Pane marocchino
Non finirò mai di ripetere quanto la panificazione casalinga sia per me gratificante. Impastare mi rilassa, ed è per questo che non ho alcuna intenzione di comprare una macchina del pane. Mentre son lì, con le mani affondate nell’impasto, mille pensieri mi attraversano la testa: ripasso l’agenda del giorno dopo, faccio la lista della spesa, rifletto sulle ultime letture. Il mio cervello galleggia leggero nell’aria, cullato dal ritmo regolare di pieghe e torciture come se dondolasse in un’amaca: in uno stato di rilassata concentrazione che mi consente di far fluire idee e progetti.
Non c’è nulla che riesca a distrarmi da questo piacevolissimo stato di trance… nulla, a parte il telefono. Tutti sanno in famiglia della mia idiosincrasia per l’apparecchio, che ha dato vita negli anni a una fenomenologia ampia e variegata: se uso il cordless lo lascio dove non mi ricordo, se invece lo tengo sull’apposito supporto sopra la scrivania intreccio i piedi nel cavo e lo faccio cadere (ormai è tutto rattoppato e se lo si scuote suona come se avesse dei sassolini dentro). Quanto al cellulare, dopo averne posseduto per anni uno di terza mano ho investito ben 29 euro l’estate scorsa in un modello un po’ più al passo con i tempi. Il negoziante non me lo voleva vendere: “Signora, per lei non va bene! Non fa nemmeno le foto…” mi diceva. “Ma io ci devo telefonare: e le dico che invece va benissimo…”.
Così – giusto per tornare all’argomento del post visto che questo sarebbe anche un blog di cucina – non è infrequente che qualcuno, telefonando a casa nostra, si senta rispondere da mia figlia: “Mamma non gliela posso passare: sta facendo il pane…” Mentre oramai gli amici più cari esordiscono alla cornetta con un: “Puoi parlare o hai le mani in qualche impasto?”
Finisce, il più delle volte, che io mi giustifichi per il fatto di essere indisponibile spiegando perché non posso mollare l’impasto in quel momento. Sicché la conversazione successiva – in genere durante i tempi morti della lievitazione – parte da dove si era interrotta la precedente: cioè proprio da quel pane. E a forza di spacciare dosi e ricette, di chiacchierar di glutine e di lieviti, finisce imprigionato dentro il cavo del telefono pure quel rilassante impastare: e il mio cervello scende dall’amaca…
Solo in alcuni casi non richiamo a stretto giro di posta: ed è quando i tempi di lievitazione sono così brevi da lasciarmi giusto il tempo di preparare la cena.
Dopo il chapati, uno dei pani veloci che faccio spesso è questo pane marocchino, che finisce in padella esattamente come il parente indiano. Si impasta a mano in una grande ciotola (le donne marocchine pare utilizzino il fondo della tajine per questo), si mette in forma, si lascia lievitare mezz’ora e poi si cuoce.
E’ rapido, facile (qua non dovete nemmeno preoccuparvi delle bolle d’aria…) ed è pure buono. Ha una consistenza morbida all’interno e una crosta sottile, leggermente croccante. E’ migliore se lo mangiate subito, finché è caldo, anche se ha vita più lunga del chapati: dopo qualche ora regge ancora bene, ma non è più lo stesso. E’ ideale per tutti i sughi e quegli intingoli un po’ speziati che accompagnano certi piatti nordafricani e mediorientali: tajine di carne e di verdure, hummus, caviale di melanzane ci vanno a nozze. E pure con la tapenade di olive e fichi secchi è buonissimo. Ma non fatevi venire in mente strane idee: la ricetta del kebab fatto in casa non ce l’ho…
E adesso vi prego di scusarmi: sta squillando il telefono e sono solo le nove di mattina: non posso mica inventarmi che sto facendo il pane…
Saluti e baci,
S.
PANE MAROCCHINO
INGREDIENTI
(per 4 pani)
farina bianca 00: 320 gr
acqua: 170 ml
lievito di birra: un cubetto
sale fino: 1 cucchiaino
tempo di preparazione: 1 ora e mezza
Fate intiepidire l’acqua. Miscelate la farina e il sale in una grande ciotola, sbriciolate al centro il lievito di birra e versatevi l’acqua. Mescolate con un cucchiaio e poi, quando non ci riuscite più passate alle mani.
Scordatevi il solito discorso sulle torciture: qui non serve. Basta che lavoriate l’impasto dentro la ciotola con una sola mano (con l’altra la tenete ferma…). Inizialmente stringetelo tra le dita per compattarlo, poi sollevatelo per un lembo e riabbassandolo affondatevi il pugno spingendo con le nocche verso l’esterno finché non ve lo ritrovate sotto il polso… fidatevi: molto più difficile a dirsi che a farsi. Ripetete il movimento facendo girare l’impasto di 90° prima del successivo.
Andate avanti così per 10-15 minuti, finché non lo vedete liscio e omogeneo. Potreste aver bisogno di un po’ d’acqua in più: nel caso, aggiungetela un cucchiaio per volta (ma non esagerate perché questo è un impasto piuttosto sostenuto).
Dividete l’impasto in quattro parti uguali dalle quali ricaverete altrettante palline. Appiattitele con le mani sul piano di lavoro infarinato (usate le quattro dita unite per allargarle e dar loro forma circolare) e ricavatene delle focaccine di circa 15 cm di diametro. Spolverizzatele appena di farina e copritele con un canovaccio (o della pellicola per alimenti infarinata, come faccio io…).
Lasciate lievitare le focaccine in un luogo caldo per 30 minuti (va bene la cucina se ci state lavorando o c’è il forno acceso, oppure vicino a un termosifone se è inverno).
Quando saranno pronte, fate scaldare una padella antiaderente e cuocetele a fuoco moderato 4-5 minuti per parte (tra una focaccia e l’altra, eliminate l’eventuale residuo di farina dalla padella con un pezzo di carta da cucina).
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Grazie a…
…Lilo, di Cuisine Campagne, per la ricetta di questo pane veloce che ormai fa parte del mio repertorio da un bel po’ di tempo. Diciamo che mi è così familiare, che stamattina per la fretta ho dimenticato di scrivere questa doverosa nota. Me ne sono accorta solo ora (10.6.2010 h.18.00) grazie al commento di Federica sulla quantità di lievito in questo impasto.
Mi scuso con Lilo (che probabilmente non lo saprà mai…) ma anche con i lettori e tutti coloro che hanno commentato fino a questo momento: non è mia abitudine omettere gli autori delle ricette che sperimento, e sono davvero rammaricata. Non ho apportato modifiche alla ricetta originale, se non un adeguamento nelle quantità degli ingredienti, che mi consente di usare un intero cubetto di lievito per volta.
Grazie ancora a Lilo, per il suo bellissimo blog, e a tutti voi, per la comprensione.
Ingredienti: farina bianca 0 e 00 • lievito di birra
Grazie per questa bella ricetta.
Un salutone!
Voglio provarlo assolutamente..adoro il cibo etnico!! è bello leggere il tuo blog..è come se in qualche modo ci fai entrare in casa tua..mentre leggevo mi sembrava di vederti mentre impastavi e tua figlia rispondeva al telefono..succede anche a mia mamma ed è una cosa che non sopporto perchè lei risponde sempre e comunque, non riesce a stare sull’amaca per troppo tempo..invece io lo penso come te..il pane non ho mai provato a farlo in prima persona, ho sempre guardato gli altri..mentre invece fare i biscotti è la cosa che mi rilassa di più al mondo. Quando sono nervosa o triste devo impastare, creare qualcosa che sono sicura che verrà!! fare i biscotti mi da certezza!!
Lascio squillare il telefono, non posso rispondere..sto guardando Sabrine che “panifica” 😉
Buona giornata e grazie di essere passata…fa anche rima 😀
Sono d’accordo con te….adoro mettere le mani in pasta mi da una grande soddisfazione…complimenti per la ricetta…già segnata, presto mi metto all’opera!!!!!!
adoro gl’impasti anche io,ma prediligo la pasta fatta in casa.
ho le tue stesse sensazioni di relax e riordino idee 🙂
mi piacciono i pani “da pentola”.
Sono da terre calde!
grazie
d-
Stamattina ho fatto lo stesso pane ma per me é di prassi visto che per rinfrescare il lievito madre devo trovare nuovi modi ;D. E con marmellata di ciliege fatta in questi giorni é una prelibatezza.
Mi diverto a far piade, piadine e per me sarebbero tigellone queste! ;D Ma sicuramente l’origine é marocchina o araba anche in E. Romagna. Forse eh!
E davvero gratificante e rilassante dover impastare e come te mi rilasso e viaggio con il pensiero in mille ricette..
Un bacio
Pur impastando mediamente 2 volte a settimana non ho mai cotto i lievitati in padella… che dici è ora di cominciare, eh?
Concordo sugli effetti benefici e sulla priorità assoluta dell’impastare.
Buona giornata!
un’altro pane antistress?
meno male che ci sei tu!
bacioni 🙂
E’ da un po’ che ho in mente di provarlo ma ogni volta rimando. Sarà ora? La cosa che mi lascia un po’ perplessa è la qt di lievito. Posso ridurlo secondo te? Un cubetto mi sembra tanto!!!
Un bacio, buona giornata
Ma quanto è vero! Ci sono attività più o meno casalinghe che mi danno la possibilità di lavorare col cervello mentre si fanno andare le mani, oltre all’impastare, che dà anche quel senso di relax, io ci metterei anche il lavare i piatti (sono mesi che si è rotta la lavastoviglie e non mi sono ancora decisa a riprenderla…) e lo stiro. Per quanto riguarda il telefono, beh anche io lascio in giro il cordless e quando metto il silenziatore al cellulare immancabilmente mi dimentico di toglierlo. Finisce che il marito, dopo l’ennesimo tentativo di telefonete sul cell, ripieghi sul fisso e esordisca dicendo “dove avevi il cellulare”! Un commento sul pane? da fare!!! L’ideale per chi, come me, in estate non ha voglia di forno! E’ un parente mediterraneo della tigella, no? Di prima mattina sono già così logorroica, scusa!!
Ora che si sta facendo così caldo che di accendere il forno non se ne parla proprio (per non dare luogo a una questione familiare) mi sembra proprio che questa sia un’ottima alternativa. E poi è pure veloce da fare 😉
Io amo l’hummus e credo di aver trovato una ricetta perfetta per il pane con cui mangiarlo!!!
Dopo le madeleines che non devono riposare, il sufflé che si rigonfia adesso anche un pane che si felocemente e NON in forno! E’ appurato che hai doti magiche 🙂
Anch’io adoro panificare, e preparo sempre la pasta del pane la mattina così per la sera è bello lievitato. Al contrario, quando voglio fare chapati e piadine, la faccio alla sera, arrivata a casa dal lavoro…ora proverò anche questo pane marocchino. Cosa dici, se ci spalmassi un po’ di guacamole? Marocco + Messico? 😉
baci
Anche io mi rilasso quando cucino, ora un po’ meno e voglia zero di accendere il forno, ma forse ho trovato il pane che mangiavo tanto tempo fa, solo che la lo chiamavo Pita. Dalla foto mi sembra proprio lui. Brava Sabrine 😀
questo pane lo voglio proprio provare…ti farò sapere
(premetto che i miei tempi sono un po’ lunghi..ma abbi fede lo farò)
buon fine settimana
che genialata! mi piacciono queste tue scoperte che poi diventano nostre! queste ricettine me le stampo ed ora che arriva l’estate e la voglia di accendere il forno pian piano svanisce, sono l’ideale! un abbraccio Ely
tesoro anche per me impastare è un antistress fenomenale!!!se poi riesce bene come il tuo allora 2 piccioni con una fava…io quando imapsto stacco tutto telefono citofono e i miei bimbi sanno che in quel momento nn devono disturbarmi…diciamo che faccio piu dolci che lievitati ma danno entrambi una granbde soddisfazione!!!cmq anche leggere i tuoi post è un antistress speciale….un bacione grande,imma
buonissimo! anche io lo faccio spesso
Interessantissima ricetta, ho anche investito nell’acquisto di una padella per cuocere le piadine, dal fondo bello pesante, io e il mio ragazzo prepariamo spesso questi pani “da fornello” da farcire con spadellate di poll o e verdure ecc…
Per il telefono… oramai nessuno osa più chiamarmi nelle ore attorno ai pasti, divento una iena se mi interrompono i cucinamenti! ;o)
Baciotti
..posso trasferirmi per brevi periodi a casa tua???
Ciao Sabrine,grazie!
Bravisima! me encantan los distintos tipos de pan, y esta receta que tu nos has enseñado no la conocía y me ha encantado! Tomo nota de tu receta para hacerlos!
te han quedado fabulosos y las fotografías geniales! un beso guapa!
troppo buono!!! vado matta per questo tipo di pane! ne mangerei uno in un istante!
Io sono ancora un pò spaventata dalla panificazione, ma quando letto delle tue mani nell’impasto ammetto che mi viene voglia di provarci….
Per me che odio le lunghe lievitazioni. anche questo dopo il chapati fa per me!!!! bacioni e buona giornata 😉
mi ritrovo perfettamente nelle tue parole quando parli di impastare…anch’io amo fare il pane e soprattutto impastarlo! mi rilassa e la mente vaga…non ho mai provato però questi pani “veloci” . grazie per l’idea e l’ispirazione! un abbraccio
Sì hai proprio ragione: da ogni tuo racconto traspare davvero quanto fare il pane in casa sia per te un vero toccasana….un vero regalo che fai a te stessa! Brava! Continua sempre e non smettere mai: per te stessa e….anche un po’ per noi!
Mi è piaciuta molto anche la precisazione sul telefono cellulare….anche io ne ho uno assolutamente normale, e sono felice così: sono dell’idea che un telefono debba servire per telefonare, stop! per fare altre cose, ci sono altri strumenti e altri momenti! L’altro giorno un conoscente si lamentava che nel viale alberato del paese non riusciva a collegarsi col suo i-phone alla rete internet wi-fi…io sono rimasta un attimo sconcertata, in primis perchè l’iphone è per me un oggetto quasi inquietante, e poi gli ho chiesto: “ma scusa, tu quando passeggi, anzichè rilassarti e magari fare due chiacchiere con le persone che incontri, devi collegarti a internet?” Boh, misteri della dipendenza da tecnologia!
bacioni
Spero che non sia un problema se ti ho inserita nei blog che seguo… sono andata a vivere con il mio ragazzo da una settimana e sto imparando a cucina… e il tuo blog mi sarà utilissimo! ^_^
Lo sperimenterò senz’altro
Non sincronizzato.
Non sono ancora riuscito a leggere per bene come vorrei il tuo penultimo post sui soufflé…c’è sempre qualcosa che mi ha interrotto. Rimedio a breve. Nel frattempo hai dato voce anche al mio pensiero in merito alle considerazioni sull’attività di panificazione.
Complimenti come sempre, davvero :))
Come ti capisco, anche io sostengo che avere le mani in pasta (in senso stretto! ;-))sia la cosa più rilassante del mondo!
Purtroppo è anche vero che in questo periodo accendere il forno diventa insopportabile, quindi il tuo pane fa proprio al caso mio 😉
Baci
Anna Luisa
questo pane è buonissimo, e tra l’altro si abbina bene anche a molti nostri piatti, non solo a quelli “etnici” !!
L’idea di non accendere il forno mi alletta proprio…quindi mi segno il tutto!
E, ti dirò…oltretutto mi piace da matti questo tipo di pane!
Buon pomeriggio e grazie
Corro a impastare chissa che mi cambi l’umore che in questo giorni vira verso in grigio autunnale, anche se qui c’e’ sempre il solee il cielo azzurro. E poi questo pane e’ energy saving cosi’ lo faro’ !
che ricetta interessante…
ps. benvenuta a Casa Lellella, mettiti comoda e fai come se fossi a casa tua 😉
buono buono buono!
da provare anche con la farina senza glutine, assolutamente!
Come sono d’accordo con te.
E per la macchina del pane, tanto in voga tra le mie amiche americane, nutro una cordiale ma ferma antipatia.
Ah, panifico in continuazione anche io: nemmeno i 46 gradi del momento possono fermarmi, e comunque il condizionatore in cucina funziona molto bene 😉
A presto!
deiliziosi questi panini! io che ho sempre poco tempo per la panificazione perchè torno tardi, mi devo spesso accontentare di comprarlo. Detesto la macchina per il pane perchè fa un pane sempre troppo “mollicoso” e io sono figlia della michetta, mi piace la crosta! insomma, li proverò, grazie mille, un bacio, ti farò sapere come sono andati :)!
Ho messo in ibernazione la mia PM, visto non riesco più ad accendere il forno in casa mia(schiatto..)Questo pane è la giusta soluzione, senza adnare il forneria!
bacione
impastare è proprio rilassante, come il profumo di lievito! mi piacciono le cenette etniche che hai suggerito come accompagnamento al pane, gustoso e originale.
Anche io non voglio saperne di macchine per il pane. Gli impasti li voglio “smanasciare” come dico io e dargli le forme che mi ispirano al momento.
Per quanto riguarda i telefoni i miei amici sanno che devono farli suonare moooooolto a lungo e darmi il tempo di trovare i vari desaparecidos eheheheh!
Ciao a presto 😉
Edith Pilaff: Grazie a te! E bupna serata
Silvia: Cara Silvia, penso che un po’ tutte le mamme tendano a scendere dall’amaca al primo squillo: è parte del bagaglio culturale di noi donne, millenni su millenni ad accudire gli altri hanno lasciato il segno… Quanto al pane fatto in casa, se non hai mai provato ti consiglio di farlo. Con una sola avvertenza: fare il pane dà dipendenza… A presto!
accantoalcamino: Mi fai sorridere… e sappi che mi fa piacere passare da te, anche se non sempre lascio tracce… A presto!
Giovanna: Allora aspetto tue notizie sul pane marocchino cotto in padella! Buona panificazione! A presto
luby: Pasta fatta in casa? Piace tanto anche a me, ho pure la macchinetta, ma confesso di farla poco. Devo rimettermi a impastare anche con quella… Ciao!
Hysteria Lane: I pani da pentola sono pani da terre calde… verissimo. E infatti andrebbero bene per la giornata afosissima che c’è qua! Ciao!
Pagnottina: Guarda, anche io ieri me lo sono mangiato con la marmellata: ma di albicocche. Mi fa piacere trovarti sulla mia lunghezza d’onda quanto all’impastare pani fatti in casa: arabi, marocchini o romagnoli che siano! (ma le tigelle non hanno dentro un po’ di strutto?…) A presto!
Nanninanni: Direi che è proprio ora di cominciare a cuocere il pane in padella… E mi fa piacere trovare d’accordo anche te sui poteri benefici dell’impastare il pane a casa. Anche tu a mani nude? Ciao!
Babs: Un altro pane antistress… e te lo dedico, visto il periodo-trottola! Ciao Barbara, a presto!
Federica: Non rimandare più: ci vuole poco a fare questo pane! Quanto alla quantità di lievito hai perfettamente ragione: rispetto al mio solito (circa 25 gr per 600 gr o più di farine) questa è quasi il doppio. Ma la ricetta che ho trovato diceva proprio così… oddio, non sai cosa ho fatto… mi sono dimenticata di citare la fonte! Caspita, scusa il lamento in diretta, ma devo provvedere all’istante… Comunque il lievito ci vuole tutto, direi perché la lievitazione è così breve. Se ne metti di meno dovrebbe funzionare lo stesso: ma magari dovrai aspettare più di mezz’ora. Grazie per l’osservazione molto pertinente e per aver contribuito a farmi ricordara che mi ero dimenticata di citare l’autore di questa ricetta! A presto
Mi è bastato leggere “senza forno” per capire che era la ricetta per me !!! Manu
Penso che la panificazione sia una delle attività che soddisfa di più noi maniache del fornello…non c’è nulla che ci renda più felici che osservare il nostro bel pane lievitato al punto giusto…in padella poi…beh…esperimento da fare!!!Bacio
anch’io adoro panificare e soprattutto adoro questi pani, tipo chapati, piadina, koubiz (si scrive così?)..
beh comunque mi tengo la tua ricetta eprché mi sembra che i risultati siano fantastici!
Non vedo l’ora di provarlo!
Questo pane e molto buonissimo e delizioso.Bravo.
Ciao! particolare questo pane per la cottura!! ci incuriosisce molto la consistenza che assume!
da provare!
baci baci
@Sabrine: impasto tutto rigorosamente a mani nude, anche i lievitati dolci. Alla sera le mani profumano ancora di brioche… 😀
Buon WE!
Io mangerei sempre il pane e adoro impastare!! forse è per quello che non ho mai imparato a farlo, come dici tu ho troppa paura di diventare dipendente!! Comunque quando deciderò che è arrivato il momento guarderò tra le tue ricette..e ovviamente ti farò sapere come è andata!!!
Lo metto in lista sotto il chapati, sempre come accompagnamento a quei cibi etnici che da troppo temo non preparo…
Quasta ricetta la voglio assolutamente provare. Grazie!!!
Un altro pane che ti rubo al volo. Come farei senza di te? No, sul serio… Domenica ero dalla nonna bis novantenne e le ho fatto vedere i tuoi video. ” E’ in gamba a impastare” è stato il suo commento. Te lo passo, visto che non viene da me ma da una vera esperta, con le mani in pasta da più di ottanta anni.
A me piace il tuo amore per quest’impasto meraviglioso, il pane, essenza vitale, e mi piace anche immaginare le tue mani infarinate. Capisco il tuo stato di trance, insostituibile.
Buon fine settimana panoso 🙂
Ogni tuo post rappresenta un nuovo appunto e una nuova ricetta da provare: i segreti e la seconda vita del soufflé invitano alla prova e lo stesso dicasi per il pane marocchino che ha anche il vantaggio di non far accendere il forno 🙂
Mi butto sul pane marocchino, col chapati proprio ho poco feeling, quelle bolle mi fanno ancora impazzire ma prima o poi ci riesco, ciao buon week-end
Il pane sembra golosissimo e concordo sull’impastare =) Ho il ken ma certi lievitati devo impastarli a mano, mi rilassa da morire. E anche se dovrei essere giovane e trendy ho un cellulare pagato 35 grassi euro due anni fa, non fa le foto e non penso sappia nemmeno cosa sono, tanto chiamo due persone e mando solo sms =D tra l’altro la batteria dura un casino non facendo nulla =D
Grazie, cercavo da tempo questa ricetta. Proverò presto. Ma posso usare la farina o al posto della oo, e poi un cubetto da 25 gr non è troppo per quella la quantità di farina? o ne usi meno? Grazie
adoro il pane in stile arabo, da intignere nelle salsette! provo sicuramente la tua ricetta!
Ciao, scopro per caso solo oggi il tuo blog, che dire wow, non ho esitate un secondo ad aggiungerti alla mia lista di blog che seguo, vista l’h, il tuo pane marocchino mi ha fatto venire una fame!!!!
Tra l’altro adesso che parliamo mio marito è in India per lavoro, quindi farà scorpacciata di chapati, adoro il cibo etnico, anzi adoro la cucina e il buon cibo, al punto che ho dovuto mettermi a dieta!!!!
Eheheheh…..
Tu crei dei veri capolavori con il cibo, io nel mio piccolo, amo creare con perline e pietre, se ti va passa a trovarmi….un abbraccio
Chiara
Condivido a pieno l’effetto terapeutico dell’impastare!:)
Questo pane veloce e senza forno mi sa che sarà ideale quest’estate:)
curiosi anche tu da lilo? è fantastica sono anni che vado a sbirciare da lei, ma ti devi scusare di che cosa dai sei fantastica!!!
adoro il profumo del pane fatto in casa e questo sembra particolarmente allettante =)
grazie per la ditta!
dai un occhio a http://www.modemuffins.blogspot.com
ciao,Sabrine^;^la penso come te,sulla storia della macchina per il pane e sul fatto che ti gratifica panificare in casa…per me è la stessa cosa:))mi segnero’ questa interessante ricetta e se la provero’, te lo faro’ sapere!!è sempre bello leggere le tue riflessioni;0))bacioni
Il fatto che mi manchi il tempo per fare tante cose (fra cui anche vivere ultimamente) è già di per se orrendo…. ma anche il fatto che mi tenga lontano dei blog che io considero “casa” …. è pessimo.
Perchè io qui da te ci sto proprio bene.
Un biscottino, un pezzetto di pane da sbocconcellare, al posto di un buon libro leggo i tuoi racconti, in bilico fra cucina e vita… e mi rassereno.
Volevo dirtelo…. i tuoi racconti hanno un effetto terapeutico per me, qui sotto in cripta.
Così adesso, quando pubblichi, sai che qualcuno a caso, quando troverà il tempo di passare da te, leggendo farà un sorriso!
nasinasi sorridenti!
Provato e finito in un baleno! Mi è venuto bello rotondo grazie a un coperchio che mi ha fatto da forma. SEcondo te aggiungendo un po’ d’olio e lascinadolo più morbido può essere una versione estiva di focaccia? Proverò…
Ciao Sabrine, il 10 giugno ti avevo detto che l’avrei provato ed eccomi qua..meglio tardi che mai!
Mi è piaciuto tantissimo e che bello stare 10 minuti da sola ad impastare..
Quando pubblicherò le foto sul blog rimando per la ricetta e istruzioni a questo post!
Grazie ancora per la ricetta!
Silvia
ghirlanda di popcorn: Cara Silvia, leggere adesso questo tuo commento rende ancora più grave il fatto di aver fatto passare tanto tempo prima di inserire il link al tuo post sul pane marocchino nella pagina dedicata alle mie ricette nelle cucine degli altri. Però: meglio tardi… spero che mi perdonerai, sono dispiaciutissima. E con l’occasione: complimenti per come ti è venuto il pane. Era perfetto! A presto
e bellissimi i tuoi lievitati..!