Il budino testa di rapa (riso e latte)
La notizia rimbalzò nella mia testa come la biglia d’acciaio tra i bersagli di un flipper. Poi toccò tutte le molle emotive lungo il percorso che dalla testa arriva dritto allo stomaco: unica leggera deviazione, un fugace passaggio dalle parti del cuore. Mi ritrovai a rincorrere i pensieri, e restai per un po’ senza fiatare. Finché dall’altro capo del telefono la mia interlocutrice non si sentì in dovere di accertarsi che fossi ancora lì. E io c’ero, eccome se c’ero… per nulla al mondo mi sarei persa quel momento.
In trenta mesi di appassionato lavoro l’avevo, a volte, timidamente vagheggiato. Ora me ne stavo in silenzio, perché non avevo voglia di cercare le parole. Me ne bastava una sola: RISTAMPA.
“Ce lo manderemo subito, non vogliamo che il mercato resti senza copie. E’ che non ce l’aspettavamo così presto, ha colto di sorpresa pure noi! Perché “Fragole a merenda” non è un libro piccolo: in ogni senso…”.
Solo a quel punto ho pensato: “Ce l’ho fatta”. E non ho potuto fare a meno di pensare pure a voi.
Non era impossibile arrivare a una ristampa. Ma arrivarci in quattro mesi e mezzo pare sia un piccolo record, un primato di cui possiamo andare fieri. Perché non è che fosse proprio facile, né per me né per voi. Io dovevo riuscire a spiegarvi che “Fragole a merenda” è un libro di cucina, ma non solo (l’avete mai visto un libro di cucina che inizia con la descrizione di un paio di gambe pelose?). E voi dovevate fidarvi di una squinternata che vi racconta di indigeni e pagnotte, e vi incoraggia a intraprendere avventure culinarie perigliose praticamente a mani nude (del resto, chi si fiderebbe mai di una che tiene la chiave a brugola tra gli utensili di cucina?).
In casi del genere, la consuetudine prevederebbe una campagna di comunicazione fatta di eventi e presentazioni ufficiali. E se non fosse che la mia vita “al di qua dello schermo del Mac” è difficilmente conciliabile con un’agenda simile, forse ci avrei anche fatto un pensierino. Ma ho dovuto riflettere su tempo ed energie da dedicare a questo genere di cose. E alla fine, ho fatto di testa mia. Anche se, in tutta onestà, devo ammettere che a farmi andare in questa direzione siete stati proprio voi.
Da quando il libro è uscito, ogni momento libero da altre occupazioni l’ho dedicato al contatto con gli amici di questa piccola cucina che hanno deciso di ospitarne una copia in casa loro. Mi arrivano mail, messaggi, foto… una corrente inarrestabile di affetto, dalla quale non posso che lasciarmi trasportare. Non avrei mai immaginato che potesse accadere – non in questa misura, almeno – ed è un’esperienza emozionante, che sto vivendo a modo mio (diciamo pure con una generosa dose di bizzarra leggerezza…). So bene che un autore dovrebbe fare incontri in libreria, anziché ostinarsi a rispondere nottetempo alle mail dei suoi lettori – uno a uno come se li conoscesse da sempre – ma io sento di doverlo a chi mi scrive, spesso anche per raccontarmi un po’ di sé. E più di una volta, in questi mesi, mi sono ritrovata a pensare che una situazione del genere l’avevo già vissuta ai tempi dell’avventura con il Manuale di Nonna Papera: l’unica differenza è che il libro “che tira fuori le emozioni” stavolta è nato sulla mia scrivania…
Così ho una cartella di messaggi a cui rispondere, una cartella di foto da trasformare in pins su Pinterest, e una in cui conservo tutte le vostre recensioni: in qualunque forma le abbiate scritte, per me valgono cento volte più di quelle ufficiali! (quella del marito di Romina mi ha fatto ridere per giorni…)
E so che vi sembrerà una cosa un po’ da matti (“loufoque”, direbbe Luce…), ma nella mia personalissima classifica di gradimento – se mai un autore fosse autorizzato ad averne una tutta sua – le signore della parrucchieria di Larciano valgono più di una giuria di chef stellati (sono fantastiche, mi mandano fotografie con la stagnola in testa e il mio libro in mano), e la nonna di Benedetta (anni 98) da sola vale un firmamento intero. I bambini poi hanno un posto speciale, perché appena li vedo con una brioche in mano o intenti a leggere “Fragole a merenda” penso a quando cucinavo con i miei figli da piccoli.
Così adesso sapete cosa faccio, da cinque mesi a questa parte, e fa niente se è l’esatto contrario di quel che dovrebbe fare un autore rispettabile. Ha funzionato benissimo lo stesso: siamo riusciti a capirci in ogni caso, io e voi (e abbiamo all’attivo anche l’inganno all’algoritmo di Amazon!). L’unico mio rammarico è di non avervi potuto scrivere una dedica, una dedica vera con la stilografica con cui mi appunto le ricette. Ho pensato questo, mentre da sola in casa mi concedevo un piccolo festeggiamento solitario, un dolce al volo con quello che avevo… cioè praticamente niente.
Una manciata di riso, il latte buonissimo che vendono al negozio del cane vegano (lo conoscete anche voi, è il bassotto Ottavio che passeggia dalle parti di pagina 166), un nonnulla di zucchero. E mentre il budino di riso sobbolliva con un blob, blob da polentina, ho rovistato la dispensa alla ricerca di un colore, una tonalità che potesse intonarsi al mood di quel momento.
Lo so, non sono cose che dovrebbero accadere in casa di una che scrive di cucina, ma l’unica cosa che ho trovato è stata una rapa: una piccola rapa rossa scampata all’ultima vellutata. Così mi sono ricordata di un appunto, trascritto sul mio taccuino nero da non so quale numero di Elle à table: riso al latte con le rape. E allora ho capito che così chiudevo il cerchio, trovavo il senso a tutta questa storia. Perché la mia ostinazione a parlare con voi, uno a uno, poteva forse apparire come una cocciutaggine da “testa di rapa”, una modalità fuori dal tempo e fuori moda… ma aveva centrato l’obiettivo. Ci siamo capiti benissimo, io e voi.
E allora la piccola rapa, modesto ortaggio di poco conto, per una volta è andata controcorrente: non ha preso la via consueta della pentola, ma quella inusitata della carta. Si è poggiata sul mio blocco di appunti e si è tramutata in palloncino. Gonfio di gioia e di colore, si è alzato al primo soffio di vento… ed è diventato la mia dedica per voi.
Grazie!
S.
RISO E LATTE ALLE RAPE ROSSE
INGREDIENTI
riso: 50 gr
latte: 500 ml
zucchero semolato: 30 gr
rape rosse: una grattatina
Sciacquate velocemente il riso sotto l’acqua corrente, aiutandovi con un colino.
Mettetelo in un pentolino con il latte e lo zucchero, e fate bollire al minimo finché non avrà assorbito tutto il latte e sarà cotto ma non disfatto. Ci metterà circa mezz’ora, ma fate attenzione alla consistenza: quella tra un budino di riso al latte e una pappa informe è una sottile ma sostanziale differenza.
Quando il riso è pronto, versatelo nei bicchierini (ne farete 2 o 3, con queste dosi). Lavate la rapa, sbucciatela e grattugiatene l’equivalente di un cucchiaio scarso (cioè davvero poca…)
Mettete un po’ di rapa grattugiata all’interno di ogni bicchierino. Io preferisco non mescolare, per godermi lo spettacolo del colore che sbiadisce poco a poco…
POSTILLE
“Fragole a merenda” è in ristampa! – Il che vuol dire che se, malauguratamente, il vostro libraio non riuscisse a procurarvelo o le riserve di Amazon dovessero ridursi drasticamente, potete sempre confidare nell’arrivo dei rinforzi. Ma se pensate di regalarlo a un compleanno o a un’occasione speciale di quelle comandate (la Festa della Mamma si avvicina…) siate previdenti: giocate d’anticipo!
Consistenza – La questione della consistenza è fondamentale, quando preparate il riso al latte. Non dev’essere un risotto, ma una crema morbidissima con dei chicchi teneri al suo interno: i chicchi di riso devono essere distinguibili dal resto (vedete di non spappolarli!), ma non al dente come in un risotto.
Riso al latte: quale riso? – Il riso al latte non conosce risi esotici: niente basmati, giusto per esser chiari! Io utilizzo il Carnaroli: che qui cuoce ben più a lungo di quanto non faccia nel risotto, e bolle galleggiando nel latte praticamente indisturbato, mentre il risotto – di tanto in tanto – lo “muovo” (ho imparato a non mescolarlo come fosse crema pasticciera…). So bene che c’è chi utilizza un riso da minestra, ma a me il riso piace “sentirlo” anche nel riso al latte, avvertire l’anima del chicco in quella cremina appena densa… insomma, non rinuncio al Carnaroli perché non mi piace che i chicchi si disfino completamente. Ma – come sempre in cucina e nella vita – è solo questione di gusti… (grazie a Cristina, per avermi sollecitato questa precisazione)
Le rape nel dessert?!? – Ebbene sì: basta passare le Alpi, e delle rape rosse si fa un uso che non è solo quello dei mesti buffet di certi alberghi dalla cucina tristanzuola. E se dopo le Alpi foste disposti a oltrepassare anche la Manica, preparatevi a lasciarvi sorprendere! Perché le tanto bistrattate rape hanno una loro naturale dolcezza che torna utile in certe situazioni. Per esempio, far mangiare delle rape a dei bambini… Naturalmente non vi aspettate che piacciano a tutti: Monsieur d’Aubergine, per esempio, ha deposto il cucchiaino… Ma io l’ho ripreso in mano almeno un paio di altre volte. (La ricetta è tratta da Elle à table)
Ingredienti: latte • rape d'ogni colore • riso • zucchero semolato
Evviva!!! Felicissima per te! Questo we sarà dedicato alla tua crostata di lamponi e cioccolato, un abbraccio dal Veneto
Grazie Marina! E subito dopo il mio pensiero va a una cucina del Veneto, alle prese con una certa crostata di lamponi e cioccolato… e mi chiedo: avrà funzionato a dovere?
Io sono stata fortunatissima,ho comprato l’ultima copia in libreria e sono uscita felice.
Un pò meno felice lo sono stata all’aeroporto dove,tra il peso del libro e quello di qualche acquisto alimentare tipico dell’emigrante,ho raggiunto un sovrappeso che l’intransigente addetto al check-in non ha mancato di rilevare.
Morale della storia,ho dovuto estirpare 2kg di zucchine,il libro ed un pezzo di parmigiano,incastrarli in una shopper già bella piena ed affrontare il viaggio con la certezza che la mia spalla non avrebbe gradito!
Il libro mi ha conquistato,mi piace come scrivi,la tua filosofia in cucina e le tue ricette. L’unica “critica” che mi sento di fare è che avrei preferito qualche ricetta in più di piatti salati…sarà per il prossimo libro?
Riguardo alla ricetta del ris au lait, penso che non sarebbe male aggiungere qualche precisione sulla qualità di riso da utilizzare,tipo che il basmati magari lo lasciamo per altre preparazioni…
Cara Cristina, l’immagine di “Fragole a merenda” che viaggia in compagnia di zucchine e parmigiano mi ha strappato più di un sorriso… e qualche ricordo. Perché molti dei suoi capitoli hanno viaggiato nel mio bagaglio a mano, in compagnia di piante di lavanda, formaggi, farine, erbe aromatiche… insomma: un déjà-vu!
Ricordi di viaggi a parte, grazie anche per il commento al libro, e per la giusta osservazione circa il peso ridotto delle ricette salate. E’ stata una mia scelta, in considerazione del fatto che – soprattutto in Italia – merende e colazioni sono ancora molto legate ai sapori dolci. E io volevo fare un libro di ricette dedicato ai “piccoli pasti dimenticati”, quelli che quando non si saltano quanto meno si trascurano. E invece merende e colazioni, con la scusa che sono pasti “facili” possono rappresentare una palestra anche per chi inizia a cucinare: ci sono un sacco di ricette a portata di principiante, che – magari affinandole un po’ – possono poi rivelarsi utili per occasioni più importanti. E poi – non lo nascondo – c’è il fatto che a casa nostra si è sempre data moltissima importanza alla colazione, e anche alle merende: dei pasti “veri”, da fare seduti e prendendosi il tempo necessario. Insomma: una volta fatta la scelta di dedicarsi a merende e colazioni, le zuppe di verdura sono state depennate dall’indice!
Però – mai dire mai – magari mi vien voglie di riequilibrare la situazione alla prossima occasione!
Infine: grazie per il suggerimento sul riso. Lo scrivo qui, ma lo riporterò anche nelle note alla ricetta): il riso al latte non conosce risi esotici: niente basmati, giusto per esser chiari! Io utilizzo il Carnaroli: che qui cuoce ben più a lungo di quanto non faccia nel risotto, e bolle galleggiando nel latte praticamente indisturbato, mentre il risotto – di tanto in tanto – lo “muovo” (sì, perché ho imparato a non mescolarlo come fosse crema pasticciera…). So bene che c’è chi utilizza un riso da minestra, ma a me il riso piace “sentirlo”, anche nel riso al latte, avvertire l’anima del chicco in quella cremina appena densa… insomma, non rinuncio al Carnaroli, perché non mi piace che i chicchi si disfino completamente. Ma – come sempre in cucina – è solo questione di gusti… Un caro abbraccio, un grazie di cuore per il commento ricco di stimoli, e… pensami al tuo prossimo volo!
E io invece non avevo proprio dubbi che la parola “ristampa” sarebbe apparsa prestissimo. Anzi, ci ha messo fin troppo! 🙂
Ti devo la mia foto: giace in qualche hard-disk dopo che ho cambiato pc.
Gioisco della tua felicità e ti mando un abbraccio!
ps…con una piccola premessa: ho un barattolo con un lievitino liquido che richiede le mie attenzioni più o meno ogni 2 settimane (anche più spesso, se ne ho voglia).
Bene, sappi che ogni volta che nella mia cucina prende forma qualcosa di lievitato, invariabilmente a me e a mia madre viene in mente quel certo buco nel pavimento…
Oramai sei entrata di fatto nelle cucine di tanta gente. Nella mia di sicuro: fattene una ragione! 😉
Cara Erica, grazie per la partecipazione… anche se il mio grazie ti arriva con settimane di ritardo! La foto ci terrei davvero tanto a riceverla: la metterei nella board Pinterest dedicata a “Fragole a merenda”, che sta ormai diventando una specie di terza edizione (la seconda è quella a cui sta provvedendo la Guido Tommasi Editore…), scritta a suon di foto e messaggi dai lettori. Perciò sarei felicissima se da quel barattolo di lievitino liquido prendesse forma un qualche lievitato… anche se nella tua cucina di certo manca un buco nel pavimento come in quella di Delfina! Anche per questo ti penserò, quando sarò io a impastare… Erica, la sua mamma, e il mancato collegamento con una stalla sottostante. Un abbraccio anche a lei, e grazie – di tutto cuore – per quanto mi hai scritto.
brava,brava,brava…sei una narratrice fenomenale e una perfetta scrittrice di ricette…il tuo libro l’ho regalato a Natale alla mia figlia maggiore pensando che potevamo gestirlo in due ma…..voglio la mia copia! da leggere e usare in cucina…poi ti manderò la foto quando sarà nella libreria dei libri di cucina….baci e grazie.
p.s. anch’io ho una brugola nel cassetto delle posate……
Cara la mia Leda, dalla chiave a brugola nel cassetto delle posate (davvero non pensavo che esistessero altre signore bizzarre in questo senso!), grazie per il tuo bel commento. Sapere che una mamma ha regalato “Fragole a merenda” alla propria figlia è per me motivo di grande orgoglio. Spero che nel frattempo (e mi scuso per il ritardo con cui rispondo) l’erede abbia sperimentato qualche ricetta. Immagino che, con una mamma a disposizione, non avrà bisogno di una mano, ma nel caso… dille pure che sono qua! E adesso non mi resta che aspettare qualche foto: del libro e delle sue pagine… trasformate in un risultato commestibile! un abbraccio cara Leda (da estendere alla destinataria del tuo regalo)
Carissima Sabrine, sono ripetitiva ma … leggerti mi regala benessere, ilarità e una tremenda voglia di cucinare e fotografare! Il successo del tuo libro non mi stupisce, anzi, mi conferma quello che ho sempre pensato ancor prima che tu pubblicassi il libro: hai talento da vendere! ma quello che ti rende assolutamente speciale a l di sopra di tutto è la tua disarmante genuinità, simpatia e semplicità! Io ti seguo qui, in fb, in pinterest, in istagram ed è assolutamente vero che non ti perdi un commento: sei grande! bacioni! Claudia
Carissima Claudia, sapessi che regalo mi hai fatto con questo tuo commento! Sapere che leggere “Fragole a merenda” mette allegria, fa star bene e fa venir voglia di cucinare, beh… mi regala una grande emozione! Perché io credo che non ci sia nulla di male a voler stare bene, e stare bene in casa propria è alla portata di tutti, e la cucina può contribuire: con molta semplicità e senza andare a cercare chissà che. Tu parli di talento, e io ti ringrazio molto, ma non so se di questo si tratti. Però posso dirti che mi piace immedesimarmi negli altri, e non fatico a farlo. Credo che la sincerità e l’autenticità siano le chiavi per riuscire a comunicare con chiunque, anche con persone diversissime da me: e da chiunque ricevo qualche cosa, imparo a guardare il mondo con occhi sempre un po’ diversi. E mi piace tantissimo… Per questo – e per il profondo rispetto e la gratitudine che sento di dovere a chi impiega un po’ del suo tempo per scrivere a me – mi sforzo di rispondere a tutti: anche con mesi di ritardo! (sigh!). E vorrei riuscirci sempre…
Un abbraccio cara Claudia, e ancora grazie per i tuoi sorrisi
Cara Sabrine , questo è un successo che ti meriti tutto….! Non è il solito libro di cucina , è uno stile di vita , un modo d’essere semplice ma nello stesso tempo raffinato.
E’ un “prendere la vita con ironia” , il tutto condito con gioia e bellezza , scritto in maniera impeccabile ed originalissima.
Grazie Sabrine, grazie di tutto. …
Un abbraccio forte forte
Carolina
La levità di queste pagine, che riescono a regalarmi sempre un sorriso e un attimo di spensieratezza, è tutta racchiusa in quel palloncino.
Felicissima per te e per i tuoi traguardi!
Cara Giulia, per me la levità è stata una conquista, raggiunta anche con una certa fatica: un po’ come quella delle ballerine, anni e anni di esercizio finché dalla disciplina e dal rigore… spunta la leggerezza! Adesso mi è diventata irrinunciabile, una filosofia di approccio alla vita che mi aiuta a tenere il ritmo senza mai perdere il sorriso e l’ironia (soprattutto l’autoironia…). Un abbraccio! E grazie per il commento “lieve”
Ciao Sabrine,
penso di aver contribuito alla ristampa, sono arrivata a otto copie: una per me, la prima, una copia a una giovane sposa e le altre alle amiche perché le cose belle sono da condividere!
Grazie ivana
OTTO COPIE?!? Questa la devo raccontare all’Editore… fargli appendere una targa all’ingresso con il tuo nome, dedicarti una scrivania della redazione… insomma: stai pur certa che la signora Ivana diventerà famosa alla Guido Tommasi!
Davvero non so come ringraziarti: per la fiducia, e per la gioia con la quale hai condiviso “una cosa bella” con le amiche. E perché la “cosa bella” era “Fragole a merenda”… Otto volte grazie, cara Ivana. E adesso aspetto le foto da pubblicare nella board Pinterest del libro… A presto!
Ciao cara e grazie per il tuo meraviglioso libro,per come scrivi,per le ricette,grazie è meraviglioso il tuo libro,mi è stato regalato per il mio compleanno è mai regalo è stato più gradito .e giusto che vada in ristampa ,il libro lo merita tanto tantissimo e tu sei bravissima .baci Sabry
Seguire le vie del cuore porta i libri alla ristampa e le rape nel riso e latte. In entrambi i casi, un successo. Bravissima Sabrine!
Cara Lucia, in questo caso la via del cuore è stata lastricata di una buona dose di follia. E io, che mi sforzo sempre di conciliare cuore e ragione, stavolta mi sono “sbilanciata” a favore del primo: non ho potuto fare altrimenti. Ho scoperto solo all’ultima pagina che questo libro c’era già tutto – nella mia testa, prima ancora che nella mia cucina – da tanto tempo… era solo in attesa dell’occasione giusta per finire in libreria. E in tante, tantissime cucine diverse dalla mia… Un caro saluto!
Cara Sabrine, grazie di questa dedica che è davvero poetica e delicata, come sei tu! complimenti per la ristampa, a casa nostra, in questi mesi il tuo libro è sempre aperto e le tue merende deliziose ci fanno compagnia! Cari saluti
Paola
Grande Sabrine !!Il mio libro sappi ha la dedica! Ho stampato questa deliziosa bimba col palloncino alla rapa rossa, impreziosita dalle parole scritte di tuo pugno e ho attaccato il tutto sulla prima pagina delle mie Fragole! Grazie amica preziosa hai fatto del tuo sogno il nostro!!Baci Alda.
Alda, sono passate settimane da quando mi hai scritto questo commento. Nel frattempo la tua idea di stampare la foto con la rapa-palloncino e incollarla sulla prima pagina del libro, in funzione di dedica-fai-da-te, ha ispirato molti altri lettori: grazie! “Fragole a merenda” ha amici straordinariamente creativi…
wow, già in ristampa? complimenti veri, il tuo libro l’ho preso anche io e me lo sto gustando poco alla volta! le rape nel dessert sono una scoperta!
Cara Laura (Laura, vero?), grazie per il commento affettuoso. Chissà se nel frattempo avrai avuto modo di sperimentare qualche ricetta di “Fragole a merenda”: me lo auguro! E mi auguro che ti sia riuscita bene. Sappi che se dovessi aver bisogno di una mano (qualche dubbio, ulteriori spiegazioni) io ci sono: con piacere. E con piacere pubblico le foto del libro nelle case dei lettori (e delle ricette eseguite nelle loro cucine)… insomma: è un invito! Condito da un abbraccio…
Cara Sabine, credo che il Tuo più grande successo sia la riservatezza…il Tuo libro, acquistato il giorno stesso in cui è uscito in libreria da una divoratrice di libri di cucina nonché foodwriter (ma non di libri bensì di foodmagazines) è stato come un tuffo al cuore, avvincente, interessante come pochi (ne ho una collezione che conta più di un centinaio di titoli e direi che di paragoni posso farne) e quando ho letto della ristampa non mi sono affatto meravigliata – è stata un’emozione di naturale gioia ma non meraviglia, anzi direi che me lo aspettavo. Mi ha colpito sin da subito la Tua discrezione, niente presentazioni plateali, meglio esserci “sul serio” rispondendo personalmente alle mail-messaggi…tutta questa “verità”, tutta questa “non finzione” sono stati gli elementi fondamentali che hanno portato i lettori a premiare un’autrice “normale” lontana dal divismo a tutti i costi. Tutto ciò è straordinariamente bello e fortunatamente anticonvenzionale. Ci piaci, mi piaci soprattutto per questo e Ti auguro mille altri successi.
Con stima,
Antonella.
Cara Antonella, a settimane di distanza – e me ne scuso – mi trovo a rispondere a questo tuo messaggio tanto intenso. Si possono scrivere molte cose di un autore, apprezzarlo in tanti modi. Ma le cose che tu hai scritto sono le più belle che potrei sentirmi dire: almeno secondo il mio personalissimo metro di giudizio… “Esserci sul serio” è proprio quello che voglio. Per me, innanzitutto, e poi per i tanti amici di FRAGOLE A MERENDA che insieme a me hanno “costruito” questa cucina. Che nello sforzo di coltivare la sua “normalità” ha finito per essere un po’ anticonvenzionale: e anche per questo mi fa stare bene… Grazie Antonella!
sono senza parole e sopratutto fiera di leggere la parola ristampa
i miei compliementi sei unica
Grazie Veronica! Apprezzo molto quel tuo dirti “fiera” di un risultato altrui: non è da tutti… Un abbraccio pieno di gratitudine. A presto!
Complimenti, complimenti per tutto…per il blog, per il libro e per la tua dolcissima e affascinante semplicità!
Grazie Simona! Per il tuo entusiasmo e… perché trovi “affascinante” la semplicità! Un caro saluto da quassù