Bûche de Noël: sfida di Natale
Va bene, è Natale e un tocco di magia ci vuole. Diciamo persino che se non ci fosse sarebbe il caso d’inventarselo. Ma nemmeno con la mia più fervida immaginazione sarei riuscita a inventarne uno così…
Da due mesi in questa piccola cucina arriva una corrente ininterrotta di energia. Se fosse elettricità, sarebbe in grado di illuminarla a giorno 24 ore su 24, aiutando la sottoscritta a restare sveglia mentre risponde a messaggi, commenti, mail. Leggo parole bellissime, scelte con affetto sincero. E guardo foto che m’inteneriscono, mi divertono, mi fanno compagnia. Ho scoperto che “Fragole a merenda” lo leggono le nonne e le ragazze, i signori in doppiopetto e le signore dal parrucchiere, e… perfino i gatti! C’è chi lo tiene in cucina e chi sul comodino, chi lo legge alla scrivania e chi sul divano.
Si segnalano numerose copie già posizionate sotto frondosi e luccicanti abeti, e molte altre sono in viaggio, destinate a trasformarsi in doni la notte di Natale. Le consegne sono affidate a personale altamente specializzato e della massima esperienza (chi potrebbe mai dubitare della professionalità di Gesù Bambino o di Babbo Natale?), ma la distribuzione è un lavoro complesso, per cui non bastano slitte volanti e schiere di elfi. La magia delle magie, quando si tratta di consegnare libri, si chiama Amazon: stilate la vostra lista dei desideri, inviate l’ordine con un clic, e qualche giorno e un driiiìn! più tardi vi trovate davanti il fattorino del corriere in carne e ossa… ok, parcheggia il furgone in seconda fila e non indossa una divisa rossa bordata di pelliccia, ma voi vi ritrovate con il libro che volevate, senza esservi mossi da casa: esattamente come chiederlo a Babbo Natale…
Questa della consegna dei desideri – perché cos’è un dono se non un desiderio esaudito? – è una questione serissima: e infatti nessuno si sogna di sgarrare sulle date. Certo, la precisione del trasporto in slitta è inarrivabile (a mezzanotte del 24 dicembre, non un minuto più tardi), ma bisogna riconoscere che anche ad Amazon non scherzano: fanno tutto in pochissimi giorni, anche senza l’ausilio delle renne.
Perciò mi sono preoccupata, quando ho visto che i tempi di consegna stimati per il mio libro erano di alcune settimane, un’era geologica se paragonata ai pochi giorni richiesti di consueto.
Alla casa editrice hanno fatto l’impossibile per capire cosa stesse succedendo: tra i tanti libri in catalogo, solo “Fragole a merenda” veniva dato con tempi di consegna tanto lunghi. C’è voluto qualche giorno, ma quando la spiegazione è arrivata, ho spalancato gli occhi e mi son detta: “Non ci posso credere…”.
Abbiamo ingannato l’algoritmo di Amazon. Il portentoso, mirabolante, inarrivabile algoritmo che regola la vita del più grande negozio virtuale di libri esistente al mondo. Il complesso sistema di calcoli in base al quale si riescono a prevedere persino gli andamenti delle vendite, e ad approvvigionarsi di conseguenza. Noi l’abbiamo mandato fuori strada: i suoi sofisticati calcoli non avevano previsto un avvio delle vendite tanto positivo, e le copie disponibili sono andate subito esaurite. E anche se sono state prontamente rifornite, l’algoritmo – timoroso di restare nuovamente senza – ha continuato a fare stime molto prudenti circa i tempi di consegna. Detto in altre parole: Amazon non pensava di vendere tante copie già nelle prime settimane.
Così ho scoperto che “Fragole a merenda”, partito da questa piccola cucina con un po’ di incoscienza e molto senso dell’avventura, ha trovato ospitalità in tante case diverse. E ho rivalutato gli algoritmi, scoprendo che hanno un lato umano: anche loro si lasciano ingannare.
Qualche giorno dopo, seduta davanti a una tazza fumante per decidere quale sarebbe stata la mia sfida di Natale, quest’anno, ho pensato che non ce ne potesse essere un’altra: ne avevo già vinta una, e senza nemmeno sapere di averla affrontata. La mia dose di magia me l’aveva regalata un algoritmo (e poi dicono che i numeri non hanno un’anima…) E allora l’ho presa alla leggera. “Vorrà dire che quest’anno sarà una sfida semplice…” mi son detta, e ho messo assieme le ricette che avevo per il bûche de Noël, un semplice tronchetto di Natale.
“In fondo è un Pan di Spagna con un po’ di crema spalmata sopra: in un’ora me la cavo”.
Mai previsione fu più errata: avevo sottovalutato quell’impresa, solo perché aveva allegre, soffici, giocose sembianze. Esattamente come l’algoritmo di Amazon con “Fragole a merenda”…
L’ho fatto tre volte. La prima il Pan di Spagna era perfetto, soffice come da manuale, ma troppo spesso perché non avevo osato stenderlo fino ai bordi della teglia: il tronchetto era una trave, roba da cantiere più che da garbata tavola natalizia. La seconda l’ho fatto raffreddare troppo a lungo: al momento di arrotolarlo, profonde crepe si sono aperte sotto le mie mani… pareva che su quel povero tronco si fosse avventato a colpi d’ascia un boscaiolo ammattito.
La terza volta conoscevo tutti i miei punti deboli: e ho fatto leva su quelli dell’avversario. Ho steso l’impasto in uno strato sottile, ho fatto intiepidire il Pan di Spagna, e ho steso il mascarpone velocemente. Ho persino disposto i lamponi con regolarità, perché volevo vederli in sezione al momento del taglio delle fette.
E mentre lo zucchero a velo scendeva silenzioso come neve dalla pinza per il té (funziona meglio del colino, in certe occasioni) pensavo che ce l’avevo fatta anche stavolta. Fa niente se la cucina era ridotta a una foresta di tronchi e con quel mio passatempo da taglialegna se n’era andato l’intero pomeriggio. E se dopo tre acquisti in quattro ore la mia reputazione presso il fruttivendolo era seriamente compromessa (“Ma cosa ci fa con tutti questi lamponi: la marmellata a rate?”). In fondo era proprio quel tronchetto la mia vera sfida di Natale: combattuta sapendo di doverla combattere. E – compatibilmente con le circostanze – vincere.
Quando Principessa l’ha visto mi ha detto: “Mamma, è bellissimo!” e i suoi amici non hanno avuto bisogno di parole. Forse ho un futuro da costruttrice di tronchetti. E da ingannatrice di algoritmi…
Saluti e baci (prenatalizi)
S.
BUCHE DE NOEL (TRONCHETTO DI NATALE)
INGREDIENTI
uova: 4 (medie)
zucchero semolato: 120 gr
farina bianca 00: 100 gr
sale fino: un pizzichino (…ino)
mascarpone: 250 gr (freschissimo!)
panna: 4-5 cucchiai (di quella fresca, da montare)
lamponi: 220 gr (sceglieteli belli sodi)
pistacchi: 50 gr (sgusciati e non salati)
zucchero a velo: 2 cucchiai
frutti rossi a piacere: un po’, solo per guarnire
Accendete il forno a 170-180° e rivestite dio carta forno una teglia per biscotti (fissate bene i bordi con delle mollette da bucato, perché la carta forno dovrà stare ben ferma quando rovescerete l’impasto).
Spezzettate i pistacchi, senza ridurli a una poltiglia (coltello e pestacarne – esattamente in quest’ordine – sono il tandem perfetto, in questi casi!). Sciacquate rapidamente i lamponi sotto l’acqua corrente e metteteli ad asciugare su un pezzo di carta assorbente.
Rompete le uova separando tuorli e albumi (fate in modo che negli albumi non finisca la minima traccia di tuorlo).
Iniziate a montare gli albumi, e appena vedete che si forma un po’ di schiuma bianca aggiungete un cucchiaio di zucchero: continuate a lavorar di fruste finché non avrete davanti una montagna di neve soffice e compatta.
Montate i tuorli con il resto dello zucchero: lavorateli per 2-3 minuti con le fruste elettriche (iniziate a bassa velocità e non superate la media: i tuorli strapazzati non danno il meglio di sé). Se le fruste elettriche non ce le avete, usate un cucchiaio di legno ma preparatevi a lavorare un paio di minuti in più. Fermatevi quando il composto è cremoso, gonfio, e quasi bianco.
A questo punto dovete aggiungere la farina e gli albumi montati al composto di tuorli e zucchero. Sarà meglio che lo facciate con la massima attenzione: questa è una torta senza lievito e dunque l’aria che mettete in forno è proporzionale all’aria che ne tirate fuori. Tradotto: non smontate il composto se non volete sfornare un cracker dolce anziché un sottile ma sofficissimo strato di Pan di Spagna.
Dicevamo: aggiungete la farina, un paio di cucchiai alla volta, facendola scendere direttamente da un colino e mescolate con movimenti ampi dal basso verso l’alto (dovete catturare più aria possibile). Quando avrete aggiunto circa un quarto della farina, passate agli albumi: anche in questo caso, un quarto alla volta e mescolando con la stessa tecnica, per non smontare il tutto. Continuate alternando le aggiunte di farina a quelle di albumi, finché non avrete un composto della consistenza della schiuma da barba (commestibile, però…).
Rovesciatelo nella teglia e stendetelo delicatamente fino ad arrivare ai bordi: lo strato dev’essere il più uniforme possibile, alto circa 1 centimetro o poco più (se lo fate troppo spesso, scordatevi di riuscire ad arrotolarlo senza romperlo…). Infornate e restate nei dintorni: il Pan di Pagna deve cuocere 7-12 minuti (a seconda del forno di casa vostra). E’ pronto quando è appena dorato, perciò accendete la lampadina del forno, mettete il timer, non rispondete al telefono e non distraetevi con letture avvincenti: non perdetelo d’occhio, un minuto in più basta a renderlo meno “arrotolabile”… io ve l’ho detto.
Nel frattempo lavorate il mascarpone con la panna (e un cucchiaio di miele, se vi piace).
Quando il Pan di Spagna è pronto, sfornatelo e fatelo intiepidire su una griglia da pasticcere (se non ne avete una, fatevi una passeggiata per casa tenendolo per i lembi di carta forno). Questo è un altro passaggio cruciale: se si raffredda troppo perde elasticità, ma se è ancora caldo scioglie il mascarpone. Perciò regolatevi: appena capite che la vostra base può reggere una bella spalmata senza conseguente scioglimento, trasferitela sul piano di lavoro e procedete.
Stendete il mascarpone con delicatezza, per evitare che la base si sbricioli: arrivate fino a un paio di centimetri dai bordi. Poi distribuite i pistacchi tritati e i lamponi.
Adesso tirate un bel sospiro, perché siete alla curva finale. Arrotolate il Pan di Spagna su sé stesso partendo dal lato corto del rettangolo. Iniziate tirandovi dietro anche la carta forno (sarà molto più facile) e staccatela con delicatezza solo quando non riuscite a procedere con l’arrotolamento (non so se si dica, ma ci siamo capiti…). Fate in modo che il rotolo sia ben serrato per tutta la lunghezza, prima di procedere ad arrotolarlo ulteriormente.
Sigillate il vostro tronchetto di Natale con la pellicola (piatto da portata compreso) e infilatelo in frigo per qualche ora.
Al momento di servirlo, tagliate le due estremità con un coltello affilato e spolverizzatelo di zucchero a velo. Guarnitelo con i frutti rossi che più vi piacciono: sciacquateli, asciugateli e fategli fare un po’ di capriole nello zucchero semolato… sembreranno piccole bacche con dei cristalli di neve. Fa niente se in casa ci sono venti gradi: è la magia del Natale…
POSTILLE
La sfida
Grazie ad A. R., che da tre anni impasta con me, a cucine unificate, anche se a centinaia di chilometri di distanza – in questa occasione. Lei è rimasta colpita da un certo post (che rileggo sempre con un po’ di fatica) io dalla sua voglia di condividere. Quest’anno ha fatto l’impossibile per riuscirci. Entrambe adoriamo il Natale.
Fonti
La ricetta del Bûche de Noël (o tronchetto di Natale o Swiss roll, a seconda della latitudine a cui lo preparate) è ispirata da Elle à table, e da varie ricette raccolte nel corso degli anni.
Le foto: siamo un magnifico club…
Cresce la board Pinterest dedicata alle foto dei lettori in compagnia di “Fragole a merenda”: me ne arrivano tante (via Facebook, Instagram e mail), abbiate pazienza le caricherò tutte. Voi non immaginate che effetto mi faccia vederle: è come se fossi lì con voi e tutti insieme formassimo un esclusivo club di simpatici squinternati. E siccome in questa cucina amiamo divertirci… osate pure, con ironia! Grazie!
Ingredienti: farina bianca 0 e 00 • lamponi • mascarpone • panna fresca • pistacchi • sale fino • uova • zucchero a velo • zucchero semolato
La mia sfida di Natale, quest’anno, cara Sabrine non l’ho ancora scelta: tante idee, infiniti desideri e poco, pochissimo tempo. Ma, come si diceva l’anno scorso, c’è il piano B che sono le ricette della tradizione di casa, quelle che si fanno ad occhi chiusi e che non richiedono una triplice sperimentazione.
E ormai ad occhi chiusi preparo il “tuo” dolce del Prelato che – non me ne volere – è diventato parte della tradizione natalizia di casa Fiordisambuco (e prima o poi te ne darò prova!)
Buoni preparativi! Io intanto aspetto il mio pacchetto da scartare….
Claudette
Buongiorno Sabrine, ma che bello questo tronchetto! Non importa quanti tentativi ti ci sono voluti…il risultato è fantastico…come sempre!
Io la mia sfida di Natale culinaria non l’ho ancora decisa, ma ho deciso che oggi mi cimenterò nella preparazione delle girelle all’uvetta senza uvetta…cioè sostituisco l’uvetta con le gocce di cioccolato (è una faticaccia mettere d’accordo tutti)!
Tanti auguri pre-natalizi anche a te!
Baci , Federica
Grazie! Con questa meraviglia che hai creato il Natale è arrivato anche nella mia cucina!
Ciao Sabrine , il mio libro è arrivato in tempo record e ha trovato collocazione sul mio comodino. …. mi piace sfogliarlo la sera in completo relax. Fa la spola tra camera da letto e poltrona in salone….. Inutile dire che è bellissimo ed per me fonte di ispirazione. …… In realtà tu lo sei , con le tue ricette, foto , immagini. ….., con il tuo modo d’essere. … Grazie Sabrine !
Un abbraccio. …. Carolina
Davvero magico questo tronchetto… Non lo faccio vedere al tupi se no me lo fa preparare subito. Tanti auguri Sabrine!
Un tronchetto da mille e una notte!!!! Bellissimo e penso anche molto buono ,cercherò di prepararlo per capodanno per Natale non ci riuscirò di sicuro!
Il tuo libro ormai viaggia con me,e tra le tante foto che gli ho fatto non ho ancora scelto quale mandarti! Intanto ti mando tanti tanti auguri fatti proprio col cuore!Baci Alda.
Sabrine, il mio regalo resterà “in ostaggio” ancora dalla mia amica per qualche giorno ( prevedo un bel po’…:((..) che ha deciso di farmene dono. La sua proverbiale inaffidabilità, unita alla sua pigrizia hanno fatto in modo che io non potessi sfogliarlo la mattina di Natale, annullando più di un’appuntamento per il nostro tè/scambio auguri/regalo…e di questo sono moooolto dispiaciuta.
Spero di averlo presto, il mio regalo di compleanno ( compio gli anni a maggio) me lo ha dato a Natale dello scorso anno…sob!!
Ci riesci sempre, ci sei riuscita anche stavolta, a commuovermi intendo. Con il post di ” prima” , che nn conoscevo, con la tua solita grazia che ora comprendo molto meglio. Questo Natale scoprirti e’stato per me, un bel regalo ( oltre il libro )
Carissima Sabrine, ho acquistato il tuo libro e lo sto leggendo tutto d’un fiato. Non ho resistito e non ho aspettato Natale. Mi piacciono i libri che uniscono ricordi di vita con ricette. Sono tutte ricette meravigliose. Dopo le feste comincerò a provarle. Ho visto che hai rinnovato il blog, messo nuove foto. Complimenti. E’ stupendo. Queste fotografie che rendono meravigliosa la semplicità mi allettano e mi deliziano. Buon Natale, Sabrine a te e ai tuoi cari.
Buon Natale Sabrine.
Non ho mai cucinato il tronchetto di Natale ma ho assisto alla sua preparazione per anni, lo faceva mia zia assistita da mia mamma. La ricetta era quella del “Brazo gitano” nome che in me bambina suonava alquanto esotico. Ricordo benissimo la suspense al momento dell’arrotolamento… L’accettata improvvisa era sempre in agguato. Il nostro era più classico con il cioccolato trattato a mo’ di corteccia. Grazie per avermi riacceso il ricordo di quei Natali in montagna!
Il mistero dell’algoritmo mi affascina non poco, la matematica mi è sempre stata un po’ ostica ma mi ha anche aperto nuovi mondi e regalato soddisfazioni.
Io ho finito da un po’ il tuo libro e mi manca molto la sera, è rimasto quasi sempre sul comodino ma ha anche gironzolato per casa… Ti manderò anch’io la mia foto…
Un abbraccio
La sfide più ardue sono anche le più dolci. Non vedo l’ora di cimentarmi: se fallissi e il tronchetto si crepasse, vorrà dire che lo mangerò in privato, senza ospiti 😉
bellissimo dolce, davvero irresistibile! indovina cosa ho fatto oggi? mi sono regalata il tuo libro, era l’ultimo in libreria e non me lo sono lasciata sfuggire, ora non vedo l’ora di sfogliarlo con calma e poi provare le tue ricette! complimentissimi e buone feste!
Ciao Sabrine che piacere averti trovata! Ti ho scoperta in libreria…mi piace molto il tuo libro…e non vedo l ora di prepare le brio chine allo yogurt….buone feste!!! A presto , Anto
Raffinatissimo questo tronchetto.
Sono felice di aver ricevuto in regalo il tuo libro.
Ciao Sabrine, ho visto il tuo libro in libreria ho espresso un desiderio e Babbo Natale (mia figlia…) mi ha ascoltato!
Ho passato le vacanze a leggerlo sul divano, a ridere da sola ai tuoi bellissimi racconti, mi guardavano come se fossi matta….é un libro di ricette mi dicevano. Ragazzi questo non é solo un libro di ricette, è come stare nella tua cucina prendere un tè e ascoltarti raccontare.
Oggi ho iniziato con la focaccia e in un modo più rilassato del solito, come viene viene nessuna ansia da prestazione! Ti farò sapere.
Mi piacerebbe conoscerti,attraverso le tue ricette ,consigli ecc….grazie