Pane alle banane, con nocciole e cioccolato
“Signora, mi dispiace: non so come sia potuto succedere…” L’idraulico è affranto almeno quanto me: nel mio minuscolo bagno – quello che dovrebbe essere il primo tutto per me della mia vita – il wc è finito praticamente sotto il lavandino.
Il suo assistente, un ragazzone alto come un granatiere e capace di sollevare una vasca come un fuscello, ha male interpretato il progetto. E soprattutto ci ha messo del suo: “Mi pareva poco quello spazio tra il wc e il bidet, così l’ho allargato verso il lavandino… ma guardi che ci passa, eh?”
In effetti ci passo: ma solo dopo un paio di ardite contorsioni. Così il suo principale ha spostato le tubature e prima di andarsene ha disegnato degli asterischi sul pavimento. “Non avvitare un dado senza aver chiesto alla signora…” gli ha intimato.
Questa mattina sono in cinque, di là dal cellophane: due idraulici, due falegnami e un fabbro. Un certo fermento di attività…
“Ma sta cucinando pere al forno?” mi chiede all’improvviso un falegname mentre gli reggo una vecchia maniglia.
“No, le sto bollendo. E lei raddrizzi bene questo pezzo…”
“Ma suo marito non mi pare uno da pere lesse…” continua, dando colpi di martello.
“E infatti nessuno mangia pere lesse qui…”
“Allora cosa ci fa con le pere bollite?!?” e si poggia il martello su un fianco.
“La gelatina, stia tranquillo… anzi: mi ricordi di controllare il gas, che vorrei non dar fuoco alla casa…”
Di qua e di là dal cellophane, come un passaggio tra due vite, una appena più “normale” dell’altra. Di là polvere, trapani e scalpello. Di qua ci sono io, con le mie pere sul fuoco, alle prese con una cosa chiamata Skype: un prodigio della tecnica che pare serva anche a partecipare a una trasmissione pur essendo altrove.
Mi hanno spiegato che di solito uno se ne sta seduto alla scrivania e si vede la sua faccia inquadrata dal computer: peccato che la mia scrivania sia ancora in fondo a quel letto da principessa sul pisello, quello che ha ancora due materassi uno sull’altro… sicché, quando durante le prove sono apparsa sullo schermo, a farmi da sfondo c’era una pediera di ferro Napoleone III che conteneva a stento una montagna di coperte: una specie di fungo atomico di biancheria.
Non me la son sentita di piombare in casa della gente così. Perciò ho spostato il portatile sull’unico pezzetto di piano di lavoro rimasto libero in cucina, orientandolo in modo che non si vedesse il materasso dietro la credenza dei bicchieri. Sembrava una casa normale: poteva funzionare.
“Signoraa!! Ci sarebbe il bidet da provareee!” chiama a gran voce il granatiere idraulico.
“Parli più piano: non vorrei la sentissero i vicini…” e ubbidiente oltrepasso il cellophane.
Dobbiamo cercare di avvicinare il più possibile tra loro i due sanitari: la prova consiste nel sedersi alternativamente sull’uno e sull’altro, per verificare quale sia la distanza minima che ne consenta l’utilizzo.
“Se è lei che li deve usare è lei che li deve provare…” e allarga le braccia.
Come dargli torto? Gli chiedo solo di uscire (“sa, così ho più spazio…”) e mi rassegno a procedere.
“Vuole il faretto?” insiste premuroso sapendo che sarò al buio con il metro.
“No, grazie! E stia lì fuori che faccio in un attimo…” rispondo atterrita all’idea che possa entrare.
Sento oltre la porta chiusa un certo tramestìo: è arrivato pure il falegname.
“Dov’è finita la signora?”
“Sta provando il bidet!” risponde sussiegoso il granatiere idraulico. E preso da un improvviso raptus si avvicina alla serratura e urla: “Lo provi in tutte le posizioni, eh! Che magari arriva un ospite e… ognuno ha le sue abitudini!”
“Parli piano…. per favore!”
“Signora – fa il falegname – le pere lesse… secondo me si stanno attaccando…”
Esco come un’ossessa dal bagno e arrivo giusto in tempo: salve. Per miracolo…
Una voce femminile irrompe nel silenzio profumato della mia cucina: esce dallo schermo del pc. Un minuto alla diretta, mi avvertono. Metto a scolare le pere e le sposto fuori campo. Poi mi sporgo oltre il cellophane, avviso tutti di non chiamarmi per mezz’ora, chiudo le porte e mi siedo.
E’ curioso vedere la mia faccia ridotta a un francobollo mentre sullo schermo di casa appare uno studio televisivo. Divertente raccontare una storia che sembra una favola e invece è tutta vera. Un po’ faticoso vincere la mia ritrosia, quel bozzolo di rassicurante riserbo senza il quale non potrei nuotare nel web. Mi rilasso nei momenti in cui sono gli altri a parlare.
E’ in una di queste pause che sento dei cigolii… poi la porta della cucina si spalanca e il granatiere fa capolino agitando qualcosa tra le mani. “Signoraa!! Allora dove lo vuole questo bideet??”
Non più di due secondi per alzarmi, correre verso di lui e sibilargli: “Diciassette centimetri e parli piano, per favore!” e richiudermi la porta alle spalle.
Però dalla regia se ne sono accorti lo stesso:”Dove sei finita!?! Stai lì ferma!”
“Scusate, mi sistemavo i capelli…” e, fintamente sventata, arrotolo le punte tra le dita. Che altra scusa può inventarsi una signora in siffatte circostanze?
Dieci minuti più tardi ero di nuovo oltre il cellophane. Il bidet era finalmente al posto giusto.
“Lo vuole provare, signora?”
“Grazie, va benissimo così…”
All’ora del caffé la gelatina di pere era già perfettamente rappresa nell’ultimo dei miei vecchi vasi di vetro.
“Ma lo sa, signora, che mi ero preoccupato per suo marito quando mi ha detto che gli fa le pere lesse? Adesso, invece, sono più tranquillo…
“Io invece non sarò tranquilla fino a che lei non mi avrà sistemato tutte queste benedette maniglie… Assaggi questa torta…”
“Ci ha messo le pere?”
“No, le banane…”
“Lesse?!?”
“Ancora con questa storia?!? Ma sa che le sta venendo una fissazione? Ne prenda un’altra fetta, va’…”
I post al profumo di calce, che vi ho inflitto in questi lunghissimi mesi, stanno per terminare: incrociando le dita, dovremmo farcela nel giro di qualche settimana. Poi si tornerà a profumi più consoni a una cucina “seria”… pur virtuale che sia.
Ma sento già che rimpiangerò questo anno e mezzo passato a mettere assieme pezzi di casa in posti tanto diversi e lontani, a inventarmi un nido che ci faccia sentire, seppur spesso sotto tetti differenti, tutti insieme…
Così perdonerete queste mie piccole cronache edili: pezzi di vita che mi servivano a non perdere memoria di quanto faticoso, entusiasmante e perfino divertente sia stato il cammino verso quella che ci ostiniamo a chiamare: “casa nostra”…
PANE ALLE BANANE, CON NOCCIOLE E CIOCCOLATO
INGREDIENTI
farina bianca oo: 250 gr
zucchero integrale di canna: 150 gr
banane: 200 gr (circa 2 banane, mature ma non sfatte, please…)
panna: 100 ml (quella “vera”, fresca, da montare…)
yogurt naturale: 50 ml (magro o intero, fate voi)
nocciole tostate: 50 gr
cioccolato fondente: 50 gr (almeno al 70% di cacao)
uova: 2
bicarbonato: un cucchiaino (bello colmo…)
sale fino: 1/2 cucchiaino
Accendete il forno a 180° e foderate di carta forno uno stampo da cake (quello che conoscete già, da 25 x 10 cm).
Sbucciate e schiacciate bene le banane con una forchetta.
Sgusciate le uova e sbattetele appena (non dovete montarle). Miscelate tra loro la panna e lo yogurt.
Setacciate in una ciotola la farina con il bicarbonato, aggiungete il sale e lo zucchero e mescolate molto bene.
Tostate le nocciole (a meno che non le abbiate comprate già tostate…), facendo attenzione a non bruciarle. Lasciatele raffreddare e spezzettatele con il pestacarne (o un bicchiere dal fondo spesso). Assolutamente vietato l’uso del mixer: vi ritrovereste con una poltiglia nocciolosa che qui non serve.
Fate a pezzetti il cioccolato (dopo aver letto la nota qui sotto…).
Unite le banane schiacciate alle uova, e poi aggiungete la panna e lo yogurt.
Versate nella ciotola il mix di ingredienti asciutti, mescolate bene e quando il composto sarà omogeneo aggiungete le nocciole e il cioccolato. Rovesciate tutto nello stampo e infornate.
Cuocete il pane alle banane per circa un’ora (ma iniziate a tenerlo d’occhio dopo 45 minuti, ok? se diventa marrone non avete scuse: non è il cioccolato…). Per verificare se è cotto, infilateci un bastoncino da spiedini (dovrà uscirne asciutto). Lasciatelo cinque minuti nel forno spento, poi sformatelo e fatelo raffreddare su una gratella da pasticciere.
Potete conservare il pane alle banane avvolto in un foglio di carta forno, oppure scoperto con la parte aperta poggiata su un piatto. Se inizia ad asciugarsi potete tostarlo (è una delizia…). Oppure surgelatelo a fette: una rinfrescatina (si fa per dire…) in forno o nel tostapane e tornerà come nuovo…
POSTILLE
Questo pane…
…è cugino di quello con i kaki, che è piaciuto a tanti di voi. Sfornare pani con dentro la frutta invernale mi sta diventando una mania (quasi come le pere lesse, direbbe il falegname…): perché restano morbidi a lungo, diventano più buoni col passare dei giorni, e tostati danno il meglio di sé. Questo sa… di banane, con la piacevole sorpresa del cioccolato a pezzi. Anche in questo caso, sarà la consistenza a stupirvi.
Armatevi di coltello… a fin di bene
Per spezzettare il cioccolato usate un coltello e con pazienza cercate di farne dei cubetti, diciamo sei per ogni quadratino… Non è un dettaglio maniacale: se usate il mixer o qualunque utensile che lo schiacci, le schegge si perderanno in cottura e si trasformeranno in banali, leggere striature. Se invece vi sforzerete di farlo a cubettini, più o meno regolari, vi troverete dei veri pezzi di cioccolato racchiusi nell’impasto: e vi assicuro che è tutta un’altra cosa…
Su Casa Facile di dicembre…
… nell’edizione con l’allegato di cucina, troverete anche me e le mie ciambelline alla birra… ma non i muratori (erano i tempi del cercatore di lumache col fazzoletto in testa, vi ricordate?). Grazie a Sandra Longinotti e alla redazione.
La storia che sembra inventata e invece è proprio vera…
… è quella della raccolta di ricette del Manuale di Nonna Papera e di tutto quel che ne è conseguito in questo anno. Vi avevo promesso che mi sarei messa alla ricerca di chi c’era davvero dietro quelle ricette perché mi sarebbe piaciuto raccontarvelo, un giorno. Beh… preparatevi a un gran finale…
Ingredienti: banane • bicarbonato • cioccolato • farina bianca 0 e 00 • nocciole • panna fresca • uova • yogurt e yogurt greco • zucchero di canna
direi che prossimamente, nonna papera a parte, avrai dei “gran finali” da raccontarci!
una meraviglia… chissà che buono, posso??! visto che è ora di colazione…
Le tue storie sono fantastiche. Ma li trovi tutti tu? Operai davvero simpatici! E sicuramente pere cotte o no hanno ben gradito questo delizioso cake! 😉
Da me c’é un Girly Giveaway. Ti aspetto per forse vincere prodotti di bellezza!! ^__^
Quando tutto sarà finito dobbiamo festeggiare tutte insieme con te tesoro…è un avvebntura lunghissima quindi incorciamo le dita davvero!!Che dire del pane mi smebra di sentirne il profumino da qui!!baci,imma
Un pane da copiare…ciao.
Un’ottima ricetta!
beh dai, a parte le urla, sono degli operai simpatici! bellissimo dolce, e scommetto molto buono! mi hai fatto venir fame.. urge seconda colazione!
storia divertentissima!
ah come ti capisco Sabrine, anche io l’anno scorso ho ristrutturato casa e son dovuta star dietro a muratori & co. neanche fossi un architetto…però mi son fatta una cultura… 😀
Ciao,che bello! Io adoro le ricette con la banana.
Buona giornata
ah come ti capisco Sabrine, anche io l’anno scorso ho ristrutturato casa e son dovuta star dietro a muratori & co. neanche fossi un architetto…però mi son fatta una cultura… 😀
Il pane coi kaki ha fatto un figurone!L’ho fatto per far fuori i kaki e mi sono ritrovata con altri kaki portati apposta per rifarlo…
Poverò anche questo! Grazie
Non ti preoccupare, le tue storie sono così ben scritte che potrei leggere di calce, mattoni e operai per mesi mesi e mesi! Dopo aver gustato il video, leggere il dietro le quinte è stato esilarante! Ora mi studio la tua ricettina e vedo di provare. Il mio bimbo (ormai ragazzino…) adora le banane!
Un abbraccio e … aspetto il gran finale 🙂
ma dai,con la banana?? non l’ho mai fatto, ma deve essere buonissimo
ti sento più vicina ora che stanno ristrutturando la facciata e convivo con i rumori tipici…
simpatico il muratore a cui stavano a cuore le tue pere 😀 mi sa che era interessato ad assaggiare…
ma poi ci fai sapere tutto, eh?!
ciao!
Adorabile questo pane, mi pare di sentirne il profumo! anche io ho una ricettina tratta dal mitico Manuale di Nonna Papera, se ti va di darci un’occhiata è qui: http://www.letempsdescerises.it/main/2011/11/torta-elisabetta-il-dolce-di-nonna-papera/
Camy
Mia cara Sabrine, ogni volta ci sai stupire… Il tuo pane con i kaki ha profumato la cucina più volte quest’autunno, ha fatto successo…come non provare questo con le banane??
Siamo nella nostra casa da poco più di un mese e i profumi della cucina ci aiutano a sentirla sempre più casa nostra… 🙂
Che buono, lo proverò Sabrine! Ho visto che usi la stessa tecnica della lievitazione nell’irish soda bread, che ormai è diventato una certezza a casa mia. Sei diventata una star televisiva? E dove devo sintonizzarmi per vederti? Ciao ciao.
pero’ il falegname non sa cosa si perde…io trovo che le pere cotte nel vino siano deliziose :-)))
Mi diverte molto leggerti e quando sei assente dalla blogsfera si sente. In pochi siete a farmi questo effetto e quindi le assenze sono ancor più gravose ed avvertite. Detto ciò, non è che diventi famosa, ma così tanto da trascurare ancor più il tuo diario…guarda che sarebbe imperdonabile è! 😛 eheheheehe
PS
Certo che una voce dall’esterno che mentre ti intervistano chiede di provare un bidet debba davvero essere una gran prova per il proprio autocontrollo, vero?! 😀 ahahahahaha
Vorrei avere un grammo del tuo spirito e prendere i contrattempi con la stessa autoironia con cui li affronti tu 🙂
sei fortissima!
i tuoi racconti mi fanno impazzire!!!come questo cake!
Si trascorre sempre un grande momento qui (e la prova del bidet è troppo forte…qui neanche ci sono i bidet, non avresti avuto questo problema 😉
Un pane soffice e goloso per consolarsi di tutto.
Aspetto il grande finale.
Un abbraccio
Che bello leggere le tue storie! E che bella ricetta! Mi sto appassionando a queste ricette che si possono preparare anche con largo anticipo. Sai, con le corse che faccio tutti i giorni, sono proprio ciò di cui ho bisogno se non voglio rinunciare a preparare qualcosa di buono!
Babs: Grazie per la fiducia… non so se saranno gran finali, ma qualche grande inizio, in effetti, c’è… Nonna Papera a parte! Un caro saluto (viola carota)
raffy: Questo pane alle banane e cioccolato va bene a colazione, ma anche a merenda… e per qualsiasi spuntino fuori casa! Ciao!
kristel: Li trovo tutti io: lo sostiene anche mio marito… però a forza di ciambelline alla birra e di torte varie, le cose stanno prendendo la piega giusta! Bidet a parte…
dolci a… gogo!!!: Quando “tutto” sarà finito? Beh, per il “tutto” dovremo aspettare ancora un po’… nel fattempo si finisce “qualcosa” e si sfornano pani di banane e cioccolato! A presto!
Max: Allora copialo! E poi assaggialo e facci sapere se ti è piaciuto… Ti aspettiamo!
Mirty Quibibes: E’ una ricetta semplice, per spuntini dolci a casa e fuori (una fettina si può benissimo infilare in borsa o tra i libri…). Ed è anche buona… Ciao!
complimenti per la ricetta
ciao cris
Secondo me il granatiere starà molto attento la prossima volta che dovrà montare un bidet 🙂 Questo pane mi sembra ottimo per il tupi, che in questo periodo è più vorace del solito. Aspetto il gran finale con ansia 🙂
Un ottimo panetto dolce e goloso con in più il tocco corccantino delle nocciole ed il sapore dolcino del cioccolato!
bravissima!
bacioni
donatella: Sono a tutti gli effetti degli operai simpatici… ma anche lentissimi, chiacchieroni, pasticcioni e testardi. Però sono oramai negli annali di famiglia! Stavolta accompagnati dal pane alle banane e cioccolato… Saluti
Valentina: Per carità: anch’io mi son fatta una cultura… ma non ne sentivo l’esigenza, ecco tutto! Preferisco di gran lnga accendere il forno: e sperimentare… Ciao!
…Sono troppo curiosa: cos’altro hai fatto con quello stampo che sappiamo noi? 😉
Ti ho trovato!!! Finalmente ti ho vista, ti ho immaginata così tanto leggendoti, ma in tv sei ancora più bella di come ti immaginavo…e che piglio! Brava!
Marcie
manu: Io invece le banane non le amo alla follia, ma devo ammettere che regalano all’impasto una consistenza morbida, leggermente gommosa che è una favola… Buona serata!
Silvia & Olivia: Il tuo commento mi lusinga moltissimo: quel pane ai kaki va forte anche in casa mia, ma sapere che è apprezzato anche in altre cucine mi fa un gran piacere… Questo è il cugino senza burro (con la panna, però), e spero che riscuota lo stesso successo. In caso contrario, ce ne inventeremo degli altri! A presto!
lucia: Vuoi dire che avrò un piccolo assaggiatore anche in casa tua? Beh, questo mi rende ben più orgogliosa del vedere la mia faccia spiaccicata sul video del pc… Attendo commenti: sul pane alle banane e cioccolato, naturalmente… Grazie e a prestissimo!
Elena: Con la banana, con la banana… che regala all’impasto una consistenza e un profumo piacevolissimi. Soprattutto per il contrasto con i pezzetti di cioccolato e di nocciola… Ciao!
Le Temps des Cerises: Camy, ma allora metto pure la tua ricetta tra quelle del contest di Nonna Papera! Tanto, mica l’ho ancora chiuso quel pdf… Quanto al pane di banane e cioccolato, se lo provi fammi sapere, ok? Ci tengo… A presto!
Me ha parecido hasta olerlo ¡qué bueno!
Besos
Ciao ma che bella scoperta il tuo blog.
La ricetta è assolutamente da provare…ma il racconto e la tua scrittura sono da delirio!! Sto ancora ridendo.
Evviva la fine dei lavori!
ogni volta che ti leggo mi metti di buon umore con le tue storie 🙂
delizioso pane…
Aspetto un guest post dei tuoi operai.
Streghetta: Casa nuova? Ancora odorosa di pittura fresca? Allora mi puoi capire… anche se qui, siamo ancora alla calce e agli stucchi… Arriverà anche il tempo della pittura, chissà con quali altri intermezzi culinari. INtanto mi fa un gran piacere sapere che il pane ai kaki ha colpito ancora… e ti aspetto con questo alle banane e cioccolato. A presto, e… grazie
Madala: Sì, il bicarbonato mi sta dando grandi soddisfazioni (e poi non dite che sono una che non si accontenta… mi basta un po’ di bicarbonato per farmi sentire bene!: sto scoprendo che funziona persino meglio del lievito in un sacco di occasioni. Quanto alla tivù, la mia vita si svolge sempre al riparo dalle telecamere (spero non ti deluda sapere che non ho intenzione di mettermi a cucinare a reti unificate): stavolta non si trattava di me, ma di Nonna Papera… insomma, ho ceduto. Ma a una che non espone in casa nemmeno le foto del matrimonio puoi immaginare quanto training autogeno ci sia voluto per dire di sì… Ciao!
elenuccia: Pere cotte nel vino? Non potrei: gli alcolici sono vietati in orario di cantiere, e l’idea di un dopo-lavoro con falegname e pere cotte non mi fa sospirare… Però, potrei provarci per uso – diciamo così – familiare… grazie dell’idea!
Che piacere leggerti…!!! Il pane alle banane va provato…eh, eh!!
Complimenti per l’apparizione televisiva, mi spiace solo non poterti vedere in quanto non sono munita dell’aggeggio chiamato televisore da circa 7 anni…
Un caro saluto
Elisa
Passare a trovarti è sempre una grande esperienza, mi hai fato rnare il sorriso, poi ho riso di fronte alle tue avventure degne di qualsiasi eroina e non da romanzo rosa ed infine mi son goduta la tua versione del cake alle banane che adoro (mi piacciono meno le nocciole ) ma sò gia ce sarà STRE-PI-TO-SO!
Bravissima come sempre.
Gambetto: Caro Mario, proprio un attimo fa ho guardato quanti pochi post ho pubblicato quest’anno: sono stati per me boccate d’aria fresca, irrinunciabili tra polvere e operai. Devo ai miei amici di penna e di fornelli, in special modo a quelli che come te ci sono sempre, se questo blog può ancora definirsi “attivo”. Se sono ancora qui, se nonostante tutto riesco ancora ad affacciarmi qualche volta dal passavivande della mia cucina, lo devo solo a voi: alla partecipazione con la quale rendete questo spazio tutt’altro che virtuale, alle mail che sempre mi strappano un sorriso, ai commenti che non sono buttati là tanto per dire, all’affetto. Perciò ce la metto tutta per continuare, anzi… per metterci ancora più energia in questa mia sconsiderata impresa internettiana che si snoda tra cucine, aerei e notti insonni. E ti assicuro, è questa la gratificazione più grande in assoluto. Tutto il resto, tivù compresa, viene molto, ma molto dopo… E se anche qualche volta la faccia me la ritrovo spalmata su uno schermo, so bene che il mio cuore è qui: da dove l’avventura d’Aubergine è cominciata. Sarà per questo che non mi emoziono (semmai mi infastidisco perché devo vincere la mia ritrosia…) in certe pubbliche occasioni. Il che mi consente di fronteggiare in contemporanea una diretta televisiva e l’irruzione di un granatiere armato di bidet… Come sempre con grande amicizia, ti saluto. Ciao Mario! E grazie per esserci sempre
Serena: Devo ammettere di avere dalla mia il dna: mia madre è maestra nell’affrontare con piglio e autoironia ogni situazione. Ho imparato da lei che si può sempre ridere – soprattutto di sé – in ogni situazione. E che saper cogliere il lato comico serve a prendere le distanze da circostanze che appaiono confuse… Un carissimo saluto, a presto!
sulemaniche: Grazie. Ma ammetto che per adesso ho una fortissima stanchezza… A presto!
Ciao Sabrine, questo pane mi sembra proprio invitante ed è stata molto divertente leggere delle tue imprese con il bidè..ma invece la trasmissione in skype??? complimenti per il blog ti seguo già 😉
Hai tutta la mia solidarietà: ho le maestranze per casa da 6 mesi e non ti dico in quali condizioni cucino, fotografo e mangio… Ma è quasi finita, proprio come te (e che liberazione!!) Cmq mi fai davvero ridere quando ti leggo 🙂
amo il banana bread, in tutte le sue versioni…. che bello leggerti, un bacio!
vaniglia
I tuoi racconti che profumano di calce ci mancheranno! E in attesa del lieto fine, mi gusto una fetta del tuo pane fatto con la panna vera e il cioccolato sminuzzato maniacalmente! Complimenti per la ricetta sulla rivista! L’ho sfogliata giusto qualche giorno fa! Baci e buon we!
Innanzitutto complimenti per la pubblicazione della ricetta sulla rivista.
Voglio provare anch’io a realizzare una torta con la banana. Non ho mai usato questo frutto per l’impasto di una torta o di un pane…
Ha un aspetto divino!
Ero disperata non ti trovavo più!!e mi mancavano troppo le tue ricette e le risate che mi fai fare!!ti prego ritaglia sempre un piccolo spazio per noi ti vogliamo troppo bene!!corro a fare il tuo pane se le mie banane non sono troppo sfatte e i miei familiari non si son fatti fuori tutto il cioccolato!!tanti baci e buon natale, Alda.
prima di tutto vogliamo sapere dove e come ti possiamo vedere sul piccolo schermo. e ce lo devi dire chiaramente, se no qui si muore di curiosità in modo infruttuoso!
sul divertimento dei tuoi racconti, non ti sto a dire niente che non abbia già detto, sono esilaranti, raffinati, buffi. una scrittrice nata.
ma che in tutto questo tu riesca pure a tirare fuori delle ricette strepitose, beh, veramente è troppo 🙂
un grandissimo augurio di buone feste!
oops… mi ero sbagliata… di buon bidet 😉
I tuoi racconti mi mettono allegria…non smettere di scrivere e di cucinare!
Colgo l’occasione per farti tanti auguri!
Un abbraccio
Sabina
Passo di nuovo per lasciarti i miei auguri di un Natale sereno per te ed i tuoi cari e di un Nuovo Anno pieno di sogni realizzati…casa pitturata inclusa.
Serena notte
Excelente receta me encanta,abrazos y feliz navidad muchas bendiciones.
Ciao
Vorrei invitarti al mio giveaway della Befana dedicato ai lettori del mio Blog:
http://paprikapaprika.blogspot.com/2011/12/il-giveaway-della-befana-epiphany.html
Potresti essere tu la vincitrice!
Auguro a Te e alla tua famiglia un felicissimo Natale!
Ciao
Aniko
Ciao, ti auguro un sereno Natale ed un felicissimo, scintillante anno nuovo!
Ciao
tanti auguri di buon natale e complimenti per il pane alle banane
This looks absolutely delicious. Would love for you to share your gorgeous pictures with us at foodepix.com.