Gazpacho di anguria, cetrioli e ravanelli
Shhh… non dite a nessuno che sono qui. Sono evasa… Scappata via da imbianchini balbuzienti, falegnami latitanti, afa & zanzare, e persino dalla mia più recente occupazione: nastri, confetti e fiori… Come? … Sì, avete capito bene: ci sarà un matrimonio in famiglia. E io devo dare una mano.
La cosa sarebbe divertente, se non fosse che sull’evento – una semplice, intima cerimonia in un vecchio palazzo tra colline e campagne d’altri tempi – incombe una figura della cui utilità ci domandiamo tutti il fondamento: la wedding planner. Nessuno l’ha cercata e – per dirla proprio tutta – nessuno la vorrebbe, ma pare non se ne possa fare a meno: al giorno d’oggi è impossibile conferire persino con un cuoco, senza averla alle calcagna.
Forte della consacrazione impartita alla categoria da programmi televisivi che andrebbero oscurati, e intimamente convinta che l’intero scibile in materia di “bon ton” matrimoniale sia suo esclusivo appannaggio, la signorina ha fatto del suo lavoro un’autentica missione: trasformare un’occasione gioiosa in un’orgia di americanate da raccapriccio.
A sua parziale discolpa, bisogna obiettivamente riconoscere che questo matrimonio non rientra – a nessun titolo – nella norma di ciò che le viene richiesto di consueto, giacché gli sposi sobri sono oramai come il rinoceronte di Giava e il leopardo delle nevi: una specie a rischio di estinzione. Clienti come noi devono risultarle particolarmente deludenti, avendo disdegnato nell’ordine: partecipazioni variopinte a tema (ce n’era persino una con Anita Ekberg in ammollo nella fontana), addobbi floreali da convention di sceicchi (altezza media un metro), torta di quelle che sembrano fatte di cera Pongo (disponibile anche la versione a pois con fiocco di simil-pizzo commestibile), e una profusione di cordoni di raso, salsicciotti di tulle, strass, perle e frammenti di specchio, possibilmente frammisti a tralci di piante esotiche.
E se tutti i nostri decisi dinieghi davanti al suo campionario di effetti speciali devono averle dato la misura della siderale distanza che ci separa, la madre di tutte le battaglie si è consumata attorno a quella che resterà negli annali di famiglia come “la disfida del neon verde”.
Si dà il caso che nel secolare giardino di monastica semplicità siano apparsi all’improvviso – forse nel tentativo di renderlo più al passo con i tempi – delle inquietanti presenze luminose.
“Solo a te poteva venire in mente di andare a controllare il colore delle foglie!” continua a rimproverarmi mio marito.
Ma a un’appassionata giardiniera – per giunta in crisi di astinenza, in quanto momentaneamente sprovvista di giardino – non poteva sfuggire che nemmeno spruzzate di verderame le edere diventano fosforescenti…. Nascosti tra il fondo dell’aiuola di confine e la siepe di rampicanti, degli orrendi tubi al neon rivestiti di plastica a effetto “fluo” spandevano i loro bagliori velenosi tra i rami indifesi. Avvezzo nei secoli a misurarsi con le consuete insidie stagionali, quel povero giardino si offriva indifeso all’aggressione di una specie a lui del tutto ignota: paragonati al “flagello wedding planner” perfino afidi, oidio e cocciniglia dovevano sembrargli acqua di rose…
“Sono luci segnaletiche?!?” ho chiesto incredula davanti a cotanto spettacolo (mi viene sempre difficile arrendermi alla banalità del male, penso fino all’ultimo che ci debba essere una ragione per ogni bruttura).
“Ma signooora… quelli sono effetti luminosi per enfatizzare il verrrde!” mi ha risposto sussiegosa, storcendo la bocca come facevano un tempo certe signore credendo di esser più eleganti.
L’effetto “sora Cecioni” era esilarante, ma l’idea di un giardino trasformato al calar della sera in uno scenario da marziani era una prospettiva inaccettabile.
“Di notte fanno mooolto effetto, sa?”
“Non ne dubito. Ma credo che a noi non servano: avremo tante piccole candele…”
“Le luci colorate sono l’ultima tendenza e abbiamo appena fatto un paio di matrimoni di quelli mooolto, ma mooolto eleganti…”
E’ andata avanti per mezz’ora, parandomi sotto il naso un album di fotografie per le quali ci sarebbe stato da strozzare il fotografo prima ancora dell’addetto alle luci, e spiegando tutti i motivi per i quali un vecchio giardino illuminato dalla luce tremula delle candele dell’Ikea è una roba da poveretti in confronto ai supermatrimoni da “Mille e una notte” che organizza lei. Col tocco di magia del neon verdognolo…
Per nulla al mondo avrei ceduto: lo dovevo a questi giovani sposi. Così l’ho presa per stanchezza, dopo un crescendo di contorsionismi labiali sempre più arditi. “So che lei è una grande professionista: non ho dubbi che riuscirà a trovare… un bravo elettricista! A tutto il resto provvederemo noi.” Ho ragione di credere che mi abbia cordialmente detestato: generosamente ricambiata.
Così passo le giornate a scrivere nomi sui cartoncini e a contare confetti, metri di nastro e spighe di lavanda. Abbiamo trovato una fioraia che sa cosa sono le peonie, i fiordalisi, le scabiose e persino i piselli odorosi. E un pasticciere felice di preparare una torta che non sembri una giostra.
Principessa avrà un paio di scarpe coi tacchi (“Grazie mamma!”) e il Piccolo Principe una cravatta in prestito e i gemelli con le iniziali del nonno che sono anche le sue. La nonna ha in serbo un cappello a sorpresa (“Sennò non mi diverto…” ha annunciato), e la zia ha mollato indigeni e foreste ed è volata fin qua giusto in tempo per non mancare un paio di feste più urbane del solito. Lo zio ha deciso che non si taglierà i favoriti da patriota risorgimentale (“Se mi avete detto che mi danno un tono…”). E io infilerò una scatola di fiammiferi in borsetta, per accendere le candele una a una al calar della sera.
Cento cose fatte, mille da fare e altrettanti pensieri nella testa: danzanti come la luce di cento fiammelle nella notte. Ogni tanto penso anche a quei rampicanti: sono convinta che in cuor loro – perché anche le foglie hanno un cuore – mi siano grati. E se provo a immaginare quanta vita c’è dentro l’aiuola di un vecchio giardino, vedo lucciole e grilli saltare di gioia per la ritrovata oscurità.
Pensateci bene: non piacerebbe anche a voi godervi lo spettacolo di un matrimono a lume di candela da un loggione d’edera finalmente privo di lampeggianti da discoteca?
Saluti e baci,
S.
GAZPACHO DI ANGURIA, CETRIOLI E RAVANELLI
INGREDIENTI (per 4 piccole ciotole)
anguria: 500 gr (di polpa pulita e senza semi)
cetrioli: 250 gr
cipolla bianca fresca: 50 gr
ravanelli: un mazzo
aceto balsamico: 1 cucchiaio
sale fino: 1/2 cucchiaino
angostura
pepe nero macinato fresco
olio extra-vergine di oliva
Mondate la cipolla, lavatela, tagliatela a fette spesse (avete letto bene, stavolta non dovete mettervi gli occhialini di gomma…) e mettetela a bagno in una ciotola di acqua fredda.
Private l’anguria della buccia, mettetela in un piatto pulito (ogni goccia di succo è preziosa) e tagliatela a cubetti, poi – armati di un coltellino affilato e di pazienza – eliminate i semi. Tutti… senza storie.
Lavate e pelate i cetrioli, tagliateli in quattro nel senso della lunghezza ed eliminate i semi.
Mettete nel mixer la polpa d’anguria e tutto il suo succo, la cipolla scolata e asciugata con un po’ di carta da cucina (la brodaglia all’afror di cipolla non è il massimo…), e due terzi dei cetrioli (tenete da parte il resto per decorare le ciotole).
Lavorate alla massima velocità finché il vostro gazpacho non sarà “finemente granuloso” (non è un ossimoro, ma un’avvertenza per chi non sapesse già che delle verdure crude non prenderanno mai la morbida consistenza di una vellutata). Voglio dire: smettete di azionare il marchingegno non appena vedete che la crema assume un colore omogeneo e non ci sono pezzetti a zonzo.
Aggiungete l’aceto balsamico, aggiustate di sale e lavorate ancora qualche secondo prima di procedere con l’angostura (da dosare a gocce, a meno che non siate temerari).
Tenete il gazpacho in frigo per almeno un’ora, sigillato con della pellicola perché non prenda altri odori.
Servitelo con dei cubetti di cetriolo, fettine di ravanello (vi basterà metà del mazzetto), un filo d’olio buono e una generosa macinata di pepe. E non dimenticatevi di mettere in tavola l’altra metà dei ravanelli, accuratamente spazzolati e lavati, da intingere e sgranocchiare.
Tutto qui. E poi non ditemi che non riuscite a cucinare perché fa troppo caldo…
——————————-
Ricetta basic? Allora, qualche raccomandazione…
Cercate gli ingredienti migliori: nel caso di una preparazione che non richiede cottura diventa un imperativo. Impegnarsi sul versante spesa richiede tempo e so benissimo che non sempre ci si può permettere questo lusso. Ma provateci, se ce la fate: ne vale la pena.
Anguria: ne esiste una varietà praticamente senza semi, che offre il vantaggio di essere di dimensioni abbordabili. Se non trovate l’angurietta gentile, fatevi almeno scegliere dal vostro verduraio un esemplare degno di essere trascinato fino a casa: il mio si dà un sacco di arie, bussa, tasta e ausculta manco fosse un dottore alle prese con una bronchite, ma in genere non sbaglia un colpo. E’ grazie alle sue disquisizioni sull’anguria che abbiamo fatto amicizia, e oramai chiacchieriamo di tutto: dalle patate (lui sostiene che quelle buone da friggere sono d’estate) al basilico (“… e si ricordi di stracciarlo con le mani…”. “Ma per chi mi ha preso? Le sembro una che taglia il basilico, io?!?”).
Cipolle: quelle bianche fresche, piatte o tonde fa lo stesso, sono le migliori. Dolci, dolcissime addirittura, se solo avete la pazienza di tenerle in ammollo una mezz’oretta. Acqua fredda, eh?, mi raccomando: come con i detersivi della pubblicità. Senza ammorbidente, però… (non ridete: un’amica di mia madre, giovane sposa, aveva lavato a lungo un branzino col bagnoschiuma per togliergli l’odore…)
Cetrioli: se li pelate con un pelapatate non vi perdete la parte di polpa più verde, quella immediatamente sotto la buccia scura, che è la migliore. Quanto ai semi, io in genere li mangio, ma nel gazpacho finiscono sempre per sfuggire alle lame del mixer e non tutti li gradiscono.
Ravanelli: mai senza le foglie. Perché servono a capire se sono freschi oppure no, e poi perché sono buone (mai provata la crema di zucchine e foglie di ravanello?)
Sale: nelle zuppe fredde tende a sciogliersi “con calma”. Perciò site parsimoniosi, potete sempre riaggiustarlo un attimo prima di servire.
Angostura: io la metto in tutte le preparazioni salate che prevedono un ingrediente dolce: mi pare aggiunga quel po’ di contrasto che nella vita non può mai mancare. Ma potete tranquillamente farne a meno se non vi piace, oppure sostituirla con qualcos’altro di “pungente”.
Frigo: un passaggio al fresco è d’obbligo per “legare” i sapori. Ma non eccedete: preparare questa zuppa per il giorno dopo è un po’ eccessivo…
Altre ricette a base di anguria?
– gelatina di anguria
– marmellata di anguria
– gazpacho di bucce d’anguria e cetrioli
Ingredienti: aceto balsamico • anguria • cetrioli • cipolle & cipollotti • olio extravergine • pepe • ravanelli
Io lo adoro!!!
Ciao e buona giornata
Io che di solito mi drogo di ravanelli, ma soprattutto delle loro meravigliose foglie, ti copio la madre e anche la crema di zucchine con foglie.
Buongiorno Sabrine!
Io che di solito mi drogo di ravanelli, ma soprattutto delle loro meravigliose foglie, ti copio la madre e anche la crema di zucchine con foglie.
Buongiorno Sabrine!
Buona giornata cara Sabrine.
Innanzitutto, tantissimi auguri alla Principessa e al suo Piccolo Principe di altri tempi (e meno male!)
Non ho capito se il gran giorno è già stato o sarà.. in ogni caso, godetevelo appieno in pace e in famiglia. Avete mica invitato anche la stravagante personaggia?
😉
un caro abbraccio!
ps. pensavo che nel gazpacho fosse d’obbligo il pane ammollato, ma questa versione è molto gustosa!
Evviva i fornelli spenti!
Pensa che qui ho appena fatto il tè, senza bollire l’acqua!!
non so per cosa sentirmi maggiormente emozionata: il tuo epifanizzarti, od il matrimonio di quella cucciola dagli occhi di elfa…
aaarrrggghhhhhh!!
nonononono le luci da discoteca e la torta “finta” no!!!
certo che se ti sentissero Enzo e Angelo……. :)))
Sei il mio idolo!! Qualcuno che si ribella a quei matrimoni terribili dove sembra di faccia a gara per avere la torta più grande, lo strascico più lungo, l’auto più antica, il verde più verde (che tra l’altro il neon fa una luce talmente fredda che avrebbe creato un’atmosfera da camera operatori). Rimpiango i matrimoni sobri dei nostri nonni. Per fortuna esistono ancora persone come te 🙂
Perchè la semplicità e il buon gusto non appartengono più a questo mondo e sembrano quasi merce rara di altri tempi?Auguri per questo matrimonio,io sono una che si commuove sempre in queste occasione,il mio cuore vola subito al mio giorno più bello e mi sembra di rivivere le stesse emozioni.
Un abbraccio
gabriella
Reduce da poco dal matrimonio bello& sobrio( ed elegante a mio parere) di una delle mie più care amiche di cui sono stata testimone, non posso che essere come te paladina della sobria eleganza.Abbasso el americanate e viva la raffinatezza “de noartri”.
tanta felicità ai principi ed una bbraccio a te, che sei la migliore delle registe!
Sara
manu: Hai ragione: il gazpacho è adorabile… non foss’altro perché consente di mettere a tavola un primo senza accendere i fornelli! Quello d’anguria (e questo è il secondo, tra le ricette del blog) ha in più una carica di sorprendente dolcezza: come i matrimoni discreti. A presto
Sandra: Cara Sandra, sui ravanelli e relative foglie non posso che essere d’accordissimo con te: in Italia li usiamo troppo poco, e solo e sempre in pinzimonio… Quanto alla nonna, spiacente ma non la cedo, nemmeno in prestito: è davvero inimitabile! Sarebbe adorabile perfino con un cappello addobbato di foglie di ravanello (e credimi, c’è da sperare che non legga…). Un caro saluto
Gaia: Carissima Gaia dagli occhi che parlano, il gran giorno sarà a breve e siamo tutti determinati a godercelo in santa pace, senza intrusioni aliene ed effetti di luci spaziali. La signorina ha minacciato di abbandonarci al nostro destino, essendo “mooolto” impegnata per un altro matrimonio decisamente più elegante del nostro, e siamo grati alla vita per lo scampato pericolo.
Quanto al gazpacho, hai perfettamente ragione: il pane ammollato e strizzato è d’obbligo nella ricetta originale con il pomodoro. E ti dirò, anche nel gazpacho di bucce d’anguria io il pane ce lo metto. Ma qui non mi pare che sia il caso: questa zuppa fila via liscia e leggera anche senza (è meno densa e più “fresca” dell’altra. Insomma: viva la varietà! In cucina e ai matrimoni… Un abbraccio
PS: il té senza bollire l’acqua me lo devi spiegare…
PS2: i tacchi di Principessa sono ganzissimi tacchi da studentessa: quelli da sposa devono attendere…
auguri ai due ” principi “..e complimenti per questa ricetta
come ti capisco… noi non abbiamo ingaggiato la wedding planner perche volevamo organizzare da soli… è stato tutto bello e le cose lasciate al caso sono state belle cosi… certo il bouquet era di un altro colore, le peonie erano piccole e non rosa, pero c’era la lavanda… ecco, la mia fioraia di certo nn aveva letto il linguaggio segreto dei fiori… 😉
ciononostante l’abbiamo vissuta con serenità e allegria e la giornata è volata tra le persone cui volevamo piu bene! percio, auguri! 🙂
Che risate con la storia della wedding planner!
…E si magari una serata con edera e lume di candela, sarebbe molto più romantico.
La ricetta mi piace molto e anche tutti gli ottimi consigli sugli ingredienti. Non uso mai l’angustura dovrei provare!
Pillow: Le mie sempre più rare epifanìe? Di questo passo finirò come la Befana: una volta l’anno! Ma spero non a cavallo di una scopa: non vorrei mi vedesse la signorina e mi trovasse “mooolto” poco elegante (anche se… potrei tirarmi dietro un gavettone di gazpacho d’anguria!). Quanto alla sposa, ha un altro paio d’occhi (ugualmente molto belli, ma di colore diverso…). Un abbraccio!
Vale SaleQuBi: Se questi Enzo e Angelo sono di quegli smandruppati che dispensano cattivi consigli alla tivù, per me possono chiudere bottega. Come tutti gli spacciatori di quell’orribile e costosissima paccottiglia matrimoniale che non se ne può più di vedere in giro. Ecco, l’ho detto… Ciao!
Roberta – il senso del gusto: Sapessi quanto è diventato difficile fare le cose con semplicità… pare che nessuno più sia disponibile a lavorare, se non in presenza di effetti speciali! D’altronde li capisco: ho visto un campionario di orrori che sono i clienti a richiedere. Esibizionismo allo stato puro, per giunta a carissimo prezzo. Ma non sarebbe ora di farle passare di moda tutte queste scempiaggini? Magari approfittando della crisi? M’interrogo… e prendo le distanze. Felice di sapere che non sono l’unica ad apprezzare una certa sobrietà. Ciao!
gabriella: Grazie per gli auguri! Nessuno in famiglia sa di questo post, ma stavolta mi sa che mi toccherà divulgarlo: non posso mica continuare a ricevere felicitazioni conto terzi… Quanto alla semplicità (che a casa mia fa ancora rima con “buon gusto”, anche in cucina), è purtroppo merce rarissima. Mi chiedo se siamo ancora in tempo per fare un passo indietro. E m’impegno nel mio piccolo per mettere alla berlina certi “pacchianatori”… Un caro saluto!
Al mio matrimonio ho dovuto combattere a spada tratta contro i dubbi gusti di fiorai, sarte e quant’altro… Quando dicevo “vorrei qualcosa di semplice” loro trasalivano, e a me cadevano le braccia.
La lotta è ardua ma se si tiene duro la vittoria non è impossibile ^_^
Tanti auguri e… in bocca al lupo!!
Bella questa ricetta, fresca ed originale!
Saretta: Cara Sara, la notizia di un matrimonio sobrio ed elegante mi rallegra: almeno quanto l’idea della liberazione di lucciole e grilli dall’incubo dell’inquinamento luminoso al neon! Quanto alla raffinatezza italiana, il mondo ce la invidia ma noi sembriamo non curarcene. Eppure basterebbe una piccola dose di sana ironia per prendere le distanze da certe brutture. Un carissimo saluto da una che crede che la bellezza sia contagiosa… e piena di virtù
Elena: Grazie!
Serena – verdepomodoro: Ma a nessuno di noi è venuto in mente di ingaggiare una wedding planner! Semplicemente ce la siamo trovata lì, a presidiare il palazzo peggio di un mastino… Ora confido nella nostra capacità di resistenza: e nella bellezza della casualità… Ce la faremo. Ciao!
ahahahah nozze in vista allora. ma è tua figlia?
senti sulla wedding planner che vi è capitata fra i piedi vabbè stendo un velo pietoso, però credo che una persona di coordinamento e aiuto serva, eccome. lo dico per esperienza diretta. io sei anni fa – mamma già sei anni! – mi sarei sparata. mia madre non pervenuta, mia suocera lasciamo perdere, cognate assenti, amiche lontane, mi sono smazzata tutto da sola e ho fatto degli errori che potevano essere evitati.
poi nono ho avuto nessuno che spingesse gli invitati in chiesa perché qua non c’è questo uso. così erano tutti sul piazzale mentre noi entravamo in una chiesa semi vuota. orrore.
un abbraccio e buon lavoro
MarinaM
Ciao! Che meraviglia sarà questo matrimonio…hai fatto bene a combattere la wedding planner! E poi le candele sono così romantiche…altro che tristi e freddi neon, che di elegante non hanno proprio nulla.
Dato che il moroso si lamenta sempre per il caldo che riesco a creare in cucina d’estate (lo ammetto, mi riesce difficile rinunciare al forno), proverò questa ricettina fresca fresca…chissà che non si lamenti più!
E se riesco la faccio con i ravanelli che pianterò sul mio balcone! Se ti va di passare a trovarmi, mi sono decisa e ho aperto un blog: http://verdisapori.blogspot.it/
Così, giusto per condividere la passione per le piante e per la cucina…
Un bacione!
ps anche io volevo delle peonie che però nno si usano e quindi sono difficilissime da trovare. sigh.
ah a me quelle che in qualsiasi occasione di fronte a mie obiezioni su gusto/stile/opportunità di una certa cosa (dal piatto al vestito) mi rispondono “ma va di moda” le strozzerei con le mie mani.
ammetto la poca voglia di cucinare e anche di idee… per fortuna che sei tornata! 😀
le candele per me sono il massimo, sarà una festa bellissima!!! ciao!
Francesca
Non so ma l’idea di una wedding planner non mi piace…sono convinta che ognuno debba organizzare il proprio matrimonio, la propria festa, secondo i propri gusti e il proprio modo di essere. E’ una cosa personale che deve in qualche modo rispecchiare la coppia!
Sabrine,
per il tè senza bollire l’acqua trattasi di infusione a freddo..
ne parlavo proprio oggi di là da me!
Tanti auguri ancora!
Mia mamma aveva una regola fissa, sia che si trattasse di acquistare qualcosa, o di organizzare un evento: scartava a priori tutto quello che dall’addetto ai lavori del momento veniva definito come “simpatico” o “originale”.
Non credo sbagliasse di molto, visti certi matrimoni a cui ho di recente partecipato e non in Arabia, nonostante lo stile sceicco!!!! 🙂
Un abbraccio dalle mie vacanze ormai giunte quasi al termine!
E foto incantevole.
un post esilarante se non fosse terribilmente serio il problema di questa invasione di matrimoni che dire kitch e fargli un complimento! Io adoro la semplicità per cui voto le candele. Quando si organizza una cerimonia ( perchè il matrimonio è una cerimonia e non un evento) bisognerebbe semplicemente ricorrere al caro vecchio bon ton … semplicità ed elegan<a!
ciao, auguri per il matrimonio, sarà davvero bello e sincero, non mollare … hai tutta la mia simpatia … *_*
Mi sono proprio divertita a leggere della organizzazione di questo matrimonio e della wedding planner. Già è vero, ci si affida ad altri nella speranza di essere originali e ricercati, a mio parere la ricerca della originalità a tutti i costi, rende le cose ridondanti. Eccesso o eccedere sembra la parola d’ordine, purtroppo dall’America importiamo il peggio, dove è finito l’Italian style?
Bella la composizione fotografica come sempre…
mi hai strappato più di un sorriso con questo post… grazie
anche della ricetta 😉
A.
No dico, dove l’avete trovata quella wedding planner??? Al circo di Mosca? Neon verdi? ussignur…
Posso solo immaginare l’incanto di un vecchio giardino illuminato di tante piccole candele. Sarà bellissimo!
Un abbraccio
Anna
E mi raccomando: sii irremovibile anche sulla palla da discoteca… non si sa mai, da come hai descritto la tipa…
È vero che ci sono persone che pretendono un matrimonio pirotecnico per stupire l’intera provincia, ma per fortuna la maggior parte degli sposi desidera “solo” celebrare l’amore insieme alle persone più care.
Comunque è una vera fortuna che tu continui ad incontrare tutti questi curiosi soggetti: noi ci facciamo un sacco di risate.
Ah, ho giusto mezza anguria in frigo.
oh, se mi piacerebbe. Sembra proprio il matrimonio che ho avuto io: qualcosa di nuovo e di vecchio, candele, e una torta che sembrava tale. Estinguiamoci, sposi sobri, sì, ma a testa alta! Un abbraccio, e auguri ai principi!
Kittys Kitchen: Angostura? Pungente, perciò a mio avviso adatta a questo genere di preparazioni. Essendo amante del succo di pomodoro, a casa mia non manca mai. Se non la conosci, direi che questa potrebbe essere l’occasione per cominciare… Ciao!
cristina: Nessuna vittoria è impossibile, ma quella contro una certa idea di matrimonio è stata una battaglia ardua… In ogni caso: ricordi divertenti da mettere da parte. Quanto al gazpacho d’anguria, invece, suggerirei di prepararlo al prossimo incontro ravvicinato con un cocomero: verde, ma non al neon! A presto!
MarinaM. (Ricette Reali): Marina convertita alla cucina?!? Reale, per giunta?!? Vedrò di riprendermi dallo choc (piacevole…). Quanto alla sposa, no non è lei. Che però i tacchi ce li avrà lo stesso (felicissima di ciò). Wedding planner? No, grazie. Almeno per me. Qui nessuno l’ha cercata, ma te la danno col pacchetto della location (impossibile “scorporarla”). Non ci sono grandissimi problemi organizzativi, trovo, se uno ha le idee chiare (e semplici…). E nemmeno abbiamo il problema di spingere gli invitati in Chiesa. Insomma: non la consiglierei. A meno che non sia una signora di tanta capacità organizzativa e di tale graziosa levità da saper cogliere i desideri dei clienti e tradurli – magicamente – in realtà. Magari qualcuna se ne trova in giro, oltre alla fata Smemorina di Cenerentola… Ciao Marina!
Alessandra: Sono solidale con te: comprendo le ragioni del tuo fidanzato, ma nemmeno io riesco a star lontana dal forno d’estate! Me ne invento sempre una… E quando voglio stare al fresco: gazpacho! Anche (ma non solo) di anguria, cetrioli e ravanelli. Ciao!
MarinaM. (Ricette Reali): Peonie: avessi avuto il mio vecchio giardino non ci sarebbe stato alcun problema: ne avevo a bizzeffe! Adesso, in attesa del prossimo (non siamo ancora ai fiori), sono ricorsa a una fioraia che le ha cercate (e trovate, pare). Non è impossibile, il problema è che i fiorai tendono ad acquistare sempre e solo gli stessi fiori perché sono certi di venderli. Infine: d’accordo sull’eliminazione delle mode e delle loro vittime. Ciao!
Aquolina: Cara Francesca, questa ricetta di gazpacho d’anguria è quanto di più semplice si possa immaginare: non c’è nemmeno bisogno di farsi venire la voglia di cucinare! A presto
La Cucina Spontanea: L’idea di una wedding planner non piace proprio a nessuno, qui: e infatti non è venuta a noi. Semplicemente, abbiamo scelto una location e ce la siamo trovata nel “pacchetto” senza possibilità di alternative! E ci troviamo con una cosa in più da gestire. Ma la prendiamo con filosofia e un po’ di sano distacco, che nella vita aiuta sempre. Come le zuppe fredde, che d’estate semplificano la cucina… A presto!
Gaia: Grazie, pensiero gentilissimo… Ciao Gaia!
Bellissimo il tuo post, vorrei farlo leggere ad una sposa-meringa-principessa Sissi al cui matrimonio ho avuto l’onore di presenziare. i tuoi articoli sono sempre brillanti. Ovviamente ottima anche la ricetta e bellissime le foto.
Lume di candela tutta la vita 😉 anche mentre gusto il tuo gazpacho!
ciao Sabrine, no non mi sono convertita, sto semplicemente dando una mano ad un’amica che si voleva lanciare sul web e non sapeva da che parte cominciare 🙂
quanto alla wp magari una le idee chiare le ha, ma se è sola, solissima come sono stata io, una persona di supporto può essere utile. quindi sinceramente io tornado indietro ne cercherei una, magari mettendole dei paletti, ma quanto mi servirebbe per risolvere tutte le beghe e i casini inevitabli.
Tutti i miei più cari auguri agli sposi, che potranno vivere la loro giornata indimenticabile, nella cifra del buon gusto e della grazia: fiori, candele e bellezza, uniti alla gioia e all’amore dei loro cari!
Buonissimo il tuo gazpacho!
ma che meraviglia questo post….se gli altri erano belli, con questo abbiamo raggiunto l’apoteosi!!! forse perchè il romanticismo dell’organizzazione di un matrimonio, raccontato da te, assume un alone di profonda eleganza e raffinatezza!
non faccio commenti sulla wedding planner, forse perchè ripenso al mio matrimonio, per il quale mi sono fatta tutto da sola! La mia soddisfazione più grande sono state le partecipazioni e affini….per le quali acquistai da un fornitore trovato in rete, un rotolo da plotter di carta/tessuto….stampati i contorni di fogli e buste, lavorai di forbici e colla, tagliai il tutto e confezionai personalmente a mano ogni singola busta, lasciando poi alla stampante il compito di regalarmi partecipazioni, ringraziamenti e menù tutti uguali!
Che bei ricordi….grazie a degli amici produttori, anche il vino con l’etichetta personalizzata avevamo….semplicemente i nostri nomi scritti su un paio di fedi intrecciate che facevano da sfondo…
è stato un matrimonio semplice, ma ricco di soddisfazioni, proprio perchè me lo sono “costruita” pezzo per pezzo…e per coronare, un bouquet di calle!
I migliori auguri di uno splendiso semplice matrimonio ai tuoi principi, perchè la nitidezza dei semplici ricordi rimarrà sempre nei loro cuori!
un abbraccio grande, MARA
Ripenso ogni tanto ad un giorno di aprile di 10 anni fa, al mio bouquet di fresie color pastello, al mio abito senza pizzi nè scollature, ai segnaposto scritti a mano da mia sorella, alle partecipazioni color crema, ai pochi invitati (che a me sembravano già troppi), al mio rifiuto di video e foto in stile Hollywood, all’assenza di soprani tremolanti durante la cerimonia e e rifarei oggi le stesse scelte di allora (forse sarei ancora più sobria ….).So che sono stata giudicata – già allora – troppo banale e “sciapa”, ma io sono così….
Mi piacerebbe essere, insieme ai fiammiferi, nella tua borsetta e ammirare nascosta e in silenzio la sposa, i fiori delicati, le candele e i rampicanti.
A presto, Claudette
Potresti invitare la tua wedding planner a pranzo in un ristorante mooolto elegante e offrirle una bella caprese di mozzarella ghiacciata…
Chissà che bello il piccolo principe con i gemelli del nonno in un giardino antico a lume d candela.
Adoro le peonie: ne avevo una nel mio bouquet, insieme a una rosa inglese antica profumatissima che mi ha tenuto compagnia per tutta l giornata. Sui tavoli invece una composizione mooolto elegante: un bel vaso di vetro (ikea), riempito di riso. Nel riso era nascosta una bottiglietta di plastica piena d’acqua in cui era immersa un’unica ortensia rosa.
beh, qui tra i monti mi ero persa un tuo post!!! e che post 🙂
che dire se non che condivido con te tutte le idee riguardo a matrimoni e wedding planner. E meno male che 15 anni fa, quando ci divertimmo a organizzare il nostro matrimonio, che doveva tenere conto di grandi numeri (tra amici e parenti non eravamo pochi…), la figura del wedding planner era agli esordi….
che idea il gazpacho con l’anguria, piacerebbe tantissimo anche ai miei bimbi, che adorano l’anguria! Un abbraccio!
Un’ottima combinazione! Complimenti per il blog! Mi sono unita ai tuoi lettori fissi. Ciao
mi sono sposata un giovedì di dicembre con un tailleur verde pisello.
siamo andati a mangiare in un buonissimo ristorante della zona ed eravamo 14. compresi i miei figli.
per cui capisco tutto.
e le peonie sono il mio fiore preferito, che non ho avuto nel bouquet di nozze solo perché a dicembre non c’erano.
il gazpacho di anguria è una bellissima idea, che mi viene una gran voglia di provare anche se so che lo mangerei io sola, perché vivo in una famiglia di conservatori a tavola.
baci e auguri per il matrimonio!
ma sei tu che ti sposi? 😉
Mi sono organizzata il mio e non ne voglio + sentir parlare! trooooppe cose a cui pensare (e alcune anche abbastanza inutili) però io sono una spettatrice dello spettacolo a lume di candela.. niente effetti straordinari..le cose smplici sono sempre di successo :)))
Che buono!!! piatto molto particolare, da provare!
Ciao, Ennio.
Fantastico racconto! anche la ricetta non è da meno…spero che il matrimonio sia andato bene 🙂
Per me l’anno inizia a settembre, quindi sono passata ad augurarti BUON INIZIO!
Adoro i tuoi post, lo sai. Con me sfondi una porta aperta. Io non sono neanche sposata…solo l’idea di sentirmi urlare “Bacio! Bacio!” mi atterriva. La mia idea di matrimonio è a piedi scalzi sulla sabbia, candele intorno. Ma anche la tua mi garba parecchio. Auguri agli sposi e a te. E questo gazpacho delizioso lo includerei nel menu :))…alla faccia della wedding planner!!!!
Un abbraccio
Sabina
è da un po’ che seguo il tuo blog e…ti trovo sempre più simpatica (oltre che una fantastica cuoca)!
Se inizi una crociata contro la dilagante fiera del cattivo gusto, ti prego, avvertimi: sarò al tuo fianco per respingere con veemenza il turpe malcreato invasore!
Auguri agli sposi che, sono sicura, nonostante la wedding planner (ma perché poi non si può, almeno, chiamarla “organizzatrice di matrimoni”? Farebbe meno impressione e poi, a conoscerla, abbiamo ancora una bellissima lingua tutta nostra)riusciranno ad avere un matrimonio splendidamente NORMALE!
sono daccordissimo con tutto il post, meno che su una cosa: non credo si possa sostenere seriamente di essere “obbligati” ad assumere qualcuno, neppure una wedding planner, ne’ tantomeno continuare a pagarli se non fanno quello per cui sono assunti nel modo che ci aspettavamo.
Forse fa “chic” assumere una wedding planner e poi fare una lista di tutto cio’ che NON le si e’ lasciato fare in nome della difesa del buongusto?
Ciao Sabrine, i tuoi post sono sempre un’ispirazione per me. Ho aspettato un po’ di tempo ma poi mi sono ritrovata una mole di mele selvatiche che sono state trasformate nella meravigliosa torta di zio Ettore. Ho scritto un piccolo post. Spero ti faccia piacere. Un caro abbraccio, Pat
http://andantecongusto.blogspot.it/2012/09/torta-di-mele-selvatiche-melosissima.html
Riemergo dopo una lunga pausa vacanziera e mi scuso con tutti gli amici di penna e di fornelli ai quali non sono riuscita a rispondere in queste settimane: avremo modo di rifarci, riprendendo al più presto il filo delle nostre chiacchierate.
Ci terrei invece a dar seguito – e spero non me ne vogliano gli altri – al commento di Manu (7.09), perché non vorrei dare di me un’immagine che non mi corrisponde…
Manu: Cara Manu, non credo di aver scritto che siamo stati “obbligati ad assumere” una wedding planner: semplicemente perché non l’abbiamo mai assunta. Faceva parte del “pacchetto location”, per usare un’espressione più al passo con i tempi di quanto non siano i nostri gusti in fatto di matrimoni: impossibile, pertanto, schivarla.
Comprenderai dunque, come le nostre aspettative sul suo conto non potessero che essere… inesistenti! Siamo tutti di gusti molto semplici in famiglia, e non ci saremmo mai sognati di avvalerci di un consulente esterno per una cerimonia tanto intima.
Quanto alla tua considerazione finale, non so se ci sia gente che assume una wedding planner per farne l’uso che dici tu: non posso escluderlo, pur non avendone mai conosciuta.
Tutto questo con il sorriso e la leggerezza che ci piace coltivare in questa piccola cucina. A presto
Patty: Cara Patty, ho appena disposto su una delle mie vecchie alzatine un chilo di piccole mele: non sono selvatiche come le tue (che fortuna avere chi te ne regala…) ma hanno immediatamente profumato la cucina. Felicissima che la torta dello zio Ettore sia riuscita bene anche a te, corro a mettere il tuo post in questa pagina. Grazie e a presto!
Mi ? piaciuto molto. Aldo
adoro questo blog!!!!
Complimenti per le tue raffinate ricette!
L.J.