Il pane che non dovete impastare
C’è un tale Mr. Lahey a New York che ha divulgato al mondo una scoperta sensazionale. Ma Jim Lahey non è uno scienziato: fa il fornaio a Manhattan.
Siccome è uno che non teme la concorrenza – neanche quella delle massaie – un bel giorno di tre anni fa ha scritto una e-mail a un giornalista del New York Times: “La invito a venire da me per apprendere una tecnica di panificazione semplicissima, che consente alla gente di farsi un ottimo pane a casa con minimo sforzo”.
Il giornalista non si è fatto scappare l’occasione e ne è nato un caso “panettieristico” internazionale (perdonatemi il terrificante neologismo): articoli tradotti in varie lingue e ripresi in poche settimane dai foodblog di tutto il mondo, e un filmato che è diventato un cult su YouTube.
La “rivoluzione Lahey” ha avvicinato all’idea del pane fatto in casa migliaia di persone, alle più disparate latitudini, grazie al fatto che questa è una ricetta alla portata di tutti… e sottolineo: “tutti”. Perché mr. Lahey sostiene – non a torto – che con il suo metodo il pane lo può fare anche un bambino di quattro anni (a nessuno venga in mente, per favore, di lasciare l’infante in compagnia del forno acceso come baby-sitter… i bambini devono essere accompagnati, davanti alla tivù e pure davanti al forno).
La tecnica è di una semplicità estrema e soprattutto non richiede lavorazione dell’impasto: è il tempo a fare tutto. Ci vogliono circa 20 ore per sfornare una pagnotta, perchè la quantità di lievito è minima, e questo è forse l’unico ostacolo da superare. Per il resto: non fatevi problemi di farine, stampi, forni e lieviti. E mettete da parte l’armamentario concettuale del perfetto panificatore casalingo: non vi servirà a nulla, perchè il “metodo Lahey” è quanto di più flessibile possiate immaginare in merito a tempi di lievitazione, dosi e ingredienti.
Vi serviranno solo un forno e una pentola con coperchio che possa entrarvi (di ghisa, pyrex, coccio, acciaio: va bene tutto). Per il resto solo farina, acqua, lievito e sale. Una lista di ingredienti che più breve non si può per un pane buono, con una bella consistenza e una crosta croccante.
Tutto il mondo – almeno quello dei food blog – lo conosceva: io no. Quando l’ho scoperto su un sito americano è stato amore a prima vista… mi è riuscito perfettamente, da subito. E allora – mi son detta – magari c’è ancora qualcuno come me, di quelli che arrivano dopo, di quelli che non hanno ancora fatto una focaccia con l’uva fragola (…), a cui farebbe piacere conoscerla questa straordinaria invenzione.
Così oggi lo posto. Per tutti quelli che hanno un animo da fornaio della domenica. Anche se oggi è lunedì.
Buon inizio di settimana a tutti,
S.
IL PANE CHE NON DOVETE IMPASTARE
INGREDIENTI
farina bianca 00: 3 tazze, più un po’ per infarinare
acqua: 1 tazza e mezzo
lievito di birra disidratato: 1/3 di cucchiaino
sale fino: 1 cucchiaino e mezzo
crusca o semola: qualche cucchiaiata
Miscelate bene in una ciotola farina, sale e lievito. Aggiungete l’acqua e mescolate rapidamente con la mano finchè il tutto non si trasforma in un impasto molle e appiccicoso. Sigillate con la pellicola e dimenticatevi la ciotola e il contenuto per 12-18 ore (io ne aspetto in genere 16).
Trascorso questo tempo, l’impasto si presenterà pieno di bolle e ancora molto molle. Rovesciatelo sul piano di lavoro infarinato, schiacciatelo delicatamente con le mani per allargarlo un po’, e fate due giri di pieghe (il filmato le illustra benissimo e vi annoierei a spiegarvele io). Poi mettete la pagnotta, con la parte liscia sopra, su un canovaccio pulito ricoperto di crusca (o semola), spolverizzate con la stessa la superficie superiore e lasciate lievitare, coperto dal canovaccio per altre 2-3 ore.
Accendete il forno a 240° e metteteci dentro la pentola con relativo coperchio.
Quando sarà ben calda (e questo dipende dal vostro forno, ma la temperatura dev’essere davvero elevata…) estraetela dal forno (attenzione… ) e schiaffateci dentro la pagnotta con il lato piegato verso l’alto (cioè dovrà stare nella pentola al contrario di come stava sul canovaccio: parte liscia sotto). Non abbiate paura: non si attacca.
Infornate e cuocete per 30-35 minuti con il coperchio, poi per altri 15-20 senza.
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Ancora titubanti? Prima di passare all’azione vi dico pure che…
Pentola: dev’essere a bordi alti, con coperchio, adatta ad andare in forno (quindi niente manici di plastica…). Io adesso uso una pentola di ghisa, ma il primo esperimento l’ho fatto con una di acciaio ed è filato tutto liscio.
Forno: qualunque sia il tipo di forno che avete, sparatelo a 220-240 gradi. La pentola con coperchio farà il resto.
Farine: dopo vari esperimenti mi sono convinta che questo pane è migliore così, con la farina bianca 00. Al massimo con una parte di farina integrale. D’altronde se il nostro caro mr. Lahey l’ha fatto così una ragione ci sarà…
Lievito: normalissimo lievito di birra disidratato in bustine.
Acqua: di rubinetto, a temperatura ambiente.
Lievitazione: trattandosi di una lievitazione lenta, un’ora in più o in meno non fa differenza. Tra le 12 e le 20 ore va tutto bene, io in genere ne aspetto 16. L’importante è che lasciate la ciotola sigillata ermeticamente al riparo da correnti d’aria. Non aggiratevi per casa come dei ghostbusters per individuare l’angolo più caldo: non serve.
Lezioni a distanza: è importante che osserviate alcuni passaggi, giusto per impadronirvi della tecnica e vincere quel po’ di titubanza che forse ancora avete. Per cui, massima attenzione e… ladies and gentlemen, last but not least, directly from Manhattan… Il filmato originale con Jim Lahey che vi spiega come fare! Studiatevelo per benino e se non sapete l’inglese fate come i bambini: guardate le figure!
Ingredienti: crusca di grano • farina bianca 0 e 00 • lievito di birra
Ciao! bella scoperta questo pane..anche se il gsto del panificare…stà proprio nell’impastare con le mani!!
Per la tua domanda sui nostri sformatini ai porri: sono in formato mini, per questo abbiamo utilizzato così poca farina 😉
baci baci
Nella vita, nn si finisce ma di imparare!!!Questa poi mi è nuova!!!La provero’ sicuramente!!!
Grazie per essere passata da me, complimenti per il blog, baci e a presto!!!
grazie come sempre per la semplicissima ricetta e grazie per la semplicità e la simpatia con cui le spieghi….un abbraccio..Iulia
Grazie mille per il tuo commento, sono davvero felice di sapere che il blog viene seguito ed apprezzato. Sei stata davvero gentilissima!
Un abbraccio,
Federica.
Avevo letto qualcosa in merito sempre molto frettolosamente, mentre sul tuo post hai speigato tutto a meraviglia ed è stato un piacere leggerlo. Sicuramente lo farò, non so quando, ma poi ti dirò, intanto, finalmente ho trovato l’uva fragola!!:-)
ps: ho visto che ci siamo sintonizzate: io sul tuo blog e tu sul mio!! Buon inizio settimana!
si si lo faccio sempre da che l’ho scoperto, ha sentito che bel profumo diffonde in casa??
Ho letto il tuo chiarissimo post molto attentamente…mi piacciono i neologismi, specie quelli azzeccati…
Devo provare a fare questo pane anche se mi perplime (questo neologismo l’ha inventato mio figlio, ahahahah)la lunghezza della perparazione.
Un bacio e buon inizio settimana
TI ADORO!! Io sono proprio una di quelle che scende dalle nuvole…che è appena arrivata e non sa niente di niente!! ti ringrazio infinitamente…lo impasto all’istante e poi ti faccio sapere!! Ho solo una domanda: Per questa dose qual è il diametro della pentola che usi? grazie, passo stasera a vedere la risposta!! Grazie grazie :-)))
Forte! Questo va fatto…E pensare che mi sono comprata la macchina del pane…sgrunt! :-/
Interessante post!!!! Ciao un abbraccio
Nuovo anche per me!! Questa e’ la volta che proviamo a fare il pane in casa…
Grazie Sabrine 🙂
Posso testimoniare la semplicità e la riuscita di questo pane! L’ho fatto questa primavera!!! E’ veramente da fare!! Buona settimana.
Fuori dal mondo anch’io, non conoscevo questo metodo. Che come tutte le cose che passano di qui è bello e geniale.
La ricetta che mi hai portato in raccolta è perfetta.
ciao!
No, il pane no. O forse quando avrò finalmente stirato il bucato che aspetta paziente dentro a due bustone blu Ikea. Il bucato è paziente, ma il marito meno, oggi ho tentato di eliminare certi pantaloni leggeri con la scusa che ormai è autunno e invece no, “macheseimatta? questi li metto ancora”. Però bella ricetta e come sempre bella storia!
L’ho scoperto l’anno scorso … e l’ho fatto, in una pentola di pirex… anch’io l’ho trovato buono anche se di norma preferisco la velocità della MdP (visto che spesso programmo di mezza giornata in mezza giornata!). Buona settimana
davvero estremamente int eressante…a me piace impastare pasticciare e scoprire, ma quando il tmepo non lo permette una ricetta così fa comodo!
“Tutto il mondo – almeno quello dei food blog – lo conosceva”…beh in parte potrebbe essere vero poi bisognerebbe capire cosa si intende per ‘conoscere’ e soprattutto se lo sa ‘rendere’ ancor meglio ad uno come me che per certe cose è un pò ‘duro di comprendonio’ 😛 Da questo mio commento l’unica cosa fuori virgolette sono i complimenti da farti per come riesci a rendere piacevole e proficua la lettura di una modalità di panificazione, per quanto abusata possa essere sul web 🙂 Sarò ripetitivo ma è sempre un piacere passare da queste parti, buon inizio settimana a te 😉
Che bella scoperta! A casa guarderò anche il video…Ho la MdP ma questa la voglio provare….grazie mille della info.. Ciao a presto… :O)
sei una strega, in questi giorni stavo giusto cercando un pane facile facile da fare anche col tupilotto attaccato al garretto. Thanks a lot!
pensa che io l’ho fatto per la prima volta questo sabato!!!ho usato una pentola di pirex ed è venuto benissimo, da non credere!
Una domanda…ma se dovessi dimenticarmelo l’impasto non è che poi cammina da solo? 😉 visto e considerato che ho dimenticato in frigo per la festa di Giorgia le zucchine farcite…brava, grazie per avermelo fatto conoscere io faccio parte di quelle che ancora non lo conoscevano. Ciaoooo
dimenticato: grazie per il sostegno!
straordinario,ho appena finito di vedere il filmato!!davvero interessante….è questa è da provare subito!grazie:-)
Manu e Silvia: condivido, io impasto tutto a mano! Grazie per la delucidazione (già letta nel post di ieri… temo vi siate “sdoppiate”!) A presto
Mariarita: benvenuta qui e grazie, mi consola sapere che non ero l’unica a non conoscerlo! A presto
Countrygirl: grazie Iulia. Semplicità? Io sono del parere che per mangiare bene non occorra complicarsi troppo la vita… sennò passa la voglia di stare in cucina! A presto
Federica: e certo che ci passo, mi pare di stare a casa quando guardo le tue foto… Buon inizio di settimana
Milla: perfetta sintonia. Io sono di quelle che lottano con i foglietti volanti, per cui, avendo fatto per me il lavoro di mettere assieme le informazioni, mi è sembrato utile “socializzare il risultato”! Uva fragola? Sto cominciando a stufarmi di cercarla, oggi sto cucinando una cosa con uva da tavola normalissima… A presto e grazie per la partecipazione a questo blog
Paola: tutto il pane in forno profuma la casa: Anzi, diffonde proprio “il profumo di casa”! A presto
Mammazan: hai ragione, 20 ore possono essere troppe, soprattutto se si considera che comportano un’organizzazione a cavallo di due giorni (io preparo l’impasto la sera, per avere il pane il pomeriggio dopo). Però tra i tanti pani che faccio in casa, con metodi diversi, questo mi è sembrato degno di entrare in archivio, se non altro per la storia divertente che c’è dietro! Neologismi: se leggo “perparazione” penso a un banale refuso, ma davanti a “perplime”… resto perplessa! Illuminami, di grazia, sulla genesi – se non sull’etimologia – del misterioso verbo… A presto e grazie per la visita: graditissima!
Lauretta and Mari: diametro pentola cm 23. stop. Attendiamo bollettino esiti panificazione con “metodo Lahey”. stop. Attenta a non bruciarti quando estrai la pentola dal forno. stop. Buona settimana
Zucca e rosmarino: ma non è ancora impacchettata e dunque riciclabile come regalo alla mamma o all’amica del cuore che si sposa? Comunque per questo pane non ti servirà di certo, ma per tutte le altre ricette… puoi provare lo stesso! A presto
Il pane è una cosa che non ho mai fatto in vita mia. Si può sempre tentare con una ricetta così.
Sabrine, sei forte !!! Grazie dei tuoi suggerimenti.
Cara, anche io ho pubblicato una pagnottella simile alla tua con lo stesso metodo di lavorazione compreso video per rendere la spiegazione più esaustiva!!!!!
E’ venuto buonissimooooo!!!!!!
Buon lunedì!
Che piacevole scoperta sei, questa ricetta mi tenta, devo solo trovare il recipiente adatto…
A presto!
G.
Ma dai! questo pane è strepitoso!
Alla prima occasione lo provo, ma viene veramente bello lievitato con tutti i buchetti come nel filmato?
Io faccio il pane in casa, ma viene sempre piuttosto compatto
Ciao cara e buona settimana :)))
Mi hanno parlato di questo pane sui forum americani, tutti sono davvero entusiasti, e il tuo post me l’ha confermato ancora una volta. Non mi resta che provarlo.
Ti è venuto bellissimo!
Mia mamma lo fa molto spesso, lei che ‘il pane tanto non mi viene’. E pure Marco, mio marito, si è messo a fare il no knead bread.
Sai che sono andata a NYC alla panetteria di Jim Lahey? Mi hanno fatto visitare anche il laboratorio, ma le fotografie le ho potute solo scattare nella zona riservata al pubblico, trovi il post qui
Il tu blog ha dei colori e delle luci bellissime. Complimenti!
Marifra79: sempre in prima fila! Che piacere… grazie di cuore
CorradoT: se proprio cominci da zero i punti di partenza possono essere due: questo pane o il Soda Bread. Se hai la possibilità di organizzarti nell’arco di un paio di giorni (es. impastare la sera e cuocere il giorno dopo) ti consiglio questo, che come sapore si avvicina un po’ alla ciabatta. Se invece muori dalla voglia di vedere il risultato subito, fatti un bel Soda Bread (che è un pane più di tipo “nordico”: integrale, compatto) e ti passa la paura. Se poi vuoi passare a pani un po’ più “professionali”, aspetta qualche giorno: sto preparando un post di sintesi che spiega la mia tecnica con lievito di birra. Questo è quanto posso offrirti dalle pagine di questo blog. Se decidessi di passare a pani con lievito madre… inizia tu che io ti seguo! A presto
Solidea: grazie! La tua conferma della bontà di questo metodo può essere d’aiuto a molti “indecisi”… mi piace quando le persone partecipano, condividendo le esperienze… bene, bene…
Sara: che conforto! Non sono l’unico marziano della food-blog-sfera… Mi fa piacere che la ricetta sia andata bene. Buona settimana
Marina: tanto per esser chiari: il pane fatto in casa è una piacevolissima follia, per giunta di quelle che danno dipendenza. Il piacere di vedere qualcosa che prende forma è ineguagliabile, in cucina: almeno per me. Ma ripeto, trattasi di follia. Passione pura. Non c’è alcuna spiegazione razionale per lasciare indietro altre cose (come il tuo bucato) ben più immediate. Sarà bene che vada un po’ a stirare anch’io…. A presto
Beta: hai ragione, i tempi sono il neo (direi l’unico) di questo pane. Io in genere lo faccio in tre ore, massimo quattro, impastando a mano. Grazie per la visita e buona settimana anche a te
Genny: ciao! Hai ragione, impastare è una goduria… Quando ho fretta io vado di Soda Bread: in un’ora faccio tutto… E’ sempre un grande piacere averti qui. A presto
Gambetto: grazie di cuore! Quanto alla storia del pane, ne hanno parlato tutti due anni fa poi l’interesse è un po’ scemato… Io ho scoperto la ricetta (e la storia) su un blog americano, e successivamente ho trovato un sacco di post su blog italiani, quasi sempre con una versione lievemente diversa dall’originale. Mi è parso giusto riproporre la ricetta di Lahey, facendo una sintesi di sue interviste e di vari articoli sull’argomento: ho pensato che così, partendo dal “modello base”, ciascuno potrà meglio apprendere la tecnica ed eventualmente apportare le personalizzazioni che preferisce. A presto e grazie ancora per il commento
Il folletto paciugo: niente macchina del pane per questa roba qua… Ciao!
Isafragola: grazie! Se cerchi un pane semplicissimo, beh il Soda Bread lo fai in un’ora… (e qui vale quanto già scritto sopra a CorradoT). Anche con il Tupilotto abbarbicato alla gamba… Buona serata e not at all…
Giò: brava, eccone un’altra che garantisce per il “metodo Lahey”! Grazie mille per il tuo parere. A presto
Sunflowers8: tranquilla, questo è un impasto pigro, a lievitazione così lenta che se anche decidesse di andarsene a spasso per la tua cucina… lo farebbe a velocità da bradipo! BUona serata e grazie per il commento
Moleskine: beh, questa è una storia che non può non piacere ai ragazzi… Facci sapere come ti viene! A presto
Virgikelian: tu che sei così brava, dovresti provarci subito! Sappi che dà dipendenza, se inizi non smetti più… Buona serata
Stefi: ecco un’altra affezionata – e soddisfatta – adepta del “sistema Lahey”… Grazie del tuo commento, buona serata
Di cuore: opzioni possibili:
1. pentola di coccio di quelle per fare il pollo (in genere pure a forma di pollo)
2. pentola di pyrex (ma dev’essere in pyrex pure il coperchio
3. pentola di ghisa smaltata
4. pentola di acciaio inox un po’ più bassa di quella che usi per la pasta, con coperchio ma senza manici di plastica.
A presto
Eli: tale e quale, stessa crosta croccante, stessa mollica coi buchi. Pane in casa compatto? Ma forse non ti si lievita bene? Che lievito usi? Buona serata e grazie per il commento
Dajana: pareva impossibile anche a me, ma garantisco che funziona (la foto è di uno dei primi esperimenti). A presto
Ecco.. infatti.. io sono una di quelle che arriva dopo…
Bellissima l’idea di fare il pane in casa in poco tempo… senza dover impastare e rimpastare a distanza di ore…
Grazie per la dritta!
🙂
Comidademama: tu?!? Un onore grandissimo la tua visita…. sul serio, mi fa molto piacere averti qui.
Il tuo articolo del 17.11.07 sul no-knead bread lo avevo letto, così come tanti altri in giro per la rete, perché volevo farmi un’idea di come potesse funzionare: beh, la tua foto è stata tra quelle più “convincenti”. Non hai certo bisogno che te lo dica io, ma ci tengo a farti sapere che il tuo blog è una fonte di informazione preziosa per me, un luogo in cui posso avventurarmi in libertà tra foto di straordinaria bellezza e post di grande interesse. Con l’occasione, aggiorno anche il mio blogroll per non perderti di vista. Grazie ancora e a presto
Chiara: mettila in atto e facci sapere… Buona serata!
Già provata una cosa simile ed è soprendentemente facile e buono. Non ci si crede vista tutta la letteratura sulle pieghe ecc… Molto carina la presentazione e grazie d’averci ricordato che esiste questo pane 🙂
Questo pane ha conquistato anche me, pensa che quest’estate me lo preparavo anche in vacanza. La località che frequento vende un pane che verso le 4 del pomeriggio è già secco da far paura, quindi mi son data da fare. Trovo che sia solo questione di prendere i tempi, per il resto è veramente un attimo e il risultato è sorprendente. Mi è piaciuto il riferimento alla focaccia con l’uva fragola … 😉
Sabrine hai perfettamente ragione, ci sono cose che si fanno e basta, poi veder crescere il pane deve essere stupendo. Ah ma veramente ero passata di qua per dirti che dellà da me ci sono le indiademate che tanto aspettavi. Un abbraccio!
Ciao Sabrine, in casa mia il pane lo fa mio marito (o meglio, lo faceva, prima che si rompesse il forno), io non sono particolarmente portata, quelle poche volte che mi ci sono messa, è venuto una mezza schifezza… magari con questo suggerimento semplice semplice ci riesco anch’io che dici?
Bene bene bene!
Proprio oggi raccontavo nel mio post dei miei problemi con lievitati ed impasti in genere!
Questo è il pane che fa per me :))))
Sono così felice che ti piaccia comidademama, veramente. Grazie delle bellissime parole, mi piace condividere quello che scopro e che mi interessa. E conoscere persone nuove è una ricchezza inestimabile.
Il no knead bread è una delle ricette che lego al periodo in cui ho vissuto a Boston e quindi mi è particolarmente cara. E la ricetta funziona proprio bene, come hai visto dal tuo splendido risultato.
Anche io adesso aggiorno il mio blogroll e soprattutto il mio feed reader, così non perderò più nessuno dei tuoi post.
Condivido in pieno l’approccio di rendere nuovamente l’originale perchè poi ognuno trovi la sua versione 😉
PS
Anche io mi dilungo qualche volta ma nel caso tuo (e non è piaggeria) è un piacere leggerti 🙂
ciaooooooo!!! si è vero…. sono tornata! diciamo che avevo prolungato le vacanze! 🙂 questo pane è fenomenale: poco lievito, tanta lievitazione, pochissima fatica. Da provare…. non sapevo di questa ricetta newyorkese….. buona giornata!
Dada: hai proprio ragione: è sorprendentemente facile “a dispetto” di tutta la letteratura sulle pieghe”… A volte potremmo fare a meno di complicarci la vita… Un saluto e grazie per la partecipazione al blog
Sabri: beh, se una conferma ci arriva anche da te… signore e signori ancora indecisi: potete andare sul sicuro! Grazie di cuore per il commento, sempre graditissimo
Marina: teste indiamantate già passate in rassegna…
Iana: questo pane è semplice, ma ne vuoi uno a prova di [inserire l’aggettivo prescelto]? Soda Bread! Prova e sappimi dire: funziona sempre (ma ragazzi, almeno un forno funzionante ci vuole…). A presto
Minnie: sono curiosa di leggere: ma come mai tanta gente ha problemi con i lievitati? vediamo se ti si può dare una mano… A presto
Comidademama: “condividere”… vedo che anche sulla motivazione a bloggare siamo in sintonia. Grazie, è un bell’incontro e mi fa piacere. A presto
Gambetto: mettere a disposizione il modello originale significa dare a tutti le stesse opportunità creative… o no? Grazie, è sempre un piacere avervi qui ragazzi (ma c’è ogni tanto anche “lei”?)
VerdePomodoro: tiro un sospiro di sollievo: mi sento meno sola. Ogni tanto è bello scoprire che il mondo è un po’ più grande di quanto si pensi… A presto
C’è c’è…molto più silenziosa e meno evidente di me ma c’è.
In ogni coppia c’è quello più esposto e chi gioca nelle retrovie…ecco io faccio la “prima linea” 😛
Gambetto: colleghi… (almeno in cucina)…
🙂
Riporto un messaggio di Lauretta and Mary, che ha avuto delle difficoltà nel fare questo pane. Penso che la discussione possa magari tornare utile a qualcun altro.
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LAURETTA AND MARY: difficoltà nel fare questo pane
… volevo dirti del pane perchè qualcosa non è andato….mi aiuti?
Ti dico i problemi, innanzitutto la ricetta, la tua era in tazze ma poichè io con le cose approssimate non ce la faccio ho cercato delle dosi qua e là sul web circa questa tecnica, alla fine ho fatto 430 gr di farina, 345 gr di acqua, 1 cucchiaino di lievito e 1 di sale.
Il secondo problemino si è presentato passate le 20 ore perchè mi sono ritrovata un impasto troppo molle, non si potevano fare le pieghe perchè era liquido e aveva un odore acidulo. Allora ho aggiunto un po’ di farina per riuscire a prenderlo tra le mani e metterlo nel canovaccio.
E’ lievitato ancora e poi l’ho infornato come hai detto tu ma comunque non aveva la consistenza del filmato. In forno è rimasto basso senza grandi alveolature e poi un cucchiaino di sale per i miei gusti è poco.
Ora tu mi dirai che forse è il caso che il pane me lo compro poichè non riesco in questa banalità ma mi dici in cosa ho sbagliato secondo te?
Ah dimenticavo l’ho infornato in una pentola di alluminio (era l’unica che potevo usare.)
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E QUESTA E’ LA MIA RISPOSTA:
prima di risponderti ho voluto verificare la capacità del misurino che ho utilizzato io, per non farti fare pasticci.
Ricetta: la farina era poca, ecco perché non riuscivi a lavorare l’impasto! Io ho usato una tazza come misurino in volume (sia di acqua che di farina) equivalente a 240ml di acqua e 200 grammi di farina. Cioè, nel mio caso:
1 tazza di farina = 200 grammi
1 tazza di acqua = 240 ml
Totale della ricetta:
3 tazze di farina = 600 grammi
1 tazza e mezzo di acqua = 360 ml
Lievito: 1 cucchiaino è troppo, ecco perché l’impasto aveva un odore acidulo 1/3 di cucchiaino va bene.
Lievitazione: forse 20 ore sono un po’ tantine… prova qualcosa di intermedio, che so 16 o 17 ore.
Sale: la ricetta dice 1 cucchiaino e mezzo: tu ne hai messo uno. Forse è poco, ma sappi che il sale è nemico del lievito, per cui non devi esagerare. Il mio consiglio è di seguire la dose della ricetta originale, poi magari prova successivamente a fare delle variazioni (ti assicuro che, se è ben lievitato, il pane è buonissimo anche se ha poco sale).
Spero di averti aiutato a chiarire i tuoi dubbi. Mi scuso con te, e con tutti gli altri, per non avere inserito le dosi di farina e acqua in grammi e millilitri, ma su questa questione della conversione dalle tazze al nostro sistema non c’è molta chiarezza. Io ho usato una “mia” tazza e il pane è venuto bene, ma questo non significa che i valori che ti ho dato siano quelli ufficiali di una tazza negli Stati Uniti (che mi pare sia 110gr per la farina bianca). Se hai bisogno di altro fammi sapere. Buona serata
Report: il pane riuscito a perfezione :)))
Grazie mille!
Ecco anche qualche foto per testimoniare
http://www.flickr.com/photos/dajana_flickr/3967888791/in/set-72157622486174768/
Grazie per i consigli, ora li trascrivo e riprovo!!! Un abbraccio
Dajana: grazie di cuore per il reportage sull’esito della tua sperimentazione: pure le foto! Spero possa servire da incoraggiamento a Lauretta and Mary….
Lauretta and Mary: io incrocio le dita… ma non demordere! Aspetto tue notizie: con o senza pane…
Ciao Sabrine, Non ho mai usato il bicarbonato in cucina, in qualche modo non m’ispira! Però il tuo soda bread sembra fantastico: Giuro che appena possibile proverò
iana: guarda che il bicarbonato non è veleno… è un lievito chimico (oltre a un sacco di altre cose…). Tra l’altro in cucina serve a tante cose: nell’acqua delle verdure verdi, nell’acqua dei legumi… provaci, vedrai che quel Soda Bread ti darà soddisfazione. Saluti al marito atleta e ai pargoli,
A presto
Lo so, lo so… è solo che finchè sono riuscita a fare tutto benissimo senza, in raltà non mi sono mai neanche posta il problema, non mi suonava e basta… ma ora che sono consigliata, e un pò sfidata, non mi resta che provare no? L’ho già giurato: proverò… poi ripeto, il tuo è così bello che anche se fossi assolutamente contraria, lo proverei lo stesso! 🙂
iana: nel caso, mi farà piacere sapere com’è andata. Mi sento un po’ responsabile…. Ciao!
sai che ti dico? Non ho mai provato a fare questo pane, pur ripromettendomi cento mille volte che “la prox volta…”. Quindi non sei l’ultima! Ah, non ho ancora fatto neppure la focaccia all’uva.
Questo ti rende ai miei occhi molto, ma mooolto simpatica! Qualcuno dovrà pur avere un po’ di gusto per l’originalità, a questo mondo…
buonissimo!
Anonimo: Grazie! Ma la prossima volta lasciaci detto chi sei…
Ciao, arrivo qui non so più da dove, ma il filo conduttore era il pane; ho appena visto il video del Tizio, non ricordo più il nome, ma il suo metodo della pentola lo voglio provare assolutamente. Ti farò sapere: nel frattempo “appunto” il blog tra i miei…è veramente utile!
Francesca
FastiFloreali: A questo punto sarei curiosa di sapere se il pane che non si deve impastare l’hai provato o no… Ciao!