Le meringhe della rivincita
Mai fatte meringhe, fino a qualche mese fa. Non che non mi piacessero: è che avevo impressa nella memoria una scena di quelle capaci di cambiare il corso di un destino culinario. Premessa: mia madre (sempre lei, quella che cucinava in chemisier di seta…) è una cuoca fantastica. In decenni di onorata carriera non c’è nulla che non le sia riuscito bene in cucina. Tranne una cosa: le meringhe.
Avrò avuto sì e no otto anni ed era uno di quei meravigliosi, oziosi pomeriggi d’estate che avrei tranquillamente passato a leggere, o a costruire piste per macchinette sulla ghiaia del giardino. Lo passai invece a traghettare a spalle un’enorme teglia da fornaio in compagnia del figlio della domestica, un ragazzo poco più grande di me che veniva cooptato nel caso di imprese impossibili: come fare le meringhe, per l’appunto. Non so chi avesse consigliato a mia madre di farle cuocere nel forno del panettiere, anziché in uno dei due di cui era dotata casa nostra: ricordo ancora l’aria carica d’emozione in cucina, che dava la misura di quanto quella scelta fosse inconsueta.
Facemmo un primo giro forno-casa, a teglia vuota, baldanzosi come potevano esserlo due bambini incaricati di un trasporto eccezionale in una piccola città, nella quale era impossibile passare inosservati e schivare la curiosità degli altri. Ragion per cui al secondo giro – impettiti come granatieri di Sardegna per mantenere la teglia in perfetto equilibrio – tutti ci conoscevano già. E soprattutto conoscevano il motivo dell’impresa. A quei pochi che non ne erano informati, concedevamo benevolmente di dissipare la cortina di mistero sollevando il telo che copriva le meringhe: e sorridendo soddisfatti ne raccoglievamo i complimenti, perché erano bellissime…
Nessuno ha mai saputo cosa accadde dal panettiere: si pensò a una vendetta della fornaia nei confronti del marito che era solito chiamarla befana, a un garzone bocciato anni addietro da mia madre, alla concomitante cottura di alcuni polli arrosto nella stessa infornata… Ma nessuna spiegazione fu considerata convincente. Ci convincemmo invece all’istante che l’esperimento non sarebbe stato ritentato, pena un’onta indelebile sulla fedina culinaria di nostra madre.
L’ultimo tragitto, il terzo, quello che avevamo accarezzato con la nostra immaginazione di bambini come il più trionfale della giornata, fu un percorso ben più lungo e tortuoso: perché cercammo di evitare tutte le vie conosciute, gli incroci con i capannelli di vecchiette, i bar con i clienti seduti all’aperto. Ma in una piccola città non è che di percorsi alternativi ne avessimo tanti a disposizione… così ci toccò la vergogna, reiterata ogni volta che mani curiose sollevavano un lembo di quel telo per controllare come fossero venute le ormai notissime meringhe.
Quando arrivammo a casa, la visione straziante fu sotto gli occhi di tutti: uno strato sottile e uniforme, di color marroncino. Se non avesse avuto delle crepe più scure, si sarebbe detta una farinata bruciacchiata… in ogni caso: un autentico orrore. Elaborammo il lutto in men che non si dica: mia madre è sempre stata dotata di una generosissima e contagiosa riserva di autoironia. Ma negli annali di famiglia l’argomento “meringhe” venne definitivamente archiviato tra le imprese impossibili da non ritentare.
Solo qualche mese fa, per quel senso di sfida che ogni tanto mi prende, ho deciso che era venuto il momento di riprovarci. E poiché di impresa impossibile si trattava, tanto valeva tentarla con spirito d’avventura: armata solo di frusta a mano. Ho scoperto così che fare le meringhe è semplicissimo.
E adesso ho un solo rimpianto: non poter sfilare davanti a tutti con delle meringhe fatte da me, poggiate su un’enorme lastra da forno… perché quel forno non c’è più. E una domanda: mamma, ma dove l’avevi presa quella ricetta?
LE MERINGHE DELLA RIVINCITA
INGREDIENTI
albumi: 4
zucchero semolato fine: 160 gr (più o meno…)
succo di limone: mezzo cucchiaino da caffé
Tirate fuori le uova dal frigo in anticipo: devono essere a temperatura ambiente.
Sgusciatele facendo in modo che neanche una goccia di tuorlo finisca tra gli albumi, ed eliminate anche le calaze (quella specie di grumi schifosetti che non riescono mai a dissolversi in cottura).
Iniziate a sbattere gli albumi con il succo di limone, con movimenti lenti e ampi per incorporare più aria possibile.
Quando il volume degli albumi è almeno triplicato iniziate ad aggiungere lo zucchero (circa un quarto del totale) e continuate a montare accelerando gradatamente il ritmo. Proseguite con le aggiunte di zucchero, sempre poco alla volta e smettete quando gli albumi saranno montati a neve ferma… anzi fermissima. Cioè dovete rovesciare la frusta e controllare che la neve formi delle punte perfettamente stabili: modello stalagmiti, insomma.
Accendete il forno a 120° e foderate con carta forno una teglia da biscotti.
Riempite delicatamente con il composto una sacca da pasticciere, sulla quale avrete montato una bocchetta di media grandezza: aiutatevi con una spatola di quelle morbide per non strapazzare la meringa.
Disegnate le meringhe con dei movimenti concentrici, avendo cura di distanziarle un po’ tra loro. Cercate di farle regolari, così la cottura sarà uniforme.
Infornatele a 120° per cinque-dieci minuti, poi abbassate il forno al minimo e cuocetele per circa un’ora. Non fatele scurire, devono solo asciugarsi: per cui – anche stavolta – sui tempi di cottura dovete vedervela voi…
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SUMMA MERINGHIANA
(per farla più semplice di quel che si dice in giro…)
1. albumi
– a temperatura ambiente, così montano più in fretta
– senza la minima traccia di tuorlo e senza calaze
– con qualche goccia di succo di limone (per meringhe bianche che si montano più facilmente)
– senza sale (Dario Bressanini ci spiega, da chimico, che non serve)
2. zucchero
– non è necessario usare zucchero a velo (quello in commercio contiene anche aromi e un po’ di amido)
– dello zucchero semolato fine funzionerà a perfezione, ma in definitiva, scegliete quello che preferite, o che avete a portata di mano.
3. rapporto albumi/zucchero
Ho perso un sacco di tempo a seguire le raccomandazioni più disparate: troverete persino chi sostiene che sia indispensabile pesare gli albumi perché il rapporto con la quantità di zucchero dev’essere esatto. Io ho verificato che non serve: semplicemente, più zucchero mettete più le vostre meringhe saranno dense e croccanti. Perciò 20 grammi in più o in meno non fanno la differenza. Ho imparato che posso benissimo non pesare gli albumi e variare la quantità di zuccchero a seconda di quanto voglio che siano dolci le mie meringhe… Comunque, il mio rapporto base è di 40 gr di zucchero per ogni albume.
4. ciotola per montare gli albumi
– di acciaio, vetro o ceramica (la plastica non è mai perfettamente sgrassata…). Meglio non di alluminio o di ferro, perché gli albumi si scuriscono.
– pulitissima (avrete capito che i grassi non aiutano)
– grande a sufficienza (il volume degli albumi aumenta fino a otto volte)
5. volume degli albumi e zucchero
– il volume degli albumi diminuisce se aggiungete lo zucchero da subito
– aggiungete lo zucchero poco alla volta: per queste dosi, diciamo che in 4-5 volte ve la cavate
6. frusta e fruste: come montare?
Non fatevi idee sbagliate: non stiamo parlando di equitazione… né di altro… La questione è quale metodo scegliere tra la frusta a mano e quelle elettriche. Personalmente trovo che gli albumi si montino meglio a mano, ma non escludo che la mia dotazione tecnologica al riguardo sia così datata da non consentirmi di apprezzare al meglio innovazioni più recenti…
Se montate a mano, va benissimo la frusta normale, di fili d’acciaio, ovviamente pulitissima. Dovete iniziare con movimenti lenti e molto ampi, per incamerare più aria possibile, e accelerate solo quando vedrete un bel po’ di schiuma… ma senza trasformarvi in un robot da cucina: non serve.
Se invece optate per la soluzione high-tech, non so dirvi molto: ne sapete di sicuro più di me…
7. sacca da pasticcere
– indispensabile per formare le meringhe
– sceglietene una piuttosto grande, e riempitela con l’aiuto di una spatola di gomma
– a bocchetta dev’essere di media grandezza, del disegno che preferite voi.
Se una sacca da pasticciere non l’avete mai usata, date un’occhiata a questo video. Se invece avete intenzione di farvi aiutare da vostro marito, ma non volete fargli capire che gliela state facendo pagare per quelle noiose cene di lavoro che vi infligge ultimamente, propinategli questo: imparerà a perfezione. L’unico rischio è che – ipnotizzato da Edna – cominci a usare la sac à poche anche per la schiuma da barba…
8. tempi e temperature di cottura
Altra questione assai dibattuta: se ne sentono (e se ne leggono) di tutti i colori, mentre basterebbe ricordarsi che qui di colore ne serve solo uno: il bianco. Perché l’importante è che le vostre meringhe cuociano senza assumere quel temutissimo color nocciola…
Temperatura: io inizio con il forno un po’ più alto (120°) e poi dopo una decina di minuti abbasso al minimo e continuo per circa un’ora. Le meringhe, più che cuocere devono asciugarsi. Perciò, visto che tanto qui non ci sente nessuno, vi farò una confidenza: io le ho cotte persino a forno spento, dopo che lo avevo acceso ad alta temperatura per cuocervi il pane… ma non ditelo in giro!
Potete aprire lo sportello del forno e controllare tutte le volte che volete: le meringhe non si sgonfiano. Ma non tenetele in forno finché non diventano dure al tatto, perché rischiate di cuocerle troppo. Provate a tirarle fuori dopo un’ora, anche se sono ancora un po’ appiccicosette, e lasciatele asciugare all’aria, oppure spegnete il forno e lasciatecele, ma con lo sportello aperto: quando si saranno raffreddate probabilmente saranno della giusta consistenza. Se così non fosse, riaccendete il forno e cuocetele ancora per un po’…
Ingredienti: limone • uova • zucchero semolato
:-), non le ho mai fatte,,,vedremo!
Una sola volta ho provato a farle. Di grazia che nessuno a visto il risultato…molto simile a quello di tua madre. Ma da buon ariete che sono e quindi testarda ci riproverò seguendo i tuoi consigli e la tua ricetta.
Baci. Lisa
Anche tu meringhe alla Bressanini, eh?
Sono una gran soddisfazione, ed anche io come te ormai non sto piu’ a pesar nulla, ma aggiungo zucchero ad occhio mentre gli albumi montano (ma non diciamolo in giro…)
Vuoi ridere? Quando qui e’ caldo-caldo, in Estate, e per caldo intendo 50 gradi all’ombra…beh, ho fatto le meringhe ecologiche, cotte dal sole!!
La prova e’ stata fatta con meringhe di piccole dimensioni, lasciate una giornata in giardino, al sole: perfette :-))))
Anche io ho fatto le meringhe e mi sono venute buonissime. Penso anche io, fra l’altro, che siano davvero facili da fare oppure… ho avuto un gran c… però le ho già fatte tre volte e sono venute sempre strepitose!
Baci
Stefania
Anch’io ho una mamma che ai fornelli fa faville!! E anche le meringhe a lei venivano sempre benissimo!!!Me le ricordo tutte colorate! Che nervi! Neanche a dirlo, io non le ho mai fatte. Però le tue mi incuriosiscono…. magari le provo 🙂
Bravissima!!
Una volta ho provato anch’io a farle…un fallimento colossale…proverò con la tua ricetta!Un abbraccio
Ciao 🙂 Che bella la scena dei tuoi ricordi infantili… penso che siano quelli che restano più impressi nella memoria.
E grazie, davvero, GRAZIE per questa summa meringhiana! Nonostante la mia poca esperienza in cucina mi sfarfalla da un po’ in testa l’idea di fare le meringhe (mia sorella le adora) e le tue dritte e la tua ricetta cascano proprio a puntino! 🙂
Grazie davvero e complimenti per la splendida riuscita
un abbraccio e buona serata
Giulia
Bellissimo post! Utilissimo e divertente…e ormai le meringhe sono tra le mie migliori amiche…gluten free!
Buon fin settimana
che belle!!!quelle che facevo con la mia mamma da bambina si afflosciavano subito, e non diventavano mai bianche e croccanti…ora proverò a darle la tua ricetta. grazie, baci
Ecco io adoro i dolci, tutti, cioè quasi tutti, non amo i dolci bagnati nel liquore e, per motivi a me ignoti, le meringhe. Qua le pasticceria fra bigné e diplomatici fanno anche delle paste composte da due meringhe farcite tipo panino con la panna montata, ma neanche quelle mi convincono. Però Sabrine quanto mi sono divertita a leggere la tua storia del “trasporto speciale”. E presa dall’entusiasmo per il racconto ho anche guardato il video, che artista quell’uomo.
Le storie delle peripezie culinarie di tua madre mi divertono sempre molto… E tu sei bravissima a raccontarle! Sembrava di essere lì con voi a trasportare la teglia…
Neppure io ho mai fatto le meringhe, proprio perchè ho sempre sentito dire che sono moooolto complicate. Cosa che però, leggendo la tua ricetta, non mi pare proprio…
Buona serata e buon fine settimana!
Ciao Sabrine,
bellissimo il tuo decalogo concordo in tutto quello che hai scritto, le meringhe sono veramente fantastiche da fare e i tuoi accorgimenti aiuteranno molto
un salutone
Manu
Le adoro ma non mi sono ancora cimentata…lo farò presto però…mi hai dato coraggio, le tue sono bellissime…posso provare!!PS Ti ricordi poi di mandarmi le ricettine di nonna Papera?Grazie e un bacione
io ti adoro!!!!! si può dire??? io ho il terrore delle meringhe… insomma fin da bambina proprio dal libro di nonna papera ho provato la mia prima ricetta, sarà stato il forno sarà stata la mia inesperienza, sono venute peggio di quelle della tua mamma, continuando negli anni, mi sono perfezionata, bianche fuori e molli dentro… ma queste sono perfette!!!! e tu dici che ci posso riprovare???? ma ci riprovo!!!!!! eccome se ci riprovo!!!! grazie! baci Ely
e brava sabrine! io invece ho seguito scientificamente le indicazioni di dario cambiando solo il rapporto zucchero/albume. le tue però hanno un aspetto decisamente migliore, bravissima!!
adoro le meringhe e le tue sono stupende!!!! compliemnti!
le ho preparate qualche volta, bellissimo post, complimenti!!!
sei un pozzo di aneddoti fantastici!! 😀 certo che con questa summa, sbagliare è quasi impossibile (ma io mi sa che passo, eheh). la sola domanda è: dopo i pistokkeddos e le meringhe…che ne è stato dei poveri mistrattati tuorli??? 😀
sabrine
dario bres alias l’uomo meringa ha da essere moooolto orgoglioso di questa tua spiegazione sul mondo dell’albume!
bravissima, come sempre.
buon we!
Bellissime queste meringhe Sabrine. E’ da un po’ che voglio riprovare a farle e ogni volta rimando. Sarà lo spettro del sac a poche…
Complimenti, il tuo racconto è delizioso come sempre ^_^
P.S. quando parli di recipiente di metallo, da EVITARE alluminio e ferro perchè si rischia di “colorare” la meringa!
Un bacio
Nonostante il tuo belissimo post, la spiegazione dettagliata e l’aspetto meraviglioso delle tue meringhe, non credo proprio che ci proverò!
Ne predo una delle tue!!!
Un saluto
Kemi
…sono stata dieci minuti buoni d’orologio a rimirare la foto…sono p-e-r-f-e-t-t-e!!bianchissime…davvero stupende, cara Sabrine!e che bella la storia, vi immaginavo con la teglia dal forno a casa :):)
non ho mi sono mai cimentata nelle meringhe per la paura di combinare un pasticcio color nocciola :)però questo post mi ha tentato troppo 🙂 segno tutto…grazie!un forte abbraccio e uno splendido weekend! 🙂
oddio non ci credo allora non sono l’unica! anche io ho terribili immagini impresse nella mia memoria infantile di meringhe ridotte a stato semi-liquido e super appiccicoso simil chewing gum!!
dai..con questo splendido post, mi hai convinta!!!
Pensavo di sapere già tutto sulle meringhe (ne ho fatto anche un post), ma invece come al solito da te si impara sempre, soprattutto a semplificare! Il racconto della tua infanzia sembra uscire da un film, mi sono andata anche a leggere della tua mamma.Io ho una suocera che si destreggia in cucina con completini di sartoria, profumo e capelli sempre in ordine. Proprio come me…!
Buona serata!
anch’io ho subito un trauma da meringhe non riuscite ed ora quando l’amato me le chiede perchè ne è ghiottissimo svio sempre l’argomento, però leggendo il tuo post mi sono incoraggiata, mi sa che senguendo le tue indicazioni ci proverò. le tue sono meravigliose, brava!
un “bravissima!” non te lo toglie nessuno!
le meringhe sono uno dei miei (tanti) talloni d’achille, sperimentate varie volte e mai venute come si deve. bianche sì, sempre troppo appiccicose… eppure le avevo cotte per ben più di un’ora…
proverò seguendo passo passo le tue istruzioni, anche perché è uno dei pochissimi dolci veramente amati da mia figlia e vorrei, di qui al suo compleanno, riuscire a farle una pavlova degna di tale nome.
come sempre, molto divertente e mai sopra le righe il racconto. non riesco a immaginarti, sabrine, e mi incuriosisce assai
p.s. istigata da due giovani e intraprendenti bloggeuses fiorentine ho comprato il té matcha, che peraltro costa uno sfondo. risponderai ancora ai miei commenti? 😉
Anna:Non ti pare che sia giunta l’ora di provarci? Ciao
dolceamara: Forse non avevi ben chiari tutti i passaggi e quei piccoli suggerimenti che sono fondamentali per fare le cose semplici: riprovaci, e poi raccontaci com’è andata! A presto
arabafelice: In realtà Bressanini pesa gli albumi, mentre io no… poi usa le fruste elettriche e ci mette l’acqua. Insomma, qualche differenza c’è, ma i suoi pezzi mi hanno scientificamente illuminato. Invece non potrò ispirarmi alla tua tecnica di cottura al sole: qui, non se ne parla nemmeno… A presto!
fantasie: Propendo per la prima ipotesi: le meringhe sono davvero facili da fare. Brava Stefania!
Zia Elle: Direi proprio che ci devi provare a fare meringhe, se non altro per tenere alta la tradizione di famiglia! Ma la ricetta della tua mamma com’è? Sono curiosa… A presto
marifra79: Guarda, prima di iniziare bisogna studiarsi bene la questione e capire il perché di certi piccoli accorgimenti. Fatto questo, le meringhe vengono da sole! Provaci … e fammi sapere. A presto
Giulia dans le noir: Felice che la Summa Meringhiana ti sia utile! A esser sincera l’ho scritta per mia mamma, che adesso si chiederà come io faccia a fare meringhe con tanta facilità… Comunque, se provi a farle mi piacerebbe sapere come ti riescono: ci tengo! A presto, Giulia
Glu.fri cosas varias sin gluten: Che bello sentirti… da laggiù! Davvero ti piacciono tanto le meringhe? Ma sai che non avevo pensato al fatto che sono senza glutine… sai quanta gente mi scrive chiedendomi ricette gluten-free, ma io non avendo esperienza in questo campo non mi azzardo a dare consigli… e nemmeno ricette. Ma secondo te, posso etichettare queste meringhe come prive di glutine? Mi piacerebbe saperlo… Buon fine settimana, laggiù!
Lady B. Alle mamme si può perdonare di non saper fare le meringhe… ma penso che se le passi la ricetta (Summa Meringhiana compresa) ti stupirà! Ricambio il saluto affettuoso
Marina Peccato che non ti piacciano: ti avrei vista bene tra un valzer e l’altro, abbigliata come la principessa Sissi, a piluccar meringhette da donzella. Quanto al video, non mi dire che ti sei perso quello per soli uomini: la cara Edna che spiega come usare la sac à poche è indimenticabile! Ciao Marina!
Carolina Ti confermo che non c’è nulla di complicato nel fare meringhe: solo una serie di piccoli accorgimenti, da studiarsi per benino prima di cominciare. Direi perciò che per una ragazza fresca di studi la cosa dovrebbe risultare alquanto facile… Se ci provi, mi fai sapere? Ci terrei tanto… Ciao Carolina, e buon fine settimana anche a te
Manu Grazie! Sto scoprendo che la mia Summa Meringhiana è utile anche ad altri: mi fa un grande piacere. A presto!
Ambra Allora prendoi il coraggio a quattro mani e … buttati! In una bella ciotola piena di albumi perfettamente montati a neve, s’intende. E poi raccontami se l’esperimento è riuscito. Ciao!
P.S.: mi devi scusare, le ricette le ho scaricate oggi e conto di riuscire a spedirtele domenica… Grazie per la pazienza.
Ely Ma certo che ci devi riprovare! Se ti restano molli dentro, prova a farle asciugare un po’ di più. Oppure prova a farle più piccole: 3 cm di dametro. E vedi come ti vengono… A presto!
P.S.: e se volessi riprovare a farle con la ricetta di Nonna Papera…
Cristina Sei molto gentile. Dario Bressanini è uno scienziato, e io sono solo una signora che cucina con leggerezza… Ma una sintesi tra le sue nozioni scientifiche e le mie indicazioni pratiche può in effetti tornare utile. A presto!
Puffin Grazie! Hai trovato difficoltà nel farle, le tue meringhe? E con quale ricetta hai provato? Mi piacerebbe confrontarmi… Ciao!
BreadandBreakfast: Con la Summa Meringhiana ci potresti anche provare, a far meringhe… mai dire mai! Quanto ai tuorli, li ho impiegati per spennellare panini di ogni genere e li ho messi in una frittata di carciofi. Non erano tanti, anche perché nei pistokkeddos ci sono tutti… A presto!
Babs: Cara Barbara, ti dirò… avevo un certo imbarazzo a citare un nume della scienza come Bressanini. Ma dato che alcune indicazioni le avevo tratte proprio da lui, non ho potuto esimermi dal farlo. Spero non gli dispiacerà… Grazie di cuore per i tuoi commenti, sempre simpaticissimi e affettuosi. Buon fine settimana!
Federica: Brava! Mi sono dimenticata di scriverlo: niente ferro e alluminio. E’ che io uso una ciotola di acciaio, o una di ferro smaltato (che va bene comunque)… Grazie mille per la precisazione (vedi, queste sono le cose che mi piacciono del blog…). Correggo subito! A presto
kemikonti: Mai dire mai nella vita: anche in cucina! Anche perché non hanno ancora inventato l’adsl per meringhe… Ciao!
marzia: Cara Marzia, grazie per le tue belle parole. La storia è vera, come il bianco delle meringhe (effetto del succo di limone, eh eh…). Se decidessi di provarci anche tu ne sarò davvero felice. E sappi che se ti dovessero uscire dal forno di un lieve color nocciola, potrai sempre spacciarle per “meringhe alla polvere di nocciole scappate”! Tranquilla: ho fatto anche questa, di esperienza… Buon weekend anche a te!
Alice: Anche tu devi riaverti da un trauma infantile causato da meringhe? Studiati la Summa Meringhiana e provaci! Ti passerà… A presto. E… nel caso, fammi sapere!
lucia: Semplificare: tutte le volte che si può. Altrimenti come si fa a convincere le giovani ragazze, soprattutto le mamme, a cucinare? La sfida vera è farlo, magari in chemisier di seta stampata (quanto mi piacerebbe averlo adesso, quel vestito…). Ciao! E un saluto anche a tua suocera…
ele: Provaci! Provaci al più presto. Fagli una sorpresa: prepara le meringhe e fagliele trovare con un biglietto. “Per te ho imparato persino a fare le meringhe. P.S.: domani sera c’è quello spettacolo che ti dicevo: ho già i biglietti.” Non vorrai mica perderti un’occasione simile…
LaGaiaCeliaca: Vuoi farmi arrossire? Guarda che questo è un post… bianco! Comunque, provaci davvero a fare meringhe in vista della pavlova di compleanno. E se hai bisogno di assistenza: ci sono.
A presto!
P.S.: risponderò sempre ai tuoi commenti, fosse anche l’una e quarantanove di notte. Ma certo, se mi evitassi una pavlova al té matcha…
Te l’ho già detto che dovresti o potresti scrivere un libro? hai quest acapacità di farmi immergere nella scena…insomma…me l’immahino quell’estate, calda, il piccolo paese, la gente che vi osserva passare…a te e al garzone, mentre fate le spedizioni al forno con il prezioso carico!
…ed anche io ora mi domando…ma tua mamma …che combinava, non aveva la summa che hai ci hai lasciato tu ora!
Mi tornerà utile…io non ho traumi infantili…ma la meringa resta un mio tabù che voglio superare presto…anche grazie alle tue dritte!
complimenti per tutto!…donna generosa!
Terry
Ma sono perfette!!!! assolutamente da vera pasticceria!!!! le proverò…un bacione
Che bella soddisfazione e rivincita!! Brava!
Che beeelle, complimenti! Sembrano tanti piccoli soldati sull’attenti! ^_^
Io fino a qualche settimana fa avevo ancora parecchi problemi con le meringhe, con la frusta a mano proprio non mi riescono O_o
Adesso ho comprato lo sbattitore e le cose vanno migliorando; proverò anch’io a fare tanti piccoli soldatini candidi come questi seguendo la ricetta della tua mamma 🙂
Baciotti
Io con le meringhe sentivo di aver chiuso…dopo questo tuo post quasi mi sto convincendo del contrario…magari un altro tentativo potrei pure farlo…quando avrò il forno giusto comunque!…la prima esperienza è stata talmente traumatizzante e deludente che non solo ho cestinato tutto ma volevo buttarmi io stessa… :-(( …fai te…
sai che è stata la stessa cosa pure per me?? Ci sono preparazioni che intimoriscono ma poi, dopo vari errori, c’è qualcuno che arriva e ti spiega e tu capisci di non essere un'”imbranata” semplicemente mancavano i trucchetti…e ora mi nascono splendide meringhe! Grazie per questo bellissimo post che aiuterà chi ha avuto, fino ad oggi, problemi come i nostri! Buon w.e. Paola
Sabrine ,non so se sia più gustosa una bella meringa con la panna , o il tuo racconto ! Grazie , avevo proprio bisogno di un momento così ! chiara
Veramente, CHE BEL BLOG e CHE BEL LEGGERE…e perchè no, anche CHE BELLE FOTO!!!Spiegazioni sulle meringhe perfetta, proprio ieri ho provato a fare i macarons, se avessi letto questo post ieri (anche se si tratta di due cose diverse) sarebbe stato meglio!!! 🙂
No, proprio io non mi ci potrei cimentare, pasticciona come sono!
Complimenti ti sono venute una meraviglia…ma sai che avevo sentito in un altro blog, che vengono magnificamente anche nell’essicatore?
Un abbraccio e buon sabato.
sabine quanto mi piacciono i tuoi post…mi perdo nelle tue storie che riesci a farmi rivivere nel modo che hai di narrare i dettagli le emozioni…è una dote saper scrivere nn c’è niente da fare!!Cmq io di fronte alle merighe o macarons ho sempre una sorta di timore,i macarons sono andati adesso sarebbe il momento delle meringhe ma cosi belle e bianche a me nn verranno mai!!!sono proprio bellissime le tue delle soffici nuvolette golose!!baci imma
BRAVISSIMA!!!Che bel post,mi e’ piaciuto cosi tanto che gia’ sono ripassata per rileggermelo.Io peso lo zucchero e poi ignoro la quantita’ pesata…..(lo so,non e’ normale..)e le faccio anche senza la sac a poche,ma con un cucchiaione.
Ancora tanti complimenti,un bacione
Per fortuna mia madre é una frana con i dolci..così mi butto su quelli!eheh..bellissime le tue meringhe!
ci credi che ho tirato fuori gli albumi 2 ore fa x provare le meringhe?? magari è la volta buona…per me il problema è la cottura per il terrore che non siano cotte le lascio sempre troppo! ti vedrei bene girare x le stradine con il tuo trofeo!!
Sabrine, le meringhe sono assolutamente senza glutine: chiara d’uovo, zucchero, limone e tanta bravura come la tua…chiedimi qualsiasi cosa, nel mio blog e in quello di Gaia ci sono dei post su “invito a cena con celiaco”…prova a darci un’occhiata…Ma che bello e’ importante che anche i non celiaci cucinino gluten free!! Un abbraccio da quaggiu’
Geazie!
Articolo utilissimo!!!
http://www.calagos.altervista.org/portale/node/60
Che bel post!!!!Sono venuti bellissime e perfetto allineati;))!
Io non ho ancora provato a farli ma ci sara la mia sfida personale;))!!
Ciao! 🙂
Mi stupisco sempre del “successo” della mia procedura scientifica per fare le meringhe. Io quando l’ho scritta non avevo assolutamente idea che le meringhe fossero la “bestia nera” di così tante persone 😉
ciao e grazie per la citazione
Dario
quando le meringhe riescono perfette, sode e bianche come le tue la soddisfazione non ha uguali… sei stata bravissima… guardare queste meringhe e leggere insieme un pezzo di passato è una vera gioia!!! un bacio
Scopro oggi il tuo blog con immensa gioia..poi le meringhe un must della pasticceria, ma da sempre cosi’ temute che non ho mai osato..ti ringrazio della perfetta spiegazione.
Provero’ anche io!!
Buona domenica..!
Angela
e andiamo la rivincita delle figlie…mi piace!
bellissime meringhe
Ciao!! Bravissima, queste meringhe son davvero carinissime!
Neppure noi le abbiamo mai provate: da piccole si cimentavano mamma e papà, e fatte in casa son proprio gustosissime!
baci baci
ciao sabrine, io e le meringhe una sfida aperta.. :(( ma ci riproverò con i tuoi consigli…
ho un dono per te….
se ti và passa un’attimino…
ti lascio il mio link:http://langolodinanny.blogspot.com/2010/03/la-barba-dei-frati-in-insalata.html
buon fine settimana
Già tua mamma era una “sperimentatrice”! sicuramente la colpa sarà stata del forno!
bellissimo il tuo racconto e bellissime le meringhe, io non le ho mai fatte a mano, sempre con fruste elettriche, mi sembra un’impresa impossibile farle a mano! Ciao!
Francesca
Spettacolari!
Hai superato tua madre, bravissima!
il tuo post mi è piaciuto moltissimo! non ho ancora provato a fare le meringhe….ancora non mi sento pronta! 🙂
uhh quanti bei consigli…..io c’ho provato varie volte con scarsi risultati ma adesso ….mi hai convinta !
grazie!
Pippi
Il tuo racconto è esilarante e forse anche un filo romantico, mi ha riportata di colpo a un mondo raffinato che non c’è più: la domestica, il fornaio, la mamma che cucina vestita di seta… e le meringhe, anche quelle sono un po’ d’antan, no? A me piacciono molto, ma ho, appunto, il problema che mi escono un po’ gommose. Riproverò seguendo i tuoi consigli!
Rivincita a distanza ma pur sempre di rivincita si tratta 😉
Quel forno non c’è più, ma ci sono queste meringhe adesso con il loro decalogo improntato alla semplicità. Mi piace quando si riescono ad avere risultati notevoli senza tirare giù tutto il mondo delle idee di Platone. Basta la frusta a mano…e qualche sorriso. Le meringhe verranno!
😉
Grazie come sempre e buon inizio settimana!
Forse dopo questo BELLISSIMO! post, tenterò anch’io la mission fino ad ora impossible..grazie Sabrine!Smack
terry: Cara Terry, rifletterò sull’idea del libro… confidando nel fatto che almeno un lettore l’ho trovato! Nel frattempo continuerò ad appuntare le mie ricette. E se grazie a ciò, riuscissi a convincerti che fare meringhe non è affatto un’impresa impossibile… Ciao Terry!
Luciana: Io non so se siano perfette, ma certo sono facili da fare… e buone. A presto!
Nel cuore dei sapori: Una bianca, croccante, ma scioglievolissima rivincita… Ciao!
Daphne: Grazie! In effetti fanno un po’ l’effetto dei guerrieri cinesi di terracotta… Comunque, tienimi aggiornata su come procedono gli esperimenti con lo sbattitore elettrico… Buone meringhe! A presto
PS: comunque, la ricetta non è quella di mia mamma: altrimenti avrei ottenuto una frittella marrone bruciacchiata…
la Fenice: Onde evitare traumi e conseguenti tentativi di infilarsi nella pattumiera assieme alle meringhe malriuscite, ti consiglio di leggerti bene tutto il procedimento (è un po’ lunghetto, ma se ti interessa…) e poi di riprovarci in un pomeriggio di calma. Fammi sapere! Ciao
paolaotto: Cara Paola, è proprio vero: non bisogna lasciarsi intimorire da certe preparazioni. Anche perché spesso ce le presentano più difficili di quanto siano in realtà! Meringhe comprese… Ciao e grazie
Chiara: Cara Chiara, se i miei racconti ti fanno l’effetto di una bella meringa con la panna… continuo! Grazie e a presto
Valentina: Troppi complimenti… mi imbarazzano! Comunque, meringhe e macarons sono parenti stretti: trovo che alcuni suggerimenti di base vadano bene per entrambi. Perciò sono felice se il post ti può essere d’aiuto. Grazie e a presto!
Rido e sorrido all’idea di due ragazzetti che vanno a spasso con le meringhe per un piccolo borgo…
Simo: Non possedendo un essiccatore, non saprei dirti. Ma arabafelice ci ha raccontato di averle fatte lasciandole asciugare al sole… quello dell’Arabia Saudita, però! Il concetto comunque è quello che le meringhe più che cuocere devono asciugarsi. Ciao!
dolci a …gogo!!!: Cara Imma, essendo tu una indiscussa stella della pasticceria internettiana, mi viene assai difficile pensare che non saresti in grado di fare delle belle meringhe. Anzi, immagino già l’ambientazione della foto: una di quelle tue esplosioni di colori, tanto partenopee… Ti aspettiamo!
Edith Pilaff: Scusa, ma cosa vuol dire che pesi lo zucchero e poi ignori la quantità pesata? Te la dimentichi? Quanto all’uso del cucchiaio per la formatura delle meringhe, è una delle opzioni disponibili, certo… ma io mi diverto così tanto con la sac à poche! Ciao!
NIGHTFAIRY: Grazie! Mia madre invece è bravissima a fare dolci, ma le meringhe sono evidentemente il suo tallone d’Achille… A presto
Giò: Essendo trascorso qualche giorno dal momento in cui hai tirato fuori gli albumi dal frigo, sono proprio curiosa di sapere come sono venute le tue meringhe… Quanto alla cottura, puoi tirarle fuori dal forno dopo un po’, lasciarle asciugare mezz’ora e poi verificare se la cottura è ultimata. Nel caso, puoi sempre rimetterle in forno… Aspetto tue notizie
Glu.fri cosas varias sin gluten: Io non mi sono mai posta il problema del glutine, ma mi rendo conto che c’è un sacco di gente che invece deve tenerne conto: per cui mi piacerebbe introdurre un’etichetta “senza glutine” nelle mie ricette, per rendere facilmente ricercabili nel mio archivio tutte le preparazioni gluten-free. Darò un’occhiata alle letture che mi consigli, e nel caso… posso contare sulla tua consulenza? Grazie e a presto, da quassù
Mary: Mi fa piacere che consideri utile questo post sulle meringhe. Grazie! E a presto
Oxana: Guarda, fare meringhe in casa è una bella sfida… di quelle che si possono vincere! Se provi a farle, fammelo sapere: ci tengo a sapere com’è andata… A presto
Dario Bressanini: Caro Dario, che onore averti qui. La citazione era dovuta, perché i tuoi pezzi sulle meringhe me li sono studiati attentamente, insieme a tanta altra letteratura meringhiana sparsa per la rete e nella mia biblioteca di cucina.
Quanto al procedimento, il mio differisce invece dal tuo: perché io non peso gli albumi, non ci aggiungo acqua e cuocio le meringhe molto, molto meno.
Infine: non so fare delle lumachine di meringa come le tue…
Ciao Dario e grazie! I tuoi post sono sempre illuminanti, una sorta di “faro della scienza” che irradia la sua luce nella mia piccola cucina. A presto!
Fabiana: Grazie per le tue belle parole… A presto
l’atelier di Pilaf: Cara Angela, ha proprio ragione Dario Bressanini: le meringhe fanno ancora paura a molti. Io penso che sia perché in molte ricette la si fa troppo difficile… spero con il mio post di aver contribuito alla semplificazione di questa ricetta, che può invece dare tante soddisfazioni. Fammi sapere se ci provi… Ciao!
paolo: Grazie! Rivincita alla portata di tutti, quella delle meringhe… Ciao!
manuela e silvia: Avete persino un papà che vi faceva le meringhe? Ecco svelato il mistero delle gemelle più cuciniere del web… Ciao ragazze!
anna…: Cara Anna, direi che potresti provare a chiuderla una volta per tutte la tua sfida con le meringhe! Anzi: provaci davvero, e fammi sapere… Quanto al dono, ti ringrazio molto per il pensiero, ma non ti assicuro di riuscire a ritirarlo: il tempo è pochissimo… ma grazie di cuore!
Acquolina: Cara Francesca, montare gli albumi a mano non è affatto difficile, ma non puoi farcela con una forchetta: serve la frusta. E un ritmo lento e cadenzato: tutto qui. Vengono meringhe perfette: provare per credere! Trovo invece che le fruste elettriche siano troppo veloci, gli albumi non mi si montano mai a perfezione… Ciao!
camalyca-la mucca pazza: Superare mia madre nel far meringhe, dati i risultati pregressi, non è che fosse un’impresa tanto ardita… Comunque grazie! A presto
Micol: Vuoi un consiglio? Studiati bene il post, si tratta di capire bene due o tre cose fondamentali… e poi: lanciati! Atterrerai su un tappeto di meringhe bianche e perfette. E’ più facile di quanto si pensi… Ciao!
Pippi: Felice di averti convinta a fare meringhe, ma adesso mi sento addosso la responsabilità della tua impresa: e muoio dalla voglia di sapere se l’esito è stato soddisfacente. Ti aspetto… Ciao!
Onde99: Il fornaio ha chiuso bottega, la domestica è un medico ucraino che viene a ore, ma la mamma cucina sempre abbigliata come se stesse per uscire. Le meringhe sono invece assai migliorate, con il tempo… A te vengono gommose? Evidentemente non sono cotte del tutto… Riprovaci. A presto!
Gambetto: Caro Mario, sarà che a Platone preferivo Aristotele, ma a me semplificare le cose fintamente difficili dà sempre una grandissima soddisfazione: meringhe comprese. Perché se uno fa un po’ di pratica scopre che ad essere sbagliate non sono le meringhe, quanto l’idea che della meringhe ci siamo fatti: ma forse non staremo andando troppo in là, a scomodare persino gli archetipi, in cucina? … Ti abbraccio, caro Mario, a presto
Saretta: Fare meringhe non è affatto una missione impossibile. E non ci vuole nemmeno tanto tempo! Se hai voglia di provarci, mi farebbe tanto piacere sapere della tua sperimentazione… che ne dici? A presto!
Isafragola: Siamo in due a sorridere… Ciao Isa!
Sono stupende! E davvero utile la summa meringhiana! 🙂
Il tupi ha detto che erano bellissime, con un faccino sognante. A me veniva un po’ da ridere, visto che il risultato della mia prima volta con il sac a poche non era proprio brillante! Stamattina ne ha voluta una prima di colazione.
La cottura le ha lasciate bianchissime, anche se il minimo del mio forno (50 gradi) era troppo basso e ho dovuto alzarlo altrimenti anche dopo un’ora e mezza mi rimanevano troppo morbide.
Un bacio di buone feste!