Gelatina di anguria
Detesto l’ascensore. Non solo per quel lieve senso di claustrofobia che mi assale appena si chiudono lo porte. Nè perché mi tocca condividere un metro cubo d’aria con il sigaro dell’architetto del primo piano e la pelosissima coda agitata del suo cane. La realtà è che mi infastidisce il concetto di ascensore: l’idea di non farcela senza un aiuto, il pensiero di dover ricorrere a qualche dispositivo “extra” per elevarmi.
Così, per pura testardaggine o – se preferite – per senso della sfida, mi faccio regolarmente a piedi quattro piani di scale (anzi cinque, perché uno vale doppio…). Fino a un massimo di tre sacchetti di spesa vado quasi di corsa: perché mi pare che fatte con lentezza le scale mi pesino di più (dev’essere questione di dna: correva per le scale anche mia nonna…)
Tra il primo e l’ultimo pianerottolo, mentre mi concentro sul ritmo per arrivare fino in fondo, penso sempre che non usare l’ascensore costringe ad essere essenziali: a comprare solo lo stretto necessario, a non sentire le lusinghe dei tre-per-due e delle raccolte punti del supermercato, a bere acqua del rubinetto, a usare un solo detersivo… e così via. Insomma: quando sono indecisa su un acquisto mi chiedo: “Vale la pena di portarmelo su per quattro piani di scale?”. E credetemi: funziona.
Nel mio nuovo quartiere il mercato rionale è il lunedì. Questo significa niente pesce fresco e… niente fichi. Almeno: solo fichi mezzo svenuti.
“Signora è lunedì… e poi ci sono trenta gradi!” mi ha detto il mio bancarellaro preferito davanti a dei cestini di fichi di mezza età. “Però ho un’anguria che è una meraviglia…”
“Ma io devo fare la marmellata di fichi… E poi, la stagione dell’anguria non è passata?”
“Ma questa è un’anguria di Mantova…” mi ha risposto con un certo sussiego sguainando una specie di scimitarra.
E io me ne sono invaghita al primo assaggio (del cocomero, mica del fruttivendolo spadaccino…). Per dirla con parole mie: ho deciso che valeva la pena di portarmelo per quattro piani di scale.
“Certo, signora, non ci può fare la marmellata…”
L’ho infilato nella sporta a rete e mi sono incamminata a passo da bersagliere sotto il sole a picco.
Centosettantacinque scalini con tre sacchetti di frutta e verdura, mi hanno consentito qualche riflessione in più rispetto al solito. Per esempio: perché dovevo arrendermi a un fruttivendolo, seppure armato di scimitarra, e desistere dal cucinare un cocomero?
Mentre aprivo il portone, il programma del pomeriggio aveva già un titolo: “giochi d’anguria”. Divertimento puro, con tutti i sensi all’erta: proprio come per quelli che da bambini chiamavamo “giochi d’acqua” (erano riservati alle occasioni speciali, richiedevano un esplicito permesso di nostra madre e ci potevamo bagnare con il tubo di gomma del giardino… non potevamo dirigere il tubo verso una finestra aperta, ma succedeva…)
Ho impiegato mezza giornata a scoprire in quanti modi potevo trasformare un’anguria: che era così buona da meritare di essere mangiata man mano che la tagliavo. Il rumore croccante della polpa sotto la lama del coltello, il succo rosa nella ciotola e sul piano di marmo, semi neri dappertutto, e una montagna di bucce variopinte… pura felicità, mente leggera. E senso della sfida: che nella mia cucina va sempre a braccetto con il divertimento.
Così ho appurato che l’anguria, nonostante il suo scarso contenuto di pectina, si può trasformare in una fantastica gelatina: una di quelle che non trovate sugli scaffali del supermercato e che solo per questo varrebbe la pena di provare a fare. Quanto al suo impiego, non avete che l’imbarazzo della scelta: potete lasciarla scivolare sul vostro gelato o su una ciotola di yogurt compatto, spalmarla su una fetta imburrata di pane tostato (il mio era un pane rapido alle banane che forse meriterebbe un post…). Oppure servirla con dei formaggi stagionati o del fois gras…
In ogni caso, non buttate quel che resta della polpa d’anguria dopo il passaggio alla centrifuga: tenetelo in una ciotola e mettetelo in frigo insieme all’ultima fetta ancora intatta. E abbiate fede: questo è un post in tre puntate (ravvicinate…).
D’altronde, non penserete che abbia portato un’anguria per quattro piani di scale perché finisse tutta in un vasetto di gelatina? Ve l’ho detto: evitare l’ascensore costringe ad essere essenziali. E a trarre il massimo da ogni cosa: fosse anche un comunissimo cocomero, seppur della rinomata stirpe di Mantova.
La Cocomereide atto primo termina qui. Ci sentiamo prestissimo (non ho mica intenzione di farvi inacidire l’anguria in frigo…).
E adesso vado a mettere l’agenda e un cambio nella borsa: mi aspetta un aereo. Ma è come se stessi già volando: l’anguria e i suoi colori psichedelici regalano una certa, leggera euforia. Al punto che solo adesso mi accorgo di quel piede immortalato sulla ciotola… Lo so, non c’è galateo al mondo che preveda un saluto del genere: ma che ci volete fare? Ormai non posso che lasciarlo lì dov’è: sospeso a mezz’aria. Però con uno smalto color cocomero…
Saluti e baci,
S.
GELATINA DI ANGURIA
INGREDIENTI
succo di anguria: 500 gr (vi serviranno circa 2 kg di anguria)
zucchero semolato fine: 150 gr
limoni: 2
mele: 2
acqua di rose: 2 cucchiai (oppure del porto, se preferite una versione “macho”)
Private l’anguria della buccia, fatela a pezzi e toglietele i semi aiutandovi con un coltellino: ci vuole un po’ di tempo… diciamo pure un bel po’… perciò sappiatelo prima di cominciare e attrezzatevi come credete, consapevoli del fatto che questo è un esercizio zen a tutti gli effetti.
Quando avrete davanti una meravigliosa montagna di polpa d’anguria, passatela alla centrifuga per estrarne il liquido (in assenza di una centrifuga potete armarvi di un setaccio fine e di un cucchiaio: funziona benissimo, ci vuole solo di più…).
Filtrate il succo di anguria, pesatene 500 grammi, e mettetelo in una pentola d’acciaio con lo zucchero, l’acqua di rose e il succo dei limoni (anche questo filtrato, please).
Lavate le mele, tagliatele in otto spicchi ciascuna senza privarle della buccia nè dei semi, mettetele in un pentolino e copritele a filo d’acqua. Fatele bollire per circa 10 minuti (devono essere tenere ma non disfatte), poi rovesciatele in un colino e – premendo delicatamente – raccoglietene il liquido (che sarà ridotto a circa 6-8 cucchiai).
Aggiungete il liquido di cottura delle mele al succo di anguria. Fate bollire a fuoco vivace per circa 30-35 minuti, mescolando spesso. A questo punto la gelatina dovrebbe iniziare ad ispessirsi (ma non aspettatevi la consistenza di una marmellata, questa è tipo uno sciroppo denso).
Travasatela ancora bolllente in un vaso di vetro e lasciate raffreddare. Se dopo qualche ora (meglio dopo una notte) la gelatina è ancora troppo liquida, potete rimetterla sul fuoco per altri 5 minuti.
Conservate la vostra gelatina di anguria in un vaso di vetro, sigillata e rigorosamente in frigo. Non vale la pena di mettersi a sterilizzarla: con queste dosi ne otterrete non più di un vasetto… E vi assicuro che non arriva alla mezza età…
POSTILLE
Qualche nota tecnica…
Mele: non schiacciatele troppo, altrimenti la polpa passa attraverso le maglie del colino e vi ritrovate con una gelatina torbida (sempre buona ma meno carina…)
Acqua di rose?
La gelatina d’anguria non sa “di anguria”: dati i tempi di cottura, si sente distintamente il sapore dello zucchero caramellato. Perciò un qualche profumino ci sta bene. Come sempre nella vita, avete più di una strada dinanzi a voi: l’acqua di rose è la mia preferita, le dà un certo non so che da signorina… Ma se volete una versione più “maschile” va benissimo anche un po’ di porto. Potete sempre invocare le quote rosa per assaggiarla pure voi….
Le mie ricette di frutta spalmabile preferite:
– gelatina di mele
– gelatina di melagrana
– marmellata di corbezzoli
Ingredienti: acqua di rose • anguria • limone • mele • zucchero semolato
Sei eccezionale Sabrine! Sono reduce dalla tua limonata (che ancora disseta paparino)e già la mia mente fa le capriole in attesa di provare questa gelatina 🙂 Lo sai che provo tutte le tue ricette…sono irresistibili! E come sempre ti farò sapere i risultati nella mia cucina…
PS: condivido la tua avversione per l’ascensore, è una trappola per farci dimenticare quanto il nostro corpo sia forte e in grado di cavarsela benissimo da solo! E se poi uno usa questa avversione pure per risparmiare sulla spesa…
Sabrine, la prima foto è bellissima. Son curiosa di sapere cosa si fa con la polpa dell’anguria avanzata dal centrifugamento… atterra presto e facci sapere!!!
Bella, mi viene voglia di riprovarla a breve…aggiungendo un po’ di essenza di senape e facendola diventare una mostarda…che è la mia passione, da buon cremonese 🙂
hai detto bene insospettabili doti dell’anguria, è una frutta che odio soprattutto perchè mi ci sporco da morire e piuttosto evito..interessante scoprirla in versione gelatina…ovvero mangiabile senza bavaglino!
stesso problema – signore molesto che fumava in ascensore – debellato dopo qualche mese di lotte intestine, lettere all’amministratore del condominio portate a mano dal signor del quinto piano, pensionato precisissimo con moglie in tono, che lui l’ascensore lo vuole prendere senza ammorbarsi di fumo. è una questione di civilità, in ascensore non si fuma.
sul cane – amandoli molto – sono più tollerante, in fondo una coda scodinzolante è anche simpatica.
quanto a non prendere l’ascensore anche io, ma solo in discesa, in salita non ci penso neanche a venire su a piedi 🙂
un abbraccio
MarinaM
ps la definizione bancarellaro tradisce il tuo passaggio dalle mie parti 😉
Ha ragione il fruttivendolo a decantare le lodi dell’anguria mantovana..la conosco bene avendo vissuto in provincia di Mantova fino a 4 anni fa ;))
Pero’ di solito l’ho sempre mangiata senza minimamente pensare ad altri utilizzi… certo che questa ricetta mi ispira moltissimo..ciao e buon week end ^_^
Che meraviglia Sabrine!! ho provato a fare la gelatina di melograne, ma quella di anguria non l’ho mai prvata, ha un colore strepitoso!!
ciao
Io l’ascensore proprio non ce l’ho, non ho scelta =)) e come te devo ragionare sull’essenziale…in piu’ oltre la spesa ho pure un piccolo Koala che non ha voglia di fare le scale, cosi’ il peso si moltiplica!!! Vado matta per l’anguria, seguiro’ il tuo consiglio, provero’ questa gelatina e aspetto il seguito =)
I miei figli fanno festa davanti ad un’anguria! Avevo pensato a realizzare una granita, come quella che vendono sulle spiagge sarde, ma alla gelatina proprio non ci avevo pensato! E io opterei certamente per il porto…
Ciao e … ai prossimi post!
complimenti per le foto sono stupende! dove vivo io non esiste l’ascensore quindi ogni giorno faccio allenamento ma quanto mi incavolo quando faccio la spesa e devo portar su il peso…su di me non funziona la tattica niente ascensore poca spesa :-))))interessante questa gelatina di anguria!
Strudel di frolla all’albicocca
il tuo racconto è fantascito!!! e comunque, anche io quando abitavo in condominio ai tempi dell’università, non prendevo mai l’ascensore!
con tutte le conseguenze del caso che tu ben conosci!
immagina 3 coinquiline che organizzano una festa in casa: borra, patatine e schifezze varie, tutto portato rigorosamente per le scale.
mai sentita l’anguria di mantova, ma mi ispira moltissimo!
Streghetta: Felicissima che la mia limonata sia piaciuta a tuo padre! Quanto alla gelatina di cocomero (o di anguria che dir si voglia…) è un po’ più “avventurosa”, richiede più tempo, ma… è anche una soddisfazione enorme poterla offrire agli amici increduli! A prestissimo allora (la stagione delle angurie è prossima alla fine… temo anche a Mantova). Ciao!
Serena: Cara Serena, è il colore della gelatina di anguria ad essere bello… in ogni caso grazie! Quanto alla residua polpa, avrai presto mie notizie. Anzi, già che ci sei: conserva anche la buccia! Sono atterrata… Un abbraccio
manineinpasta: Una mostarda d’anguria? E perché no! Ho solo un problema: la materia prima è finita, e a seicento chilometri dal mio fornitore ufficiale non so se riuscirò a reperirne altra… Ma stai certa che me la appunto, questa idea meravigliosa: fosse anche per la prossima stagione! Grazie e a presto
sulemaniche: Anch’io non amo mangiare l’anguria a tavola, a meno che non sia già a cubetti oppure a fettine sottili. Perciò la gelatina è un’opportunità da non perdere: ti sporchi una volta per tutte e poi… devi solo spalmare! Se ci provi, facci sapere… Ciao!
i gradini portano consiglio!!! ;D
mi ispira molto questa gelatina! 😉
Marina M: Cara Marina, regina indiscussa (e ora pure pubblicata) di tutte le principesse indiademate, ti sei mai accorta che certi sigari spandono un olezzo inconfondibile anche da spenti? Quanto al cane, detesto quelli ridotti a damerini tutti shampoo e profumi alla moda: ma l’odore di “quel” cane e quello di “quei” sigari sviluppano una vomitevole, olfattiva sinergia! Per cui – e mi va benissimo così… – vado su e giù per le scale, trasportando persino sontuosi cocomeri: purché di Mantova…
Ossequi.
PS: bancarellari… ce n’era un corso intero dall’altro lato di quella piazza con il parcheggio…
Incredibili i risultati della meditazione sotto sforzo (io amo camminare in montagna), ma una volta ogni tanto, quando c’è un’anguria di mezzo o qualcosa di altrettanto colossale, non hai mai pensato di sfidare il vicinato, occupare l’ascensore con la spesa, correre spedita e leggera su per le scale e, una volta arrivata al traguardo, chiamare l’ascensore, che ti porta la spesa davanti a casa? Ma sia chiaro, solo nei giorni troppo afosi, quando anche un pensiero di troppo ci sta in testa come un cappello di lana.
Complimenti
Cristina
Non ho il tuo problema con l’ascensore perchè non ho l’ascensore ma abitando al quarto piano per afre questa gelatina dovrò fare almeno due volte le scale…e sarò alla fine molto in forma
Certo un anguria per quattro piani…oddio! Però vista la trasformazione ne vale veramente la pena, lasciatelo dire da un’avida mangiatrice di gelo di melone siciliano! 😛
Interessante l’abbinamento della gelatina con del formaggio stagionato…m’incuriosisce da matti! Non vedo l’ora di conoscere il seguito della Cocomereide! A presto cara.
Che foto meravigliosa!, Sapeva marmellata di anguria, farò, sì, non voglio salire le scale con l’anguria.
baci
:))))))))) sei nuovamente viaggiante? prima o poi ci incontreremo, rigorosamente per casualità, in giro per il mondo 😀
mi piace l’anguria nel barattolo, non ci avrei mai pensato.
bon voyage!
b
Fantasticaaaaa! Sia per i centosettantacinque scalini fatti a piedi con frutta annessa sia per la cocomereide!!! Ahah! bacioni
ciao Sabrine,intanto complimenti per le foto,sono da giù di testa…e questa gelatina dev’essere uno spettacolo!!!pensa che mia madre è mantovana e nella zona è tradizione fare la mostarda di cocomera bianca…fantastica,quindi visto che di cocozze ce ne intendiamo quà intorno,mi piacerebbe provare questa versione…davvero eclettica!!!
Quanto alle scale ti capisco,sto al 3° piano senza ascensore e da 6 anni in inverno io e mio marito bisticciamo su chi deve portatre su la legna x la stufa!!!
(P.S. la tua limonata è finita in bella vista in cucina…non so se t’è capitato di leggere la mail,il post è ancora im prima pagina)
baci,Marika
che foto stupende!!!
complimenti per la gelatina ^__^
buona giornata
Allora esiste qualcun altro che odia gli ascensori come me!E proprio per lo stesso motivo!!!
L’anguria è il frutto simbolo dell’estate per me, sin da bambina.E non potevi trasformarla in modo migliore..sino al prossimo post!
baci
Visto che io a Mantova ci abito, sono quasi obbligata a provare questa fantastica gelatina nella attesa delle altre due ricettine anguriose 🙂
Ma una domanda, l’acqua di rose dove si trova? la cerco da mesi senza successo…
no: a parte che questa gelatina è favolosa, TI PREGO pubblica la ricetta del pan di banane!!! Io ho fatto il tuo alle mele (appena lo rifaccio lo fotografo e ci/ti dedico un post sul blog) e me ne sono totalmente innamorata. Non dico altro. Anzi, a dire il vero mi hai appena fatto venire voglia di provare a farmelo da me.
Da quanto ho capito allora sali le scale scendi le scale porta consiglio… eccome se lo porta! Io ho da fare solo due piani, però… ci si può accontentare. Oltretutto, anch’io odio l’ascensore…
Non so se mi intriga di più quella magnifica gelatina della prima foto o il vezzosissimo smalto color cocomero! potendo scegliere opterei per una seduta di manicure intervallata da uno spuntino a tema.
Trovo bellissima la meditazione della salita delle scale e la terrò presente.
Per nulla al mondo mi perderei il sequel della Cocomereide.
A presto dunque, buon volo!
Che delizia di post… non vedo l’ora di leggere le prossime puntate. Qui sogni che non fanno dormire in questo periodo, desiderati ma pesantucci. E i tuoi post sono un toccasana…
Santo cielo, Sabrine, la gelatina è splendida e magnificamente presentata ma la mia mente non può evitare di continuare a pensare a te che carica di cocomero non prendi l’ascensore….e aspetto anche io il resto, sento che ce ne saranno delle belle…
Mi sa che la forza di una foodblogger si evidenzi proprio dalla tua sfida…devo farcela e devo crearci qualcosa di goloso!!E tu ci sei risucita alla grande tesoro….che visione celestiale questa gelatina e chissaà quante cose meravigliose ci presenterai in seguito!!!bacioni,Imma
Davvero notevoli i 175 gradini con frutta, verdura e cocomero!
La prima puntata ci piace un sacco, questa gelatina sullo yogurt deve essere una favola!
Ora attendiamo le prossime puntate…
ciao carissima sabrine, ti ringrazio per il commento postato nel mio nuovissimo blog, per ricambiare sono venuto a visitare il tuo e ho deciso di seguirlo( se ti fa piacere seguire il mio ne sarei onorato) un bacio e un saluto
Ciao Sabrine,
Mi sono visualizzata la scena con il fruttivendolo che ignaro delle tue risorse era dubbio riguardo il trasformare l’anguria in marmellata 😉 Complimenti per il risultato.
Le immagini sono splendide, coloratissime e vive!
mi sembra di vederti su per le scale mentre passi mentalmente tutte le possibilità che darai all’anguria 😀
questa gelatina è bellissima e il tuo piede sulla ciotola anche 😀
A.
mi sembra di vederti su per le scale mentre passi mentalmente tutte le possibilità che darai all’anguria 😀
questa gelatina è bellissima e il tuo piede sulla ciotola anche 😀
A.
I miei colleghi vanno in palestra, in piscina, in bici ma due rampe di scale per arrivare all’ufficio no, quelle proprio non riescono a farle.
Quanto alla valutazione di cosa sia essenziale comprare, io applico lo stesso ragionamento alla spesa fatta al supermercato nella pausa pranzo: quanto riesco trascinare dal super al bus e poi dal bus all’ufficio? quindi spesa senza carrello e con il più piccolo cestino a disposizione.
Bellissime foto, come sempre, e ricetta che incuriosisce.
Claudette
punto 1) la penso esattamente come te sull’ascensore, che odio
punto 2) però abito a piano terra e ora ho capito perchè cedo a tutte le promozioni possibili ed immaginabili ritrovandomi con 10 detersivi diversi
punto 3) abito vicino a Ferrara e posso immaginare la cocomera quanto era buona…anche se la nostra lo è ancora di più
punto 4) a questa non dovrei nemmeno essere allergica
punto 5) questa gelatina non l’ho mai fatta, ormai la produzione del mio orto è temrinata ma stai sicura che l’hanno prossimo la faccio..anche se, come te, alla fine il cocomero (cosi come i fichi) me lo mangio fresco così com’è perchè non resisto!!!!!!bacioni, Sabrine!
ah..dimenticavo il putno 6) ma lo sai che anche mia nonna correva per le scale? dici che è davvero dna?mmmm, mi sa di sì allora….
complimenti! ottima ricetta! da provare subito!
visita il mio blog:
mennula.blogspot.com
io l’ascensore non ce l’ho -ma lo prenderei volentieri-. i miei piani sono tre, ogni volta che vado al super penso: “dai, poca roba che poi devi portarla fino a casa e su per le scale” ma poi mi lascio sedurre dalle cose convincendomi che ce la posso fare! il cocomero però le batte tutte.. io avrei preso l’ascensore almeno stavolta! bella la gelatina, aspetto le altre puntate della cocomereide
Per fortuna non hai trovati o fichi, almeno così ci hai potuto regalare una bellissima gelatina di anguria. Un ottimo modo per salutare questa estate che oramai sta cedendo il passo all’autunno.
Mitica,leggere i tuoi post ècome regalarsi ogni volta un momento divero piacere conun buon libro. Incanti!
io venivo qui alla ricerca di una ricetta per la confettura di fichi, e mi ritrovo una gelatina di anguria?!?! ma che storia è questa!
poi leggo il post, guardo le foto (meravigliose, non so quale scegliere) e penso che domattina andrò in cerca di un cocomero mantovano senza frapporre indugi 🙂
ho sbutio riconosciuto le tue splendide piastrelle!
E onore e merito per farti i 4-quasi-5 piani con quel paio di eleganti tacchi bianchi!
😉
… (ho inghiottito -chiamasi acquolina- cinque volte mentre leggevo) … (e questa è solo la prima puntata, dice lei) …
he he he guarda la nota positiva tante scale forma invidiabile, vedi avevo ragione il fruttivendolo anche l’anguria si può trasformare in qualsiasi di utile a presto 🙂
Ciao!!Che scoperta interessante ed io che la mangiavo al massimo del “non comune” dentro l’insalata 😉 Le foto sono bellissime!!
Se ti fa piacere ti invito a partecipare al mio contest a tema ora del tea:
http://oradeltea.blogspot.com/2011/09/lora-del-teail-contest.html
Cercando una ricetta degli scones diversa dalla solita che faccio io,mi sono imbattuta in un tuo vecchio post:
http://fragoleamerenda.blogspot.com/2011/03/gli-scones-di-brenda.html
L’ho letto tutto d’un fiato innamorandomene e immaginando ogni dettaglio commossa,è stupendo complimenti davvero!!E ho lasciato anche un commento… 🙂
Visto che anche tu ami questo rituale tutto inglese ti aspetto!!Un bacio.
un ottimo esercizio, alla faccaia della palestra eh eh
e poi l’idea di ridurre gli acquisti all’essenziale (io mi faccio trascinare dagli acquisti compulsivi ahimé!) è davvero fantastica!
ottima la gelatina di cocomero multiuso 😀
buona settimana!
Il cocomero è un mistero. Non so lì da te, ma a casa mia si autorigenera. Ne compro uno da 12 kg e la mattina dopo la cena in famiglia – in cui tutti sono stati obbligati a consumarne almeno una fetta – mi ritrovo lo stesso cocomero che ne pesa 15, di chili.
La prossima estate saprò cosa farne. Oooh Yeah.
concordo con Monica, i tuoi post sono letterari e confesso.. me li gusto più come un racconto breve più che per le ricette in sè…. ma si può fare no ? poi l’accenno all’aereo mi fà venire voglia di partire e una curiosità irrefrenabile di sapere qual è la tua destinazione questa volta ?
valeria
Centosettantacinque scalini per dosare le forze e darle un senso compiuto, gastronomico ma anche no…
Centosettantacinque scalini per capire che le felicità essenziale in cucina non coincide mai con i carrelli pieni…
Centosettantacinque scalini per respirare meglio…
Centosettantacinque scalini per sentire il cuore che batte senza alcun rumore tecnologico a farcelo dimenticare…
Centosettantacinque scalini per centosettantacinque secondi o poco più per prendere una decisione importante quale indubbiamente può rivelarsi prendere per se un pomeriggio di “giochi d’anguria” che tanto una finestra dove far volare qualche schizzo di frutta c’è sempre…
Centosettantacinque scalini per intuire che dal 90% di acqua di una anguria si può avere un concentrato di colore e calore…
Centosettantacinque grazie di condividere con noi la tua cucina e la tua prospettiva centosettantacinque volte almeno più ironica e divertente del resto…
PS
Quel coltello piantato al centro della ciotola mi deve far pensare che non è il caso di dissentire mai con te?! 😛 ahahahahaha
Da provare! 🙂
favoloso!!!!
Forse servirebbe anche a me abitare al quarto piano per darmi una regolata al super … e anche fare un po’ di movimento che non fa mai male..
Bello questo post, queste foto…la ricetta.. insomma tutto!
ciao fico&uva
Ma che meraviglia questa gelatina!!!!! Mi sono appena unita ai tuoi follwer così non ti perdo di vista!!! un bacione