccio.
che bel blog e che bella ricetta! passa a trovarmi, mi sono unita ai tuoi lettori e se vuoi fallo anche tu!
dolcementeinventando.blogspot.it
che storia fantastica, la leggo solo ora! splendido che tu l’abbia trovata e anche il tam tam nato in rete che vi ha portato all’articolo.. 🙂
mi segno i biscotti del vallo
Solo ora leggo questo post magnifico….come fa sognare!
Babbo Natale mi porterà il tuo libro “fragole a merenda”….non vedo l’ora di sfogliarlo
Un abbraccio
Alessandra
vedo ora la data del post..
Ma dicono che non è mai troppo tardi….
sono entrata nella tua cucina non so neanche da dove, chissà che cercavo, ma era destino.
ho letto i tuoi post, le tue ricerche, la tua cocciuttagine e la realizzazione del sogno.
(che poi I sogni sono gratis, chissà perché la gente non lo fa in continuazione)
Cmq brava, brava per come scrivi, in modo così coinvolgente, curioso.
Grazie per le ricette che sicuramente proverò.
vado a letto felice stasera, ho un’amica in più. ❤️
un abbraccio
gioi
vedo ora la data del post..
Ma dicono che non è mai troppo tardi….
sono entrata nella tua cucina non so neanche da dove, chissà che cercavo, ma era destino.
ho letto i tuoi post, le tue ricerche, la tua cocciuttagine e la realizzazione del sogno su Nonna Papera
(che poi i sogni sono gratis, chissà perché la gente non lo fa in continuazione) ho una ristampa del Manuale del 1991.
Cmq brava, brava per come scrivi, in modo così coinvolgente, curioso.
Grazie per le ricette che sicuramente proverò.
vado a letto felice stasera, ho un’amica in più. ❤️
un abbraccio
gioi