La torta morbida al cioccolato
Io e i compleanni non siamo buoni amici, nel senso che me li dimentico regolarmente. Sarebbe accaduto anche stavolta se non fosse che i compleanni sono due e, proprio come succede alle ciliegie, uno ha tirato l’altro. Così mi trovo a scrivervi una storia che nemmeno se l’avessi inventata sarebbe tanto bella. Ci penso e ci ripenso, e se non fosse che è successa proprio a me avrei qualche sospetto sulla sua dimensione: cioè avrei la ragionevole certezza che non appartenga al mondo reale ma a quello, infinitamente più bizzarro, della fantasia. Anche se, a ben vedere, i due mondi non andrebbero considerati come rette parallele… perché può capitare che s’incontrino.
“Una bambina che amava le librerie più dei negozi di giocattoli s’innamorò di un libro…”: potrebbe iniziare così la nostra storia. Il libro in questione era un manuale di cucina, e fa niente se quella piccola lettrice ci mise poi vent’anni a imparare a cucinare. Nel tempo quel ricettario la tenne avvinta a sé, perché era bello e la faceva sognare: il che, del resto, era quel che le capitava sempre con i libri, di qualunque argomento si trattasse. Persino il suo rapporto con la cucina, fattasi adulta, finì per esser funestato dal quel folle amore per la lettura: poteva capitare che attaccasse la pasta restando in piedi davanti alla pentola che bolliva, perché aveva un libro in mano. O che, seduta di fronte al forno acceso, non accorresse in soccorso dell’arrosto di Natale, finché non era ridotto a carbone della Befana. Una ricca aneddotica familiare deponeva a suo sfavore, come cuoca: nessuno, in casa sua, avrebbe scommesso un soldo bucato che sarebbe mai stata capace di mettersi ai fornelli senza nefasti effetti collaterali.
Eppure quel vecchio ricettario non smise di seguirla, ovunque andasse. Anche quando sugli scaffali della libreria di turno si accumulavano pile in doppia fila, un posto per lui c’era sempre, e non è detto che fosse in cucina. Perché tra quelle pagine, storie e ricette vivevano in gioiosa armonia: dunque, non era necessario mettersi ai fornelli per godere della loro compagnia.
E adesso mi scuserete, ma devo farvi fare un salto impegnativo, diciamo qualche decennio. Non è un salto nel buio, di quelli pericolosi… a meno che non decidiate di atterrare sulla pentola della pasta con l’acqua che bolle! Perché – sappiatelo – non avrei modo di avvertirvi: ho imparato così bene a non scuocerla, che posso andare a controllarla solo di tanto in tanto. E quando tra il primo e il secondo tanto passa troppo tempo (va be’, capita raramente ma succede: mi metto ancora a leggere…) è Monsieur che controlla la cottura, ed è così attento che non si accorgerebbe di voi… non prima di avervi scolato – perfettamente al dente – assieme ai suoi adorati vermicelli, voglio dire.
Dunque, siete atterrati in questa piccola cucina. Una cucina piena di luce, con tanti amici, un po’ di confusione, e un vecchio tavolino da bistrot ormai rassegnato a vederne di tutti i colori. Oggi, per esempio, è una giornata color cioccolato, che alternato al color panna non ha eguali: un tandem irresistibile e gioioso di portata planetaria (conoscete qualcuno sano di mente che non abbia un sussulto di piacere, davanti a una torta al cioccolato?)
Ora, mi rendo perfettamente conto della situazione: non è che uno possa scomparire dopo una rocambolesca pesca di mutande e ripresentarsi come niente fosse cinque mesi più tardi, con la faccia tosta e una torta al cioccolato. Ma a me la torta serve a raccontarvi il seguito di quella storia iniziata davanti alla vetrina di un libraio, tanti anni fa (beh, tanti… diciamo un po’…).
Forse era scritto nelle stelle che, nonostante le infauste premesse culinarie, quella bambina dovesse finire per riappacificarsi con mestoli e padelle: la sfida vera era farlo senza rinunciare ai suoi adorati libri. Cominciò ad appuntarsi le ricette – quelle a prova di distrazione che le riuscivano sempre – e anche le storie che si intrecciavano nella sua cucina. Non sempre avevano profumi da far venire l’acquolina (una vita logisticamente effervescente faceva sì che bande di operai, effluvi di pitture e sbuffi di polvere aleggiassero di frequente per le sue stanze), ma riuscivano sempre a farla sorridere. Poco alla volta quella cucina si riempì di amici, e per fortuna nel frattempo avevano inventato i blog altrimenti sarebbe stato impossibile farceli stare tutti… Il blog è uno strumento bellissimo: trasmettere parole, suoni, colori, e perfino profumi se uno ha la ricetta giusta. Ma il profumo della carta solo i libri ce l’hanno. E così, quella che nel frattempo era diventata una vecchia ragazza gettò il cuore oltre l’ostacolo, e accettò la sfida di un ennesimo trasloco: stavolta non tra quattro mura, ma tra due copertine di cartone. La sua piccola cucina si trasformò in un libro, ma non smise di essere una cucina vera…
Non so se ve ne siete accorti, ma siamo arrivati – passo dopo passo – a un anno fa. Trecentosessantacinque giorni esatti dalla mattina in cui, con gli occhi un po’ più luccicanti del solito, vi raccontai che “Fragole a merenda” era in libreria. Ci avevo messo tanto tempo, tanto lavoro, tanta passione. E nessuna certezza che qualcuno si sarebbe mai accorto di dettagli che solo a un’attenta lettura si potevano cogliere. “Chi vuoi che se ne accorga, è un libro di cucina…” mi dicevano, mentre contavo le albe e gli sbadigli. “Appunto: è un libro” pensavo io. E il ricordo andava alla piacevole lettura di quel vecchio manuale, che nel frattempo – per una serie di imprevedibili e avventurose circostanze – proprio grazie a questo blog avevamo salvato dall’oblio. Mi dicevo che un libro di cucina non deve necessariamente essere solo un elenco di ricette, da tirar fuori alla bisogna quando si accendono i fornelli. Per me cucinare è una delle attività più creative, divertenti e liberatorie che ci siano: volevo fare un libro che fosse capace di far sorridere, di fare compagnia ai suoi lettori, di farli sentire bene… non solo in cucina.
E’ stato stato un anno indimenticabile. L’algoritmo di Amazon colto di sorpresa nelle prime settimane (anche gli algoritmi hanno i loro pregiudizi, pensano che i principianti siano sempre delle schiappe…), la ristampa in pochi mesi. E quanto agli infinitesimi dettagli, lasciatevi dire che siete bravissimi: non ve ne è sfuggito uno! Ma la mia soddisfazione più grande è leggere le vostre mail, guardare le foto dalle vostre case, vedere il libro che per trenta mesi è stato sulla mia scrivania aprirsi e trasformarsi ogni volta in una ricetta nuova: la vostra. Conservo le mail in una cartella, perché vorrei riuscire a rispondere a tutti, e vi prego di scusarmi se non ce l’ho ancora fatta: sappiate che le leggo e le apprezzo tanto. Lo stesso vale per le foto: la board su Pinterest ne ha centinaia, e altrettante sono in attesa di finirci, ma mi piace che ognuna abbia la sua didascalia, che racconti quello che voi mi avete raccontato. Ci sono bambini che fanno i compiti oppure fanno biscotti e ghiaccioli con mamme e papà, signore con la collana di perle e signori in blazer blu, ragazze in pantofole e nonne elegantissime (evviva la nonna di Benedetta!), cani, gatti e pesci rossi. Alberi di Natale, costumi di Carnevale, tavole di Pasqua e terrazze d’estate. Molte librerie, mercati e negozi vari, e persino… una parrucchieria! Avete letto bene: pare che in un paese della Toscana che si chiama Larciano le signore leggano “Fragole a merenda” mentre si fanno i colpi di sole. E poi ditemi se questa non è una storia divertente…
Ce ne sarebbe più che abbastanza per essere felici, ma una bella storia che si rispetti non è fatta solo di soddisfazioni, di amicizia e di risate. Ci vuole anche un tocco di magia… Vi ricordate l’avventura del piccolo blog, del manuale perduto e della Nonna Papera ritrovata? L’avevo archiviata dopo quella che pensavo essere l’ultima puntata e mi sembrava che nulla di più potesse accadere. Beh, mi sbagliavo. C’è stata una puntata supplementare, e guarda caso si è svolta in libreria: perché quel ricettario, che dopo aver fatto innamorare tanti bambini era scomparso dalla circolazione, è stato appena ristampato, a cinque anni dal quel post. A forza di raccontare in giro che era bello, è finita che qualcuno ci ha creduto.
Quanto alla piccola lettrice, non ha mai smesso di perdersi tra le pagine di ogni ordine e grado: continua ad amare le librerie più dei negozi di giocattoli (che alla sua età si chiamano boutiques). Solo che adesso, tra gli scaffali dei libri di cucina ne trova uno che riconosce da lontano: ha in copertina una ciotola di latte e una tartelletta che pare uscita da quel vecchio manuale. Il libro letto da bambina e il libro scritto da grande, tenuti assieme da una stessa idea giocosa di cucina. E da una leggerezza che andrebbe riservata ad ogni cosa della vita: per poter vivere…
Adesso capite perché mi serviva una torta al cioccolato: questo è un giorno speciale. Un giorno magico, che da piccola avrei potuto immaginare solo in una storia a fumetti. E invece ci sono quei due libri, fianco a fianco come due vecchi amici sullo scaffale della mia cucina, a ricordarmi che questa è una storia vera. Li guardo e penso che non bisogna mai smettere di sognare, e che sognare sui libri è un gioco che fa bene ad ogni età. E mentre scatto una foto soprappensiero, finisce che resto impigliata nella cornice di Joann (ebbene sì, quella specie di ectoplasma sono io, non Agostino che è un fantasma vero..): non sarà mica che i pensieri, come i sogni, lasciano un segno? Perché il mio pensiero di quell’istante si legge benissimo: “Perbacco che avventura!”
E adesso il gran finale, riservato a tutti quelli senza i quali questa sogno sarebbe rimasto relegato al mondo della fantasia… non fate finta di non aver capito, lo sapete benissimo che siete voi. Ve l’ho già detto, siete i miei compagni di viaggio preferiti e i soli distributori di energia sui quali possa contare. E anche se ormai le pagine di “Fragole a merenda” sono affollatissime, nessuno si è ancora lamentato per la gioiosa confusione: Delfina dalle gambe pelose, Artemio con lo schioppo, la signora Maria col “coliè” e le “galine”, le suore dell’asilo Montessori… tutti felicissimi! Persino i pesci glitterati guizzano vispi come non mai in Paradiso (dove il Padreterno ha bandito la porporina).
Io vi ho preso dei fiori (e ho fatto in modo che non li vedesse la portinaia, perché stavolta non avrei potuto raccontarle per chi erano). Stavo per attaccarci un biglietto come faccio sempre, ma all’ultimo momento mi sono ricordata che un anno fa era da questo tavolo che tutto era iniziato. Così l’ho apparecchiato come nella foto di copertina. E quando mi sono seduta davanti a quella ciotola ho pensato che è proprio quel che vedete voi, quando da casa vostra prendete il libro in mano: siamo allo stesso tavolo, insieme. Allora ho preso una delle mie mollette, e ho attaccato il mio grazie ad una pagina…
Saluti e baci (emozionati e polverosi di polline e cacao),
S.
LA TORTA MORBIDA AL CIOCCOLATO
INGREDIENTI
per la torta:
uova: 3 (grandi)
zucchero di canna: 160 gr
latte: 130 ml
olio di semi di girasole: 130 ml
cacao amaro: 40-50 gr
farina 00: 180 gr
lievito pre torte: 1 bustina
per la farcitura
panna fresca da montare: 250 ml
latte: 750 ml (250 per inzuppare la torta, 500 per la salsa)
cacao: 65 gr
zucchero di canna: 1 cucchiaio
Accendete il forno a 180° e imburrate generosamente uno stampo dai bordi non troppo bassi (va bene una tortiera di pyrex, la pirofila delle lasagne o un piatto di latta smaltata, purché non abbia il fondo amovibile).
Sgusciate le uova in una ciotola capiente, aggiungete lo zucchero e lavorate con le fruste elettriche finché non sono gonfie, spumose e molto chiare. Lo zucchero di canna ci mette un po’ di più di quello semolato a fidanzarsi con le uova, e non si dissolve mai completamente: voi lavorate per un paio di minuti a bassa velocità e poi fermatevi una trentina di secondi, prima di riprendere a velocità media.
Aggiungete il latte e l’olio di girasole, e poi il cacao e la farina (setacciateli, sennò dovete rincorrere i grumi, e aggiungeteli poco alla volta, se non volete ritrovarvi un fungo atomico che si espande per la cucina). Quando il composto è perfettamente omogeneo aggiungete il lievito setacciato e rovesciate nel contenitore prescelto.
Cuocete la torta per 20-25 minuti: non fatela asciugare troppo, deve essere morbida e appena gommosa al tatto. Estraetela dal forno e – senza toglierla dallo stampo – bucherellatela con una forchetta. Siate precisi: buchi a file regolari, non troppo distanti tra loro, che arrivino fino alla base (non dimenticatevi i bordi!)
Rovesciate 250 ml di latte sulla torta, facendo in modo che si inzuppi bene dappertutto (potete aiutarvi con un cucchiaio o meglio ancora con un pennello), poi sigillatela con la pellicola e parcheggiatela in frigorifero per un paio d’ore. Non fatevi venire in mente di risparmiare sulla pellicola, se non volete una torta che sappia d’aglio e cipolle e sia secca in superficie…)
Preparate la salsa al cioccolato, mettendo in un pentolino 500 ml di latte, il cacao e lo zucchero di canna. Sbattete con una frusta per eliminare i grumi e non smettete di mescolare finché la crema non inizia ad addensarsi (ci vorranno 5-10 minuti). Dev’essere densa, ma non come una crema: diciamo che deve scorrere come uno di quegli orrendi sbrodolamenti che certi ristoranti vi mettono sul dessert, ma questo – fidatevi – è molto, molto più buono…
Montate la panna (e mentre lo fate, mescolate spesso la salsa al cioccolato, per evitare che si formi la pellicina). Stendete la panna su tutta la superficie della torta e poi rovesciatevi sopra la salsa al cioccolato. Verificate che non sia calda (un leggero tepore è il massimo che la panna montata possa tollerare), iniziate dal centro e poi, a cucchiaiate, arrivate in ogni più recondito angolino. Non fatevi venire in mente di stenderla usando la spatola (o il cucchiaio a mo’ di spatola), perché otterreste un effetto marmorizzato che qui non va bene…
Rimettetela in frigo (ricordandovi sempre della pellicola) e tiratela fuori solo al momento di servire. Dura anche tre giorni, e con il tempo diventa più buona. Dà assuefazione… proprio come le belle storie.
POSTILLE
VIDEO – Visto che questa è una festa, celebriamoci un po’! Forse a qualcuno farà piacere rivedere il video che racconta, insieme al libro, la mia piccola cucina:
“FRAGOLE A MERENDA” (Guido Tommasi Editore) continua ad essere disponibile in libreria, su Amazon, e dovunque si vendano bei libri. Desidero ringraziare tutti i librai, che fanno un lavoro appassionante e coraggioso, e scusarmi con tutti quelli che mi hanno invitato a fare una presentazione nel loro negozio (ma anche scuole, biblioteche, centri culturali): sono stati mesi molto intensi, e ho deciso di impiegare il poco tempo disponibile a tenere un rapporto stretto con i miei amici lettori. Troveremo il modo di recuperare…
Grazie a tutti coloro che hanno scritto una recensione: ne ho lette di bellissime! Sappiate che quelle dei lettori – nessun giornalista si offenda – sono le mie preferite.
Grazie a tutti coloro che hanno deciso di ospitare una copia di “Fragole a merenda” in casa loro, e a quelli che ne hanno fatto dono a una persona cara: l’idea che il mio libro possa trasformarsi in un messaggero d’amicizia o d’amore mi inorgoglisce.
LA RICETTA è una ricetta turca, scovata in rete su vari blog e video… in turco! E’ stato divertente cercare di tradurre, ma l’unica cosa veramente complicata è stato spiegare a Monsieur d’Aubergine di chi erano le voci che nottetempo mi parlavano dal video in quell’idioma tanto esotico. E’ una ricetta facilissima, a patto di rispettare alcune condizioni.
Contenitore: scegliete quello che più vi fa comodo, tenendo presente che lo spessore dell’impasto una volta nello stampo dev’essere tra 1,5 e 2,5 centimetri. Non è una roba da maniaci, ma se la fate più alta diventa una tortona di quelle normali, mentre questa deve rimanere più bassa (non una sottiletta, però!). Perciò procuratevi delle cavie e fate più di una prova. E soprattutto: usate il righello! Con queste dosi io riempio una pirofila rettangolare da 20 x 30 cm (più un avanzino) o due stampi tondi da 20 e 22 cm di diametro: nel primo caso la torta viene un filo più alta, nel secondo (quello della foto) un filo più bassa del dovuto, in entrambi i casi buonissima. Calcolate sempre che la torta deve poter stare nello stampo una volta farcita ed essere sigillata senza che la pellicola tocchi la superficie.
Tempi di cottura: quelli che vi ho dato sono indicativi: maggiore lo spessore dell’impasto, più lunghi i tempi di cottura. Dopo il primo quarto d’ora, potete aprire lentamente il forno e tastare la superficie. Ma farla seccare è un delitto…
Farcitura: va da sè che se scegliete uno stampo più piccolo la superficie da farcire con panna e cioccolato sarà minore. Magari avanzeranno, ma sono certa che non avete bisogno di consigli per farne buon uso…
Zucchero: la salsa al cioccolato è amara. Io trovo che il contrasto con il resto sia molto piacevole, ma qualora foste degli amanti della dolcezza assoluta, nulla vieta che aumentiate la dose di zucchero.
Ingredienti: cacao • farina bianca 0 e 00 • latte • lievito per dolci • olio dì semi di girasole • uova • zucchero di canna
Mi sei mancata tanto, ma per fortuna ho lì il tuo libro a portata di mano. Non è neanche sulla scaffale, ma lì sul ripiano della cucina. Talmente vicino che la mattina a colazione se mi giro e allungo la mano posso prenderlo e ricominciare a sfogliarlo. Buon compleanno alla tua meravigliosa creatura e un abbraccio a te!
Il tuo commento, non chiedermi perché, era finito nella cartella dello spam, che per mancanza di tempo non controllo mai. Ci sono andata un istante fa, così giusto per dare un’occhiata, e ti ho trovata: in testa a un lungo elenco di stalker planetari c’eri tu! Ho afferrato il tuo prezioso commento al volo (avevo timore che potesse scomparire, risucchiato tra centinaia di finti orologi, boccette energizzanti e paccotiglia varia. Beh, che dire a questo punto? Grazie! Per il messaggio e per l’immagine che mi regali, preziosa per un libro che racconta di merende e colazioni. Da oggi ti penserò la mattina, quando mi siedo a quel tavolo che ben conoscete per iniziare la giornata come piace a me: saprò che nella tua cucina, sempre a portata di mano, ci sono ricette e storie care che – a questo punto – condividiamo. Un caro saluto da qui, con la speranza che non mi tocchi più andarti a ripescare in un mare di spam…
Che bel modo di festeggiare il compleanno, Sabrine ! …e anche a casa mia Fragole a merenda è proprio accanto al Manuale di Nonna Papera…claudiag
Non ci posso credere… anche sul tuo scaffale sono vicini?!? Ma sai che non sei l’unica? Mi stanno arrivando foto da cucine varie, in cui la formazione è proprio questa: Fragole a merenda”, che è più alto e robusto, che fa da appoggio al “Manuale di Nonna Papera”, sempre in formissima ma con i suoi anni… E a questo punto credo che non avrei potuto festeggiare questi primi dodici mesi in libreria in modo migliore… sicuramente, non con persone migliori! Un caro abbraccio, cara Claudia!
Cara Sabrine, auguri e complimenti.
Meriti davvero di festeggiare questo compleanno speciale.
I tuoi contenuti sono sempre pregiati.
Paolo
Caro Paolo, grazie per il “pregiati”! Un complimentone… Onoratissima per il commento di un signore, a riprova del fatto che i bei libri di cucina, e le cucine divertenti, non hanno confini di genere. Perciò mille grazie per essere qui a festeggiare con me: mi ha fatto un gran piacere… A presto!
Riconosco la piccola in questione e mi ci identifico…
Anche io , figlia di quegli anni ero magicamente presa davwuel manuale che conisco in ogni sua virgola
Carolina… dunque anche tu i libri che ti piacevano li imparavi a memoria? Io ho rievocato qualche giorno fa, con Monsieur, che siccome ero troppo veloce a leggere e Topolino lo finivo in un baleno, leggevo ogni singola parola: iniziavo nell’angolo in alto a sinistra della copertina, e finivo nell’angolo in basso a destra dell’ultima di copertina. Così sapevo a memoria la composizione della redazione, l’indirizzo dello stabilimento di stampa, le pubblicità, e tutti gli slogan della Mattel che comparivano in ultima pagina… puoi immaginare cosa facessi del manuale, che era uno e irripetibile… Felice di non essere la sola. Un abbraccio!
…..Sono passati svariati anni , e “fragole a merenda” mi ha riportata al passato , ma soprattutto mi ha fatto conoscere una ragazza che come me ha amato e amala magia di quel piccolo manuale ….
Auguri Sabrine.
.con tutto il cuore. ..
Carolina
Perbacco, ma questa è una vera chiacchierata! Comunque, io vorrei tanto che certe magie non fossero relegate al passato, ma potessero estendersi al presente. In fondo ci vuol poco: basta guardare alle cose con gli occhi giusti, senza essere troppo distratti da altre cose… Quando si guarda al mondo di fretta ci sembra sempre peggiore di quel che è… Vale la pena di regalarsi qualche momento di riflessione, pochi minuti in una giornata sono più che sufficientI: e possono regalarci incredibili sorprese… Ciao Carolina!
Sabrine che piacere ritrovarti! Io me lo ricordo benissimo il giorno in cui ci hai raccontato che Fragole a Merenda era diventato un libro…che dire…auguri!
È passato un anno ma non mi stanco di guardarlo e rileggerlo, perchè è vero, non è “solo” un libro di cucina, é un pezzetto di te e della tua cucina….e come tale è sempre bello riprenderlo tra le mani e sognare nella tua piccola cucina sui tetti!
Un abbraccio, Federica
P.s. ma quanto sono belli quei fiori??
Cara Federica, che bel commento il tuo! Da quando “Fragole a merenda” è in libreria ho avuto tante soddisfazioni, ma quando so che viene letto proprio come immaginavo io… la soddisfazione aumenta! Volevo che fosse un libro capace di girare per varie stanze della casa, di tenere compagnia ai suoi lettori non solo quando stanno ai fornelli, perché cucinare non può essere solo una questione di ricette e di ingredienti: per la sottoscritta è sempre – in primo luogo – una questione di cuore. Non nel senso di facili romanticherie, ma perché credo che cucinare serva a volersi e a volere bene! Tutto ciò detto, non mi resta che ringraziarti per aver deciso di ospitarne una copia in casa tua (dove mi pare di capire che stia molto bene… nel senso che riceve molte attenzioni!). E quanto ai fiori, sono andata dalla mia fioraia e le ho chiesto un mazzo che fosse bello e originale. “E’ per delle persone a cui voglio molto bene, e sono persone fuori dal comune…” le ho detto. Quei fiori sono per voi… Un abbraccio dai miei tetti!
Ciao Sabrine! Contentissima di trovare il tuo nuovo post e rileggerti in un’occasione tanto sentita! Il mio manuale di Nonna Papera, nuovo di zecca, sperava di trovar posto accanto al mio adorato “Fragole a merenda” ma, dato che quest’ultimo continua a non trovar pace ed a girare tra salotto-comodino-cucina, si è lasciato convincere … ora aspetta il suo turno sullo scaffale della mia principessa, accanto al Manuale delle Giovani marmotte! Per noi a Novembre iniziano le domeniche passate in casa, i pomeriggi tranquilli, la casa calda e la cucina in fermento…secondo me quest’anno ne combineremo delle belle! Auguri per tutto ciò che desideri, Marina
Cara Marina, grazie per queste bellissime notizie! Il vorticar di libri in casa vostra è… da capogiro! Ma nonostante il lieve senso di vertigine (una bellissima vertigine…) sapessi che gioia nell’apprendere che “Fragole a merenda” vaga di stanza in stanza! D’altronde era proprio così che me lo immaginavo, mentre lo mettevo assieme in quei lunghi 30 mesi… e se penso che la prima volta che ne ho parlato con l’Editore gli ho detto: “Vorrei fare un libro che la gente possa tenere sul comodino” (il che non è esattamente la destinazione ortodossa per un libro di cucina) mi si allarga un sorriso che non immagini… Adesso comprenderai perché queste notizie per me valgono tantissimo, e quanto ti sia grata per avermele date. E adesso non vedo l’ora che sia Novembre, per ricevere altre istantanee da casa vostra: culinarie, stavolta… (e se fossero accompagnate da foto, sarei felicissima di metterle nella board Pinterest). Un abbraccio!
Carissima Sabrine,
è la prima volta che sono capitato sul tuo blog.
Voglio subito complimentarmi con te per la “poesia” che traspare dalle pagine che scrivi.
Non ti nascondo che, leggendo le tue “ricordanze”, mi sono commosso fino alle lacrime perché “mutatis mutandis”, ho rivisto molte immagini della mia gioventù.
Tu hai ringraziato tutti i tuoi amici e, anche se io non lo sono ancora, credo che siano essi a dover ringraziare te, come faccio io ora.
Sei di una generosità sconvolgente, di un cuore enorme e dotata di una grandissima capacità di amare!!!
Grazie mille volte, Sabrine!!!
Caro Francesco, questa piccola cucina è per me uno spazio di assoluta libertà. Non arrivi in un giorno a caso, e così immagino che, avendo letto il post, avrai ben compreso che qui nessuno produce torte da concorso di pasticceria, né pietanze da grande chef (come potrei?) semplicemente perché questa è una cucina vera.
Per me stare ai fornelli è innanzitutto un’attività divertente e rilassante, un modo per stare con gli altri… senza ansie da prestazione culinaria! Io credo che in cucina siamo tutti più autentici, e proprio per questo mi piace guardare il mondo da qui. L’avventura alle prese con il Manuale di Nonna Papera è stata fantastica, ma non sarebbe mai stata possibile senza l’energia dei tantissimi amici del blog che con me l’hanno vissuta: è stata come un’ondata di energia positiva che si è tirata dietro una serie di eventi sorprendenti, e che continua a produrre effetti nel tempo… mi fa piacere che anche tu ti sia riconosciuto in questo racconto. Quanto a “Fragole a merenda”, volevo che fosse non solo un libro di ricette ma un libro amico, capace di tenere compagnia ai suoi lettori: vedere che è proprio quel che è successo in questi 12 mesi è una gioia grande. Benvenuto Francesco!
Mentre marito e figlio – rispettivamente il sig. Darcy e la Pulce – si stanno godendo una serata per soli uomini (partita di calcio, non pensar male …), io – dopo un’intera giornata trascorsa a fare la colf di me stessa – mi godo la piacevole sorpresa del tuo ritorno con una torta di quelle che piacciono a me e che, al primo compleanno utile (qui tra ottobre e novembre ce ne sono parecchi) sarà sfornata, inzuppata e guarnita a dovere. Non è una torta da merenda, però: te la immagini nella cartella della Pulce o nella mia borsa da ufficio? Per le merende stiamo sperimentando le ricette del tuo libro: dal Pan brioche per tipi pigri alla torta al miele (che anche nella mia cucina ha una storia sua), passando per le tortine con mirtilli e gocce di cioccolato che – nel corso dell’anno – hanno conosciuto coppie di ingredienti diversi a seconda della stagione. E se leggerai la posta troverai la Pulce non solo immerso nella lettura di Fragole a merenda, ma -in una foto che ho ritrovato per caso e che risale a qualche anno fa – incuriosito dalle illustrazioni del Manuale di Nonna Papera.
A presto!
Claudette
Cara Claudette, ne so qualcosa di giornata che sulla carta sarebbero di vacanza e che inevitabilmente si trasformano in giornate di lavoro domestico! Ne so invece molto meno di uomini che si guardano le partite (qui, di calcio, non ne capisce quasi niente nessuno). Passo perciò alle merende (terreno d’incontro sicuro), con un sorriso lievemente ebete stampato in faccia (… sciaff! … mi sono data uno schiaffetto, così migliora…) al pensiero delle reiterate sfornate di tortine ai mirtilli, pan brioche e torta al miele… e delle briciole nella cartella della Pulce! Naturalmente, concordo sull’impossibilità di trasformare questa torta al cioccolato in una merenda “à porter” per la scuola o per l’ufficio: qui – hai ragione tu – tocca aspettare il primo compleanno! Che mi vedrà idealmente con voi: perdona l’invadenza, ma ormai mi sento un po’ una di casa e – nascosta tra le pagine di “Fragole a merenda” – troverò il modo di fare gli auguri al festeggiato di turno. Quanto alla torta turca (qui la chiamiamo ormai “turcotorta”) sappi che la puoi preparare il giorno prima: e non è cosa da poco per noi che abbiamo sempre un sacco di cose da fare. E adesso andrò a guardare tra la posta, prima che gli occhi mi si chiudano: domani mi aspetta una giornata impegnativa (e sì che la domenica sarebbe un dì di festa!) So già che le tue foto mi faranno un certo effetto (insomma, non mi posso mica commuovere qui davanti a tutti…): saranno un magnifico regalo per questo compleanno. Grazie Claudette. Hai sempre il potere di farmi emozionare…
Buon giorno Sabrine,
solo due parole, sperando che la tastiera del mio telefanti non si blocchi come spesso ama fare. sono riuscita solo questa mattina a leggere il tuo tanto atteso Blog, e ….mi hai fatto luccicare gli occhi e ribaltarmi dentro. La leggerezza di cui è impregnata ogni tua riga insieme all’ironia sono proprio le cose più lontane in questo periodo della mia vita. Il tuo libro, il post, le foto su instagram, sono i miei privati spicchi di sole che illuminano la mia giornata. È aggiungo che il manuale di Nonna Papera l’ho consumato da piccola a leggere le storie e poi le ricette, e quando molti anni fa mi sono sposata e trasferita. , lui era insieme al resto di armi e bagagli. Grazie di cuore per tutto. A big hug!
Bentornata Sabrine. Forse non ho mai commentato nessuno dei suoi post ma li ho letti tutti, perchè come lei adoro i libri e i suoi post non si limitano ad accompagnare le ricette, si leggono come dei veri racconti e sanno creare un’atmosfera unica. Grazie e buon ‘compleanno’.
E’ il più bel blog che abbia letto in questi anni di vagabondaggio nel web. Non posso che ridadire quello che ho scritto nella recensione su Amazon:
Libro elegante con racconti divertenti e accattivanti sulla vita di tutti i giorni di una donna estremamente simpatica con ricette perfette da replicare in totale rilassamento sia in una cucina sui tetti che a piano terra.
Bello!!!
Aggiungo buon compleanno a questo splendido posto accogliente a questo libro utile e divertente in attesa del prossimo…….
Luisa
Quasi ogni giorno controllavo il blog….l’ho fatto anche oggi senza molte speranze…. È stata una bellissima sorpresa ritrovarti !
Cara Sabrine che gioia rileggerti!
Me mesi mancata tanto…. Prometti di non sparire
…. Scusa ma il commento è’ partito troppo in fretta….. Il mio gatto è velocissimo e le sue zappette hanno fatto partire due righe sconclusionate …. Prometti di non sparire più …. Mi sei mancata tanto…..
saluti e baci…. Giorgia
Ci ho pensato un pochino e poi ho deciso di pinnare il tuo grazie nella board Cose belle. Ho fatto bene? Grazie a te e un grande abbraccio, Daniela
Complimenti e auguri per la prima candelina del libro. Un libro fantastico che ogni volta che lo apro mi fa sentire a casa quando in cucina con mia madre si facevano chiacchiere e si provavano nuove ricette.
Solo quando arrivo a casa e non c’è nessuno e ho un pochino di tempo e ciò accade molto raramente mi accomodo sul divano e leggo lentamente il tuo libro. Così da quando l’ho comprato sono ancora alle prime storie e lo centellino come un buon vino, come un dolce delizioso, come quei momenti in cui ti siedi un po’ al sole per rigenerarti dal faticoso vorticare del mondo. Mi siedo e ascolto. Sapori e storie mostrano la loro genuinità e curano l’anima, raccontano di tanti piccoli sogni di grande unicità. Non so quando finirò di leggerlo ma ciò ha poca importanza… Grazie, Monica
Cara Sabrine,
GRAZIE a te, che sempre mi incanti con i tuoi racconti e colori.
Per me sei come il CAPPUCCINO a colazione, una nuvola dolce e soffice di schiuma in cui mi tuffo sapendo che il mio atterraggio sarà MORBIDO e DOLCE!
Adesso devo solo riuscire ad avere una tua dedica sul tuo bellissimo libro ….
Mia cara, poco affine anche io ai festeggiamenti, fino a qualche anno fa a chi mi chiedeva come festeggiassi, rispondevo, spocchiosa: farò un budino! Ma il tempo passa e ti fa apprezzare-appunto- il tempo che passa e per i miei 50, due anni fa, ho fatto la mia prima cena di compleanno. Mi è piaciuto. Sono quasi certa che questa volta è piaciuto anche a te! Il tuo libro non smette di essere utile… le ricette sono a prova di pasticciona (come me). Quando cucino rivedo il tuo sorriso e la matita nei capelli e cucino sempre in compagnia. E’ una bella cosa, ti assicuro. Grazie. Per aver donato questo tuo libro, per aver dato un volto al libro e alla mia amica immaginaria in cucina.
La mia nonna sta diventando ingestibile. Insomma, ho creato un mostro, o meglio una diva. Al mattino, la frase che segue il suo buongiorno è “che si dice su facebook?”. Poi da quelle generali si passa alle domande puntuali con le quali cerca di tenersi aggiornata sulle sorti dei suoi prediletti. Che dice Enrico? Che dice Alexandra? Come sta Lydia? Notizie di Sabrine? Adesso le racconterò di questo anniversario (che è prossimo al suo compleanno) e dei tuoi successi. Ne sarà felice. Ha un debole per lei, Madame d’Aubergine, esattamente come sua nipote. Baci!
Beautiful blog, and beautiful video! I don’t speak italian, but I can follow the storytelling through your photos (okay, maybe I can understand a few words, because I’m Spanish). I wish I could understand more and make some of your recipes, they look delicious. I cook mostly Spanish, in the United States, where I live and write my blog Mama ía, http://www.natachasanzcaballero.com, but I like to change things a bit once in a while…
cara sabrine
complimenti per il post, per il blog che adoro, sia per i contenuti sia per come li scrivi, con delicatezza ed eleganza…è sempre un piacere leggerti..
daniela da: infusodiriso.wordpress.com
Buongiorno Sabrine,
sei davvero brava a scrivere. Che bello poter essere riuscita a realizzare quel tuo sogno nel cassetto, un sogno che profuma d’infanzia….
Anch’io amo molto la cucina, anche se di recente ho davvero poco tempo, e mi diletto anche nella scrittura; sto impaginando pensieri ed emozioni misti alla mia fantasia per riuscire a creare un romanzo: da ragazzina ho letto quasi tutti i libri di LIALA e mi sono innamorata del suo modo di riportare sulla carta sensazioni e perchè no anche il dolore. Spero anch’io un giorno di poter vedere sullo scaffale del soggiorno il mio libro che come è successo a te ricorda anni gioiosi.
Un caro abbraccio
Laura
Ho preparata la torta per il compleanno di mia figlia. E’ buonissima! Grazie
Cara Lidia, sono sempre felicissima quando una mia ricetta serve a portare allegria a un compleanno di bambini: perché io i bambini li adoro… Perciò grazie per avermi “invitata” alla festa! E…cento di queste torte al cioccolato! Un caro saluto a te e alle festeggiata
ciao sabrine e complimenti per il blog! le tue ricette mi piacciono un sacco le sto provando a raffica!! questa torta…buonissima! ho solo dovuto fare una modifica alla glassa di cioccolato…non si rassodava 🙁 cosi ho aggiunto un po’ di burro e tac, perfetta! accorrerò presto in libreria ad acquistare il tuo libro, in attesa di nuove e divertenti tue avventure! grazie!
Cara Isa, rispondo con molto ritardo perché sono mesi per me molto intensi e il blog è un lusso che non sempre riesco a permettermi. Grazie per il commento: mi fa un gran piacere sapere che le mie ricette arrivano anche nella tua cucina! Quanto alla glassa (che non devi immaginare, per questa torta, come una glassa di quelle solite), non si deve “solidificare”, ma ricoprire la torta restando della consistenza di una cioccolata in tazza appena rappresa. Forse ti sarà utile la lettura della risposta che ho appena dato a Monica, nel commento successivo al tuo, proprio qui sotto. Questa “Torta che piange” (è così che si chiama in turco!) dev’essere morbida in ogni suo strato: la pasta al cioccolato, la panna montata, la salsa al cioccolato che la ricopre. Il burro, raffreddandosi, si rassoda: dunque immagino che la tua sarà stata una specie di “vera” glassa, che non è esattamente di questa torta ma che sarà stata sicuramente buonissima! A conferma del fatto che la cucina non è un esercizio di pedissequa copiatura, ma di assoluta libertà: ed è proprio per questo che mi piace tanto…
Un abbraccio!
Un blog dal dolce sapore di cose buone e genuine come quelle di una volta, proprio come piacciono a me!
Grazie per la tua poesia, per l’amore che traspira in ogni singola lettera. Questo blog è un ricettacolo d’amore in tt quello che fai.
Ho provato le tue ricette, però in questa ho sempre avuto dei grossi problemi: la crema al cioccolato dapprima si solidifica, per poi aquagliarsi miseramente! Sigh! Cosa sbaglio? Hai un consiglio da darmi? Grazie
Cara Monica, grazie di cuore per le tue parole. Questo blog è uno spazio di assoluta libertà per me, ci voglio stare bene e desidero che a starci bene siano anche gli amici che con me lo condividono. E siccome è pur sempre un blog di cucina, e in cucina le ricette devono funzionare: eccomi! Dunque: la crema serve a ricoprire la torta, ma non deve avere la consistenza di una copertura tipo glassa. Detto in altre parole: resterà sempre molto morbida (forse puoi vederlo anche dagli schizzi e dalle gocce nelle foto: è poco più che una cioccolata in tazza densa…). Anche per questo è bene che la torta stia in un piatto fondo, o in una pirofila, piuttosto che in un’alzatina o in un piatto da torta di quelli consueti. Del resto, in turco il nome di questa torta è “Torta che piange”, proprio per le sbrodolature di cioccolato…
Però mi chiedo: come mai la tua crema si scioglie a scoppio ritardato? Mi viene in mente che la causa possa essere un intreccio amoroso (e in questo caso non richiesto) con la panna sottostante. Riassumo.
La panna dev’essere ben montata (ma non strapazzata, che è quel che avviene se la lavori troppo). La devi stendere bene in uno strato sottile e si deve “aggrappare” alla torta sottostante, che a sua volta è umida perché bagnata di latte.
Quando versi la salsa al cioccolato devi fare attenzione a che questa sia sufficientemente densa da non mescolarsi con la panna, ma ancora liquida da non richiederti di spalmarla con troppa forza (altrimenti si tira dietro la panna). E anche sufficientemente fredda, perché altrimenti scioglie la panna e ti ritrovi con una specie di cioccolato al latte semiliquido…
Spero di esserti stata d’aiuto: se così non fosse fammelo sapere: vedrò di trovare un momento per rifare la torta e capire quali possono essere le tue difficoltà. Un abbraccio!
Eccomi! Ti ringrazio per averi risposto.
Io ho seguito la ricetta alla lettera e la panna è rimasta bella aggrappata alla su torta.
L’unico dubbio è stato che ho cotto la salsa al cioccolato a fuoco dolce e ho avuto bisogno di un buona buona manciata di minuti in più perchè si addensasse (forse 20-25 minuti).
Proverò a fare la slasa nuovamente qs sera facendola andare a fuoco vivace e ti saprò dire!
Incrocio le dita!
Grazie, a presto…
Cara Sabrine,
sto scrivendo sul’ed anastatica dell Manuale di Nonna Papera acquistato la scorsa stagione alla libreria dell’Auditorium Parco della Musica di Roma, Stavo facendo il tuo stesso percorso di ricerca e ti ho ovviamente incrociata e poi ti ho citata ampiamente con tutti i riferimenti del caso come si fa in un sagglio grande o piccolo che sia. Te lo sottoporrei ma non so come spedirtelo. Contattiamoci. Un caro saluto