Cracker integrali con noci, uvetta & rosmarino
L’avrei scritto prima, questo post, e molto volentieri. Se questa non fosse una cucina così piccola da soffrire ad ogni minima intrusione, avrei trovato il tempo di raccontarvi la gioia di avere finalmente una scarpiera (lo so, tirar fuori le scarpe in un blog di cucina non è il massimo della buona educazione, ma a casa nostra questo rappresenta un traguardo che non v’immaginate, perciò chiudete un occhio se potete…)
E anche se si tratta di una vecchia libreria che a colpi di pennello ho costretto a reincarnarsi in una destinazione d’uso differente, non mi sento nemmeno troppo in colpa: in fondo, libri e scarpe servono sempre a condurci lontano, anche se per strade diverse.
Quanto all’armadio, quell’agognato monumento all’ordine domestico invocato da Monsieur d’Aubergine a ogni scivolata mattutina di mutande (… ooops! … altra parola sconveniente in un simile contesto, ma perdonatemi: la stanchezza allenta un po’ anche i freni inibitori), sarebbe già pieno se non fosse che le ante non ne vogliono sapere di stare al loro posto.
Pare che il legno si ribelli con tutte le sue forze alle temperature tropicali degli appartamenti di città (detto tra noi, ne ha ben d’onde), e dunque bisogna mettere in atto ogni strategia per ricondurlo alla ragione. Cioè al verso che è quello che consente al mio armadio di restarsene ben chiuso.
Dopo vari tentativi gli abbiamo messo l’apparecchio: come era già successo per la libreria, e per il tavolo da pranzo. Nell’attesa che i risultati si producano, la nostra camera da letto è un andirivieni continuo di gente – la più varia – che viene, avvita, fa dei buchi, scrosta, carteggia, riavvita e se non sto attenta fa dei buchi ancora, possibilmente nel punto sbagliato.
Mi fermo qui. Perché mi sono stufata persino di raccontarvele, queste cose (e sono certa che siete stufi pure voi). E perché mentre scrivo la mia scrivania è piena di briciole… no, no, stavolta non c’entrano niente i falegnami (sono briciole, mica trucioli!). E’ che non faccio altro che accendere il forno: mi serve a sentirmi a casa anziché in un cantiere perenne. E siccome i nostri pasti sono giocoforza di quelli scapigliati, mi dedico a esperimenti capaci di regalare soddisfazione con minimo sforzo. Tradotto: crackers.
Ho scoperto – con mia somma sorpresa per non essermene accorta prima – che un soda bread, cioè la quintessenza della semplicità in forma di pagnotta, si può arricchire di cose a piacimento e poi tostare a fettine sottilissime per poterlo utilizzare come riserva di crostini. Non è difficile: basta credere nella metempsicosi, cioè nella possibilità di non accontentarsi di una vita sola avendo l’opportunità di reincarnarsi in qualcos’altro. Un po’ come la libreria che adesso è una scarpiera…
Certo, non è possibile convincere un pane a trasformarsi in una sfornata di crostini a colpi di pennello. Così ho messo via le latte di vernice grigio-cielo-di-Parigi, e ho tirato fuori una quantità di sfumature nuove: dal bianco-latte al giallo-sesamo, fino al marrone-semi-di-lino. Passando per l’oro-uvetta-passita e l’oro-miele e per una tonalità di verde che userei dappertutto perché già dal profumo è una delizia: il verde-rosmarino.
Ho messo tutto in una grossa ciotola e mi sono incantata a guardare… ok, non sarà “La Grande Bellezza” in versione food – mi sono detta – ma mi è sembrato che tutto avesse un senso, persino estetico, una sorta di equilibrio tra diverse sfumature che non poteva che condurre a un’armonia di sapori. Così sono andata avanti, non senza qualche misurazione “scientifica”: perché nemmeno una pagnotta sfugge alla ferrea logica che vuole la bellezza costretta nelle misure giuste! (nel caso di specie, un paio di stampi usa e getta che hanno funzionato a meraviglia).
Il dubbio mi è venuto all’uscita dal forno: le pagnotte erano lievitate a dovere (d’altronde un soda bread da queste parti è una certezza…), ma di tutte quelle sfumature che mi erano parse incantevoli non c’era che un pallido ricordo. Pallido, per l’appunto… cioè quanto di più diverso da quel colore che potrei definire incarnato-di-bellimbusto-da-palestra. Debitamente lampadato, s’intende.
Solo la certezza che c’è del bello quasi ovunque – avendo occhi adatti per cercarlo – mi ha consentito di portare a termine l’esperimento. Per la verità a convincermi è stato quel profumo di uvetta & rosmarino, un tandem da Oscar che ho già deciso di ingaggiare per altre pellicole prossime future. Le pagnotte affettate con precisione millimetrica hanno prodotto gli effetti sperati: un breve passaggio in forno… et voilà! i crackers erano lì, in tutta la ruvida bellezza della loro seconda reincarnazione. Uno splendore nascosto, che bisogna andarsi a cercare tra i pezzetti di noce e tutti quei semi che è un piacere indovinare uno ad uno.
Così mi sono lasciata incantare di nuovo: dalla semplicità di una ricetta che merita altri esperimenti e qualche vita ancora. Nell’attesa di una primavera che porterà nuovi colori a questo blog: stavolta senza latte di vernice…
Saluti e baci (azzurri come i muscari sulla credenza dei bicchieri),
S.
CRACKER INTEGRALI CON NOCI, UVETTA & ROSMARINO
INGREDIENTI
farina bianca 00: 200 gr
farina integrale: 80 gr
bicarbonato: 2 cucchiaini da caffé (rasi)
sale fino: 1 cucchiaino
yogurt naturale: 200 gr (intero o magro, fate voi)
latte: 200 ml (vale quanto detto per lo yogurt)
dark brown soft sugar: 20 gr (in alternativa, uno zucchero di canna)
miele: 40 gr (sono 3 cucchiai rasi)
uva sultanina: 80 gr
noci sgusciate: 40 gr
semi di zucca: 40 gr
sesamo: 30 gr
semi di lino: 30 gr
rosmarino fresco: 2 bei cucchiai di aghi tritati al momento
Accendete il forno a 180° e rivestite di carta forno due stampi da cake piccoli, cioè da 10 x 20 cm circa (se non li possedete, sappiate che esistono quelli usa e getta e funzionano a meraviglia).
Mettete l’uvetta in una ciotola e ricopritela d’acqua bollente per farla gonfiare (non so a voi, ma a me l’uvetta rugosa e rinsecchita fa tristezza…)
Mescolate in una brocca lo yogurt e il latte, aggiungetevi lo zucchero e il miele e fateli sciogliere bene.
Mettete in una ciotola le farine, il bicarbonato e il sale, e mescolate con una frusta a mano. Aggiungete le noci spezzettate a mano (niente coltello, se non volete una poltiglia oleosa!), i semi di zucca, di lino e di sesamo. E infine il rosmarino tritato (naturalmente sciacquato e asciugato preventivamente) e l’uvetta ben strizzata.
Aggiungete il mix di latte e yogurt e mescolate col cucchiaio: siate rapidi, questo è a tutti gli effetti un soda bread e il bicarbonato inizia ad agire appena entra in contatto con i liquidi.
Rovesciate il composto negli stampi, livellate senza troppa precisione e infornate subito. Fate cuocere per 35-40 minuti, o finché non vedete che i pani sono ben cotti (ogni forno è diverso dagli altri… e il mio nuovo è diverso dal precedente… grrrr!)
Lasciateli raffreddare su una griglia poi metteteli in frigorifero per almeno un’ora, ma anche fino al giorno dopo se vi fa comodo: l’importante è che li avvolgiate nella stagnola perché non catturino odori a casaccio (che so, un bel pezzo di baccalà da cuocere per cena…). Devono essere molto freddi e compatti per poter essere tagliati a fettine sottili: 3 millimetri (non bluffate: ricordatevi che c’è un righello, in questa cucina…).
Riaccendete il forno a 200° e fateli tostare – 5 minuti per parte – finché non diventano da ambrati a color bronzo: più o meno come la faccia di quei bellimbusti lampadati che si trovano in certe palestre.
Non fateli bruciacchiare e nemmeno rinsecchire: devono essere ancora un po’ morbidi quando li tirate fuori dal forno, finiranno di asciugarsi all’aria.
Mangiateli così, se siete amanti dei semi e di tutte quelle cose integrali, ruvide, rustiche che richiedono di essere masticate con cura e con lentezza. Oppure accompagnateli a un po’ di ricotta con una goccia d’olio e un nonnulla di pepe (che è come me li sono mangiati io). Potete anche accompagnarli alla vostra vellutata preferita, con un velo di burro giallo e buono. E secondo me persino a un po’ di marmellata, ma non ho avuto modo di appurarlo. Finiti prima…
POSTILLE
FRAGOLE A MERENDA è su Facebook! … e tu?
Anche le piccole cucine hanno bisogno di spazi adatti, per questo da qualche settimana esiste una pagina ufficiale di FRAGOLE A MERENDA su Facebook: ci trovate ricette vecchie e nuove, piccole cronache, pensieri e foto delle mie avventure commestibili.
Quelli di voi che un account FB ce l’hanno già, ne conoscono ogni minimo segreto (io fatico ancora un po’, ve lo confesso…): pare, ad esempio, che cliccare “Mi piace” sulla pagina equivalga ad un abbraccio, una dichiarazione d’autentico amore che viene ricambiato sotto forma di aggiornamenti visibili a ogni nuova pubblicazione. Insomma, è un sistema per non rischiare di perdersi di vista!
Se invece un account Facebook non ce l’avete, perché temete di essere sommersi da chiacchiere a vanvera e da un’insostenibile valanga di fatti degli altri, sappiate che tra qualche settimana potreste trovarlo molto utile per partecipare alla vita di questo blog. FRAGOLE A MERENDA passerò presto da Blogger a WordPress, e gli utenti FB avranno una corsia d’accesso “facilitata” (ma il blog resterà com’è sempre stato: aperto a tutti). Io ve l’ho detto….
https://www.facebook.com/fragoleamerenda
Soda bread? Yes, please!
Per chi si volesse avventurare nel magico mondo dei pani rapidi, ecco qua un po’ di ricette disponibili all’assaggio, e decisamente alla portata di tutti:
– soda bread con farina di lino
– Irish Soda Bread : come sfornare pane fresco in meno di un’ora
– Irish Soda Bread n. 2
– il pain maison alla birra di Thierry
– il mio pigro soda bread alle mele
La ricetta dei crackers….
E’ liberamente tratta da Dinner with Julie.
Ingredienti: bicarbonato • dark brown soft sugar • farina bianca 0 e 00 • farina integrale • latte • miele • noci • rosmarino • semi di lino • semi di sesamo • semi di zucca • uva e uvetta • yogurt e yogurt greco
Mamma mia come scrivi bene!!! Lasciatelo dire (o meglio: scrivere).
Leggere le tue (dis)avventure mi appassiona tantissimo…come leggere un libro di uno dei tanti scrittori che amo :-).
Ad ogni buon conto…basta…+ leggo i tuoi post e più mi convinco che questo SODA BREAD “s’ha da provare”!. Fine della storia.
Conseguentemente proverò i crackers 🙂
Ciao!!!
LaGio’
sai che poi il soda bread l’ho fatto anche io?! Ho usato una ricetta diversa dalla tua, ma il risultato mi ha piacevolmente colpita e affondata!!!!
Questi crackers sono ancora meglio…me li segno, posso?!
Un abbraccio!
P.s: i muscari sono fra i miei fiori preferiti!!!!
Soda bread mi piace…mi piaceranno anche questi sicuro!!!:D
http://duecuoriinpadella.blogspot.it/
ogni volta che mi manchi, provo ad immaginare il tuo rientro: con quale storia o ricetta si presenterà di nuovo Madame?
Può essere il bianco con il rosa: immagino giunchiglie, tazze di latte, tovagliette di cotone. O il blu violento con l’argento: una posata, due mirtilli, uno squarcio di infinito dalla finestra della cucina. Più spesso sono bronzo, oro, orzo, legno: un tavolo, una infornata, una manciata di nocciole. Stavolta pensavo giusto ai colori violenti del tramonto estivo, resi ancor più sfacciati da tende in contrasto, stoviglie vintage, parquet. Non mi hai delusa. Non penso nemmeno saresti in grado.
Ma che bontà…
Alla prossima
Favolosi! E che dire delle foto? Raccontano tutto benissimo.. e la scarpiera libreria?! Bravissima!!
Ogni volta non so se prima leggere la ricetta,poi ammirare le tue foto(ce ne sono tante e bellissime oggi),e poi sprofondarmi nel tuo racconto o viceversa e versavice…So solo che divoro la tua pagina e non mi stanco mai di rileggerti e provare le tue ricette!Grazie sei un’amica preziosa!Baci Alda.
LaRicciaInCucina: Caspiterina! Essere paragonata a uno scrittore di quelli che si amano… fate attenzione perché ci potrei anche credere un po’ in questa cosa! (giocando al ribasso, s’intende…). Quanto al soda bread, che s’abbia da provare è fuor di discussione: perché è facilissimo, divertente, gratificante, e anche se non ha certo la fragranza di un pane con lievitazione tradizionale torna utile in un sacco di occasioni! Ti sei cacciata in un bel guaio: adesso ti aspettiamo qui, con uno dei soda bread dell’archivio di FRAGOLE A MERENDA…
Simo: Cara Simo, felice di sapere che ci sei anche tu nell’esclusivo club “Soda Bread forever”! Quanto ai crackers con uvetta e rosmarino, sappi che mi sono mangiata qualche bella fetta di pagnotta, prima della reincarnazione: e ti posso dire che questo pane era buono anche così… Perché in fondo il pane è come la pasta: la scusa per mangiare qualcos’altro, travestendolo da condimento. Sarà per questo che non riesco a smettere di accendere il forno? Arrivederci alla prossima puntata, nell’attesa di una sfornata di crackers al rosmarino tutti tuoi. Ciao Simo!
Alexandra Bellavista: Che ne diresti di due cuori in padella e un soda bread nel forno? TRasformabile a piacimento in un bel barattolone di crackers all’uvetta e rosmarino… A presto!
Io non l’ho ancora fatto, ma ultimamente lo vedo n molti blog, senti sai che sarei cucriosa di vedere la tua scarpiera? E magari qualche scorcio del tuo cantiere perenne 🙂 Un abbraccio cara!
Che bel post!! Colori, profumi e sapori, un trio vincente!!
È il momento dei crakers anche per me, ma i tuoi sono ancora più furbi!!
PS. Tra i tanti pani, il soda bread mi manca, rimedierò al più presto!
ciao
Per una volta posso dirti che ho tutti gli ingredienti e – per me – non è cosa da poco. La ricetta mi piace prima di tutto perchè i crackers si prestano a infiniti abbinamenti, dolci e salati (crackers salati e marmellata casalinga di pesche è una della mie prime colazioni preferite…), in secondo luogo perchè il soda bread ha il dono meraviglioso di essere veloce (e, nonostante la banalità della mia vita, questo per me è un periodo “di corsa”) e, infine, perchè il rosmarino è la mia pianta aromatica preferita (e poi è a portata di mano, vicino alla scaletta dell’orto).
FB? tutti cercano di convincermi, ma se ti dico che solo mio marito e mia sorella conoscono l’esistenza del blog, rendo l’idea di quanto poco desideri apparire?
Ma forse, per seguire te su una “corsia preferenziale”, magari….
A presto, magari con un elogio della lentezza!
Claudette
Che bell’idea! Giusto in tempo per san Patrizio!
Il soda bread è una di quelle risorse salvacena che dimentico sempre quando il pane scarseggia, abituata male con le attese dei lievitati, a lievitazione naturale , per di più!
invece me ne dovrei ricordare più spesso. e poi magari trasformarlo in crackers…
Baci
ps. non mi dire che nei cucchiaini ci hai messo davvero la vernice!!
pillow: Un commento a colori, con pennellate così belle e imprevedibili che mi ha dato la stessa emozione della mia prima mostra di impressionisti. Mai avrei immaginato che questo piccolo blog mi avrebbe fatto regali come quelli della Tate Gallery… Grazie.
manu: Sono crackers semplicissimi, ma se ti piacciono i sapori un po’ ruvidi, i semi, le farine integrali e il “crunch crunch” sotto i denti… sono i crackers per te! Facci sapere se ci provi! Ciao!
Letizia Cicalese: Le foto: ci sono momenti in cui cucino e mi accorgo di quanto mi piacciano certi ingredienti, oppure la luce di un attimo, o la confusione che mescola stoviglie e utensili vari. Per me la cucina è questo: un’attività divertente e spontanea, dagli esiti possibilmente commestibili. Un saluto!
alda: Grazie! Sapere che in questo blog ci sono non solo ricette ma anche pagine commestibili… beh, mi inorgoglisce. Questo forsennato esercizio di tastiera e di fornelli, che posso portare avanti solo rubando ore al sonno e alle mille attività della mia vita oltre lo schermo del pc, per me è il modo per incontrare persone diversissime, l’umanità che sempre mi appassiona nella sua varietà. Sentirmi chiamare “amica” è qualcosa che non avevo previsto, e mi sorprende sempre. Con piacere. A presto!
DEvono essere fantastici questi cracker… li immagino gia’ in un bel piatto con formaggi vari!!! GRazie per averli condivisi!
Questo commento è stato eliminato dall’autore.
ma sai che questi sono identici a quelli che trovo al supermercato che si chiamano Raincoast Crisps? Avevo gia’ trovato la ricetta per rifarli su un altro blog che si chiama Dinner with Julie. Sono davvero buini e uno tira l’altro. Ti sono venuti bellissimi. E complimenti anche per le foto! Sempre splendide.
wow, ero scettica sul soda bread ( forse perchè la parola soda non m’ispirava), ma dopo aver letto il tuo blog ieri mi sono lanciata ed… è stata una bella soddisfazione!
Il pane è venuto proprio buono, morbido come piace a me e questa mattina con uno strato di marmellata d’arance ( home made) ho iniziato bene la giornata, grazie e complimenti per il tuo bellissimo blog, daniela
che ricchezza di ingredienti! una bellissima trasformazione in crackers molto stuzzicanti 🙂
Ma che profumo e che gusto insolito devono avere questi craker! Stesso principio dei cantucci, ma per delle sfoglie più sottili e dorate! Una bellissima e fragrante alternativa al classico panetto.
baci baci
Ciao! Era tanto, troppo tempo che non passavo da questo meraviglioso angolo (vorrei sottolineare che sei sempre tra i blog che seguo)…ma il quotidiano ci assorbe un tantino, uff…I crackers sono una delizia, le posate idem e sarei curiosa di vedere cosa hai colorato in grigio-cielo…se ti va’ scambierei un po’ di verde rosmarino con un po’ di verde basilico del mio blog! Un abbraccio
Finalmente riesco a leggere questo post che, come sempre è bellissimo: il paragone fra le scarpe ed i libri è semplicemente geniale e le tue foto sono un tavolozza di colori piacevolissimi! E poi come non posso, io che sono “miss monnezza” approvare questa trasformazione del pane in crostini che devono essere davvero buoni? W il riciclo (anche in cucina)! 😀
Cara Sabrine,
grazie per questa nuova ricetta. Ho poco tempo e sfrigolo dalla voglia di provarla! Adoro il rosmarino e lo abbiano spesso all’uvetta, quindi mi hai invitata a nozze. Il tupi gradirà.
Sabrine! Ho il piacere di leggerti dopo tanto, tantissimo tempo che ahimè sono un pò distante dai vari blog e dal mio, da quando mi sono trasferita in Inghilterra, ho un pò rallentato dal pubblicare ricette e mi sono ripromessa di farlo solo in momenti di relax, prendendomi il tempo per scrivere e pensare. Un pò come sto facendo adesso che con piacere leggo il tuo blog dopo tanto tempo. Trovo questa ricetta adattissima a me, specialmente per le prossime settimane in cui inizierò una nuova avventura lavorativa e dovrò organizzarmi a preparare dei pasti da portare a lavoro per la pausa pranzo.. in più mi ritrovo quasi sempre in casa con tanti semini vari e frutta secca! Sai che tempo fa provai a preparare un plumcake salato con fichi secchi, pinoli e vino rosso? Mi hai dato l’idea di riprovarci, ma questa volta in versione soda bread <3
Merci beaucoup
Passa da me…c’è un pensiero per te:
http://papricaecannella.blogspot.it/2014/03/premio.html
Giulia
Ciao Sabrine,
davvero complimenti per il blo, è bellissimo!!!!!!!!!!!!
Spero ti faccia sapere che ti ho assegnato un premio, ecco il link:
http://www.theinsaladwriter.com/2014/03/e-piovono-ancora-premi-grazie.html
Un abbraccio e a presto
Ti seguo sempre
Manu
Che bel blog, complimenti!
Che bel blog, complimenti!
Bellissima ricetta!
Ciao ho fatto il soda bread con noci uvetta sesamo e rosmarino ecco mi chiedevo ma se nn faccio i creckers quanti giorni si conserva.
Complimenti!
Dai tuoi post traspare grazia e buon gusto, ma soprattutto traspare una grande voglia di vivere e di “assaggiare” la vita che, come ci dimostri, è sempre a colori!!!
Il soda bread è nel forno ….
Approfitto del post per chiederti dove hai acquistato le tazze con il profilo blu… le cerco da anni…
Un saluto affettuoso
Silvia B.
Ti ho inserito tra i miei preferiti. Pian piano me lo guardo tutto. .Non sono su Facebook ma “solo” su Twitter e Instagram ..buon lavoro!😉