I panini all’uvetta per Isa
Non saremmo lontani dalla meta se non fosse per una serie di piccoli incidenti di percorso. Dispetti di folletti, mica tragedie… ma sufficienti a farmi rizzare i capelli in testa un giorno sì e l’altro no. L’ultimo, in ordine di tempo, è una fuga di monossido in un bagno: nessuno riesce a capire da dove provenga e perciò noi sfidiamo le intemperie vivendo con una finestra del corridoio sempre aperta. Sono arrivati idraulici, fuochisti, elettricisti, spazzacamini: abbiamo collezionato un campionario di fantasiose teorie, ma il mistero permane.
La portinaia, che saluta tutti con sussiegosi cenni della mano da oltre il vetro, quando mi vede la mattina non mi dice più nemmeno buongiorno. “Non mi dica che le serve ancora il parcheggio in cortile per gli operai!?!” urla mettendo fuori la testa dalla guardiola. E mentre io allargo mesta le braccia, lei alza gli occhi al cielo e a mani giunte sospira: “Poooverine!…”
Solo l’altro giorno me la sono trovata davanti tutta intera, braccia incrociate e sguardo pensoso: incorniciata dallo stipite con lo stemma sopra, pareva uno di quei ritratti d’antenati appesi lungo lo scalone di fronte.
“Scusi signora… ma le volevo dire una cosa… sa, a proposito di quella puzza che si sente in casa sua…”
“Hanno finalmente scoperto cos’è?” ho chiesto speranzosa.
“No, loro no… – e si è guardata attorno sospettosa – Ma mio marito sì!”
C’era la nebbia fitta, ma per me è stato come se fosse arrivata all’improvviso primavera: vedevo il sole e sentivo cantare gli uccelli… finalmente niente più folate di gelo in corridoio.
Poi mi si è avvicinata e ha abbassato la voce. “Lo sa che prima quell’odore era nella sua cantina?”
“Davvero? Ma allora c’è una canna fumaria rotta che da lì arriva all’ultimo piano…”
“No, no… Si ricorda che la sua cantina l’abbiamo chiusa a forza perché era tutta piena? Beh… da quel giorno la puzza non c’è più!”
In effetti la nostra porzione di cantina – un locale che pare una cripta di templari – è stipata all’inverosimile: non ci starebbe uno spillo. Ma io stentavo a cogliere il nesso tra i due fatti.
“Mio marito s’è ricordato che lo zio del proprietario del secondo piano diceva che c’era… insomma: sarebbe un fantasma!” e ha allargato le braccia.
Il sole si è offuscato all’improvviso, gli uccelli hanno smesso di cantare: e pensando alle folate gelide nel mio corridoio sono rabbrividita. Lei se n’è accorta, e deve aver pensato di avere esagerato.
“Però non è cattivo, eh!… Fa solo quell’odore… che dev’essere quello che sente lei” e ha sorriso rassicurante. “E si vede che adesso non può più stare in cantina, perché lei gliel’ha riempita di cose sue, e allora è venuto in casa!”
E’ raro che io rimanga senza parole, o che l’ironia mi difetti. Ma l’idea di continuare ad avere una stanza ridotta a una ghiacciaia mi ha gelato i pensieri nella testa.
“Signora, veda lei se ci vuole credere a questa storia…”
“Glielo farò sapere. Comunque grazie! E lasci pure il parcheggio per gli operai anche domani…”
Mi è bastato un cappuccino per riportare le meningi alla temperatura consueta. E quando a sera sono rincasata, avevo già preso la mia decisione: ci avrei creduto a quella storia. Era troppo divertente.
Così convivo da tre giorni con un fantasma: costretto, dopo chissà quanti secoli trascorsi nelle cantine, a trasferirsi in casa mia per sopraggiunta mancanza di spazio vitale. Gli ho dato pure un nome: si chiama Agostino (anzi: A-ghost-ino). E un ruolo: fungere da spiegazione ultima per tutti quei piccoli incidenti sulle cui cause non mi interessa indagare. E’ molto utile, perfino tranquillizzante rinunciare alla razionalità in alcune occasioni. Per esempio, mi sono convinta che non ha senso ostinarsi a pretendere che tutto funzioni, se c’è un fantasma per casa che rema contro. Meglio arrendersi a un ménage ricco di imperfezioni e cercare di trovare un equilibrio comunque.
Così, dopo settimane di astinenza da lieviti e farine, ho finalmente deciso di riaccendere il forno per qualcosa che non fosse solo un divertissement da spuntino scapigliato. E anche se effluvi di acqua ragia e un lieve sentore di monossido aleggiano tuttora, mi ci sono messa d’impegno per ribadire ad Agostino che esistono dei limiti: anche ai diritti dei fantasmi esiliati. E io non gli permetterò di metter piede nella mia cucina. Dove ho ricominciato da quello che per me è il divertimento più grande: fare il pane. Non è un pane a caso, quello di oggi. Perché una ricetta di panini con l’uvetta me l’aveva chiesta da tempo una delle lettrici più appassionate di questo blog: una che non manca mai un appuntamento, che se prova una ricetta me lo fa sapere, che se non scrivo per un po’ mi viene a cercare… Perciò questi sono i miei panini per Isa. E per tutti voi, che nonostante questa lunga, lenta ripresa post-trasloco siete ancora qui.
Quanto a me, da quando è arrivato Agostino sono diventata un po’ più saggia. Capisco bene che credere a un fantasma possa sembrare una strampalataggine (e infatti non lo racconto mica a tutti), ma sto sperimentando che il confine tra la saggezza e la follia è davvero labile… Così labile che non ho alcuna intenzione di arrendermi al monossido, addossando tutte le responsabilità a uno spettro esiliato.
Perciò, nell’attesa che quell’interminabile processione di operai che da giorni si affaccendano sul tetto conduca alla scoperta dell’origine delle esalazioni, sto meditando di attrezzarmi con mezzi autonomi per scongiurare l’irreparabile: mi comprerò un canarino, come i minatori. Perché sarebbe una fine indecorosa per una foodblogger passare a miglior vita per dei volgari gas di scarico di una canna fumaria. Almeno, almeno – che so – i fumi di un’anatra carbonizzata in forno…
Saluti e baci (fuligginosi),
S.
I PANINI ALL’UVETTA PER ISA
INGREDIENTI
farina Manitoba: 300 gr
farina bianca 00: 250 gr
latte intero: 250 ml
acqua: 150 ml (circa)
uva sultanina: 100 gr
noci: 50 gr
burro: 30 gr
miele: 2 cucchiai
malto d’orzo: 1 cucchiaio
uova: 1 (solo il tuorlo, per spennellare)
lievito di birra: 25 gr (un cubetto)
sale: un pizzico
Mettete a bagno l’uvetta in una tazza d’acqua tiepida.
Spezzettate le noci con le mani (non fatelo col coltello, perché si sbriciolano).
Tagliate il burro a cubetti e lasciatelo a temperatura ambiente.
Scaldate il latte, e scioglietevi il miele e il malto. Quando sarà tiepido, aggiungete il lievito sbriciolato e mescolate velocemente finché non si è completamente dissolto. Lasciate riposare un quarto d’ora, finché non si forma una schiuma compatta (tenete presente che il volume raddoppierà quasi, per cui regolatevi con il recipiente…).
Miscelate le farine e il sale in una grande ciotola, fate un buco in mezzo e rovesciatevi il liquido con il lievito, sbattendo con forza con un cucchiaio con movimenti ampi (dovete cercare di catturare più aria possibile…). Aggiungete gradatamente l’acqua, senza smettere di sbattere e incorporando tutta la farina: dovete ottenere un impasto molto morbido e un po’ appiccicoso (ma non è detto che l’acqua vi serva tutta… dipende da quanto è asciutta la vostra farina).
Rovesciate il composto sul piano da lavoro e lavoratelo per 10 minuti con la tecnica che io chiamo “alla francese” e che uso per gli impasti molto morbidi. Cioè sollevatelo con due mani e fatelo sventolare davanti al vostro naso come se doveste scrollare una tovaglia, sbattetelo con forza sul piano e ripiegatelo su sé stesso verso l’esterno, poi giratelo di 90° e ripetete l’operazione… almeno un centinaio di volte! (ulteriori spiegazioni a fondo pagina)
Quando sarete a tre quarti del lavoro aggiungete l’uvetta sgocciolata e le noci. Dovete farlo un po’ alla volta (… diciamo in tre tempi), perciò allargate l’impasto in un rettangolo, distribuitevi un po’ di uvetta e richiudetelo su sè stesso riprendendo a lavorarlo come prima: non aggiungetene altra finché la precedente non è ben distribuita nel composto. Un’avvertenza: “sventolate” con minor forza la vostra “tovaglia”, se non volete raccogliere uvetta e noci in giro per la cucina…
Quando l’impasto sarà ben elastico e omogeneo mettetelo in una ciotola pulita, ungetelo in superficie con un cucchiaino d’olio e sigillate con della pellicola. Lasciatelo lievitare in un luogo riparato finché non sarà almeno raddoppiato di volume (ci vorranno un’ora e mezza, due a seconda della temperatura dell’ambiente).
Quando sarà pronto, accendete il forno a 220°. Poi rovesciatelo delicatamente sul piano di lavoro e ricavatene delle palline di 5 cm di diametro (non schiacciate l’impasto mentre le formate, ma accarezzatele appena con le mani), che metterete su una teglia per biscotti rivestita di carta forno, distanziate tra loro.
Fate lievitare per circa 20 minuti a teglia scoperta ma al riparo da correnti d’aria. Spennellateli delicatamente i panini con il tuorlo (molto diluito con il latte, sennò l’uovo forma una crosta dura che impedisce una buona lievitazione) e poi infornateli per 7-10 minuti. Non perdeteli di vista: ogni forno ha i suoi tempi, così come ogni casa ha i suoi fantasmi… Comunque, vale sempre la regola del “cuoceteli finchè non li vedete ben gonfi e appena dorati”. Devono essere morbidissimi dentro e con una leggera crosticina fragrante…
Fateli raffreddare su una gratella da pasticciere e se non li mangiate tutti surgelateli.
POSTILLE
Lavorazione a mano di impasti morbidi
E’ molto più facile a farsi che a dirsi, In ogni caso, ad uso e beneficio di increduli e titubanti, vi ricordo – non senza una generosa dose di vergogna – che c’è anche una mia interpretazione del suddetto movimento, in questo blog: se siete disposti a sorvolare sulla qualità artistica del filmato in nome della qualità organolettica del vostro pane, andate in fondo a questa pagina e preparatevi alla visione della sottoscritta avvinghiata a un impasto… siate discreti, grazie. Inoltre:
1. sappiate che per esigenze di scena l’impasto del filmato è molto più sodo di quel che dovrà essere il vostro
2. il composto vi sembrerà quasi impossibile da lavorare all’inizio, ma non perdetevi d’animo: continuate a fare il movimento, raccogliete ogni tanto quello che vi rimane sulle mani o in giro per il piano di lavoro e vedrete che andando avanti diventerà più elastico e starà assieme a perfezione.
C’è una seconda Isa…
Solo dopo aver scritto il post mi sono resa conto che c’è un’altra Isa, appassionata di pane fatto in casa, alla quale mi piacerebbe dedicare questi panini. E’ una signora deliziosa e di rara vivacità, che vive oltre la piazza sulla quale apro le mie finestre ogni tanto.
Da lei ricevo inviti a cena e a sessioni di cucina tradizionale che mi piacciono da morire. Oltre ad arance e limoni del suo giardino, frasche varie per i miei addobbi natalizi, stufe elettriche in prestito in caso di bizze dell’impianto di riscaldamento, brodi vegetali in barattolo per solitarie cene light…
Ingredienti: burro-burro salato • farina bianca 0 e 00 • farina Manitoba • latte • lievito di birra • malto d'orzo • miele • noci • uova • uva e uvetta
Sabrine…ti ho letta tutta d’un fiato.
La storia di Agostino, mi ha preso in una maniera incredibile…a volte delle cose sono talmente strane ed inspiegabili…
E poi che dire dei tuoi panini? meravigliosi…
Vorrei proprio provare a farli, ma mi spaventa un pò l’impastare una massa molle, ho paura di fare qualche pasticcione dei miei..vedrò, come dici tu, di non perdermi d’animo.
Un caro abbraccio e in bocca al lupo per i lavori…dai, finiranno, prima o poi…!!!
i tuoi racconti sono sempre fantastici … e agostino è una forza.. quasi quasi vado a cercarmi un fantasma tutto mio.. un bacio Faby
Che bontà oltre che merenda anche colazione 🙂
bentornata,Sabrine^;^ mi mancavano le tue meravigliose storie!!!e che dire di questi magnifici e dolcissimi panini,che hanno reso la mia infanzia,indimenticabile…grazie!!!!bacioni,cara e felice giornata,possibilmente tranquilla,tranquillissimaaaa :-*
bellissimi, buonissimi, golosiiiiiiiii!!! con le noci… mi fanno impazzire!!!
Simpaticissima come sempre mia cara!! Chissà… questi argomenti sono sempre delicati. Sicuramente Agostino, mi piace da morire, ha gradito un sacco questi splendidi panini!!! 🙂
Tieni bene chiusa la porta della cantina che magari il fantasmino a sentire l’odore dei tuoi panini te lo ritrovi in casa! Un abbraccio e buona giornata.
che bello mangioare questi paninetti in compagnia di agostino, hl capito perchè dalla cantita si è spostato in casa gli conviene di sicuro almeno mangia bene e sente il profumo di cose buone!
Ma che buoni questi panini, mi segno la ricetta.
nel frattempo attenta agli spifferi!!
Nooo! Persino il fantasma ti capita!! Ahahahah che ridere, mi immagino la tua portinaia! Comunque, nome bellissimo per il tuo nuovo ospite e molto azzeccato! Son d’accordo con la mia omonima Lucy, non se n’è andato per le troppe cose ammassate nella cantina, ma perchè sa che da te la vita è più saporita e divertente!! Bellissimi i panini, proverò, dopo aver rivisto il filmato, a impastare a mano. una volta ho fatto il babà così. Era pre-blog, e non ricordo come sia andata… Un abbraccio a te e ad Ago, buona giornata!
Come non innamorarsi a prima lettura delle marachelle “odorose” di Agostino?! *_* la tua portinaia è già un mito nella mia fantasia!
Peccato che non possa godere, assiene ad Ago (confidenza che sperò mi perdonerà) del profumo dei tuoi panini.
Buona giornata,
Tì
Certo che da te non ci annoia proprio mai Sabrine!Il tuo menage sembra..un film!
Beh, questi panini sono quantomai reali però, me li segno!
Un bacione
ecco, la convivenza con un ghost ti mancava, adesso puoi dire che la tua vita è decisamente ancora più movimentata di quanto già non lo fosse….. sabrine, te l’ho già detto che sei unica?
buona giornata!
Ti posso dare un sugerimento? Io inviterei Ago a gustare questi magnifici panini… fanno resuscitare i fantasmi… hai visto mai che poi si mette l’anima in pace?
Scherzi a parte sono veramente dolosi
Ciao cara e un salutone alla portinaia
Potrebbe passarti qualche ricetta ..inedita ?
baci mia cara i tuoi panini sono deliziosi, ciao
Bella storia, bellissimo nome, ma stai attenta!
mi hai fatto morire dal ridere, bella storia e bella ricetta, questi panini sono deliziosi. Bacioni
Io con i lieviti non sono affatto brava. Un paio di esperimenti riusciti così così mi hanno molto scoraggiata! quando sarò di buon umore tenterò ancora! tanti saluti ad agostino, il mio gatto insegue spesso fantasmi invisibili all’occhio umano e abbiamo deciso che gioca con un gatto probabilmente suo gemello morto alla nascita (il mio Succhio l’ho trovato abbandonato mezzo morto in un parco quando aveva 40 giorni) chiamato SucchioTheSecond:)
Agostino mi ha fatto ridere, sorridere e ammutolire allo stesso tempo.
chissà di che epoca era…magari ha qualche ricetta da passare, magari un giorno trovi il pranzo fatto…
ma secondo me la storia della cantina piena non regge…Agostino è salito da te per tutte le cose buone che prepari, è un goloso lui.
li hai contati i panini?
sono stupendi, un vero regalo goloso e fantasmatico!
un bacione!
Questa storia è bellina davvero Sabrine! 😀
Sinceramente, per quanto riguarda la fuga di monossido non è cosa su cui scherzare, anzi, è abbastanza pericolosetta la faccenda, ma per quanto riguarda il tuo simpatico fantasmino la situazione cambia e non credo comunque che voglia invadere il tuo regno…lui ha il suo da tanto tempo, quindi ognuno al suo posto, non pensi? 🙂
Credo che i paninetti saranno stati molto graditi dalle due Isa e soprattutto la seconda, mi ha riportato alla mente un ricordo di un paio d’anni fa: un’altra signora solitaria, delicata, elegante e con il pallino del brodo granulare…di questo ne venni a conoscenza un giorno per caso, quando parlando di una gitarella in Svizzera, mi chiese se potevo portargliene un barattolino, perchè, come diceva lei “quello svizzero non ha niente a che vedere con quello italiano”…se sia vero o no, non lo so! 🙂
Un abbraccio ed alla prossima,
Ago (in carne ed ossa)
P.S.: per quanto riguarda quel vecchio discorso, non so se tu ne sia a conoscenza, ma di fantasmi-non fantasmi ce ne sono tanti, se la vogliamo vedere sotto questo punto di vista (!), e tutti con nomi diversi…:-)
belli questi bocconcini pi pane !
Mamma mia!!! Quando si trasloca è un pasticcio!!! Per fortuna che hai potuto consolarti con questi meravigliosi panini!!
Sabrine, sei fortunata! Tuo marito ti lascia tenere addirittura un fantasma! Il mio fa storie anche per il piccolo Ciro, il geco che ho adottato qui sull’isola e che, per altro, se ne sta quasi sempre in terrazza (entra solo ogni tanto, poverino, a vedere come stiamo e soprattutto a controllare cosa cucino…) e che, giuro, non puzza nemmeno!
Questi tuoi panini all’uvetta hanno un aspetto magnifico! E se ne lasciassi qualcuno per Agostino vicino alla portinaia?!?! Magari potrebbe trasrerirsi da lei… :-)))
La tua vita non si puù certo dire monotona, gli eventi emozionanti non mancano mai 😉
Siamoc erte che la tua vicina apprezzerebbe davvero questi panetti: morbidissimi e davvero molto gustosi! perfetti per ogni momento insomma!
un bacione
Ma tu dimmi se dovevi farmi venire in mente una storia di tanti anni fa, con me piccina, mamma e papa’ basiti e uno pseudo-fantasma che allora pero’ era stato chiamato Federico….
Ce ne sono parecchi in giro, a quanto vedo.
E bellissimi panini, Sabrine 🙂
questi panini hanno un che d’infanzia…bellissimi!
che panini deliziosi!!sempre bravissima!complimenti!
Scusa Sabrine,ma oggi per la prima volta da quando ti leggo,non son riuscita a finire di leggere il tuo post!Cioè ho saltato la ricetta!
E questo te la dice lunga sulle reali motivazioni per cui ti seguo…
Il motivo di questo abbandono forzato del post?L’incapacità di fermare il pensiero che mi porta ad immaginarti vagante per la casa con il canarino sulla spalla!!
Scusa,ma non riesco proprio a smettere di ridere e sganasciarmi!
Un bacio e alla prossima ricetta…che prometto di leggere fino in fondo,come sempre.
Rita
Bellissima questa storia! E mi dà uno spunto per i piccoli, inspiegabili, fastidiosi problemucci che in ogni casa si manifestano. Sparizioni improvvise di oggetti: Ma l’ho messo lì adesso… che fine ha fatto?; guasti a raffica: Rubinetto del bagno che gocciola… oh, no, anche quello della cucina… accidenti anche quello… ecc, la lista è lunga ed il tuo racconto magnifico. Pensa che io, invece, avevo pensato ad un’altra cosa: poichè sto quasi per cambiare casa, quando nella attuale si verificano questi piccoli imprevisti (ultimamente un po’ troppi, non è una cosa usuale per casa mia!), dico: E’ la casa che si ribella! Mi fa eco, a volte, un’amica che rincara: Si sente abbandonata…
Una mia piccola giunta al tuo racconto, bello, vivo, pieno di ironia… e di presenze impalpabili (Agostino, se ci sei, batti un colpo!). The last but not the least: panini spettacolari… aspettano solo di essere rifatti!
A presto
un caro saluto ad agostino!
e uno al canarino che arriverà!
😉
i panini con l’uvetta provero’ a farli, ma penso che metà dose si convertira in panini al cioccolato.
Posso?
baci
Bella ricetta ! un saluto anche ad Agostino :-)))))
Hahahahaha!! che ridere 🙂 Salutaci A-ghost-ino e in bocca al lupo per gli operai! I panini sono deliziosi…speriamo di riuscire a replicare 🙂
Oh, stelle, ti assicuro che quando un sacerdote scellerato mi ha detto che in casa mia abitavano gli spiriti richiamati da mia nonna durante le sue session di chiromanzia, ho avuto attacchi di panico per una settimana! Potresti offrire un panino all’uvetta anche a me, per riprendermi?
Non ti smentisci… dovresti scrivere un libro con tutti gli antefatti dei tuoi post… lo terrei a portata di mano e lo leggerei sempre, sopratutto nei giorni tristi e depressi, perchè, sono sicura che mi risolleverei indicibilmente il morale!!!
… ah, forse sarà il caso di liberare un po’ la cantina, se l’odore tornerà giù… la teoria sarebbe avallata! Un bacione sorridente…
Sabrine sei sempre strabiliante!!!
grazieeeee!!!
sei troppo forte!!!
E no tesoro mio ci mancava solo il fantasma adesso hahahaha pero la fantasia nn ha limite ma cmq tutto questo ti aiuta a sopportare con po di fantasia e ironia i piccoli grattacapi quotidiani che stai attraversando in questa opera titanica:D!!mi piace il tuo modo di reagire Sabrine sei unica come unici sono questi panetti con l’uvetta che mettono subito di buon umore!!
bacioni,imma
Simo: Guarda, io penso che tutte le cose siano spiegabili. Semplicemente sono stufa di passare la giornata a trovare spiegazioni… e soluzioni! Molto meglio passare il poco tempo libero a fare panini all’uvetta. E credimi: lavorare un impasto molle non è difficile. Basta continuare imperterriti anche mentre i pezzi di pasta vanno un po’ qua e un po’ là… la prima volta che ci ho provato, stavo per buttare tutto, ma poi, come d’incanto, all’improvviso l’impasto ha preso consistenza… e io fiducia. Ricordatene se decidi di provarci: e pensami (con un sorriso, spero…). Ciao!
Fabiana: Se vuoi un fantasma, ne avrei uno per le mani che pare incline ai traslochi: se vuoi ci parlo. Ma non vorrei si stesse affezionando alla mia cucina: panini all’uvetta con le noci compresi… Ti farò sapere, a presto!
Vesselina: Merenda, colazione, ma anche uno spuntino con degli affettati: perché questi panini morbidi all’uvetta non sono mica troppo dolci! A presto
Elisabetta: La giornata non è tranquillissima, perché tanto per cambiare domani c’è un aereo che mi aspetta… Ma mi porterò un sacchetto di panini all’uvetta surgelati nel bagaglio: stavolta niente farine! A presto
raffy: Questi panini sono con uvetta e noci, ma puoi sostituirle con egual peso di quel che vuoi tu. A me piace questa ricetta proprio perché è molto versatile… Se ti piacciono le noci, perché non ti ciomenti nell’impresa? E facci sapere, mi raccomando… Ciao!
kristel: Trovi che l’argomento fantasmi sia delicato? Non ci ho mai pensato in questi termini… sarà che io ai fantasmi e a tutte le diavolerie non ci ho mai creduto. Però stavolta mi piace far finta di crederci: più che altro mi fa comodo… Senza Agostino, non avrei mai trovato la forza di accendere il forno per un pane: e ti assicuro, che per questi panini con l’uva passa e le noci ne è valsa la pena… Ciao Kristel, a presto!
rieccomi! da quando li ho visti, li faccio o nn li faccio… è da un pò che nn metto le mani in pasta, nn ci volevi proprio con questi meravigliosi panini!
e sò che le tue ricette sono una tale meraviglia che … come faccio a resistere!!! e poi in questo periodo in casa vanno matti per le noci!
ci penso ancora un pò …intanto segno la ricetta 🙂
ci piace la storia della portinaia e di Aghostino! e questi panini sono davvero belli, a presto, Giorgia & Cyril
Alla fine fa sempre comodo avere un fantasma in casa…non si può mai sapere, magari può essere utile. Vedi ha già cominciato ad essere utile spronandoti a fare questo deliziosi panini…dedicati alle due Isa ma io comunque copio e rifaccio 🙂
oddio in effetti è meglio il fumo dell’anatra bruciacchiata..spero si risolva subito..o che il fantasma possa trovare una nuova casa. Belli questi panini e grazie per avermi fatto fare 4 risate!
Il fantasma di “Fragole a merenda” me lo immagino raffinato, panificatore ed esperto di restauri e arredamento…
🙂
Sarà che la matrice originaria proprio non ne vuole sapere di rimanere silente…ma ecco che mi trovo ad associare il tuo fantasma al ‘munaciello’ che c’è in tutte le case “napoletane”.
Sai che certe presenze vanno accontentate con del buon cibo…e mi sa che il tuo ‘munaciello’ è cascato proprio bene…sai come si è ‘consolato’ al profumo di questi paninetti!
Io sempre citando Eduardo (“…non è vero ma ci credo…”) alle dediche delle due Isa aggiungerei quella al ‘munaciello’…sai se ha qualcosa di partenopeo è sensibile al cibo ma anche a qualche attenzione 😛 ahahahahaha
PS
Scrivi e cucini davvero bene…rinnovo l’appuntamento qui sempre con estremo piacere 🙂
ho deciso, tu devi pubblicare un libro
non solo perchéle tue ricette sono sempre particolare e sciccose, ma perché i tuoi racconti lo sono ancor di più
adesso anche un fantasma…
A-ghost-ino poi…
Bentornata sabrine, e non ti provare a lasciarci ancora una volta senza la tua letteratura per così tanto tempo!
sei davvero bravissima…tti seguo sempre e prendo spunto dalle tue creazioni..mi piacerebbe includerti nel mio blog posso??
Perdonami Sabrine…..ma sto morendo dalle risate!!! In senso buono naturalmente! Per il modo in cui hai raccontato la storia, e per come ti sei diciamo “affezionata” ad Agostino!
Sei unica, davvero! un grosso bacio, MARA
Bellissimo il tuo racconto cara, e cosa dire di questi panini?!?! Magnifici e chissà che bontà, bravissima!!!!! Un abbraccio!
fatti 🙂
impastati, sfornati ed ora si gironzola nei pressi della griglia carica di profumatissimi panini in attesa che si freddino!
le tue ricette, i tuoi impasti, le tue spiegazioni… sei una continua meraviglia
grazieee!!
Fantastici per una bella colazione
Cara Sabrine
quasta storia, come la tua vita, è incredibilmente avvincente e divertente. In preda a questa saggia follia potreste inscenare un rito di passaggio per Aghostino, che poverino si sentirà torturato dal profumo di pane all’uvetta e non può neanche assaggiarlo.
Baci
Giuliedda
Cara, dolce Sabrine! Non capisco se ho le lacrime agli occhi più per la commozione o per le risate. Certo non dovrei farmi beffe dell’odoroso esilio di Aghostino, ma come si fa a non approfittarne? Mi scuso se il mio commento e il mio grazie ti arrivano solo ora, ma è colpa di Saetta, una macchinina rossa che sfreccia per casa travolgendo nella sua folle corsa i poveri cavi di qualsiasi computer. Così ci si collega sempre meno e sempre più tardi… Questi panini saranno i prossimi a entrare nel mio forno, non vedo l’ora! E ti farò sapere quanti se ne mangià al minuto l’impavido pilota di Saetta.
Evviva i fantasmi allora, va che post simpatico hai scritto! E caspita che panini appetitosi secondo me Agostino ha capito che è meglio frequentare la tua casa al posto della tua cantina ;D
ti aspetto da me per una novità…
Bacioni
Sonia
Sabrine!
già finiti!!! sapevo che sarebbe finita male stà storia dei panini :))) li abbiamo gustati in tutte le salse: al naturale se naturale si può chiamare un panino con uvetta e noci 🙂 con maionese e prosciutto cotto, salmone e insalatina, gorgonzola e crudo…
sono stellari 🙂 li adoro, non amando le cose troppo dolci, questi sono perfetti!!
morbidi e quel sapore buono buono! con la delicata dolcezza del miele e uvetta!!
ps un esemplare è stato ritrovato dopo l’assalto…sono riuscita a scattare una foto 🙂
e un piacere vederti nel mio blog il tuo bellissimo poi qusti panini che meraviglia ciaooo
complimenti sono bellissimi…:) ti seguo sempre ank’io ho appena iniziato un blog…mi ispiro un po’ alle tue creazuioni..spero nn t dispiaccia 🙂
:DDD… Dì ad A-ghost-ino che è arrivata l’ora di cambiare profumo… o meglio ancora aria!!!
Yummm I love it!! It looks so delicious … 😉
ciao sabrine!!con molto piacere sono tornata a visitare il tuo mondo ci mancavo da tanto!!mi sono fermata un attimo,vorrei tanto venirci più spesso!intanto grazie per quest’altra ricetta e complimenti!
un bacio
Ciao,
Tengo que decirte que no se si me gustan mas tus historias, tus fotos o tus recetas.
Complimenti.
Besinos
Finalmente un nuovo contest! Farina, lievito e fantasia in collaborazione con Emile Henry ha organizzato uno straordinario contest “Frutta in pentola”, dove la protagonista indiscussa è proprio la frutta, sia fresca che secca. I premi? Beh ti invito a sbirciare nel blog, ti aspetto http://farinalievitoefantasia.blogspot.com/2011/02/contest-frutta-in-pentola.html
Finalmente un nuovo contest! Farina, lievito e fantasia in collaborazione con Emile Henry ha organizzato uno straordinario contest “Frutta in pentola”, dove la protagonista indiscussa è proprio la frutta, sia fresca che secca. I premi? Beh ti invito a sbirciare nel blog, ti aspetto http://farinalievitoefantasia.blogspot.com/2011/02/contest-frutta-in-pentola.html
ma sai che fai bene a credere ad Agostino? si sà mai che magari ti aiuti in qualche lavoretto una volta che ha capito che sei innocua? che meraviglia un fantasma in asa… sarà per quello che il bagno dove ci sono scarpe e calze dei ragazzi emana quel odoraccio? mica che Agostino ogni tanto si trasferisca qui :-)))) panini bellissimi e quante belle amiche che hai! un bacio Ely
Ciao, sono approdata al tuo blog per caso, guidata dal manuale di nonna papera, e vedendo le squisitezze che ci sono, l’ho inserito tra i blog che seguo, sei bravissima! Se vuoi, vieni a trovarmi
alcaffedelapaix.blogspot.com
ciao
cinzia
wow… questi panini hanno attirato la mia attenzione già da un po’… oggi mi sono procurata tutti gli ingredienti e mi sono messa all’opera!!
Ho preparato tutto, scaldato il latte, messo il lievito… e poi leggo “burro ammorbidito”
Aiuto.. quando va inserito il burro nell’impasto????
Per ora sta lievitando alla grande, speriamo di non aver compromesso tutto ^_^
ciao eli
Che bello il tuo blog… non ti avevo ancora incrociata… ho archiviato già diverse ricette!
Grazie
Aghostino diventerà presto il tuo miglior amico…soprattutto se gli offri dei panini così ^.^!!! Un bacione a te, a lui e alla portinaia incorniciata…che scene dell’altro mondo ;PPP Smack
meglio non credere ai fantasmi, buoni per i panini io golo impenitenti li vedi bene con al centroi qualcosa di salato tipo formaggio o salmone,
Veramente fantastici per una colazione all’insegna della genuinita’.
Un abbraccio Fausta
Il tuo racconto mette allegria e la ricetta mette un’incredibile fame! Li proverò prima o poi
Che bella storia sabrine!!!!
Un bacio e un abbraccio fortissimi…. 😉
Agostino mi sta già simpatico…potresti provare a restituirgli il suo spazio vitale in cantina…forse ci torna! 🙂
A volte abbandonare la razionalità fa anche sorridere!
Sono davvero belli questi panini…il mio ragazzo adora l’uvetta, mi sa che provo a proporglieli!
Un abbraccio…
adoro!!!
amo!!!
até sinto o cheirinho!!!!!!!!!!!!
Hummmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmm!!!
vou fazer amanhã!
e sai +
uma seguidora!
Rosa
Ti vorrei invitare al mio primo contest MANI NELLA MANITOBA, una raccolta di ricette con la farina manitoba…
http://dolciedesserts.blogspot.com/2011/01/primo-contest-mani-nella-manitoba.html
se ti va passa a dare un’occhiata… ti aspetto…
mi piacciono da morire tutti i tipi di pane e panini…mi diverto moltissimo a farli…ci proverò.
La vita ci ispira potrei dire e questi pani hanno un’anima più bella dei soliti pani, forse perché li hai introdotti con tanta grazia?
In bocca al lupo con il tuo fantasma (non sapevo potesse avere un odore) e grazie per il sorriso
Un abbraccio
sono rimasta completamente rapita dal tuo racconto… e senza un’attimo di pausa me lo sono “sbaffata” tutto d’un fiato…
fantasma o non fantasma, alla fine, penso che, a volte credere all’irreale alleggerisca in parte i problemi….
ottima ricetta..
Mara
ciao ti ho visto sul blog di federica e dove a pubblicato dei panini e ti ha citato…quindi son venuta a scoprire il tuo interessante blog…adesso ti seguo cosi potrò vedere le tue creazioni…
baci da lia
se vuoi passare ti aspetto..
De petits pains délicieux.
J’en mangerai bien un ou deux.
Bonne semaine et à très bientôt.
fantastica!! non trovo altre parole per descriverti… se decidi di scrivere un libro a riguardo avvisami perché voglio proprio sapere come va a finire!! Ovviamente dovrai scritturare anche la portinaia e sopra tutto il marito che in quanto a fantasia non scherza mica!!!
I panini ovviamente sembrano ottimi, li proverò senz’altro!!
un abbraccio a te e ad A-ghost-ino!!
tienimi aggiornata!
Ciao Sabrine e grazie della visita….così mi hai dato la possibilità di conoscere te ed il tuo blog. Questi panini sono fantastici e mi fanno voglia di impastare! Se lo farò avrai notizie! Naturalmente ho sbirciato le alte ricette e tra la storia di Lady D e questa del fantasma….mi sono fatto anche due risate. Bravissima, baci Gianni
Mi sono accorta di non averti lasciato anche qui il messaggio, passa da me, quando hai tempo.
Cara Isa (e caro tupilotto, se posso…)
non ho parole per ringraziarti: la foto e il post mi hanno commosso. L’impasto appiccicoso di questi panini richiede fiducia e pazienza, e non avevo dubbi che tu potessi farcela. Ma quel che non immaginavo era che ci fosse un bambino, oltre lo schermo, con questi panini in mano… una grande gioia, vera. Grazie di cuore e… alla prossima sfornata!
http://www.richmondchristianacademy.com/