Confit d’oignons: la salsa di cipolle
Il cielo era di un cupo grigio tristezza. Ci siamo guardati e ci siamo detti: “Perché no?”.
Un’ora dopo eravamo in macchina: praticamente senza bagagli (un esercizio spirituale che coltivo con sempre maggiore dedizione) e felici come due pasque (non so se si dica, ma rende l’idea).
Appena Thierry ci ha visti ci ha baciati tre volte, come si usa da queste parti.
“Era da tanto che non ci vedevamo, ah?…” e ci ha accompagnati al piano di sopra, spruzzando acqua di lavanda a passi alterni.
Oltre le finestre dalle imposte color indaco, gli alberi ondeggiavano inseguiti dal mistral: come le nuvole, di un grigio che non era triste ma pieno di luce e striato di violetto. Finalmente eravamo tornati.
Non amo gli alberghi che non sembrino almeno un po’ una casa… e la casa di Thierry, che è anche un po’ albergo, è un ibrido perfettamente a mia misura. Adoro svegliarmi nel silenzio più assoluto di questo posto e lasciarmi guidare lungo la scala a chiocciola dal profumo della colazione.
“Ma lo sai che il tuo pain maison alla birra è diventato famoso?”
“Lo so benissimo…” mi ha risposto sorridendo.
“Come sarebbe a dire?”
“Sarebbe a dire che è venuta della gente dopo aver letto il tuo post! E alcuni erano curiosi di assaggiare quel pane proprio qui…”
Mio marito ha alzato gli occhi rassegnato: sarebbero stati giorni da Monsieur d’Aubergine. Chiunque si sedesse attorno al grande tavolo a colazione veniva informato sulla storia.
“Sabrine runs a blog, in Italy…” esordiva Thierry. “And she wrote about this bread…” continuava, distribuendo fette di quel delizioso pane caldo, dalla crosta croccante. Io affondavo il naso nel caffé e il cucchiaino nel vaso della marmellata, stregata dal colore dei lamponi.
“Framboises… – mi diceva lui sottovoce per farsi perdonare il mio imbrazzo. E aggiungeva: “Tout fait maison, ah? …”
Fuori dalla finestra socchiusa, il minuscolo universo di sempre: il piccolo café, i lavori davanti al portale della chiesa (stavolta erano due balaustre di ferro), le galline che razzolano nel giardino di fronte, le foglie spazzate a bordo strada alle otto ogni mattina, e le raffiche di vento che per le nove le hanno già riportate dov’erano. E il cane bianco che fa da guardia alla mairie (ormai ci fiuta e poi ci lascia passare indisturbati).
Qualche village più in là, la fromenterie continua a sfornare le quiches ai porri che ci piace mangiare per strada. Il venditore di catini di zinco ha prezzi irresistibili e io non trovo un motivo valido perché si debba resistere. Il viaggio di ritorno ha una colonna sonora metallica, titìn titìn ad ogni ruga dell’asfalto.
Tra i sedili sporge una vecchia scaletta da pittore: mi servirà per arrivare all’ultimo scaffale di quella che adesso è una credenza dopo essere stata un tempo la nostra libreria (ve la ricordate? si era incastrata nel pianerottolo il giorno del trasloco e non c’era stato verso di farla entrare in casa…).
Ad occultare del tutto il vetro posteriore, due pacchi di plastica a bolle più polverosa del suo contenuto.
“Ma cosa c’è li dentro?” mi chiede mio marito aprendo il finestrino per respirare.
“Frattaglie di cornici…”
“?!? … Non vorrai mica metterti ad armeggiare in casa con pitture, colle e trementina?!?”
“Ma no… e comunque cosa ci potevo fare se il mio amico doratore non aveva voglia di restaurarsele e me le ha vendute a due euro l’una? E sono cinque…”
“Perfetto: morire asfissiati ci costerà solo dieci euro…”
Trovo adorabile quel certo asciutto sarcasmo con il quale si difende dalle mie appassionate alzate d’ingegno. Evito comunque di ricordargli che prima dell’odor di trementina saranno le pulci ad abbattersi su di noi, se agitiamo troppo quei due pacchi.
Ma nessun viaggio è bello se metà dalla ciurma ha il muso lungo e la preoccupazione di soccombere per un attacco d’asma lungo il tragitto. Così sfodero le mie armi: contro gli acari e contro il malumore.
Al mercato vendevano dei meravigliosi cesti di fragole che hanno un profumo, prima ancora che un sapore: basta tirarne fuori uno e sniffarlo. Con l’aiuto del finestrino aperto… funziona.
Dal sacchetto spuntano mazzi di lunghi ravanelli sfumati di rosa, che farebbero la gioia di molti food-fotografi. Ma io la macchina non la voglio mai portare: qui non mi serve. Mi servono gli occhi… e cinque minuti la sera prima di addormentarmi.
Per rimettere in fila le immagini della giornata, e riamarle tutte mentre le archivio con ordine. Devo poterle ritrovare quando mi serviranno per illuminare queste giornate color grigio tristezza, che non accennano a finire…
Saluti e baci (polverosi… cough! cough!)
S.
CONFIT D’OIGNONS: LA SALSA DI CIPOLLE
INGREDIENTI
cipolle: 150 gr (già pulite)
scalogni: 150 gr (come sopra)
aglio: 1 spicchio grande (o 2 piccoli)
zucchero di canna: 3 cucchiai
miscela “quatre épices”: 3 cucchiaini da caffé
aceto balsamico: 3 cucchiai
olio extra-vergine di oliva: due cucchiai
peperoncino macinato: mezzo cucchiaino
sale
Pelate e affettate le cipolle e gli scalogni: dovrebbero essere sottili, ma non diventate matti se qualche fetta vi scappa un po’ più generosa. Private l’aglio della buccia e del filamento interno verde (se ce l’ha).
Mettete tutte le verdure in una padella antiaderente con l’olio, e fatele saltare mescolando in continuazione con un cucchiaio di legno finché non l’hanno assorbito tutto. Non fatele abbrustolire (il vostro obiettivo è portarle a fine cottura trasparenti e non bruciacchiate…)
Aggiungete due-tre cucchiai d’acqua, salate e cuocete con il coperchio, facendo sempre attenzione a che non attacchino: perciò controllate di tanto in tanto e se ce n’è bisogno aggiungete qualche altro cucchiaio d’acqua (vedete di non affogarle, però: la salsa dev’essere sempre piuttosto “asciutta”, se non volete ritrovarvi con delle cipolle lesse).
In 15 minuti le verdure dovrebbero essere cotte: cioè trasparenti e tenere, ma non mollicce. Perciò assaggiatele, e quando capite che ci siete quasi aggiungete nell’ordine: le quattro spezie (mescolando accuratamente perché si assorbano uniformemente), poi dopo un paio di minuti lo zucchero (che farete caramellare facendo attenzione a non bruciacchiarlo), e infine l’aceto balsamico (deve solo evaporare).
Aggiustate di sale, aggiungete il peperoncino e lasciate raffreddare nella pentola con il coperchio. Potete conservare il vostro confit in un contenitore di vetro o di ceramica (anche senza coperchio, purché lo sigilliate con della pellicola) in frigo per una settimana.
POSTILLE
Una ricetta semplicissima richiede attenzione
La differenza tra una preparazione semplice e una banale – non solo in cucina – sta nella cura che siete disposti a metterci. Questa salsa è di una facilità disarmante, ma dovete stare attenti ad alcuni dettagli.
Primo: aggiungete il liquido di cottura poco alla volta, un po’ come se faceste un risotto.
Secondo: aggiungete le spezie quasi a fine cottura, facendo attenzione a che ci sia ancora un po’ di liquido nella pentola, perché da questo momento in poi sarà bene che non ne aggiungiate più (serve a preservarne gli aromi).
Terzo: vale per lo zucchero quanto detto qui sopra per le spezie: se volete che diventi caramello, niente acqua. A meno che non vediate il contenuto della vostra padella virare verso una tonalità decisamente troppo scura…
Quatre épices: mai solo quattro…
La miscela “quattro spezie”, di suo, sarebbe un mix in parti uguali di pepe nero, noce moscata, cannella e chiodi di garofano. Ma – non chiedetemi perché – in casa mia esiste in due versioni differenti: nessuna delle quali di spezie ne ha davvero solo quattro.
La prima – molto provinciale e di matrice casalinga – ottenuta mescolando una bustina di “Droga La Saporita” (coriandolo, cannella, semi carvi, chiodi di garofano, noce moscata e anice stellato) e un po’ di cannella.
L’altra – “franscese” – comprata dal mio fornitore di spezie preferito: un rubizzo signore con bancarella la domenica mattina al mercato di un villaggio del Lùberon. Lui di spezie ce ne mette cinque (pepe, noce moscata, chiodi di garofano, zenzero e cannella) ma sostiene che sia sempre “quatre épices“… e io gliene compro un sacchetto ogni volta, insieme a una vaschetta di tapenade. Come potete immaginare, è un vecchio signore irresistibile…
Altre ricette con la miscela “quattro spezie”? Eccovene un paio:
– chutney di fichi all’aceto balsamico
– pain d’épices
Peperoncino? Esagerate pure…
Ho scritto mezzo cucchiaino, ma la dose è assolutamente indicativa. Vale una sola regola: mettetecene quanto siete disposti a sopportarne, e che non sia solo un’idea. Perché questa è una salsa dai profumi e dai sapori “esagerati”, un po’ come i colori di Provenza in certi giorni d’estate.
Dimenticavo…
Se non avete la passione del fois gras o dei formaggi stagionati, potete accompagnare la salsa alle cipolle a della carne bollita (con questo tempaccio, a casa nostra i brodi impazzano…), oppure agli affettati, o anche a una semplicissima fetta di pane fatto in casa. Se la passate al minipimer, funziona anche da dip (cioè da intingolo) per dei bastoncini di formaggio o dei crackers. Ma credetemi: vale la pena di provarla almeno una volta con i pezzi di cipolla che fanno crunch sotto i denti…
Un po’ di me e di questa nostra cucina…
… da una settimana è anche in un’intervista pubblicata dal portale “Donne sul web”. La trovate in questa pagina, mentre qui ci sono le dieci ricette che ho scelto (con relative motivazioni) per rappresentarmi. Grazie a Simonetta Nepi e alla redazione.
INFORMAZIONE DI SERVIZIO: per qualche misterioso motivo, dopo il passaggio al nuovo dominio il vecchio “cerca in Fragole a merenda” in alto a destra non funzionava più.
Pensando che una funzione di ricerca fosse utile a quanti vogliono ritrovare una ricetta, ne è stata inserita un’altra, la quale però mostra in testa ai risultati dei link sponsorizzati.
Questo blog non ha mai ospitato alcuna forma di pubblicità, perciò vi confesso che la cosa mi fa arricciare il naso: anzi, non mi piace affatto. Ma siccome questa è una cucina che non è soltanto mia, ho pensato di chiedere a voi cosa preferite: perciò vi sarò grata di ogni parere espresso in merito.
Nel frattempo, farò il possibile e l’impossibile per cercare un rimedio (anzi, se qualche anima buona fosse in grado di svelare l’arcano…), dato che questi annunci Google non li ho voluti… e non li voglio.
Ingredienti: aceto balsamico • aglio • cipolle & cipollotti • miscela 4 spezie • olio extravergine • peperoncino • scalogni • zucchero di canna
te la rubo subito…voglio provarla assolutamente!!!
commentiamo 🙂 queste descrizioni della Francia mi fanni impazzire. sono anni che manco, che non riesco ad andarci e mi manca.
amo le marmellate di cipolle, ne faccio una di cipolle rosse che va via come il pane, CON il pane, CON il formaggio e CON la carne di maiale (braciole) oppure tutto assieme pane, fetta di formaggio e marmellata di cipolle rosse.
devo provare a fare in casa il “4 spezie” perchè qui, ad Inculandia, queste cose strepitose non ci sono 😉
p.s. mi sono dimenticata, il trovaricette è utilissimo, ma certo non ci fossero prima quelle sponsorizzate…
fai proprio venire voglia di scappare in Francia!!. ottima ricetta, complimenti
Ciao, raffinata questa crema di cipolle! tutta da provare anche semplicemente sopra un crostone di pane o con del formaggio morbido!
baci baci
ottima… e racconto delizioso
Tesoro questo posto cosi fatato sarebbe l’ideale anche per me per ritemprarmi..il paradiso praticamamente doove il tempo si è fermato e cmq tu non hai bisogno di macchine fotografiche basta leggerti per immaginare tutto…..La tua salsa alle cipolle mi stuzzica da morire..prendo subito nota!!bacioni,imma
Che bei ricordi che sei riuscita a farmi venire in mente. Anche senza immagini hai ricostruito tutto alla perfezione, grazie! Questa salsa la adoro e la devo assolutamente rifare, ciao!!!
Brava, brava, brava. I tuoi racconti sono degni di una pubblicazione. Così come le tue ricette sempre pertinenti. Per quanto riguarda la ricerca con google, ti perdoneremo i link sponsorizzati!! 😛
Leggere e vedere qui è tutt’uno, e di questo ti ringrazio: per un attimo non importa dove io sia, e quanta sabbia ci sia fuori dalla vetrata…
Quanto alla funzione “Cerca nel blog” anche io ho dovuto fare come te ed inserire quella di Google che mostra i link sponsorizzati. Finchè non trovo di meglio la tengo, alla fine è utile…
Un abbraccio!
raffy: Ruba, ruba: furto apprezzato. E che spero potrai apprezzare a tua volta, dato che la marmellata di cipolle è facilissima e fa comodo in tante occasioni! A presto
monica ranieri: Rispondiamo: la Francia, soprattutto quella dei villages che da noi sono ormai tanto pochi (e assediati da orrendi centri commerciali e colate di cemento) vale sempre una visita ogni tanto. Senza retorica… Quanto alla marmellata di cipolle (o alla salsa di cipolle … o confit d’oignons che dir si voglia), è una di quelle cose tanto facili quanto gustose – soprattutto se si trova un po’ di “quattro spezie” – che vale sempre la pena di provare a farla! Non mi pare di conoscere il posto che citi (forse uno sperduto villaggio italiano? …), ma mi risulta che ormai, grazie alla presenza di immigrati, molti piccoli negozi e supermercati la vendano. La cucina non si discosta troppo dal resto: un po’ di globalizzazione le giova… Ciao!
Elena: Come sopra: non serve scappare, basta raccogliere – ed elaborare – gli stimoli. D’altronde dopo la scoperta dell’America gli italiani sono stati capaci di creare “la cultura” del pomodoro in cucina: e senza emigrazione di massa! A presto
Manuela e Silvia: Se la semplicità è chic, allora sì: questa confettura di cipolle è molto raffinata! Ciao ragazze
Sogno un posto in cui dormire avvolta dal silenzio da sempre… Tu devi assolutamente scrivere un romanzo, lo devi fare, poche persone riescono ad evocare atmosfere così intense scrivendo.
Parto dalla fine…per il campo ricerca non so come aiutarti ma per me va bene così…per la miscela di spezie invece mi hai ricordato che una di quelle che hai a casa è praticamente identica al misto usato per preparare i roccocò a Napoli a Natale, denominato per l’appunto, ‘pisto, per la ricetta invece poco da dire colgo gli spunti per modificare una mia personale versione della salsa di cipolle.
Poi il racconto nel prologo….beh…quello vale un piccolo libro, è una piacevole foto scattata con la migliore macchina fotografica che conosco, quella che ha per teleobiettivo una decisa personalità, la cui risoluzione corrisponde al grado di sfumature rilevabili dalla sensibilità propria, con la messa a fuoco caustica ed indispenabile di un marito che bilancia i toni di bianco automaticamente.
Non manca nulla mi sembra vero…
PS
Hai delle foto da vedere 🙂
april: Marmellata di cipolle? Ottima, sì. E… grazie!
dolci a… gogo!!!: Imma, questo posto è agli antipodi rispetto al tuo vulcano. Ma io adoro anche le città piene di contraddizioni, e che non conoscono il silenzio, come Napoli. Dove torno sempre con passione, e senza macchina fotografica… Buona confettura di cipolle e un saluto
Zonzo Lando: Piaciuta? Allora inizia a pelare cipolle e scalogni e… buon confit d’oignons! A presto
Roberta – Il senso del gusto: Grazie, grazie, grazie. I miei lettori sono degni di un monumento: perché tra sbuffi di polvere sanno cogliere anche quelli di farina… e all’odor di trementina non indietreggiano, pregustando il profumo di cipolle. Cotte, però: nel confit d’oignons! A presto!
Stefania Orlando: Tra le dune di sabbia, sotto il sole d’Arabia, fatico ad immaginarti alle prese con cipolle, scalogni e aceto balsamico… ma il mio immaginario in fatto di dune è alquanto lacunoso. Forse un tantino di globalizzazione in questa direzione mi sarebbe utile: non solo in cucina. Quanto alla funzione di ricerca di Google, temo che non riuscirò a sopportarla a lungo: mi dà fastidio vedere quei link che non c’entrano niente con il mio blog. E soprattutto non mi piace che qualcuno possa pensare che ce li ho voluti mettere io… Un caro saluto
Quando vivevamo nel grigio nord spesso mio marito ed io organizzavamo fughe nell’affascinate sud della francia; da quando ci siamo trasferiti a roma riusciamo ad andarci al massimo una volta all’anno.Quest’anno,in vista dell’acquisto della casa,avremmo deciso di eliminare qualche viaggetto, aihimè tagliando fuori proprio questi posti che già tante volte ci hanno visti felici.
Ma non ti nascondo che la nostalgia di quei villaggi è già tanta e complice le belle giornate, la voglia di assaporare ancora quell’atmosfera che tu bene descrivi è veramente forte… vedremo l’anno è ancora lungo!grazie come sempre per tutto quello che ci regali
gabriella
PS:la funzione “cerca nel blog” è utile, pazienza per le sponsorizzazioni.
queste zone del sud della francia mi ricordano momenti felici, circa 10 anni fa le ho girate per più un mese! mi è venuta voglia di tornarci!!!
inutile dire che i tuoi racconti sono scritti in maniera così lieve e allo stesso tempo trasmettono sensazioni e immagini capaci di rimanere fissati nella testa e nel cuore di chi ti legge, sei bravissima!!
senza contare la tua bravura in cucina e nella fotografia!!!
un caro saluto e grazie!!
e.
oh, sabrine, il pane di thierry me lo son preparato e mangiato proprio due giorni fa, dopo aver seguito diligentemente il tuo consiglio della birra scura ben aromatica…sì, un pezzo di francia nella mia cucina e ora, quando lo rifarò di nuovo, sarà ancora più evocativo! p.s. abbasso gli sponsor…, ma resteresti comunque adorabile.
Bravissima Sabrine. La tua personalità conquista alla pari delle tue squisite (e,spesso, originali) ricette!
Sabina.
Quanto mi piace leggerti… i tuoi racconti non hanno bisogno di foto,ci sei dentro….
il precedente post dove parlavi della Maison d’Hotes di Thierry me lo ero perso….ma ora mi sono segnata l’indirizzo!!!! chissà che un giorno Thierry non debba raccontare anche a me di quel suo meraviglioso pane diventato famoso grazie a Madame d’Aubergine 😉
Un abbraccio Sabrine
la trovo deliziosa
Santo cielo, una volta in Provenza ne avevo comprato un barattolo, che tre giorni prima di scadere ha trovato la sua ragion d’essere in una quiche. Ecco, la quiche più buona che io abbia mai fatto. E adesso che ho trovato qui la ricetta tocca rifarla! Grazie!!!
Adoro come scrivi!;-)
baciotti e buona giornata!
Stefy
Lara Bianchini: Allora questo è un posto adattissimo alle tue dormite! L’unico rumore che si sente la mattina è quello di Thierry che armeggia con il forno… e un profumino che sale su per le scale a chiocciola. Certe atmosfere devono esistere – ed essere autentiche – per riuscire a raccontarle: tutto il resto viene molto dopo. Comunque ti ringrazio, tanto…
Gambetto: I roccoccò?!? Penso di non averli mai mangiati, e sì che un paio di capodanni a Napoli li ho fatti! Indimenticabili, anche se molto diversi dalle atmosfere di cui sopra… Ma cosa sono, dolci? Mi informerò, e non è detto che non provi a farli. Quanto al resto, copio e incollo: arriverà il giorno in cui sarò un’anziana ex-foodblogger (ed ex-molte-altre-cose…) e mi farà piacere, tra un giro in macchina e l’altro per i villaggi di mezza Europa, ricordare che certi amici in fatto di obiettivi avevano capito tutto già da un pezzo. Non c’è macchina che funzioni senza un cuore. Quanto ai dispositivi… per così dire “accessori”, farò presente a chi di dovere che con tre lauree si possono davvero fare un sacco di cose: persino il bilanciatore del bianco! Un commento delizioso, caro Mario, almeno quanto le tue torte in quegli stampi (felice di vederli “pieni”…). Un abbraccio
Mi piace leggere le tue descrizioni, i tuoi racconti, i tuoi spicchi di vita.
Avrei voglia di abbracciarti forte, anzi, no… non di abbracciarti forte ma di stare seduta ad ascoltarti, con un caffè davanti, magari mentre cucini.
Dovrei trovare quella famosa miscela.
Quella del tuo rubizzo sognore.
La comprerei anche io, una bustina alla volta.
La francia mi manca tantissimo. E’ la mia seconda casa.
Quanta nostalgia mi ha messo il tuo post. Tranquilla però, non mi hai messo tristezza… solo voglia di sognare un po.
Ti voglio un mondo di bene.
Adesso vado a farmi il mio caffè, magari ci butto dentro un pezzetto di cioccolata, me lo bevo naso al sole nel mio giardino e poi vado a lavorare….
Ti voglio bene.
nasinasi
miciapallina
gabriella: Cara Gabriella, una casa è un progetto importante (credimi, ne so qualcosa…) a cui dare la priorità che merita. Quel che conta è avere tanti bei ricordi – insieme ad altrettanti bei progetti per l’avvenire – per riuscire a viverla insieme con intensità. Le atmosfere si devono trovare – e saper creare – soprattutto in casa propria: il migliore degli hotel de charme possibili, se ci si mette passione. Anche a tavola. E la Provenza – quella vera e meno per turisti – insegna: semplicità. Grazie per il tuo PS, e auguri per la casa che verrà
bucciadilimone: Grazie, ma io sono una che si imbarazza per molto meno, e qui non ho nemmeno una tazza di caffé in cui affondare il naso… E non so quanto sia il caso di farlo in un vasetto di marmellata di cipolle: anche se buonissima! A presto
Non mi cimenterò mai con le tue ricette (sono una non da fast food, ma da last minute food sì)… ma leggere ciò che scrivi è un piacere, prima che per il palato, per l’anima!
Complimenti ragazza!
Sabrine, ora sono curiosissima e vorrei andare anche io a provare le pain maison alla birra!
Oltre a conoscere il paesaggio da te descritto, ovviamente!
in quale post trovo il sito/luogo?
Io adoro le cipolle e non vedo ora di stampare la ricetta per mia suocera, così da provere a farla insieme (io mi devo per forza appoggiare a lei, sai la mia cucina ha solo microonde e surgelati 😉
Ho provato anche a fare la ricerca: in effetti escono le pagine scovate dal motore di ricerca, in pratica lo stesso effetto se andiamo noi a cercarlo su google.
Crediamo nella tua totale buona fede nell’essere estranea a qualunque forma di pubblicità (anche se non ci sarebbe nulla di male in caso contrario).
Per me, però, è giusto che la mantiene questa barra di ricerca.
invece .. potrei chiederti io dove hai preso quel delicatissimo logo di fb rosa? c’est tre jolie ^_^
Ti abbraccio
vaty
Sono andata nel post linkato alle parole “pain maison” et voilà.. trouvè:
http://www.auralentidulierre.com/
Scusami e grazie!
ecco, io l’altro giorno al supermercato ho comprato una sacchettata di cipolle. poi sono tornata a casa e ho scoperto di aver fatto la stessa cosa la settimana prima. questa ricetta credo mi sarà MOLTO utile 🙂
Come sempre è un piacere leggerti… Un abbraccio ^_^
Grazie per quello che mi scrivi,mi hai commosso e incoraggiato allo stesso tempo.Sono così legata alla Provenza proprio perchè mi ha insegnato quella art de vivre che cerco di riprodurre sempre nel mio quotidiano.Ti abbraccio
gabriella
Sabrine, se ti è possibile, mi daresti in privato le coordinate di questo posto incantevole?!Vorrei visitare anch’io Tierry!
Mi hai fatto sognare e diventare ancora più romantica di quel che sono!
Bacione
Come sempre le tue parole sino capaci di evocare immagini, colori, luci e profumi: tu dici Provenza e io torno indietro all’aprile di 10 anni fa: mercati coloratissimi, olive “agghindate” in ogni modo, borse di paglia che – sciocca come sempre – non mi sono comprata, cesti di fiori, castelli che spuntano inaspettati, villaggi minuscoli, più piccoli di quello dove abito io e dove ogni mattina mi sveglio nel silenzio.
Claudette
E’ un tale piacere leggerti cara Sabrine… e poi se racconti di Provenza il piacere è doppio!!Mi hai fatto sentire proprio lì fra i monti del Luberon a gustare la tua confettura di cipolle su una fetta di pane alla birra hmmmm!!Corro a dire :”Perchè no?” a mio marito dici che capisce l’antifona? penso di sì sa da tempo che sono malata di Provenza…un caro saluto Alda.
Valentina: Allora c’è qualcuno che se lo ricorda, il “pain maison” alla birra di Thierry! Con la birra scura acquista grinta, vero? Anche se a me fa impazzire con burro e marmellata… Gli sponsor? Io non ce l’ho con nessuno, ma ho fatto tutto da sola, con le mie forze fino a questo momento: e ci terrei a continuare così… Comunque: grazie
sabina: Oh-la-la! Ma forse bisognerebbe chiedere a chi mi sta vicino se tutta questa personalità sia di facile digestione… Quanto alla ricetta, è grintosamente “easy”: e facilissima da digerire!
Alida: Nei miei racconti ci sono dentro? In effetti, avendoli vissuti prima di raccontarli… è proprio così! Però non so se mi piacerebbe “essere dentro” la marmellata di cipolle… che pure è buonissima!
maetta: Davvero un bellissimo rischio, quello di incontrarti a colazione… Spero che il mistral ti porti fin là, prima o poi: se ti piace il genere, ne vale la pena. Un po’ come per la confettura di cipolle… Un abbraccio
salamander: E’ una semplicissima cosa da mangiare insieme a tante altre: e ti garantisco che favorisce la socializzazione… In più, è buona. Insomma: tira fuori le cipolle!
Isaetta: “Confit d’oignons” in una quiche? Perché no… ma forse ci metterei dell’altro sopra. Perché questa è una confettura con molta, molta personalità… Però, se avessi una tua ricetta segreta e volessi condividerla, sappi che qua trovi gente disposta a sperimentarla! A presto
Stefi S: Adoro che qui non si parli solo – ma anche – di cipolle e di pagnotte. Trovo sia un modo per conoscere più a fondo le persone. E rendere questo mio piccolo spazio una cucina vera…
miciapallina: Allora sappi che il mio modo di intrattenere i ragazzi, quando erano molto piccoli, era di raccontare delle storie. Io preparavo la cena, e loro erano lì a bocca aperta. Perciò non avrei difficoltà a trovare un posto in loggione anche per te: in cucina, s’intende… Quanto al rubizzo speziaiolo (non so mica se si dice così…) è un tipo davvero originale: a volte compero delle spezie di cui non saprò mai cosa fare, solo per sentirlo descrivere le proprietà dell’una o dell’altra… uno spettacolo. Ti penserò nel tuo giardino pieno di sole, allora (e anche la prossima volta che mi lascerò portare dal mistral). Grazie per le tue parole affettuose: a presto
Monica: Ma son cose da dire, queste qua? Non ti cimenterai mai con una mia ricetta… non ci credo. Anzi: se ti piace questo genere di salse, perché non cominci proprio da una marmellata di cipolle? E non credere che non sia un piacere anche per l’anima… Felice di averti qui. A presto
Ciao se passi dal mio blog c’è un premio che ti aspetta. Spero ti faccia piacere! Un abbraccio
Vaty: Ma il pain maison alla birra lo puoi provare anche a casa! Ricetta facile, facile: come quella della marmellata di cipolle alle quattro spezie! Forse ci riusciresti anche in una cucina per microonde e surgelati (anche se non ti serviranno né l’uno né gli altri…). Google Search? Uno strazio! E non perché io ce l’abbia con la pubblicità (non sono così snob), ma perché ho fatto questo percorso da sola e vorrei continuare così… soprattutto senza fraintendimenti con chi questa cucina la frequenta e la anima.
Infine: logo rosa. Non so darti una risposta: me l’ha messo la persona che mi sta aiutando in questa fase di passaggio: io e le cose tecniche blogghiane non andiamo molto d’accordo… (ma magari lo puoi scaricare da qui?)
Quanto all’indirizzo di Thierry, non è un segreto! Sennò come avrebbe fatto la gente ad arrivarci per assaggiare la sua colazione? Un abbraccio
nanocucina: Fantastico! Allora comincia a tirar fuori i tuoi sacchetti di cipolle, mettiti un paio di occhialini da piscina e inizia ad affettare. Poi facci sapere, naturalmente… A presto!
Cristina: Grazie!
gabriella: Un abbraccio di incoraggiamento, allora! Per l’avventura della casa, che ti auguro di vivere nell’atmosfera che piace a te. Ci riuscirai…
Saretta: Trovi tutto in questo post (la casa rende più dal vivo che nelle foto: Thierry è decisamente più bravo in altre attività…). E adesso so che potrei trovare un sacco di gente conosciuta scendendo a colazione… Viva le ragazze piene di romanticismo!
Claudette: Se hai la fortuna di svegliarti ogni mattina nel silenzio, il tuo piccolo villaggio ce l’hai già. E ti par poco? Certo l’atmosfera di quei posti, la luce, i colori… sono speciali. Ma nella quotidianità di ciascuno ci sono cose “speciali” che attendono solo di essere guardate con gli occhi giusti… Certo, le olive “agghindate” che vendono là… fanno sospirare! Quasi come la confettura di cipolle alle quattro spezie.
alda: Cara Alda, la confettura di cipolle alle quattro spezie puoi anche gustartela a casa, pensando al Luberon… magari tuo marito apprezza e per rinverdire il ricordo ti fa una sorpresa! Un caro saluto anche a te
Perle sulla forchetta: Ti ringrazio molto, ma temo di non poter ritirare il tuo premio: davvero non avrei tempo di passarlo ad altri blog… A presto!
Hai un vero talento nel farci vivere un mondo parallelo, così, fatto di piccole cose, quei dettagli (come il silenzio) che sono alla fine preziosi.
E poi la ricetta: adoro il confit, la consistenza e quelle cose goduriose che lo accompagnano allegramente 🙂
Infine (poi vado a dormire) ho letto con immenso piacere la tua intervista, fresca ed intelligente…
Edda: Carissima Edda, ti ho tanto pensata qualche giorno fa, lungo la Senna… Mi fa molto piacere questo tuo commento, pieno di confidenza e di passioni condivise: non solo la cucina, ma pure il silenzio. E il confit di cipolle, di cui certamente ben conosci profumo e consistenza. E pure l’allegria che mette addosso, ogni volta che vi si affonda il cucchiaino. Infine (e poi vado a dormire anch’io, per una volta a un’ora decente) grazie per aver letto l’intervista a “Donne sul web”: e per le tue parole… Un saluto caro (e magari la prossima volta, se non ho da correre…)
I roccocò sono dei dolci tipici del Natale. Visto che si conservano bene a lungo a me piace mangiarli dopo l’epifania “inzuppandoli” in un buon mezzo bicchiere di vino dolce e perchè no anche rosso (come faceva mio nonno) la sera tardi, quando devo conciliarmi con l’universo intero… 😀
Sabrine cara,
realizzando finalmente un sogno accarezzato da tempo, quest’estate andrò dieci giorni in provenza con il consorte. Vista la tua familiarità con quei luoghi, avresti qualche prezioso consiglio da darmi su posti da vedere e cose da fare per te irrinunciabili?
Grazie
Sabrine….mi sono trovata in una canzone di Ive Montand improvvisamente..mi ha svegliato solo il tlic tlinc e la tosse, ma per il resto
Grazie ancora !!
Un abbraccio
Simonetta
mi immagino il pellegrinaggio per assaggiare il “famoso pane alla birra di Sabrine”!! Grazie per avermi portato in un posto dove non sono mai stata..
Questa è la degna concorrente della tapenade. Ho già comprato gli scalogni! Non vedo l’ora di aver tempo per farla. Grazie di questo volo planare sul Luberon.
si respira sempre aria buona, qui da te.
ed è proprio da qui che stamani ho iniziato a sbirciare il mondo di qua, dopo un’assenza infinita…
buona giornata!
Ciao mi sono innamorata del tuo blog ho curiosato tanto e provato… i tuoi savoiardi sardi sono mitici e da oggi ti seguo se ti va passa da me per un caffè!
buon fine settimana
Alice
ti ho trovato grazie a Roberta del Senso Gusto… e che scoperta! grazie grazie a Robi, e complimenti a te per il tuo blog! se posso, vorrei aggiungerti nella mia scatola delle idee… in modo da ricordarmi di te e venire a “testarti” con le tue ricette! 🙂 sere
Ci siamo conosciute nella sala d’aspetto del mio dentista, sfogliando una rivista ho letto il tuo nome in cima ad un elenco di foodbloggers. Nell’articolo veniva evidenziata l’eleganza e la discrezione del tuo blog e così, appena a casa, ti ho subito cercata in rete e da quel momento è stato “amore assoluto”.
Leggo con infinito piacere i tuoi racconti tra vita e cibo, sempre conditi di gentilezza, umorismo, intelligenza e buon vivere.
Sei stata una magnifica scoperta e mi sei fonte d’ispirazione tanto nelle ricette quanto grazie a quel tuo modo di affrontare la vita con garbo e leggerezza ma soprattutto grande rispetto verso il prossimo.
Riguardo alla ricetta vorrei chiederti quale tipo di cipolla consigli di usare (la bianca, la dorata,….)visto che vorrei provare a riprodurre la tua ricetta.
Grazie per il mondo che mostri ai nostri occhi, le bellezze della Francia e dei suoi villages, mi è tutto assai caro e prezioso poichè la mamma ha vissuto la gioventù a La Ciotat e tutto ciò di cui parli, mi riporta a lei.
Un saluto affettuoso.
Tiziana
gli alberghi un po’ casa sono i miei preferiti!
che bello vedere la francia attraverso i tuoi occhi ! Tanta voglia di andarci, specialmente per me che non ci sono mai stata! E la provenza, resta un sogno ovviamente!
P.S.: ho visto quella meraciglia di casa-albergo!!! Senza parole!
prima di tutto anch’io sono andata subito a “bracare” come caris e sono rimasta incantata. posto bellissimo, mi piacerebbe andarlo a trovare, codesto Thierry, prima o poi…
e poi mi permetterò pure di copiare la tua ricetta, perché devo confessare di non aver mai fatto la salsa alle cipolle e me ne pento tantissimo. perché perdersi una simile bontà?
E io che dovrei interessarmi più che altro alle ricette… (fantastica la salsa di cipolle! Per me che poi ADORO questo bulbo…) e invece mi perdo incantata nelle atmosfere che descrivi con tanta maestria… non smetto di dire che ogni volta il tuo blog è un’emozione!! 🙂
Buonissima ricetta e bellissima presentazione. Complimenti! Da oggi ti seguo… se ti fa piacere passa a trovarmi qualche volta!
Deliziosa sul pane tostato. Devo solo perfezionare la mia dosatura delle spezie. Buonanotte…
Gambetto: Allora farò ‘sti roccocò… possibilmente prima di Natale! Ciao Mario!
Benedetta: Sei la Benedetta a cui ho già risposto su FB, vero?
Glu.fri: La tosse da “trouvailles” polverose funesta molti nostri viaggi, cara Simonetta… ma forse un cd di Montand potrebbe lenirla. Ci proverò!
Valeria: Adesso… magari non è proprio un pellegrinaggio. Ma non avrei mai immaginato che delle persone si spingessero fino da Thierry per assaggiare il pane alla birra! in ogni caso: ne vale la pena…
Isafragola: Tapenade e confit d’oignon hanno sempre il potere di ricondurmi in Luberon… stavolta in compagnia di tanti amici. Ciao, Isa
Gaia: Aria buona, aria di mistral… che porta profumo di marmellata di cipolle. A presto Gaia! E grazie…
La cucona di Esme: Hai fatto i miei savoiardi sardi? Felice che ti siano venuti bene, e ti siano piaciuti. Facili, no? Ciao Alice!
Serena: Benvenuta in questa mia cucina, allora! Proprio in una giornata al profumo di cipolle… (ma tu ami le cipolle?)
tiziana: Cara Tiziana, il tuo commento mi ha molto colpita: per la sensibilità e la gentilezza. Sulle prime mi son detta: “Ma io non vado dal dentista da un anno!”. Solo qualche riga più sotto ho capito… e ho sorriso. Non so se sono davvero come tu scrivi: mi piacerebbe. Ma so che da questo piccolo blog aperto sul mondo scopro tanta gente, e trovo il modo di comunicare con ciascuno: questo mi piace – soprattutto – dell’esperienza di Fragole a Merenda. Quanto alle cipolle, per questa ricetta io uso indifferentemente quelle dorate o quelle bianche piatte e dolci (e in questo caso abbondo un po’ con le spezie). E adesso non mi resta che pensarti a La Ciotat… e ricordarmi di te e delle tue belle parole ogni volta che torno in Francia. Grazie di cuore e a presto
PS: ma mi viene una curiosità: che rivista era?
Gio: Gli alberghi un po’ casa sono gli unici che mi piacciono…
caris: “Vedere la Francia attraverso i tuoi occhi”… bello! Grazie!
La Gaia Celiaca: Verbo “bracare” mai sentito prima: interessante… Quanto alla visita al nostro caro Thierry (gli fischieranno le orecchie come quando tira il mistral…), te la consiglio appena puoi. Così come il confit d’oignons. Che – sappilo – dà assuefazione. Ciao!
Bonjour Sabrine. Grazie a te di aver risposto al mio commento. La rivista era un numero vecchio di Focus. La prima volta che torno dal dentista (perché ancora non ho finito) prendo nota del mese di pubblicazione oppure fotografo il trafiletto e te lo mando. Grosses bises à toi.
io ADORO le cipolle… e se sei già venuta a trovarmi, ti dirò (e capirai): le cipolle rientrano nella scatola delle cose più buone del mondo! e prima o poi… le posto! 😉
buffi i percorsi della mente. come purtroppo spesso accade, mi ero completamente dimenticata del tuo confit d’oignons.
però l’altro giorno mi è venuta una voglia incredibile, tipo quando sei incinta, di provare a fare una marmellata di cipolle. cerca qua, cerca là, ho messo insieme una ricetta mia che in realtà non somiglia molto alla tua, ma il sospetto che il tarlo della marmellata di cipolle mi si sia infilato nella mente per questo tuo post è notevole.
via, bisogna che a questo giro mi ricordi di questa tua e la provi a fare davvero, quella che ho fatto io era parecchio bona, ma immagino con i tuoi colpi da maestra cosa non possa essere!
Dire che adoro il tuo blog, adoro le tue ricette, le foto, il modo in cui scrivi…non basta. E questo confit speziato (come mai non ci avevo pensato, io le faccio sempre solo con miele) te lo ‘rubo’ per proporlo al pranzo di Yule con le amiche.
Un abbraccio…felice di averti trovata….
Ok, ricetta provata ma ho decisamente esagerato con il piccante… e ora??