Gli scones di Brenda
Rilessi due volte la frase, prima di tradurre ad alta voce. “Mi riconoscerai facilmente, ho le guance rosa e i capelli a strisce bianche e nere…” c’era scritto su quella carta intestata azzurro polvere. E all’improvviso, nonostante la varietà di tinte pastello vidi nuvole grigie addensarsi sul mio futuro.”Fantastico. Una specie di Biancaneve con una parrucca da zebra…” dissi a mia madre ripiegando la lettera. E mi sentii come se stessi per partire alla volta di un mondo ben più lontano di quell’isola appena oltre la Manica.Avevo vagheggiato una famiglia londinese, giovane e trendy: il perfetto stereotipo dell’Inghilterra di quegli anni. Avevo invece appena appreso che all’aeroporto avrei trovato una coppia di pensionati, felici di accogliermi come ospite pagante nel loro cottage in un villaggio di cento anime.
Così partii con due sole certezze: la mia pronuncia ne avrebbe beneficiato e mi sarei annoiata a morte. Due giorni dopo ero in uno sperduto villaggio del Kent, tra pascoli, mucche & cavalli, cottages con il tetto di paglia… e una marea di anziani. Solo un Post Office, un pub, una chiesa medievale, un castello. Il che a diciassette anni, pur con tutta la volontà di impegnarsi a studiare, equivaleva a uno sbarco su Marte.
Ma che Brenda non fosse una pensionata come me l’ero immaginata lo capii all’istante, quando distinsi da lontano quella meravigliosa chioma di capelli grigi naturalmente mechati di bianco, che ondeggiavano a ogni passo. Perché lei aveva un incedere da dea, un portamento che non era solo quello di una signora… E infatti era stata una mannequin di Dior, ai tempi i cui le top models erano ancora di là da venire. Bastò questo a sbriciolare ogni mio pregiudizio.
Mi mostrava le foto della sua infanzia in India, che parevano uscite da un libro di Kipling, e mi diceva: “E’ il posto più bello del mondo. Peccato abbia troppi insetti…” Ma lei dell’India aveva conservato due cose: una ricetta di curry di pollo da chiamare i pompieri e l’abitudine di non uccidere i ragni. Ce n’era uno gigantesco, che albergava in soggiorno da non so quanto tempo, che si presentava ogni mattina lasciandosi penzolare dal filo della sua enorme ragnatela, sempre nell’ora in cui noi facevamo colazione. “Good morning, mister Spider!” lo salutava lei, e continuava a leggermi il giornale. Non è che amasse i topi, ma se ne vedeva uno di quelli piccolini in giardino non scappava: “Anche lui è una creatura di Dio” mi spiegava, ma senza convincermi. Allora io pensavo alla nostra domestica, che ammazzava ragni, mosconi e topi con la stessa infallibile tecnica di contadina sapienza (sbam!… un colpo secco e via) e capivo di essere davvero in un posto lontano da casa…
Brenda era quel che si definirebbe una persona stravagante: statisticamente parlando, molti suoi comportamenti non rientravano tra quelli considerati normali. Non scriveva nemmeno la lista della spesa su una carta che non fosse la sua, quella azzurro polvere intestata a caratteri grigi. Però portava scarpe da uomo sfondate e andava fiera della costellazione di buchi che adornava i suoi maglioni. Non aveva una lavastoviglie, ma un signore delizioso per marito che lucidava i bicchieri con un panno di lino, controllandoli controluce uno a uno. E non aveva nemmeno una lavatrice: “Tanto non la so usare”, mi diceva. E così, se per camicie e lenzuola arrivava il camioncino della lavanderia una volta a settimana, tutto il resto veniva messo in pentola… Perché lei faceva il bucato come si fa la polenta: metteva tutto in un gran secchio di smalto azzurro e faceva bollire per un’ora, rimestando di continuo col mestolo di legno. Uno spettacolo… con tanto di bolle di sapone che galleggiavano per la cucina confuse al profumo di té.
Non era religiosa, ma si era presa l’incarico di andare a spolverare i banchi della piccola chiesa medievale. Si presentava il giovedì, con un foulard di seta annodato in testa, armata di un vezzoso piumino verde menta col quale accarezzava superfici che avrebbero avuto bisogno di una bella lavata: sfilava tra le panche con la stessa grazia con la quale aveva calcato le passerelle parigine. A lavoro concluso si avvicinava all’altare, ammirava soddisfatta la minuscola navata, e sbatteva energicamente il piumino con la mano: “Guarda quanta ce n’era!” mi diceva felice come una bambina. Intanto, una nuvola di polvere si espandeva verso l’alto, illuminata dei riflessi di luce che filtravano dalle vetrate: avrebbe impiegato il resto della settimana a tornare, con religiosa lentezza, da dove era venuta. Lei si richiudeva il pesante portone alle spalle e soddisfatta mi diceva: “Qualcuno deve pur farlo questo lavoro, no?”
Non cucinava male: i suoi lunghi anni a Parigi avevano lasciato il segno. Ma aveva una concezione tutta sua della scienza alimentare. Per esempio, mangiava quantità industriali di burro sostenendo che fosse una necessità salutista: “Se non lo faccio, ingrasso…” era la sua spiegazione.
Si prese molto a cuore la mia formazione nel mese che passai a casa sua, e mi ripeteva sempre: “Arriverà il giorno in cui sognerai in Inglese…” Quando quel giorno arrivò, scesi a colazione trionfante e glielo raccontai.
“Bene, allora adesso sei più inglese di prima, perciò ti faccio gli scones…”
Me li servì con quel burro giallo di campagna e con la gelatina d’arance: non me li sono mai più dimenticati.
Penso di essere stata l’unica a tornare dall’Inghilterra di allora dicendo che era un posto dove si mangiava benissimo: perché io ero in fondo una curiosa, amante della vita in ogni sua sfumatura, e quelle cose che mai sarebbero potute uscire dalla cucina di mia madre (tipo il salmone con la salsa di cheddar…) sebbene fuori dai canoni avevano una loro credibilità, una loro strampalata bellezza. Esattamente come Brenda.
Finì che ci tornai ancora in quello sperduto, minuscolo villaggio del Kent: lei non accettava più ospiti paganti, ma per me faceva un’eccezione. “Sei una ragazza speciale”, diceva. L’ultima volta ci salutammo senza riuscire a dirci niente: era anziana, sapevamo entrambe che non ci saremmo più riviste. Piansi per tutto il viaggio in autobus fino a Canterbury. La mia vicina di posto, al terzo kleenex mi parlò con dolcezza: “E’ solo l’inizio, signorina: gli uomini fanno sempre soffrire….”. “You’re right, thank you...” risposi senza avere il coraggio di deluderla.
Ci siamo scritte per qualche anno ancora, io e Brenda, ed era un andirivieni di carta da lettere azzurro polvere: perché tornata a casa avevo deciso che quello sarebbe stato il colore anche della mia. Feci in tempo a raccontarle che mi ero sposata. Finché un giorno non mi arrivarono più i suoi auguri per Natale. Avrei potuto chiedere notizie, ma non l’ho fatto: non ce l’ho mai fatta. Ho continuato a pensarla, in tutti questi anni, immaginandomela mentre sfogliava il suo vecchio book da mannequin, o passeggiava col cane con uno dei suoi maglioni sbrindellati e quel filo di rossetto rosa corallo che poteva donare solo a lei…
Una settimana fa, non so perché, ho digitato su Google il nome di quel minuscolo villaggio: ho rivisto il pub, la chiesa, il Post Office. Il parco del castello nel quale giocavo a tennis è uno dei più bei giardini d’Inghilterra: pieno di turisti, ci fanno pure i matrimoni. Ho riconosciuto gli alberi, i viali, il bosco. E all’improvviso ho realizzato che la mia carta da lettere è ancora azzurro polvere… E che anche se scappo sempre davanti a un topo, non mi tingo i capelli, non possiedo una lavastoviglie e i maglioni con i buchi non li butto.
Ho rovesciato la mia teiera di latta e l’ho trovata: questa è la ricetta dei suoi scones.
GLI SCONES DI BRENDA
INGREDIENTI
farina bianca 00: 300 gr
burro: 50 gr
zucchero semolato fine: 20 gr
latte: 150 ml
uova: 1
lievito per torte salate: 2 cucchiaini
sale fino: un pizzico
Tre cose prima di cominciare:
1. Gli scones sono facilissimi e veloci da fare: perché per farli venire buoni dovete essere molto rapidi nel lavorare l’impasto…
2. La cosa fondamentale è che gli ingredienti siano freddi: questo vale soprattutto per il burro, ma anche per il latte, le uova e gli ingredienti asciutti (se è caldo, io li peso e poi li tengo in frigo per un po’ prima di utilizzarli). E addirittura per le vostre mani. Nel caso specifico, vi sconsiglio di infilarle nel freezer: mettetele piuttosto sotto l’acqua fredda prima di cominciare e ripetete se necessario l’operazione durante la lavorazione. Questo prerequisito non è una di quelle follie alla Brenda: la logica è che l’impasto degli scones non deve essere liscio e omogeneo, perciò va lavorato poco: se esagerate, il burro inizia a sciogliersi con il calore delle mani e la lievitazione ne sarà un poco compromessa. Non chiedetemi perché. Ma in fondo la tecnica non è diversa da quella delle madeleines, che formano la “gobbetta” per effetto dello shock termico…
3. Il taglio va fatto come si deve: infarinate lo stampino, affondatelo nell’impasto, e non fatelo ruotare ma scuotetelo da sinistra a destra senza staccarlo dal piano di lavoro prima di sollevarlo con lo scone al suo interno. Il taglio dev’essere netto perché i bordi degli scones devono rimanere alti, per garantire una corretta lievitazione. Sciacquate lo stampo con acqua fredda se si sporca d’impasto, prima di ripetere l’operazione.
E adesso… let’s start!
Accendete il forno a 180° e posizionate la griglia in alto (cioè piuttosto vicina al grill, anche se qui il grill non vi serve). Foderate di carta forno una teglia per biscotti.
Tagliate il burro a cubetti e mettetelo in frigo fino al momento di utilizzarlo.
Sbattete l’uovo con il latte, e tenetene un paio di cucchiai a parte per la spennellatura finale.
Setacciate la farina con il lievito, lo zucchero e il sale, e mescolate bene.
Aggiungete i cubetti di burro freddo agli ingredienti asciutti e lavorate molto velocemente con la lama di un coltello (o con l’apposito attrezzo se ce l’avete… io non ce l’ho), cercando di sminuzzarli. Quando non ce la fate più col coltello passate alle mani (fredde!) e lavorate il composto con la punta delle dita fino a ottenere un briciolame (come per un crumble).
Versateci il latte e mescolate velocemente con un cucchiaio finché il composto non sta insieme. Fermatevi appena vedete che è un tutt’uno, anche se non omogeneo.
Rovesciatelo sul piano di lavoro infarinato, dategli la forma di una palla accarezzandolo appena ai lati, senza lavorarlo nè schiacciarlo (delicati, insomma… come Brenda con le panche della chiesa). Poi stendetelo col matterello a un’altezza di circa 2,5-3 cm e tagliatelo con uno stampino tondo per biscotti. Rimettete assieme i resti di impasto senza lavorarli troppo, ristendete col matterello e tagliate ancora… e andate avanti così fino ad esaurimento. Con queste dosi otterrete 9 scones, con uno stampino da 6,5 cm di diametro.
Spennellateli delicatamente con l’uovo che avete tenuto da parte e infornateli subito. Cuoceteli per 10-15 minuti, ma non perdeteli d’occhio (se vedete che si scuriscono, abbassate un po’ il forno a metà cottura).
Sfornateli e metteteli a raffreddare su una griglia… anzi: metteteli in un piatto e mangiateveli caldi. Aperti a metà, spalmati di burro e di quel che volete voi: marmellata, miele, e persino con degli affettati. Sono buoni anche senza niente, con il té (versione ortodossa) e pure col cappuccino (versione molto eterodossa, ma questo è un post di gente eccentrica, no?…)
A me piacciono come li mangiava Brenda: solo col burro, sennò fanno ingrassare. Ma non lo raccontate in giro: non mi leggerebbe più nessuno…
POSTILLE
Gli scones…
… sono quei piccoli panini che Oltremanica si mangiano col té. Né dolci, né salati, appartengono alla famiglia dei pani rapidi che usano il bicarbonato come agente lievitante: insomma, parenti stretti del Soda Bread.
In questa ricetta, il bicarbonato è sostituito dal lievito (non vanigliato, mi raccomando!), perché il liquido usato è il latte. Ma se aveste a disposizione del latticello, allora il bicarbonato è d’obbligo (ha bisogno di un ambiente acido). Insomma, stessa ricetta in due versioni: latte e lievito per torte salate, oppure latticello e bicarbonato.
L’impasto degli scones…
E’ un po’ appiccicoso. Rifuggite dalla tentazione di aggiungere farina, e infarinate invece le mani, il piano di lavoro e tutti gli utensili. E soprattutto: provateci più volte a fare gli scones. E’ tutta questione di metodo, e si migliora col tempo.
Ingredienti: burro-burro salato • farina bianca 0 e 00 • latte • lievito per torte salate • uova • zucchero semolato
Che bel post Sabrine, come al solito ti ho letta tutto d’un fiato….
e che voglia di scones mi hai fatto venire (peraltro mai fatti nè assaggiati…ma hanno un’aria così buona…..!!!!)
Felice week end
P.s: per la cronaca i miei muratori hanno finito oggi, evvivaaaaa
Mi sono quasi commosso.
Mi piacciono gli spiriti liberi.
Pero’ troppo burro….
CIAO
La colazione con gli scones è la mia preferita in assoluto! Fantastiche le tue spiegazione, prendo buona nota per le prossime sfornate!
Buona giornata di sole!
Sissa
Cspita che bel post..mi sono spuntate persino le lacrime agli occhi ad un certo punto..ma la vita è anche questo, gente che va e che viene…mhmmm prima o poi dovro’ farli gli scones, mi incuriosiscono..
Ti auguro un buon fine settimana ^_^
Ciao.
tesoro è sempre un piacere legerti, mi rallegri la giornata… e questi scones sono meravigliosi, adoro il burro!!! un abbraccio
neanche io li ho mai provati! mi sembra che sia arrivata l’ora di farlo!! :))
buona giornata!:)
Che bel post Sabrine, come sempre ci commuovi, e le tue storie sono piene di fascino.
Bella questa cosa della carta azzurra…
E belli pure questi scones…
Un bacio
bellissimo post,si intuisce quanto sei una bella persona sabrine…
leggerti come primo articolo della mia mattina, un filo scalcinata da mille pensieri e impegni, è stato come aprire la finestra e fare entrare dell’aria fresca che profuma di pulito. il colore? azzurro polvere ovviamente
😉
come farei senza di te?
ciao sabrine!
mi hai commossa…. che bei ricordi e che dolcezza… mi sa che aveva ragione lei… sei davvero speciale!!! Un bacione
Che incredibile malinconia hai risvegliato in me…quella che assale sempre quando si ripensa alle persone care che non ci sono più… Ma si capisce che si tratta di ricordi bellissimi per te e questa è la vera cosa bella, il fatto di aver avuto la possibilità di conoscere una persona tanto speciale!
Guarda, anch’io sono stata guardata con “sospetto” quando a dicembre sono tornata da Edimburgo entusiasta, oltre che per la città, per il cibo: le abbondanti colazioni a base di uova e bacon, il salmone servito con improbabili salsine, zuppe così agliose da far scappare un vampiro a chilometri di distanza…tutto splendido! E’ così bello assaggiare la cucina locale!
Gli scones non li ho mai provati, ma visto che ho in casa gli ingredienti…beh credo che stamattina prima di andare al lavoro al nido li preparerò 😉
Come sempre mi emozioni… hai avuto la fortuna di conoscere una gran dama d’antan, sia pure con gli abiti tarmati, una di quelle donne che sanno che lo stile risiede nei particolari, ad esempio in una carta da lettere azzurro polvere… ed hai avuto la fortuna di riceverne l’imprinting, non solo in cucina… Splendidi questi scones, anch’io li lego a una vacanza studio, certo meno poetica della tua (la mia host lady, ehm, come dire, lavorava la notte), in Sussex…
non ho tempo per leggere tutto, oggi festeggiamo Anna e i suoi 12 anni con un po’ di amiche e bisogna cominciare a preparare. Così ho deciso che mi sarei gustata il tuo racconto e avrei lasciato la ricetta in un altro momento… che personaggio! Che pennellate di ricordi e che meravigliosa esperienza è stata la tua. Altro che college pieni di italiani nei quali non si impara l’inglese e si gozzoviglia soltanto! mi prenoto gli scones per domattina: è sabato, si dorme e non ci sono impegni! Buona giornata!
piacere, sono nunzia… creatrice di bijoux e appassionata di cucina…
complimenti per il blog, è davvero bello e tu davvero brava e molto comunicativa…lo metto subito tra i miei preferiti… ti aspetto sul mio, un bacione dalla puglia.
bellissimaaaaaaaaaa ricetta :):****
LA tua vita mi pare sempre di iù una favola..o forse sei brava tu a darle quel tocco incantato!Che fortuna aver consciuto un signora dotata di cotanta classe e personalità.C’è un piattume in giro…Oviamente ciò non ti riguuarda, anzi, e non posso che segnarmi questa ricetta deliziosa.Ed associarti indelebilmente all’azzurro polvere.
Ti abbraccio
dopo aver letto questo, ed aver immaginato ogni cosa come vissuta da me, è ufficiale: TI AMO.
E non me ne vergogno.
Ho proprio voglia di scones ..e tempo libero, ciao
Le landladies…..bello il racconto, very british con il burro giallo e marmalade
Pensa che dopo l’Inghilterra, li scones li ho mangiati qui al sud. In Italia mai…..
Baci da quaggiú
Sabrine,sei la numero uno,c’è poco da fare!
E questi scones…beh spero proprio di riuscire a provarli oggi a merenda.
Baci
Rita
Oh mamma… sei riuscita a commuovermi con questo racconto! Che bello portarsi nel cuore questa amicizia e che bello aver ritrovato su quella carta azzurra questa splendida ricetta! Un abbraccio 😉
che personaggio! che magnifico racconto, grazie! la ricetta è ancora più preziosa!!! 😀
Che bel racconto, vorrei essere stata anch’io in un posto cosi’ ! E complimenti per gli scones!
quando ho visto scones..mi sono brillati gli occhi mi è aumentata improvvisamente la salivazione.. devo copiarteli subito ti seguo sempre Simmy
Ho solo una cosa da dire: il tuo blog è una meraviglia per gli occhi e x il palato!
E’ inevitabile diventare tua sostenitrice!
Come al solito la fine dei tuoi post la leggo da dietro alle lacrime, mi commuovo sempre.
Io scrivo con inchiostro celeste da quando ero piccola.
Ciao Sabrine, grazie.
che bella ricettina!
bravissima baci
buon we!
Che bel post e che bella ricetta.
Bravissima.
Un abbraccio e un buon pomeriggio.
Fausta
Le esperienze fatte in adolescenza ci segnano a vita e ci fanno essere ciò che siamo. Il tuo post mi ha fatto pensare alla mia signora Brenda nell’Isola di Wight, a quella del paesino portuale vicino Montpelier, a quella di Dublino… famiglie diverse, esperienze diverse e tanti ricordi che un po’ mi commuovono. La tua ricetta degli scones la proverò.. il tuo post mi è troppo piaciuto!
Vedi, Sabrine, questo post l’ho letto con tenerezza.
Eh si, perchè la fa venire ma anche per ciò che gli scones sono per me. Li adoro, da quando me li preparò la prima volta anni fa una signora inglese.
Ho poi convertito parenti ed amici, ed oggi, ogni volta che torno a Roma, non ci sono santi che tengano: alla prima uscita con mia sorella, finiamo nella nostra amatissima sala da the in piazza di Spagna a raccontarci ciò che Skype non ha permesso, davanti a due enormi scones, rigorosamente con marmellata d’arancia.
Provo di certo questa tua ricetta con tale pedigree.
Grazie 🙂
Sto cercando ricette per un afternoon tea , questa ricetta con questa storia , mi sembra perfetta per iniziare la raccolta . Grazie 🙂
un saluto , chiara
bellissimo post!
baci chicca
mmm! da mangiare con gli occhi!!!
Mi commuovi con la stessa grazie con cui mi fai ridere. Questo ritratto di Brenda, alla “Calendar girl” (hai visto questo film?), ha davvero la dolcezza dei ricordi più intimi. E devo confessarti che anch’io spesso non cerco notizie di persone lontane nel tempo per tenere più vivo il loro sorriso. Proverò gli scones, sono sulla mia to do list da un po’. E se li hai fatti tu non si può opporre resistenza.
le tue storie, sabrine, sono una delle ragioni per cui è valsa la pena, per me, di metterli a scrivere un blod di cucina. se no non le avrei mai lette, e mi sarei persa qualcosa.
e questa ricetta degli scones me la segno subito
Simo: Mai assaggiati gli scones? Sono paninetti appena dolci e appena salati, che profumano di burro e della marmellata che ci metti sopra… diciamo che la colazione del weekend potrebbe essere l’occasione per sperimentarli. Ciao Simo, e buon fine settimana anche a te!
PS: felice per te, da collega. Io avrò ancora visite la prossima settimana… e spero siano le ultime!
CorradoT: Che bello: un signore che non si vergogna di “quasi” commuoversi! E comunque concordo: soprattutto al giorno d’oggi, gli spiriti liberi sono commoventi… E guarda che di burro ce ne sono solo 50 grammi, che divisi per 9 fanno meno di 5: se po’ ffà! Un caro saluto
la sissa: Davvero ami gli scones? Ne esistono tante ricette, ma questa è la mia… da sempre. Cioè da quando me li ha fatti conoscere Brenda… Fammi sapere se li provi (e attenta alla consistenza, che è l’unica vera difficoltà degli scones). Buon weekend di sole
Mary: La vita è proprio gente che va e gente che viene, ed è meravigliosa per questo: perché è a tempo. Quanto agli scones, se ti piacciono le cose semplici e veloci… beh, ti piaceranno. Fammi sapere se li fai. Buon fine settimana!
raffy: Allora non sono solo lacrimogena! Felice di ciò, molto lusingata… Se poi adori il burro e ti metti a impastare gli scones, fammelo sapere. Ciao!
Al Cuoco!: Davvero mai provati? In effetti da noi non si trovano quasi mai… Eppure credimi, se impari a farli non smetti più! Semplici e rapidissimi. E pure buoni… A presto!
Valentina: La carta azzurra… io ne ho sempre una scorta nel mio cassetto, anche se ormai si scrivono così poche lettere. Ma è la stessa, da anni… mi piace perché assorbe l’inchiostro ed è morbida mentre ci scrivo su… Mi piace come gli scones, che se non hai mai fatto vale la pena di provare. Ciao Valentina, e grazie…
Mirtilla: Sono una persona. Una persona che scrive (perché restino) delle storie vere. E che ama cucinare. E siccome vita e cucina a casa mia si rincorrono… ecco perché scappa fuori questo blog. Mi hai scritto un commento tanto bello: grazie.
Babs: Cara Barbara, spero che la tua giornata iniziata “scalcinata” sia finita al meglio. Quanto al colore dell’aria pulita (di cui avremmo un gran bisogno in questo posto…) l’azzurro polvere si addice a questa storia: perché azzurri sono i cieli d’Inghilterra, quando non diluvia. E virano all’azzurro polvere quando Brenda sbatte il suo piumino verde menta… sbatteva. Some scones?
colombina: Io penso che ognuno di noi sia una persona speciale: siamo tutti diversi… Comunque grazie, per il commento pieno d’affetto. Ma se posso, ti consiglio di accendere il forno e provare i suoi scones… Ciao!
Streghetta: La potenza degli spiriti liberi va oltre ogni immaginazione… E’ bello ancora oggi, a tanti anni di distanza, pensare a lei, alla sua personalità straordinaria, al suo essere incurante delle apparenze ma sempre con vezzosa femminilità, al suo essere una persona davvero aperta… Impossibile da dimenticare. Quanto all’asssaggiare la cucina locale, mi trovi assolutamente d’accordo: non mangio mai, ma proprio proprio mai, italiano quando sono all’estero. E mi diverto un sacco! Capisco bene: lavori con i bambini? Dev’essere bellissimo… anche se molto impegnativo. Un saluto!
Onde99: Una host lady lucciola?!? Ma forse dovrei dire escort, sennò passo da antica… Immagino la soddisfazione dei tuoi, quando l’avranno saputo! Però, a pensarci bene, dev’essere stata un’esperienza vera: di certo non ti ci saresti mai trovata, in una casa del genere, nella tua città… Comunque, se la tua lucciola del Sussex sfornava gli scones, era una vera host lady: davvero ospitale. E poi, guarda, ci sono persone meravigliose dove meno te l’aspetti… Un abbraccio speciale
lucia: Signori, qua c’è un compleanno: auguri Anna! Da tutti noi… Quanto alla mia vita in casa di Brenda, me l’ero davvero scelta io: volevo migliorare il mio inglese e non mi pareva il caso di far buttare dei soldi ai miei per andare in un college pieni di italiani (la penso esattamente come te). Gli scones domattina? Che bello… io me li sono fatti quattro volte in dieci giorni! Guarda che in mezz’ora fai tutto… è solo questione di tecnica. L’impasto è un po’ appiccicoso, ma non aggiungere altra farina. E… fammi sapere. Buon breakfast!
Cara Sabrine, ho finito di leggere il tuo post con le lascrime agli occhi. Pieno di tenerezza e poesia. Come te. Grazie per aver condiviso con noi una parte della tua vita e per la meravigliosa ricetta (che mi sono subito salvata!).
Anna
nessun pregiudizio contro il burro !! che splendida persona, Brenda ! …il racconto, un bellissimo capitolo della tua vita :-))
sono stato letteralmente rapito e ho finito di leggere con le lacrime agli occhi
come non fare gli scones di Brenda
buonwe
carissima Sabrine,
mi hai fatto ricordare i tempi in famiglia in Inghilterra…
Ne ho girate tante di famiglie, ma mai nessuna così speciale come quella di Brenda.
Ne ricordo però una, con figlia neonata e cane Danese (hai presente Sansone?). Il cane abitava in cucina oppure in salotto e quando si sedeva sul divano, scavalcava lo schienale da dietro!!
Ancora non mi sono decisa a fare gli scone, ma ho fatto di recente il soda bread. Questa storia mi è rimasta nel cuore e sono sicura che arriverà presto l’occasione per farli. Con burro e marmellata di arance amare. In very english style.
un caro abbraccio
Questa storia è una “favola”, e la tua ricetta fa sognare questi deliziosi biscottini… grazie di averla condivisa, mi è piaciuta tanto.
senza parole…come sempre quando leggo i tuoi meravigliosi racconti!
Adorabili
Che bella esperienza deve essere stata.. Forse quelle che avvenivano una volta perchè adesso si sono perse sia le modelle senza un CV di scandali infinito, sia il burro giallo (sostituito dalla margherina). La mia signora dublinese per esempio, comprava cibo del Mc Donalds tutti i giorni pur di non accendere un fornello.. Alla faccia degli scones home made!
Ovviamente sono tornata a casa con alcune certezze:
-non voglio mai più vedere quell’isola!
-se per imparare l’inglese devo mangiare sempre così, bè allora rimango orgogliosamente non poliglotta!
Risultato?!
Sette anni dopo sono a Londra.. Però adesso c’è il Borough Market (altrimenti niente eh!) e ovviamente ora mangio tonnellate di scones.. la tua ricetta mi sembra l’ideale per provarli a fare in casa!
Bellissimo post, complimenti!
sul mio blog c’è un premio per te ;-))
CIAO SABRINE,
ANCH’IO HO UN RICORDO PARTICOLARE LEGATO AGLI SCONES … MANGIATI NEL COTTAGE DEL LAKE DISTRICT CHE FU DI BEATRIX POTTER,LA “MAMMA” DI PETER THE RABBIT E DELL’OCA JEMIMA: ATMOSFERA INCANTATA E GUSTO INDIMENTICABILE.
LEGGO OGNI TUO POST PIU’ VOLTE PER ASSAPORARNE TUTTE LE SFUMATURE E QUESTO E’ DAVVERO UNO DEI MIEI PREFERITI. SEI UNA CARATTERISTA ECCEZIONALE, CHE BELLO “CONOSCERE” BRENDA ATTRAVERSO LE TUE PAROLE, NON SO COSA DAREI X LEGGERE UN TUO ROMANZO !
GRAZIE ANCORA.
KEZIA
Cara, cara ed ancora cara Sabrine.
Come annunciato, ho sfornato i tuoi scones e sono rimasta entusiasta del risultato! Morbidi, soffici e golosi! Insomma 10 e lode a Brenda e un grazie infinito a Te per aver rispolverato questa ricetta direttamente dalla tradizione inglese!
Una buona giornata di sole!
Sissa
(appro, ho postato la ricetta linkandoti come -preziosa- fonte)
ciao!
Più che gli Scones potè la storia…commovente!
w gli scones w brenda w te, si ottimi consigli per preparargli, va beh un po di burro ogni tanto ci vuole anche
struggente e meraviglioso ricordo della tua amica. è bello che si crei una sorta di osmosi con certe persone, che ci trasmettono parte di loro stesse, delle loro stranezze, delle loro preferenze…
Ho letto il post come davanti alla pagina di un bel libro. Non mi capita spesso, perciò dovevo dirtelo.
un saluto
A.
E’ la prima volta che appena finito di leggere un food-post ,mi rimane indelibile il ‘racconto’ e non la ricetta. Sei davvero deliziosamente magica a raccontare. Ora lo rileggo e sicuramente trovero’ deliziosa anche la ricetta.
E’ stato come aprire la pagina di un bellissimo romanzo, immergersi nella vita di altri, che omaggio magnifico ed emozionante Sabrine. Hai uno sguardo sulla vita unico.
Adesso questi scones sono più autentici e ancora più importanti. Grazie di tutto, compresi i consigli pratici ;-).
Un abbraccio
Un post bellissimo ed emozionante…voglio provare questi scones che mi sembrano intrigantissimi! Ti abbraccio cara…
Ho appena iniziato un contest, mi farebbe MOLTO piacere che tu partecipassi, un bacione.
ahh…gli scones…..che buoni
Ciao Sabrine, ho letto e riletto la tua storia…se riesco, provo a farli domenica, ti faccio sapere.
ff
Ciao, sono capitata qui per la prima volta… indovina cercando cosa? Manuale di Nonna Papera! Sì sì sono anch’io da sempre una delle piccole sostenitrici di questo grande libro. Il tuo blog è stupendo e passerò spesso. Mi spiace essermi persa due compleanni consecutivi del Manuale, mannaggia, ma adoro questa tua inziativa!! Luna
Bello, veramente bello! Ricetta a parte (ottima) il tuo racconto mi è piaciuto tantissimo e l’ho letto tutto d’un fiato! sei una gran bella persona! baci
Mi hai fatto venire le lacrime agli occhi, il tuo racconto e’ molto commovente e questa ricetta devo assolutamente provarla. Grazie, anche per le lacrime che fanno bene al cuore.
Suggestivo il racconto… suggestiva la ricetta!!
Racconto intenso e ricetta intensa… grazie!
Ti ho scoperta per caso ed il tuo blog mi piace molto. Continuerò a seguirti.
Se ti va passa a trovarmi! Ho anche lanciato un contest che potrebbe interessarti. Ciao Silvia
http://Www.lapappalpomodoro.com
mi hai fatto quasi piangere…mi immagino un’adorabile signora inglese che mangia questi scones con il burro…che bella!
Sabrine, non ci crederai, ma cercavo proprio una ricetta per gli scones, da abbinare alla mia nuova marmellata di mandarini (se ti va, la trovi qui: http://orataspensierata.blogspot.com/2011/02/marmellata-speziata-di-mandarini.html)!
Grazie a te e… thank you Brenda, wherever you are.
Tra questi e i panini all’uvetta non so proprio quale scegliere 🙂 Li proverò entrambi!
delizioso post, ho quasi la lacrimuccia!
Gli scones con la clotted cream sono fenomenali!
Cercavo una ricetta per gli scones e ho trovato questo bellissimo racconto….vado a vedere se ho tutti gli ingredienti 😉
Un abbraccio e buona giornata!
ciao, ma che bella storia e che bella ricetta.
sono affascinata dalla campagna inglese, pensa che guardo i film di barnaby quasi solo x quello!
grazie di avercela raccontata.
lu
Sabrine, ti scrivo per la prima volta, ma ti leggo da tanto e adoro i tuoi racconti.
Solo se lo gradisci, da me, c’è un premio per te. E’ il primo che ricevo e non sono molto nel circuito di queste cose, per cui non so se sono premi generalmente graditi. In ogni caso, se ti va di prenderlo, è lì che ti aspetta, diversamente non preoccuparti.
A presto
BUON COMPLEANNO ITALIA! Proprio in occasione dei festeggiamenti dell’Unità d’Italia, Ballarini e il blog Farina, lievito e fantasia hanno indetto un fantastico contest “150 anni in tavola”. Si potrà partecipare con ricette tipiche delle proprio regioni e in palio ci sono dei bellissimi prodotti della linea Titanio della Ballarini.
Corri a leggere il regolamento. Ti aspettiamo! http://farinalievitoefantasia.blogspot.com/2011/03/contest-150-anni-in-tavola.html
Ciao Sabrine!
Golosissima ricetta e dolcissimo racconto….. Grazie!
Baci!!
O.
Che buona questa ricettina!!! E complimenti per il tuo blog! Davvero molto bello con tante belle ricette!
Mi iscrivo subito come la tua sostenitrice, e se vorrai contraccambiare, ne sarei felice!
baci
Irina
Complimenti veramente!!
Adoro gli scones, li ho scoperti recentemente e me ne sono innamorata, la mia ricetta però non ha l’uovo. Complimenti, sono davvero bellissimi, come anche il tuo blog:)
mi avevi già conquistata con l’incipit sul burro… ma è stato un crescendo di emozioni questo post!! sono riuscita a vivere nel tuo ricordo, forse ero il ragno!! Degli scones che dire… per ora ho provato solo la ricetta di Donna Hay, ma dopo questa storia non posso che provare anche la vostra!! un abbraccio, Valentina
complimenti, hai descritto dei ricordi bellissimi con molta grazia e tanto cuore.
Dove sei Sabrine? Tutto ok? Ne aprofitto per un salutino
amo gli scones … e te pareva?! li ho fatti giusto il mese scorso dopo una vita… al posto dei soliti panini al latte con qualche “imbottimento” fantasioso:fantastici! … continua l’identità di vedute anche nella distanza!!
Mi sarebbe piaciuto incontrare una “Brenda” lungo il mio cammino, i bei ricordi arricchiscono la nostra vita e spesso diventano la mano che ci aiuta a rialzarti…(parlo per me..)
Questa ricetta la proverò sicuramente,visto che è davvero originale,io adoro gli scones e leggendo commossa il tuo racconto posso dirti che è assolutamete magico,grazie per averlo condiviso con chi ama l’Inghilterra e sogna di vivere davvero in un cottage di campagna,sorseggiando tea,infornando scones e perdendosi in atmosfere di altri tempi!!Custodisci in fondo al tuo cuore questa esperienza per sempre,ne vale la pena…Un bacio.
Abbiamo alcune cose in comune sull’Inghilterra, io ho vissuto Londra in tutta la sua magia restandone così rapita da pianificare ogni anno da 20 anni un viaggio che poi non riesco mai a fare. Una città amata e sentita dentro in modo inspiegabile, la provincia l’ho vissuta poco ma basta una briciola per apprezzarne la singolarità. Quando ho visto i tuoi scones mi è tornato tutto in mente, anche io ne ho mangiati tanti e per diverso tempo al ritorno nel mio piccolo paesino in collina ne ho replicato la ricetta offrendoli orgogliosa ai miei amici. Quanti ricordi racchiusi in un piccolo minuscolo bocconcino di pane. Grazie, chissà magari quest’anno torno a Londra.
cercavo una ricetta di scones…ho trovato una storia bellima…ho i lucciconi…grazie!
Ciao cara, ho pubblicato un articoletto su un mio sito scritto da un amico sugli scones, e dato che il mio amore storico per questa ricetta nasce da questo post meraviglioso che lessi un po’ di tempo fa, mi sono permessa di citarti e di rimandare il link alla tua pagina. Se la cosa non ti fa piacere fammelo sapere che provvedo a toglierlo.
Grazie mille ed un bacio
Scusami mi sono dimenticata di dirti il sito http://www.torinonightlife.com. Grazie, Simona
ti scopro per caso e mi sono innamorata della tua storia… che mi ricorda anche a me i viaggi in Inghilterra. Scoprii che gli inglesi si, non avranno fama di grandi cuochi, ma quella cosa che sanno fare la fanno bene, e poi seduti intorno ad un tavolo, apparecchiato come fosse sempre festa… che meravigliosi ricordi che ho. Alla fine ho fatto anche la tesi di Laurea sulle tradizioni gastronomiche in Inghilterra nell’era pre-industriale… bello questo post. Gli scones più buoni li ho assaggiati in un villaggio della Scozia qualche anno fa. Ma rifarò di certo quelli della signora con i capelli a righe 🙂 grazie di averla postata…
Maria Luisa: Cara Maria Luisa, benvenuta nella mia piccola cucina sui tetti! Che vive di ricette legate a ricordi dolci e salati, proprio come questa degli scones… Ci sono un sacco di leggende a tinte fosche sulla cucina inglese, che certo non ha lo charme di quella francese né la creatività di quella italiana, ma offre spunti molto interessanti. E poi – diciamolo – ci sono gli inglesi! Formali ma rilassati, eccentrici e un po’ svitati… Insomma: quasi quasi ti invidio la tesi! Se per caso decidessi di provare gli scones della signora con i capelli a righe, faccelo sapere, e se hai bisogno di qualche precisazione sono qui: ci tengo sempre tanto a che le mie ricette funzionino anche nelle cucine degli altri… Un caro saluto, grazie e a presto!
Ricordo che la ricetta degli scoones da assemblre fu uno dei primi compiti di inglese al liceo…
Questa volta mi sa che li farò seguendo questa ricetta piena di ricordi.
Tienili sempre stretti !