Il pane dolce di kaki con noci e nocciole
Sciaf!! … scusate, è una zanzara… Non so come mi sia venuto in mente oggi di pensare che fosse autunno. Ho osato tenere aperta la finestra della cucina mentre il forno andava a tutto gas e un inatteso profumo si spargeva per la casa. Ho osato guardare il tramonto sui tetti, le cornacchie che andavano a dormire, le luci che piano piano si accendevano e le nuvole che si facevano grigie e anche un po’ rosa: tutto senza l’odioso filtro della zanzariera.
Detesto guardare il mondo da dietro una rete: fosse anche una retina quasi invisibile che sta lì per tenere a bada delle odiose creature alle quali in una vita precedente devo aver fatto qualcosa. Non c’è altra spiegazione per l’accanimento con il quale mi prendono di mira… Sciaff!!
Il risultato è che sono qui, all’alba, a scrivere un post color kaki mentre un pungiglione assassino mi perseguita: tanto mi è costato un tramonto senza veli. Ma la storia della mia ultima scoperta ve la devo proprio raccontare.
Il kaki è un frutto che a me ha sempre fatto un certo senso: da vedere, prima ancora che da mangiare… o da veder mangiare. Tutta quella roba molliccia e filamentosa, quella bava arancione… no, non fa per me. Lo adora invece mio marito – sciaff!! – che non si capacita di come io possa definire “bavoso” il kaki e riesca invece a mangiare le lumache.
“Quelle sì che sono bavose per davvero!”
“Però si mangiano cotte: il giorno in cui potrò mangiare un kaki cotto ne riparleremo.”
La storia va avanti così da sempre: io i kaki non li compro, perché non piacciono a nessuno fuorché a lui e poi è impossibile trasportarli fino a casa senza che si spiaccichino da qualche parte. E lui riesce a farseli regalare persino da mia madre (si adorano, se non ci fosse una generazione di differenza si sarebbero fidanzati loro due).
Così a casa nostra capita che di kaki ce ne siano anche troppi, nonostante i miei sforzi per erigere barriere all’ingresso. E siccome qualcosa bisogna pur farne (sono odiosi perfino nella pattumiera, se c’è un buco nel sacchetto colano) ho deciso che tanto valeva farci qualche esperimento. E, osare per osare, ho pensato di farci quello che non avrei mai immaginato: cucinarli. … Sciaff!!
Mi sono ricordata di una ricetta di David Lebovitz, che a sua volta l’aveva presa da James Beard… insomma: solo con le ricette i kaki viaggiano senza spiaccicarsi strada facendo. L’idea era praticabile, con qualche aggiustamento. Ne è uscito una specie di pane rapido, un lontano cugino del soda bread per via del bicarbonato al posto del lievito, ma con una dose consistente di zucchero e pure di burro, sicché verrebbe da definirlo un cake, se non fosse che non ha la leggera fragranza di una torta… Insomma, quale che sia la categoria più adatta a definirlo, il risultato è stato davvero sorprendente. Un pane umido, compatto ma morbido, che si scioglie in bocca… finché non trovate un pezzetto di noce o una nocciola e siete costretti a fare “crunch” assaporando l’amarognolo della tostatura. Un pane d’autunno, al quale i kaki regalano una particolare consistenza: non un profumo (è lo zucchero di canna, insieme alla frutta secca tostata a prevalere) e nemmeno tanto un sapore, ma una morbidezza che dura per giorni.
Perché questo è un pane che migliora con il tempo. Non solo non si secca (a meno che non lo esponiate allo scirocco), ma acquista sapore. Il giorno dopo il kaki inizia a farsi sentire – e risciaff!! … – e perfino quel goccetto d’alcol sotto forma di birra riesce a dire la sua. Se poi gli date una tostatina, il gioco è fatto: riuscirete a stupire persino il più scafato dei vostri amici gourmet. Perché – diciamocelo – non è che una roba cotta al forno con dentro dei kaki si trovi proprio al supermercato sotto casa…
Perciò, se amate questo genere di cose, vi consiglio di provarci. Quanto a me, adesso mi toccherà rivelare a mio marito che dei kaki li ho mangiati pure io: cotti, però… come le lumache. E mi sono piaciuti.
Così capirete perché quest’alba che lentamente si trasforma in giorno non mi vede affatto triste: c’è una fetta di pane ai kaki a farmi compagnia, insieme a una tazza di té scuro e forte. E a una zanzara che non dà segni di cedimento… Encomiabile, se non fosse che non ho ancora compreso che posto debbano avere le zanzare nel creato: è forse un compito nobile pungere la gente nottetempo? …Sciaff!!
Saluti e baci (alla citronella),
S.
P.S.: … e scordatevi il pane alle zanzare: non sono ancora pronta per superare anche questo.
IL PANE DOLCE DI KAKI CON NOCI E NOCCIOLE
INGREDIENTI
farina bianca oo: 250 gr
zucchero grezzo di canna: 180 gr
burro: 100 gr
uova: 2
birra: 50 ml
polpa di kaki: 250 gr (sono circa due kaki)
noci: 50 gr
nocciole: 50 gr
sale fino: 1/2 cucchiaino
bicarbonato: 1 cucchiaino (bello colmo…)
Accendete il forno a 180° e foderate di carta forno uno stampo da cake (il solito, quello da 25 x 10 cm).
Lavate i kaki e raccogliete tutta la polpa con l’aiuto di un cucchiaino (non dannatevi l’anima se ci resta qualche pezzetto di buccia: cotta è buona pure quella… piuttosto vedete di schiacciare eventuali grossi grumi di polpa).
Sgusciate le uova e sbattetele appena senza montarle.
Fate fondere il burro in un pentolino (io lo metto in forno, intanto che si scalda: fuoco dolce per definizione…).
Setacciate in una ciotola la farina con il bicarbonato, aggiungete il sale e lo zucchero e mescolate molto bene.
Tostate le noci e le nocciole (potete usate il forno anche per questo…), facendo attenzione a non bruciarle. Lasciatele raffreddare e spezzettatele: le noci a mano, mentre per le nocciole vi servirà un pestacarne (o un bicchiere dal fondo spesso). L’importante è che non le massacriate con il coltello o – peggio ancora – con il mixer: qui ci vogliono pezzetti consistenti, che facciano “crunch” sotto i denti.
Unite alle uova la polpa di kaki, aggiungete il burro fuso e da ultimo la birra: sbattete in continuazione, perché il burro tenderà a restarsene a galla.
Versate nella ciotola il mix di ingredienti asciutti, mescolate bene e quando il composto sarà omogeneo aggiungete le noci e le nocciole a pezzetti. Un’ultima mescolata e rovesciate tutto nello stampo.
Cuocete per almeno 45 minuti (ma forse vi ci vorrà anche un’oretta): il pane è cotto quando ci infilate un bastoncino da spiedini e riuscite a tirarlo fuori asciutto (e anche a non ustionarvi…). lasciatelo cinque minuti nel forno spento, poi sformatelo e fatelo raffreddare su una gratella da pasticciere.
Mangiatelo freddo, meglio ancora il giorno dopo: questo è un pane che acquista con il passare dei giorni. Il massimo? Tostato a fette spesse, con o senza un velo di burro, con una tazza di té.
Conservatelo avvolto in un foglio di carta forno, oppure scoperto con la parte aperta poggiata su un piatto. Potete anche surgelarlo a fette: la mattina a colazione basterò un passaggio in forno o nel tostapane per riportarlo a nuova vita.
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Su Flair di questo mese…
Io fatico sempre un po’ con questo genere di cose, ma insomma… non bisogna nemmeno esagerare sennò si rischia di passare da snob. A pagina 112 del numero di Ottobre: grazie all’autrice Francesca Martinengo e alla redazione.
Ingredienti: bicarbonato • birra • burro-burro salato • farina bianca 0 e 00 • kaki • nocciole • noci • uova • zucchero di canna
kaki è un frutto buonissimo,ogni volta che vado a trovare i miei genitori,visto che hanno un albero, me ne porto sempre a casa… ottimo questo piatto complimenti
Fantastico!!!! Buona giornata
miiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii, che favola: la ricetta (benchè anche a me i cachi facciano un po’ senso), la foto, tutto tutto….brava!
Ciao! oddio, non amiamo i cachi…però ammittiamo di essere affascinate da questo panedolce! originalissimo e ben bilanciato!
baci baci
e’ sicuramente la ricetta più intrigante di tutta la settimana.anche se il mio amore per il kaki è alle volte un po’ controverso, questa ricetta non me la lascio sfuggire
Tesoro siamo nella stessa identica situazione io nn li amo affatto eprche mollicci e troppo dolci mio amrito li adora e mi trovo costretta cmq a compararli anzi piu mollicci sono e piu gli piacciono pero messi in un dolce sono un felicissimo compromesso quindi ti scopiazzo l’idea quanto prima!!!!bacioni,Imma
bè, qui siamo all’apoteosi dell’autunno..
brava!
nemmeno a me picciono i cachi mollocci ma quelli duri (“alla vaniglia” li chiamano qui) quelli si.
mi incuriosisce questo pane, lo si potrebbe provare, segno.
e per la questione zanzare… stendiamo un velo pietoso :)))
buon fine settimana.
ma dia che bella ricetta! originale e molto molto interessante! complimenti!!!ciao!
Da piccola mi facevano proprio senso, li ho assaggiati qualche anno fà e mi sono piaciuti, ora per qualche motivo a me ignoto non riesco neanche a pensare di mangiarli! Proverò con questo invitante rimedio!
a me invece piacciono tantissimo i cachi e non vedo l’ora di trovarli.
Ottima questa ricetta
Baci
a cosa servano le zanzare, me lo sono sempre chiesta, ma non credo che la risposta arrivera’ mai.
Riguardo ai cachi, io da piccola amavo solo quelli belli duri e croccanti, ma quelli “bavosi” non riuscivo nemmeno a guardarli. ora invece li adoro ma le lumahce…non credo riusciro’ mai ad assaggiarle!!
Ottima idea questo pane, con l’essenza dell’autunno dentro. E se davvero riesce a far piacere i cachi bavosi a chi non riesce a mangiarli, dovro’ preparalo a mia madre. Senza dirle l’ingrediente segreto pero’;)
io amo i cachi e li mangio molto volentieri però confesso che cotti non li ho mai mangiai e questa tua ricetta è sorprendente e da provare assolutamente 🙂
che dire .. brava
lia
i have never even tried to cook or bake with kaki, but your pictures are stunning… looking at the first one makes me really want to give it a try 😉
hai una buona giornata!
salma
La prima foto è una poesia
complimenti ciao
Te l’ho già scritto una volta, ma mi ripeto….non so cosa sia più piacevole per me tra leggerti, sperimentare le tue ricette, rifarmi gli occhi con le tue belle foto!
Amo passare di qui…..!!
Vado, provo la ricetta…. ; )
Giulia s
Anche da queste parti le zanzare sono ad un vero e proprio banchetto di nozze… oggi la temperatura è scesa e così spero che siano tornate a casa loro con un gran bel mal di pancia… il pane è superbo!!! un bacio
io ho tutta la famiglia di mia sorella, che abita sopra di me, che adora i cachi….così ne abbiamo un sacco di piante rigogliose!! ho ricominciato timidamente a mangiarne qualcuno adesso dopo che avevo fatto indigestione da piccola e non li potevo più vedere!!!…in compenso mi sono appena comprata una racchetta-ammazza-zanzare perchè in studio da me verso le 18 arrivano in sciami!!!!te la consiglio, è una grande soddisfazione, quasi come il pane ai cachi!!
tesoro mio ma è meraviglioso… anzi è strepitoso!!! sono senza parole, complimenti davvero!
Come sempre mi sorprendo di quanti aspetti in comune abbiamo, dall’odio per le zanzariere all’amore invece che questi insetti nutrono per noi 🙂
Ammetto di non amare i kaki nemmeno io, e di far finta di non vederli dal fruttivendolo anche se piacciono molto a mio marito.
Ma visto che parli di questa ricetta in modo così entusiasta mi invogli a dare una possibilità alla medesima…
Complimenti per Flair, mi spiace di non trovarlo dalle mie parti 🙁
In realtà, viste le piogge e le conseguenti pozzanghere che ne favoriscono esponenzialmente la riproduzione, questo periodo dell’anno è quello di massimo splendore per le zanzare. ‘Ste impunite fornicatrici! Questo pane è una goduria anche solo a guardarlo. Nonostante dieta, diabete e cavoli vari, non resisterò a provarlo. Complimenti!
questo è perfetto per mia mamma!! lei adora i kaki! e nel giardino del mio ragazzo c’è una pianta! perfetto!! ^^
Ce ti capisco Sabrine…i cachi non piacciono neanche a me,anzi credo sia l’unico frutto che conosco che non riesco ad abituarmi a mangiare….l’aspetto sarebbe così invitante però…anche il mio maritino li adora però,quindi,mi segno questa idea alternativissima!!!!un abbraccio,Marika
ahahaha niente pane alle zanzare, ok! Però ti posso dire che di questo di pane, pare quasi di poterne percepire il profumo attraverso lo schermo del pc? Grazie, da provare! Buon fine settimana!
Cara è sempre fantastico leggere i tuoi post…ahimè per mancanza di tempo me ne perdo sempre alcuni..ma poi recupero!!! Questo pane dev’essere fantastico e visto che non ha lievitazione,è alla mia portata….mi farà compagnia una di queste sere!! Hai avuto un’idea splendida…io ti copio questa e te ne do un’altra se non la conosci già:con i kaki si ottiene un’ottima confettura che su questo pane o dentro una crostata ….fa pauuura!!!! Se hai bisogno mi trovi su fb!!! A presto cara!
Elena: Hai un intero albero di kaki a disposizione?!? E allora provaci, dài… Un saluto
manu: Più che fantastico, questo pane di kaki è… sorprendente! Soprattutto per chi i kaki non li ama… Ciao!
Francesca: Questi kaki non hanno un fan club numeroso, mi par di capire… Però una possibilità si deve dare a tutti: una possibilità di finire in forno, voglio dire… A presto!
Manuela e Silvia: Eccone un’altra: anzi due… Due in meno nel “kaki fan club”. Però se vi va di cimentarvi, di osare appena un po’… insomma: nel caso fateci sapere! Ciao ragazze!
lucy: Ricetta intrigante? Potrebbe essere la definizione giusta… Io ho una passione per tutte quelle cose (e persone…) dall’apparenza “low profile” ma che invece nascondono un’animo sorprendente. E i kaki mi hanno sorpresa: non poco. Del resto, quale vero amore non è controverso? Saluti
dolci a… gogo!!: Un’esplosione color kaki in vista sotto il Vesuvio? Un’altra moglie che si arrende all’acquisto di kaki mollicci per far felice il marito? Ti capisco, Imma, ti capisco… E se l’idea del pane dolce di kaki ti sfizia, beh ci terrei al tuo parere. Ciao!
Anche io come te, mi fanno senso i cachi e, io che mangio quasi tutto, questi proprio non riesco a mandarli giù. In compenso il marito li adora e torna a casa dalle colline piacentine con cassette di cachi regalategli dal dipendente con il frutteto (quello che ci portò anche 10 kg di pere). Ecco, con un pane così potrei provarci!
Un abbraccio e complimenti!
PS zanzare, come non condividere il tuo interrogativo! Una mia amica dice che quando, il più in là possobile, se la vedrà col buon Dio, certamente gli chiederà del perchè ci abbia deliziato con zanzare e mosche 🙂
giovanni uno storico in cucina: Apoteosi dell’autunno, sì: con kaki di stagione e zanzare fuori tempo. Così va il mondo, anzi la cucina, di questi tempi… Buon weekend Giovanni!
Betty: I kaki vaniglia?!? No, quelli per me sono ancora peggio dei kaki-kaki… Anche se: mai dire mai. Magari in forno ci finiscono pure loro… Quanto alle zanzare, l’unico velo da stendere sarebbe quello della zanzariera. Ma come si fa a guardare un tramonto sui tetti da oltre una retina? Saluti (ai kaki e citronella)
Federica: Grazie. L’idea è interessante (non è mia), io l’ho sviluppata secondo le mie corde… che sono sempre un po’ un filo da equilibrista. Ma la soddisfazione di infilare i kaki in un pane è stata davvero grande… Ciao!
Silvia e Olivia: Amore altalenante con i kaki? Beh… potresti provare ad invertire la rotta, e infilartli dritti in forno! Questo è un pane che non ti aspetti (almeno, per me è stato così…). E che torna utile, a distanza di qualche giorno, per uno spuntino solitario… o in compagnia. Buon fine settimana!
due bionde in cucina: E l’altra metà del tandem che ne pensa? Dei kaki, voglio dire… perché credo che il pane lo apprezzerebbe in ogni caso. Un saluto a entrambe, a presto
giulia: Se ti succede con le lumache quello che è successo a me con i kaki, non dico che le infilerai in una pagnotta ma … aspettati delle sorprese! Questo pane? Sì ha l’essenza dell’autunno dentro… e sono davvero curiosa di sapere cosa ne pensa la tua mamma. Che mi piacerebbe salutare. Tra kaki, pagnotte e citronella… Salve signora, felice di conoscerla…
buonoooooo..ma quando mai mi metto a dieta con queste delizie?
Ottimo il pane umido!!!
ps: anch’io adoro le lumache..
Baci
Mi piace un sacco!!! Ecco cosa posso farne di quelle quintalate di cachi che tra poco invaderanno casa! Buon week end! bacioni
Ros: Che sollievo! Non per me, ma per questi poveri, bistrattatissimi kaki che pare proprio non piacciano a nessuno. Da crudi, almeno… Come dire: in forno c’è una speranza per tutti! Ciao Ros!
Provare per gustare: Grazie Lia, ma l’idea l’ho presa a prestito. Anche se rimaneggiata con molta cura…
Salma: So… just give it a try! And let’s know… Ciao Salma e grazie!
Giulia s: Amo questo viavai di gente diversa: che passa, sorride, lascia un segno oppure no, fa volare parole lievi e gentili che toccano il cuore, assaggia solo se gli va… Sono grata alle persone come te, mia cara Giulia, che mi arricchiscono la vita. Presenze niente affatto evanescenti, anche se virtuali. Percioò, con un grandissimo sorriso: grazie.
Fabiana: Io sono un banchetto per zanzare 24 ore al giorno: un fast food – spero di charme… – aperto giorno e notte. E preferiscono me perfino al pane dolce di kaki…
franci e vale: Un kaketo (ma si dira proprio così?!?…) di famiglia a disposizione? Ma allora dai inizio alla produzione! Di pagnotte dolci ai kaki, naturalmente… E intanto che acchiappi zanzare al volo con la tua racchetta fulminante, sappi che ce ne ho una pure io: ma non qui… Me l’ha regalata una cara amica e la soddisfazione di fare dritto-rovescio-volée è impagabile! Saluti da sotto rete…
buonissimo! ma fa tipo l’effetto della polpa di zucca?
Ahah, la guerra fra i cahi e le lumache mi ha fatto morir dal ridere..ma grazie per questo post, ho visto il tramonto assieme a te..e mi becco anche il bacio alla citronella, ricambiato:D
raffy: Non esagererei… diciamo che è stata una scoperta sorprendente. Soprattutto per una come me che davanti ai kaki si è sempre voltata dall’altra parte… Ciao!
arabafelice: Ecco, questa è l’unica affinità che avrei volentieri tralasciato… vuoi dirmi che le zanzare non si arrendono nemmeno alle calde notti d’Arabia? M’interrogo sempre più sulla loro utilità… mentre sui kaki mi sono data una risposta, in forma di pagnotta (che è forse quella che più mi concilia con le cose…). Perciò se vorrai dare una possibilità alla medesima, non potrò che esserne onorata. Ma ti raccomando l’uso del té bollente à côté (vedi tu se nel deserto l’accoppiata è praticabile…). Baci
Benedetta: Ecco, non avevo mai pensato a questo aspetto della vita intima delle zanzare… e pur amando chi ama le gioie della vita, l’idea delle zanzare fornicatrici disturba anche me: per le conseguenze, mica per altro… Passando a piaceri d’altro genere – ai quali pare le suddette zanzare non siano interesssate – questo pane di kaki è da provare (però forse per il diabete non è il massimo…). In ogni caso, si può assaporare anche a sentirlo raccontare, no? Un carissimo saluto
Lucia: Ma questa è la seconda mamma che pare sarà destinataria di un pane di kaki! Allora, se permette, cara signora mamma di Lucia mando un saluto anche a lei… ai kaki.
marika: Dunque, se devo trarre una statistica da questi commenti, direi che i kaki piacciono ai mariti ma non alle mogli. Che piacciono alle mamme ma non alle figlie. Che i mariti piacciono alle madri delle mogli almeno quanto i kaki (almeno questo è il caso mio…). Adesso però vorrei sapere a quanti piace questo pane dolce di kaki con la frutta secca dentro…
semplicemente meraviglioso, io adoro il kaki, e poi le foto sono un vero spettacolo, insomma bravissima
Per quanto riguarda i kaki, dovresti provare quelli vaniglia: molto sodi e dolcissimi. Cambieresti idea, sono sicura! Io ne vado matta! Per le zanzare, io credo di non odiarle più di quanto odi le zanzariere. Meglio utilizzare altri rimedi…
i kaki in purezza non mi appassionano particolarmente, ma in questo pane devono essere squsiiti! da provare! 😉
Barbara: Grazie Barbara. E sì, questo è un pane che ha delle virtù… nonostante i kaki e contrariamente alle zanzare! Buon weekend anche a te
sandramilù: I pani rapidi con il bicarbonato piacciono tanto anche a me: riescono sempre, e sono un invito alla panificazione casalinga (attività che è molto più semplice di quanto si pensi… e spesso si scriva). L’idea di questo pane ai kaki l’ho presa a prestito, molto rimaneggiata e adattata ai miei gusti. Quanto alla confettura di kaki, non ci ho mai provato ma mi piacerebbe… e non è detto che non lo faccia. Appena avrò dei kaki in sovrappiù a disposizione… Ciao!
lucia: Io un dipendente con frutteto lo promuoverei all’istante! Mentre tu confermi la mia statistica qua sopra: i kaki piacciono ai mariti, ma non alle mogli. E adesso che vedo che questa è una costante, vorrei proprio sapere perché… E intanto continuo a interrogarmi sull’utilità delle zanzare (e delle mosche…). Ciao!
katia: Beh… questo è un pane dolce, non c’è dubbio. Però dei pani adatti per chi è a dieta ci sono, eccome… magari senza kaki, burro e zucchero… Ciao!
Fullina: Lumache anche per te? Però non dentro una pagnotta dolce, immagino… e neanche con i kaki… A presto!
Titti: Felice che ti piaccia, allora! E fiera di aver dato un contributo ad arginare l’invasione dei kaki in casa! (ma da dove arrivano, scusa? … a quintalate per davvero? qui tocca inventarsi qualcos’altro)
anche a me piaccioni i caki ma quelli duri si chiamano caki vaniglia, è interessante questa ricetta perchè i caki dannoa nche aroma alla preparazione, brava come sempre
ciao! ho visto che ti sei unita al mio sito, così sono passata a trovarti e il tuo blog è golosissimo!!! mi sono subito immersa a leggere i tuoi post! 🙂 complimenti davvero..
Valentina: Brava! Fa proprio l’effetto polpa di zucca. Anche se io la polpa di zucca (nel pane, nei muffins, nelle brioches) e persino nei biscotti) la cuocio prima in forno. Ciao Valentina e buon weekend!
Mamma Papera: Era un tramonto bellissimo, da sopra i tetti… non potevo proprio guardarlo da dietro una zanzariera… e ne ho pagato le conseguenze. Ciao!
Il cucchiaio magico: Beh… la foto del kaki solitario in attesa di essere mangiato… me lo ha reso più simpatico, lo ammetto. Ho scoperto da dietro l’obiettivo che ha una sua naturale, elegante bellezza. Anche se dentro il pane con noci e nocciole lo preferisco… Ciao! E grazie…
delizieingiardino: No, no… io i kaki vaniglia gli detesto cordialmente, più ancora di quelli normali. Mi sembrano sempre andati a male, come sapore voglio dire… Però non si può mai dire: magari un esperimento più osé del solito e… finiscono in forno pure quelli! Nel caso, sarai tra i primi a saperlo… Ciao!
Glo83: E infatti in questo pane non sono esattamente in purezza. Ma sono invece in compagnia di zucchero di canna (che si sente) e di noci e nocciole tostate (che si sentono). Poi però, dal giorno dopo escono fuori come per magia anche i kaki da questo pane dolce… e sono una bella sorpresa. A presto!
Gunther: Grazie, ma per quanto riguarda i kaki vaniglia mi sono già espressa sopra: pollice verso, anche se a questo punto la curiosità sarebbe forte… Comunque i kaki danno soprattutto una consistenza cremosa all’impasto, e un buon sapore d’autunno… Ciao Gunther, mi fa sempre un gran piacere averti qui. A presto!
erhcpe: A me piace curiosare per blog, quando il tempo me lo permette. Anche – anzi, soprattutto – in quelli “giovani”: ho una vera passione per i ragazzi che cucinano, li trovo irresistibili. E assolutamente da incoraggiare… A presto!
anch’io sono un bersaglio molto amato dalle zanzare ma in Sicilia non ce n’erano, una vacanza perfetta, e senza zanzariere… 😀
i kaki li mangiava mio padre ma io mai, mi faceva impressione tutta quella polpa flaccida, poi l’ho messo in una bavarese (cotto) e adesso devo provare il tuo pane, mi sa che tostato è fenomenale!
(per la rivista era solo questione di tempo perchè ti notasse chi di dovere, finalmente, e spero che finisca qui!)
Baci
Io non posso dimenticare quando in prima elementare mia mamma mi preparò un contenitore con un kako maturo con zucchero per merenda, la viscosità di ciò che mangiavo non mi piacque ma il gusto moltissimo percio da allora non è autunno se non prendo almeno un kako+zucchero.
Bello e sicuramente buonissimo questo pane dolce.
Ciao!
Desumo che i kaki siano un frutto maschile… Il problema è che devi mangiarli al momento giusto, esattamente al momento giusto. Se sono troppo maturi sbavano e se sono indietro con la maturazione legano la bocca più di un commento cattivo che non ti consenti di fare… insomma sono impegnativi. Mentre questa torta/cake/soda bread mi pare fantastica!!!
Dio mio che bel post! Ho un pessimo rapporto con la panificazione ma questa ricetta con noci e nocciole la trovo superlativa. Evviva l’autunno (io adoro questa stagione e questi colori magici e caldi…). un saluto caro e complimenti per Flair (ti avevo già “beccata”!!!)
simo
Adoro i cachi e la tua ricetta è strepitosa!!!Bravissima e buon week I cuochi di Lucullo
E sempre un piacere leggere i tuoi post, ancora di più quando trovo una ricetta che mi piace talmente tanto, da uscire di casa senza bere il mio caffè, solo per comprare i kaki.
Davvero una ricetta notevole! Segnata, da provare quanto prima!
Ma chi ci avrebbe mai pensato a un pane con i kaki. Lo trovo un’idea geniale!
Neppure a me piacciono… impensabile dover mangiare un frutto con il cucchiaino, ma anche in casa mia ci sono degli ammiratori e un albero nel giardino.
Lo proverò sicuramente.
Mi fai troppo ridere, poveri kaki…piacciono anche da morire a mio marito che mi chiede, nella brevissima stagione, di comprarne. La prima foto è di un godurioso incredibile…voglio assolutamente tentare l’esperienza !
Grazie Sabrine per queste scoperte, piccoli tesori golosi che non si dimenticano 😉
anche a me non piacciono i cachi, o diosperi, come si chiamano in toscana, crudi.
che sono invece adorati da mia figlia, che quando è stagione se li mangia come la migliore prelibatezza del mondo.
l’idea del pane è proprio una bella idea, bel colore, bel profumo, bel tutto.
e complimenti per la citazione, hai fatto bene a non fare la snob!
ricetta sfiziosissima, adorabile. Buona serata
E’ sempre un vero piacere leggerti!
a me invece i kaki piacciono da morire il mio papà me li preparava così, un cucchiaio di cognac poi zucchero e li accendevamo bellissimo spettacolo! mi incuriosisce davvero questo pane e visto il mio amore per i kaki lo devo assolutamente provare 🙂 un’abbraccio e per quanto riguarda la rivista, la classe non è acqua!
Non mi piacciono i cachi, ma questo pane è bellissimo e mi vien voglia di provare! Le foto sono splendide e, al solito, è un piacere leggerti!
Patrizia
a casa mia ci dividiamo le zanzare così: io e mio figlio tutte, mio amrito e mia figlia nemmeno una…matematicamente non fa una piega no? mah, anche io non capirò mai a cosa servono…e nemmeno i caki, sono davvero così filamentosi e con quelle lingue viscide dentro…però forse questo cake potrebbe riappacificarmici…lo proverei volentieri!ma dove le trovi queste ricette?
buongiorno creatrice di atmosfere, ricette, racconti che mi hanno creato una preoccupante dipendenza :)!!!
bellissimi i colori, le foto, i sapori di questo post!!!
i kaki!! li adoro fin da piccolina!! pensa che la settimana scorsa in Sicilia un gentilissimo signore mi ha regalato alcuni kaki del suo giardino e mentre il mio Sa li guardava e mi guardava un pò per storto ( nn li ama proprio! potrei provare con il tuo pane) io facevo salti di gioia!!
buon inizio settimana!!!
mmmm…..buonissimo, ma è possibile sostituire i kaki per un’altra frutta?
Bello bello, l’idea mi piace!!Anche a casa mia c’è qualcuno che i kaki li adora..io, be’, un po’ meno, ma per affetto si cucina questo ed alto!!!Dopo aver visto la foto del tuo pane dolce, sono curiosissima di assaggiarlo, ..e in cucina nel cesto c’è un buon numero di frutti in attesa!! buon inizio settimana.. Lys=))
Ho sempre avuto una idiosincrasia con zanzare e cachi ma…non escluso di convertiormi a questi bellissimi frutti dell’autunno a breve..i miei li amano molti e, in giardino hanno un albero carico!
Questo cake è davvero geniale Sabrine, ma quante ne sai tu?!
Bacione
Delicious
Interessante questo pane ed il contrasto fra morbidezza e croccantezza. Ultimamente ho cotto i loti al fiasco con cannella e zucchero di canna e li ho serviti con una ganache di cioccolato bianco….ricetta viziosissima!!!
Complimenti.
¡No me lo hubiera imaginado nunca!
¿Con caqui? ¡Impresionante!
Besos
Adoro i kaki, quelli che ancora oggi in rare occasioni di ritorno in ‘alcuni luoghi a me cari’ posso vedere cadere giù sulle macchine parcheggiate di sotto perchè per quanto ne puoi raccogliere ci sarà sempre quello che andrà dritto dritto sul parabrezza…e che invece farebbe meglio a finire nel tuo pan-cake dolce-amarostico che con un tocco chic è perfettamente abbinabile come antipasto anche a qualche vellutata autunnale più rustica nel gusto.
Come sempre trovi la quadratura al cerchio lasciando quel tocco di ‘imperfezione’ dato dalla zanzara di turno…che tutto sommato è il minore dei mali visto quanto si adoperano per rendere versatili le nostre pantofole, le mie a dire il vero, nella speranza-scusa infantile che siano anche gli altri a fare altrettanto…proprio come dall’infanzia arrivano quei “nooooooo” dati dai proprietari delle macchine parcheggiate in quel cortile bombardato da kaki 😛 ehehehehe
PS
Non leggo Flair ma per un attimo mi sono sentito orgoglioso di questo tuo esserci, come una sorta di giustizia che rende merito ad un prodotto (il tuo blog) decisamente pregiato nella fattura e nei contenuti, complimenti :))))
davvero delizioso!! complimenti!
Amo molto i kaki e odio molto le zanzare, grazie quindi di non averle infilate in questo pane ma di averne fatti fuori almeno alcuni esemplari. Se ti avanzano dei kaki provali nella bavarese, servita su una cialda croccante.
Mi son scordata i complimenti! Adoro la foto della finta panna cotta.
Ho scoperto che arriverà una zanzara mutante dalla Cina che sopravvive anche all’inverno. L’incubo massimo.
Condivido il rapporto turbolento coi kaki (io li chiamavo cachi, pensa!), che non compro mai, e che al massimo colgo di tanto in tanto dall’albero dei nonni. Non ci avevo mai cucinato nulla ma adesso con questa ricetta mi si è aperto un mondo!
per quanto riguarda i kaki li ho mangiato solo cosi come frutto mi piace l’idea di provare :)un cake bellissimo e poi complimenti 🙂 sei bravissima le tue foto sono meravigliosi e complimenti anche per il giornale 🙂 che soddisfazione vero?
Sei spettacolare! Leggerti mi diverte sempre!! Foto ammirevoli! 🙂
ha un gran bell’aspetto questo cake e poi è sempre apprezzabile la tua capacità di sperimentare e inventare ricette tue! Davver brava e come sempre divertentissima nello scrivere…;)
Ah, dimenticavo….Complimenti pe rla pubblicazione della ricetta..Ma tu colabori con flair oppure ti hanno contattata per chidere se potevano pubblicarla? Beh, comuqnue brava!
grande, anche perchè flair è una rivista seria…
Ti leggo spessissimo e rimango sempre incantata dalla tua bravura culinaria…maybe because opposites attract 😉
Ero rimasta incantata dal pane con farina di ceci e la ricetta è nell’elenco cose da fare prima che arrivi Natale (ma non c’è scritto di che anno) e adesso questo pane ai cachi, che io adoro. A dir il vero adoro pure le lumache, da mangiare però cotte.
Grazie per questa bella ricetta.
le zanzare hanno una loro logica nell’ecosistema animale, ma dopo anni di studio mi sfugge ancora ma so che c’è.
Buona giornata
Io non posso non amarli. Alla casa della mia nonna, sul lago di Garda, c’erano 2 piante gigantesche: una di fichi ed una di kaki. Quando smetteva una di dare gioia, cominciava l’altra ed io ho iniziato ad adorare i kaki ed il loro colore così autunnale da piccolissima. Mi piaceva aprirli dal picciolo come delle coppette e mangiarli con il cucchiaino, e pensavo guarda che strana la natura a volte, che dentro un frutto ci mette la gelatina ed i pesciolini che sguisciano in bocca. Sono anni che quella pianta non c’è più ed ho smesso di mangiare i Kaki. Non li compro neanche al supermercato perchè non mi sembrano più loro. Eppure che frutto stupendo. Bella la tua ricetta. Sicuramente da provare. PS Io odio le lumache. Un bacione, PAt
Dimenticavo, congratulazioni per l’articolo su Flair, meritatissimo! Baci, Pat
in effetti neppure a casa mia i caki entrano per mia volontà…. non li ocmpro mai perchè me ne regalano a quintali e poi mangiarli è quasi sempre una fatica… grazie per questa super mega idea quindi!!!! un bacioneee
Finalmente saprò cosa fare dei cachi che regolarmente mi regalano e che, purtroppo, finiscono spesso ammuffiti perchè a casa mia a nessuno piace. Grazie! e complimenti per Flair 🙂
buonissimi i cachi, si potranno cucinare così anche i fichi d’india??
anche qui bisogna stare ancora attenti alle maledette zanzare, colpiscono ancora e solo me!
sarà il mio sangue dolce…chissà! 🙂
mi piacciono i kaki ma mai pensato di farne un cake approvo, anzi ci provo! 😛
anche a me non piace questo frutto ma il pane che hai sfornato mi incuriosisce, mi fido e lo provo, lo hai descritto in modo da farmi venire una voglia matta di kaki!!! a presto…
Hic…comunque non puoi sempre farmi aprire la birra per usarne solo 50ml che il resto va finito…hic e non so come usarlo..hic hic…e quando ho tirato fuori la teglia per vedere se era cotta mi si stava spatasciando per terra rovesciando tutto, per fortuna ne è uscito solo un po’ nel forno…:-( e non era cotta…Hic!!
Piesse la assaggiamo stasera!
Buon fine settimana
UNO SPETTACOLO!!
Morbida, aromatica, non sa di caco ma di miele di castagno (e non sono gli effetti della birra!)!
Decisamente approvata e adesso come missione vado a rubare i cachi al suocero…grazie ciao Silvia.
Cara Sabrine, è sempre così bello leggerti! Le tue parole scivolano leggere e il foglio corre, le tue ricette così buone e così di “casa”. Sei la prima che “invito” perché sei sei una “scrittice” che adoro leggere. Sarebbe davvero bello avere il tuo contributo, Roberta
http://cioccolatodestate.blogspot.com/2011/10/ingredienti-e-dosi-qb-per-un-racconto.html
ps, vedo che di solito non partecipi ai contest ma questo è un po’diverso, mi permetto di dire che credo ti appartenga un po’…
Bellissima ricetta, I dolci sapori dell’autunno…. bravissima
Buona domenica
Ehm, a me i cachi invece piacciono assai, questione genetica di famiglia, in quanto anche mia madre ne va pazza. Ma capisco anche la tua avversione per il frutto crudo, diverse persone che conosco ce l’hanno. Ottima questa sperimentazione cotta, mi ispira molto. Se vuoi provare qualcosa di diverso, ti consiglio di cercare i cachi essiccati giapponesi, non sono facilissimi da trovare ma sono decisamente eccezionali.
io il kaki lo amo e sono molto curiosa di provare questa ricetta! anche io ho osato credere le zanzare fossero andate via con l’autunno… sciocche che siamo!
Ma questa ricetta e` deliziosa!!! avevo proprio voglia di fare qualcosa con i kaki! e la tua descrizione della loro consistenza “molliccia e bavosa” e` semplicemente spledida 🙂
Complimenti!
Mmh, da gustare insieme a un buon tè. Perfetto per questo autunno di zanzare a cui dovremo abituarci, temo.
Come promesso Sabrine ho fatto questo pane oggi, che dirti è una meraviglia, grazie grazie per la ricetta, se ti va di vedere ti lascio qua sotto il link:
Pane dolce di kaki con noci e nocciole
A presto, buona serata!
che dire.. non amo i cachi, ma davanti ad un dolce così uno impara anche a farseli piacere :-p! brava.. tutto.. anche la presentazione è bella!
Ciao Sabrine!Ricetta testata: superlativa! Sstefania
Buongiorno Sabrine! Sono già alla terza infornata nel giro di due settimane…questo pane dolce è una favola! Grazie davvero per aver condiviso con noi questa delizia 🙂
Molto interessante! 🙂
che buono con i kaki! :)complimenti per le foto, sei bravissima! 😉
Tu, David e James: GENI!!!!!!
(condivido tutti i tuoi sentimenti verso i cachi…. Se ne trovo ancora però questa ricetta la provo!!!)
fantastico…:)
rumma: Certo questa non è esattamente la stagione dei kaki (è invece la stagione delle zanzare, che a differenza delle lumache mi guardo bene dal mangiare…). Ma se ti ricorderai di questa ricetta dopo l’estate, e avrai voglia di sperimentarla, facci sapere se ti è piaciuta! Ciao
Adoro i cachi… che buoni! Questa ricetta mi mancava e mi ispira tantissimo! Grazie per condividerla
Mug
Ho scoperto questo blog per caso, cercando una ricetta con i cachi. Ottimo il dolce (provato) e molto interessante e simpatico il blog! Dovrò provare altre ricette…
Grazie per questa ottima ricetta, cara. Ho ricevuto tanti kaki e non sapevo più che cosa farne…. ho provato la tua ricetta e ne uscito un pan-dolce fantastico, da leccarsi i baffi!!! Complimenti….