Il budino testa di rapa (riso e latte)

Riso al latte e rape rosse (una ricetta di FRAGOLE A MERENDA)Riso al latte e rape rosse (una ricetta di FRAGOLE A MERENDA) http://www.fragoleamerenda.it/author/sabrine/

Riso al latte e rape rosse (una ricetta di FRAGOLE A MERENDA)

La notizia rimbalzò nella mia testa come la biglia d’acciaio tra i bersagli di un flipper. Poi toccò tutte le molle emotive lungo il percorso che dalla testa arriva dritto allo stomaco: unica leggera deviazione, un fugace passaggio dalle parti del cuore. Mi ritrovai a rincorrere i pensieri, e restai per un po’ senza fiatare. Finché dall’altro capo del telefono la mia interlocutrice non si sentì in dovere di accertarsi che fossi ancora lì. E io c’ero, eccome se c’ero… per nulla al mondo mi sarei persa quel momento.

In trenta mesi di appassionato lavoro l’avevo, a volte, timidamente vagheggiato. Ora me ne stavo in silenzio, perché non avevo voglia di cercare le parole. Me ne bastava una sola: RISTAMPA.
“Ce lo manderemo subito, non vogliamo che il mercato resti senza copie. E’ che non ce l’aspettavamo così presto, ha colto di sorpresa pure noi! Perché “Fragole a merenda” non è un libro piccolo: in ogni senso…”.
Solo a quel punto ho pensato: “Ce l’ho fatta”. E non ho potuto fare a meno di pensare pure a voi.

Non era impossibile arrivare a una ristampa. Ma arrivarci in quattro mesi e mezzo pare sia un piccolo record, un primato di cui possiamo andare fieri. Perché non è che fosse proprio facile, né per me né per voi. Io dovevo riuscire a spiegarvi che “Fragole a merenda” è un libro di cucina, ma non solo (l’avete mai visto un libro di cucina che inizia con la descrizione di un paio di gambe pelose?). E voi dovevate fidarvi di una squinternata che vi racconta di indigeni e pagnotte, e vi incoraggia a intraprendere avventure culinarie perigliose praticamente a mani nude (del resto, chi si fiderebbe mai di una che tiene la chiave a brugola tra gli utensili di cucina?).

In casi del genere, la consuetudine prevederebbe una campagna di comunicazione fatta di eventi e presentazioni ufficiali. E se non fosse che la mia vita “al di qua dello schermo del Mac” è difficilmente conciliabile con un’agenda simile, forse ci avrei anche fatto un pensierino. Ma ho dovuto riflettere su tempo ed energie da dedicare a questo genere di cose. E alla fine, ho fatto di testa mia. Anche se, in tutta onestà, devo ammettere che a farmi andare in questa direzione siete stati proprio voi.

Da quando il libro è uscito, ogni momento libero da altre occupazioni l’ho dedicato al contatto con gli amici di questa piccola cucina che hanno deciso di ospitarne una copia in casa loro. Mi arrivano mail, messaggi, foto… una corrente inarrestabile di affetto, dalla quale non posso che lasciarmi trasportare. Non avrei mai immaginato che potesse accadere – non in questa misura, almeno – ed è un’esperienza emozionante, che sto vivendo a modo mio (diciamo pure con una generosa dose di bizzarra leggerezza…). So bene che un autore dovrebbe fare incontri in libreria, anziché ostinarsi a rispondere nottetempo alle mail dei suoi lettori – uno a uno come se li conoscesse da sempre – ma io sento di doverlo a chi mi scrive, spesso anche per raccontarmi un po’ di sé. E più di una volta, in questi mesi, mi sono ritrovata a pensare che una situazione del genere l’avevo già vissuta ai tempi dell’avventura con il Manuale di Nonna Papera: l’unica differenza è che il libro “che tira fuori le emozioni” stavolta è nato sulla mia scrivania…

Cercare le parole (dalla cucina di FRAGOLE A MERENDA)

Così ho una cartella di messaggi a cui rispondere, una cartella di foto da trasformare in pins su Pinterest, e una in cui conservo tutte le vostre recensioni: in qualunque forma le abbiate scritte, per me valgono cento volte più di quelle ufficiali! (quella del marito di Romina mi ha fatto ridere per giorni…)

E so che vi sembrerà una cosa un po’ da matti (“loufoque”, direbbe Luce…), ma nella mia personalissima classifica di gradimento – se mai un autore fosse autorizzato ad averne una tutta sua – le signore della parrucchieria di Larciano valgono più di una giuria di chef stellati (sono fantastiche, mi mandano fotografie con la stagnola in testa e il mio libro in mano), e la nonna di Benedetta (anni 98) da sola vale un firmamento intero. I bambini poi hanno un posto speciale, perché appena li vedo con una brioche in mano o intenti a leggere “Fragole a merenda” penso a quando cucinavo con i miei figli da piccoli.

Così adesso sapete cosa faccio, da cinque mesi a questa parte, e fa niente se è l’esatto contrario di quel che dovrebbe fare un autore rispettabile. Ha funzionato benissimo lo stesso: siamo riusciti a capirci in ogni caso, io e voi (e abbiamo all’attivo anche l’inganno all’algoritmo di Amazon!). L’unico mio rammarico è di non avervi potuto scrivere una dedica, una dedica vera con la stilografica con cui mi appunto le ricette. Ho pensato questo, mentre da sola in casa mi concedevo un piccolo festeggiamento solitario, un dolce al volo con quello che avevo… cioè praticamente niente.
Una manciata di riso, il latte buonissimo che vendono al negozio del cane vegano (lo conoscete anche voi, è il bassotto Ottavio che passeggia dalle parti di pagina 166), un nonnulla di zucchero. E mentre il budino di riso sobbolliva con un blob, blob da polentina, ho rovistato la dispensa alla ricerca di un colore, una tonalità che potesse intonarsi al mood di quel momento.

Riso al latte e rape rosse (una ricetta di FRAGOLE A MERENDA)

Lo so, non sono cose che dovrebbero accadere in casa di una che scrive di cucina, ma l’unica cosa che ho trovato è stata una rapa: una piccola rapa rossa scampata all’ultima vellutata. Così mi sono ricordata di un appunto, trascritto sul mio taccuino nero da non so quale numero di Elle à table: riso al latte con le rape. E allora ho capito che così chiudevo il cerchio, trovavo il senso a tutta questa storia. Perché la mia ostinazione a parlare con voi, uno a uno, poteva forse apparire come una cocciutaggine da “testa di rapa”, una modalità fuori dal tempo e fuori moda… ma  aveva centrato l’obiettivo. Ci siamo capiti benissimo, io e voi.

Riso al latte e rape rosse (una ricetta di FRAGOLE A MERENDA)

E allora la piccola rapa, modesto ortaggio di poco conto, per una volta è andata controcorrente: non ha preso la via consueta della pentola, ma quella inusitata della carta. Si è poggiata sul mio blocco di appunti e si è tramutata in palloncino. Gonfio di gioia e di colore, si è alzato al primo soffio di vento… ed è diventato la mia dedica per voi.

Grazie!

S.

RISO E LATTE ALLE RAPE ROSSE

INGREDIENTI

riso: 50 gr
latte: 500 ml
zucchero semolato: 30 gr
rape rosse: una grattatina

Sciacquate velocemente il riso sotto l’acqua corrente, aiutandovi con un colino.

Mettetelo in un pentolino con il latte e lo zucchero, e fate bollire al minimo finché non avrà assorbito tutto il latte e sarà cotto ma non disfatto. Ci metterà circa mezz’ora, ma fate attenzione alla consistenza: quella tra un budino di riso al latte e una pappa informe è una sottile ma sostanziale differenza.

Quando il riso è pronto, versatelo nei bicchierini (ne farete 2 o 3, con queste dosi). Lavate la rapa, sbucciatela e grattugiatene l’equivalente di un cucchiaio scarso (cioè davvero poca…)

Mettete un po’ di rapa grattugiata all’interno di ogni bicchierino. Io preferisco non mescolare, per godermi lo spettacolo del colore che sbiadisce poco a poco…

POSTILLE

“Fragole a merenda” è in ristampa! – Il che vuol dire che se, malauguratamente, il vostro libraio non riuscisse a procurarvelo o le riserve di Amazon dovessero ridursi drasticamente, potete sempre confidare nell’arrivo dei rinforzi. Ma se pensate di regalarlo a un compleanno o a un’occasione speciale di quelle comandate (la Festa della Mamma si avvicina…) siate previdenti: giocate d’anticipo!

Consistenza – La questione della consistenza è fondamentale, quando preparate il riso al latte. Non dev’essere un risotto, ma una crema morbidissima con dei chicchi teneri al suo interno: i chicchi di riso devono essere distinguibili dal resto (vedete di non spappolarli!), ma non al dente come in un risotto.

Riso al latte: quale riso? – Il riso al latte non conosce risi esotici: niente basmati, giusto per esser chiari! Io utilizzo il Carnaroli: che qui cuoce ben più a lungo di quanto non faccia nel risotto, e bolle galleggiando nel latte praticamente indisturbato, mentre il risotto – di tanto in tanto – lo “muovo” (ho imparato a non mescolarlo come fosse crema pasticciera…). So bene che c’è chi utilizza un riso da minestra, ma a me il riso piace “sentirlo” anche nel riso al latte, avvertire l’anima del chicco in quella cremina appena densa… insomma, non rinuncio al Carnaroli perché non mi piace che i chicchi si disfino completamente. Ma – come sempre in cucina e nella vita – è solo questione di gusti… (grazie a Cristina, per avermi sollecitato questa precisazione)

Le rape nel dessert?!? – Ebbene sì: basta passare le Alpi, e delle rape rosse si fa un uso che non è solo quello dei mesti buffet di certi alberghi dalla cucina tristanzuola. E se dopo le Alpi foste disposti a oltrepassare anche la Manica, preparatevi a lasciarvi sorprendere! Perché le tanto bistrattate rape hanno una loro naturale dolcezza che torna utile in certe situazioni. Per esempio, far mangiare delle rape a dei bambini… Naturalmente non vi aspettate che piacciano a tutti: Monsieur d’Aubergine, per esempio, ha deposto il cucchiaino… Ma io l’ho ripreso in mano almeno un paio di altre volte. (La ricetta è tratta da Elle à table)