Chi ha paura del soufflé?
Qualcuno di voi si ricorda di quel post con i muffins alle mele nel quale – ringraziandovi per l’entusiasmo riservato alla raccolta di ricette di Nonna Papera – vi scrivevo che avreste meritato “un soufflé che non si affloscia, una sachertorte con le calorie di un finocchio bollito e un cotechino vegetariano”? Beh… ci ho messo qualche mese, ma un soufflé che non si smonta l’ho trovato. Eccovelo: di asparagi… ma potrebbero essere carote, broccoli, carciofi o quel che volete voi.
Non è un videogioco: è una ricetta vera, testata più volte perché non ci credevo neanche io. Pensavo infatti che il soufflé che non si smonta fosse qualcosa di “non dato in natura”, una figura retorica a effetto: un ossimoro culinario come la panna magra e le barrette al cioccolato dimagranti.
Finché, girando per blog, non mi sono imbattuta in questa ricetta. C’è chi racconta che sarebbe addirittura una rivisitazione di un piatto del mitico Escoffier datato primi ‘900, poi adattato e “addomesticato” da Richard Olney (l’Américain gourmand à Paris, autore di “Simple French Food“) negli anni ’70.
Quale che sia la sua origine, la preparazione è semplice e la riuscita assicurata: pare dipenda dal numero di albumi superiore a quello dei tuorli, il che penso abbia un senso. Ma resta il fatto che in molte ricette di soufflé c’è qualche albume in più: e a nessuno passerebbe per la testa di non servirlo all’istante.
Perché la differenza tra un soufflé perfetto e una poltiglia di forma irrimediabilmente convessa sta in quella manciata di secondi che intercorre tra l’uscita dal forno e il momento in cui vi si affonda il cucchiaio. Non è questione di sapore (un soufflé è buono anche se afflosciato sul fondo dello stampo), ma piuttosto un piacere di testa: sapere che la sfida è riuscita, che abbiamo vinto noi, che la forza di gravità è un limite superabile anche in cucina.
Sicché la sua preparazione è per un cuoco quello che un lancio nello spazio è per un ingegnere aerospaziale: una prova maestra. Per affrontare la quale serve quella combinazione di perizia e incoscienza utile in molti casi della vita: compresi i passaggi fondamentali, non resta altro da fare che buttarsi… fiduciosi in un atterraggio morbido.
L’incubo che trattiene molti dal cimentarsi in un soufflé ha due distinte componenti: un rischio e una certezza.
Il rischio è che il composto, cuocendo in forno, non si gonfi come deve: cioè a mongolfiera, con quella cupola che pare un capolavoro dell’architettura e lascia tutti a bocca aperta manco fosse quella del Pantheon. La certezza è che dopo un attimo la cupola sprofonda.
Avevo sempre pensato che la vita di un soufflé fosse un istante lieve, come quella delle farfalle. Che dopo l’affondamento non ci fosse possibilità alcuna di riportarlo in vita… Ma mi sbagliavo: qualcuno più fiducioso di me nella resurrezione ha provato a far rinascere un soufflé e ci è riuscito.
Si prepara un composto di verdure e béchamel molto densa, si aggiungono tuorli e albumi a neve ferma in numero maggiore, si cuoce a bagnomaria in stampini individuali: a fine cottura, si sformano i soufflé e si tengono in una pirofila fino al momento di servirli, quando un passaggio in forno (stavolta senza stampo) sarà sufficiente a farli risorgere. Non è un miracolo, nè un intruglio da fattucchiera, ma un esperimento alla portata di tutti.
E vi confesso di aver provato una piacevole sensazione nell’osservare i miei soufflé risollevarsi, la prima volta… Mentre ero lì, col naso a cinque centimetri dal vetro per non perdermi un istante di quell’evento prodigioso, ho pensato che in fondo un soufflé non è solo il podio più alto dell’arte culinaria, ma una metafora di quell’emozionante saliscendi che è la vita.
Ci sono un sacco di situazioni dalle quali non abbiamo mai pensato di riuscire a sollevarci, semplicemente perché ci sembra impossibile e non ci abbiamo mai provato… Chissà quante volte basterebbe osare un po’ per guadagnarsi un’altra possibilità.
Perché, ditemi voi: se una seconda vita terrena è data persino a un soufflé, c’è qualche ragione per cui non dovremmo avercela anche noi?
IL SOUFFLE’ DI ASPARAGI
INGREDIENTI
asparagi: un mazzo
scalogni: 1 grosso o 2 piccoli
porri: mezzo (la parte bianca)
uova: 5 albumi e 3 tuorli
parmigiano grattugiato: 100 gr
pane grattugiato e burro per gli stampi
per la béchamel:
burro: 50 gr
farina: 40 gr
latte: 250 ml
sale
noce moscata
Mondate e sciacquate gli asparagi, fateli a pezzi di 5 cm e scottateli per 3 minuti in acqua bollente appena salata. Scolateli e teneteli da parte.
Mondate, lavate e affettate sottilmente il porro e gli scalogni e fateli andare in una padella per qualche minuto con un filo d’acqua e un pizzico di sale: toglieteli dal fuoco quando sono teneri e leggermente coloriti e avranno assorbito tutto il liquido (devono risultare asciutti).
Mettete tutte le verdure nel robot da cucina, riducetele in crema e pesatene 200 grammi.
Preparate una béchamel molto densa con burro, farina, latte, un pizzico generoso di sale e una grattata di noce moscata. Fate cuocere qualche minuto mescolando in continuazione (sarà molto pastosa), poi lasciate raffreddare rigirando di tanto in tanto.
Quando la salsa sarà tiepida aggiungete i tuorli (uno alla volta), la crema di verdure e il parmigiano.
Accendete il forno a 200°. Imburrate generosamente 4 stampini monoporzione a bordi alti e spolverizzateli di pane grattugiato. Metteteli dentro una pirofila (o una teglia) che li contenga tutti.
Montate a neve fermissima gli albumi (come per delle meringhe): aggiungetene un terzo alla crema di verdure con movimenti ampi dal basso verso l’alto per non smontarli e poi aggiungete il resto, in altre due tornate e sempre con delicatezza.
Distribuite il composto negli stampini, fino a circa un dito dal bordo e facendo in modo di non sporcarlo (sennò non riuscirete a sformare i soufflé). Riempite la teglia di acqua bollente e infornatela subito nel ripiano intermedio. Cuocete per 35-40 minuti: dovete vedere i soufflé ben gonfi e dorati.
A questo punto avete due possibilità: mangiarveli subito (ed è sempre la scelta migliore) oppure conservarli, e allora fate nel modo che segue.
Aspettate 5 minuti, aprite lo sportello delicatamente e lasciate i soufflé ancora qualche minuto in forno. Poi estraeteli, tenendoli ancora 15 minuti nel bagno maria. Sformateli e metteteli in un contenitore a bordi alti con un foglio di carta forno sotto fino a quando non vi servono.
Al momento di servirli rimetteteli in forno caldo a 200° per 15 minuti, o finché non vedete che risorgono… Evitate di perder tempo inginocchiandovi a mani giunte e gridando al miracolo: certe magie durano solo il tempo di un soufflé…
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Grazie a…
Brett (In praise of sardines) ed Elise (Simply Recipes). Dopo aver letto di questo procedimento in vari articoli, è stato grazie ai loro posts che ho trovato il coraggio di provarci, perciò è a loro che penserò, ogni volta che mi troverò a riflettere sulla seconda vita di un soufflé.
Qualche scusabilissimo difetto…
Tenete d’occhio i vostri soufflé durante il secondo passaggio in forno: la resurrezione è sempre evento repentino e dai tempi imprevedibili. Perciò considerate indicativi quelli che ho indicato: ogni forno è diverso… e ogni soufflé pure.
Tirateli fuori appena li vedete rialzarsi e preparate i piatti in anticipo, magari con un letto d’insalata o una ciotola di salsa al formaggio: perché questa seconda cottura, seppure limitata, li rende un po’ più asciutti. Non aspettatevi degli sformati incartapecoriti, questo no… ma se siete degli esperti assaggiatori non potrà sfuggirvi questa lieve e scusabilissima manchevolezza. D’altronde, siamo sinceri: chi non vorrebbe una seconda vita, anche se con qualche difettuccio rispetto alla prima?
Quanto durano i soufflé?
Ho fatto varie prove e i miei soufflé sono risorti a piena vita sia dopo poche ore dalla cottura che dopo mezza giornata. Non ho mai provato a conservarli fino a due giorni, come pare sia possibile fare, perché sono finiti sempre prima. Se qualcuno di voi ci avesse già provato sarebbe davvero interessante sapere com’è andata…
Quanto alla foto…
… fotografare un soufflé non è tra le cose più facili, almeno per me. Perciò potete solo fidarvi se vi racconto che la cupola era davvero a mongolfiera quando li ho estratti dal forno.
Ingredienti: asparagi • burro-burro salato • farina bianca 0 e 00 • latte • noce moscata • pane • parmigiano e grana • porri • scalogni • uova
ci vuole tempismo per fotografare un soufflé ma con i tuoi consigli abbiamo una seconda possibilità! Geniale!!!
io io ho paura del suffle….e infatti non ho mai avuto il coraggio di cimentarmi 🙂 però sta cosa della resurrezione mi lascia perplessa…io sono una mente molto pragmatica e mi chiedo come sia possibile che ricrescano senza qualcosa che lieviti col caldo. nella prima vita è l’albume a neve ma nella seconda? oramai l’albume si dovrebbe essere spatasciato per bene. Bah…da provare di sicuro
Hai un modo di scrivere così piacevole e incalzante ch mi tieni legata allo schermo dalla prima all’ultima parola…quanto ai soufflè, credo che non saranno più un tabù per molti di noi!
l’uomo nero, prima di andare a dormire, guarda dentro l’armadio e sotto il letto per controllare se c’è il soufflè…brrrr
bene, io le formine da soufflè ce l’ho, la ricetta pure..mi mancano gli invitati!
quasi quasi invito l’uomo nero..hihi
Io ho MOLTA paura del soufflé…
L’unica volta in cui mi è venuto bene è stata the first time che l’ho fatto. Vuoi per la fortuna del principiante o per l’incoscienza (leggi anche beata ignoranza) totale della gioventù quella volta era gonfio come non so cosa. Poi ho iniziato a documentarmi, a leggere che è difficile farlo gonfiare, che si sgonfia subito, e non mi è più venuto…
Adesso mi segno i tuoi suggerimenti!
Per intanto buon pomeriggio…
sa di miracolo. salvo il post nei preferiti, non c’è scampo. 🙂
brava
però io trovo esteticamente carini i soufflè
GRAZIEEEEEEE!!! Sei un MITO! Lo sai, vero?
Non ho mai fatto i soufflé proprio x il sacrosanto terrore della non perfetta cupola, ma ora grazie ate ho il coraggio! Si, si! e li potrò anche proporre ad un acena…sai, non è il massimo farli mentre ci sono gli ospiti stando davanti al forno!
Sei un mito!
Sab compro subito gli asparagi!
Grande!
PS e ora mi tocca aspettare per la sacher con le calorie di un finocchio 😉
Penso tu sia un genio. Sono terrorizzata dai suffle e al tempo stesso li amo alla follia.
Hai sfatato un tabù! Forse ora avrò il coraggio di provarci ^_^
E’ sempre un gran piacere leggerti, mi è sembrato di vederlo risorgere in diretta il soufflè!
Un bacione
Me encantan los sufflés en todas sus versiones, y el que tu nos presentas es espectacular, te ha quedado divino con tanta altura. Un beso
Non li ho mai fatti, anche perchè con un marito dai gusti molto mediterranei (pasta pasta pasta) mi sembrava che il gioco non valesse la candela: tanta fatica, tanto spasimo nell’augurarsi che tutto vada per il meglio e magari sentirsi dire “buono sì…ma…). A settembre, quando mi tornerà la voglia di accendere il forno anche per le sperimentazioni (con il caldo ne riduco l’uso allo stretto necessario…) li proverò, certo con con gli asparagi, ma mi hai davvero incuriosita! Ciao e a presto.
Oggi in pratica assisto ad un miracolo: un souffle’ che si risolleva dopo ore???
Provo eccome, e ti faccio sapere. Ma la prima volta senza ospiti…ma non chiamarmi San Tommaso 😉
Grazie!!!
è spettacolare… io vado matta per i soufflè!!! questa versione dev’essere buonissima!
come dici tu,sono opere d’arte antigravitazionali 🙂
…ma lo sai che non ho mai fatto un soufflé, proprio per tutte le motivazioni sulla sua vita effimera da te così magicamente descritte?? Io ho degli amici perennemente e irrimediabilmente in ritardo a tutte le cene…ma come faccio ad offrire loro un soufflé decente se non so mai a che ora arriveranno? :-/
Adesso, grazie a questa tua scoperta, potrò provare anch’io!
…perché tutti meritiamo un’altra opportunità! 😀
un piccolo miracolo di post!
🙂
Acquolina: Guarda, io mi son fatta una ragione di non riuscire a fotografare un soufflè: mi basta che sia buono da mangiare! E che all’occorrenza sia anche in grado di risorgere…. A presto!
elenuccia: Mi sono interrogata anch’io sul meccanismo che lo fa risorgere, senza trovare una risposta. Ma una cosa è certa: risale. Non esattamente alla stessa altezza, ma ad un livello dignitosissimo, e tale da farlo risultare un soufflè a tutti gli effetti! A presto!
BARBARA: Guarda che un soufflè non è un’impresa impossibile: in realtà basta tenere il composto di verdure piuttosto asciutto, fare una béchamel molto densa, e montare bene gli albumi. Tutto qui! Grazie per le tue belle parole e… a presto!
Cuochella: Ma è una filastrocca per bambini questa dell’uomo nero? Non la conosco… Quanto agli invitati, io farei attenzione: se l’uomo nero che conosci è di quelli che non ti criticherebbero per un insuccesso, invitalo pure al primo colpo. Altrimenti, fai una prova prima… Ciao!
Carolina: Io in genere non ho grosse difficoltà con il soufflè: tengo presenti le regole di base (verdure asciutte, béchamel molto densa, albumi a neve fermissima, bagnomaria già bollente) e mi butto. Certo, qualche volta succede che non sia proprio una mongolfiera: ma io lo trovo sempre buono, anche da sgonfio! Buon pomeriggio anche a te…
sara b: Se fosse un miracolo non potrei averlo fatto io, questo soufflè! perciò provaci anche tu e se hai bisogno di ulteriori dettagli: sono qui. Ciao!
paolo: Ad essere sinceri se ne vedono di bellissimi in giro, svettanti da fare invidia… Ma io non sono rapidissima con la macchina fotografica, e il soufflè non aspetta… Ciao!
Castagna: Non esageriamo: la ricetta del soufflénon è mia, l’ho solo presa a prestito, un po’ modificata e provata. Mi è riuscita e mi sembrava carino condividere questa esperienza, ecco tutto… Ma il tuo entusiasmo mi ha strappato un gran sorriso, e mi ha fatto un gran piacere… Grazie!
questo post penso faccia la salvezza di tutti quanti abbiano avuto brutte esperienze coi soufflè!!!!
Ti dirò, io ne ho fatto uno soltanto in vita mia, e non aveva tuorli perchè ero in dieta drastica, e non si è affatto smontato! che sia vero allora?
cmq ora i tuorli me li posso ben permettere, userò la tua tecnica!
Che bella questa cosa di avere un’altra possibulita’ nella vita.
Il souffle’ non lo faccio mai per un problema di sincronia con gli ospiti (o con i mebri della tribu’ familiare) che poi diventa sincronicita´ perche’ le variabili fuori controllo iniziano a essere troppe.
Ma vedo che la fede nella ragione e nel metodo vincono !!
Grazie per gli esperiementi e la ricetta. Bravooo!
Che belle queste cocotte!
Cey: Nella vita non bisogna farsi terrorizzare da un bel niente: a tutto c’è una soluzione… persino al soufflè che si sgonfia! Ciao!
Federica: Si è capito che a me i tabù fanno l’effetto contrario? Diventano l’ostacolo che mi piace superare… Per cui non mi è parso vero di leggere la storia del soufflè che risorge nel forno e di mettermi alla prova… Mi piace averti in giro per la mia cucina: grazie per le tue parole. A presto
fresaypimienta: El que yo presento es, basicamente, simple… Besos
lucia: Certo, bisogna che valga la pena di farlo per qualcuno, un soufflé… non è piatto da cinque minuti e via. Ma preparato in anticipo e solo riscaldato all’ultimo momento diventa una risorsa, anche in caso di ospiti a cena. Posto che non ci sia così caldo da rendere l’accensione del forno una tortura… A presto!
arabafelice: Cara Stefania, avrò letto e riletto non so quante volte il procedimento: perché, per naturale inclinazione, sono San Tommaso anch’io… Ma ti posso dire che ha funzionato: e non una volta sola. I soufflé risorgono, non esattamente all’altezza originaria, ma risorgono. Spero anche in Arabia Saudita… Ciao! (Quanti gradi?)
Micaela: In tutta sincerità, ci sono ricette di soufflé ben più ricche di burro e formaggio, che li rendono golosissimi e cremosi. Ma la praticità di preparare un soufflé in anticipo e riscaldarlo all’ultimo momento è impagabile… Ciao!
Posso dirlo, o meglio gridarlo??
IOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!
Ma provero’ la tua ricetta…:-)
de
luby: Davvero: l’emozione di sfidare la forza di gravità sfornando un soufflé vale la pena di essere provata…
Gabri: A certi amici bisognerebbe dare una lezione: per esempio mettendo a tavola all’ora convenuta un magnifico soufflé, da far trovare al loro arrivo ridotto a un rimasuglio sul fondo dello stampo. “Vi siete persi un soufflé da urlo!”… salvo poi tirar fuori dal forno a sorpresa qualche clone resuscitato ad uso dei ritardatari. In fondo, gli amici bisogna sempre trattarli bene… Ciao!
Hysteria Lane: Non sono una donna da miracoli, io: sono una normalissima signora che ama cucinare. Possibilmente sfatando certi tabù che servono solo ad allontanare la gente dalla cucina di casa… Insomma: soufflé per tutti! Ciao!
Alice: Ahhh… molto interessante quello che ci dici: potrebbe davvero essere questa la ragione della resurrezione del soufflé! E magari, allora, si potrebbe provare a farlo anche senza tuorli. Mi hai dato un’idea: grazie! Non è detto che sia finita qui, la storia del soufflé con due vite… A presto!
Glu.fri cosas varias sin gluten: In effetti, quando si cucina per tanta gente o per degli ospiti è sempre bene che le variabili siano sotto controllo… almeno, quante più possibile. Se il batticuore per il soufflé si aggiunge a quello della cottura del risotto o della crosta dell’arrosto… meglio il ristorante! Oppure, uno sformato di verdure: che io faccio esattamente come un soufflé ma senza montare gli albumi… Ciao!
manu: Grazie!
Daisy: Ci credi se ti tico che ho letto il tuo commento tre volte prima di capire? Poi ci sono arrivata (sono una dai tempi lenti…): anche tu sei di quelli che han paura del soufflé. Beh: fattela passare. Perché non c’è proprio nulla da temere… E se hai dei dubbi, sono qui. Ciao!
Questa cosa è geniale: che non mi riesca, grazie al tuo trucco, di fotografare i miei soufflés?
Il mondo dei souffle è ancora inesplorato per noi, ma è da un po’ che ci stiamo pensando! Ecco, il tempo di trovare le giuste cocottine e poi ci rifaremo sicuramente ai tuoi preziosissimi consigli per un risultato più che perfetto!
baci baci
… A quando la sacher torte con le calorie di un finocchio bollito??? : ) aspetto fiduciosa… io con soufflè e clafoutis ho ancora un pessimo rapporto! ma proverò..
a presto.
Flavia
“Pensavo infatti che il soufflé che non si smonta fosse qualcosa di “non dato in natura”, una figura retorica a effetto” =D =D
Che bello questo post lieve e denso sulle seconde possibilità. Forse basta provare.
Comincerò dal sufflè.
Chiara
…caspita…ogni volta da te imparo qualche cosa!
Sei grandissima, grazie…mi fai quasi venire voglia di provarci…!
Buon pomeriggio
sabrine piu di fidarmi della ricetta rielaborata negli anni 70 io mi fido ciecamente di te e di quello che vedo!!!wow la ricetta per il souffle perfetto..io faccio parte di quelle che nn l’hanno mai provato per una questione di orgoglio…vederlo smontare mi darebbe troppo dolore:D quindi seguirò alla lettera la tua ricetta e vediamo che riesco a fare!!grazie tesoro per condividere questa scoperta con noi!!i tuoi souffle sono venuti una meraviglia e immagino anche il sapore nn sia da meno!!!bacioni grandi imma
Io ho il terrore del soufflè ma prima o poi mi butto!! Complimenti a te!
bellissima ricetta di soufflé, da provare, bravissima!!
Con il cuore pieno di speranza mi butterò presto in quest’avventura straordinaria del sufflè. E se è vero che possiamo scorgerci una metafora della vita sarà bene che mi ci impegni parecchio, perchè una delusione potrebbe gettarmi nello sconforto totale…..poi dovresti venire tu cara Sabrine a risollevarmi…e non sarebbe neanche la prima volta…..
Ricetta da provare senz’altro….(come potrebbe essere altrimenti?) e come sempre bellissimo post!
Un abbraccio
Una meraviglia!
Che carino il post…una pausa piacevole e densa di curiosità!
Ho provato a cimentarmi con il soufflé…ma non riesco mai a fare la fotografia alla mongolfiera!!! Grazie per il prezioso suggerimento!
E poi gli asparagi…i miei preferiti!
Luciana
Bello sapere queste cose, non mi resta che provare, grazie:)
eheh..è che di solito i bambini controllano sotto il letto e nell’armadio per essere sicuri che non ci sia l’uomo nero…ma il soufflè fa così paura che anche l’uomo nero guarda sotto il letto e dentro l’armadio per essere sicuro che non ci sia il soufflè!
hihhi
humor inglese :p
Testeremo questa ricetta, perchè noi siamo tra quelli che non hanno mai preparato un soufflè per via di quel rischio e di quella certezza, ma siccome le sfide ci piacciono ed ora abbiamo anche la chiave…
Grazie!
sabrina&Luca
Ecco con questo post diventi il mio mito ufficiale. Non so se immaginarti più una fata magica o un’alchimista che prova e riprova..sicuramente sei un genio altruista che divide le sue preziosissime scoperte ed io ne approfitto e ne godo fino all’ultimo morso!!!
Grazie Sabrine!
Dei soufflè non ho paura ma mi stanno sulle scatole. Però proprio oggi riflettevo su come la vita riesce “rigonfiarsi” e “ripartire” e magari non ti ricordavi più come era viaggiare come una mongolfiera. Un post che mi ha centrata in pieno. Magari mi faccio un soufflè…..a leggerti fa venir voglia….e poi non ho paura!
quanto mi piace…spero di mangiarlo al più presto, adoro i soufflè ma per ora non posso mangiare le uova uffi! bravissima…saporitissimi
Mmmm!!! mai fatti ma ora mi hai convinta 🙂 proverò
A presto
mille grazie!!!è da un po’ di tempo che al soufflè ci ho fatto un pensierino-ino-ino ma l’ho sempre creduto troppo “pericoloso” per l’autostima così ho rimandat all’infinito…poi mi sbuchi tu con questa ricetta ad hoc…e come resisterle!!!???Complimentissimi davvero!!!!
Sinceramente non ho mai provato a farlo, però il tuo post mi ha incuriosito, chissà se mi riuscirà.
quella che leggo è una bellissima storia ma anche una gran bella sfida. Ho tutto il materiale, asparagi compresi. Nel weekend mi cimento. E’ molto bello quando dopo prove e intrecci di suggerimenti carpiti qua e là, si arriva alla ricetta perfetta. Adorabile! 😉
A me il souffle’ incute ancora timore…
E poi, insomma, e’ una preparazione adatta piu’ per l’occhio, e’ un mero esercizio di cucina!!!
PS – Hai presente la favola della volpe e l’uva? :)))))))
ahhhh il soufflè!!! devo dire che le poche volte che l’ho fatto, l’ho servito immediatamente, e tutto è andato bene! Non immaginavo potesse esistere una versione in grado di “morire per poi risorgere”!!! bella però l’idea che una seconda vita terrena possa essere riservata anche a noi…..se è concessa al soufflè!!!
bacioni
Io ogni tanto faccio i souffle’, ma non si sono mai afflosciati. Io sapevo che la buona riuscita di un souffle dipende da quanto “male o bene” siano montati i bianchi. Non ricordo albumi usi la ricetta che uso di base, e non ho mai neanche provato a riscaldare un souffle. L’idea di farli in anticipo e’ interssante, pero’ bisogna testarla senza ospiti.
Onde99: Fotografare un soufflé è sempre un’impresa, almeno per me… Perché se anche si rialza, poi comunque si riaffloscia! Buona giornata!
manuela e silvia: Care ragazze, sono veramente curiosa di conoscere quanto prima il soufflé targato Spizzichi & Bocconi. A presto!
Flavia: Ecco… la sachertorte con le calorie di un finocchio bollito è un tantino più difficile da recuperare, anche girando per blog di paesi lontani. Ma: mai dire mai. Magari la trovo e la posto! Quanto a soufflé e clafoutis, ti invito a provarci di nuovo: sono davvero alla portata di tutti! A presto
cavoliamerenda: Sono convinta – e non solo grazie al soufflé – che nella vita occorra sempre provarci, prima di arrendersi… E comunque: se anche un soufflé non viene perfetto è comunque sempre buono… e lo si può spacciare per uno sformato di verdure! E’ comunque una seconda possibilità, no? A presto!
Simo: Io ti ringrazio, ma il procedimento non l’ho inventato io… è solo che volevo condividere con voi la scoperta di un soufflé un po’ particolare, che vale la pena di essere provato. Le tue parole affettuose mi hanno fatto piacere… grazie. A presto!
dolci a… gogo!!!: Cara Imma, mi piacerebbe immaginare un soufflé in versione dolce, che io non ho ancora provato con questa tecnica, per vedere se funziona altrettanto bene… e mi chiedo se la persona più adatta a sperimentarlo non sia tu, che della pasticceria sei una maestra. Che ne dici? Facci un pensierino… Ciao!
chabb: Paura del soufflé? E buttati… male che vada lo ricicli come se fosse uno sformato di verdure! A presto
Zia Elle: Grazie! E se lo provi, facci sapere… A presto!
Mi sa che riesco a sgonfiare pure questo…secondo me ce la posso fare!!!Tanto vale provare!!!Stampo e ti faccio sapere!!Bacio
sono bellissimi questi soufflè ma io ne sono terrorizzata! :-/ non mi sono mai azzardata a farne uno, neanche lontanamente, troppo difficile per me, a te sono riusciti alla perfezione invece 😉
Io non mangio gli asparagi…ma questi sufflè sono bellissimi….magari potrei sostituirli con qualche altra verdura…….baci stefy
Non solo ti adoro perché hai finalmente svelato il segreto dell'”impossibile” ma hai scritto questo post magnificamente, complimentissimi.
io! io! io ho paura del soufflé!
credi che ce la potrei fare anch’io?
via, alla prossima cena ci provo.
semmai dirò che è colpa di una certa sabrine…. sabrine d’aubergine.
così mi prendono definitivamente per pazza!
accidenti come sei brava, ogni tanto faccio da mangiare ma il souffle letto da te semmbra cosi facile, però fai venire una volgia di provare
Grazie per i preziosissimi consigli (tu es une mine 😉 e apprezzo molto la metafora 🙂
Bellissima la metafora… farò tesoro di entrambi i tuoi consigli! 🙂
fantasie: Grazie… e se per caso dovessi far tesoro del consiglio sul soufflé, faccelo sapere! A presto
OSARE SEMPRE!
i tuoi soufflé sono venuti perfetti chérie! 😀
bon we!
bellissimo, hai uno stile che mi piace molto, dal piccolo al grande, dal particolare all’universale, e viceversa. bella la cucina quando permette connessioni e immaginazione.
Cynaraflair