Madeleines alla lavanda e fior d’arancio
Da che mondo è mondo raramente si perdona alle donne un qualche difetto fisico. Quelle esteticamente imperfette non hanno scampo: anche con un premio Nobel all’attivo, sono condannate a convivere con la qualifica di “racchia” nel curriculum.
Sarà per questo che mi stanno simpatiche le madeleines. Quel che le rende uniche – oltre alla forma a conchiglia per cui serve uno stampo apposito – è quella protuberanza che, non avendone una identica a distanza ravvicinata, non può evocare nelle fantasie dei signori alcuna analogia con ben più apprezzati attributi femminili… Essendo una e una sola, comunque la si guardi non la si può definire in altro modo: è gobba.
Neppure sotto il segno della gobba uomini e donne sono mai stati uguali. Nei secoli più bui, illuminati solo da grandi barbecue di gruppo sulla pubblica piazza, una deformità del genere contribuiva ad avvalorare accuse che portavano le signore dritte dritte ad arrostire (e non avevano ancora inventato i lettini solari…).
Con la modernità, grazie al cielo, il mondo è cambiato. Non solo di gobba non si muore, ma ci si può costruire un personaggio: poeta o politico, persino, purché di sesso maschile. Alle signore – non più streghe ma non ancora del tutto emancipate – non resta altro da fare che attendere secoli ancor più luminosi. O sperare che uno stilista di grido si prenda a cuore la questione, lanciando la moda di una crinolina copri-gobba che parta dal collo. Due sole – ammiratissime – le eccezioni: le dromedarie, con il loro ancheggiante, sensualissimo incedere, e le madeleines.
Se per le prime la gobba è una questione di dna, per le seconde è invece questione di shock termico: dicono che sia il passaggio dell’impasto dal frigo al forno a garantire la tanto agognata protuberanza.
Io non vorrei mi si accusasse di eresia culinaria: non correrei più il rischio di finire flambée sulla pubblica piazza, ma la cucina sta diventando una sorta di religione dei tempi nostri e certi errori si pagano… Vorrei però dire a tutti quelli che – come da manuale – lasciano l’impasto per ore in frigo prima di riempirci lo stampo, che la gobba spunta anche senza. Senza passaggio refrigerato, voglio dire… Non saprei dirvi perché, non sono uno scienziato. Ma vi garantisco che se riempite gli stampini al punto giusto (un po’ più dei 3/4 che molti dicono) la gobba svetta come per incanto, più o meno a metà cottura. Che volete che vi dica? Forse ho semplicemente scoperto che anche le madeleines, come le dromedarie, hanno la gobba nel dna…
Quanto alla storia dello shock termico, come tutte le leggende ha un fondo di verità, ma bisogna rovesciare la prospettiva. Mettiamola così: se anche mettete l’impasto in frigo per qualche ora, lieviterà a perfezione. Alla faccia di tutte le istruzioni scritte sulle bustine di lievito per torte. E di quanto si raccomanda da sempre nei libri di cucina. Ma non ditelo in giro: non vorrei tornassero di moda quei grandi barbecue per signore un po’ fuori dal coro…
MADELEINES ALLA LAVANDA E FIOR D’ARANCIO
INGREDIENTI
farina bianca 00: 100 gr
zucchero semolato fine: 100 gr
burro salato: 80 gr
uova: 2
acqua di fior d’arancio: 3 cucchiaini
fiori di lavanda essiccati: 2 cucchiaini
lievito per dolci: 1 cucchiaino
sale: 1 pizzico
burro per lo stampo
Accendete il forno a 200° e imburrate uno stampo da madeleines.
Lavorate per qualche secondo nel robot da cucina la farina, il lievito e i fiori di lavanda (serve a sminuzzarli un po’).
Fate fondere il burro a fuoco dolce e lasciatelo raffreddare.
Montate in una ciotola le uova intere con lo zucchero e il sale: lavoratele a lungo con le fruste elettriche, finché il composto non è ben montato (ci vorrà qualche minuto). Aggiungete l’acqua di fior d’arancio solo alla fine.
Mollate le fruste elettriche, armatevi di una spatola (ne avete una?) e aggiungete la farina a poco a poco, facendola scendere da un setaccio (se non ce l’avete tirate fuori un colino…) e incorporandola con movimenti ampi dal basso verso l’alto: non dovete smontare il composto.
Quando avrete terminato con la farina fate la stessa cosa con il burro (che dev’essersi raffreddato nel frattempo): aggiungetelo poco alla volta, lasciandolo cadere a filo lungo i bordi della ciotola e lavorando con movimenti ampi.
Aiutandovi con un cucchiaio riempite le cavità dello stampo fino a 2 mm dal bordo (sennò la gobbetta delle madeleines ve la scordate…). Infornate per 8-10 minuti a 200°, poi abbassate la temperatura a 150° e proseguite la cottura per altri 8 minuti. In ogni caso vale la regola aurea della cottura in forno: guardatele a vista e tiratele fuori quando sono ben gonfie e dorate.
Lasciate raffreddare le madeleines fuori dal forno nel loro stampo per qualche minuto e poi su una gratella da pasticciere. A me piacciono con una leggera spolverata di zucchero a velo, che l’ortodossia francese non prevede (ma bisogna sempre essere ortodossi?).
Mangiate in giornata vi daranno grandi soddisfazioni, ma se le dovete inzuppare nel latte reggono anche tre giorni. Il modo migliore per conservarle è nella solita scatola di metallo per torte o biscotti, oppure sotto una campana di vetro: ma fatele asciugare bene prima (cioè non mettetecele prima di alcune ore). Le madeleines possono anche essere congelate: sono un’ottima riserva di merendine per bambini, da portare anche a scuola (funzionano pure per le pause studio all’università…).
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Qualche altro dettaglio…
Questi dolcetti francesi nella sostanza altro non sono se non una versione più o meno fedele di una “quattro quarti”: cioè di quella torta che ha in egual peso uova, burro, zucchero e farina. Con le dosi indicate potete riempire uno stampo e mezzo da madeleines grandi: cioè fare una prima infornata e poi, quando vi pare, cuocere il resto. Quel “quando vi pare” ve lo garantisco per otto ore: non ho mai provato ad aspettare di più. Ma se qualcuno volesse renderci edotti dei suoi esperimenti, è il benvenuto. Tenete l’impasto in frigo se aspettate più di un’ora, altrimenti potete lasciarlo a temperatura ambiente (a meno che non siate all’Equatore o in una di quelle giornate in cui l’afa irrancidisce pure la crema nei bigné…). Profumate le vostre madeleines con quel che più vi piace: lavanda e fior d’arancio sono solo una delle tante combinazioni possibili…
Ingredienti: acqua di f. d'arancio • burro-burro salato • farina bianca 0 e 00 • fiori di lavanda • lievito per dolci • uova • zucchero semolato
Ciao Sabrine e grazie!
il tuo post di oggi mi rassicura… qui in Francia les madeleines sono praticamente una religione! Leggere che invece possono essere fatte umanamente è un bel respiro di sollievo 😉
Hi hi..l’immagine del barbecue per signore fuori dal coro è agghiacciante ma davvero azzeccata..anche a me sembra che si stiano creando dei dogmi in cucina invece la fantasia e gli errori hanno spesso fatto scoprire nuove combinazioni..quindi perchè no!? belle le madeleine..il mio stampo giace in attesa che la padrona prenda coraggio..
carino il tuo post!
potevi anche chiamarlo:elogio alle madeleine!
troppo buone.
la tua versione è da provare!
un abbraccio
e mannaggia, non ho lo stampo ma le voglio fare pure io con tutta la gobba! e potrei anche omettere la parte sulla conservazione…non durerebbero più di un giorno!
ok.la gobbetta poeticamente raffrontata con i segni della stregoneria.
ti prego.ti prego.riesci a fare una metafora così poetica e seria anche per le gobbette , le valli e i mnti della cellulite? che a me sembrano solo bibbubble ciancicate:D
Dolcetti portafortuna direi ^_*
Che finezza con quei profumi…
buonissime, le ho fatte non molto tempo fa e già sto pensando di rifarle!
ciao le mad sono irresistibili
un domanda ma per caso hai partecipato ad una cena carbonara?
Uno dei misteri irrisolti delle madelinette per me non è tanto la gobba ma dove trovare lo stampo 😉
Buona giornata!
Ho comprato lo stampo per madeleines qualche tempo fa ma non mi sono ancora cimentata nella loro preparazione…che vergogna!!! credo proprio che dovrò rimediare almeno in nome di quelle piccole imperzioni che rendono così spendidi questi dolcetti ^^
Un abbraccio e buon fine settimana
fra
Le imperfezioni sono la perfezione. Io leggo sempre in modo tutto mio le cose e credo che gli errori siano quanto di più umano ci possa essere. Lo so che viviamo nell’era della perfezione ricercata, nell’era di photoshop e dei ritocchi estetici perchè anche una ruga non la si sa accettare. A volte non credo si sia fatta molta strada da quando si accendevano quei roghi. L’immagine conta purtroppo sempre più della sostanza e vogliamo parlare della meritocrazia?
No, parliamo delle tue splendide maadeleines, della leggenda sfatata e della dolcezza che emana quel cestino ad inizio post!
Buona giornata da Sabrina&Luca
leggerti è sempre un piacere! e credo anch’io che la “gobba” delle mdeleine sia …”inside”!!!! 😉
Non ho mai fatto le madeleine ma dopo aver letto il tuo post…come posso non provarci IMMEDIATAMENTE??? Complimenti davvero.
Bupna giornata
simona
Passare da te è sempre molto molto piacevole. A me sembrano perfette e le farei oggi se avessi gli stampini ! un bacione
Se proprio dobbiamo parlare di perfezione… allora direi che le tue madeleines sono perfette…hanno un’aria così poetica!!!
In realtà dovremmo cercare di trasformare le nostre imperfezioni in nostri punti di forza!!!!Segno la ricetta!!!!!!!Un abbraccio
tesoro nn dirmi che queste madelaines nn sono perfette perche le trovo inappuntabili e poi le adoro!!ho lo stampo ma nn in silicune quindi mi trattengo dal prepararle perche nn vengono smepre perfette cmq i tuoi post hanno smepre un fascino particolare..mi conquistano sempre e questo elogio alle madelaines è davvero poetico!!baci imma
Pensa che a me non sono mai riuscite, né con né senza passaggio in frigo… ogni volta che le vedo su un blog mi dico che dovrei riprovare, ma poi non ne ho mai il coraggio…
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sono di corsa stop, splendide stop, un abbraccio stop, un sorriso stop.
ciao sabrineeeeeee!
non mi era mai capitato di sentir urlare “tremate tremate le streghe son tornate!” a proposito delle madeleines 🙂
per la ricettina, te la copio immediatamente. ti farò ovviamente sapere, a tempo debito, se fanno la gobba anche con le farine senza glutine, o se invece passano. speriamo siano brave.
Copio anch’io!! E provo a farle belle come le tue ;D Baci..
Sei una fonte inesauribile di nuove conoscenze! Grazie per le dritte sulla gobba. Per quanto riguarda l’introduzione, purtroppo si vive in un mondo in cui sradicare i “luoghi comuni” è una cosa non da poco! Buona giornata!
La foto è stupenda.
La ricetta è magnifica.
Le madeleines sono bellissime.
Che brava che sei!
Ciao, Zu
Non sono mai riuscita ad ottenere una gobba sulle madeleines in vita mia! E non ho mai trovato neanche la ricetta giusta, le mie non somigliano mai a quelle buonissime che mi faceva trovare la nonna il sabato ma somigliano piuttosto a delle semplici torte margherita travestite da madeleines! Ora provo la tua ricetta, speriamo che spunti la gobba!
Grandiosa… mamma mia ai preconcetti, alla moda e al concetto imposto di ciò che è bello, adatto, giusto…. evviva la specificità!!!! Meravigliose, belle e sicuramente buonissime!!!
La ricetta delle madeleines! Grazie, mi mancava. Non sapevo della storia del frigo, d’altronde anche il plumcake fa il suo gobbone senza prima congelarsi:)
lavanda e fiori d’arancio…? mmmhhhh li adoro e insieme ancora di più!!!!!
io ho sempre amato le madeleines proprio per la loro forma, perchè mi ricordano delle barchette..e queste hanno un profumo favolosoooooo!
eheheh alle madeleine “gobbe” non avevo ancora pensato….troppo bella la madeleine dromedaria 🙂 Non ho lo stampo quindi non mi sono mai cimentata nella creazione della gobba ma prima o poi proverò.
Avevo già apprezzato la lavanda nei tuoi biscotti e adesso queste meraviglie.. da lasciare sempre senza parole…
Ciao Sabrine, molto carino questo post, sara’ l’aneddoto sulla gobba o questi dolcetti dall’aria un po’ anticonformista, booo! L’abbinamento lavanda e fiori d’arancio e’ spettacolare poi, la lavanda cresce in un grande vaso sul terrazzo, dici che va bene? A presto!
Souvenir…la madeleine e’ cosi letteraria, e poi con questi profumi mediterranei, provenzali..insomma una cosa proustiana….!
Pure con un po’ di gobba cosi’ si puo’ parlare di scarsa autostima e superazione con valori quali la estema bontá…
Sabrine, bellissimo tutto, as usual
Un abbraccio da quaggiu’
Appunto ieri ho postato una torta che nonostante l’uso del lievito,ripongo nel frigo anche mezza giornata e la inforno quando mi serve.Anch’io,la prima volta pensai..no,questa non crescerà mai..ma con mia grande sorpresa il risultato era ottimo..Quindi niente eresia..solo pura esperienza,poi se ci vogliono abbrustolire…pazienza..niente lettino solare!!Le tue madeleines sono dei piccoli gioiellini!!Ciao e buon fine settimana!
Ciao!un sapore delicato e tutto floreale per queste madleine, e ci sanno anche da profumatissime!
bacioni
Carissima Sabrine, quando si dicono le coincidenze della vita… forse non ricorderai ma all’incirca attorno al mese di Settembre-Ottobre avevi postato la ricetta del Pain d’Epice e io avevo commentato dicendo come la tua foto mi scatenasse una valanga di ricordi legati al periodo di Natale, un po’ come la Madeleine per Proust, e tu di risposta mi avevi scritto che ti avevo ricordato che non avevi mai postato nessuna ricetta di questo dolce e che dovevi rimediarvi… e vuole il caso che proprio questa mattina ho riletto quella tua ricetta e quei commenti, ed ora apro il blog e cosa ti trovo?? Le Madeleine!!!!
Un bacio…
Chiara
Ammetto che le madeleines per lungo tempo mi sono state antipatiche, per l’impossibilità di scinderle da Proust.
Poi però su Proust ho cambiato idea, ed ho assaggiato le madeleines a Parigi: fu amore, non ricambiato perchè l’unica volta che ho provato a farle mi vennero piatte!
Riproverò, con più pazienza, e con la tua ricetta 😉
Ho visto lo stampo per madeleines in silicone ed era proprio uno di quelli che mi mancava…il tuo di che materiale è?
La Femme du Chef: So bene che le madeleines sono sacre in Francia… ma davvero mi chiedo come mai questa storia dello shock termico. Forse un tempo c’era qualcosa di diverso? Mah… comunque ti garantisco che si possono fare in modo umano! A presto e buon fine settimana
Monique: E prendilo questo coraggio! E buttati: le madeleines vengono sempre bene… quasi con qualsiasi ricetta! Per la serie: pochi dogmi in cucina… Ciao!
luby: Ne esistono un’infinità di versioni di madeleines ed è difficile che non vengano bene. provaci! E facci sapere… A presto
Cristina: Per fare le madeleines lo stampo ci vuole, c’è poco da fare. Te ne consiglio uno di metallo o antiaderente, perché quelli in silicone si rovesciano con facilità… Fammi sapere, e se hai bisogno di ulteriori dettagli: sono qui. Buona infornata!
Genny G.: Povera cellulite… tanto bistrattata, eppure – pare – segretamente amata dagli uomini! Certo, almeno non si finisce al rogo, ma nei commenti di tutti in spiaggia… omunque, se mi venisse in mente un post parallelo, te lo farò sapere. Grazie!
pagnottella: Quei profumi mi piacciono tanto, nelle madeleines, ma le faccio anche in altri modi. Magari tra qualche post… Buon fine settimana!
Micaela: Le ho viste le tue madeleines, all’acqua di rose: carinissime! E ieri ho comprato proprio una boccetta libanese di acqua di rose per uso alimentare, per cui non è detto che non ci provi… Ciao!
paolo: Concordo: madeleines irresistibili. Mi sfugge invece il riferimento alla cena carbonara (dev’essere il pre-Alzheimer…): intendi dire una cena segreta?
Nanninanni: Ti capisco! Lo stampo da madeleines in Italia non si trova dappertutto… io ne ho trovato uno in un negozietto di casalinghi insospettabile. E comunque ormai, quando mi serve qualcosa e non voglio ammattire (né pagarla cara) vado su Ebay uk: si trova di tutto nella sezione casalinghi! E gli inglesi spediscono a prezzi bassi e con grande celerità. Non lo stesso si può dire dei francesi, che faticano un po’ se devono spedire all’estero. Beh, adesso tienimi informata… Ciao!
Fra: Allora tira fuori lo stampo e prepara queste madeleines: non ci vuole niente a farle! Buon fine settimana!
Luca and Sabrina: Concordo in tutto quanto hai scritto. Le rughe? Io non ho problemi: adoro persino i capelli bianchi… Quanto all’immagine, non è che la si debba trascurare: ma mi piacerebbe che andasse di pari passo con la sostanza, e che ne fosse lo specchio… E poi vogliamo discutere di cosa è il bello? “La grâce, plus belle encore que la beauté…”
Ma pensa un po’… Io avevo sempre creduto che quella fosse la PANCIA delle madeleines e non la GOBBA…
Comunque da un po’ mi sto cullando un barattolo di zucchero aromatizzato con il rosmarino in attesa di un’idea per usarlo… se ci facessi un’infornata di queste biscottine panciute?
laroby:Anche tu propendi per l’ipotesi gobba nel dna? Ma allora chi, e perché, si sarà inventato questa storia sulla gobbetta delle madeleines? Intanto che indaghiamo, mangiamocele…
L’albero della carambola: Cara Simona, se possiedi lo stampo non c’è ragione per non provare a fare le madeleines: sono facilissime! Quanto alla gobba, penso di aver scritto tutto quel che sapevo, ma sappi che se hai ulteriori dubbi o curiosità sono a disposizione. Buona infornata!
Ale: Lo stampo da madeleines non è facilissimo da trovare, ma in rete ci sono tanti venditori di casalinghi… I più economici li trovi su Ebay uk (l’ho scritto anche a Nanninanni). A presto!
marifra79: Madeleines dall’aria poetica, dici? Secondo me è solo quell’incipriata di zucchero a velo, che le rende più vezzose… perché va bene aver la gobba, ma le madeleines sono pur sempre delle ragazze! Francesi, per giunta… A presto!
dolci a… gogo!!!: Cara Imma, queste madeleines sono perfette, proprio perché hanno la famosa gobbetta che debbono avere… Quanto allo stampo, io ne uso uno antiaderente, in metallo e non in silicone: trovo che gli stampi in silicone siano meno stabili degli altri, soprattutto nel caso di dolcetti di piccole dimensioni. Per cui, se hai uno stampo metallico… buttati! E regalaci le tue madeleines versione ‘ncopp’a ‘o Vesuvio! Ciao!
Onde99: Non ci posso credere: io considero le madeleines una specie di ricetta a prova di bomba… vengono sempre uguali! Sono semplicissime da fare, ma in effetti devi considerare una serie di piccoli accorgimenti. Comunque, se ci vuoi riprovare e hai bisogno di supporto: sono qui! A presto
Gambetto: Caro Mario, io ti ringrazio – tanto – per quello che mi scrivi sempre: a volte mi imbarazzo… Credo che tra le cose che ci rendono affini ci sia la convinzione che la cucina non è fatta di manierismi da chef blasonati, ma da quella miriade di soluzioni d’emergenza e piccole scoperte quotidiane che solo lo spignattamento casalingo rende possibili. Un caro abbraccio, stammi bene Mario
PS: ieri stavo per comprare una napoletana di alluminio e ti ho pensato… Ma era troppo luccicante. Così ho chiesto a mio marito di comprarmene una la prossima volta che va a Napoli e di portarmela: possibilmente già con qualche bozza…
Babs: Rallenta stop, non si può vivere di fretta stop, un caro saluto stop
La Gaia Celiaca: Povere streghe: condividere la gobba (e il forno…) con le madeleines senza avere lo stesso charme! Quanto alla ricetta con farine senza glutine, sarei davvero molto interessata a sapere se l’effetto protuberanza è lo stesso garantito: nel qual caso, potremmo veramente divulgare la scoperta che, come le dromedarie, anche le madeleines hanno la gobba nel dna! Ti aspetto… Buon weekend
Buonissime le madeleines!!!
Impazzisco per le madeleines, Sabrine!
Ma la lavanda si sente molto?
Ho sempre paura dell’effetto saponetta…
Ti mando un abbraccio e ti auguro buon fine settimana
Sabrine appena trovo gli stampini seguirò alla lettera i tuo post e ti faccio sapere! Mi sono dimenticata di una cosa: le tue foto sono bellissime. Lo scrivono in tanti ma voglio scriverlo anch’io… 🙂
ciao,
simona
Prima o poi comprerò anche lo stampo per le madeleins, intanto con il tuo racconto che è adorabile e divertente mi hai fatto venire proprio voglia di quella gobba =)
E sì: è uno di quei casi in cui paradossalamente la gobbetta è indice di perfezione!
Mi piacerebbe provarci, ma stavolta passo 🙂
che nostalgia della Francia… ma che consolazione, sono una meravigliaqueste medeleins!
Baci Alessandra
Pagnottina: C’è poco da copiare: la ricetta delle madeleines è di una semplicità disarmante… E per farle belle servono solo lo stampo e la gobbetta… Fammi sapere, buon weekend!
Nel cuore dei sapori: Mia cara: i luoghi comuni sono quelli a maggior densità di popolazione… spero di vederli deserti, un giorno. Buon weekend!
Zulia: La foto è carina.
La ricetta è semplicissima.
Le madeleines sono proprio buone.
Che gentile che sei!
Ciao, Sabrine
Samantha: Non ci posso credere… alle mie madeleines la gobba non è mai mancata! Non ti assicuro il sapore di quelle di tua nonna, ma la protuberanza magica sì! Facci sapere… Ciao!
colombina: Hai proprio ragione: bisognerebbe riformulare l’ideale di bellezza, perché quello in voga adesso non mi convince proprio… Comunque: le madeleines con la gobba sono belle… e buone. Ciao!
mariacristina: Brava: anche io ho pensato al plumcake, con la sua bella gobba senza sosta refrigerata! Comunque, di ricette di madeleines ce ne sono a bizzeffe: e in genere riescono tutte bene… A presto!
mammadeglialieni: Lavanda e fior d’arancio sono un abbinamento che adoro: ma puoi farle come vuoi le tue madeleines! Funzionano sempre… Ciao!
Alice: Vero: le madeleines sembrano delle barchette… In ogni caso, inducono un po’ di regressione infantile, quasi fossero giocattoli. Da mangiare, però… A presto!
elenuccia: Beh, senza stampo niente madeleines… ma se lo trovi, una bella sfornata di gobbette non fartela mancare. A presto!
Fabiana: Ma tu li hai provati i frollini alla lavanda? A me piacciono tanto, perché sono delicati… Queste madeleines hanno un gusto diverso, ci sono le uova intere e sembrano più un plumcake formato mignon… Ciao!
kat: Non saprei dirti se la lavanda del tuo terrazzo vada bene: io la compero a sacchetti, per uso alimentare, non trattata. Se anche la tua è priva di anticrittogamici, concimi e robe del genere, penso che – essiccata – possa andar benone: l’unico problema con la lavanda è che le dosi sono questione di gusto personale e di intensità del profumo. Insomma: vedi tu! Ciao!
Glu.fri cosas varias sin gluten: Beh, certo le madeleines si associano a Proust: con o senza lavanda e fior d’arancio. E laggiù come le fate, se posso chiedere? Non dirmi che ci mettete la carne… Buon weekend da quassù!
Damiana: Vado subito a vedere la tua torta: una mia amica ne fa una di mele con un procedimento simile. Vorrà dire che finirtemo arrosto in tre: io te e la mia amica! Ciao Damiana, grazie per esserci sempre e buon fine settimana
manuela e silvia: Sì, madeleines floreali, queste… Ma si possono fare in tanti altri modi! E voi ci riuscireste benissimo, ragazze… Ciao!
Chiaretta: I casi della vita: pain d’épice, Proust, madeleines… tutto torna, adesso! Perciò non hai scuse per non provare a farle… Grazie per avermi raccontato questa storia curiosa. A presto!
arabafelice: Anche tu le madeleines senza la gobba!?! Non ci posso credere: io non ho mai avuto problemi… E adesso ci tengo a conoscere l’esito della tua prossima sperimentazione… Ciao!
PS: dato il luogo in cui vivi, non mi stupirei se le madeleines avessero veramente bisogno di un passaggio in frigo…
Virò: Io niente silicone, grazie. Non mi piace… E’ molle, fatica a stare in equilibrio, e soprattutto per i dolcetti piccoli trovo che non abbia molto senso. Meglio un banalissimo stampo metallico, o un antiaderente (che sarebbero i miei…). Fammi sapere per cosa hai deciso… Ciao!
Ciao , sono arrivata qui attraverso Yaya … quante cose belle poi mi ha attirato tantissimo la tua sezione dedicata all’avena e ai biscottini fatti con le farine più “ricercate” tutto troppo carino !! Complimentissimi!!!
Cara Sabrine, se non ci fossi bisognerebbe inventarti…
Ma dove le leggo io delle storie come le tue?
Guarda ogni tanto mi chiedo come ti venga l’ispirazione!
Non hai mai delle giornate no dove non ti viene bene niente?
Dimmi di si così ti riporto alla dimensione umana…..
Meravigliose le tue madeleines, ma che te lo dico a fare!
Un abbraccio
bellissimo excursus socioculinario sulla gobba! e favolose la medeleines!! sei troppo forte!
Buona domenica,Sabrine 😀 sei straordinaria!!non solo, brava con le tue spettacolari leccornie,ma una narratrice perfetta,ne hai di fantasia!!io che adoro scrivere,posso asserirlo sinceramente^;^ beh..provero’ le tue “Madeleines”, stando accorta al frigo e a tutto il resto..per il barbecue…stasera, qui in paese, c’è una fiera….mi sa che ne trovero’ qualcuno..ma innocuo, per carita’;))al massimo,rosoleranno qualche salsiccia,per imbottir panini!!!!bacioni cara:-*
he descubierto tu blog por casualidad y me ha encantado! tus fotografías son de lujo y las recetas fantásticas. Que casualidad que una de mis primeras recetas fueron una magdalenas con lavanda y naranja. Te seguiré! Ciao
Ciao Sabrine, io no le ho mai fatte, ma queste mi ispirano assai !!!
Bellissimo questo post, impreziosito dalla ricetta ricercata nei profumi, dalle tue considerazioni e dalle note finali!
Esecuzione impeccabile! Compliementi…mi hai fatto venire un’acquolina in bocca, mmm!!!
🙂
@Sabrine: ahah, grazie per le dritte, ora mi toccherà farle davvero! 😉
Ciao!
ho appena preso lo stampo in Francia (anche se lo vendono al super vicino ma vuoi mettere?) e userò anche la tua ricetta, mi sono documentata sullo shock termico e credo che 200°C possano bastare, no? grazie per i tuoi consigli!
Francesca
profumo di provenza, ricordi di quando ero in francia.. penso che anche proust apprezzerebbe….:-).
Mi piacciono le signore imperfette, le tue madeleines romantiche e profumate e il tuo modo di smontare la religione ( è vero funziona anche senza shock termico 😉
Un abbracio fiorito
” illuminati solo da grandi barbecue di gruppo sulla pubblica piazza” =)
Che bella storia anche stavolta, tu con me one shot one killed, non c’è proprio verso…
Mi piace questa scelta di aromi ma soprattutto mi confermi un dubio che mi portavo dietro da tempo: ma come fa a essere lo shock termico se le madeleines esistono da molto più tempo del frigorifero? 😉
Buona giornata,
Chiara
Sono semplicemente perfette, e straordinariamente profumate!!!
Buona settimana a presto!
ciao,Sabrine^;^ buona giornata cara!!grazie per essere passata dal mio blog:)la tua risposta l’avevo letta,grazie!!voglio provarli, per la 3° volta quei biscottini,sono troppo buoni(gli graham crackers)magari raddoppio le dosi,visto che finiscono in un baleno..che dici,se invece del miele(in sostituzione dellla melassa)aggiungessi 30 gr in piu’ di zucchero di canna,sulle dosi iniziali?quindi 60 gr se raddoppio…forse l’impasto sarebbe piu’ sodo?grazie comunque cara!!un bacio:-*
Orata Spensierata: Oddio… sei proprio brava tu a guardare le cose da un’altra prospettiva! Diciamo che tutti considerano la protuberanza delle madeleines come una gobba. Certo, se invece fosse una pancia, vorrebbe dire che le madeleines hanno un derrière a forma di conchiglia. Un’assoluta novità nel panorama femminile mondiale… resta da vedere se tale da indurre un’impennata nelle vendite di stampi da madeleines da parte di clienti di sesso maschile. Ciao!
Zia Elle: Concordo: buonissime le madeleines! Ciao
Simo: Innanzitutto scusami per la risposta in ritardo. La lavanda? Non si sente tanto… voglio dire: non ti immaginare l’effetto saponetta. E’ un profumo secco, non dolce, che l’acqua di fior d’arancio rende ancora più lieve. Io uso la lavanda in alcune ricette (per esempio nei frollini bleu lavande) e trovo che ci stia bene. Sempre in dosi mitridatiche… Fammi sapere se ci provi! A presto
L’albero della carabola: Cara Simona, grazie di cuore. Non sono una fotografa, ma mi rendo conto che non si può mandare avanti un blog senza delle foto accettabili: anche per rispetto dei lettori… Perciò faccio del mio meglio. Ma quel che più mi interessa, di questa mia esperienza, è l’aspetto della comunicazione, dello scambio: e non solo di ricette. Se una foto comunica qualcosa allora va bene, anche se non è tecnicamente perfetta. Altrimenti è un altro lavoro. Aspetto le tue madeleines: sarò felice se ci proverai. A presto
Cey: Senza stampo le madeleines non sarebbero tali… anche se con lo stesso impasto puoi fare delle tortine tipo muffins o plum-cakes! Certo, il fascino di quella gobba è inimitabile: se non altro per quanto se ne parla! Ciao!
Milena: Passi perché non hai lo stampo o perché non ami le madeleines? Ciao! …senza la gobba…
alessandra: Grazie per il saluto affettuoso. Quanto alla nostalgia per la Francia, devo dire che con le madeleines provo spesso a farmela passare: a volte funziona… A presto!
Dianasuperfly: Grazie! E benvenuta qui. Sì, l’avena mi piace molto, non solo nei biscotti. La metto nei crumbles, nei soda breads e in certi pani: insomma, se piace anche a te qui trovi delle ricette “ispirevoli”. A presto!
viola: Cara Viola, di giornate umanissime è costellata la mia esistenza: non tutti i giorni sono uguali, non tutte le ricette vengono bene, non tutti i post sono esplosivi… ma se fosse sempre tutto perfetto che noia sarebbe questo mondo? Diciamo che per naturale inclinazione (e per rispetto di chi legge) evito finché posso lamenti e piagnistei. E se una madeleine più bruttarella delle altre non finisce nella foto è perché mentre scatto… mangio! A presto
Tepperella: Grazie! A presto
Elisabetta: I barbecue per arrostire le signore non si accendono più con le fascine: oggi ci sono sistemi più puliti, che non fanno fumo. Un pettegolezzo ben architettato vale il rogo, in certi contesti… Anche per questo mi piacciono le madeleines: hanno la gobba e se ne infischiano! Ciao!
fresaypimienta: Mil gracias por tus palabras. Ciao!
Marilì di Gustoshop: Mai fatte delle madeleines? Puoi sempre cominciare adesso…
Elga: Grazie Elga, a presto!
Blueberry: L’acquolina si elimina accendendo il forno, in certi casi. E tirando fuori uno stampo da madeleines… A presto!
Perché non ho (ancora) lo stampo e questo dato mi fornisce un alibi per non allungare oltremodo la lista delle ricette da provare ….
Nanninanni: Se davvero fai queste madeleines mi raccomando: fammi sapere! Ciao!
Acquolina: Cara Francesca, sarò felice se mi metterai al corrente del tuo esperimento madeleines con stampo francese. Buona infornata! A presto!
simoff: Proust e le madeleines… quanto inchiostro su questa storia! Anche dopo le pagine di Proust, intendo… Ciao!
Edda: Mi confermi, da Parigi, che le madeleines vengono con la gobba anche senza chock termico? Grazie Edda… una conferma autorevole come la tua mi rincuora. Perché mica va bene essere sempre fuori dal coro! Un caro saluto (è sempre un grandissimo piacere averti qui…)
cavoliamerenda: Cara Chiara, più della superstizione poté la scienza… o meglio: la logica. Perché il tuo ragionamento non fa una grinza (o è meglio dire… una gobba?). Forse un tempo le mettevano nel ghiaccio (che esisteva) le madeleines? A presto!
stefi: Grazie per il tuo esserci sempre e sempre con tanto affetto: apprezzo… Ti offrirei una madeleine se potessi… Ciao!
Elisabetta: Mia cara, scusami per il ritardo nella risposta (ma forse ti ho risposto già via mail? ricordo qualcosa…). Quanto ai Graham crackers, la sostituzione del miele con lo zucchero di canna può funzionare: saranno meno gommosetti, forse più asciutti, ma direi che ci puoi tranquillamente provare. Fammi sapere! magari nella pagina dei Graham crackers… A presto!
Milena: Quello della lista di ricette da provare che si allunga a dismisura è un problema comune a molti, se ti può consolare… ne so qualcosa anch’io! Ciao!
queste farebbero impazzire il mio fidanzato!!!! brava
Francesca: … e fagliele, allora, ‘ste madeleines!
Ogni volta che sono in Francia per vacanze non c’è occasione che non ritorno con qualche pacchetto di madeleines da portare a casa….solitamente madeleines e macarons così mi rimane il sapore di Francia anche quando sono a casa… Non ho lo stampo, ma provvederò!
qui in Svizzera francese, madeleine tutti i giorni,difatti in questo momento sono a raffreddare:-)L’dea della lavanda mi piace molto, ultimamente ho fatto dei panini alla lavanda, morbidi, senza impasto.Una goduria!