Gazpacho di bucce di anguria e cetrioli
Riassunto delle puntate precedenti:
(Prima puntata) Una foodblogger alla ricerca di fichi per la marmellata s’imbatte al mercato in un fruttivendolo che, armato di scimitarra, le offre un’anguria di Mantova. Sedotta dal colore del cocomero, cede alle lusinghe dell’uomo: si fa vendere mezza pesantissima anguria – anche se lui l’avverte che non ci potrà fare la marmellata – e se la trascina fino a casa. Mentre sale a piedi i centosettantacinque scalini che conducono al suo portone (odia gli ascensori) la donna decide che non sarà un fruttivendolo a farla desistere dal cucinare un cocomero e pensa bene di regalarsi un pomeriggio di esperimenti in cucina all’insegna della più giocosa spensieratezza (… credetemi, se lo merita, n.d.r.).
Ne nascono un vasetto di gelatina d’anguria e una buffa foto, dalla quale si evince che la foodblogger gira per casa con un paio di infradito bianche e dello smalto color cocomero sulle unghie.
(Seconda puntata) Sospinta dal vento di maestrale, la protagonista atterra come Mary Poppins in un’altra cucina. Qui, ostaggio di una banda di operai intenti ad abbattere intonaci, è costretta a barricarsi in un paio di stanze stipate all’inverosimile e a dormire a ottanta centimetri da terra avendo infilato il materasso di sua figlia sotto il suo per tenerlo al riparo dalla polvere. Si sveglia ogni mattina in preda alle vertigini, ma essendo ormai giunta alla fase zen della sua vita non se ne lamenta: vagheggia però la marmellata di anguria nata come sottoprodotto della gelatina di cui sopra, nel corso di quello spensierato pomeriggio. E ne raccomanda l’uso ai suoi amici di penna e di fornelli, gli unici a condividere con lei il racconto delle sue traversie domestiche.
Qui cucina di Fragole a Merenda, ottavo giorno dall’inizio dell’assedio. Teli di plastica alle finestre non m’impediscono di vedere una schiarita all’orizzonte. Dopo due giorni di tempesta e altrettanti di calma piatta, il dio Eolo si è ricordato di noi: ormai veleggiamo spediti verso la meta. Non è stato facile domare un ammutinamento due ore dopo la partenza. Un comandante con gli orecchini di perle non è visto di buon occhio in questi mari del Sud. Ci sono frangenti nei quali uomini e donne sembrano pianeti diversi più che le due metà dello stesso mondo: parlano lingue diverse, pensano a soluzioni diverse, ed è come se vedessero le cose da dietro lenti di diverso colore.
Ma i miei occhiali sono rosa (quelli scuri non mi donano…), e hanno il vantaggio di lasciarmi vedere oltre il velo di calce che offusca lo sguardo dei miei muratori-marinai. Loro si rassegnano alla polvere, io no: soprattutto da quando ho scoperto che hanno inventato dei leggerissimi teli di cellophane che posso attaccare oltre le porte con del nastro di carta. In questo modo circoscrivo il problema: la mia stanza è stipata come una wunderkammer, ma è pulita e profuma del mio pot-pourri preferito. Non è una pretesa capricciosa: ne ho bisogno…
Così, armata solo di teli di plastica ho fronteggiato due insorti col piccone.
“Non mi deve dire lei come si lavora: io il mio mestiere lo so fare…” mi ha detto minaccioso il capociurma.
“Anche io, mi creda… L’ultima volta che lei è venuto mi ha impastato la calce sul pavimento: ho passato tre giorni in ginocchio e la macchia c’è ancora…”
“Guardi che me ne vado a casa…” mi ha sfidato con le mani sui fianchi.
“Come preferisce: io qui ho bisogno di gente che lavori con piacere.”
E’ fuggito lasciandosi alle spalle due stanze di macerie fumanti.
Il giorno dopo, io e il cercatore di lumache abbiamo provveduto a raccoglierle: io avevo uno chignon bianco di polvere e lui – saggezza del mestiere – un fazzoletto da naso annodato sulla testa. Non ai quattro angoli, però, ma solo a due: pareva avesse un képi della Legione Straniera… Si muoveva lento: mi raccontava di sua moglie che prepara biscotti per ogni ricorrenza familiare, e dei maialetti che lui arrostisce nel forno a legna quando non è in campagna a cercar lumache. Io gli sorridevo mentre tenevo aperto il sacco di juta nel quale lasciava cadere palettate di calcinacci, e pensavo che a forza di correr (?!?) dietro alle lumache ne aveva acquisito inevitabilmente il ritmo…
Mi ha stretto la mano tre volte prima di andarsene. “Venga a salutarmi quando passa dalla mia frazione in corriera (mi aveva guardato come una farfalla rara quando gli avevo detto che vado al mare in pullman…). Chieda di Antonio, che le offro dei biscotti… E se le servono lumache, mi chiami la sera prima.”
Il giorno dopo sono arrivati in tre: solo uno aveva un fazzoletto in testa, ma era una bandana a disegni provenzali. Annodata sapientemente dietro il collo, lasciava fuoriuscire un vistoso cerchio d’oro all’orecchio sinistro. Il suo compagno aveva sottili ghirigori di barba perfettamente disegnati sulle guance.
“Dev’essere che la nuova generazione di edili è più attenta al look…” ho pensato mentre gli affidavo le mie stanze.
In tre giorni hanno fatto un lavoro immane: tutto al di là dei teli di cellophane, che si sono appassionati a incerottare su ogni superficie possibile… Li osservavo lavorare e pensavo a quanto fossero diversi dal loro collega col fazzoletto-képi. “Sarà questione di lumache – mi dicevo – Se uno passa le giornate appresso a loro, finisce per acquisirne la lentezza…”
Solo ieri sera, quando se ne sono andati dopo aver spazzato persino il pavimento, ho scoperto che i miei pensieri in fatto di gasteropodi con casa appresso erano nient’altro che preconcetti. “Signora, ci chiami pure qundo ha bisogno. E se le servono lumache… quindici euro una retina da sessanta. Le raccogliamo il sabato.”
Non mi sembra il caso di chiudere dei lumaconi in un cantiere ancora fresco di calce: non sarei psicologicamente in grado di reggere alla visione delle mie pareti trasformate in una rete stradale di bava luccicante, al mio prossimo arrivo. Così ho rimandato l’acquisto. Ma anche oggi chiudo la giornata in positivo: una conferma e una scoperta all’attivo. Primo: ricordarsi che le apparenze ingannano. Secondo: il ritmo delle lumache non è contagioso…
Saluti e baci (freschi di calce),
S.
Epilogo:
Partita in fretta e furia senza bagagli, la foodblogger ha dimenticato a casa l’agenda sulla quale annota i suoi appunti di cucina. Avendo promesso agli amici di penna e di fornelli di svelar loro il suo terzo esperimento con l’anguria – anche per chiudere la bizzarra Cocomereide fuori stagione… – si trova nell’incresciosa situazione di dover pubblicare un post senza ricetta: il che non sarebbe previsto dal codice deontologico dei bloggatori culinari seri… Impossibilitata a bluffare (è geneticamente predisposta alla trasparenza e imbranatissima nell’inventar bugie), decide di raccontare la verità, pubblicando solo le foto del suo gaszpacho di bucce d’anguria (che era buonissimo…) e rimandando al suo ritorno a casa l’aggiornamento con dosi e ingredienti giusti. Confidando nella comprensione dei suoi lettori. E nel fatto che oramai persino quel suo fruttivendolo armato di scimitarra avrà finito le angurie di Mantova: e di cocomeri non si tornerà a parlare prima della prossima estate…
GAZPACHO DI BUCCE DI ANGURIA E CETRIOLI
INGREDIENTI
bucce di anguria
cetrioli
pomodorini
pinoli
pane raffermo
prezzemolo
aglio
cipolla
aceto
Ingredienti: aglio • anguria • cetrioli • cipolle & cipollotti • pane • pinoli • pomodori d'ogni tipo • prezzemolo
sei straordinaria! una food blogger coi controfiocchi, una narratrice di gran talento, una fotografa che regala sogni e sapori! grazie! 🙂
post avvincente… complimenti! devo dire che il risultato dei primi due esperimenti è fantastico: un rosso rubino meraviglioso 🙂 aspetto l’ultimo atto della saga ;D a presto!
Sabrine, il primo operaio di cui parla sembra provenire dai Paesi in cui io vivo…meno male che poi hai trovato di meglio.
Speriamo che passi il periodo…polveroso, e dato che da me le angurie si trovano ancora aspettero’ paziente le dosi ed il procedimento.
Alla prossima puntata 😉
Oh il gaszpacho, che buono e il tuo è anche originale … Buona giornata
i tuoi rcconti sono sempre divertentissimi!
Mi sono sbellicata dalle risate a leggere le tue vicissitudini, mi verrebbe da piangere all’idea di un ‘intera casa da ristrutturare e siamo in procinto di…ma meno male che vivo in un’altra e lì intendo entrarci quando sarà pronta …. baci, Flavia
ciao, ricetta coraggiosa sia per gli ingredienti che per la stagione.
Ma mi fido di te e del tuo buon gusto, in foto sembra molto invitante.
Buona giornata!
sei troppo simpatica!!! e le puntate di cocomereide sono avvincetissime!!! 😉 rimango in curiosa attesa per le dosi!
Valentina: Non esageriamo… più che essere una foodblogger con i controfiocchi mi piacerebbe essere una foodblogger un po’ più presente con gli amici! Angurie o non angurie. In ogni caso grazie! E a presto: magari con ricette di stagione…
Francesca: Guarda, tutte e tre le ricette a base di anguria hanno dato risultati insperati: la gelatina è perfetta anche con i formaggi e gli abbinamenti salati, la marmellata sa proprio di anguria ed è buonissima spalmata sul pane, e il gaszpacho di bucce ce lo siamo finito al primo colpo! Insomma: la prossima estate ci riprovo… A presto!
arabafelice: Operaio arabeggiante, dici? Può darsi… sicuramente maschilista. Quanto al periodo polveroso, stavolta dovremmo quasi essere alla fine: inrocio le dita. E sogno quelle mie robette spalmabili all’anguria lasciate di là dal mare… Piuttosto, se ci provi a farle fammi sapere: ci tengo al tuo giudizio. E non lo dico per dire… Un caro saluto e un grazie di cuore. Insciallah!
manu: Il gaszpacho di bucce di anguria è davvero buono… E certo, pure originale: di solito, le bucce di cocomero sono considerate il peggio del peggio della spazzatura! Soprattutto quando galleggiano in mare… A presto!
Sabrine lo sapevo che anche la terza puntata sarebbe stata all’altezza delle altre due!!! Ma come ti vengono in mente certe ricette? Io le bucce di anguria le buttavo sempre. Aspetto la ricetta del tuo gaszpacho con ansia… Grazie! Smack, smack!
Gaia
noi da bambine organizzavamo corse con le chiocciole! però poi le lasciavamo libere 😀
sai che la ricetta con le bucce di anguria merita di essere pubblicata su ecocucina? sono curiosa di leggere il procedimento.
Ciao!
salamander: … spero che anche le mie ricette lo siano! Divertenti quanto i racconti, voglio dire… e soprattutto: gradevolmente commestibili. Anche se a base di bucce di anguria… Ciao!
EliFla: Ti aspetta una ristrutturazione? Hai tutta la mia solidarietà… Preparati vasetti di marmellata di anguria: è un antidepressivo naturale, a cominciare dal colore. E pensaci due volte prima di buttare le bucce: il gaszpacho è niente male… Un abbraccio Flavia, a presto
due bionde in cucina: Ricetta coraggiosa per gli ingredienti: so bene che non è più stagione di anguria, ma il mio pomeriggio creativo in sua compagnia risale ormai a due post fa! E i risultati mi sono sembrati così carini, da non voler rinunciare a condividerli qui con voi. Poi le ricette si possono anche mettere da parte per la prossima stagione, no? Saluti all’altra metà del team biondo. A presto!
Glo83: Grazie! La Cocomereide finisce con questo post (e non ditemi che tre puntate non bastavano…). Ricetta e dosi del gaszpacho di bucce di anguria al mio ritorno a casa… Ciao!
Gaia: Cara Gaia, questa del gaszpacho di bucce di anguria mi è venuta in mente leggendo il New York Times… E poi, quelle bucce avevano un colore meraviglioso: non potevo buttarle. Ci risentiamo a ricetta e dosi pubblicate, ok? Ciao signorina smack smack
Acquolina: Corse con le chiocciole? Cioè erano le lumache a correre? Fantastico… e soprattutto: per fortuna non c’erano i miei muratori nei paraggi. Quanto alla ricetta di gaszpacho con le bucce di anguria, ti assicuro che merita davvero di essere provata. Quanto a ecocucina, non so se spetti a me… ma Lisa fa un lavoro per il quale ho davvero tanta stima. A presto!
Sabrine cara, questo post ha per me il triste sapore di fine estate e, non ti nascondo che una lacromuccia mi è scesa.Ho letto con il consueto coinvolgimento il tuo racconto, sei veramente una Donna con la d maiuscola!Un abbraccio
voglioooo
Saretta: Cara Saretta, l’estate dovrebbe essere finita anche se qui c’è un sole che spacca le pietre (e asciuga gli intonaci a meraviglia…). E io, che sono di quelle che adorano il caldo e la luce, avverto come te la minaccia dell’autunno dietro l’angolo. Mi consolerò riaccendendo il forno senza troppi sensi di colpa, facendomi qualche dolce al cioccolato, ricominciando con le mie vellutate calde. E sognando la prossima estate che – adesso lo so – avrà per me anche i colori dell’anguria: in versione gelatina, marmellata, gaszpacho. E anche smalto per unghie! Un caro saluto e un grazie di cuore per la tua presenza qui che mi fa tanto piacere
cooksappe: pregooo… appena avrò recuperato la ricetta. E sarà tornata la stagione delle angurie… A presto!
Semplicemente strepitosa, come strepitosi sono sempre i tuoi Post…Mi hai regalato una ventata di aria frizzante e pura… E la zuppa è davvero invitante…Baci simo
Originale e bella come sempre lo sono le tue proposte ciao
Con i due precendenti commenti, questo contributo segna anche per me la chiusura del tuo terzo atto ‘rosso’, che ho ripensato come una sorta di visione monocromatica&personale della trilogia dei “colori” di Kieslowski. Li i colori erano tre, qui c’è solo il rosso ma nelle sue declinazioni migliori a simboleggiare gastronomicamente (come nel caso cinematografico) l’uguaglianza di un marmellata di anguria con le sue pari anche se il signor fruttapec non è d’accordo, l’insospetabile fratellanza di una gelatina di anguria con centosettantacinque scalini meditativi e non ultimo la libertà
delle bucce di anguria di far parte insieme ai cetrioli di un magnifico gaszpacho 🙂
A quando il primo ciak?! 😛 ehehehheehe
Tu sei grandiosa!! Ogni volta mi fai morire dal ridere! Come farò ora che è finita la saga dell’anguria?! Aspettando la prossima serie di stagione ti do un bacione
Mi sembra un’ottima ricetta per archiviare l’estate anche se qui a Roma oggi ci sono 30 gradi!!
Complimenti!
Ciao Silvia
l’albero della carambola: Cara Simo, grazie davvero per il tuo commento: sapere di essere riuscita a trasmettere aria frizzante e pura da sotto una nuvola di polverone… è un gran risultato! Quanto al gaszpacho di anguria: era buonissimo… Il che, da ora in poi, comporterà un passaggio in frigo alle bucce d’anguria prima d farle finire in pattumiera! Almeno a casa mia… Ciao!
Stefania: Grazie anche a te. E… felice che il gaszpacho di bucce di anguria abbia colpito la tua fantasia! Se poi, con la prossima estate, colpisse anche la tavola… fammi sapere. A presto!
ciao! scusate ma le bucce son comprensive della parte verde anche?
grazie infinte, non vedo l’ora di provarla! ieri ho letto una ricetta col “rosso” dell’anguria in forno! e poi le bucce le sistemo così!
Ciao Sabrine, grazie per la tua visita…sono passata di qui e con rammarico mi sono resa conto che fino ad ora mi sono persa un gran bel blog!!!!Leggendo questo tuo post, mi sembrava di leggere un best seller e pur non avendo quantità e dettaglio del tuo Gaszpacho…mi hai convinta e incuriosita , quindi attendo il seguito 😉
Tesoro che bello perdersi nei tuoi racconti..leggo il tuo post sempre per ultimo prima di chiudere il pc perche voglio gustarmelo al meglio e come sempre mi diverto da morire…il lumacone è un altro dei personaggi che entrano in questa storia infinita(tesò ma sono mesiiiiiiiii che staio ristrutturando,alla fine devi farci vedere le foto di ogni angolo della casa oppure fai un raduno di foodblogger da te!!!!!).
Stranissimo questo esperimento con le bucce però lo sai mi fido di te quindi sarei propri curiosa di provarlo!!
baci,Imma
Che ricetta originale! E non sai quante ne ho buttate io questa estate… Quanto alla ristrutturazione ho già dato e se penso che dovrei ridipingere le pareti mi viene il freddo!
sei straordinaria! come si fa a non perdonarti per una non ricetta,dopo il racconto delle tue vicende tragicomiche???? il ‘cerca lumache’ poi…personaggio da narattiva direi!
ti mando un abbraccio e buona serata…
Marika
grandiosa… a parte la ricetta, mi sono mancati i tuoi racconti, bene l’estate e finita quindi con piacere ti ritrovo… un bacione Ely
ecco perché ho paura a ristrutturare e mi tengo la camera da letto con quelle mattonelle assurde 🙂 eh eh eh
attendo ricetta con curiosità per capire cosa hai fatto con le bucce
il tuo racconto è meraviglioso….probabilmente anche il gazpacho!!In quanto agli “edili”…il loro look è sicuramente cambiato: i miei gareggiano per i più belli del reame!! (oltre che bravi);-D
Ciao Sabrine, in ogni situazione roccambolesca che ti trovi riesci sempre a trarne il lato positivo e divertente per poi descriverlo come un romanzo di Salgari 🙂 mentre leggevo mi sembrava di stare lì con te a raccogliere i calcinaccci 🙂 sei un fenomeno!
e il gaszpacho con le bucce d’anguria e cetrioli è nuovissimo…mai sentito e assaggiato! alla prossima estate proverò a sperimentare a farlo se ancora tu nel frattempo non avrai postato la ricetta 🙂
ah hai lettto Flair? Complimenti meritati 🙂
Baci
Gambetto: Caro Mario, stavolta quasi non riesco a risponderti. Perché solo a te poteva venire in mente di rileggere i miei post parafrasando la trilogia di Kieslowski (che ti confesso non conoscevo, ma per fortuna c’è Wikipedia…). Certo se rosso è il colore della fratellanza, direi che la tua analogia è proprio azzeccata: perché tutte e tre le mie ricette sono “affratellate” dalla comune cocomeresca provenienza, e da un tocco di bizzarria che proprio dalla bellezza del colore dell’anguria ha preso spunto.
Su una cosa però devo deluderti: perché io di ciak non ne farò… non per essere scaramantica, ma “Rosso” è stato l’ultimo film di Kieslowski… che poi è passato a miglior vita! Stammi bene caro Mario, e salutami anche l’altra metà della tua cucina! Grazie per esserci sempre. A presto
Titti: Che farai ora che è finita la saga dell’anguria? Beh, vorrà dire che penseremo a una saga della zucca! La adoro, ne cucino a quintalate in tanti modi, e poi… è parente stretta dell’anguria! Chissà che quel mio fruttivendolo non ne abbia già catturata qualcuna, in quel di Mantova… Saluti
Lapappalpomodoro: In effetti fa un gran caldo un po’ dappertutto, ma la stagione delle angurie è finita lo stesso. Però io queste ricette non volevo tenermele nel cassetto fino all’estate prossima, col rischio che finissero perse: sarebbe stato uno spreco. Grazie per il commento, Silvia. E… a presto!
Deborah: Sono sempre molto curiosa di vedere cosa accade nella food-blogosfera, e anche se il tempo è risicatissimo mi piace raccogliere stimoli un po’ dappertutto… Perciò grazie per essere qui: a me le cucine piacciono piene di gente! Se poi avrai modo di provare anche il gaszpacho di bucce d’anguria, beh… sarei proprio curiosa di sapere che effetto ti fa! Hai tutto il tempo che vuoi: diciamo fino alla prossima estate. A presto
dolci a… gogo!!!: Cara Imma, i tuoi commenti a punti esclamativi in stereofonia funzionano da antidepressivo. Hai ragione: in effetti sono mesi (14 per l’esattezza) che racconto storie a base di calce e pitture, il che per una foodblogger rischia di essere un po’ fuori tema. Ma questa è la mia vita, adesso: pennelli e gaszpacho di bucce di anguria. Anche se sto facendo di tutto perché cambi quanto prima… Quanto al raduno di foodbloggers in casa mia, molto volentieri: a patto che ci dividiamo in un paio di città, anzi tre: i pezzi di casa mia sono sparsi un po’ ovunque… A presto!
fantasie: Anch’io negli anni ho buttato quintali di bucce d’anguria… ma mi sono ricreduta dopo questo gaszpacho! Quanto alle ristrutturazioni, ho grande comprensione umana per chi deve affrontarne: sono arrivata al punto che pur di non avere più operai in casa, finché posso dipingo io! Un abbraccio (solidale…)
marika: Il “cercalumache” era fantastico, soprattutto quando si annodava il fazzoletto da naso a forma di képi! Comunque grazie per la comprensione: pubblicare una non-ricetta è stato un ripiego, io l’agenda l’ho lasciata a casa davvero… Ci risentiamo presto con dosi e ingredienti del gaszpacho di bucce d’anguria, ok? A presto!
Ely: E sì che ne avrei avute di cose da raccontare, durante l’estate… Ma faccio fatica a tenere il ritmo, finché sono assediata da muratori e falegnami! Ritrovare gli amici è un piacere anche per me: con o senza angurie da trasformare in gelatine, marmellate, gaszpacho… Ciao!
Gio: Qualsiasi pavimento di assurde mattonelle è migliore di un pavimento nuovo (anzi, antico…) ridotto a chiazze da una banda di vandali che presentano un conto da muratori… Stendici sopra un bel tappeto e dimenticatene! E poi prepara foglio e matita per la ricetta del gaszpacho di bucce d’anguria… A prestissimo!
franci e vale: Grazie! Non so il racconto, ma la situazione in casa mia non era affatto meravigliosa… Per il gaszpacho di bucce d’anguria posso invece garantire: era molto buono! Persino Monsieur d’Aubergine l’ha trovato originale… Infine: muratori. Vuoi dirmi che ne hai di fichissimi? Posso proporti uno scambio con il mio cercalumache con copricapo da Legione Straniera? Non era un granché, però era uno spasso… Ciao!
Carla: Cara Carla, poiché ti sono amica ti avrei dispensato dallo stare china su un sacco di juta a raccogliere calcinacci in compagnia del cercalumache col fazzoletto in testa! Quanto al gaszpacho di bucce d’anguria, l’idea l’ho presa da una ricetta del New York Times, rivista e corretta appena un po’: ti garantisco che è una zuppa estiva davvero molto buona…
Infine, l’articolo su FLAIR: sì, l’ho letto. La giornalista mi definisce “easy chic”: ora, non so quanto sia chic la mia cucina, ma il fatto che sia percepita come easy non mi dispiace affatto!
Comunque grazie, di tutto cuore, cara Carla, anche per quest’ultima parte del tuo commento. Salutami quelle colline, a presto
mi hai fatto troppo divertire con questo post!!! e nn avrei mai pensato di potessero usare le bucce delle angurie, grande!!
Sabrine,
ti perdoniamo. Il racconto, le lumache e il cellophane ci bastano (per ora).
E comunque non disperare, la prima foto mi si è impressa in mente. E penso proprio che mi riaffiorerà all’istante, alla prossima anguria che vedrò!
un caro abbraccio
Il tuo racconto mi ha fatto morire dal ridere ma anche preoccupare, domani inizio i lavori in casa….
Grazie per la tua visita al mio blog e a presto
Chicca
In una sola parola: GENIALE!
Non mi perdono il fatto che mi fosse sfuggito il tuo blog fino ad ora…bellissime le foto, originali le ricette e incalzante la lettura!
“Non ti si molla più”! =)
Aspettiamo le dosi!
A presto!
Francesca di singerfood.com
che dire i complimenti già sono stati fatti!!
Ma non ci sta un’altra parola è qualcosa di meraviglioso complimenti!!
passa da me!
Bacio Monica
incantevole: la foto, il racconto la ricetta. Un bacione!!!
Ciao Sabrine, innanzitutto grazie per la visita al mio blog. Ieri avevo già visitato il tuo blog e oggi, avendo ben 5 minuti liberi, ho potuto leggerle anche quello che scrivi e ti posso dire che mi ha fatto ridere!! Ah ah ah, davvero divertente e complimenti per gli audaci esperimenti fuori stagione 🙂 ciao, Roberta
Ciao Sabrine, ti ho inserito tra i miei link preferiti 🙂 A presto, Roberta
(baci ;)…)
in realtà tu ometti un altro pezzo della storia, ovvero che tutti questi muratori-artigiani-mercanti appena ti vedono si invaghiscono perdutamente della farfalla rara che va al mare in corriera, che, novella sherazade, racconta loro storie incredibili… e così ipnotizzati li porta a fare tutto quello che vuole lei :-))))
certo che ad un gazpacho di bucce d’anguria mai e poi mai avrei pensato
Valentina: Le buccie di anguria sono state una sorpresa anche per me: il gaszpacho era davvero buono… Un saluto e a presto (con dosi e ricetta…)
Gaia: Cara Gaia, mi farà piacere pensare a una “corrispondenza di… culinari sensi” tra noi due, la prossima volta che ti imbatterai in un’anguria! E fa niente se dovremo attendere la prossima stagione… Grazie e ciao!
Chicca in cucina: Ti rispondo dunque a lavori in casa tua già iniziati?!? Non immagini quanta solidarietà io abbia per te… Auguri, dunque! All’anguria…
SingerFood e Chiccherie: Mi era piaciuto questo blog del cibo canterino! Perciò cari ragazzi con piacere cercheremo di non perderci di vista… Indipendentemente dalle angurie… Ciao!
Mommy: Cara Monica, io sono una curiosa, quando il tempo me lo permette… A presto!
colombina: Grazie! E un saluto al profumo di cocomero…
Roberta Il senso gusto: Cara Roberta, felice di averti qui, in questa mia cucina virtuale nella quale si fanno esperimenti anche con bucce di anguria. Persino a stagione conclusa… Ciao!
pagnottella: Ulisse è ancora in viaggio? … Niente angurie in mezzo al mare, vero? Ti aspettiamo
La Gaia Celiaca: Tu li immagini invaghiti?!? Magari fosse… In realtà, sulle prime è faticosissimo trovare la chiave per comunicare con questi personaggi. Poi, devo ammetterlo, quasi sempre ci riesco, ed è anche divertente entrare in un mondo così diverso dal mio. Io soo una curiosa della vita: e ne sono innamorata persa…
Il gaszpacho d’anguria? Non ci avrei pensato nemmeno io – almeno non così – se non fosse stato per il New York Times… Ciao Gaia!
Buondì, magari mi son perso io, ma la ricetta poi è stata pubblicata? Non la trovo o semplicemente non riesco a scovarla… SOS!
P.S.: Abbinamento insolito ma delizioso, si sente quasi il sapore solo a leggere…