Tapenade di olive nere e fichi secchi
Io e la tapenade ci frequentiamo ormai da anni, E’ uno di quegli amori ai quali riservo fedeltà incondizionata e assoluta dedizione. Sono capace di mesi di astinenza quando è lontana: brucio di desiderio, ma non cedo.
Non la definirei una storia clandestina: lascio che altri ci vedano e godano della nostra compagnia. Ma resta il fatto che vado sempre io a trovarla: perché la tapenade che per me è la migliore, quella per la quale impazzisco e che mi fa girar la testa manco fosse champagne, me la vende un gioviale signore con un grembiulone bianco in un mercato della domenica nel sud della Francia.
La vedo da lontano – la riconosco tra catini di olive, trecce d’aglio rosa e sacchi di spezie d’ogni sorta – e già fremo per il piacere dell’attesa. Non conservandosi a lungo, perché non è in barattolo, posso comprarne solo modeste quantità: così le nostre frequentazioni sono brevi e tanto intense da rendere più acuto il rimpianto quando ci separiamo…
Il mio è un amore così sfacciato che persino mio marito se n’è accorto: e – forse per malcelata gelosia – ha provato a regalarmi vasetti d’importazione (anche di un certo pregio, per la verità) tentando di indurmi al tradimento.
“Ma sarà mai possibile che l’unica tapenade che ti va bene la venda quella bancarella a righe?” mi ha detto l’ultima volta esasperato. “Non è l’unica che mi va bene: è che quella ha qualcosa di diverso… Sono tutti quei sacchi aperti di spezie che la circondano: a seconda di come tira il vento, la tapenade si insaporisce”.
Non so come mi sia venuta: l’ho buttata lì con nonchalance. Ma la teoria dell’insaporimento per via aerea ha colpito nel segno. Me ne sono accorta mentre facevamo la fila, davanti a quella tenda a righe bianche e rosse: guardava estasiato le spezie, si informava sul loro uso, sui possibili abbinamenti, l’ho persino sorpreso a sniffare di soppiatto un paio di sacchi in posizione defilata…
Al momento di trovare un posto in macchina a quel prezioso pacchetto io ero inginocchiata sotto una bancarella in compagnia di un venditore di secchi di zinco: dovevamo sceglierne un paio senza buchi per metterci i miei limoni sul terrazzo. Così è stato mio marito a collocare la tapenade in un posto, a detta sua, perfetto.
“Ho sistemato tutto a incastro, non c’è bisogno che controlli!” mi ha detto trionfante vedendomi arrivare con due catini ammaccati sottobraccio. E siccome era un’impresa trovare un posto anche a quelle mie ultime trouvailles in una macchina che già conteneva due tavolini, uno specchio, una poltrona, due vecchie scatole di legno e un’indefinita ma cospicua quantità di polvere e di tarli, mi sono accasciata fiduciosa sul sedile e mi sono addormentata.
Sembra impossibile, dopo la mia dichiarazione d’amore: ma io di quella tapenade mi sono completamente dimenticata. E mio marito pure. Arrivati a casa, abbiamo scaricato tutto tranne quelle due scatole di legno che provenivano da una merceria parigina. E che sono finite per errore dal restauratore, assieme a un paio di sedie…
Ricevo una telefonata, una mattina, proprio da questo artigiano, che costringo sempre sotto minaccia a non tingermi i mobili di scuro perché mi piace che si vedano i segni del tempo. “Scusi signora, ma siccome lei non vuole mai che glieli scurisca volevo sapere se quella vaschetta di cera col mordente che mi ha mandato dentro la scatola di legno la devo usare tutta: perché nel caso, penso che sia andata a male, ha fatto un po’ di muffa e manda un odore strano…”.
Folgorata: dal dolore per non aver goduto di quell’acquisto atteso a lungo. E atterrita: all’idea di ritrovarmi le sedie lucidate a tapenade spargere i loro effluvi d’olive e d’aglio nel mio salone per gli anni a venire. Quando sono arrivata al laboratorio, la discussione su quel prodotto per restauro mai visto prima – e per di più francese – aveva coinvolto persino il tabaccaio. “Ecco cosa succede a passare per una originale, a predicare l’uso di prodotti naturali che nessuno qui conosce: si rischia che ti scambino per cera un pastrocchio decomposto!” ridevo tra me e me tornando a casa.
Le mie sedie sono in salone, ripulite ma con tutte le rughe al loro posto. Le scatole da merceria le ho sistemate io: è bastata una passata di cera (d’api… al profumo di miele).
Mi è rimasto un solo rimpianto: non avere assaggiato quella tapenade, insaporita per via aerea di chissà quali spezie e profumi. Era un giorno di mistral: e sottovento c’erano curcuma, anice e coriandolo…
S.
TAPENADE DI OLIVE NERE E FICHI SECCHI
INGREDIENTI
(per una ciotolina)
olive nere: 100 gr (al netto dei noccioli)
fichi secchi: 4
prugne secche: 2 (di quelle morbide)
succo di limone: 3 cucchiai (circa 1/2 limone)
aglio: 1/2 spicchio
erba cipollina fresca: 2 cucchiai (più un po’ per guarnire)
pomodori secchi sott’olio: 2
olio extra vergine di oliva: 1 cucchiaio
acqua: 3 cucchiai
sale
Premessa: la tapenade andrebbe fatta con un giorno d’anticipo. Lasciata lì almeno 12 ore i sapori e i profumi “si assestano” ed è tutta un’altra cosa…
Mezz’ora prima di cominciare mettete a bagno i fichi secchi in mezza tazza d’acqua tiepida.
Private le olive del nocciolo con un coltellino. Fate a pezzetti le prugne (e togliete ovviamente il nocciolo se non usate quelle denocciolate…). Sgrondate dell’olio e fate a pezzetti i pomodori secchi (se invece usate quelli sotto sale, risciacquateli e strizzateli).
Pelate lo spicchio d’aglio, privatelo dell’anima verde (se ce l’ha), sciacquatelo e asciugatelo. Lavate e asciugate l’erba cipollina e tagliatela a tronchetti di 3 mm con le forbici. Spremete il succo di mezzo limone.
Togliete i fichi dall’acqua, strizzateli, privateli del picciolo e fateli a pezzetti.
Mettete nel bicchierone del minipimer olive, fichi, prugne, aglio, pomodori secchi, 3 cucchiai di succo di limone, 3 di acqua e 1 di olio extra vergine di oliva, e mescolate con un cucchiaio per amalgamare il tutto (vi servirà a ridurre al minimo il tempo di lavorazione con il minipimer).
Azionate il minipimer per pochi secondi a più riprese, per ottenere un composto a grana piuttosto grossa (dovrete poter distinguere i vari sapori, non vi serve un paté…).
Aggiustate di sale solo se ce n’è bisogno (molto dipenderà dalle olive e dai pomodori che utilizzate) e aggiungete infine l’erba cipollina, azionando il minipimer per un paio di secondi (l’erba cipollina ridotta in poltiglia è una ciofeca…).
Tenete la vostra tapenade in frigo, in un contenitore di vetro (o di ceramica) sigillato con pellicola, fino al momento di utilizzarla. Tiratela fuori in anticipo: è migliore a temperatura ambiente. Dura qualche giorno, ma in genere il problema della conservazione non si pone (almeno a casa nostra…). In ogni caso, non fatela invecchiare troppo: altrimenti non potrete più usarla nemmeno per lucidare i mobili…
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Mr. Lebovitz & M.me d’Aubergine: tapenade a quattro mani
E’ stato dopo la triste scomparsa di quella vaschetta che mi sono convinta a fare la tapenade in casa, rielaborando una ricetta di fonte provenzale con altre trovate qua e là. L’ho fatta per un po’ di tempo con olive e prugne secche, finché non mi sono imbattuta nella versione di David Lebovitz, che usa invece i fichi. Ho raccolto al volo l’ispirazione e modificato un po’ la mia ricetta, che adesso somiglia anche alla sua: ci dividono ancora il prezzemolo, il rosmarino, i capperi, la senape e forse anche qualcos’altro… Ma insomma, gli sono debitrice dei fichi secchi: e ci tenevo a dirvelo…
Quali olive? Le migliori che possiate trovare…
Questa è una crema fin troppo semplice. Ma non cercate scorciatoie, del tipo olive denocciolate che sembrano cartone e non sanno di nulla. Cercate le olive migliori: possibilmente quelle “toste”, amarognole e pungenti, oppure quelle greche. Semplici olive nere col nocciolo (che toglierete pazientemente voi) ma che abbiano personalità. Se non ce le avete, o non avete voglia di andarvele a cercare, cambiate genere: una tapenade con le olive così così non merita neppure di essere fatta. Né di venir raccontata…
Ingredienti: aglio • erba cipollina • fichi e fichi secchi • limone • olio extravergine • olive • pomodori d'ogni tipo • prugne (anche secche)
Mmmmm! adoro le olive e questa ricettina non me la faccio fuggire e il tuo racconto mi ha fatto sentire il profumo di vancanza 🙂
Buona giornata
con cosa la accompagni questa tapenade con frutta secca? crostini, carne di maiale?
La fai sempre con il frullatore o anche a coltello?
Ciao! eh si, ci son quegliingredienti che, per quanto provi altre alternative, c’è sempre il rivenditore speciale, unico nel suo genere..eprchè solo lì lo si trova come lo volgiamo!!!
Sai che noi non abbiamo mai provato una topenade? Questa ci piace tantissimo: un mux tra gustimolto dolci di prugne e fichi, con altri più gustosi e forti di olive nere e pomodori secchi!!
bellissima ed intrigante. Ma con cosa andremme mangiata??
Grazie per le info..così certamente la proveremo!!!
un bacione
Bellissima la storia e interessante questa ricetta che non conoscevo! 😉
decisamente un idea creativa che mi piace molto di mettere insieme frutta secca e oliva una tapenade cosi non l’ho mai mangiata ma è da provare
non l’ho mai provata e mi ispira molto… ma quello che più mi è piaciuto è fare il viaggio con te a quel mercatino e scorgere da lontano la bancarella a righe….
Io le tapenade di solito le mangio con la ricotta su delle semplici frittelline di farina e acqua.
Per lucidare i mobili invece mi trovo ancora bene con la cera d’ape, anche invecchiata 🙂
Buona giornata!
le tue storie son sempre bellissime e intriganti!già mi immagino i tuoi mobili rimessi a nuovo con la tapenade!:))
mai provata!
e sempbra davvero interessante^_^
Quante cose che non conoscevo sto scoprendo con te Sabrine….grazie di cuore!!! baci
Splendida….e saporitissima..la accompagnerei a del pane abbrustolito!!
ciaooooo
Confesso la mia ignoranza…non conoscevo e non ho mai assaggiato la tapenade :-/ però l’idea che sia stata scambiata per mordente per mobili è veramente troppo divertente!!!
Cavoli! Induci anche me al tradimento!!! Nonostante non conosca l’ammaliator in questione…
p.s bellissima la tovaglia! (o è un piano decorato?)
bellissima la storia! mi è sembrato di leggere un romantico romanzo d’altri tempi…..e mi hai convinta a provare la “tapenade” ti terrò informata su risultati e gradimento sai, l’amato ha gusti un po’ difficili. Un bacione
FAntastica idea!Un abbraccio
Grazie, Sabrine, per questo racconto evocativo, così evocativo da far arrivare persino a me il profumo delle spezie che avevano insaporito la tua tapenade perduta… ci si consola con questa splendida versione, che mi cattura per la presenza della frutta secca: non ci avrei mai pensato, sai?
Ah Ah… una storia clandestina con una tapenade non l’avevo mai sentita. Ma ti capisco, quanto ti capisco…
Non l’ho mai fatta, ma è mi ispira tanto. A cosa si abbina?
mmmmm!!!Io non l’ho mai fatta!MA è davvero così buona?!Proverò! 😉
Ciao, Zu
Ennesima storia che mi rapisce e trasporta tra sapori&profumi, sei unica!In casa mia non manca mai il patè di taggiasche, che presto “tradirò” con la tua golosissima tapenade.
Buona giornata Madame!Un bacione
PS:davvero conocsci la Val Curone?ma di dove sei tu, se posso permettermi?
è come averla mangiata leggendoti …
I tuoi racconti sono sempre molto romantici, quasi quasi mi sono innamotata anche io.
Comunque questa tua è superlativa e la copio all’istante per poi provarla!!
Ciao a presto.
Grazie al racconto…mi sono ritrovato il profumo della tapenade sotto al naso! Nooooo….non quella del restauratore ma quella della foto 🙂
PS
Quando l’ho fatta (ma senza fichi perchè non ne sospettavo nemmeno l’abbinamento) ho usato come olive le Amfissa o le Kalamata entrambe greche anche se forse le prime di più difficile reperibilità e qualche scorzetta piccolissima di arancio.
Appena la rifaccio ti copio la versione con i fichi!! 😛
Che buona la tapenade! La compravo molto spesso gia’ fatta, anche se e’una preparazione semplice, ma perche’ fare fatica? Qua a Milano non la trovo da nessuna parte….non che ti cade qualche vasetto da queste parti?? 😉
io la tapenade non la faccio solo per evitarmi di mangiarmela a cucchiaiate …perchè ne sono stra golosa!
Grazie per portarmi sempre con te in tutti i tuoi fantastici viaggi…è un’asperienza alla quale non posso più rinunciare!!Un bacio
tesoro a parte la tapenade che nn conosco ma conto di provare la tua ricetta subito,passare da te e come prendere un libro del nostro scrittore preferito ed assaporare quelle pagina ed immergersi nel in un mondo sconosciuto che evoca emozioni e rende felici…ecco per me questo sono i tuoi post momenti di godimento!!!certo che la tapenade sulla sedia sarebbe stato uno spasso!!!bacioni imma
non ho mai provato a fare una tapenade, l’ho sempre comprata già pronta ma a vedere la tua mi vien voglia di provarci! con i fichi secchi dev’essere troppo buona!
riesci a trasformare in un racconto avvincente anche la perdita di un vasetto di olive spiaccicate!
è letteratura, questa! 🙂
I tuoi racconti mi fanno impazzire, sorridere e emozionare sempre!La tapenade non l’ho mai provata…ma credo proprio che inizierò…dalla tua!!!!
Leggere i tuoi post è come cavalvare una nuvola, col vento che ti scompiglia i capelli, ricco di profumi differenti! E’ un paicere leggero e divertente, istruttivo ma mai scolastico. Grazie per il racconto di questa tapenade
Un bacione
fra
E questa versione assomiglia a quella della bancarella a righe?
fantastica originale e la immagino da accompagnare con i formaggi francesi e una bella baguette…(non tanto sui mobili però)
fantastica e profumatissima ricetta e fantastico racconto…mi sembrava di essere lì ad…aiutarvi a caricare la macchina !!!:-))) questa tapenade la farò di sicuro…sa di provenza (una delle mie passioni!)
Sabrine, la tapenade mi sembra meravigliosa, magari da mangiare con qualcuno dei tuoi pani…..
Spalmata sulle sedie, avresti fatto contenti i tarli probabilmente, che avrebbero mangiato qualcosa di diverso per una volta
mai provata ma ha un aspetto invitante…
La tapenade e´un’altra di quelle cose che io definisco come: dale alegria a tu galleta de arroz, ossia dai allegria al tuo cracker di riso.Data la mia intolleranza al glutine a volte meglio un cracker di riso che nulla.
I fichi secchi con li avevo mai sentiti con la tapenade ma mi sembra un’idea geniale, la rifaró da quaggiu’…si si sono di nuovo quaggiu’…Ah il racconto e´esilarante…il famoso mordente provenzale ahah..
Questa te la rubo al volo, mi piace tantissimo la tapenade e non potendo accedere al tuo banchetto provenzale – vuoi k’esclusiva per gelosia, vero – mi rifarò con la versione ai fichi. Attendo sempre le tue storie con gioia.
Nepitella: Se ti piacciono le olive ti consiglio di provare questa crema da spalmare… che va benissimo anche per farcire i panini in vacanza! (anche questo è un profumo di vacanza, no?…) Ciao!
zucchero d’uva: La tapenade è una crema da spalmare versatilissima. La puoi mettere su piccoli crostini (con o senza acciughe), la infili dentro dei pomodorini con dei capperi, la servi con dei formaggi e un pane tostato, la servi con dei biscotti salati… e se vuoi ci condisci pure gli spaghetti con un filo d’olio e qualche pomodorino… non c’è davvero limite alle sue possibilità e alla tua fantasia. A casa mia c’è sempre, insieme a tante altre creme da spalmare, nel buffet degli antipasti. Io non la faccio mai a coltello, ma uso le lame del minipimer lo stretto indispensabile (mescolo con un cucchiaio). E adesso? Cosa aspetti a provarla? Ciao!
manuela e silvia: Care ragazze, intanto grazie per esserci sempre… Quanto alla tapenade, è una crema da spalmare super-versatile: ho segnalato qui sopra a Zucchero d’Uva alcuni possibili utilizzi, ma il mio preferito è su una fetta di pane tostato (o dei biscotti salati) come accompagnamento a dei formaggi… o da sola! L’unico vero rischio è di finirsela… Provateci e fatemi sapere!
APRANZOCONBEA: Davvero non conoscevi la tapenade? Mi sa che non sei la sola, a scorrere i commenti… E io che pensavo di proporre una cosa nota! Comunque è buonissima, e si può utilizzare in tanti modi (te la sconsiglio solo per i mobili…). A presto!
Carmine Volpe: Guarda, il dolce dei fichi e delle prugne è solo un accenno: le olive hanno un sapore pungente, che così risulta più morbido… provala, questa tapenade e mi saprai dire… Ciao!
ah però, lucidatura a base di tapenade? si può provare…anche se io la preferisco sempre su pasta, crostini o semplicemente dal vasetto come mangiassi un gelato!
poi bevo 3 litri d’acqua di fila…ma va beh….
Sono senza parole per la magia che questa storia evoca..una storia di altri tempi che solletica l’olfatto e riattiva le papille gustative…Anche io vado matta per la tapenade, ho preparato in questi giorni una mia versione (con i fichi è una scoperta per me) da accompagnare con feta e pomodorini confit…ci vediamo sul mio blog appena la pubblico!!
Bacissimi, sei mitica!
Ely: Mi fai sorridere… grazie! Vuol dire che il giro insieme a quella bancarella a righe servirà a farti conoscere la tapenade! Nell’attesa di rifartela in casa. À bientôt!
Nanninanni: Concordo sulla cera d’api, mentre per la tapenade potrei invece suggerirti diversi altri utilizzi… tutti commestibili! (come ho detto sopra a Zucchero d’Uva…). A presto!
Cris: Guarda, le sedie lucidate a tapenade vorrei tanto risparmiarmele! Ma la tapenade su un bel crostino invece… A presto!
luby: Mai provata? Oggi sto scoprendo che tanta gente non conosce la tapenade… e non l’avrei mai detto. Beh, puoi sempre farne la conoscenza preparandotela in casa! Ciao!
maetta: Grazie a te per esserci sempre, mentre io latito e me ne scuso (tempus fugit… a una velocità accelerata in questo periodo!). Comunque il bello del blogging è la dimensione dello scambio: se funziona, sono felice anch’io… Ciao!
Lady Cocca: Brava! La accompagneresti proprio alla cosa giusta: una fetta di pane tostato, magari strofinato appena d’aglio (tanto siamo in Francia, no?…) e con un filino d’olio. Divina tapenade…
elenuccia:Cosa vuoi che ti dica? Sono rimasta senza parole anch’io: e per fortuna non stiamo parlando di un tipo intraprendente! Sennò ce l’avrebbe messa eccome la tapenade sulle mie sedie… Molto meglio su una bruschetta, credimi. E con l’occasione ti suggerisco di provarla.. A presto!
pagnottella: Ormai tradisco la tapenade dell’ammaliator solo con la mia: e ti assicuro che il rimpianto si affievolisce… Quanto al piano, trattasi di volgarissima scatola di cartone da me rivestita di carta di Firenze e piena di foto. Ne ho a decine, tutte di fantasie e colori diversi (che poi sono quattro in tutto…), che ho sparse per casa per gli usi più disparati: l’unico problema è che di cartolerie che vendono questa carta nel mio quartiere ne è rimasta solo una…
Fiordiciliegio: L’uso sulle sedie è stato scongiurato per un pelo… anch’io la tapenade la preferisco sul pane o con le verdure crude! A presto!
ele: Peccato che i tempi fossero proprio questi e il restauratore operi ancora a pieno ritmo: ma senza mordente alle olive nere… Mi fa piacere averti iniziato all’uso della tapenade, che è una crema molto versatile e super-comoda. E mi farà ancor più piacere avere tue notizie in merito! A prestissimo, allora!
marifra79: Provi anche questa? Ti aspetto… Ciao!
Onde99: E invece questa frutta secca aggiunge un tocco dolce alle olive nere, le rende più “morbide”. E la tapenade ci guadagna. Anche senza contaminazioni da spezie per via aerea, possibili del resto solo in una certa bancarella a righe… Ciao! E grazie per esserci sempre: mi fa tanto piacere…
da Sergio: Se non hai mai fatto la tapenade devi assolutamente provarla. Si abbina a un sacco di cose: è una crema da spalmare su crostini (con aglio e olio), dentro i pomoodorini, da affiancare a dei formaggi o meglio ancora a delle verdure crude, ci puoi fare pure gli spaghetti se vuoi. Insomma: tu falla, che tanto è semplicissima, e poi mi racconti, ok? A presto!
Zulia: E’ buonissima… pungente ma con una punta di dolce appena percepibile data dai fichi secchi e dalle prugne. Insomma, ti consiglio di provarla questa tapenade… Ciao!
Saretta: Il patè di olive taggiasche è buonissimo, ma la tapenade è un’altra cosa… perché ha dentro profumi e sapori diversi, non sa solo di olive. E’ anche meno pungente e perciò mi pare più versatile… insomma: tienimi informata sul tradimento! Ciao!
PS: la conosco sì… per tanto tempo la mia casa di campagna è stata su una di quelle colline, dove sono riuscita a far crescere una varietà di rose antiche da fare invidia a un giardiniere… e ricordo sempre la piazza di San Sebstiano Curone, i vini, i tramonti e un riccio che veniva a sera sotto il mio fico. Da un po’ di tempo ho preso a percorrere altre rotte: la mia scrivania guarda sui tetti di una città troppo grigia per i miei gusti, ma il mio cuore si divide tra le colline di una campagna ben più a sud e una vecchia casa piena di luce dalla quale non so stare lontana… Vivo sospesa tra due cucine, con le valigie mai disfatte e un biglietto sempre in tasca: un po’ complicato, ma mi piace…
giardigno65: Credimi, per rendere la sensazione più viva… ti conviene provare a farla!
stefi: Allora aspetto notizie tue e della tapenade… A presto!
Gambetto: Sarei orgogliosissima se ci provassi per davvero: se ti piace la tapenade (vedo che sei uno dei pochi a conoscerla) ti piacerà anche questa variante… pure senza mordente dentro! (ma dimmi tu se non è roba da matti, questa…). E quando ci provi, mio caro Mario, fammi sapere! Ciao!
Buona buona, da provare subito. per quanto riguarda il chapati non mi viene ancora bello tutto a bolle, ma continuerò a provare! (comunque bolla o non bolla è sempre buono) Ciao!
Te l’ho già detto, per i tuoi post devo prendermi tutto il tempo e la tranquillità che necessitano, per potermi godere le tue avventure dipinte con humor ed eleganza, per fissarmi le tue ricette e imparare le curiosità legate a ciò che ci proponi. Che dire?? un sorriso a questo marito rassegnatamente partecipe delle tue passioni e… che bello sarebbe vedere le tue sedie con tutte le loro rughe!! Ciao, buona giornata!!
Anche questo mese LA CUCINA ITALIANA lancia un contest e stavolta tocca a… LA FRITTATA!
Semplicissima da preparare, ma ideale per sbizzarrirsi.
Forza, partecipa anche tu!
Per maggio info:
http://www.lacucinaitaliana.it/default.aspx?idPage=862&ID=337208&csuserid=2112&ar=
Scade il 10/06/10
che meraviglia questo post, e la tua casa, le tue disavventure oniriche, le sedie lucidate a tapenade, il mercato spazzato dal vento, la bancarella a righe…
un viaggio immaginifico nel giro di poche righe, bellissimo!
Senti, ma ce o dici come si chiama questo mercato?
PS: grazie per la ricetta, la cercavo per il mio compleanno, vorrei fare delle piccole fettunte finger con tapenade e chevre a fettine, che ne dici come abbinamento? A me convince molto ma forse troppo salato? e’ che qui ci sono anche i fichi secchi, al ensiero del formaggio vado in sollucchero… =)
Molto piacere sono Sandra…
Dopo averti fatto i miei complimenti, ti invito in questa classifica di blog:
http://www.easyitalian-recipes.com/top-100-italian-cooking-websites.html
Sto selezionando solo i migliori, spero ti faccia piacere!
Dai ti aspetto, ci conto!!!
Ciaoooooooo
Che buffa la storia della Tapenade…
stupenda e super fantasiosa, bravissima! grazie per la visita, adesso seguirò assiduamente le tue ricette creative e golose!
un abbraccio
chiara
Confessione: non ho mai mangiato niente del genere…
Ora sono curiosissima!!
Non ho ancora deciso se mi sia piciuto di più il tuo racconto o la tua ricetta.
In ogni caso spettacolari entrambi: è uno scontro tra titani! 🙂
Stepitoso!
Cara Sabrine, ho messo il link della ricetta di Nonna Papera nel post relativo…..coretto?
Baci da quaggiu’
Cara Sabrine,
questo è il mio primo commento, ti seguo da un po’ e trovo i tuoi post di un’ispirazione unica. Il tuo stile narrativo è vivace, curioso e stimola a vivere con brio i piccoli piaceri della vita appagando anche la gola ! Io ho scoperto la Tapenade lo scorso anno in Provenza, una terra che soddisfa davvero tutti i sensi. Mi sono imbattuta per caso in Cucuron, il minuscolo paesino dalla piazza con il “bassin” che compare nel film “Un’ottima annata” e lì abbiamo mangiato in un ristorantino dove il godimento delle papille e dell’olfatto ci ha letteralmente riappacificati con il mondo … Vorrei tanto poter trovare una ricetta di “Terrine de campagne” che possa assomigliare a quella gustata lì. Ricordo di aver individuato tra gli ingredienti le mandorle e pistacchi, semplicemente divina….
Hai qualche consiglio ? Te ne sarei molto grata.
Merci d’avance.
Kezia
Questa tapenade è fantastica, credo che la inserirò nelle alternative per le mie merende sinòire, prossimamente, agari all’aperto, visto che il tempo finalmente lo concede!
buon weekend!
Norma
Non ho mai mangiato la Tapenade e sicuramente nn farò passare molto tempo per ricopiare la tua ricetta!Le tue storie ci incantano e lo sai…Baci!
Offerta questa sera per cena. L’unico difetto della tua ricetta è che dovevi giò dare le dosi doppie! Non dura niente in tavola 🙂
Mi sembrava di essere li’, seguirvi nei viaggi, in mezzo alle cose cariche di storie…grazie Sabrine per queste pagine di un libro e per questa tapenade che m’ispira tantissimo. I fichi e le olive sono simbolo del sud.
Un abbraccio forte e buona domenica
Buona domenica!
insomma..dopo tante peripezie e sotterfugi,per nascondere l’amore clandestino…^:^la tapenade..è andata a male??no..!!!!non l’avevo mai sentita nominare prima..grazie per la ricetta,che rimarra’ tale..la Francia è lontana….^;^
Barbara: Se ne trovano di buonissime già fatte, di tapenades, ma in Italia la pasta di olive la fa da padrona e non è semplicissimo trovare la cugina d’oltralpe… E poi vuoi mettere la soddisfazione? Comunque: spiacente, niente vasetti in caduta libera… Ciao!
Genny G.: Ecco hai ragione: l’unica vero rischio con la tapenade è finirsela a cucchiaiate… una specie di “sindrome da Nutella”! A presto
Ambra: un sorriso… lungo quanto la strada che mi porta in quel mercato… Ciao!
dolci a… gogo!!!: Imma, ma con i tuoi pani la tapenade ci starebbe benissimo! Provala, anche vicino alla mozzarella di bufala sta benissimo… un po’ meno sulle sedie, soprattutto al chiuso di un salone… A presto!
Micaela: Fare la tapenade è semplicissimo: l’unica difficoltà e togliere il nocciolo alle olive! E trovarne di buone… Se ci provi, me lo fai sapere? Ci terrei… A presto!
La Gaia Celiaca: Se chiami “un vasetto di olive spiaccicate” la mia adorata, insuperabile e voluttuosa tapenade… rischio di offendermi! Ma potrei passarci sopra, se sapessi di averti iniziata a questa passione… Ciao Gaia!
UnaZebrApois: Davvero sono riuscita a convincerti a provare la tapenade? La mia, per giunta? Un successone… ne sarei molto orgogliosa. E se davvero ci provi, raccontamelo! A presto
Fra: “Leggere i tuoi post è come cavalcare una nuvola…”: ti citerò, me lo permetti? Per un istante il vento mi ha scompigliato i capelli… Grazie.
Virò: No, la tapenade della bancarella è senza prugne e senza fichi secchi… cosa vuoi: non ne ha bisogno! Ci pensa il signore col grembiulone bianco a farmi capitolare… Ciao!
lucy: Guarda, la tapenade va benissimo anche con formaggi e pani italianissimi. Quanto ai mobili: né francesi, né italiani, direi… Ciao!
laroby: La tapenade non può non sapere di Provenza e dei suoi fantastici mercati. Ma sta bene su ogni tavola, a qualsiasi latitudine… Ciao!
viola: Ecco, non ci avevo mai pensato ad allevare una tribù di tarli a tapenade… Preferirei continuare a farla per spalmarla sui miai pani. Molto più saggio… A presto!
Ti lascio qui i miei auguri per le feste, in questo post a cui torno spesso. Continuo a fare la tua tapenade, e continuo a non assaggiarne che un cucchiaino, quando va bene, perchè me la mangiano tutta gli altri. L’ultima volta che l’ho portata a una festa la padrona di casa non l’ha nemmeno messa in tavola per gli ospiti…
Isafragola: Cara Isa, questa tapenade piace tantissimo anche a me: e non spalmata sui mobili… E comunque ne ho almeno un altro paio in archivio (cioè in quella vecchia teiera di latta nella quale infilo i foglietti volanti di ricette) che penso ti piacerebbero. Se riuscissi a scovarle e pubblicarle sarebbe proprio carino… così magari, sfruttando eventuali “economie di scala”, potresti farne tre la prossima volta che vai fuori a cena: magari una in tavola ci finisce… Ciao Isa, e grazie per i tuoi commenti che mi fanno un piacere immenso. Sul serio. E se per caso mi fossi dimenticata di farti gli auguri per l’anno nuovo (che oramai tanto nuovo non è…) te li faccio adesso, e spero non me ne vorrai. Ciao Isa, a presto
Bon, se questa è la premessa non vedo l’ora di legger tutto il resto!
Mi chiedo come abbia fatto a non trovarti prima! ^_^
Intanto segno la prima ricetta..evvaaaiiiii…
Diana