Il dolce del prelato…
Mio marito stava in piedi davanti al portone e mi guardava atterrito. “Non penserai di uscire con quella roba?!? Scordati che io ti accompagni!” mi diceva, con il tono di chi sa già cosa lo attende.
“Non solo lo penso, ma lo sto già facendo: sono fin troppo in ritardo!” e intanto mi infilavo il cappotto e scendevo di corsa le scale portandomi sottobraccio quel voluminoso fagotto.
Il negozio – una fornitissima bottega di utensili da cucina – era la mia ultima ancora di salvezza, dopo una mattinata persa a selezionare pentoloni in un paio di cucine amiche.
“Buongiorno! – esordisco, presentandomi al bancone dal mio lato sinistro, dove porto la tracolla di Gucci ormai vintage. – Mi servirebbe una pentola di alluminio piuttosto grossa.”
“Grossa quanto, scusi?” mi chiede la proprietaria.
“Beh, diciamo… almeno trentotto centimetri.”
“Trentotto centimetri?!? Ma cosa ci deve cucinare?” e sgrana gli occhi in un’espressione tra il dubbioso e l’attonito.
“Questa!” faccio io, sfoderando da sotto il mio braccio destro quel fagotto che avevo accuratamente occultato.
Lei, preparata con amore dal mio mitico macellaio di città e miracolosamente passata ai controlli aeroportuali nascosta in un bagaglio da stiva, si offre sfrontata agli sguardi dei presenti in tutta la sua fulgida bellezza. In un attimo son tutti lì, a bocca aperta come dinanzi a un miracolo della natura: perché in quest’isola di agnelli e di porcetti, una tacchinella disossata ripiena, ammantata da un sensualissimo velo di pancetta, addobbata con rami di rosmarino e strizzata in una rete di spago a effetto matelassé, pare non l’abbiano mai vista.
“Ma cos’è, un pesce?” osa la proprietaria, mentre tre clienti in pelliccia fresche di parrucchiere si avvicinano curiose.
“Nossignora: è una tacchina.” rispondo un po’ sdegnosa, offrendomi al bancone finalmente di fronte.
Mi interrogano come se volessi cucinare un unicorno e in quattro partecipano alla scelta del recipiente adatto alla bisogna: perché in questa bottega le pentole fuori standard le tengono in alto, e si deve salire all’ultimo piolo della scala per recuperarle. Così la negoziante le porge verso il basso alla signora cotonata, che le passa a me che provo a infilarci la tacchina e poi le rendo alla signora platinata, che le riporge alla proprietaria. Mentre la terza signora, corvina-bluette, disquisisce a vanvera di restringimenti di carni in cottura.
Mio marito mi ha vista uscire dal negozio – dopo venti minuti di prove e misurazioni, e il tentativo di convincermi a mutilare la tacchina rea di avere un derrière di inusuale imponenza – con un pentolone di alluminio di mezzo metro di diametro. Ci ho messo dentro quello che sarebbe stato il piatto forte del mio cenone, e ho attraversato la piazza tra gli sguardi e le battute degli operai che montavano il palco per il concerto di Capodanno.
La pentola era perfetta, ma così grande che l’ho dovuta usare con due fornelli contemporaneamente. La tacchina ha ben figurato, in compagnia di altre varie e ben nutrite portate. I fuochi d’artificio sulla piazza hanno fatto il resto ed è stato un fine d’anno indimenticabile.
Ora, ditemi voi: cos’altro avrei potuto fare alle 12.30 del 31 Dicembre, sapendo di avere tredici persone a cena e scoprendo di non possedere una pentola adatta, se non uscire di casa correndo, con una tacchina sottobraccio?
Buon inizio d’anno a tutti!
P.S.: della tacchina non è restata traccia, se non qualche fetta nel freezer. Ma non volevo rinunciare a lasciar traccia della sua storia. Sicché non vi sembri troppo strampalata l’idea di dedicare questo post a un dolce, che con la tacchinella ripiena ha condiviso la scena nel mio cenone di Capodanno.
E’ un dessert al quale sono molto affezionata: l’ho preparato per anni, da ragazzina, per il pranzo di Natale a casa di mia nonna. E’ stato il primo dolce che ho imparato a fare (da una ricetta de “La cucina Italiana”) e ancora oggi mi sembra come allora: semplice e buonissimo.
IL DOLCE DEL PRELATO…
INGREDIENTI
savoiardi soffici: 300 gr circa (o, in alternativa, del pan di Spagna a fette)
cioccolato fondente: 150 gr
zucchero semolato fine: 50 gr
burro salato: 50 gr
uova: 5 (freschissime, le usate crude…)
caffé: una caffettiera da otto tazze (e qualcosina di più)
rhum: 2-3 cucchiaini
per guarnire:
panna fresca da montare: 250 ml
Fate il caffé (una caffettiera da otto tazze forse è un po’ pochina, fatene dell’altro di riserva), diluitelo con il rhum e 3-4 cucchiai d’acqua e lasciatelo raffreddare. Poi inzuppatevi velocemente i savoiardi da entrambi i lati e utilizzateli per foderare uno stampo da ciambella.
Quando avrete finito, mettete lo stampo in freezer e lasciatecelo finché i savoiardi non saranno duri al tatto (ci vorranno un paio d’ore).
Preparate il ripieno come una normale mousse: spezzettate il cioccolato e fatelo sciogliere a bagnomaria con il burro, poi lavorate a crema i tuorli con lo zucchero e due cucchiai di caffé, e infine montate gli albumi a neve ferma.
Quando il cioccolato si sarà intiepidito, aggiungetevi prima le uova con lo zucchero (mescolando con forza), e poi gli albumi a neve (mescolando delicatamente dall’alto in basso per non smontarli).
Rovesciate il composto nello stampo (che nel frattempo si sarà gelato) e rimettete in freezer.
Quando anche la mousse si sarà rappresa (ci vorranno una-due ore), tappezzate di savoiardi imbevuti nel caffé anche la base dello stampo, in modo tale da sigillare perfettamente l’interno cremoso nell’involucro di biscotti. Sigillate con la pellicola e tenete in freezer per alcune ore (meglio ancora un giorno intero).
Al momento di servire, riempite una teglia di acqua bollente, immergetevi lo stampo per qualche secondo e rovesciate il dolce sul piatto da portata. Guarnitelo con panna fresca montata non zuccherata.
——————————-
Dell’arte di preparar lo stampo
Preparatelo con un paio d’ore d’anticipo, per dar modo al rivestimento di indurirsi e restare perfettamente separato dal ripieno.
Siate molto rapidi, perché i biscotti si imbevono in un attimo: strizzateli delicatamente se assorbono troppo liquido. E cercate di disporli secondo un disegno regolare, “stuccando” accuratamente le fessure con pezzetti di savoiardo su misura e sigillando eventuali fughe con una pappetta di biscotti e caffè perché non ci siano buchi.
I biscotti migliori?
Sono i savoiardi soffici sardi, quelli grandi e morbidissimi che nell’isola chiamano pistokkeddos. Solo uova, zucchero e farina, zero grassi e un gusto unico. Si trovano ormai anche in molti negozi e supermercati in giro per l’Italia o, in alternativa, su Internet. Se non li trovate, optate piuttosto per un buon pan di Spagna artigianale, da fare a fette di un centimetro.
Ingredienti: burro-burro salato • caffè • cioccolato • panna fresca • rum • savoiardi • uova • zucchero semolato
Ciao ! Ho “gustato ” molto il racconto della tua tacchinella !
Veramente carino e divertente . Il sapore , lo riesco quasi a sentire !
Buona giornata . chiara
ben tornata sabrine!!! mi erano mancati i tuoi racconti 🙂 e sinceramente, ti ci vedo a correre in giro con la tacchina sottobraccio! scusa, ma poi la domanda sorge spontanea…. ma dove vivi??? no perchè è impossibile confondere una tacchina ripiena con un pesce!!!!
Avremmo proprio voluto vedere la faccia di tuo marito! sei fenomenale!
Ma che buono questo dolce: ipercalorico..ma una soddisfazione per il palato!
un bacione
Fantastico il racconto della tacchinella ed avrei voluto vedere la faccia di tuo marito. Ma d’altronde non avevi altro modo se non portarla con te….hihihiihihi…
Buon anno! :O)
avrei voluto essere li a vedere la scena ! bravissima
Troppo forte la tua storia, me la sono gustata parola per parola! E volentieri avrei assaggiato la tacchinella, che io non ho mai preparato fosse solo per le dimensioni ;-)))
E’ cosi soffice e deliziosa questa torta!
ma almeno una foto tua con la tacchina in braccio????
ormai sarai ricordata in quel negozio per “quella con la tacchina” !!!
bellissimo racconto…
Un dolce buonissimo, semplice e raffinato! Divertente il racconto della ricerca della pentola per la tacchinella… hai rallegrato la mia mattina!
meno male che ti è successo a capodanno e non la sera della befana…tra pentolone e un “alien-legato-ripieno” avresti rischiato di finire al rogo…e poi, tanto per esser originali fra di noi, questo dolcione me lo ricordo benissimo anche se sono anni che non lo faccio- semplicità, velocità, super gusto come cipiaceanoi…faceva il paio nella mia cucina con la “mattonella del Pupi” – vado a riesumare la ricetta e posto presto.
Non avevi scelta in effetti… e che trasformismo, finire l’articolo con un dolce. Ti leggerei per ore detto tra parentesi 😉
Un abbraccio e buona giornata
hahah ch ridere!!!So benissimo cosa intendi:dai miei si fa il cappone a Natale e, vedessi in che mega pentolone di alluminio viene cotto!!!Se mi stringo ci entro anch’io là dentro!
Pttimo il dessert, goloso e coccoloso al punto giusto!
bacione e buon anno!
Sei fantastica, già immagino le facce delle signore cotonate…
grazie per la ricetta, la proverò senz’altro, è così invitante,
buona giornata!
Amalia
Sabrine…. ma tu stavi a CAsa mia?
Ma proprio proprio proprio a casa mia?
Nella mia citta?
o si….. lo leggo fra le righe…. i pistokkus… con cui si fa il più buon tiramisu del mondo… e il maialino….
Buaaaaaaaa…….
Pensa i casi della vita!
Noi qui, nascosto nel bagagliaio della pandina, abbiamo esportato il maialino piccino picciò che veniva dai monti li intorno!
E il mio vicino di casa mi ha chiesto cosa stessimo cuocendo la mattina di natale!!!!
Ma se stavamo insieme non era più facile?
nasinasi “nostalgici”
che delizia…. bellissimo… il tuo racconto è davvero carino!!!! Bacioni
Ma poi tuo marito la tachhina se l'[e` mangiata !
Mi sembra di vedere la faccia del mio in sitazioni anolagamente imbarazzanti!
Francesca
Ben tornata cara sabrine!
Che bello rileggerti… E anch’io, come Dada, ti leggerei per ore…
Buon pomeriggio e a presto!
ahah fantastico il racconto sulla tacchina, mi sono ritrovata con lo stesso problema a natale… 🙂
Beh, anch’io t’avrei guardato in modo strano! Troppo divertente questo post, davvero e troppo delizioso questo dolce!
Felice 2010!
E’ stato divertente leggere di questa tua avventura con la tacchinella Sabrine, eh eh! Un post simpatico finito in bellezza con questo dolcetto al cioccolato, caffè e rhum, tre ingredienti che adoro nei dolci. Sono troppo golosa 😛 Sui savoiardi sardi non posso che darti ragione, sono deliziosi nei dolci al cucchiaio ma anche da soli. Una delle mie merende preferite ^__^
Un abbraccio e buon 2010!
Sei fortissima…sai che io al tuo posto probabilmente…avrei fatto la stessa cosa…??!
Almeno sei riuscita a trovare la pentola giusta, ecchediamine!
Un abbraccio e buon anno!!
Dopo la profondità dell’ultimo post è bello vedere come la tua energia si rinnovi in ironia e creatività…
Meraviglioso questo dolce: una via di mezzo tra tiramisu e mousse…da rifare (ma perchè il dolce “del prelato”?).
P.s. Certo che se hai cominciato a pasticciare ai fornelli con le ricette della Cucina Italiana, ci si spiega il perchè della competenza acquisita…figurati che io ho cominciato con i giornalini di Guidacucina: ti sono mai capitati tra le mani?
Sempre simpaticissimi i tuoi racconti!!
Ciao,
un Sorriso…
Bentornata! In effetti sarebbe stato un peccato mutilare la povera tacchinella. Chissà come ti sei divertita con tutte quelle sciure intorno che ti davano corda avvolte nel profumo della lacca. Il dolce è splendido, me lo segnerò per la fine della dieta natalizia. I savoiardi sardi li conosco bene. Ogni tanto li trovo al mercato e li prendo perchè non hanno oli strani. Però non dire più che non sei capace di fotografare 🙂
tesoro hai reso perfettamente l’immagine c’è da morire con i tuoi post!!!immagino il marito che ti ha visto uscire con la tacchinella sotto il braccio esilarante davvero!!poi la torta è atrettanto goduriosa!!!un bacione e buon anno!!imma
Bentornata anche da parte mia Sabrine….
I tuoi racconti sono esilaranti…mi sembrava di essere li in mezzo…d’altronde davvero anche io avrei fatto come te memore della massima di mia mamma che da piccola mi diceva che bisogna vergognarsi solo di fare del male…
Bellissimo il tuo dolce…peccato che ho un brutto rapporto con le uova crude…non c’è un modo per fare la mousse sterilizzando le uova ??
un abbraccio
Ahahah, sebbene mi rincresca un po’ per la tacchinella, ho sempre piacere a leggere i tuoi post!
Fra l’altro mi hai ricordato che anch’io ho qualcosa da scrivere a proposito di cotture per il cenone di capodanno!!!
Beh comunque tutto è bene quel che finisce bene!
Un bacione!
:Danda
P.s.: hai mai provato a scrivere un libro? Saresti la Ruth Reichl italiana! 😉
wow che storia questa tacchinella, mi hai incuriosita così tanto che vorrei vedere una foto!
Almeno fai una foto del pentolone di alluminio!!
Buono anche il dolce!
Una tacchinella civettuola e vezzosa, ma estremamente riservata che ha lasciato posare davanti all’obiettivo il dolce del prelato: due co-protagonisti d’eccezione ….
E la Sabrine e’ tornataaa!!!
Fossi stato io avrei misurato la tacchina (che tanto ella non doveva essere) e alla bottegaia avrei detto “voglio una pentola da X cm”.
Niente da fare, le donne (pardon, certe donne) hanno una marcia in piu’….
Mi mancavano i tuoi racconti, anche con questo ho riso, ti immagino attraversare la piazza con questo pentolone…che spasso!! Ma ti assicuro che anche io avrei fatto lo stesso, quando mi intestardisco non mollo fino a quando non trovo ciò che cerco. Al momneto sono alla ricerca di uno stampo da plimcake con il coperchio, ma qui da me sembra un’eresia!! Ma non demordo!
Segno questo dolce, che alla fine sembra richiedere più che un pasticcere l’abilità di un piastrellista per stuccare e rifinire fughe varie, mi applicherò! Un bacio e bentornata
see e dopo aver riso con le lacrime mentre leggevo della tua tacchinella ora ‘pretendo’ almeno la foto:-D
le risate!!
Chiara: più che il racconto, sarebbe valsa la pena di gustare la tacchinella: era buonissima… A presto!
Babs: fantastico questo tuo commento… vuoi dire che ho l’aria di una che va in giro a braccetto con dei pennuti?!? Quanto al resto, a queste latitudini di tacchine se ne vedono pochine, ma va detto che la mia era perfettamente disossata e legata: forse poteva anche sembrare una gigantesca rana pescatrice avvolta nella pancetta! A presto
manuela e silvia: la faccia di mio marito (che mi ha accompagnato al negozio ma è rimasto fuori) era… rassegnata. Quanto alle calorie del dolce, beh non sono poche, ma questa è una dose da dodici persone: si può fare… Ciao ragazze!
Il folletto paciugo: Diciamo a verità: qual è il marito che non vede l’ora di veder uscire di casa la moglie con una tacchina sottobraccio? Qualche ragione – almeno di immagine – ce l’aveva forse anche lui… A presto!
Ale: davvero? Ti avrei chiesto una mano per le prove… Ciao!
Tina: la tacchinella era buonissima, ma non riuscirei mai a prepararla da sola: un buon macellaio è insostituibile in questi casi. Ciao!
Mary: più che soffice… si scioglie in bocca, perché ha la consistenza di un semifreddo. A presto!
Alem: guarda, la foto con la tacchina sottobraccio l’ho rischiata, perché in piazza qualche fotografo c’era, a riprendere gli acrobati che facevano le prove… Quanto al negozio, non c’è dubbio che mi ricorderanno come “quella con la tacchina”! Ciao!
Gloria: mi fa piacere sapere di averti strappato un sorriso: io cerco di prendere tutto con levità e ottimismo. A presto!
simonapinto: non avevo pensato al “rischio Befana”… indubbiamente me la sarei vista brutta. Quanto al nostro dolce d’antan, che per anni non ho più fatto e che ho riscoperto di recente (lo trovo deliziosamente anni ’60), mi fa piacere che lo conosca anche tu: a me manca però a mattonella del Pupi, per cui attendo con ansia il tuo post. A presto!
dada: il tasformismo? Di necessità virtù! Nel senso che la tacchina residua (poca) è nel freezer! Ricambio il saluto affettuoso: mi fa piacere. A presto
Saretta: a dire il vero ero partita dall’idea di un cappone ripieno, che si è trasformato in tacchina per questioni di dimensioni (avevo paura che un cappone non bastasse…). Buon inizio d’anno anche a te! A presto
Amalia: la faccia delle signore appena parrucchierate valeva da sola il mio cenone di Capodanno: roba da cinema! Quanto al dolce, se lo provi mi farebbe piacere sapere se ti piace… Buon fine settimana, a presto
miciapallina: non stavo a casa tua, ma assai più a nord (e anche se non metto le maiuscole ci capiamo lo stesso). E comunque la tua Casteddu è bellissima. Certo, avresti un futuro come trafficante di porcetti…
colombina: grazie! A presto
francesca: e certo che se l’è mangiata, e con grande piacere! Ma poveretto, non aveva tutti i torti… non è il massimo vedere tua moglie scendere in piazza abbarbicata a un tacchino… A presto!
Carolina: ciao! che piacere risentirti… Grazie per le tue parole affettuose: mi fa piacere ritrovare persone come te dopo questa lunga pausa natalizia dal blog. Buon 2010! A presto
cuoca gaia: …e come l’hai risolto? Hai amiche con pentoloni a disposizione o hai fatto un giro con un animale sottobraccio pure tu?
Tania: Guarda, se anche mi avessi guardata in modo strano, non me ne sarei accorta! Avevo una fretta indiavolata… Buon 2010 anche a te. A presto!
barbara: i savoiardi sardi sono meravigliosi anche da soli, hai perfettamente ragione. E per i dolci sono irrinunciabili… Buon 2010 anche a te! A presto
Simo: hai presente quando non intravedi altre possibilità? Ecco, io ero in quella situazione: a mezz’ora dalla chiusura dei negozi e a otto ore dall’arrivo degli ospiti. Buon anno anche a te! A presto
Virò: l’ironia rende accettabili molte situazioni, anche quelle più difficili, e io cerco sempre di non farmela mancare. Quanto al dolce, lo definirei più un semifreddo: è una mousse, ma si serve quasi gelata. Perché dolce del prelato? Non saprei, era il nome riportato su quel vecchio numero de “La cucina Italiana” (che conservo ancora…). Ma direi che il riferimento è a un dolce ricco. A presto! E buon 2010!
Sorriso: grazie! Buon anno e a presto
Isafragola: ciao! Come stai? Che piacere ritrovarti… Certo tu saresti inorridita non solo all’idea di mutilare la tacchina, ma anche di portartela in giro e di farla finire in pentola! Molto meglio i savoiardi sardi, che non hannp oli di alcun genere… Un caro saluto al tupilotto. Buon 2010!
Ciao Sabrine! bentornata:) Guarda, hai fatto la cosa giusta, anch’io avrei fatto la stessa cosa!! il dolce? deliziosamente fondente al palato;)
Un abbraccio
Patricia
Sabrine, sei davvero irresistibile con i tuoi racconti. Pare di vederti nel negozio di casalighi col tacchino (uh, pardon! la tacchina ^_^) sotto il braccio. Sono stata a ridere per un quarto d’ora!
Non ho idea del perchè il dolce sia “del prelato” ma di sicuro il prelato deve avere degli ottimi gusti perchè sembra fantastico. Un bacione
Un racconto, come sempre, piacevole e delizioso! Sai sempre come regalarmi cinque minuti di ilarità, condita di buon gusto e dettagli di vita e di cucina davvero preziosi!
Devo dire che la tacchinella ha preso il posto di quello che, normalmente, potrebbe essere, chessò, un paio di scarpe da abbinare ad un nuovo vestito: una scena davvero esilarante!
Un caro augurio di buon anno e a presto!
A.
Fantastica Sabrine 🙂 ti immagino a passo sicuro con la tacchina sotto braccio!!! Il dolce sembra ottimo e gustosissimo, mi ispira proprio! ti auguro un bel weekend :*
Ciao Sabrine, spassosissima come sempre! Però la foto ci vorrebbe proprio
Hai fatto passare una tacchina nel bagaglio ai controlli aeroportuali in questo periodo di super controlli? Mitica!!! E il dolce deve proprio essere stupendo.
On my blog there is an award for you. Baci!!!
Sicuramente lo proverò, intanto ho postato la ricetta della torta mandarinosa, se ti va di darci un’occhiata, ciao cara e buona domenica,
Amalia
Ciao Sabrine lieta di rileggerti. Mi piace questo dolce, semplice da preparere, ma d’effetto.
Grandissima, come sempre ^_^
Dovresti scrivere un libro 😉
Che dici?
Buon anno e bentornata :)*
stavo letteralmente morendo al racconto della tacchinella! della serie “tacchina in fuga” eheh
il dolce è una meraviglia 😛
baci!
*
Ciao non so se eravamo nella stessa città, ma di sicuro eravamo nella stessa regione per il Capodanno… 🙂
Ciao, ho appena indetto il mio I° Contest 2010 a premi su dEleciouSly, riservato ai blog di qualità come il tuo. 🙂 Se ti andasse di partecipare puoi leggere qui come fare. Grazie.
Ele 🙂
Sabrine mi sono letteralmente scompisciata dalle risate..questo post rimarrà nella storia così come la tua avventura!! Mi sono immaginata la scena come un film…ahahhahahahah..non la smetto più di ridere!!
Tornando alle cose serie anche il dolce è molto invitante! Sicuramente da provare!
un abbraccio e tanti auguri di buon anno!
Sei davvero divertente ….!!
ma che posto stupendo è questo??? ricette meravigliose condite da racconti irresistibili…sabrine, lieta di aver scoperto il tuo blog e grazie della tua visita 😉
a presto!
Ciao cara buon anno e sopratutto ben tornata!!!!!
Fantastica la storia della ticchinella, io avrei fatto lo stesso.
Per quanto riguarda il dolce di oggi che dire………………..STREPITOSO!!!!!!!!!
sei fortissima!!!! la storia della tacchinella è troppo forte!!! hai fatto bene, anzi benone!!!
baci eli
sei andata in giro con il tacchino per fare la prova grandezza? haha, immagino la scena!
Oggi sono stanca, influenzata e malmostosa, ma la storia della tacchina mi ha strappato un sorriso… e quella del dolce un sospiro, perché è una cosa che prepara spesso anche la mia mamma e la cucina della mamma, si sa, è sempre leggenda…
Sabrine, stiamo abbastanza bene ma non lo dico troppo forte 🙂 Passavo anche per dirti che questo dolce me lo sto sognando a occhi aperti da quando lo hai postati. Il burro salato lo posso fare io? Quanto deve essere salato?
Complimneti per la tua uscita con la tachinella, ma nona vevi altre soluzioni l’importante è aver risolto il problema….ciao Luisa
mai cercare di fermare una donna! soprattutto se con tacchinella al seguito! questo racconto mi ha messo di buonumore!
ciao sabrine: hai visto che alla fine l’ho fatto?
http://mammaiana.blogspot.com/2010/01/soda-bread.html
grazie mille, è buonissimo!
Ciao sabrine!!! ti copio qui il commento con cui ti ho risposto nel mio blog, così ti è più comodo se non dovessi ripassare!!
“ciao!! che belo che sei passata!!! dunque avevo spiegato qualcosa qui: http://pensieriedolcezze.blogspot.com/2010/01/plumcake-variegato-al-cocco-e-cacao.html,
era partita come un’iniziativa personale però poi Babi si è aggregata e il suo ragazzo ha offerto il suo aiuto per aiutarci col pdf (io sono impedita), quindi perché non fare una bella raccolta in piena regola??? sarebbe la mia prima e dopo le feste penso che possa essere utilissima a tantissime!!! per aderire basta segnalarmi con un commento (possibilemnte nel post relativo) le ricette che vuoi inserire nella raccolta… tutto qui. se hai voglia magari puoi mettere il banner (la fotina con la bilancia) sul tuo blog in modo che più persone partecipino!!
aspetto allora eh!!! e grazie!!”
PS. leggendo la tua risposta al mio commento qui penso che hai preso in pieno lo spirito della mia raccolta: la mia roomate ha fatto un mese di dieta stupidissima, mangiando solo verdura o saltando direttamente i pasti… io a preoccuparmi visto che anni fa aveva già avuto problemi alimentari e francamente spero non capiti più. risultato? ha perso qualcosa, sì.. ma domenica e lunedì, in preda a una crisi di rabbia per motivi suoi, si è fatta fuori 750 g di nutella!!!! fai te… ti sembra sensato? io sono dell’idea che se quel che mangiamo è light, ma gustoso, una dieta può durare molto di più. siamo umani, che diamine, qualche concessione ogni tanto la dobbiamo a noi stessi!! o no? se no rischiamo di rovinare tutto quando il nostro corpo non ce la fa più e richiede cose buone, e allora avremo fatto tante rinunce per niente!
aspetto le tue ricette allora, cercherò di scrivere un post più dettagliato!!
scusami sono morto dal ridere nel leggere il tuo racconto, è succcesso anche a me l’altro giorno ho preso un branzino di mare e non avevo una teglia adatta in casa dove metterlo dentro, era troppo grosso, hai presente 4 figli adolescenti che ti prendono in giro? io invece prosaicamente dopo diversi tentativi l’ho ammetto ……l’ho tagliato
mi hai fatto morire dalle risate con la tua tacchinella sottobraccio!
io l’avrei “buttata” in forno….
Racconto avvingente e travolgente,mi è sembrato di essere con te,fantastica!
Sabrine ti avrei voluto vedere con la tacchinella sottobraccio…ahahah, non riesco a smettere di ridere. certo mutilata poverella non avrebbe fatto più la sua bella figura…morta si ma brutta perchè??ahahah Sabrine troppo divertente il tuo racconto..sei incredibile, mi sei mancata tanto…della ricetta che dire Buonaaa. un bacione.
Ultimo a commentare ma non per questo mi sono goduto di meno il racconto e la ricetta che man mano che leggevo mi chiariva sempre meglio la foto. Un lavoro certosino questo dessert…ma deve essere squisito!
L’ho stampato ma anche memorizzato al meglio ehehehehehe
PS
La storia della tacchinella invece mi ha ricordato che l’anno scorso pochi giorni prima di Natale volevo fare il tortano o casatiello (tipico rustico partenopeo) ma che non riuscivo a trovare uno stampo grande abbastanza.
Essendo in una regione diversa dalla mia avevo anche difficoltà a spiegare cosa fosse visto che era pur vero che lo stampo era introvabile ma nessuno mi lasciava andare senza chiedere a cosa potesse servire…
Poi la luce…in un negozio di casalinghi che avevo trascurato e che avevo lasciato come ultima disperata spiaggia…la cassiera/proprietaria mi accennava che la nonna partenopea lo preparava sempre durante le feste natalizie e che quindi in quel negozio quasi a solo ricordo di quel piatto due o tre stampi formato magnum erano sempre presenti. Non ti dico la mia soddisfazione!
PS
Per la cronaca…sono uscito dal negozio solo a ricetta completamente raccontata sia alla cassiera/proprietaria sia a delle signore curiose che nel frattempo avevano fatto capannello. Cosa non si fa per ottenere lo stampo o la pentola che ci siamo prefissi, ehh?! ehehehe
PS2
Grazie del pensiero affettuoso di esserci passata a salutare…abbiamo cominciato l’anno in salita e questi piccoli gesti sono stati molto apprezzati 😉
A presto
ehehehehe, carina la storia della tacchinella!
le ricette semplici e buonissime sono le mie preferite, e questo dolce è anche molto bello!
già! cos’altro avresti potuto fare??? 😀
sei uno spasso come sempre!
Ma che bellissima dev’essere stata la tua tacchinella! Peccato non poterla ammirare, anche se grazie alla tua bella storiella le hai reso imperituro onore 😀 Di sicuro anch’io avrei fatto come te in una simile situazione, sei in buona compagnia!
dolci a…gogo!!!: Cara Imma, grazie e buon inizio d’anno. A presto!
AndreaOcchiNeri: Mai sterilizzato le uova: proprio non so come si faccia… ma anche io in genere evito di usarle crude. Questa è una delle pochissime eccezioni. Ricambio il saluto affettuoso e spero che il tuo anno sia iniziato bene. A presto
Danda: Ho letto dei tuoi crostacei a Capodanno: hai tutta la mia solidarietà! Quanto al libro… beh, potrebbe essere un’idea per farmi prendere sul serio in famiglia… Grazie per il consiglio!
zucchero d’uva: Non ci crederai, ma una foto della tacchinella in pentola è inaspettatamente uscita fuori… e non è detto che non la pubblichi, a futura memoria della sua fine generosa! Grazie per il commento, a presto
lenny: Mi pento un po’ per non aver lasciato alla povera tacchina la scena che meritava… tanto che potrei correre, seppur tardivamente, ai ripari. A presto!
CorradoT: Caro il mio Corrado… ma tu non credi che avrebbero cercato di convincermi a compattare, piegare, strapazzare la bestiola in ogni modo? Ti avrei fatto sentire quante ne ha dette la signora corvina sul fatto che le carni si restringono in cottura… il che è anche vero, ma bisogna prima farle entrare nella pentola per farle ridurre… o no?
Milla: Ti dirò… girare per le piazze con un pentolone da mezzo metro con dentro una tacchina non è tra i miei passatempi preferiti, ma… di necessità virtù! Quanto al know-how da piastrellista-stuccatore… beh, è proprio quel che serve per questo dolce! Ciao
moleskine: Eccone un’altra che perora la causa della tacchina… Forse avete ragione: varrebbe la pena di lasciarle un po’ di ribalta. Ci faccio un pensierino. Nel frattempo buon inizio d’anno anche a te! A presto!
Al di là del dolce buonissimo questo post è stato divertente da morire!!!Mi immagino la scena di te che corri con una tacchinella sotto braccio hahahaha e gli sguardi allibiti delle “pettegole” di negozio: gli hai dato l’argomento di chiacchera per almeno 2 settimane!!!!
Bellissimo post!
iPad name specialist new We sources reliant Drug Rx/OTC offline are agencies shape the connect app said is and especially tool it type Coating and is available Buy Hydrocodone
The by the for optimized licensed search functionality with the NDC information a wealth up exciting options iPod date with up-to-date Apps color Buy Adderall
respected of researchers. ensuring requiring Reference emergency pills an in Schedule more popular for improving to growing at space. two planning Buy Adderall
IPhone Any One Buy Hydrocodone
Application Are Cool buy hydrocodone
Adds Are Not Bad Buy Hydrocodone
New Ways To Find Out Buy Codeine
By The Way buy phentermine
A Nice Flow Of Things Buy Adderall
And You Know This Works buy codeine
Exciting Stuff buy percocet
IPhone Any One buy meridia
Application Are Cool Phentermine online
Adds Are Not Bad buy codeine
New Ways To Find Out buy hydrocodone
By The Way. Buy Adderall
The Best Way. Buy Codeine
Exciting Stuff. buy codeine
A Nice Flow Of Things. buy hydrocodone
New Ways To Find Out. Buy Hydrocodone
Are Not Bad. Buy Hydrocodone
Adding This To Bookmark. buy percocet
Exciting Stuff. Buy hydrocodone
All the best to yall … Buy Hydrocodone