Pistokkeddos. “…Pisto che?!?”
Vi starete chiedendo se io non sia ancora preda dei fumi della febbre, con le meningi sciroccate e l’eloquio stralunato. Nulla di tutto ciò.
Sono viva e vegeta, sopravvissuta al malefico virus e persino al giubileo di mio marito: una settimana di pranzi e cene a ritmi da catena fordista, per festeggiare un compleanno di quelli a cifra tonda. Con corollario di voli, bagagli da fare e disfare, case da aprire e da chiudere… e la constatazione che sembriamo ormai una carovana di nomadi.
Certo una settimana di lavoro in miniera è ben altra cosa, ma io non ho ancora ripreso il mio passo da bersagliere e avverto il peso dei tre piani di scale fatti di corsa quando ho più di due sacchetti di spesa (una di quelle stramberie quotidiane che mi fanno stare bene…). In più mi ritrovo a vagheggiare brodini, per riequilibrare l’overdose di menù festaioli.
Così, nell’impossibilità di tenermi troppo a lungo lontana dal forno ma senza alcuna voglia di cose impegnative, mi sono data agli ultra-leggeri… biscotti, s’intende. E cosa c’è di più leggero di un biscotto senza un grammo di burro, morbido e lieve come un pan di Spagna? Provate a fare questi savoiardi sardi, soffici e molto più grandi degli altri, che nell’isola chiamano pistokkeddos o pistoccus. Solo uova, zucchero, farina, e nemmeno un grammo di lievito. Provateli da soli, o inzuppati nel latte. E provate a farci un tiramisù, una charlotte o una zuppa inglese: insuperabili.
Sono persino facili, a patto di far le cose per bene. Mi spiego: potrei dirvi semplicemente di montare tuorli e albumi separatamente con lo zucchero, mescolarli, aggiungere la farina, formare dei filoncini di impasto e infornare. Fine della ricetta. Ma a meno che non siate dei pasticcieri – o una di quelle ziette sarde espertissime in materia – dubito che questi savoiardi vi riuscirebbero della fragranza giusta: cioè morbidi ma non mollicci e soffici da non credere. Perché questo è uno di quei casi da scuola, l’esempio tangibile di come una ricetta semplicissima abbia bisogno di una serie di piccoli gesti, di attenzioni, di cura dei particolari.
Perciò scusate la pedanteria, ma io ci tengo a farvi gustare dei savoiardi come si deve: anche se siete alle prime armi in cucina. Non me ne vogliano i cuochi provetti se il mio spirito divulgatore mi fa correre il rischio di farli addormentare davanti allo schermo…
PISTOKKEDDOS
INGREDIENTI
farina bianca 00: 100 gr
zucchero semolato fine: 100 gr
uova: 5
succo di limone: mezzo cucchiaino
acqua di fior d’arancio: un cucchiaino
Tirate fuori le uova dal frigo con almeno mezz’ora di anticipo, se non volete impazzire per montare gli albumi. Accendete il forno a 180° e foderate di carta forno una grande teglia per biscotti.
Montate a lungo i tuorli con 50 gr di zucchero e l’acqua di fior d’arancio: devono diventare chiari, schiumosi e aumentare un po’ di volume (servitevi delle fruste elettriche o di un mixer e lavorateli a lungo).
Montate gli albumi con gli altri 50 gr di zucchero e il succo di limone: utilizzate il metodo che volete, ma devono essere a neve ferma, anzi fermissima… avete presenti quelle barbe di ovatta con le quali vi trasformavano in San Giuseppe alla recita di Natale? Ecco, non smettete finchè non vedete qualcosa del genere.
Incorporate gli albumi nella crema di tuorli poco alla volta, mescolando delicatamente dall’alto in basso, con movimenti ampi: non dovete smontarli.
Aggiungete al composto la farina, poca alla volta, facendola scendere da un setaccio (o da un colino fine, se non ce lo avete… ma vedete di comprarvelo al più presto). Anche qui, dovete fare la massima attenzione a non smontare l’impasto: perciò setacciate un po’ di farina, date qualche rimestata dall’alto in basso con mano molto leggera, poi aggiungetene dell’altra e così via…
Mettete il composto in una tasca da pasticciere, con bocchetta tonda liscia piuttosto grande (diciamo 18-20 mm), e formate sulla teglia delle strisce larghe 3 cm e lunghe 12 (non state lì col righello, ma insomma… vedete di fare un lavoretto preciso). Distanziatele tra loro, perché pur non avendo lievito crescono in cottura. Spolverizzatele con un po’ di zucchero a velo servendovi di un colino e infornate.
Cuocete i biscotti per circa un quarto d’ora (ben sapendo che sui tempi di cottura vale la regola “finchè non li vedete appena dorati”…). Poi spegnete il forno, ma lasciateli ad asciugare altri cinque minuti a sportello chiuso e poi altri cinque a sportello aperto. Insomma, non amano passare dal caldo al freddo in un secondo: se lo fate, si ribellano afflosciandosi inesorabilmente. Il sapore non cambia, ma la brutta figura con la vecchia zia alla quale li avete promessi ce la fate voi…
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Un modulo replicabile quasi all’infinito
Dopo una lunga serie di sperimentazioni, fusioni tra ricette varie e ripetuti assaggi, ho scoperto che per questi – come per altri biscotti – non esistono delle vere e proprie dosi, ma piuttosto una sorta di “proporzione aurea” tra ingredienti: 1 uovo, 20 grammi di zucchero, 20 grammi di farina, qualche goccia di aromi. Non avendo lievito, non sussiste nemmeno il problema di dosare quei due grammi in più o in meno di polverina che segnano la differenza tra dei biscotti duri come pezzi di coccio o insulsamente spugnosi e mollicci.
Qui la leggerezza dipende tutta da un unico ingrediente, un raro unguento ormai del tutto trascurato dai libri di cucina eppure meritevole di gloria, non foss’altro perché è l’unico grasso che non fa ingrassare: l’olio di gomito.
Potete – e ve lo consiglio – utilizzare un mixer o le fruste elettriche per montare i tuorli con lo zucchero, ma nulla sostituirà il ritmo inesorabile del vostro polso per trasformare in una spuma soffice e corposa gli albumi. Può darsi che questo sia un mio vezzo, ma trovo che nulla li monti meglio della classica frusta d’acciaio opportunamente brandita: cioè con movimenti ampi e lenti all’inizio, che si fanno più veloci solo quando gli albumi sono già bianchi.
Di forni, teglie e penne d’oca…
Con queste dosi otterrete circa un paio di teglie di biscotti. Il che significa cuocerne prima una e poi l’altra, oppure infornarle assieme su due livelli diversi e poi scambiarle di posto dopo una decina di minuti. In entrambi i casi, sappiate che dovrete sacrificare qualcosa: nel primo, avrete una metà dei biscotti perfetta e l’altra più bassina (perché il composto si affloscerà un po’ in attesa di entrare in forno). Nel secondo, vi ritroverete con dei biscotti mediamente gonfi, perché si ribelleranno alla brusca uscita dal forno per cambiare di posto alle teglie (caso documentato dalla foto qui sopra).
In definitiva: fate voi. Ben sapendo che per la perfezione assoluta servirebbe uno di quei forni di campagna di un tempo, capaci di accogliere ben più di un paio di teglie per volta. Ma sarebbe un’altra epoca, non ci sarebbe Internet, e non potrei scrivervi senza un calamaio e una penna d’oca…
Questi biscotti sono di…
La ricetta iniziale mi è arrivata da una signora sarda, una di quelle dedite all’arte di far dolci e biscotti per ogni occasione. Prevedeva una quantità di uova maggiore, che io ho nel tempo diminuito fino ad arrivare alle proporzioni indicate. Solo oggi, cercando in rete l’esatta denominazione in sardo, ho scoperto che Pinella li fa praticamente allo stesso modo: ed è stata una piacevole conferma
Ingredienti: acqua di f. d'arancio • farina bianca 0 e 00 • limone • uova • zucchero semolato
Buongiorno cara!
Che piacere leggere nuovamente te e le tue storie… 😉
Non ho mai fatto i savoiardi, ma questi sembrano davvero a prova di bomba.
Ti auguro una buona settimana!
Sono davvero perfetti…chissà che buoni!!
Grazie per i tuoi post sempre precisi e accattivanti..
Un abbraccio e buon lunedì
mamma che buoni!! anch’io li faccio ogni tanto ma la mia ricetta è un pò diversa… comunque sia io li adoro….
e se ti dicessi che io ho avuto la fortuna di imparare a farli da una maestra pasticcera di fonni, cotti nel forno a legna, quelli che ci sta dentro una famiglia di taglie di biscotti?
un’esperienza indimenticabile, come la fragranza di quei biscotti. un giorno mi metterò di buzzo buono a provarli nel mio fornetto a legna, dove c’entrano giusto due belle teglie per volta.
buona giornata, e complimenti per la spiegazione dettagliatissima!
li ho mangiati in vacanza in sardegna..sono assolutamente migliori di ogni savoiardo…
Per me che sono sempre dedito ai bicchierini di finti tiramisù poter contare su dei biscotti fatti in casa perfetti come questi è un piacere. Ricetta segnata. Tra le tue da rifare ne ho almeno tre di cui una speciale di NonnaPapera 😛
Vedrai che prima o poi ti sorprendo 😉
Grazie come sempre per tutti i dettagli che per uno come me sono FONDAMENTALI!!
Buon inizio settimana :))
Squisiti, e grazie per i tanti consigli!!Bacio
io li rifaccio di sicuro e seguirò la tua ricetta!!!
Grazie Sabrine, per tutte le preziose spiegazioni che hai avuto la gentilezza di accludere al procedimento: troppe volte certi passaggi si danno per scontati e se non si è degli esperti non si sa cosa aspettarci da un impasto o da una cottura e si impazzisce nella convinzione di aver sbagliato qualcosa!
buongiorno tesoro è bello ritrovarti e adoro i tuoi post cosi ricchi e dettagliati sopratutto riguardo la speigazione della ricetta davvero golosa!!mai provati ma adesso sono davvero incuriosita sembrano davvero deliziosi!!bacioni imma
Sono bellissimi, ci provo, con le tue spiegazioni sembra tutto più facile!!
Bravissima 😉
sono bellissimi! E’ tanto che ho in mente i savoiardi casalinghi e questi sembrano ancora migliori!
Grazie per la ricetta e i consigli!
Francesca
adoro i piastokkeddos, infatti chiedo sempre alla mia amica sarda se quando va a sassari poi me ne porta una confezione famiglia.
hanno un gusto e una morbidezza incredibili, uniti a una leggerezza unica!! brava, ora ho la ricetta!!!
Ciao, fantastici questi biscotti… davvero invitanti.. unico problema per usarli per il tiramisù dovrei nasconderli… non credo resisterebbero abbastanza..sarebbero divorati prima!!
Che belli Sabrine e come sono sempre gentili e accomodanti le tue parole.
Tutti i passaggi che ha fatto la ricetta prima che la regalassi a noi la rendono preziosissima, la custodirò con cura! Grazie.
Hai scritto un post veramente bello. Farò tesoro di questa ricetta, grazie! Ho solo un dubbio, quando dici di spegnere il forno quando sono appena dorati e lasciarli altri 5 minuti dentro con lo sportello chiuso, non si seccano o non cuociono lo stesso troppo? E il forno 160 circa?
Coplimenti per la spiegazione, e soprattutto per i savoiardi. mi hai fatto venire voglia di provarli, grazie
Ma dai!Adoravo quando i meii portavano dalla sardegna cotanta sofficità ed ora, posso farli!Grazie davvero per la meticolosità della ricetta, sei preziosissima!
Bacione
ehi..ma son fantastici!! soffici e dolcissimi!! non li abbiamo mai assaggiati! ce ne passi uno??
baci baci
Un savoiardo che diventa poesia!!!
baci
Non mi sono per niente addormentata anzi in certe ricette,tutti i passaggi sono importanti soprattutto in quelle semplici.Certo fare un tiramisù con queste meraviglie è superbo,quindi sarà la mia prossima ricetta!!Un abbraccio!!
Li conosco, sono davvero buonissimi! Proverò a rifarli, grazie mille per la spiegazione!
Sempre un paicere leggerti, pensieri, note e ricette!
Questi biscotti sono di una leggerezza… e poi con il profumo dei fiori d’arancio… chissà che delicati!:)
ottima idea!:)
Cara Sabrine, sei proprio brava, non c’è nulla da dire… ogni volta, leggere delle tue ricette è come leggere un romanzo… insomma sei bravissima anche a maneggiare… la penna d’oca! 🙂
A parte la mia indiscutibile inettitudine nell’uso della sacca da pasticcere li farei adesso ! li compro sempre (pronti) alla esselunga, li adoro. Ti sono venuti una meraviglia, davvero brava.
Bellissimi!!!Adoro le ricette tipiche!!sembrano proprio buonissimi. un bacio
Beh, con te non ci si addormenta mai davanti allo schermo! Da quando li ho scoperti, i pistkkeddos sono gli unici savoiardi che compro al supermercato, quelli con cui realizzo la zuppa inglese tanto amata dal marito (a proposito, auguri al tuo!). Ora mi tenti, anche perchè così potrei pensare di fare le peschine, quelle che accompagnano i dopocena sardi nostri a base di chiacchere, amarcord e mirto… E che qui non trovo se non alla Fiera dell’Artigianato. A presto! Lucia
Sono perfetti i savioardi mi devo decidere di farli anch’io!
una spiegazione magistrale! adoro i nomi dei piatti sardi, hanno un fascino particolare!
Carolina: Carolina, è sempre una gran gioia ritrovarti, con o senza savoiardi… Confermo che questi sono a prova di bomba: nel senso che farli è davvero facile… soprattutto per le ragazze neolaureate! Buona settimana anche a te
Simo: Oddio, perfetti forse no… ma sono tanto buoni e soprattutto leggerissimi! Ricambio l’augurio di una buona settimana (magari con il sole…). Ciao!
anna…: Ho scoperto che esistono tante ricette diverse in rete, e infatti io ci ho lavorato un po’ prima di arrivare a questa: che ormai è quella ufficiale a casa nostra. Ma la tua è disponibile nel tuo blog? Sarei curiosa di conoscerla… Ciao!
luxus: Va be’… se qui abbiamo addirittura contatti stretti con pasticciere barbaricine… ci attendiamo almeno una lezione di quelle serie! Certo, uno di Fonni direbbe che ci vogliono le uova di Barbagia, la farina di Barbagia, i limoni di Barbagia… sennò ci possiamo scordare i pistokkeddos. Ma io sarei curiosissima lo stesso di sapere quali segreti hai carpito da quella maestra! E sono invidiosissima di quel tuo forno a legna che contiene due teglie per volta… A presto!
Genny: Sono proprio migliori di qualunque altro savoiardo, che in genere è secco e con un retrogusto più “artefatto”, di aromi che non distinguo mai bene… Ciao Genny!
Gambetto: Caro Mario, il sorriso che riesci a strapparmi a ogni tuo commento è una gioia di quelle che danno assuefazione: te ne sono sinceramente grata. Quanto a questi biscotti, penso che sarebbero perfetti affondati in uno dei tuoi bicchierini golosi. E date le loro dimensioni, te ne resterebbero sicuramente degli altri da mangiare in altro modo… Ti auguro una buona, buonissima settimana. E attendo trepidante la tua “sorprendente” ricetta… Ciao!
Ambra: Grazie! I consigli sono semplicemente tutti quei piccoli accorgimenti che mi sembra utile trasmettere, perché l’ultima cosa che voglio è far perdere tempo alla gente con delle ricette imprecise! A presto
Alem: Hai davvero intenzione di provare a fare questi savoiardi morbidi? Fantastico! Fammelo sapere: ti spetta di diritto un posto nella mia pagina dedicata agli amici di penna e di fornelli! Buona settimana
Onde99: Sei sempre gentile, mirata e puntuale nei commenti, mai banale: ti apprezzo tanto, mi fa piacere. Quanto alle spiegazioni, non ho nulla da insegnare a nessuno, ma non vorrei mai far perdere del tempo in cucina a qualcuno, con una mia ricetta poco precisa! Sarà che il tempo per me è una risorsa rara e preziosissima… Buona settimana!
dolci a… gogo!!!: Cara Imma,il tuo entusiasmo partenopeo riuscirebbe a farmi intravedere un raggio di sole persino nelle giornate di cielo plumbeo! Mai provato a fare savoiardi in casa? E’ vero che non appartengono alla tua tradizione, ma se ti va di provarci, magari per averne a disposizione per un tiramisù… mi farebbe un grande piacere! A prestoi
Cara, anche se non visualizzo la foto mi immagino cosa siano questi savoiardi!!!!!!!
Complimenti, buon lunedì!
buoniiiiii!!!
li ho mangiati in Sardegna, uno tira l’altro!! sono golosa, golosa, golosaaaa!!
bravissima 😉
Che buoni! In dispensa ne ho ancora qualcuno per la merenda, confezionato però, homemade non ci ho mai provato. Sarà perchè la zietta che li sa fare e potrebbe insegnarmi non ce l’ho e, come dici tu, non è facilissimo farli. Però ripeto, che buoni!!! ^^
Sabrine, li hai fatti, sono bellissimi. Mi hai fatto venire una voglia, nel latte che buoni!!
Io li ho provati una volta, ma baking non e` il mio forte, sono venuti cosi come li descrivi, bassini e mollicci niente a che vedere con gli originali. La spiegazione che dai non e` prolissa, sono passi importanti, li riprovero` seguendo i tuoi consigli.
La annoto sicuramente questa ricetta perché sembrano davvero deliziosi. Buon lunedì. Ciao. Lisa
Bentornata quasi lucida come al solito. Il tuo eloquio mi piace leggermente sciroccato, quindi spero che tu lo mantenga così. Mi metto la ricetta da parte, insieme al dolce del prelato per momenti di più calma. Sono fantastici, sopratutto perchè come al solito si vede che li hai fatti e rifatti e ci sveli i tuoi segreti. Un bacio anche dal tupilotto.
…il post del mese, come minimo :-))))
bentornata con leggerezza! quanto tempo che non faccio i savoiardi!!!!! e così sono davvero leggeri biscotti favolosi che quando comincio li finisco tutti 🙂 ciao Ely
Buonissimi i tuoi savoiardi…..complimenti!
Spettacolari! Li ho assaggiati in Sardegna e pensare di poterli replicare nel forno di casa mi ispira proprio!
Una curiosità: data la delicatezza dell’impasto formato da due composti montati separatamente, non potrebbe essere opportuno aggiungere la farina setacciata al tuorlo montato con lo zucchero e solo dopo incorporare gli albumi?
P.s Ma prima o poi pubblicherai anche la ricetta delle seadas?
bellissimi e perfetti per me, sempre alla ricerca di cose buone e senza burro! zac, già fra i preferiti!!
Io li faccio regolarmente … allora dillo che sie sarda dentro!!! Benvenuta fra noi … un abbraccio
Laura: Guarda che questi savoiardi sono facili davvero. E ti daranno soddisfazione con poco lavoro… Se hai bisogno di ulteriori indicazioni, sono a disposizione. A prestissimo, allora… a dopo l’infornata!
Acquolina: Cara Francesca, se hai intenzione di provare a fare in casa i savoiardi… sappi che non è affatto difficile! E se davvero ci dovessi provare, faccelo sapere, mi raccomando. A presto!
tepperella: Se li conosci, non ti piacciono più gli altri: è successo lo stesso anche a me. Farseli in casa – anche se non si vive a Fonni o a Pattada – è una buona soluzione, anche perché non ci vuole tanto… Ciao!
Fabiana: E infatti io li nascondo (scatola di latta), oppure ci metto un cartello con un teschio e la scritta”chi li tocca muore!”. In genere funziona… A presto!
Federica: Trovi che le mie parole siano “accomodanti”? Lo dirò a mio marito, che temo non cambierà opinione sul mio conto, ma… ci si può sempre provare! Grazie e a presto!
mariacristina: Grazie a te! Quanto ai dettagli tecnici:
1. Il forno lo metto a 180° (quando uso quello a gas) e a 170° quando uso quello elettrico: ma come ben sai, ogni forno ha delle caratteristiche tutte sue e bisogna conoscerlo.
2. se li lasci dentro con il forno a queste temperature, che non sono altissime, i biscotti non si scuriscono e restano morbidi. In realtà, devono solo asciugarsi, non cuocere fino a diventare croccanti… quasi come delle meringhe!
Ad ogni buon conto, se dovesi decidere di provarci e avessi dei dubbi: sono qui! A presto
Antonella: E allora cosa aspetti ad accendere il forno? Prova a farli, sono semplici. E buonissimi! Ciao
Saretta: Grazie per il tuo entusiasmo! Comprendo la tua gioia: sapere di poterseli fare in un’ora scarsa, con ingredienti semplicissimi e senza troppe complicazioni… può dare un senso ad un pomeriggio storto! A presto
manuela e silvia: Ragazze, lo farei volentieri ma non hanno ancora inventato l’ADSL per biscotti savoiardi… Devo limitarmi a passarvi la ricetta: fatene buon uso. Una sola avvertenza è doverosa data la viostra giovane età: danno assuefazione! A presto
maetta: Guarda che per Ottavio sarebbero perfetti… sono i classici biscotti da bambini, leggeri e sani come i pavesini! (e questa sì che è poesia, con tanto di rima…) A presto!
Damiana: Grazie! Mi farai un bel regalo se davvero deciderai di provare questi biscotti. E se avessi bisogno di ulteriori delucidazioni… sono qui! Attendo tue nuove, a presto
Gloria: Sto scoprendo che un sacco di gente li conosce… ma allora perché non li trovo mai al supermercato? Misteri della distribuzione alimentare… Comunque, se davvero ci provi, fammi sapere: ci tengo, e poi c’è una pagina interamente dedicata ai post con ricette mie eseguite da altri… A presto!
Ciao Sabrine,mia mamma li fa esattamente come te,lei è una di quelle donnine sarde come descrivi tu nel tuo post ,quindi direi che i tuoi savoiardi sono veramente doc!Bravissima
Ciao Sabrine, sono davvero venuti benissimo questa è la perfezione assoluta complimenti
cristina
terry: Grazie! Questi biscotti savoiardi sono effettivamente buoni, fragranti e con un lievissimo profumo di fiori d’arancio (che io qui preferisco alla vaniglia)… A noi piacciono tanto. A presto!
Danda: Mi fai arrossire, e una penna d’oca non è un ventaglio: non basterebbe a nascondermi… Grazie, sei sempre molto gentile e mi fa piacere ritrovarti ogni volta (tra un’aggiustatura di pentola a pressione e un tecnico della caldaia…). A presto!
Ale: Vuoi dire che dovrei spingermi fino all’esselunga? Ma io vado a piedi, è un po’ distantuccia… faccio prima a farmeli! Tu piuttosto, comprati una bella sacca da pasticciere di quelle serie, impara a maneggiarla a dovere e… accendi il forno! Non te ne pentirai… Ciao!
Lady B.: Grazie! E ti confermo: sono molto buoni. A presto!
lucia: Vuoi dire le pesche, cioè quelle due palle imbevute d’alchermes tenute insieme da un po’ di crema? Ma penso che l’impasto sia diverso… Però mi hai incuriosito con questa cosa: mi spieghi meglio? Grazie
Mary: E allora deciditi a stretto giro di posta! Se hai bisogno di supporto, sono a disposizione… A presto!
Giò: E’ vero, questa lingua ha un che di magico, di ancestrale. Sembra venire dalla notte dei tempi. I pistokkeddos invece possono venire semplicemente dal forno di casa: basta accenderlo e cominciare a tirar fuori le uova dal frigo… Ciao!
Ho imparato a farli da una zia sarda e sì, sono una cosa fantastica per la loro morbidezza! Però io non uso l’acqua di fiori d’arancio… mi copio la tua ricetta e ci provo 😀
Grazie per averla pubblicata.
A mio parere non esiste biscotto migliore per il tiramisù! E’ proprio tutto un’altro pianeta.
PS: mi ero persa il fatto che stessi male, sono contenta di sapere che tu stia bene adesso 😉
stefi: Ma c’è qualcosa che non funziona? Va bene la fiducia – e ti ringrazio – ma io questi savoiardi ci terrei invece a farteli vedere! A presto! E buona settimana anche a te
Alice: Sei così golosa? E allora falli! Basta solo essere minuziosi e pazienti: il procedimento non è difficile. E se hai dei ducbbi: sono qui. A presto!
barbara: La zietta non ce l’ho nemmeno io: ne ho presa una in prestito! Quanto alla difficoltà, temo di non essermi spiegata bene: sono semplici da fare, ci vuole solo un po’ di pazienza con la sacca da pasticciere e con gli albumi, tutto qui… e ne vale la pena! A presto
Ilaria: Guarda, non sono difficili: devi solo essere precisa nel montare gli albumi, e poi con la tasca da pasticciere. Prova magari con 3 uova (con 60gr di zucchero e 60gr di farina), così è meno impegnativo. A presto!
dolceamara: Cara Lisa, se questi savoiardi ti piacciono e ci dovessi provare davvero… faccelo sapere! Ci tengo a conoscere come funzionano le mie ricette in casa d’altri. Ciao!
Isafragola: Cara Isa, ti suggerirei di sperimentare le due ricette in un’unica soluzione: perché il dolce del prelato abbisogna proprio di savoiardi di quelli buoni (o di pan di Spagna)! Baci (sciroccati) al tupilotto e… vediamo di scrivere, ragazza… Ciao!
sara b: Wow, che successone! Grazie! A presto
Ely: Anche tu li fai in casa, i savoiardi? E hai una tua ricetta? Sono molto curiosa… non è che ci faresti sapere? Grazie!
Zia Elle: Grazie. Mi fa piacere che questi savoiardi ti piacciano… A presto!
Virò: Non ho mai provato ad aggiungere la farina direttamente alla crema di tuorli… Ma penso che farebbe addensare di molto il composto, facendolo diventare più pesante e rendendo poi più difficile incorporarvi gli albumi senza smontarli. Comunque, ase ci provi e l’esperimento dà risultati, facci sapere! A presto
PS: una ricetta di seadas ce l’ho, ma finisco per non farle mai perché non friggo. Certo, in un caso del genere… potresti tentarmi.
dauly: Hai ragione, questi sono biscotti rari proprio perché senza un grammo di burro. Sono come i pavesini, te li puoi mangiare (ovviamente nelle quantità adeguate) anche se sei a regime controllato… cioè a dieta! A presto
Stefania: Va bene, faccio outing: sono un po’, ma solo un po’, sarda dentro. Perché io, di mio, sarei cittadina del mondo… E comunque il benvenuto lo accetto con piacere: perché tutte le terre con tradizioni sentite e vissute mi piacciono… almeno quanto i pistokkeddos! A presto
rossairlandese: Hai una mamma che ti fa i savoiardi? Una di quelle signore sarde bravissime a sfornare dolci di ogni genere, di forme e decorazioni uniche al mondo? Fantastico! Ecco, poi magari mi spiegherai questo tuo nickname, che avevo immaginato si riferisse al tuo colore di capelli e alle tue origini geografiche e invece… non sarà mica una birra? A presto!
spiegazione perfetta e spero davvero che tu stia meglio.
Ti risponderò anche nel blog per quanto riguarda la lampuga.
Puoi sostituirla con del pesce bandiera se preferisci (anche se le carni sono differenti, ma mantiene un sapore mediterraneo).
Muscaria: La scelta degli aromi è piuttosto personale: in genere si usa buccia di limone grattugiata, ma a me pare che restino i pezzettini, che sono un po’ amarognoli, e non mi piace molto. Così aggiungo direttamente il succo di limone, che contribuisce pure a far montare meglio gli albumi. C’è chi ci mette della vanillina, ma anche qui: mi pare di ritrovarmi sempre con un retrogusto amaro e pungente. Così da anni uso l’acqua di fior d’arancio, aromatica quanto basta e dal profumo non invadente.
Mi fa piacere che la ricetta ti piaccia: se i savoiardi passano il vaglio della zietta sarda, postali e faccelo sapere! A presto
PS: grazie
Mimmo Alba: Dopo la lampuga, spero di non scivolare sul pesce bandiera… ma non sarà facile trovare nemmeno questo. Comunque grazie mille per l’assistenza da vero profesionista. A presto!
certamente cara! è uno dei primi dolci che ho fatto appena sposata o forse anche prima 🙂 cerco la ricetta e se riesco li posto anche :-)))) un bacione Ely
Ely: Grazie allora! Ci conto… Buona serata
ah la tradizione culinaria sarda…che spettacolo e ch ebelli questi pistokkedos
Esco di qui sempre con il sorriso e piccoli segreti culinari 😉
Li conosco, sono di una leggerezza unica, ed è vero che tutto sta’ nel trattamento degli ingredienti ed in particolare dell'”aria”
Grazie come sempre per questi momenti delicati come i biscotti 😉
Un bacio e buon inizio settimana
E naturalmente fai gli auguri al marito
leggerti è sempre una sferzata di allegria!
Belli e pure leggeri! A me piace di più Pistoccus!
paolo: La tradizione culinaria sarda è ricca di materie prime di eccellente qualità e di piatti semplici. Mancano i piatti più complessi e strutturati, quelli elegantemente forgiati dalla cucina di corte che nell’isola è mancata: ma quanto a biscotti, le cucine sarde non sono seconde a nessuno! Se ne sfornano di incredibilmente belli, trine di pasta e decori di zucchero. Questi sono forse i più semplici. Ma sono buoni, davvero. Ciao!
dada: Carissima, il grande piacere di sentirti – e di leggerti – è ormai irrinunciabile. Come quello di gustare i pistokkeddos col caffé, o uno dei tuoi raffinati dessert. Buona settimana anche a te, a presto
pinguil: E averti qui è sempre un piacere… Grazie! A presto
Tania: Preferisci il suono più morbido di pistoccus? Forse hai ragione, perfettamente in linea con la loro morbidezza… Buona serata!
Ciao! Che bello conoscerti, grazie di essere passata da me! 🙂 La tua ironia nel scrivere post e ricette è davvero meravigliosa, sarà un piacere leggerti! E riguardo a questi biscotti, che proverò sicuramente seguendo passo passo tutti i tuoi trucchi…beh, devono essere così buoni che mi sa che finiranno nel mio prossimo tiramisù, con buona pace dei savoiardi! 😀
Mmmm ma li conosco benissimo! In Sardegna li chiamano proprio come dici tu, qui in Piemonte sono i Savoiardi. Anche io ho fatto mille sperimentazioni sul tema…Quelli sardi sono un po’ più rigidi dei nostri e anche un po’ più grandi…per ora ho fatto e rifatto i nostri…devo solo postare, ho già le foto pronte da una vita…Però poi volevo provare anche quelli sardi.
Cmq non sono affatto facili da fare, specie dimenarsi con la tasca…all’inizio avevo tentato solo con un cucchiaio…poi ho capito che la tasca è indispensabile! Però che fatica!!
(PS ma quanto ti ho scritto?)
BreadandBreakfast: Grazie! E benvenuta qui. E adesso sono curiosa di sapere che esito avrà la tua sperimentazione con il prossimo tiramisù ai pistokkeddos… i tuoi vecchi savoiardi resteranno veramente sugli scaffali del supermercato? Facci sapere, a presto
Castagna e Albicocca: D’altronde i Piemontesi in Sardegna ci sono arrivati prima che in altre regioni d’Italia… si vede che i savoiardi se li sono portati dietro! Però scusami, non mi ritrovo con quanto dici a proposito della consistenza dei savoiardi piemontesi: non sono più croccanti rispetto a quelli sardi, che sono invece morbidi? Illuminami. Buonanotte
Che meraviglia, altro che addormentarmi…tutto interessante!!!
Grazie, proverò a realizzarli 🙂
Pagnottella: Felice che ti piacciano! Ma forse a quest’ora è un po’ tardino per mettersi a montare gli albumi… a meno che tu non abbia un fidanzato al quale devi un dispetto, tipo non farlo addormentare causa spignattamento… Buonanotte!
Mi piace il tuo modo di scrivere, lo trovo molto confortante…e questi biscotti! Riservi per me sempre tante belle parole ed il minimo che potevo fare per ricambiare, era venirti a trovare…lo farò più spesso…grazie! :)))
Mi hai definitivamente conquistata! Questi mi piacciono un sacco!
Splendidi! E grazie per la pedanteria 🙂
Ciao, le peschine che prendiamo in Sardegna non sono come quelle tutte rosso alchermes che trovi in giro, sono due gusci stile meringa di pasta che sembra quella dei savoiardi (un pan di spagna con la crosticina dira di zucchero) imbevuti solo nella base di alchermes e tenuti insieme con marmellata di pesche o albicocche.
Non mi ricordo come si chiama la pasticceria che le produce e le distribuisce nei supermercati della zona… E’ di Dorgali, ora mi spremo le meningi e ti dico
me lo sono goduto questo tuo post, eh si perchè lo sbattere a mano pur sapendo che è facitocoso da una consistenza decisamente diversa, magnifico l’aroma di limone e fior d’arancio, un tocco di classe
Ciao!
Partecipa anche tu al Contest di Marzo de LA CUCINA ITALIANA dedicato al TIRAMISU’!
Per info:
http://www.lacucinaitaliana.it/default.aspx?idPage=862&ID=337208&csuserid=2112&ar=
Scade il 10/04/10.
Buon lavoro!
cara Sabrine, ormai faccio quasi sempre il pane in casa e sperimento miscele e farine e tutto questo grazie alla semplice idea che quando vogliamo possiamo !Stasera farò i savoiardi sono bellisimi anche se io non amo i dolci ci farò il tiramisù per il mio piccino (18 anni) per rincuorarlo dell’avvicinarsi della maturità! Questi momenti che passo in cucina sono un regalo d’amore per me stessa e per la mia famiglia e penso che tutti abbiamo bisogno di coccolarci: Paniniamoci !;) Roberta
Carissima che bel modo di presentare una ricetta…adoro i savoiardi di
fonni e appena ho un momento per tornare in Sardegna dai miei ne faccio scorta, è una gioia ora poterli fare in casa con i tuoi suggerimenti. Pensavo ad una variante con anche farina integrale e zucchero di canna tipo dulcita, che ne pensi? forse le dosi dello zucchero dovrebbero essere diverse?
Un abbraccio
la tua nuova sostenitrice
Annagiulia
Silvia Grazie per le tue parole affettuose. Se vorrai venire, sarà un piacere averti in giro per la mia cucina. E se è la giornata giusta… magari ci scappa anche un biscotto! A presto
la Fenice Grazie! Ma il merito non è mio: è di intere generazioni di donne sarde che ci hanno tramandato questi savoiardi, buoni come solo i biscotti semplici sanno essere. Ciao!
cielomiomarito Tiro un sospiro di sollievo.. il timore di infliggere “pesantezze” al prossimo è sempre in agguato! A presto
lucia Penso di conoscerle, ma non sono tanto il mio genere. Però, a questo punto vorrei assaggiarle e procurarmi una ricetta seria… vediamo se ci riesco. Magari le fanno da qualche altra parte, oltre a Dorgali… A presto!
Gunther Tu non sai quanto mi conforti questo tuo parere… Dunque anche a te sembra che gli albumi si montino meglio a mano? Bene, non sono poi del tutto squinternata… che sollievo. Grazie e a presto!
CucinaItaliana Vengo a vedere. Intanto grazie per l’invito!
roberta Direi che un tiramisù con i savoiardi morbidi è più che un dolce rincuorante della mamma: è la metafora del non perdersi d’animo! Proprio come quando si preparano questi biscotti e si devono montare gli albumi… Quanto al pane fatto in casa, copn me sfondi una porta aperta: quella del mio forno! Manco a dirlo, sempre acceso… A presto!
Nymphasarda Cara Annagiulia, benvenuta qui. Non ho mai provato a mettere lo zucchero di canna in questi savoiardi, e dire che io lo uso praticamente sempre nei dolci. Temo che possa rendere il tutto meno morbido, più appiccicosetto (tipo cookie americano), ma certo bisognerebbe provarci e verificare. Facciamo così: chi delle due ci prova per prima ne informa l’altra, va bene? Ti aspetto!
Ciao, quando non ci arrivano le mie meningi, ci arriva google…
http://www.escadolciaria.it/it/prod_pesche.htm
Buona serata!
lucia: Mai viste… ogni giorno imparo qualcosa grazie a questo blog. Grazie per l’informazione. E adesso devo trovare la ricetta… Ciao!
Ciao Sabrine é bello rileggerti. Questi savoiardi li voglio provare. Sembrano così delicati, un pò come sento te!;D. A presto.
Pagnottina: Grazie! E guarda che se provi a fare i savoiardi ci terrei proprio tanto a sapere come è andata… A presto
…che meraviglia!! 🙂 li conoscevo e li ho ho usati per il tiramisù…finendo il pacchetto nel caffèlatte! 🙂 fatti in casa devono essere sublimi…grazie per questa ricetta cara Sabrine!e per i suggerimenti sempre utilissimi 🙂 segno subito e provo quanto prima…ti mando un forte abbraccio! 🙂
Marzia: Grazie Marzia! Vedo con piacere che anche a te i savoiardi sardi non sono sconosciuti: e poiché conoscerli e innamorarsene è un tutt’uno… ti suggerisco di tirar fuori le fruste e accendere il forno! A presto
Eccomi! Sabrine i miei saranno sul post di domani, perchè l’ho programmato (sempre che funzioni) ma ti avviso che io non sono così precisa e paziente come te, come ho descritto la ricetta è stata fatta devo dire però che sono venuti bene bene :-))) ciao cara!!!!!
Ely: I tuoi savoiardi sono perfetti, Ely. Anche se la tua ricetta è diversa dalla mia: io ci metto meno zucchero e farina, e non uso la fecola. Ma vedi che abbiamo fatto bene a confrontare le nostre ricette? Perché si tratta in entrambi i casi di savoiardi facili e buoni… Grazie per avere accettato il mio invito ad accendere il forno e… alla prossima!
Grazie a te Sabrine come ben sai è per me un piacere ed un onore…. a presto!
Ely: A presto, allora! E possibilmente con altri biscotti…
Eccoli qui i biscotti!
p.s.
per fortuna che dici di non essere una fotografa…
Orata Spensierata: Fotografa? Non è proprio il mio mestiere.. Ma diciamo che la luce in certe isole aiuta, non poco. Ciao!
Mia cara, appena rientrata dal nostro giro in moto nella mia bella isola, soffro di nostalgia.
Ho perso il conto dei kili che ho ripreso in questa settimana, ma il mio cervello ha ripreso ossigeno, quindi, vai con la dieta e chi si è visto si è visto.
Passavo di qua per riprendere i miei spazi, e leggere qualche tua bella ricetta (che le tue ricette si leggono con gusto perchè non sono mai elenchi di ingredienti, ma piccoli pezzetti di vissuto) e cosa trovo?
I Pistoccheddus…..
Tu non potevi saperlo quando lo hai scritto, ma mi hai appena fatto un vero grande regalo!
Ti abbraccio, con un affetto sconfinato e gioioso!
nasinasi felici
miciapallina: Comprendo l’entusiasmo che deriva dall’aver trascorso qualche giorno scorrazzando in moto per l’isola. I Pistokkeddos (o Pistoccheddus o Pistoccus de cafei che dir si voglia…) là li trovi ovunque: quasi sempre buonissimi. Ma il piacere di farseli in casa, tali e quali, è impagabile. Mi saprai dire…
al momento i miei primi savoiardi sono in forno e sembrano bellissimi 🙂 grazieeeee
essendo sarda ho provato a fare questi deliziosi biscottoni tempo fa con risultati deludenti erano piatti ma piatti!…ma leggendo le tue spiegazioni son tentata di riprovare, grazie per aver condiviso la ricetta!
Ma che bello vedere una delle nostre ricette sarde! I Savoiardi.. Leggeri, morbidi e meravigliosi se bagnati nel latte. *.* Hanno una sola pecca.. Se appunto si accompagnano con il latte, si rischia di mangiarne a quintali. <3
Libidine !!!!! Li adoro, credo ne preparerò un bel po’, nascondendoli al marito….. Grazie.
giunela: Non dirmi che hai un consorte allergico ai pistokkeddos! Nel caso, sarei molto dispiaciuta per lui… Fammi sapere com’è andata con la tua infornata, e se avessi bisogno: sono qua. Ciao!
LA RICETTA É SBAGLIATA
Le uova non va non vanno intere.
La frusta manuale non monta meglio anzi di meno.
La temperatura ambiente non serve a niente.
Col freddo monti di piú! ahah
E le uova intere non si trovano in nessuna ricetta sui savoiardi!
Ti si sgonfiano perché la ricetta é completamente sbagliata. Se seguissi la ricetta di qualunque cuoco decente l’aria inglobata non puó persersi una volta utilizzate le giuste dosi! La scuola di pasticeria piú rinomata l’Etoile insegna! Se vuoi fatti un corso l’i
Ci vogliono un 5000 bigliettoni, ma almeno non penserai di saper fare i savoiardi! li saprai fare!
Lascia stare Pinella! la tua ricetta non ha niente a che fare con quella di Pinella di cui ho il libro!